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CAPITOLO I

UNO STRANO, NUOVO INIZIO

PARTE II


La testa scura di Bruno si mosse lentamente, la alzò dal morbido giaciglio che le sue mani avevano costruito e guardò la confusione che quel casinista di Shadir stava facendo… sempre il solito, si ficcava nei guai e poi ne usciva fuori con una faccia di bronzo unica.

Il ragaz… ehm, il professore lo guardò a bocca aperta e nascose un mezzo sorriso molto abilmente. Bruno alzò la testa interessato… va bhe, poteva dormire sempre nell’ora successiva, non c’era mica bisogno che lo facesse adesso, adesso che forse c’era da divertirsi.
Il professore riuscì a far sedere tutta la classe, più o meno insomma e questo era un altro punto a suo favore.
Iniziò l’appello.
- Abettini Bruno -
- …Si… ehm… devo dire qualche cosa suppongo… -
- Con calma eh…senza premura… tanto domani ci vediamo di nuovo… -
scoppio generale, Bruno non si scompose, piantò i suoi occhi verdi nel viso comunque interessante del prof. e lo guardò attento… forse si sarebbe divertito quest’anno.
- 19 anni, sono di Tissano, gioco a calcio, tifo Milan e Valentino Rossi… ascolto Liga ed Eminem -
Si sedette e, senza aspettare una risposta, tornò ad appoggiare la testa sulle braccia mentre i capelli neri gli coprirono il volto nascondendone il ghigno ironico.
Si, si sarebbe divertito un mondo quest’anno… bastava che riuscisse anche a dormire, un poco.


Perfetto.
Era finito da una scuola per stupidi, ad una scuola di stupidi. Tolse le lunghe gambe chiuse in un paio di larghi pantaloni in jeans dal banco, sul quale stava comodamente stravaccato, e incrociò le braccia al petto. Si mise a fissare il nuovo professore con aria disinteressata. Era sempre stato bravo a capire la gente al primo sguardo e non era diverso neanche questa volta. Un novellino con un passato da teppista, un tipo forse ancora più stravagante del genio di cui non sapeva il nome, che era riuscito a mettersi in mostra e a saltare sulla cattedra. Decise che comunque non era il caso di farsi notare per un comportamento scorretto (insomma non aveva nessuna voglia di farsi coinvolgere in lunghe ramanzine) e si tolse il walkman, stoppando la canzone dei System of a Down, senza però smettere di pensare agli accordi. Sbadigliò pesantemente, sprofondando di nuovo in quel maglione scuro, guardando fuori dalla finestra con la sua solita aria annoiata e assente.
- Gabriele Celaya -
Distolse con uno scatto, tipico di chi è appena stato svegliato, la sua attenzione dalla bidella obesa che chiudeva il cancello scolastico e, togliendosi un rasta nero dal viso perennemente abbronzato, incrociò gli occhi del professore con i suoi, quei suoi strani occhi dorati. Non erano castani, certe volte sembravano verdi, ma molto più spesso l’iride era di un oro cangiante.
- Si? - disse, un po’ assonnato.
Il prof. Del qualcosa inarcò un sopracciglio - Ci dici qualcosa di te? -
- … ho 19 anni, mi sono appena trasferito qui da un'altra scuola. -
- Bene, allora siamo in due a doverci ambientare! Per il tuo cognome, di dove sei originario tu? -
- Sono mezzo Messicano e sono nato a Campehe. Ma abito qui da otto anni. -
- Bello! Hai hobby, cose che ti caratterizzano? Io per esempio vado matto per… -
- No - lo interruppe - Niente - disse, con un tono di voce placido come sempre, riportando la sua attenzione alla bidella. Sentì qualcuno seduto davanti a lui mugugnare qualcosa, ma non ci fece caso.
Passandosi una mano sul livido bluastro che aveva sulla tempia, sospirò pesantemente. Un nuovo anno scolastico era iniziato. Dannazione!


Guardarti Accende Un Desiderio Incontenibile - Come Le Gocce Sul Bicchiere Quando Ho Sete Ma - Io Non So Quanto Giusto Sia - Avvicinarmi E Farti Mia E Poi Andare In Birreria - Io Non Ti Porto Mai A Fare Passeggiate -
Addormentata in classe, con il lettore cd ad ascoltare gli Articolo 31, se nn fosse stato per qualcuno che le aveva dato un colpetto non si sarebbe svegliata, non aveva capito bene chi aveva osato destarla dal suo bellissimo sogno ed il perché. Sentì la parola nuovo professore di Italiano, alzò la testa e vide un ragazzo che si stava presentando. Ebbe l'impressione che fosse tutto uno scherzo, pensava che fosse un alunno bocciato di un'altra classe venuto a fare uno scherzo idiota, chiuse gli occhi sperando che sparisse tutto, ma quando li aprì sentì il suo cognome.
Non ne poteva più, lei era terza nel registro, lo sapeva bene, dopo il nuovo arrivato toccava a lei.
Aveva sonno, non le fregava di niente, si chiedeva perché non era a far lippe con suoi amici di altre classi. L'unica cosa che desiderava in quel momento era rimettersi a dormire sul banco, appoggiare la testa e far finta di non essere più lì, lì ad ascoltare lì a pensare... insomma in quella classe!
- D'Alessandro -
merda....aveva sonno e voleva dormire, essere a casa sua nel suo letto da una piazza e mezzo con un piumone, ma non era così.
– Eccomi - non poteva fare altro che alzarsi e presentarsi.
Appena si fu alzata si sentirono commentini poco piacevoli da parte delle ragazze, era vestita completamente in nero, con una maglietta stretta che risaltava le sue generose curve e dei pantaloni molto larghi pieni di tasche e tasconi.
- Allora mmh.. vediamo...come c'è scritto su quello stupido registro il mio cognome è D'Alessandro e mi chiamo Jules, non mi chieda il perché di sto strano nome perché non ho anch'io parole, ho 18 anno, l’avviso subito in italiano faccio schifo quindi faccia quello che vuole fare. Ora ho finito, ho detto tutto di me -
- La solita deficiente -
Jules si girò verso dove proveniva quella voce, non commentò, guardò solamente la ragazza con uno sguardo gelido.
La ragazza tacque all'istante.
- Hobby? -
- Dormire in classe -
Jules sapeva benissimo che non ci si comportava così con un professore, ma non resisteva, quando aveva sonno era rincoglionita e sparava frasi alla cazzo. Aveva visto gli sguardi sconcertati dei suoi amici, eppure dovevano sapere benissimo che questa mattina lei era rimasta fino alle 5 in un locale. Adesso iniziava ad essere un pochettino più lucida, i suoi occhi non erano più tanto arrossati, si era ripresa e voleva dire qualcosa in più
- Be’…io hobby non ne ho.. mmh... ho scaffali pieni di manga li compravo alle medie ora non spendo più soldi perché sto cercando un appartamento, però dovrei anche trovare un lavoro -
- Qual è il tuo obiettivo? -
- Come prego? -
- A cosa aspiri? Qual è il tuo sogno nel cassetto? -
- Veramente… mmh… mi piacerebbe studiare Giurisprudenza –