bgsound src="http://www.galeonedeifolli.it/midi/crazyinlove.mid" loop="-1">
PATH

CAPITOLO I

UNO STRANO, NUOVO INIZIO

PARTE VI

“E' ricominciata la scuola, ricominciano i compiti, le interrogazioni, i pettegolezzi, le voci di corridoio e ricominciano pure questi due a fare il filo a Ivan, uno che lo considera già il suo ragazzo ma non ha il coraggio di dichiararlo e l'altro che è talmente timido che in pratica riesce solo a guardare male l'avversario, sono ben sciocchi ma il più idiota sciagurato imbecille, si vede che gli voglio molto bene, è Ivan, ma dico con una mente machiavellica come la sua come fa a non accorgersi di questi due, va beh che l'amore è ceco però qua ci vuole pure il cane lupo, mi sa che dovrò dargli un piccolo, ehm grande aiuto io. Intanto è incominciata la lezione e dopo il siparietto di Enrico, di Shadir e del prof nonché l'intermezzo comico di Ivan è arrivato il mio turno di presentarmi”:
- Giuliana Perotti -
- Ho diciotto anni, non pratico nessuna attività sportiva in particolare, mi piace Carmen Consoli e finita la scuola voglio fare un corso per giornalisti -
- E dove vorresti andare? Alla Stampa, al corriere della sera o ti accontenti anche di testate meno importanti? -
- Veramente sarei orientata verso i settimanali -
- Certo! Tipo avvenire, famiglia cristiana, roba del genere insomma, un'ottima scelta – “e mi guarda molto soddisfatto”
- Ehm veramente il mio target sarebbero riviste come novella 2000, Eva 3000, cronaca rosa e pettegolezzi – “la sua espressione soddisfatta scompare di colpo e sembra che un macigno gli sia piombato in testa”
- Si certo, passiamo oltre -


Shadir non aveva sentito praticamente nulla delle presentazioni degli altri compagni, era troppo occupato a tenersi la testa fra le mani e sussurrare incessante ' non ci posso credere...' interrompendosi solamente per voltarsi verso Andry e chiedere supplichevole 'dimmi che non è vero'; senza neanche aspettare una risposta che, lo sapeva, non sarebbe arrivata.
Immerso nel suo mondo ovattato sentì a malapena il prof pronunciare il suo nome - Shadir Pezzone - e si alzò di scatto arrossendo e facendo riverberare i suoi capelli d'oro rosso di mille riflessi ramati..
- sono io... ho 19 anni, sono stato bocciato una volta e ascolto musica -
al sentire queste parole gli occhi di Ryan si accesero e si protese un poco verso di lui
- che tipo di musica? -
- mah...jazz, rock, heavy metal... suono anche in un gruppo -
rispose il ragazzo e i suoi occhi verdi si illuminarono di mille schegge smeraldine, la musica era l'unica cosa in grado di accenderlo così.
- che strumento? -
- la batteria! -
sarebbero andati avanti ancora per molto se la voce acuta di Christine non li avesse interrotti, non ammettendo che qualcuno potesse avere quello sguardo interessato se non quando parlava con lei.
Ryan si ricompose e fece scorrere il prossimo nome dell'elenco.
- Pierrè Alex -
Ryan questa volta non ottenne nessuna risposta. O meglio una risposta la ottenne eccome, anche più di una...sempre dalla stessa persona... e chi se non Christine? Non aspettava altro che poter parlare male di quell'essere che quel giorno mancava (tanto per cambiare) senza passare dei guai seri! Con la sua voce acuta e melensa da grande lecchina cominciò a chiacchierare amabilmente... anzi, odiosamente:
- Alex....oggi non c'è tanto per cambiare... meglio aggiungo, le assicuro. Certa gente è meglio perderla che trovarla, vedrà quanti guai procurerà anche a lei. Stia attento e si guardi da certa gente... che non si sa nemmeno come definire....ahahahahha....-
e partì con la sua risatina da oca! All'udirla molti sbuffarono e se non fosse stato che Jules dormicchiava si sarebbe alzata dalla sua comoda postazione e l'avrebbe picchiata... non per solidarietà verso Alex, ma per odio puro verso Christine, quell'insopportabile ragazza che non perdeva occasione per parlar male di tutti e corteggiare gente con un bel culo! Ma non lo fece perché c'era troppa strada da fare da lì al banco della biondina. Fu Ryan ad interromperla bruscamente ma con la solita gentilezza di fondo:
- Piovanelli Eleni -
semplicemente.
“Di bene in meglio” pensarono ironici gli altri della classe che rimanevano più o meno attenti o svegli!


- Piovanelli Eleni -
Rispose solo dopo essersi goduta qualche attimo di attesa.
Esordì con un sorriso stupido, fingendosi timida e modesta, poi diede inizio ad una brutta copia del discorso di Chris, infarcendolo qua e là di errorini, fermandosi ogni tanto e addirittura sbagliando volontariamente il posto delle parole, Eleni aveva capito all'istante che il nuovo professore, Ryan, era preda di Christine e non voleva mettersi in mostra più del necessario, non era il momento. Compiaciuta dall'effetto ottenuto si voltò verso la sua compagna di banco e decise di scivolare nel patetico:
- ...una delle persone a cui tengo di più è la mia stupenda migliore amica Christine, non so davvero dove sarei ora se non fosse stato per lei, mi è sempre stata vicina e per me è come una sorella, davvero, questo legame è importantissimo per me...grazie. Questo è tutto. -
Vedendo lo sguardo melenso di Eleni perfino Ryan capì che c'era qualcosa che non andava, un che di stonato e male assortito. Una sensazione piccola e vaga che faceva risuonare vuote le parole, e ancor più le dichiarazioni, di quella ragazza mora dall'aspetto impeccabile.
Il professore si guardò intorno ma non vide espressioni sconvolte o allarmate, come se cose di quel genere accadessero regolarmente ogni giorno, niente per cui valesse la pena di prestare realmente attenzione. Il preside lo aveva avvertito che quella era una classe particolare e Ryan sentì che quella era una sola e misera punta di un iceberg, e che ci sarebbe voluto molto tempo e tanto impegno per esserne davvero l'insegnante che voleva diventare. I ragazzi erano nel loro mondo più che in quella classe.
- Ti voglio molto bene anche io - confermò la bionda maggiorata a voce bassa, staccando finalmente gli occhi dal suo adorato professore per osservare un cagnolino fedele targato Armani.
- Lo so, Cri -
- Non chiamarmi Cri -
- Mmmm.. va bene Cri - concluse, mascherando il suo trionfo in un'espressione di amicizia da telefilm sdolcinato, scivolando nella sua recita più del necessario. Dio, era così semplice, tutto così dannatamente semplice che quasi non riusciva più a divertirsi. Le parole che diceva uscivano veloci e parevano tanto sincere, spontanee, perfino belle. Uno sceneggiato perfetto frutto di un'arte conseguita con cura e precisione, per anni. Maestra dell'opportunismo e dell'adulazione, Eleni aveva impiegato diverso tempo per insinuarsi nelle grazie di Christine, per passare molto tempo con lei e i suoi amici, per diventare la sua principale confidente e 'amica'.
Ironicamente, pensò, era vero che le doveva molto e che la sua vita non sarebbe stata la stessa senza la ricca primogenita Del Torso, e il suo denaro, e le sue conoscenze. Certo, ogni tanto quel gioco stancava, ma era il prezzo da pagare per una gita a Montecarlo o una vacanza ai Caraibi, o per usare una carta di credito luccicante nelle boutique di lusso facendo shopping insieme come ogni giovedì. Che la credessero pure una vittima, la brava ragazza perennemente nascosta nella luce di Christine, chi non sapeva distinguere fra una cagnolino e una vipera faceva meglio pensare alla propria, di sopravvivenza.

CONTINUA...