CAPITOLO 2
SCANDALO

PARTE VI


" Adesso basta! Adesso la faccio finita! Che prof e prof! …addirittura per nome mi chiamano, eh?! Quanta confidenza! mica sono uno studente come loro, come si permettono, eh? Dopo quello che mi stanno dicendo alle spalle, davanti mi fanno anche le facce, sia ora che prima che accadesse tutto questo...
Allora, se il rapporto che avevo creato coi miei studenti loro lo consideravano così calpestabile, perché si sono sempre comportati così da amiconi con me? Solo per farmi credere che sono diverso dagli altri prof? Che posso avere anche io degli amici sinceri fra degli alunni? Gli adulti sono troppo adulti con la loro mente ristretta per legare con uno come me, ma con gli studenti non è mai esistito questo muro perché sono più aperti e semplici... e comunque non so che sto dicendo... so solo che sono furibondo con loro!! guarda come mi squadrano, i pettegolezzi... ora sono visto come un mostro... e dire che non ho fatto nulla!! Io li aiuto sempre ed è così che mi premiano?!! Io mi caccio sempre nei guai per loro, mi faccio in mille fino a non avere più una vita privata e loro poi sono pronti a credere a una qualsiasi voce e a malignare in questo modo pur non conoscendo i fatti!! Perché non era mica tutta la scuola a vedere quella scena eppure ora sono tutti che ci parlano su... ingigantendo tutto quanto... Ma che avrò mai fatto di male?
Se ad essere un professore fuori dalla norma, che fa cose che divertono e interessano gli alunni, che diventa loro amico fino a schierarsi sempre e comunque dalla loro parte ci si ricava questo... d’ora in poi ciao! Sarò uno di quei professori severi e rompiballe, che non parlano mai con gli alunni, non li ascoltano mai, fanno sempre e solo lezione, vanno avanti qualsiasi cosa succeda su questo mondo, non li aiutano ed anzi li mettono sempre nei guai! Farò così... così vedranno che hanno perso con me! Affannarmi tanto quando in realtà posso avere una vita coi cazzacci miei! Al Diavolo tutti! Uffa!"
Ryan camminava dritto a passo spedito per i corridoi della scuola, passava davanti a studenti e professori, tutti immancabilmente lo fissavano... chi male, chi incuriosito, chi impietosito... era inevitabile, in quel momento era nel cosiddetto occhio del ciclone, più di quanto non lo fosse Alex che aveva provocato tutto il putiferio. Stringeva la sua cartellina piena di riviste e libri da consegnare agli studenti che gli avevano richiesto materiale per la tesina di fine anno (solo i ragazzi di 5^), gli occhi sempre coperti dagli occhiali scuri, aveva uno sguardo duro e severo, i soliti occhi verdi arrossati dalle occhiaie profonde. Quel giorno aveva una cera più brutta del solito, ma l'espressione severa.
I capelli sconvolti dove non esisteva più un taglio preciso, i vestiti stropicciati...i suoi soliti vestiti.... e l'odore di fumo e alcool più forte del solito. Il giovane uomo entrò in una delle sue aule, quell'ora avrebbe avuto lezione in una terza, si diresse alla cattedra osservando che nessuno ancora l'aveva notato e come di consueto si facevano i cazzi loro convinti di poterli fare come sempre per tutta l'ora. Con gesti secchi e arrabbiati, gesti assolutamente non da lui, Ryan sbatté i libri e la borsa sulla cattedra, si tolse la giacca buttando anche quella sullo stesso tavolo si mise in piedi fra la sedia e il mobile, si tolse i suoi occhiali da sole infilandosi quelli da vista normali, dando una nuova e sexy immagine di se, appoggiò le mani sul legno che ospitava già un casino di roba sua e disse con voce rabbiosa, dura, che non ammetteva repliche....un tono che non aveva mai usato:
- Da adesso si fa lezione seriamente! Aprite i libri che iniziamo il vero programma scolastico! Dante e la Divina Commedia... -
"che di divino ha ben poco....io la chiamerei infernale...con tutto quello che c'ha scritto e che uno deve decifrare per capire!"
Questo Ryan Del Gobbo non l'aveva mai visto nessuno eppure ogni tanto finiva in queste condizioni... quando la sua luna gli girava male e sembrava impazzito, invece era semplicemente risoluto o arrabbiato per qualche motivo....ma ora era proprio furibondo con la debolezza umana e dei suoi studenti rivelatisi tutti superficiali come non avrebbe mai creduto.. I ragazzi si zittirono e impallidirono intimoriti dal nuovo Del Gobbo, subito si sedettero e ubbidirono senza dir nulla. In quel periodo, con tutte le voci che giravano e con lui in quello stato era molto meglio non contraddirlo.

I giorni seguenti trovarono Ryan, invece che incazzato col mondo intero, più abbattuto che mai. Ripensava ad Alex...quel...quella...ragazza che aveva conosciuto per la prima volta solo quel giorno e poi non si era più fatta vedere. Ma perché aveva architettato tutta quella messa in scena? Contro di lui? Non lo conosceva nemmeno, impossibile che gli fosse stato già antipatico o simpatico, l'aveva visto per due ore quella mattina e basta. Ciò che gli aveva fatto non aveva senso. Si ripeteva queste cose mentre era costretto a venire a scuola sempre e comunque; non capiva perché il preside non l'avesse ancora sospeso visto che tutti credevano alla storiellina....eppure l'unico che sembrava non crederci era proprio il preside che lo teneva ancora con l’intenzione di indagare a fondo visto che di Alex Pierrè non si fidava molto. Gli piaceva il preside perché non si era fermato alle apparenze come tutti avevano fatto, pochi nella scuola non erano saltati alle conclusioni, gli studenti erano praticamente divisi: quelli dalla parte di Alex e quelli dalla parte di Ryan, ma tutti si erano schierati convinti che la violenza fosse vera e non una farsa... e infondo avevano ragione: perché una studentessa normale avrebbe dovuto mettere su una messinscena come quella? A che scopo? Del Gobbo era nuovo e non aveva ancora fatto nulla per rendersi antipatico.
Ryan rifletteva molto sulla debolezza della mente umana e si trovò a convincersi che anche Alex doveva essere molto debole visto che per chiedere aiuto ricorreva ad espedienti del genere. Lui aveva studiato psicologia e sapeva che i meccanismi di difesa e di richiesta erano molti, quello attuato da Alex uno dei tanti. Ma non gli andava di analizzare il suo caso e di fare ipotesi su possibili disagi giovanili perché ad ogni modo la riteneva debole, si... ma una gran carogna superficiale. E lui odiava le persone superficiali, perché l'unica cosa che lui non era capace di fare era proprio essere così superficiale, appunto.
Man mano che i ragionamenti proseguivano finiva per abbattersi sempre più, anche la rabbia iniziale era ormai scemata lasciando il posto alla depressione e alla crisi nera. Non capiva il perché di tante cose e nemmeno il motivo per cui lui andasse sempre avanti ostinandosi ad aiutare chiunque gli chiedesse il suo soccorso. Quella volta sarebbe rimasto seduto nello scalino a fumarsi mille sigarette una dietro l'altra molto a lungo, oltre l'orario di chiusura quotidiana delle lezioni.

Tirò una boccata dalla sigaretta, posizionato in quell'angolo del giardino a terra, coi suoi occhiali da sole e quell'aria che era molto tenera in fin dei conti. Chissà se qualcuno sarebbe venuto da lui a chiedergli come erano andati realmente i fatti? Chissà se erano tutti dei sempliciotti superficiali?