CAPITOLO 2
SCANDALO


PARTE VII


Con passo veloce, a pomeriggio inoltrato, Tea percorreva l'ultimo tratto di strada verso il liceo: nessun corso particolare, nessuna ragione apparente per rimettere piede a scuola ad un orario così inusuale per lei.
Invece di prendere il treno e rietrare a casa al termine delle lezioni, aveva trascorso il pomeriggio in città, sola. Il tempo piacevole di quella giornata le aveva permesso di scegliere la sua meta preferita: i giardini pubblici. Si trattava di un grande parco alberato, ci aveva passato due ore, forse di più, rilassandosi disegnando sul suo album degli schizzi. Se sentiva di dover svuotare la mente e sfogare le preoccupazioni la sua attività prediletta era il disegno... c'erano milioni di cose che si potevano esprimere con la scelta di un soggetto o una sfumatura.
La giornata era iniziata male fin dal principio: la sera prima, per ripassare, era andata a letto tardissimo e non era riuscita a prendere sonno; i nervi a fior di pelle a causa di un'interrogazione di fisica andata male, di norma non si lasciava abbattere dagli scivoloni scolastici ma dopo essersi impegnata come non mai in una materia che trovava noiosa ed inutile, quel solito 4 tirato per i capelli l'aveva fatta incavolare. Almeno durante la lezione di Del Gobbo credeva di potersi svagare... purtroppo, a causa del putiferio dovuto allo scandalo delle presunte molestie, le sue speranze erano state deluse: Del Gobbo non era più lui. Scusabile, dopotutto.
Trovava urticante l'andazzo preso dagli eventi recenti: l'atmosfera si era fatta pesante nell'ultima settimana ed una volta tanto che la scuola avrebbe potuto trasformarsi in un'oasi rispetto i suoi problemi familiari, nel nuovo professore invece, tutti i santi giorni, le sembrava di vedere il riflesso di suo padre: di natura brioso, allegro, pronto alla battuta, era invece diventato una specie di zombie flagellante, pronto a crocifiggersi e colpevolizzarsi dopo la separazione dalla moglie e la scoperta della relazione extraconiugale di lei; e l'insegnate di italiano, con quell'alone nero intorno dovunque andasse, a Tea ricordava dolorosamente lo stato pietoso in cui si era ridotto il suo genitore. Le dispiaceva sinceramente per Ryan: le forzature che il prof faceva a se stesso; la disperazione rassegnata che si leggeva in ogni sua azione; le emozioni trasparivano fin troppo chiare dal suo bel viso sincero e triste, di solito era così per gli individui istintivi, esuberanti, genuini. Appunto per questo, perché era persuasa della bontà e della buona fede di Del Gobbo, non aveva mai voluto aggiungersi al chiacchiericcio interminabile per i corridoi dell'istituto. L'intera faccenda non sarebbe mai finita se non con una soluzione cristallina e chiarificatrice, sempre che una cosa del genere fosse destinata ad accadere. La fiducia che il preside aveva dimostrato a Del Gobbo evitando di esonerarlo, per Tea era significativa e dimostrava una presa di posizione netta. Contenta per il povero Ryan certo, però ogni volta che nei suoi eccessi di sensibilità cercava di immedesimarsi in lui, le riflessioni scaturite dai suoi voli di fantasia erano amare: perseguitato da sguardi accusatori, abbandonato a se stesso, destinato ad essere etichettato a vita, preda di una quotidiana violenza psicologica. L'immagine era teatrale e tinta di romanticismo, la sostanza ad ogni modo rimaneva la stessa: periodo pessimo per Ryan; tutti dicevano la loro, ma nessuno (ad esclusione probabilmente del preside) aveva voluto davvero sentire la sua versione dei fatti e ciò che lui poteva sostenere in sua discolpa.

Quando decise di muoversi dal parco per visitare un negozio di dischi poco distante, sistemando matita e fogli nello zaino, si accorse di aver dimenticato il libro di italiano, ne aveva bisogno per l'interrogazione programmata del mattino seguente. Fu questo il motivo che la portò a precipitarsi a scuola.
“Se sono fortunata” si persuadeva “trovo ancora aperto”
La dea bendata decise di assisterla.
Entrando nell'edificio con un po’ di fiatone, si imbatté nel bidello più rinomato della scuola: un uomo alto e robusto sui cinquanta, capelli e barba stavano imbiancando, occhi celesti e vivaci spiccavano sul viso maturo dall'aria malandrina.
- Hey, Mister Guinness! How do you do? –
- Sempre voglia di parlare in inglese, te? - rispose gioviale il possente italo-irlandese, l'inossidabile amico degli studenti... nel senso che le faceva passare lisce tutte.
- Sempre voglia di parlare con te e basta! - esclamò la rossa in atteggiamento palesemente lusinghiero
Lui, impassibile - Dimmi che vuoi... –
- Devo prendere un libro che mi sono dimenticata, posso? Non è che mi chiudete dentro vero? –
Guinness ridacchiò, deliziose rughe d'espressione si formarono attorno agli occhi e ai lati della bocca - No, no. Dopo c'è una reunion di vecchi studenti illustri quindi stiamo aperti di più - concluse con un smorfia a significare quanto lo scocciasse la rimpatriata che lo costringeva a prolungare l'orario di lavoro.
Salutato il bidello, si diresse verso le scale. Recuperato il testo dal suo banco, in classe sbirciò per caso dalla finestra e si accorse della presenza di Del Gobbo nel cortile. Senza pensarci due volte, colse l'occasione al volo: scese la scalinata e imboccò il corridoio che conduceva alla porta per il giardino scolastico.

- Professore! –
Ryan, seduto con una sigaretta in bocca, rimuginava su quanto gli stava accadendo senza darsi pace. La voce la percepì simile a un eco proveniente da chissà dove. Si voltò come a cercarla quella voce e così scoprì a chi apparteneva: ragazza carina di altezza media, capelli ramati raccolti in una coda alta, jeans strappati in parte coperti da un leggero e lungo spolverino scuro.
Sussultò, sorpreso di vedere l'alunna - Reali?! –
- A quanto pare... - Tea abbozzò un sorriso - Che ci fa qui? –
Alzò lievemente la mano che teneva la sigaretta, accompagnando il gesto con un'espressione del viso acida: per ovvi motivi i suoi studenti nell'ultimo periodo lo irritavano - Dovrei chiederlo io a te. Così ligia allo studio da passarti i pomeriggi a scuola? - assumeva quell'atteggiamento scostante senza rendersene conto, deluso e ferito com'era.
Tea emise dalle labbra un piccolo strombettio - Si come no!! A dir la verità mi ero dimenticata il libro per l'interrogazione che ho domani, pensi un po’, con lei! - confessò candida. Ryan fece spallucce dubbioso e, poco convinto, con un tono asettico disse - Non va bene studiare all'ultimo momento - pausa - e blah blah blah, non devo continuare il resto lo sai, no? - aspirò una boccata e poi sbuffò.
Preso atto dello stato d'animo del giovane insegnante, Dorotea si sedette accanto a lui. Rimase in silenzio qualche minuto con le braccia appoggiate alle ginocchia e il mento fra le mani. Ruppe il silenzio esordendo con una premessa:
- Non so se sia giusto chiederglielo, ma ovviamente può non rispondere –
Ryan, che nel frattempo in apparenza aveva smesso di considerarla, inarcò un sopracciglio, rivolgendo la sua attenzione alla ragazza.
- La situazione che è nata per via di quello che è successo fra lei e Pierrè... –
Del Gobbo era teso, avrebbe voluto parlare ma sentiva che era giusto lasciarla finire. La prova che non tutti erano degli stupidi col paraocchi, la mano tesa che desiderava avere dagli studenti era lì, di fianco a lui, incarnata nella rossa della quinta... se non altro la sua speranza era questa.
- ...a me da parecchio fastidio. Tutti parlano a sproposito, discutono su chi ha ragione presi dai loro bei pregiudizi, per non parlare della curiosità morbosa e nessuno che si preoccupi della verità...boh! alle volte la gente è meschina! –
Nella testa le balenò un secondo come sua madre aveva chiesto il divorzio rivelando senza molto tatto di avere un amante da più di due anni con cui voleva rifarsi una vita, a suo padre stava per prendere un colpo! E lei...l'avrebbe voluta picchiare.
Ryan intanto non si perdeva una sillaba, fiducioso nell'esito di quel discorso.
- Io non so davvero come sono andate le cose, come nessuno può saperlo, tranne lei e Alex. Non voglio essere cattiva o prevenuta con Pierrè però la sua fama lo precede... cioè, LA precede, sappiamo che non è uno stinco di santa però è più che lecito darle il beneficio del dubbio, come è giusto darlo anche a lei! Noi da parte di Alex cosa abbiamo? L'evidenza dei fatti attraverso la scena vista dai testimoni, non è vero? –
Il presunto colpevole scosse la testa in un cenno affermativo - Già - bofonchiò sconsolato.
Tea proseguì con una punta di ironia - Una prova così schiacciante vorrebbe averla per le mani ogni vittima di stupro! cavolo, Pierrè è stata fortunata! Mah... in realtà mi puzza un po’ fin dall'inizio questa fortuita coincidenza... Il punto è... - occhi nocciola si fissarono negli occhi verdi dell'insegnante, una volta tanto senza le lenti scure - ...io vorrei sentire la sua di versione, se fosse possibile –
- La mia versione? La mia versione? - in un impeto di rabbia mista a commozione, levatosi in piedi, quasi a sfogare il peso della sopportazione degli ultimi giorni Ryan si mise a sbraitare con le lacrime agli occhi, gesticolando in modo concitato:
- La verità!?! Quella stronza, ma io cosa cazzo ho fatto nella vita per meritarmi merda dall'aiuto che do?! Cosa le ho fatto io??! Già ho una vita schifosa ci mancava sta simpaticona che ho visto a malapena una volta per dieci minuti e architetta la carognata del secolo per farmi perdere il lavoro e farmi passare da pervertito finché crepo! Ho fatto qualcosa per meritarmelo, ho fatto qualcosa di sbagliato??! E tutta la massa di stronzi che mi evitano manco avessi la peste è anche peggio, fanculo tutti!!! –
Si risedette a peso morto, pareva all'improvviso privato delle forze, col viso arrossato e una mano premuta sulla fronte, borbottando e lamentandosi - Perché devo essere un coglione di prima categoria, perché? Rimedio sempre e solo fregature! –
La studentessa gli diede due pacche amichevoli sulla schiena.
Il sesto senso che aveva messo in allarme la sua coscienza impedendole di colpevolizzare Ryan dacché quella faccenda spiacevole era cominciata, il sussurro indefinibile che l'aveva spronata a parlare direttamente al professore la convincevano anche dell'assoluta onestà del confuso resoconto appena udito
- Se può consolarla io le credo, magari mi sbaglierò e sarò la sua prossima vittima - per sdrammatizzare fece una linguaccia rivolta a Ryan - però non penso proprio, le mie impressioni sulle persone sono quasi sempre azzeccate. Alla fine se sei fatto così che ci puoi fare? E comunque l'altruismo e la generosità sono delle grandi qualità, forse dovrebbe tentare di essere più guardingo e malizioso se le riesce. Quindi prof non si abbatta, mi rendo conto che non è una situazione facile, ma lei lo sa meglio di me, no? –
- So cosa? - domandò spiazzato – Che è una situazione difficile?… ovvio! –
- No… intendevo che c'è sempre il suo alter ego che può soccorrerla se si trovasse ancora in pericolo! –
esclamò Tea come se stesse dicendo una cosa del tutto elementare e, soddisfatta, sfoderò una caricatura buffissima di un improbabile Del Gobbo in veste di super eroe. Il diretto interessato squadrò il disegno, poi la creatrice, di nuovo il disegno poi ancora la creatrice e alla fine scoppiò a ridere di gusto, come non accadeva da molto.
Compiaciuta, l'artista della quinta proclamò - Lo sapevo che avrebbe apprezzato SuperRyan!! –
Ryan aveva gli occhi umidi per le risate - Troppo bello!! Ma quanto sei brava!! –
- Vedi prof. è così che dovresti tornare ad essere! Anche perchè da insegnate serioso non sei molto credibile...beh forse questa potevo risparmiarmela... però erano così belle le tue lezioni prima, almeno coinvolgevano rispetto le solite! –
Sollevato e di umore migliore, Ryan poteva benissimo proseguire la chiacchierata stando allo scherzo:
- Ah si infatti mi ricordo un paio di volte in cui ti sei addormentata di botto! –
- Davvero? Notevole! Sono dettagli non si preoccupi, come vede in italiano ho pure dei bei voti! - si soffiò sulle dita lisciandole poi contro la maglia per enfatizzare quanto fosse sveglia. - Cosa vuole...qualche figura devo pur farla per arricchire gli annali di Shadir! Tornando seri: sono sicura che questo casino si risolverà, se Headford non l'ha esonerata avrà le sue ragioni, quell'uomo lì ha una fama che ce lo invidiano tutte le scuole, sa? –
Ryan rispose entusiasta - Immagino! ho l'impressione che sia pieno di sorprese... –
La rossa si alzò e Ryan la seguì - Bah adesso vado, basta autocommiserarsi mi raccomando prof.! –
- Grazie Reali! - e mentre se la strizzava in un abbraccio spontaneo e soffocante - significa tanto per me che tu sia venuta a parlarmi! E mi fa piacere se mi dai del tu come ti è scappato ogni tanto oggi –
- Si figuri...fra l'altro mi sta uccidendo...ma si immagina se ci vedessero adesso? Avrebbero altri mille sospetti sulla sua integrità –
Ryan la allontanò da sé con uno scatto felino - Hai ragione! Sei lungimirante Reali, domani 8! –
- Ah benone! - rispose l'alunna - allora mi chiami tutte le volte che ha bisogno di parlare. Poi però se mi chiama, non lo faccia sempre per cognome, non mi piace!! –
- Come vuoi, ma non esageriamo! ho una dignità di insegnante da mantenere... forse... Posso tenermi SuperRyan? - chiese con un'aria da folletto
- Non puoi, Devi! – al che aggiunse - Ah si, se posso darti un consiglio spassionato... fatti un favore: non dico di non bere più, almeno tenta di non ubriacarti sta sera, piuttosto vediti un film comico! Anzi facciamo un patto, io non fumo per una settima se lei non arriva a scuola con i postumi della sbornia per una settimana. Guarda lascio in custodia questo pacchetto appena preso, se vuoi fumatelo, è il segno del nostro patto, ok? Io se prometto, mantengo! –
Del Gobbo ci ragionò un attimo, subito dopo il suo volto si accese in un sorriso e sfilò il pacchetto dalla mano dell'alunna - D'accordo lo posso fare! Però per sigillare il patto fumiamoci una cicca insieme, va! –

Sulla via per il negozio di cd, Tea ripensava divertita alla chiacchierata surreale con Del Gobbo, lei che si metteva a dare consigli ad un professore! Suonava strano!!! Inspiegabilmente si sentiva sollevata: il fatto di essersi occupata del caso Del Gobbo l'aveva resa più serena, per un po’ le sue magagne le erano parse più lontane. Rincuorare Ryan e incoraggiarlo a prenderla meglio le aveva permesso a sua volta di caricarsi di positività... potere dell'autosuggestione.
Le venne da chiedersi, considerando la situazione dei suoi e la crudeltà fredda e apparentemente insensata del piano di Alex, se fosse davvero possibile affermare di conoscere o capire, anche solo un frammento dell'esistenza altrui... il racconto, il punto di vista sono ben diversi dal vivere in prima persona: chi sa profondamente quali sono i meccanismi dei singoli? I motori segreti che generano la maggior parte delle nostre azioni sono quasi invisibili, oppure distorti o semplicemente non vengono colti persino da noi stessi, figurarsi dal filtro dello sguardo e dell'ottica di giudizio degli altri!
Constatò anche l'utilità delle azioni che possiamo compiere per qualcuno, pur non sapendo nulla della sua vita: Del Gobbo per lei cos'era? Poco più di uno sconosciuto, ma due scemate pronunciate e fatte al momento opportuno le pareva avessero avuto un effetto benefico o forse era solo una delle sue tante illusioni.