CAPITOLO 3
EX NIHILO


PARTE V



- Dunque ragazzi per tutto il settecento i letterati italiani si divisero fra fautori del Tasso e fautori dell'Ariosto… -
Ivan seguiva come tutti annoiato la lezione.
"Oggi è una giornata strana, molto strana, non è successo niente di strano, anche Ryan sembra essersi ricordato che è un professore e cerca di insegnare il programma del corso (non è il massimo ma è un notevole passo avanti rispetto al solito)… e dire che stamattina, durante la preghiera ad Auramasda, la fiamma del braciere sacro è tremolata tre volte… il che significa un pessimo presagio…"
S B A M!!!
All'improvviso entrò nella classe un ragazzo con (pochi) abiti bruciacchiati, ematomi e macchie sanguinolente varie.
"Mi pareva troppo bello che Auramazda toppasse, ma chi è questo? Ora ricordo è quel ragazzo che ogni tanto ho visto insieme a Lelio, che avrà fatto? Mah secondo me se lo sarà meritato. Ho sempre pensato che fosse uno stronzo in cerca di rogne, l'importante è che non mi metta in mezzo"
Intanto Elia stava fissando Lelio in modo quasi ossessivo, come se non riuscisse a trovare le parole per esprimersi e questo lo stesse facendo impazzire. Quando sembrò arrivato ad un punto critico Lelio finalmente si degnò di parlare:
- Calmati - una parola semplice priva di emozioni, più di un invito ma meno di un ordine, che sembrò sortire l'effetto opposto in quanto Elia incominciò a blaterare in una specie di lingua straniera mai sentita prima. Lelio gli rispose, ma evidentemente non nel modo che voleva Elia perché questo cominciò lentamente ad apparire ancora più psicopatico e furioso, lasciando tutti ancora più perplessi
"Merda non riesco a capire una parola, ma più vanno avanti e più mi si rizzano i capelli sulla nuca, altro che tre tremolii qui si sta per scatenare una catastrofe!"
Elia sempre più concitato si avvicinò alla prima fila e all'ennesima risposta placida di Lelio prese l'agendina elettronica che Ivan aveva lasciato sul banco e la scagliò a terra con un urlo.
- Che cazzo fai! - Ivan saltò subito in piedi affiancato quasi immediatamente da Enrico.
Elia guardò quel ragazzo tanto idiota da rivolgersi a lui come un alligatore affamato guarderebbe una grassa oca, similitudine appropriata visto che l'alligatore ha un cervello microscopico e primitivo come quello di Elia in quel momento e che il suo pasto stava volando via, infatti prima che potesse muoversi uno sventurato gli mise una mano sulla spalla.
- Calma cerchiamo di ragionareeeeeeee - Elia prese il braccio di Ryan, se lo scrollò di dosso e come se fosse stato un bambolotto lo gettò a terra facendogli sbattere violentemente il braccio contro la cattedra. Christine si mise a urlare da donnetta isterica qual era e Elia gli intimò un secco
- Sta zitta oca! - per poi rivolgersi al suo bersaglio originale che lo stava guardando con occhi diversi... occhi da esper.

"Quel bastardo...ma non poteva prendere qualcos'altro? Sono incazzato nero, adesso gli do una bella lezione… con Enrico a spalleggiarmi lo conciamo per le feste... ma... ma cosa cazzo mi sta avvolgendo?"
Affinché uno stregone, un sacerdote o un adepto possano influenzare il mondo materiale è necessario che una parte della loro anima attraversi il velo che separa il mondo materiale da quello spirituale, quando tale fenomeno avviene l'anima avvolgerà il corpo dell'iniziato creando quella che viene definita un’aura, tale aura è visibile solo dai dotati o da coloro addestrati a farlo.
"Ma questo è un paragrafo di uno dei miei libri di magia, perché mi è venuto in mente? Non sarà che per caso. Merda ha scagliato Ryan contro la cattedra, devo fermarlo ma come?"
Quando si viene sfidati in una lotta magica bisogna come prima cosa preparare le proprie difese, essendo uno scontro spirituale sarà il vostro spirito che si dovrà difendere, concentratevi quindi ed imponete alla vostra anima di assumere la forma del vostro corpo per avere la massima iterazione possibile tra il mondo materiale e il mondo spirituale. Fatto ciò la vostra anima dovrà alzare le braccia come se tenesse una sfera davanti al proprio cuore, concentrate tutti i vostri pensieri i vostri sentimenti e i vostri timori nel centro della sfera finché essa non brillerà di energia e infine invocate il grande dio Auramazda affinché vi conceda la grazia di penetrare il velo che separa i mondi, se ciò accadrà allora dal punto di luce si irradierà l'energia raccolta e intorno a voi si formerà un cerchio di fuoco, l'altezza delle fiamme è indice della potenza dell'adepto. Affinché la barriera creata non cada l'adepto deve sostenerla continuamente con i suoi sentimenti qualunque essi siano dai più nobili ai più selvaggi senza esserne mai toccato, la sua consapevolezza deve essere come una barca che navighi sicura nel fiume dei suoi sentimenti e delle sue paure altrimenti non si riuscirà a mantenere la concentrazione necessaria per mantenere la barriera. La virtù necessaria per operare una magia si basa su queste due necessità contrapposte poiché se il controllo è insufficiente si rischia di essere travolti dalla propria magia mentre se i sentimenti vengono repressi non si ha altro che uno sterile esercizio di meditazione, il vero adepto è colui che incalzato da queste forze cammina con passo sicuro sulla filo della spada senza mai cadere.
"Ma che mi sta succedendo? Al limbo, facciamolo!"
- Auramazda -
All'improvviso Ivan si ritrovò ad avere due visioni in contrasto fra loro eppure stranamente complementari, davano agli oggetti e alle persone una profondità mai vista prima, come se fossero più reali. La prima visione era quella che tutti gli uomini possiedono mentre nella seconda un muro di fiamme alto fino al soffitto e oltre lo circondava, e tutto quello che vedeva attraverso esso gli appariva stranamente solido. Contemporaneamente a livello emotivo le sue emozioni raggiunsero altezze toccate solo in momenti estremi, ma nonostante questo era contemporaneamente preda di un distacco quasi assoluto come se si stesse trovando nel vuoto.
"Ora lo devo fermare"
Per sigillare i poteri di una persona vi sono diversi metodi, il più semplice è quello di evocare i tre Rintocchi, essi sono servitori dell'abbietto Ariman perciò la vostra fede nello splendente Auramazda deve essere forte, questi esseri per sopravvivere assorbono in se la forza magica che permette all'anima dell'avversario di attraversare il velo.
Questo incantesimo è relativamente semplice ma anche relativamente debole in quanto se il potere dell'avversario è molto più potente del vostro o se non disponete della forza di volontà sufficiente i Rintocchi non provocheranno effetti apprezzabili. Per evocare i Rintocchi si dovrà creare col la propria aura un cerchio intorno all'avversario in cui devono essere incisi i simboli descritti nella seguente figura, da ogni simbolo partirà una catena realizzata con la propria forza di volontà che deve essere disposta secondo la configurazione descritto nella figura, come atto finale bisogna evocare i tre Rintocchi pronunciandone i nomi. La potenza di questo incantesimo dipende totalmente dalle capacità dell'incantatore e dalla sua disperazione, si ricorda inoltre che questo è un incantesimo temporaneo e che una volta cessato di incanalare energia nel sigillo ogni effetto cesserà.

Elia dopo aver zittito nuovamente Christine si voltò per affrontare Ivan e lo vide circondato da un'aura infuocata, con gli occhi pieni di risentimento e sdegno ma anche di un controllo ferreo. Prima di poter fare qualcosa lo vide pronunciare qualcosa. Poi non sentì più niente, era immobile, lì e altrove. Qualche pensiero si formò, ma troppo debole per venire completato. Un intero essere bloccato.

- Aiet, Ashura, Sebrezu -
"Al mio richiamo i tre Rintocchi assorbono la sua energia attraverso le nere catene che ho creato con la mia volontà, lo vedo agitarsi inutilmente sia nel mondo reale che in quello spirituale, non riuscirà a liberarsi, la sua è una forza selvaggia ma è come un cinghiale intrappolato nei rovi del mio potere, un potere che è già superiore al suo e che sta crescendo ancora."
- Lasciami -
"Eccoti privato della possibilità di fare di me uno dei tuoi giocattoli"
- Vattene ora -
"Non strepiti più, eh? Credevi di essere tanto forte, ma il tuo non è che comportamento patetico. Ti sei arreso, coniglietto? Bene, tutto ciò è durato abbastanza"
Con una mossa rapida ma potente Ivan mollò ad Elia un manrovescio tanto forte da farlo indietreggiare. Elia si passò la mano in modo vacuo sulla guancia, carezzando un livido rossastro.
- Me ne vado -
Elia arretrò, senza guardare nessuno, né Lelio, Ivan, il professore o il resto della classe che li osservavano col fiato sospeso; e se ne andò.

Sconfitto l'avversario Ivan lasciò defluire il suo potere mantenendo solo quello necessario per sostenere il sigillo, e nel mentre andrò a soccorrere Ryan.
- Come sta? Niente di rotto? -
- Ouch sono stato decisamente meglio, ma devo dire che sono stato anche decisamente peggio, tutto sommato credo di essermi solo un po’ ammaccato -
- Venga l'aiuto ad andare in infermeria -
- Ma la classe? -
- Andry pensa tu a tenere in riga la classe -
L'interessato dalla sua posizione in ultima fila chiese scocciato
- Perché dovrei farlo? -
Ivan si voltò verso di lui e con occhi di fuoco
- Fallo e basta - queste parole furono pronunciate con una voce carica di comando, la voce di qualcuno che si aspettava obbedienza e che sapeva di poterla ottenere.
- Sissignore - si ritrovò a rispondere improvvisamente Andry, al che ecco un delizioso commento di Shadir
- Accidenti, Ivan è proprio una forza della natura quando si arrabbia, è riuscito persino a trasformare quello scorbutico di Andry in un gattino – seguirono una risata della classe più uno scappellotto punitivo.

Intanto Ivan e Ryan avevano raggiunto la porta dell'infermeria
- Lasciami pure qui, è meglio se vado da solo per limitare la figuraccia -
- Va bene ma stia attento dicono che l'infermiera sia un'assatanata -
Fatti pochi passi per ritornare in classe Ivan si ritrovò davanti Lelio
- Dobbiamo parlare -
- Non sono interessato - e superò Lelio, che non si perse d'animo ed ecco una piccola faccina nell'aria completa di scritta 'ma anche no' al che, stupendo, Ivan si mise a ridere
- E tu credi di fermarmi con questa miseria? -
Alla faccina si sostituì una piccola fiammella guizzante e multicolore.
- Ehi, Io sono un discepolo di Zoroastro, primo profeta del sommo dio Auramasda che, per tua informazione, ha come simbolo il fuoco -
Protendendo la mano Ivan chiamò a se le fiamme raccogliendole in una sfera
- E ora guarda che cos'è un perfetto muro di fiamme -
E scagliò la sfera verso Lelio, la palla colpì il pavimento di fronte a lui facendo divampare fiamme alte e intense per diversi metri intorno a Lelio, ormai imprigionato su un isolotto di corridoio. L'esper, impassibile come sempre, continuava a fissare Ivan negli occhi, e qualche gocciolina di sudore era l'unico segno che si fosse accorto delle fiamme.
- Allora non volevi parlarmi? Ora hai la mia attenzione, e io ho diciamo qualcosa di più della tua semplice attenzione -
- Notevole, veramente notevole, anche come minacce, ma visto che siamo qui per parlare non sprechiamo altro tempo. Presumo tu sappia che in questa scuola si tengano lezioni per studenti particolarmente dotati, che non saprebbero altrimenti dove affinare i loro talenti -
- Molto X-men -
- Battuta squallida, comunque qui cerchiamo di controllare e potenziare le nostre capacità extrasensoriali -
- Che riusciate a potenziarvi posso crederlo, ma sul controllarvi...beh permettimi di dissentire -
- Se ti riferisci al ragazzino che hai incontrato prima, lui è un caso più particolare degli altri -
- E' una mina vagante, se non l'avessi sigillato hai idea di quello che poteva fare a Ryan, ai nostri compagni, e ultimo ma non per importanza a me? -
- Stiamo prendendo provvedimenti, ma si è rivelato più tenace del previsto.-
- Non me importa un fico secco, è troppo pericoloso dovete tenerlo a freno, rinchiuderlo se necessario, e ascoltami bene se combina un altro casino del genere non me ne starò a guardare, quello che ho usato oggi è solo un sigillo temporaneo, ma io gli posso imporre con facilità un sigillo permanente, ne ho sia le capacità che le conoscenze -
- Una proposta molto interessante. Hai molta fiducia nelle tue potenzialità. Ti andrebbe di allenarti in una delle.. zone riservate della scuola? -
Ivan lo guardò soppesandolo un attimo
- No -
- Pensaci. -
- Ho detto no -
- Perché no? -
- Finalmente qualcosa di intelligente esce dalla tua bocca, per rispondere alla domanda ti racconterò un mio precetto. Lo scopo principale dell'erudito è ampliare sempre di più la sua conoscenza sia del mondo visibile che di quello invisibile. La differenza tra un vero erudito e uno sciocco sapiente sta nel fatto che l'erudito vede non solo le strade che si aprono davanti a sé per ogni nuova conoscenza che acquisisce, ma sa anche quali strade si chiudono dietro di sé per ogni scelta che compie, ed egli sa che se anche scoprisse il più grande segreto dell'universo questo avrebbe un gusto amaro se non avesse nessuno con cui dividerlo. In parole povere: chi si accontenta gode; e sebbene la mia non sia una vita perfetta è comunque molto buona e francamente non ho bisogno di nuovi problemi da parte di estranei se li posso evitare -
- E quindi sei sicuro della tua scelta.. -
- Si, ma per rassicurarti permettimi di mostrarti la differenza tra me e te per quanto riguarda il soprannaturale: per me la regola è seguire le regole e non usarlo se non in casi di emergenza, quella di oggi è stata un eccezione, per te la regola è infrangere la regole e usarli quando vuoi -
- Una filosofia un po’ semplicistica, ma capisco. Se mai volessi cambiare idea, la nostra porta è sempre aperta -
Ivan, ritenuto finito il discorso, gli fece un cenno col capo e si incamminò verso la classe.
- Ehi dimentichi niente? - e indicò le fiamme
- Sono solo un’illusione, attraversale e scompariranno -
Ma Lelio non c'era più.