QUANDO L'ACQUA LAMBISCE LA TERRA
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Gli odori della primavera si diffondevano nell'aria in quell'angolo incontaminato della prefettura di Odawara, dove Ryo, samurai di Rekka, era stato per l'ennesima volta ospitato dall'amica Nasty, perché trascorresse, nella sua bella casa nel verde, un po' di tempo insieme agli amici samurai.
La ragazza era partita per la Francia, dove la attendevano alcune questioni burocratiche riguardanti la sua famiglia; da quando era rimasta sola, nonostante la giovane età, doveva occuparsi di tutto.
Aveva proposto ai ragazzi di ritrovarsi a casa sua, per festeggiare l'anniversario del loro primo incontro e lei si sarebbe unita a loro entro pochi giorni. Così Ryo era giunto per primo, insieme all'inseparabile Byakuen, tigre bianca un po' magica, che da anni aveva uffcialmente adottato il samurai di Rekka come proprio cucciolo.
Il ragazzo era cresciuto in montagna, a Yamanashi, così gli sembrava un po' di essere a casa propria, aveva sempre amato trascorrere le giornate immerso nel silenzio e nella solitudine del verde selvaggio, lui insieme all'amato Byakuen, perché di rado il padre, unico membro della famiglia rimastogli al mondo, si stabiliva lì per più di qualche tempo, troppo preso dalle sue esplorazioni alla ricerca di animali rari.
Il giovane guerriero, che troppo presto aveva imparato a mettere a repentaglio la propria vita per preservare il mondo dagli attacchi dell'oscurità, non si sentiva tuttavia triste, non ricordava di aver mai avuto un'esistenza differente, quindi non era neanche in grado di prenderla in considerazione. Si alzò dal letto, stirando le proprie membra con l'eleganza di un felino, immediatamente imitato dal felino autentico che dormiva ai suoi piedi; ragazzo e tigre si scambiarono un'occhiata di intesa colma d'affetto poi, come se quello sguardo fosse il segnale da entrambi atteso, Byakuen fece un balzo e gli posò le zampe sulle spalle, dandogli il buongiorno con una serie di umide lappate sul volto.
Ryo lo abbracciò, affondando le dita nel candido pelo chiazzato di nero e gli baciò il muso:
Non potrei mai sentirmi solo... non è vero, Byakuen?”
Gli rispose un'ulteriore leccata e la tigre bianca avrebbe continuato ad oltranza se il giovane, tra una risata e l'altra, non l'avesse spinta via dolcemente:
Non possiamo restare abbracciati tutto il giorno, lo sai, anche gli altri ormai staranno per arrivare.”
Era quello il motivo che lo rendeva tanto euforico dal momento in cui aveva aperto gli occhi: era estremamente grato a Nasty per aver dato a lui e a coloro che erano diventati parte essenziale della sua vita e della sua anima, gli altri quattro frammenti del suo cuore, quell'occasione per rivedersi tutti insieme, con la sola motivazione di rilassarsi e divertirsi, senza guerre e ulteriori traumi cui andare incontro. Sembrava impossibile... due anni soltanto si erano rivelati per lui più fondamentali e significativi dei suoi precedenti quattordici, se si escludevano i momenti in cui aveva incontrato Byakuen e Kaosu. D'altronde si trattava di eventi concatenati, sapientemente intrecciati da un destino che si era rivelato lungimirante.
Riportò nuovamente i propri occhi, di un blu intenso, sulla tigre e la accarezzò tra le orecchie:
Dopotutto, forse davvero siamo nati tutti per incontrarci, non pensi anche tu?”
Il felino inclinò il muso ed emise un verso gutturale che significava sia gradimento che assenso.
Ryo ridacchiò, si stirò ancora e raccolse i propri abiti per poi dirigersi verso il bagno.
Tra poco saranno qui, non vedo l'ora.”
Byakuen approvò con un nuovo ringhio sottile e inforcò la direzione opposta a quella intrapresa da Ryo, che gli lanciò un'occhiata monella:
D'accordo, vai loro incontro, mentre mi faccio una doccia, ma non coccolarli troppo che divento geloso... di tutti e cinque.”
Il felino assunse un'espressione così umana che a Ryo parve di vederlo sorridere e, ovviamente, la cosa non lo stupì affatto; gli strizzò un occhio mentre, con un ultimo cenno di saluto, chiudeva la porta del bagno alle proprie spalle.
Nasty abita in un posto davvero meraviglioso, dà l'idea che la mano dell'uomo, qui, non abbia ancora intaccato nulla. Adesso che non dobbiamo preoccuparci di niente, se non di goderci la bellezza del luogo, posso davvero gustarla pienamente!”
Il giovane samurai detentore dei poteri dell'acqua, Shin Mori di Suiko, camminava con le mani intrecciate dietro la schiena, il naso sollevato alle foglie degli alberi, le narici che assaporavano le fragranze della natura al suo risveglio, gli occhi sognanti immersi tra i colori e il rincorrersi di uccelli tra i rami.
I tre compagni lo seguivano, non meno estasiati, ma il viso dai lineamenti infantili di Shu Lei Fan di Kongo venne deformato da una smorfia, mentre sollevava le braccia e allacciava le dita dietro la nuca:
Ryo è qui da ieri, tanto non aveva nessuno da lasciare a casa. Mi dispiace che suo padre lo trascuri sempre, non è carino, è il suo unico parente, dovrebbe sentire il desiderio di restare di più accanto a suo figlio.”
Non si possono imporre i desideri Shu, la natura non ci ha dotato di tale facoltà” intervenne Touma Hashiba di Tenku, ostentando una saccenza velata di paternalismo, “e poi non è la fine del mondo, si sopravvive anche senza i familiari perennemente tra i piedi.”
Lo so che anche i tuoi ti lasciano sempre solo, Touma, ma mi fai meno pena di Ryo, non lo meriti!”
Shu concluse la cinica osservazione accentuando il broncio delle proprie labbra e il corrugarsi delle sopracciglia.
Non ho nessuna intenzione di farti pena, ci mancherebbe altro!”
Il ragazzo che ancora non aveva parlato si accostò a Touma e lo prese a braccetto, come a voler prevenire l'esplosione di una probabile tempesta:
Vi siete appena rivisti e già bisticciate? Vi ricordo che dovremmo passare insieme qualche giorno e preferirei fossero evitati spargimenti di sangue.”
Seiji ha ragione, non mi sembra il caso che vi becchiate per simili scemenze” si intromise Shin.
Santarellino” borbottò Shu a voce bassissima, ma non tanto da far sì che Suiko non lo udisse; il samurai dell'acqua sporse un labbro, il suo volto dolce si adombrò e, certo, la sua mente fu sul punto di elaborare una risposta affilata al punto giusto, ma miracolosamente si trattenne e si limitò ad avvicinarsi all'amico per afferrargli un polso e trascinarlo più avanti, un poco distante dai compagni.
Perché devi fare l'antipatico a tutti i costi?”
Io sarei l'antipatico? Touma ha sempre qualcosa da ridire, cosa ci posso fare se mi esaspera?!”
Non è comunque stato giusto, da parte tua, dirgli quelle cose! Touma ci soffre per la sua situazione familiare, anche se non lo dà a vedere!”
Forse hai ragione” brontolò il samurai della terra, quasi più tra sé che rivolto all'amico, gli occhi velati da un improvviso senso di colpa.
Shin fu colto dalla tenerezza, era difficile incontrare persone più leali e degne di fiducia di colui che era diventato non solo il suo migliore amico, ma l'altra perfetta metà del suo cuore. L'impulsività dettata dalla passione che infondeva in ogni sentimento, portava spesso Shu ad agire e a parlare precipitosamente, ma l'affetto estremo e senza confini che nutriva nei confronti di tutti i suoi compagni non era da mettere in discussione nella maniera più assoluta.
Dovremmo cercare tutti di moderarci a volte” proseguì Shin, “siamo un insieme di teste che apparentemente non hanno nulla in comune, ma ci vogliamo bene, è questo che conta.”
Guardate che vi sento” arrivò chiaro alle loro orecchie il grido di Touma, “so riconoscere il mio nome anche bisbigliato!”
Il samurai dell'acqua sbuffò e il suo sorriso si spense mentre, senza voltarsi, ribatté con voce chiara:
E allora, invece di concentrarti sul tuo egocentrismo, avresti potuto porre più attenzione a tutto il contorno del discorso che stavamo facendo!”
Shin” bisbigliò Kongo, “ci stai cascando anche tu.”
Suiko si morse le labbra:
Hai ragione, è esasperante!”
L'osservazione si spense in un'esclamazione di dolorosa sorpresa nel momento in cui qualcosa di solido gli colpì la nuca; Suiko si immobilizzò, poi, in un'unica mossa fulminea, girò su se stesso, raccolse da terra il rametto, evidente arma del delitto e lo scagliò a propria volta e con tutta la propria forza contro il colpevole dell'affronto:
BAKA!”
Il samurai dell'aria fu lesto a scansarsi ed il proiettile improvvisato sfiorò di striscio la spalla di Seiji, il quale si spostò a sua volta, con flemmatica ed apparentemente disinteressata calma, ma le sue labbra si mossero a sussurrare qualcosa che a nessuno fu dato udire: il suo sguardo lasciava tuttavia immaginare quale potesse essere il senso della parola. Touma rivolse a Shin una divertita occhiata di sfida, mentre Shu balzò davanti al compagno fremente, gli strinse i polsi tra le dita ed avvicinò le labbra alle sue, con un invito colmo di tenerezza:
Buono, pesciolino.”
Suggellò la preghiera con un delicato sfiorarsi labbra contro labbra, che ottenne il desiderato effetto rilassante.
Nel frattempo, Seiji di Korin aveva preso in consegna Touma, riafferrandogli il braccio e conducendolo un poco più distante dai due amici; era possibile vederli parlottare tra loro, mentre Tenku di sicuro subiva i rimbrotti del suo serioso amante.
Shin sbuffò:
Sono un idiota, mi sono lasciato trasportare.”
Siamo tutti dei grandi testoni” tentò di minimizzare Shu, con un sorriso, al fine di confortarlo, “anche il giorno del nostro primo incontro, come prima cosa, ci siamo presi in giro a vicenda.”
E alcune volte ho l'impressione che non abbiamo imparato nulla.”
Shu si strinse nelle spalle:
Non è vero, non saremmo riusciti a liberare il mondo dalle tenebre e ad unire in maniera così profonda anime e cuori, l'hai detto tu stesso, ci vogliamo troppo bene.”
Il samurai dell'acqua annuì, quindi sollevò una mano e si portò l'altra vicino alla bocca, per richiamare i due compagni distanti:
Siete pronti ragazzi? Dai, che sono impaziente di raggiungere Ryo e Byakuen!”
Il suo tono gioviale e allegro spinse entrambi a rivolgergli un sorriso; Touma spiccò una corsetta leggera e lo raggiunse, gli circondò le spalle in un caloroso abbraccio e gli arruffò i capelli in una vivace carezza che suscitò la risata estasiata di Shin.
Non coccolarlo troppo” si intromise Shu con una smorfia di disappunto.
Seiji si affiancò a Kongo e lo prese sottobraccio:
Ci vendichiamo facendoli ingelosire anche noi?”
Non me lo sarei mai aspettato da te, Seiji Date!” brontolò Touma, imbronciato.
Il samurai della terra ridacchiò e allacciò il proprio braccio a quello di Tenku, mentre Shin rimaneva accoccolato all'altro fianco di Touma, cosicché i quattro si ritrovarono uniti gli uni agli altri e proseguirono il loro cammino senza più interrompere il contatto, continuando a scambiarsi lazzi e battute ma in perfetta armonia. Si bloccarono nel momento stesso in cui videro un'enorme chiazza bianca accesa nel verde, che si precipitava verso di loro in una serie di balzi sinuosi.
Non ebbero quasi il tempo di identificarla che, con un ultimo scatto, quella che si rivelò essere una gigantesca tigre dal candido pelo striato di nero, si lanciò tra Shin e Touma, destabilizzandoli e facendoli cadere pesantemente a terra.
Nello stesso istante si levò l'esclamazione felice di Kongo:
Byakuen, ci sei venuto incontro, micione!”
Le due vittime dell'assalto si contorcevano nell'erba, tra imprecazioni e risate, mentre il felino mostrava il suo apprezzamento nei loro confronti distribuendo ad entrambi leccate e zampate che avevano l'intento di somigliare a carezze.
Shu e Seiji si unirono alla maschia gratificando la tigre di grattini ed abbracci.
Ci siamo anche noi, signorino” protestò Kongo. Byakuen, in risposta, gli posò le zampe anteriori sulle spalle e lo spinse con la schiena al suolo, si sdraiò su di lui con tutto il proprio peso e gli inondò il volto di fradici baci.
Perché devi esagerare sempre?” si lagnò il ragazzo, senza tuttavia potersi trattenere dal ridere, mostrando in realtà di gradire la tortura che l'espansivo animale gli stava infliggendo.
Shin diede una pacca affettuosa sulla schiena della tigre, poi si mise a correre davanti a tutti:
Dai, Byakuen, vediamo chi arriva per primo!”
Il felino non si fece pregare e raccolse la sfida; com'era prevedibile, nonostante il vantaggio, in pochi istanti raggiunse e superò Suiko con un ruggito trionfante, mettendo tra loro una considerevole distanza.
Ehy, aspettami, così non vale!”
La cristallina voce di Shin avvolse i compagni come un delizioso abbraccio e loro si unirono ad essa con una comune risata.
Temo che per il nostro pesciolino sia una battaglia persa in partenza” commentò Touma.
Senza smettere di ridere, Shu si rimise in piedi e corse dietro al compagno umano e a quello felino, subito imitato da Seiji e Touma, che sgomitavano tra loro nella corsa come due bambini intenti a rubarsi la posizione a vicenda.
Ryo si stirò per l'ennesima volta quando uscì dalla doccia e si avvolse intorno al corpo, snello ma forte, l'asciugamano rosso che aveva appeso poco distante; lasciò invece che i capelli corvini gocciolassero, senza toccarli, del tutto disinteressato alle chiazze che si allargavano sul pavimento. Scrollò il capo disperdendo gocce lucenti intorno a sé e gettò poi indietro il lungo ciuffo che gli impediva la vista.
I suoi occhi intensi ardevano di gioia ed impazienza: tra poco avrebbe riabbracciato le persone che in poco tempo aveva imparato a considerare come fratelli... non solo fratelli d'arme, ma altrettante anime gemelle nel cuore e nello spirito.
Non li vedeva da troppo ormai, dopo la triste avventura di New York e l'incidente di Seiji, erano bene o male riusciti a rimettere insieme i cocci delle loro esistenze, ciascuno di loro era tornato a casa e i rispettivi impegni di famiglia li avevano inglobati; ma si impegnavano per mantenere costanti i contatti, i loro cammini si erano intrecciati e non si sarebbero mai più separati. Anche lontani, la loro unione era intatta, il loro affetto sempre più consolidato.
Erano passati due anni esatti dal loro primo incontro quando, a Tokyo, nel quartiere di Shinjuku, si erano trovati per apparente casualità ma, più probabilmente, per assecondare un disegno del fato, ad affrontare tutti insieme il primo sicario mandato da Arago. Era un anniversario che non andava trascurato e, tutti e cinque, si erano dati da fare per liberarsi da qualunque impegno avesse potuto trattenerli, quando Nasty aveva espresso il desiderio di affidare loro la sua casa, in attesa del suo ritorno dalla Francia.
Deve avere una grande fiducia in noi se ha il coraggio di lasciare tutto nelle mani di cinque maschiacci” ridacchiò Ryo tra sé, gettando da parte l'asciugamano e raccogliendo gli indumenti da indossare.
Infilò i jeans consunti e scoloriti, poi strinse in pugno le ciocche fradice che si allungavano sulla sua schiena, le portò davanti a sé e le strizzò perché smettessero di sgocciolare, le ricacciò dietro le spalle e finì di vestirsi con canottiera e maglione rosso acceso. Si diresse verso la porta di casa e la aprì, respirando profondamente per inalare il più possibile l'aria fragrante di quella primavera che prometteva di essere splendida; l'erba fresca gli solleticava piacevolmente i piedi nudi e Ryo allargò le braccia, in un gesto con il quale voleva avvolgere l'intero, meraviglioso universo.
Chiuse per qualche istante gli occhi, poi li riaprì, mentre riabbassava le braccia e allora vide giungere l'inconfondibile figura di Byakuen, seguita poco distante dall'aggraziata fisionomia di un ragazzo dai capelli rossicci che ondeggiavano al vento. La prima cosa che Ryo notò furono proprio quei capelli, al loro ultimo incontro Shin li aveva più corti, forse se li era fatti ricrescere un poco proprio in onore dell'occasione, proprio perchè i compagni lo vedessero simile a quando si erano incontrati per la prima volta. Rekka li accolse con una squillante risata, seguita da un'incitazione:
Forza Byakuen, fagli vedere chi sei!”
La tigre si arrestò non appena gli fu vicino, imitata dopo qualche attimo dal giovane, che si chinò in avanti, le mani sulle ginocchia, lottando per riprendere fiato.
Shin!” esclamò Ryo senza smettere di ridere e si diresse verso l'amico, gettandogli le braccia al collo, “che bello vederti!”
Lasciami respirare” protestò Suiko e, siccome il suo viso affondò nel petto di Ryo, la voce uscì attutita e poco chiara. Tuttavia l'abbraccio venne ricambiato con tutto il calore di cui il discendente dei Mori era capace.
Ryo!”
Due richiami si levarono all'unisono e dal bosco sbucarono Shu e Touma, di corsa, le mani sollevate in un euforico saluto; poco dopo spuntò anche Seiji, più composto, ma la felicità di trovarsi tutti riuniti era palese dal sorriso che gli illuminava il volto.
Senza interrompere il contatto con Suiko, continuando a tenergli un braccio intorno al collo, Ryo accolse l'assalto di Shu, che si mise a saltellare intorno a lui come un bambino, mentre Touma arruffava i capelli di Rekka, con il risultato che l'acqua da cui erano ancora impregnati si sparse andando a spruzzare tutti quanti.
Avresti anche potuto asciugarteli i capelli” sentenziò Seiji, le braccia incrociate sul petto, il sorriso tuttavia sempre presente.
Non cominciare con le prediche tu” sbottò Ryo rivolgendogli una linguaccia, quindi afferrò le mani di Shin e Shu e se li trascinò dietro, facendo cenno anche agli altri di seguirlo.
Dai, venite, così facciamo colazione tutti assieme! Non vedo l'ora di godermi quel che ci cucinerà Shin-kun!”
Ah, imbroglione, hai aspettato apposta per lasciar sgobbare me, vero?”
La protesta scherzosamente indignata di Suiko si confuse con il coro di risate e con il ruggito della tigre che chiudeva la fila, mentre il gruppetto scompariva dentro la casa, resa ancor più luminosa dalla gioia di sei amici felici di ritrovarsi assieme.