*Eccoci qua. Un nuovo capitolo tutto per noi, qua la famosa 'giornata' da Lewis finisce, vediamo come superano la notte, se la superano, e quali conseguenze ha questa esperienza. Seb convinto di dover sperimentare i propri istinti con lui perchè è lui che glieli ha fatti uscire per primo, ha testardamente deciso di provarci senza ritegno, ma Lewis sebbene sia attratto, non intende cedere. Quanto andrà avanti? Buona lettura. Baci Akane*

18. RESPONSABILITÀ SESSUALI




/Seb/
“Quando lo seguo in camera, mi tolgo la maglia contemporaneamente.
Lewis si accorge che lo seguo e si gira verso di me ficcandomi la mano sulla faccia.
- Che fai? - Alzo le spalle e sorrido.
- Vengo a letto con te? - Ed ovviamente potevo dirla diversamente, ma volevo dirla proprio così. Lui sospira e chiude gli occhi.
- Piantala. - Alzo le spalle.
- Ma che hai capito, intendo dormire! -
Annuisce e mi spinge.
- Certo come no! - Poi va a prendere lenzuola e coperte dall’armadio mentre io mi tolgo anche i pantaloni per dormire in boxer.
- Dormirai in una delle venti camere degli ospiti che ha questa enorme casa. - Dice deciso uscendo fuori dove non lo seguirò, mi infilo sotto le sue coperte nel suo letto.
Fino a domani mattina ci provo. Se resiste tutto il tempo allora gliene do atto e non ci proverò più, non in questo modo.
Quando spunta per chiamarmi e mi vede nel suo letto a guardare ancora l’album di fotografie suo, gli cadono le braccia.
- Tu fai mai quello che ti dicono? - Scuoto la testa disinteressato alla cosa ed alla fine alza gli occhi al cielo e da bravo si rassegna.
- Però non devi allungare le mani! - Perché ormai parla chiaramente e la cosa mi piace parecchio. Io ridacchio ed annuisco, ma lui si avvicina al suo lato e prima di salire mi punta il dito.
- Capito? - Così lo guardo coi miei occhi azzurri che so gli piacciono tanto e faccio il finto innocente. Fintissimo. - Guarda che vai via con un occhio nero domani! - La minaccia è seria visto che può picchiarmi sul serio, ma il tutto si perde quando inizia a spogliarsi per mettersi il pigiama.
Smetto così di guardare le sue foto e guardo lui dal vivo, molto meglio.
La sua pelle scura torna a mostrarsi completamente a me quando rimane in boxer e canottiera intima.
Inghiotto.
Ok, mi piace la sua pelle.
Non ha un corpo esplosivo ma è comunque bello, si vede che si allena regolarmente e che tira di boxe, spalle e braccia sono ben sviluppate, vita stretta. Si gira infilandosi il pigiama.
- Che peccato! - Esclamo spontaneo. Lui getta la testa all’indietro.
- SEB! - Mi rimprovera.
- Ehi, il patto è che non allungo le mani ma non hai detto nulla riguardo la mia lingua! - E ovviamente entrambi pensiamo a tutti i senesi in cui una lingua può essere usata.
Tutti tutti.
Ridacchio e lo precedo mentre si mette anche la maglia.
- No non puoi rettificare. Ormai la lingua la userò come mi pare! -
- Ed io te la mordo se va dove non mi va! -
- Ma dove la metterei io ti andrebbe eccome, ne sono sicuro! - Sono molto sicuro di me perché so che lo eccito, me l’ha detto e me l’ha mostrato. È solo che per ora la sua coscienza è più forte. Per ora.
- Eri davvero carino da piccolo! - Commento indicandolo in una foto con i suoi genitori ancora insieme, Lewis ora è a letto accanto a me, la luce del comodino ci illumina di un colore arancio tenue.
- Adesso sono brutto? - Risponde lui fintamente offeso, io rido e sollevo lo sguardo verso di lui.
- Ora sei sexy, da piccolo eri carino! - SBAM! Lui si morde la bocca e vuole morire, te la sei cercata caro Lewis. Chiudo l’album ridendo e lo metto via, poi mi metto giù e mi volto sul fianco verso di lui, il braccio piegato sotto la testa. Lui mi fissa come se avesse il terrore di quando spegnerà la luce, tentenna anche a mettersi giù.
- Non avere paura, prometto di non mangiarti. - Sono promesse inutili perché se uno è abile se le rigira a piacimento. No che non lo mangio e nemmeno lo tocco, ma posso baciarlo e fargli mille altre cose con altre parti del mio corpo.
E lui ora lo sa, per questo ha paura di spegnere la luce.
- Non ne sono tanto sicuro. -
- Spengo io la luce? - visto che dovrei spalmarmi su di lui, lo evita e spegne da solo in fretta, poi si stende e mi dà la schiena con un veloce ed imbarazzato ‘buonanotte’.
Sicuramente non sa come è finito in questa situazione del cavolo, ma non importa. Io mi appiccico a lui da dietro.
Ho solo questa notte per i miei desideri. Mi dispiace, ma ognuno vede di sé.
- Seb... - Inizia implorante.
- Mmm? -
- Hai detto... - Ci prova lui...
- Non ti sto toccando con un dito! - Sospira.
- Sì, ma ci sono altre parti che mi toccano... -
Per esempio le gambe, il bacino, il torace e le labbra.
Le labbra sul suo collo dove respiro.
Sono un guanto che aderisce a lui, ma non lo tocco con nessuna mano.
- Non hai detto niente a proposito di quelle. -
Il fatto che non indosso il pigiama non gioca a suo favore ovviamente.
Lewis non resiste per molto, mi sgomita e si gira pensando che stando rivolto verso il soffitto, supino, sia meglio.
Ma così lo uso come un palo, aderisco lo stesso a lui avendo cura di non toccarlo con le mani e così anche qua in breve si ritrova a spingermi.
- Oh andiamo, perché fai così? - Si gira ora sul fianco verso di me, in una posizione a specchio rispetto alla mia, e mi guarda.
Ormai gli occhi si sono abituati al buio e ci guardiamo bene.
È imbarazzato e sicuramente eccitato, non mi serve toccarlo fra le gambe per saperlo.
Ora così non lo tocco e non lo sfioro, ma lo guardo con cura e malizia e desiderio.
- Perché devi assumerti le tue responsabilità. - Dico poi deciso, sussurrandolo.
- Quali? - Non se ne rende conto proprio per niente, così risponde:
- Prima di te non avevo mai avuto dubbi sulla mia sessualità. Sei tu che mi hai fatto venire su pensieri omosessuali. - Ed ora è finalmente tutto chiaro.
- E quindi vuoi vedere se sono io o se è una cosa generica? - Alzo la spalla facendola semplice.
- Sì... e poi voglio vedere perché sei tanto speciale... perché mi hai rivoluzionato fino a questo punto... - Silenzio. - Dovrei aspettare anni per trovare delle risposte che devo trovare subito? - Certo, io sono così. Se capisco una cosa non ci giro intorno, non faccio finta non esista. Lui è attratto da me ma l’essere impegnato con Nico lo ferma, ma questo non significa che non mi desideri.
- Abbiamo visioni diverse, ne abbiamo parlato. - è vero, lui pensa che è normale sentirsi attratti da altri anche se si ama un altro, per me non è così. Se lo ami non dovresti provare attrazione per altri.
- Però questo non toglie che io voglio provare questa cosa con te, perché mi fai impazzire ogni volta che ho la possibilità di toccarti... -e con la mano vado sul suo viso, gli sfioro la guancia con un dito che scende sulle sue labbra.
Dio le sue meravigliose labbra morbide e carnose e ben disegnate.
- E forse se mi accontento poi la smetto di pensare ogni volta alla tua pelle, alla tua bocca, ai tuoi occhi, al tuo corpo e alla tua erezione.  - Come sono poetico. Potevo dire ‘cazzo’ e farlo impazzire, ma così non è tanto più facile. Con la stessa mano scivolo sul suo collo e sulla spalla, poi giù sul fianco e ok, avevo detto non l’avrei toccato, ma il mondo non crolla se spezzo una promessa. Non ero serio mentre la facevo.
Le dita sul suo fianco pronunciato a causa della posizione. Mi infilo sotto il bordo della maglia e trovo la sua pelle. La pelle che so è splendida, scura, liscia.
- La gente odia così tanto la mia pelle e tu ne sembri addirittura innamorato. - Se ne è accorto che mi fa impazzire. Non che mi sono prodigato per nasconderlo.
Questo lo turba, lo indebolisce. Perché ha combattuto contro le discriminazioni, la sua pelle l’ha fatto soffrire così tanto.
- La tua pelle è così meravigliosa... - Scivolo con la bocca sul suo collo e l’accarezzo leggero con le labbra aperte. È come se respirassi di nuovo, l’eccitazione sale e avrò presto un orgasmo solo così. Lui non mi allontana.
Lo vuole, lo so che lo vuole. La mano arriva sul suo petto, sul suo capezzolo che tormento, si indurisce.
- Mi fa impazzire... - Continuo spingendolo leggermente indietro sulla schiena. Torna supino, gli salgo sopra con il busto, la mano esplora libera il suo torace, la maglia sollevata, le mani alzate ai lati della testa, la mia bocca ancora sul suo collo poi scende sul suo petto, raggiunge le mie dita e assaggio questa pelle che mi fa impazzire davvero.
E l’eccitazione è sempre più alta.
La mano va giù sull’elastico dei suoi pantaloni e dei suoi boxer.
Un momento, solo un momento ed avrò tutto quello che in questi mesi mi ha fatto uscire di testa.
Un momento e...
- No Seb, ti prego. - E così di nuovo mi respinge, prende il polso per poi spingermi di lato, poi scivola via dal letto.
- Lewis... -
- No.  Stai lì, io dormo di là. Ti prego. Non... - Esita, la voce spezzata. - Non farmi chiudere a chiave... - E so che piangerà tutta la notte per colpa di quel che gli sto facendo.
Così non mi alzo e non lo raggiungo. Rimango qua egoista più che mai.
Volevo risolvere i miei problemi ormonali o qualunque cosa fossero, ma non ho minimamente pensato a cosa avrei fatto a lui, quanto è diverso da me, quanto male gli avrei potuto fare.
E forse non capisco bene quanto ama Nico, perché non dovrebbe avere tutti questi scrupoli.
Per me Nico non vale un unghia di Lewis e non ha senso che gli sia così devoto, ma è ovvio che non so e non posso capire e non capirò mai.
È ovvio.
Steso sul suo letto finisco il lavoro iniziato prima e lo finisco da solo e gli macchio il letto e non me ne importa.
Dopo di questo, come deciso, lo lascerò in pace e gli darò il rapporto che voleva.
Una bella amicizia complice, ma non lo getterò più in nessuna crisi. Lo giuro.”

/Lew/
“Le lacrime bruciano gli occhi e le guance, bagno tutto il cuscino dove cerco di soffocarle, lascio ogni liquido che esce dal mio viso disperato e cerco di annullare tutto.
Lo annullo perché non sono mai stato più eccitato di così, perché lo volevo, perché gli ho permesso di toccarmi e baciarmi il corpo, volevo essere suo, volevo mi prendesse e non so con che forza l’ho di nuovo respinto.
Però fa male, fa un sacco male perché lo volevo e so che ha ragione. Se lo vuoi è come averlo fatto, ma devo credere, devo assolutamente credere che alla fine sono le azioni quelle che contano davvero. Sono quelle e basta.
Un uomo non finisce in prigione per aver pensato di uccidere se alla fine non lo fa.
Non veniamo giudicati per i pensieri ma per le azioni.
Cosa mi frena, cosa mi impedisce di lasciarmi andare?
La consapevolezza che per Seb non sarebbe la stessa cosa, che per Seb è solo uno sfizio, una prova, una novità. Ma poi non mi darebbe quello che mi dà Nico. L’amore.
Seb non ci crede nemmeno nell’amore.
Io amo Nico.
Lo amo.
Però prima volevo tradirlo.
Ma non l’ho fatto.
È questa la sola cosa che conta.
Solo questa.
Non l’ho tradito.

L’indomani mi sveglio con un mal di testa atroce ed una faccia terribile.
Lui è già in piedi, quando lo vedo di spalle nella mia cucina con la mia tuta addosso mi fa venire un colpo. Lo stomaco si stringe in una morsa e sento di voler vomitare, per un momento.
È come se avessi tradito davvero Nico e lui ora incarna la prova che sono meschino.
Poi Seb si gira e mi sorride radioso come nel suo modo splendido di fare, i suoi occhi brillano nell’azzurro che mi erano mancati stanotte.
Mi porge una tazza di caffè latte e mi dà un rauco e sexy ‘buongiorno’ nel suo inglese con l’accento tedesco che amo.
Io prendo la tazza inebetito e torno a cancellare il dolore, i sensi di colpa e Nico. È così facile cambiare vita se lo desidero, se mi lascio andare. È solo che non so... cioè non so se con lui alla lunga varrebbe la pena, tutto lì.
- Ascolta... - Dico poi io iniziando un discorso che non so nemmeno dove voglio portare.
Lui però si siede davanti a me e mi ferma deciso.
- No ascolta tu. Ci ho pensato molto. Mi devi perdonare per quel che ho fatto. Ero deciso a soddisfare unicamente i miei bisogni. Tu mi hai portato a certi istinti e volevo che fossi tu a soddisfarli. Però non è giusto. Tu non vuoi, hai una relazione che non condivido ma non sta a me decidere cosa devi fare e giudicare. Per cui non farò più niente in questo senso. Mai più. Lo giuro. E questa è una di quelle promesse di cui ti puoi fidare. - Inghiotto mentre le lacrime in tasca tornano, ma respiro a fondo, chiudo gli occhi un paio di volta e poi mi faccio forza.
Non volevo una promessa così drastica, ma so che ora posso fidarmi, mi sento di poterlo fare. E riesco a dire questo.
- Finchè le cose non cambiano. - Dico quindi, lui mi guarda meravigliato e sorrido con aria di scuse: - Voglio dire. Ora le cose sono così. Non posso dire che mi sei indifferente, penso te ne sei accorto. Mi attrai molto, ma amo Nico, sono felice con lui e non voglio lasciarlo e tradirlo. Contano le scelte finali, le nostre azioni, non i nostri pensieri. Ora le cose sono così. Se dovessero cambiare in qualche modo non escludo che fra noi possa evolvere, se anche tu lo vorrai. - Lascio aperta una porta come se sapessi già da ora che con Nico comunque non potrò resistere per sempre, che anche se lo amo è difficile e che è vero che c’è qualcosa che non va con lui, ma non sono pronto a lasciarlo andare e ad arrendermi.
Lui annuisce sorridendo dolcemente.
- Vuoi essermi amico? - Chiede piegando la testa di lato in attesa, quasi timoroso che possa stoppare tutto così. Fa gli occhioni da cagnolino. Oddio fa gli occhioni! Maledetto Seb!
- Assolutamente sì. - Lo dico subito deciso e così sorrido sollevato, come fa anche lui.
Si alza in piedi allargando le braccia.
- Posso? - Titubante annuisco spaventato, conscio che ad ogni contatto ed abbraccio sarà sempre così elettrico, ma incapace di rinunciarci.
Perché forse sono masochista o non starei con Nico. Piccole torture continue giornaliere. Tanto Nico quanto Seb, perché voglio Seb ma mi obbligo a non andare oltre e al tempo stesso non chiudo, mi semplificherei la vita ma non lo faccio.
Le sue braccia mi cingono dolcemente, sicure, forti. Mi abbandono, chiudo gli occhi e mi bacia la guancia.
So che mi sto complicando la vita, ma so che non potrei comunque ignorarlo e spero che questa via di mezzo mi aiuti a trovare un equilibrio fra me, Nico e Seb.
Lo spero. Anche se mi sa tanto che sto solo preparando il mio patibolo. Lo so perfettamente. Un lato di me lo sa.
- Ci sarò sempre per qualunque cosa, voglio che vieni da me a sfogarti per quello stronzo, ok? E se vuoi massacrarlo in qualche modo manda me! - La sua sparata mi fa ridere e lo stringo di più anche io nascondendo il viso contro il suo collo, mi faccio piccolo.
- So che ci sarai. - Perché certe cose le senti subito, al primo colpo.
Guardi una persona con cui approfondirai un giorno ma qualcosa te la incide nella mente.
Ho sempre ricordato i suoi occhi, di Seb. Non il nome, non la nazionalità o i risultati, ma i suoi occhi sì.
E forse lo sapevo, così come lo sapevo di Nico sin da piccolo. Lo sai subito.

Sono molto ansioso su come possa essere da qui in poi, ho paura che la volta successiva succeda un disastro, ma non è così.
Rivedo Seb nel paddock del Belgio ed è radioso, mi dà un’allegra pacca sulla schiena e mi regala uno splendido sorriso che mi dà un sacco di sollievo.
Questo gran premio arriva quindi facendo un’ottima gara e vado a complimentarmi con lui.
Ero titubante su come potesse procedere. Si dicono tante cose quando metti dei paletti su un rapporto, come per esempio che sarete ancora amici e cose così.
Però non è facile esserlo sul serio.
Con lui invece a quanto pare si può e non so se dipenda dal suo carattere che nasconde più di quel che sembra e che è spontaneo solo in certe situazioni ma non sempre, oppure se davvero alla fine non gli importava molto.
Magari viene fuori che non era poi così importante farsi me e che gli va bene mantenere l’amicizia.
Non lo so e non voglio approfondire, questo cambio di direzione rispetto a quello che avevamo preso mi semplifica moltissimo la vita e ne sono felice. Ne sono davvero felice perché non ci prova più tantissimo con me e riesco anche a dirgli:
- Comunque devo dire che stai meglio se te li lasci naturali! - Quando poi pensavo di superare chissà quale segno nel dirglielo.
- Cosa? - Chiede senza capire mentre ci dirigiamo insieme in albergo a recuperare le nostre cose.
- I capelli! Lunghi e selvaggi! Mi piacciono, tu li hai sottili, delle onde favolose. Se li lascio crescere io vedi che cespuglio afro mi viene! - Rispondo ridendo, lui si tocca i capelli sorpreso.
- Davvero pensi mi stanno bene selvaggi? - Alzo le spalle e annuisco. - Ed io che li avevo tagliati perché non li so tenere! - Durante l’anno li ho tagliati corti corti e lui annuisce arricciando il naso.
- Sì ma per favore... mai più! - Rivelo mentre l’ascensore arriva. Mentre si aprono le porte ed entriamo mi rendo conto che io e lui facciamo un sacco di chiacchierate dentro questi ascensori, ridacchiando clicco il tasto del nostro piano.
- Allora li farò crescere e li lascerò come vogliono stare. Tu però devi sentire il parere di un esperto perché sono sicuro che invece puoi farci un sacco di cose anche se sono come dici tu crespi e difficili. - Piego le labbra all’ingiù. Non mi sembra uno che bada molto a queste cose.
- È quello che insiste a dire Nicole. - Seb si allarga in un sorriso.
- Ha ragione! - Non capisco cos’abbiano tutti contro il mio rasato corto semplice e la mia faccia pulita dalla barba, a Nico piaccio così. Ma forse hanno ragione.
- Magari cambierò un po’, perché no... - Seb alza gli occhi al cielo come a dire ‘finalmente’ e lo spingo per ammonirlo.
Le porte si aprono e lui esce ridendo allegro. Ha ben ragione di esserlo oggi. Sono contento per lui.
Un quinto posto meritato, sono sicuro che piano piano ingranerà sempre meglio.
Ci incamminiamo verso le camere, la mia è prima.
- Come è andata con Nico? Non te l’ho più chiesto... - Forse è un argomento tabù, per questo non volevi chiederlo. Quando lo fa mi incasino con la chiave elettronica che infilo male, lui me la raddrizza. - Così male? - Stringo le spalle e sorrido aprendo la porta, mi infilo in mezzo e non lo faccio entrare.
- No, non tanto. Abbiamo un po’ litigato perché per due giorni non l’ho sentito, ma poi abbiamo fatto pace... - Sospira dispiaciuto. - Va tutto bene. -
- Voglio che vieni a sfogarti se serve. Io sono l’anti Nico, no? Non voglio che tieni per te quando ti maltratta! - Spalanco gli occhi e cerco qualche battuta per sminuire la cosa, battuta che ovviamente non viene.
- Non è assolutamente così, non mi maltratta! - Ma non so se ci crede e fa un’espressione strana, che mi fa rabbrividire. Per un momento pensa a Nico, ne sono sicuro, e gli vengono due occhi da brividi.
- Se ci prova e lo vengo a sapere è l’ultima cosa che fa. - Poi guarda me e alza il dito perentorio. - Comunque si maltratta in tanti modi, non solo fisici. E lui è tipo da maltrattamenti psicologici. - Così gli spettino i capelli corti sudati che oggi gli stanno come l’altro giorno a casa mia, selvaggi.
- Non essere melodrammatico! - Seb sorride e mi pizzica la guancia sembrando più grande di me, a volte dovrei ricordarmi di essere io l’adulto.
- E tu non essere il protagonista di quei film... - Dice iniziando ad allontanarsi. Mi affaccio e gli chiedo curioso:
- Quali film? -
- Quelli sui maltrattamenti alle donne che poi nascondono e non dicono niente! - Risponde andandosene. Io così prendo una scarpa e gliela tiro, lui la schiva sapendo che stava arrivando e poi me la rilancia ridendo. La prendo al volo e gli faccio il dito medio, lui ricambia e ridiamo insieme mentre ci separiamo.
Il sollievo che mi prende mi fa sentire come se avessi vinto il gran premio e il mondiale.
- Non sono una donna maltrattata! - Esclamo a me stesso cercando un po’ di amor proprio, mentre sono davvero sollevato nell’aver davvero recuperato tutto con Seb.
Proprio qua ricevo un sms di Nico.
‘Devo mandare la polizia a cercarti o ce la fai a venire? Non ho tutta la vita a tua disposizione!’ Sospiro.
Maltrattamento è una parola grossa. Diciamo che ho una relazione complicata, ma chi ce l’ha semplice?”