*Seb ha gli ormoni a palla perché è in mezzo a gente che gli piace un sacco molti dei quali lo hanno stuzzicato senza soddisfarlo a dovere, bevendo come ad ogni serata che si rispetti, finisce che ha una voglia matta e due baldi giovani che lo accompagnano, anche se quello che vuole più di tutti è a casa. Ma su consiglio di quest'ultimo, ci sono molti modi per soddisfarsi usando un po' di fantasia. E di dita. Quando scrissi questa parte mi immersi nel mondo della ROC 2008 e notai che in certi momenti Michael sembrava essere un po' assente, quasi triste. Sapendo che successivamente lui tornerà a correre, ho voluto usare la cosa in quella scena. Dal molto materiale raccolto ho notato che comunque Michael adorava davvero un sacco Seb, non è che sono io esagerata. Buona lettura. Baci Akane* 

28. SPERIMENTAZIONI EROTICHE 

sewisseb michael

/Seb/

“Quando realizzo che sta succedendo spalanco gli occhi e impallidisco. Cioè mi sento le guance in fiamme ed ho un caldo da scoppiare nonostante siamo a Londra a dicembre, però credo di essere spontaneo ed espressivo. 
- Ma non serve, cioè sono un po’ brillo ma sto bene, non sono così ubriaco... - Cerco di apparire sano e stare dritto, ma nel tentativo finisce che sto per cadere dall’altra parte e la mano di Michael mi prende al volo e mi tiene su per il braccio che stringe con una presa ferrea, poi sorride gentilissimo. Per me ora è dio sul serio. 
Io lo vedo con un’aura mistica. 
- Voglio solo essere sicuro che becchi il letto e non prendi la vasca da bagno... domani abbiamo una coppa da vincere, oggi non sono riuscito a vincere questa e voglio consolarmi domani con la Nations cup! - La sua spiegazione è assolutamente logica e razionale. Devo diventare razionale come lui.
Un giorno. 
Per il momento rutto e mi copro la faccia con la mano mentre lui e Jenson ridono. 
Un momento, Jenson? 
- Vuoi che me ne occupi io? - Dice Jenson a Michael mentre usciamo dall’ascensore. - Lo sistemo per la notte e lo faccio dormire a letto... - Spiega le sue intenzioni, ma Michael mi lascia il braccio per farmi camminare da solo sul corridoio. Guarda come vado a destra e sinistra mentre nella mia testa sto andando dritto e scuote il capo ridendo. 
- Non è un problema. Faccio io, è pur sempre il mio partner, l’ho voluto io! - A questo mi giro per rispondere indispettito: 
- Non sono un pacco! - Jenson ride. 
- Sembri più un cucciolo randagio in questo momento... ma siccome sei un bel Golden Retriever tutti ti vogliono per sé! - La spiegazione di Jenson mi fa ridere ancora di più e se non fosse per Michael che mi afferra di nuovo finirei dritto per terra, così si mette il mio braccio intorno alle spalle e mi tiene letteralmente su.
Oddio quanto è forte. La mia mano finisce per sentire il suo braccio dall’altra parte rispetto a dove sono appoggiato e lui sorride perché lo sto palpando. 
- Vieni Golden, ti porto a letto io. - Sentendo queste esatte parole dalla sua bocca avvampo e per qualche miracolo evito di dire che è il sogno che non ho mai osato sognare, ma forse sono così espressivo che Jenson scoppia a ridere. 
- Penso che gli stai facendo un bel regalo. - Con questo Jenson si ferma alla sua camera vicino alla mia. Mi fa l’occhiolino e ci dà la buonanotte. 
Nella confusione che vive in me ora penso che comunque sia un peccato che se ne vada nella sua camera. 
Però poi Michael mi infila la mano nella tasca della giacca, quella chiusa con la cerniera e trova la chiave, la prende ed apre la mia porta. Oddio mi tiene, sono appoggiato a lui e mi fruga. 
- Davvero tutto questo non serve, in qualche modo faccio... - Cerco di recuperare la faccia persa, sembro suo figlio. 
Non sono suo figlio ubriaco, sono un ragazzo che lo adora. 
Non lo avevo mai visto da un punto di vista sessuale, ma lo sto facendo ora e sono super eccitato. Dannazione!
Una volta dentro mi porta verso il letto e mi fa scivolare lì, mi ci siedo un po’ troppo di peso e cerco di non finire steso a dormire, mi costringo a rimanere seduto, stringo le mani nel bordo e penso che però non sto tanto fermo col busto come vorrei. 
- Non è un problema. Ti abituerai a questo genere di cose. È bello che sei ancora così grezzo. Non sei abituato a fare festa a questi livelli ma lo farai, perchè quelli bravi si abituano a festeggiare. Ma va bene che oggi sia così. Ricordo le mie prime ciocche. Cioè ricordo il risveglio più che altro... - Con questo lui ridacchia ed io ormai sono abbagliato dal fatto che mi stia confidando questa cosa. 
- Ti sei ubriacato anche tu? - Chiedo meravigliato. Michael ride ed ha una risata bellissima. 
- Tutti si sono ubriacati, è normalissimo. Poi ti abitui e impari a fermarti quando sei ancora abbastanza in te da svestirti da solo... - A questo punto capisco che è accucciato ai miei piedi perchè mi ha tolto le scarpe e spalanco gli occhi sventolando le mani in fretta. 
- Non devi farlo, davvero! - Ma non finisco la frase che avendo mollato la presa il busto finisce per cadere giù e fortuna vado solo sul materasso. - Merda. - Impreco e lui ride, sto per rialzarmi e fare da solo ma lui mi precede e mi apre i pantaloni, infila le dita sotto proprio sul mio culo, prende la cintola e contemporaneamente solleva il bacino così me li toglie. 
- M-Michael, io così però... - biascico senza saper come dire che ho un erezione da paura da tutta la sera. 
Beh non serve che lo dica, lo vede. 
Si sofferma notandolo, difficile il contrario. Fa un sorrisino. 
- Non preoccuparti, è normale. L’alcool fa questo effetto e poi comunque hai avuto una serata molto intensa, un sacco di gente ti ronzava intorno e ci ha provato con te... - Mi aggrotto senza capire a chi si riferisce, mi sollevo sui gomiti per guardarlo, la testa gira ma lui approfitta per sollevarmi la maglia e con un movimento veloce e fluido e deciso me la toglie tutta. Mi ritrovo dritto con la schiena con le braccia alte, ma mentre lui la sfila non riesco a frenarmi e finisco proprio davanti verso di lui, cadrei di faccia se non mi frenasse prendendomi per le spalle. Si china e sorride paterno mettendomi una mano anche sulla guancia accaldata. 
- Ok, adesso puoi fare una bella dormita. Sei a posto e al sicuro. - 
- Chi... chi ci ha provato con me tutto il tempo? - Chiedo confuso mentre rimango a fissarlo da vicino in questa posizione tanto bella. 
Lui non mi lascia perché andrei a terra, mi guarda alla sua altezza perché è chino. 
- Lewis e Jenson per esempio. Di Lewis si capisce che ha tendenze e non mi ha stupito. Jenson non l’avrei detto, ma era chiaro che prima voleva approfittare di te. È una brava persona ma gli piace divertirsi e pensavo solo che era più giusto tu fossi in te e consenziente. - 
- Oh ma lo sarei stato eccome! - E questa forse la dovevo pensare e non dire. Michael rimane stupito della mia risposta, ma poi ride. 
- Allora forse ti ho rovinato i piani? - Io scuoto la testa. 
- No tu non rovini mai niente! Sei stato... sei stato davvero molto carino! Ti ringrazio davvero un sacco! - Michael sorride ed apre le coperte per poi accompagnarmi giù con le spalle. 
Appoggio la testa sul cuscino e lui mi copre. Sono come un figlio. O un fratello minore. Ma è una cosa bellissima anche così. Cioè io credo di desiderarlo sessualmente, ma va bene. Tutto quello che verrà da lui andrà sempre bene. Benissimo. 
Mi saluta e se ne va. Appena solo mi tiro su con la schiena e prendo il cellulare, scrivo subito a Lewis e gli dico che Michael mi ha accompagnato dentro. Poi gli comunico che ora provo a fare la sua cosa. 
Mi abbasso i boxer perché sono in biancheria intima. Ok Michael mi ha appena guardato e toccato in questo stato. 
Non prova di certo quello che provo io, ma non importa. 
Lewis e Jenson ci provavano con me quindi. E poi ho avuto Michael così dolce a spogliarmi. 
Che notte da sogno. 
Mi succhio il dito medio e finisco subito fra le gambe che apro, supero il mio membro che mi prendo con l’altra mano mentre il dito trova subito l’apertura ruvida. 
Non ci gioco tanto, vado subito dentro perchè sono così eccitato che a momenti vengo così. 
Appena entro sento com’è lì. Umido, caldo e morbido ma al tempo stesso stretto. 
Chissà come è stata quella notte che non ricordo. 
Non importa. 
La sensazione è presto strana e bella. 
I brividi cominciano piano piano e così affondo sempre più e mentre unisco i movimenti sul davanti, tutto si mescola e cresce. Crescono i brividi di piacere, cresce la voglia, aggiungo un dito e penso che Lewis era un po’ geloso davvero, allora. E che era dolcissimo. E bello. 
Così bello mentre mi ballava addosso, mentre girava con quel suo culo spettacolare in quei jeans spettacolari. 
E Jenson anche, anche lui era spettacolare mentre mi si appiccicava addosso.
E averli tutti e due ora nel mio letto, insieme, sarebbe così bello.
Mentre uno mi succhia e l’altro mi penetra. Ed i movimenti si sincronizzano e tutto cresce ad una velocità folle, tutto improvvisamente è davvero troppo. Troppo. 
Non so se vorrei più essere scopato o scopare, ma è bello comunque. In questo momento va bene così, mentre me li immagino tutti e due addosso a me. 
Bellissimo. Semplicemente bellissimo. 
Una notte a dir poco perfetta. Non la voglio dimenticare e non voglio dimenticare questa fantasia e questo orgasmo che mi scivola addosso sulla pelle bianca solleticandomi. 
Non lo voglio dimenticare. 
Prendo il cellulare e dico a Lewis che l’ho fatto e che è stato incredibile, sperando di stuzzicarlo e farglielo fare anche a lui. 
Un giorno ti avrò, Lewis Hamilton.”


/Lew/

“Non è che le mie dita dovevano davvero sperimentare quello che avevo suggerito a Seb, perché lo sto facendo pensando a lui fra l’altro. 
Perché mi succhio le dita e me le infilo dentro, fra le gambe aperte sotto la mia erezione che massaggio con l’altra mano?
Non serve, non è quel tipo di cose che sento il bisogno di fare da solo. 
Non credevo almeno. 
Finché mi arriva un messaggio di Seb e mentre mi tocco esplorando nidi che di norma esplora Nico, leggo quel che mi ha scritto. 
‘Mi ha accompagnato dentro Michael per assicurarsi che stessi bene e finissi a letto’
Maledetto bastardo.
Almeno non è Jenson. Penso che abbia abbastanza ragione su Michael, ma non sono le intenzioni dell’adulto a preoccuparmi, ma quello che spera e che desidera Seb. 
Forse sono solo uno stupido ad immaginare cose che non esistono, perché quando hai a che fare con il tuo dio finisce normalmente che vivi e stravedi per lui se ci hai a che fare, se lo incontri, se passi la serata insieme. È normale il suo atteggiamento.
Quel che non è normale sono io che sono geloso e non dovrei esserlo, non ne ho proprio diritto.
Ma ripenso alla serata, a noi a strofinarci addosso in pista in mezzo a tutta quella gente, con la musica forte latina e io che gli roteavo addosso, le mie mani su di lui, le sue su di me, quel quasi bacio. 
È stato tutto così bello. 
‘Adesso provo il tuo consiglio’
E doveva dirmelo davvero lo stronzo.
Me lo immagino mentre chiudo gli occhi e getto la testa all’indietro. 
Le mani che si carezzano e finiscono fra le gambe e finisce a strofinarsi l’apertura, gira intorno al suo piccolo buco che è stato violato solo una volta da ubriaco. 
Quel piccolo buco che è stato leccato e penetrato da un bellissimo ragazzo mulatto sudamericano, da come me l’ha descritto.
Così simile a me, probabilmente. 
Mi avrà chiamato mentre si faceva scopare? 
Ed ora starà pensando a me, a Michael o a Jenson? 
Il suo dito starà finalmente entrando, oltrepasserà la soglia ruvida per poi arrivare nel caldo stretto interno, umido, morbido. 
Farà un po’ di forza ed entrerà tutto e si metterà a fare su e giù fino a che gli piacerà così tanto che entrerà anche con un altro dito e gemerà abbandonato nel letto, la testa all’indietro, gli occhi chiusi, le labbra socchiuse. Le sue labbra rosse di natura, tanto rosse che sembra si trucchi. Rosse che vorrei succhiarle come una caramella alla ciliegia. 
Le sue dita lo staranno facendo godere mentre sentirà il bisogno di accompagnare quello a questo e si masturberà anche davanti, si strofinerà il suo cazzo che sarà duro e rosa fino a che esploderà gemendo e si sporcherà come... come mi sto sporcando io con il mio seme bianco che scivola viscido e caldo sulla mia coscia nera. 
Un giorno me lo farà lui. Un giorno la sua pelle bianca si strofinerà sulla mia nera e sarà così perfetto, così bello. E sarà lui ad entrarmi dentro e leccarmi e farmi gemere. 
‘Meraviglioso. Grazie per il consiglio. E te lo consiglio anche io, certo se te lo fa qualcuno è meglio, ma anche da soli è pazzesco!’
Doveva. Lui doveva per forza. Non aveva scelta. Per forza per forza.
Lo uccido. 

Lo capisco il giorno dopo, quando ci si ritrova ad un certo punto allo stadio per la seconda parte della competizione d’esibizione. 
Me ne rendo conto notando come lo guardano in particolare Michael e Jenson. 
Non che se lo contendano, hanno mire diverse su di lui, si vede, ma hanno un modo simile di guardarlo.
Cioè ok, Jenson se lo divora con gli occhi, Michael è più da proud dad pieno di speranza, diciamo. 
Però in comune sembra che guardino un raggio di sole. 
Seb ha effettivamente questo modo speciale di stare con gli altri, in particolare con chi gli piace e con loro evidentemente è scattato qualcosa.
Finalmente nei confronti di Michael non è più il fan impacciato adorante e tira fuori la sua personalità da animale da palco. Perché è questo con la gente Seb. 
Un animale da palco.
È socievole, coinvolgente, allegro. 
Ha un modo di ridere e scherzare che ti toglie il fiato.
Mi ritrovo a notare questo. Che quando lui ride illumina tutto il viso e a loro piace. A loro piace da morire vederlo ridere. 
Per motivi diversi, ne sono convinto, ma è così. 
Adesso la stagione è finita e oggi volerà in fretta, però sono sicuro che il prossimo anno sarà una stagione particolare. Me lo sento. 
Quando nota che sono arrivato mi viene incontro e con la sua tipica esuberanza di chi non si fa il minimo problema in nessun caso, sembra venga a salutare il suo migliore amico. Forse lo sono, ma dubito. Uno così socievole chissà quanti amici ha. 
Li invidio tutti ovviamente.
- Grazie per ieri sera! - E questa poteva risparmiarsela. Avvampo istintivamente e spalanco gli occhi guardandomi subito intorno, spaventato che possa dire qualcosa di compromettente. Ma per fortuna non c’è Nico, me ne ricordo solo ora. 
- Non ho fatto nulla... - Spero non vada nel dettaglio. 
- Beh insomma, ho finito bene la serata anche da solo grazie a te! - Ecco appunto. Alzo le mani e mi affretto a zittirlo. 
- Va bene, sei stato esauriente. È stato un consiglio da niente. - Avvampo ancora all’idea che so quanto buono quel consiglio era. Tecnicamente sapevo che è splendida anche quella pratica, ma è vero che l’ho sempre ricevuta e mai fatta a me stesso. 
Ma se sei preso ed eccitato e pensi alle cose giuste a quanto pare godi anche da solo. Eccome. 
Lui mi prende il braccio veloce e fugace e i brividi mi ricoprono, è malizioso e acceso e come sempre è come se fosse il sole qua davanti a me. 
Spero non cambi mai.
Lo penso un istante mentre mi ritrovo così ebete ad osservarlo felice perché ha avuto un orgasmo da solo migliore degli altri. 
Spero che non gli succeda mai niente nella sua vita che lo turbi. Davvero mai. 

La Race of Champions finisce con la vittoria svenevole e prevedibile di Michael e Seb, un Seb felicissimo si abbraccia ad un Michael sorpreso di questa sua intraprendenza e noto che gli piace averlo attaccato e se lo tiene volentieri. 
Beh, l’effetto di Seb è questo e lo conosco bene. 
Lo provi un paio di volte e poi non riesci più a farne a meno. 
Si è concluso con qualche altra esibizione dei vincitori dei campionati fra cui io, poi i festeggiamenti per i vincitori della coppa delle nazioni, un paio di altre cose conclusive e dietro le quinte, come si suol dire, siamo ancora un po’ noi piloti a salutarsi e ridere insieme negli spogliatoi, mentre ci si cambia tutti insieme togliendoci le tute per tornare ai vestiti borghesi con cui ce ne andremo. 
Presto ognuno per conto suo per un po’, poi con qualcuno di noi della F1 ci ritroveremo.
Per primo rivedrò Jenson, non che mi lamento di rivederlo.
Lui è davvero piacevole, anche se sono un po’ geloso. 
Michael no, è strano pensare a non vedere Michael. Ok che lui ha smesso di correre l’anno prima che io arrivassi in F1 ma è sempre strano quando lo vedi correre per qualche torneo come questo e poi niente. E poi non sarà là dove si vede che appartiene ancora. 
- Tutto bene? - Sento la voce di Seb dire a Michael. Un pochino di tedesco lo capisco perché Nico e suo padre mi hanno insegnato qualcosa. 
Che parlino in tedesco e mi escludano mi irrita, ma li guardo e cerco di capire.
Michael si riprende subito e sorride, ma si capisce che era perso. Per un momento sembra strano anche a me. 
Annuisce. 
- Mi dispiace rimettere giù il casco. - Rimango di stucco dalla sua risposta. Non da cosa dice ma dal fatto che glielo dica. Che condivida qualcosa che è ovvio è davvero molto personale. 
Un campione che non ha mai mostrato debolezze le mostra ora a lui.
È proprio il suo prescelto. Non invidio Seb. Non sono geloso, non più. È solo una sensazione strana. Io non sarò mai il prescelto di nessuno, ma non importa. Vincerò lo stesso.
Oggi sono contento così. 
- È stato bellissimo correre insieme. - Dice Seb dolcemente. - Un onore. - Aggiunge emozionato. Michael sorride ancora e vedo davvero della dolcezza in quello sguardo. Mai visto Michael dolce, sinceramente parlando. Ed è per questo che in molti lo detestavano. Cioè lui è uno di quelli che o lo ami o lo odi, non c’erano vie di mezzo, perché non è morbido come persona. 
- Anche per me è stato bello. Farò qualche salto in pista durante la stagione. Mi manca un sacco quell’atmosfera... - Seb lo guarda con una meraviglia esagerata e la speranza è così evidente che è imbarazzante. È così spontaneo con lui. Si vede che lo adora e non si preoccupa di nasconderlo. È dolce a modo suo. Mi perdo a sorriderci dietro. 
- Le piste ti apparterranno sempre. Ti aspetto allora. - E Michael si prende questa bella risposta e se la coccolerà per un po’, fino a che sentirà il bisogno di rivedere questi occhioni adoranti. 
Del resto lo capisco. Ha fregato così anche me. In qualche modo ti conquista e una volta che ti prende sembra che sei tu ad averlo in mano, ma non è così. In realtà è lui che ha te. 
Michael sorride e finisce di vestirsi. 
- È una promessa. - E penso che lo rivedremo presto davvero nei circuiti. Per la felicità di Seb.”