NOTE: Questa fic è per i 70 membri raggiunti nel Bennoda is the way, il gruppo bennoda su facebook capitanato dalla sottoscritta, per cui avevo promesso una fic ed eccola qua. Avevo chiesto cosa volevano leggere e mi è stato chiesto qualcosa sulla cresta rossa di Chester... e ovviamente doveva essere 'rossa', per cui ho fatto del mio meglio. Diciamo che si collega tranquillamente alle altre fic fatte fin'ora che ho messo nella serie reanimation, cioè sta dopo Bad Romance e Holliwood whore. Sostanzialmente Chester è entrato nel gruppo perchè ha sedotto Mike, hanno avuto contatti sessuali di varia natura ma Mike si ostina a rifiutare la cosa... e poi a cedere puntuale.
Ed insomma... eccola qua!
Buona lettura.
Baci Akane

CONTROCORRENTE

Controcorrente.
Era quella la sensazione che Mike aveva.
Una sensazione di controcorrente.
Non era una cosa normale, effettivamente, perchè a conti fatti lui era perfettamente in corrente, no?
Che poi non era una questione di essere contro corrente o in corrente, però era stato cresciuto per essere etero, quindi si era fatto la ragazza dimostrando di essere etero.
Anche se non aveva molta voglia di fare sesso con lei poco importava, intanto stava con lei, ogni tanto la baciava, capitava di prenderle la mano davanti agli altri, l'accompagnava in certe serate con gli amici...
Andava bene, si ripeteva.
Anche se desiderava un altro ragazzo.
Non era controcorrente.
Era in corrente. Non sarebbe mai andato controcorrente, dannazione,.
Mai.
Anche se a conti fatti ci era già andato. Appena l'aveva visto aveva fatto tutto quello che aveva voluto e lui glielo aveva lasciato fare. La sorpresa, lo shock, la novità... sì, lui era attratto dalla novità come le falene con la luce. E spesso, come le falene, si scottava.
Quello era il caso.
Però, anche se faticosamente, era riuscito a tornare in corrente ed in carreggiata.
Per un qualche miracolo non si era sputtanato con la ragazza e per un qualche altro miracolo, per il momento, nessuno sospettava che lui l'avesse convinto a prenderlo nel gruppo con la scusa del sesso.
Non avevano fatto sesso, non proprio. Gli aveva solo fatto avere un orgasmo, era diverso.
Era stato super passivo, aveva fatto tutto lui... più o meno... ma fondamentalmente non aveva preso lui iniziative.
Poteva ancora salvarsi.
Lui non era controcorrente.
Era uno da corrente.
Dipendeva. In controcorrente ci andava per l'arte e la musica.
Normalmente la gente disegnava e dipingeva cose realistiche e non cose in stile fumetto. E disegnava cose belle, armoniose... non scheletri e cose strane e incomprensibili.
Quindi lui era da controcorrente. Per l'arte.
E lo era per la musica. Gli piaceva unire due generi opposti ma alternativi e che apprezzava certa gente. A quella giusta, quella più aperta di mentalità.
Quindi non è che lui fosse uno da controcorrente o da corrente, in realtà.
Era quello che era.
Andava tutto bene.
Solo che nella vita normale, lui come persona, come gusti, come cose da fare era in corrente, perchè piaceva a tutti, era il centro nevralgico di tutti i gruppi e gli insiemi.
Era un leder, tutti lo ascoltavano e gli chiedevano pareri. Piaceva perchè era in corrente come persona e controcorrente come artista... e soprattutto pensava sempre agli altri, non era un egoista.
Faceva felici tutti, se uno esprimeva perplessità lui lavorava in modo da risolvere tutto.
Gli piaceva far felici tutti, gli piaceva piacere, essere l'amico di tutti e per questo doveva essere in corrente.
Anche se poi non gli importava molto piacere e far felici gli altri quanto non essere emarginato. E forse non era nemmeno quello.
Certo, a nessuno piaceva essere emarginato, deriso, picchiato magari... però non era proprio per quello che gli piaceva essere in corrente.
Era pura abitudine. Era stato cresciuto così, era abituato così, conosceva quel modo di essere, andare controcorrente era un complicarsi la vita, era un buttarsi sul vuoto e nel buio. Con l'arte e la musica era un conto perchè c'era sempre chi apprezzava il diverso e il controcorrente, anzi. Però per i rapporti personali era diverso.
Lui era in corrente.
Era in corrente e basta.
Le altre volte che era stato con lui non era stato pienamente consenziente, aveva sempre fatto tutto lui, l'aveva provocato e l'aveva preso e fatto suo a piacimento.
Aveva avuto degli splendidi orgasmi, non lo poteva negare. Ci sapeva fare, era vero.
Ma che mania di piacere e piacere... non era quello.
Quando ripensava alle volte che se lo prendeva e se lo sbatteva su qualche superficie, gli partivano in quarta gli ormoni. E quando sapeva che lui girava nella sua stanza e che erano soli, era sempre pronto a qualche contatto bollente, convinto di doverlo respingere perchè si faceva così.
Ecco il punto.
Non c'erano vere motivazioni.
Non era per piacere e non essere isolati, non era per evitare di complicarsi la vita, non era per abitudine, non era per fare un favore agli altri.
Era solo perchè si faceva così e basta.
Tutto lì.
Non c'erano vere motivazione per non andare controcorrente.
Mai.
Quella era l'unica verità.
La gente seguiva il fiume finchè non arrivava all'oceano e lì nuotava con tutti gli altri pesci senza chiedersi dove andassero, nuotavano in branco e basta. E nessuno in realtà sapeva dove si andava. Non c'era un aprifila. Si nuotava e basta. Ci si seguiva a vicenda. Dove capitava.
Per cui nessuna motivazione per la corrente.
Sospirò mordendosi la bocca.
Era sempre così quando sapeva che stava per arrivare.
Gli altri ci lottavano ancora, non andavano molto d'accordo con lui, un po' si sforzavano però erano convinti che appena le cose con le vendite sarebbero andate male e la casa discografica gli avrebbe dato un benservito, avrebbero potuto scaricarlo. Funzionava così con la musica, non ci si doveva illudere di sfondare.
Però per il momento stavano andando bene e lui si divertiva a provocarli e a dar loro sui nervi, sapeva che lo detestavano e infastidiva di proposito.
Era perfettamente consapevole di tutti i suoi atteggiamenti insopportabili e li accentuava di proposito.
Ad esempio dava fastidio che fosse gay, beh tecnicamente bisex visto che era sposato, però era chiaro lo fosse, l'aveva detto che gli piaceva andare coi ragazzi e comunque l'aveva visto Mike sulla propria pelle.
E visto che quando si comportava da gay, anche solo per giocare, dava fastidio, lui marcava e lo faceva ripetutamente.
Questa era una delle cose.
Poi per qualche motivo dava fastidio che si tingesse sempre i capelli... non aveva la più pallida idea di che cosa ci fosse di male in questo, però Mike aveva risolto tingendoseli a sua volta, a volte come lui, altre diversamente. Aveva cominciato con lui. In questo modo non avevano potuto lamentarsi.
Che senso aveva lamentarsi che si tingeva i capelli?
Era una cosa simpatica.
*Era controcorrente!*
Dava fastidio che parlava con tante parolacce. Metteva fuck in ogni frase. Mike non poteva farci molto, tutti dicevano parolacce ma non ai suoi livelli. Lui aveva aumentato il livello di parolacce quando aveva capito che a loro dava fastidio.
Insomma, non si faceva amare.
Perchè non si poteva far amare da loro? Che male c'era nel cercare di piacergli almeno un po?
Non pretendeva cambiasse, però che evitasse di marcare le cose che infastidivano.
In certi casi era sciocco, lo sapeva. Essere gay era un fastidio? Problema degli altri... però lui non si comportava come al solito, faceva il gay di più.
Guardò l'ora nervoso.
“Quei bastardi... “
Pensò capendo che non sarebbero venuti. Avevano appuntamento per le prove ed uno ad uno avevano cominciato a boicottarlo. Volevano spingerlo a licenziarlo e rimpiazzarlo, ma visto che Mike non l'avrebbe mai fatto allora a volte non si presentavano alle prove. Di fatto non avevano grossi motivi di provare ogni giorno, l'album era in vendita e le canzoni le conoscevano alla perfezione... era solo per legare di più.
Mike si illudeva che funzionasse...
La porta del garage si aprì e sbatté, da come fu sbattuta capì che era lui.
Sospirò e si preparò al solito pugno allo stomaco. Non capiva perchè ma quando lo vedeva gli veniva ansia.
Sì, la definiva ansia.
Quel giorno il pugno fu un vero e proprio calcio poderoso che lo mise KO per qualche istante.
Quando vide il suo sorriso smagliante pensò che fosse maledettamente bello.
Quasi quanto quella cresta rossa.
- Perchè? - Chiese tremante e spontaneo.
Chester si fermò e si mise a ridere come un disgraziato.
- Ciao eh? Anche io sono felicissimo di vederti! - Di solito non si salutava con un 'perchè'!
Mike si rese conto d'aver fatto una gaffe e arrossendo si alzò dalla batteria di Rob per andare alla tastiera, passava da uno strumento all'altro impazzito come se avesse senso e cercava di non guardarlo più tanto bene.
- Ciao... mi... mi hai sorpreso! - Non specificò perchè e lui ammiccò avvicinandosi, poi roteò su sé stesso e si piegò in avanti a gambe larghe, fortunatamente per mostrargli meglio la cresta, quindi nonostante la posizione equivoca di suo, non lo era davvero molto.
- Anche tu col tuo perchè! - Poi aggiunse malizioso. - Ti piaccio? - Mike cominciò a balbettare niente di sensato, così Chester alzò la testa e si appoggiò coi gomiti alla tastiera che lo separava da Mike. Questi tirò via le mani e fece un passo indietro istintivo. Terrorizzato. Altrettanto terrorizzato, disse:
- Ecco, era per questo la domanda... perchè la cresta rossa? -
Chester si raddrizzò e Mike sgusciò veloce trovando un'attività costruttiva da fare seduto per terra a cercare in una scatola dove di solito ci mettevano le cose che non sapevano sistemare da nessuna parte.
Ci potevano trovare di tutto.
Chester sogghignò marcato.
- Come perchè?! Perchè sì! -
Mike fingeva di avere un'attività seria da praticare, per cui non era costretto a guardarlo. Lo sentiva muoversi per la stanza, alle sue spalle.
- Non è solo una tinta, addirittura la cresta... e rossa per di più! È un taglio particolare... -
- Tutto deve avere un senso? - Chiese l'altro. Mike annuì trovando tante di quelle cianfrusaglie assurde in quella scatola, da chiedersi il perchè anche di quello.
- Certo che sì! - A quel punto Chester si fermò e Mike pensò che forse poteva passarla liscia quella volta. Chissà perchè, poi!
Non è che quando erano soli lui ci provasse sempre con lui... per lo più sì... ma non proprio sempre...
- Beh... allora diciamo che la motivazione, in questo caso... - Esitò e Mike alzò la testa dalla famosa scatola per sentire la risposta, comunque lo incuriosiva. Però fu tardi, la sua voce arrivò direttamente al suo orecchio: - farmi notare da te! - Mike scattò istintivo e buttò la testa all'indietro scontrandosi per poco con quella di Chester. Beccò la sua spalla ossuta e si fece male lo stesso, stava massaggiandosi la nuca lamentandosi per poter ignorare la sua risposta, quando le mani agilissime di Chester strisciarono in avanti passando dai fianchi e poi sull'inguine.
Mike smise di massaggiarsi e cercò di fermarlo, premette le proprie sulle sue ma erano sotto i vestiti, già.
Maledettamente veloce.
- Chez che fai?! - Chester tornò al suo orecchio come prima e dopo averlo leccato, disse sorridendo:
- Mi faccio notare... - Per Mike era sempre più tragico.
- Credimi che ti noto anche senza che tu faccia nulla... - Chester rise malizioso e spostò le labbra sul collo dove parlò ancora basso e sensuale. Né con la bocca né con le mani che frugavano sotto la maglietta larga per aprire i pantaloni.
Lottava con quelle di Mike che volevano fermarlo... con poca sicurezza, in effetti.
- Oh ma dai... non è l'impressione che mi dai... -
Mike cercava di rimanere sveglio con la testa ma era difficile, le sue dita erano davvero abili.
- E che impressione ti do? - Chiese per distrarlo e farlo parlare... sperava di riuscire a toglierselo di dosso ma lui sapeva perfettamente cosa faceva...
Infatti si limitò a strofinare le labbra sul collo e a passarci anche la lingua con una leggerezza languida da far girare la testa, Mike rabbrividiva sempre più ed alla fine sperava che riuscisse ad infilarsi sotto i pantaloni.
- Mi sembra come che se non faccio queste cose, tu non mi guardi nemmeno... - Mike per un momento pensò che Chester fosse così eccessivo e controcorrente solo per lui. Gli piaceva davvero fino a quel punto o lo prendeva solo in giro?!
Era convinto che fosse la seconda, ma comunque non lo mollava ed ogni volta era sempre più difficile resistere. Non che poi resistesse molto.
Quando Chester gli aprì finalmente i pantaloni, Mike provò con un ultimo scatto ad alzarsi, peccato che lo abbracciasse da dietro e non potesse certo scappare come preferiva... e poi lo morse. I denti si chiusero sempre lì nell'incavo del collo e della spalla e Mike finì per piegare la testa e dargli tutta la pelle che voleva.
Si maledì e si insultò, stava cedendo di nuovo.
No, la corrente. La corrente.
Non andava bene così. Però le sue mani arrivarono al suo membro, gli presero l'erezione e gliela tirò fuori cominciando a muoversi.
No, non così, si diceva... Mike, reagisci... ma non poteva, non poteva proprio perchè sognava ogni santa notte le sue mani sull'inguine e sognava che gli facessero questo ed altro. Non resisteva mai e puntuale nemmeno ora ci riuscì, infatti si appoggiò con la schiena e la testa a Chester che ormai lo cingeva da dietro e faceva di lui tutto quello che voleva.
Tutto.
Poteva nuotare in corrente quanto voleva, ma la sua natura lo portava ad essere un salmone, non una trota!
Erano due salmoni ed avrebbero sempre nuotato controcorrente, che piacesse al mondo o no.
Mike cominciò a gemere e ad accompagnare le sue mani per farlo andare più veloce ed impedirgli di smettere e Chester si eccitò, mentre con una lavorava su di lui, con l'altra andò su di sé e si riservò lo stesso trattamento.
Quando Mike febbrile lo sentì trafficare su sé stesso, si scostò per vedere cosa facesse e per poco non ci rimase. Per poco.
Perchè a quel punto, nel vedere la sua erezione fuori che cresceva ad ogni movimento di mano, qualcosa scattò del tutto e tutti i buoni propositi razionali di Mike andarono a quel paese lasciando spazio solo all'unico ed al solo. Quello autentico. Quello che odiava la corrente e che amava profondamente risalirla e non ridiscenderla.
Si tolse la mano di Chester di dosso, si alzò sulle ginocchia e si girò verso di lui spingendolo giù steso sul pavimento su cui erano seduti.
- Spiegami perchè diavolo sei tanto in fissa con me... se è per scopare puoi andare con chiunque, perchè proprio con me? -
Gli chiese arrabbiato mentre gli toglieva la mano di dosso e scendeva sul suo inguine masturbandolo. Chester puntò i piedi e spinse il bacino verso di lui.
- Perchè altrimenti mi mandi via ed io voglio restare qua... - Mike gli morse il fianco all'altezza dell'anca sporgente ed ossuta.
- Non è per questo... - Chester in effetti stava dando le prime risposte che gli venivano in mente, non ci rifletteva seriamente. Da quando l'aveva visto la prima volta si era messo a fare così. Tutto lì.
- Succhia... - Disse sofferente, come se dovesse scoppiare ad aspettare ancora. Mike si spostò con la bocca sulla sua erezione che dimenava con la mano ma si fermò fissandolo dal basso con occhi brucianti, in procinto di prenderlo.
- Perchè diavolo mi tormenti?! - Chiese a denti stretti. Chester alzò la testa e lo guardò stralunato, stava per impazzire, se non lo prendeva in bocca poteva morire.
- Perchè lo vuoi anche tu! Sei tu che vuoi che io lo faccia! Sei come me, cazzo! - Disse rabbioso. Mike lo accontentò e lo prese in bocca rielaborando la risposta con un piccolo angolo di sé. C'era una parte mancante nella sua ammissione ma non riusciva a pensare e a capire quale diavolo fosse.
Non riusciva.
La mente annebbiata e nella bocca il suo membro eccitato che si ingrossava sempre di più.
Lo voleva.
Lo voleva anche lui, era vero, ma a Chester che diavolo importava?
Lo sentiva pulsare sulla lingua, lo sentiva diventare incontenibile e spingeva nella bocca sempre di più, gli teneva i capelli e tirava e spingeva... era volgare e maledetto e lo voleva. Lo voleva come mai aveva voluto niente altro in vita sua.
Poteva essere sbagliato per tutti però non importava.
Lo voleva.
Smise di succhiare e si staccò risalendo strisciando con la bocca e la lingua sul suo ventre. Mano a mano alzava la maglietta stretta.
- Non sono come te... -
- Sì che lo sei... - Chester era ubriaco, non poteva farlo smettere, se non avrebbe avuto il suo orgasmo sarebbe morto.
- No... - Alzò fin sotto le ascelle e gli morse un capezzolo per poi leccarlo. Chester l'accompagnava con le mani per non farlo scappare ad un raptus.
- E poi cosa diavolo te ne fotte? Anche se sono come te... perchè diavolo mi devi fare questo? Cosa cazzo te ne importa se vivo come mi pare? -
Mike riusciva sorprendentemente ad essere onesto, i sensi lo annebbiavano e gli ormoni lo spingevano a limiti folli inauditi, per cui andava ad istinto, non c'era spazio per i ragionamenti da corrente.
C'era solo l'essenza.
Mike era risalito e gli succhiava il mento, Chester aveva la bocca aperta perchè aspettava entrasse con la lingua ma lui voleva la sua risposta.
- Chester... -
- Scopami... - Disse con un estremo ed incomprensibile bisogno di averlo dentro.
L'avevano già fatto come due pazzi, non era la prima volta. Mike cercava di non ricaderci, di trattenersi, però la verità era che non ci riusciva mai bene. E Chester aveva il potere di fargli fare tutto quello che voleva.
Allora Mike si tirò su lasciando che si girasse e si mettesse a carponi, inarcò la schiena e gli si diede muovendosi sinuoso come un gatto.
Scosse il capo e perse la testa del tutto, però quando lo prese per i fianchi, allargò i glutei e tramite le dita insalivate gli preparò l'ingresso, si fermò proprio col suo membro pronto e appoggiato.
- Mike... - Miagolò Chester sofferente mentre si mordeva il polso.
- Dimmi cosa cazzo ti fotte di me se faccio quello che mi pare! -
- Perchè ti voglio per me, non voglio più restare solo... non voglio! - Per Mike fu peggio di schiaffi, pugni e calci... per Mike fu una botta emotiva che non aveva ancora avuto, gli bruciarono gli occhi ed ogni terminazione nervosa.
Per cui si trovò ad entrare in lui e perdersi senza saper se poi si sarebbe ritrovato.
Gli prese la cresta rossa piegandosi su di lui, gli alzò la testa senza alcuna gentilezza, aderì le labbra all'orecchio e dopo averglielo leccato, disse fuori di sé:
- Giuro che se mi stai prendendo per il culo solo per farti scopare... te ne pentirai... - Non aveva idea di come si sentisse, sapeva solo una cosa. Non voleva che Chester lo prendesse in giro.
Il motivo lo ignorò.
- Per ora sei tu che mi prendi per il culo! - Lui lo intendeva in senso letterale.
Mike continuò ad eccitarsi e continuò a prenderlo e prenderlo ripetutamente entrando ed uscendo per poi riappropriarsi di lui fino a sparirci del tutto, fino a farsi inglobare e a non poter più tornare indietro.
Venne in lui dopo che Chester venne per terra preda dello stesso piacere, dopo che Mike era riuscito a toccare dei punti che lui si sognava da solo.
Ansimanti crollarono di lato, sempre uno avanti all'altro. Mike ad occhi sbarrati fissava la sua maledettissima cresta rossa che aveva fatto l'effetto toro. Ovviamente la vergogna arrivò immediatamente e stava per ritrarsi e andare a nascondersi, quando lo sentì girarsi fra le sue braccia e accoccolarsi contro di lui, incastrò le gambe fra le sue ed il viso sul suo collo. Mike allargò le braccia sorpreso dal gesto che era una richiesta d'affetto e non più di sesso...
alla fine lo abbracciò cominciando per la prima volta a vedere un lato di Chester che gli era mancato.
Davvero faceva tutte quelle cose esagerate e provocatorie solo per farsi notare da lui?
E davvero voleva farsi notare solo perchè voleva... cosa?
Stare con lui?
Mike si morse il labbro sconvolto mentre realizzava lucidamente quegli ultimi atti.
- Chester... ma io ti piaccio davvero?! - Era impossibile, si ripeteva. Era assolutamente impossibile.
Ad uno come Chester gli poteva piacere uno come lui?
Chester strusciò le mani sui fianchi, insinuò anche quella contro il pavimento fino ad avere lo spiraglio, poi arrivò alla schiena e lo attirò a sé mentre allacciava le gambe meglio per stare su di lui come un koala.
In quel momento Mike si sconvolse della sua risposta migliore di mille parole.
Aveva bisogno d'amore e sperava di poterlo trovare in lui, Mike ora lo capì con una chiarezza sconcertante.
E si spaventò.
E se non era lui quello adatto? Se non sarebbe stato in grado di dargli quell'amore che cercava disperatamente?
Si morse il labbro e non disse più niente carezzandogli la cresta che prima aveva tirato. Poi, attirato da quel rosso impossibile da non vedere, disse come se avesse senso.
- Stai bene così... -
Accettazione.
Chester sorrise contro il suo collo.
Tenerezza.
La strada sarebbe stata molto lunga.

FINE