CAPITOLO V:
NON NE AVEVANO LA MINIMA IDEA

- Perché cazzo ti sei messo da solo con lui, si può sapere? - Quella era la quinta volta di fila che glielo chiedeva. Alla fine fu Chester a rispondere al posto di Jerry dandogli uno dei suoi soliti calci che ormai erano dimostrazioni d’amicizia.
- Perché sei un rompicoglioni cronico, ecco perché! Non ne può più e sta cercando un altro cantante, voleva ingaggiare Mike! Ma deve passare sul mio cadavere! - Concluse poi. Jacoby fulminò Chester con lo sguardo per tale impune insinuazione ma vedendo che gli altri risero -e persino Tobin ridacchiava, seppure senza spanciarsi come invece stava facendo Tony- si rilassò e gli ficcò il dito medio nell’orecchio fin quasi a perforargli il timpano. La reazione prevedibile fu una tirata di capelli e prima che passassero seriamente alle mani, Jerry intervenne con nonchalance cambiando discorso con molta abilità:
- Sei stranissimo in borghese persino per noi! - Effettivamente aveva ragione.
Siccome i suoi vestiti erano bagnati di mare e sabbia, stava andando avanti coi vestiti di Mike, quelli più larghi e comodi che aveva, di conseguenza senza trucco ed i capelli al naturale, un po’ giù ed un po’ dove volevano, sembrava un rapper e non un rocker.
Aveva un’aria completamente diversa ma non spiacevole.
- Spero che intendi comunque figo! - Esclamò mollando Chester e appendendosi al collo di Jerry che ormai era abituato. Sorrise divertito e rimase perfettamente in sé, quasi rilassato dal fatto che fosse tornato a tormentarlo come sempre. Per un attimo si era preoccupato nel vedere che si concentrava quasi unicamente su Chester. La chiacchierata con Mike era stata illuminante, comunque.
Arrivarono quasi subito anche gli altri del gruppo di Chester e Mike e si presentarono con scioltezza, non si crearono tensioni di alcun tipo se non al momento di conoscere il fantomatico Jacoby Shaddix. Un evento -e non una persona- surreale da morire.
Capirono subito che era un tipo strano, al definire quella stranezza si trovarono in difficoltà ma non ci diedero troppo peso abituati comunque con Chester, Mike e Joe.
Chester perché era Chester e Mike perché insieme a Joe diventava la demenza fatta persona, anche se a guardarlo non lo si sarebbe mai detto.
Solo in un secondo momento si resero conto che l’unione di Mike e Joe a Jacoby avrebbe potuto dare vita a qualcosa di apocalittico, ma ormai era tardi per rimediare…
Non si sedettero vicini di proposito, capitarono in fila: Joe, Mike, Jacoby e Chester. Esattamente in quell’ordine.
Stavano parlando più o meno normalmente come delle persone comuni quando d’improvviso Jacoby esordì come se si svegliasse in quel momento:
- Ehi, la volete vedere qualcosa di divertente? - La maggior parte temette a dirgli di sì ed infatti rimasero in silenzio a fissarlo cercando di leggergli nella mente. Impossibile. Solo Mike e Joe in coro e profonda incoscienza dissero insieme ‘sì’ già ridendo di partenza. Sostanzialmente perché Joe faceva quello che faceva Mike, quindi il vero suicida era quest’ultimo.
Jacoby si alzò e saltellando come un bambino piccolo si mise dietro all’impassibile Tobin che non si mosse di un millimetro ed in pochi secondi si mise a comporre una torre sulla sua testa con tutto ciò che gli capitò sotto mano.
Un piatto, un bicchiere, una bottiglia, tutto in perfetto equilibro alla sommità del suo capo.
Gli altri li guardavano allibiti.
Al termine Jacoby allargò le braccia e felice come se avesse trovato il gelato più grande del mondo, disse:
- Non è pazzesco? Gli puoi fare tutto quello che vuoi che non si muove, non fa facce, non si ribella! Gli puoi anche tirare i peli del corpo uno ad uno, non ti manda a cagare. Ti fa fare di tutto e rimane dritto e quasi completamente serio senza fare assolutamente nulla! Oddio, io mi diverto troppo! - Tony e Jerry che conoscevano questa sua fissa si misero a ridere subito, il primo più del secondo, mentre degli altri ovviamente ad andargli dietro furono Mike, Joe e Dave; Rob e Brad si dispiacquero per il povero bassista che sopportava estraneo a tutto mentre Chester non rimase ovviamente zitto e pronto a qualunque cazzata, disse puntandogli il dito contro:
- E scommetto che invece tu riesci a ficcarti tutta quella roba su per il culo! - A ciò, di quelli che stavano ridendo quasi tutti continuarono, solo Jerry si fermò fissando di scatto Jacoby ancora in piedi dietro a Tobin.
Lo conosceva, sapeva che sarebbe anche stato capace di abbassarsi pantaloni e mutande e fare il tentativo in diretta!
Infatti fu un lampo davvero fulmineo quello che attraversò i suoi occhi e prendendo la bottiglia dell’acqua fece per piegarsi e raccogliere la sfida, fu prontamente fermato da Jerry che si alzò, gli prese l’oggetto di mano e togliendo anche il resto dalla testa ancora immobile di Tobin mise tutto a posto, poi guardò il compagno col broncio e con fermezza e gentilezza disse:
- Ti dispiace sederti e stare fermo per favore? Non ho voglia di passare la giornata in prigione o all’ospedale! -
- Certo, se si incastra chi cazzo gliela tira fuori, poi? -
Esclamò Chester.
- Quello è il meno… - Proseguì Mike scambiandosi uno sguardo divertito con Joe.
- E cosa ci può essere di peggio? - chiesero.
- Pensa se il vetro della bottiglia si rompesse nel suo culo! - Concluse Joe per Mike scoppiando a ridere ricordando un filmato shockante che aveva visto a proposito su internet.
- Oh cazzo, ma tu dovevi proprio ricordarmi quella merda! - Fece Chester tirandogli l’acqua che aveva nel bicchiere. Naturalmente mancò il bersaglio perché proprio in quel momento si stava sedendo Jacoby, di conseguenza se la prese lui in pieno viso.
Il tavolo si raggelò e mentre praticamente tutti lo fissavano preoccupati -chi più chi meno- e qualcuno addirittura divertito -leggasi Mike, Joe e Tony-  pensando che ora la sua reazione sarebbe stata diecimila volte peggio di ogni più rosea aspettativa.
Con gran sorpresa di tutti invece il cantante dei Papa Roach si sedette al suo posto, proprio accanto a Chester, e asciugandosi il viso col tovagliolo non fece una piega né insultò o disse nulla.
Tutti sapevano che però prima di uscire qualcosa avrebbe fatto e non è che Chester prevedendolo come gli altri si affrettò a rimediare e scusarsi. No.
- Io… se fossi in te… cambierei posto! - Esclamò Jerry con un filo di tensione nella voce.
- Io paura di lui? Ma nemmeno fra un milione di anni! - Rispose spaccone Chester.
Non lo vide il lampo di pura follia negli occhi grigi di Jacoby, ma anche se l’avesse colto non si sarebbe alzato per niente al mondo. Lui era Chester Bennington, erano gli altri che dovevano scappare da lui, non l’incontrario!
Il pranzo proseguì apparentemente come niente, fra risate, le sciocchezze di Mike e Joe e qualche dialogo serio e sensato. Nonostante le apparenze, nessuno si era dimenticato della non vendetta di Jacoby e tutti rimasero pronti per qualcosa, ma sembrò non arrivare niente, finchè non si distrassero per merito dei suoi nuovi compagni di giochi.
Mike e Joe, infatti, si misero a fare l’imitazione di Chester, poi passarono a quella di Brad, quella di Rob per poi finire con Dave. Fu un momento talmente esilarante che questa volta ridevano tutti, nessuno escluso, persino i diretti interessati li trovavano degni di cabaret.
Quando attaccò Jacoby coi suoi compagni le risa aumentarono e Jerry stesso che normalmente si dimostrava una persona comune a tutti e per nulla eccessiva, si trovò con le lacrime agli occhi, cosa che inorgoglì enormemente il suo cantante.
Anche lui ovviamente aveva un gran talento per le imitazioni, non c’era che dire.
Arrivata a quella più bella di tutte dove ormai il casino regnava sovrano per le risa, Jacoby non si fermò. Da che stava facendo l’idiota imitando Jerry a che senza assolutamente una minima pausa o un lampo che li avvertisse, come se l’imitazione continuasse, prese la ciotola abbondante di tiramisù cremosissimo da davanti a Chester e gliela spalmò per bene sulla faccia.
Silenzio.
Silenzio.
Risa.
Tante risa.
Di tutti, persino Tobin.
Ci fu chi si spanciò, Mike cadde a terra addirittura, Joe rovesciò un bicchiere, Jerry si nascose il viso fra le mani scuotendosi in via d’epilessia, Tony esprimeva quella sua risata rumorosa estremamente comica.
Tutti risero fino alle lacrime per cinque minuti abbondanti mentre Jacoby finì il proprio dolce come niente fosse, ghignante e soddisfatto, e Chester rimase per tutti i minuti fermo immobile inebetito e forse sotto shock.
Si era aspettato qualcosa per tutto il tempo, nell’unico istante in cui si era distratto quell’idiota aveva agito ed era stato velocissimo, fluido ed imprevedibile!
Quello era un autentico diavolo, ma poi si disse anche che l’inferno era pieno di quegli esseri immondi e che lui era uno di loro.
Fu così che si alzò, girò di forza Jacoby con tutta la sedia ed ottenendo l’accesso perfetto prese il suo viso fra le mani e cominciò a strofinarlo col proprio in modo da sporcarlo quanto più possibile con i resti del suo sacrosanto tiramisù.
Fronte contro fronte, guance contro guance, naso contro naso e per concludere un sonoro bacio scherzoso sulle labbra, nulla di serio per cui valesse la pena ammazzarsi se non dalle risa.
La fine del mondo conosciuto ebbe inizio mentre uno nuovo cominciava ad affacciarsi, poi decisero di dare un nome a quel nuovo mondo: ‘inferno’.
Mike rimase a terra a ridere senza riuscire a rialzarsi mentre gli altri ormai erano preda del mal di pancia tanto che lo stavano facendo.
- Fottiti stronzo… pensi di essere l’unico pazzo di questa terra? Mettiti in fila! - La risposta di Chester era stata più che all’altezza tanto che tutti capirono che quei due insieme sarebbero stati davvero l’avvento dell’apocalisse.
A quel punto, realizzando che avrebbero dovuto comporre la canzone loro due con Mike, nessuno invidiò il ragazzo in questione ormai perso sul pavimento.
Sarebbero stati dei giorni allucinanti e deliranti.
Ma forse solo uno come Mike avrebbe potuto tener testa a due come loro.
Sicuramente era pane per i loro denti.
Al termine dello stacchetto demente decisero di rimandare vendette varie a dopo e rendendosi conto che erano incredibilmente sporchi anche negli occhi e che ci vedevano poco, in perfetta sincronia e pure nello stesso tono, chiamarono rispettivamente Mike e Jerry.
Facile intuire chi chiamò chi.
Ancora presi a ridere e con un largo sorriso sulle labbra, i due senza pensare che fosse un atteggiamento fraintendibile si alzarono insieme e spensierati più che mai parlarono anch’essi nel medesimo modo dicendo:
- Dai andiamo in bagno! -
S’intendeva a ripulirsi ma messa così com’era stata messa sembrava dovessero andare a fare chissà cosa tutti e quattro, infatti il primo a commentare fu Joe:
- Guardate che non abbiamo tutta la vita, eh? -
Dall’altra parte il primo a rispondere era stato Jacoby che seguiva Jerry aggrappato alla sua maglietta:
- Bè, le cose veloci non mi piacciono! - chiaro e limpido il doppio senso, lo stesso inteso da Joe. Fra le risa degli altri si distinse chiaramente il commento di Chester che invece veniva tirato da Mike al bagno:
- Strano, non avrei mai detto a guardarti! - Anche lì l’inteso fu cristallino e protagonista d’ilarità da parte degli altri.
Nella toilette il siparietto proseguì con battibecchi moderati da parte dei due mentre appoggiati vicini ai lavandini, di schiena agli specchi, gli altri due li ripulivano cominciando dagli occhi.
Cose come: ‘caro se tu sei veloce non è detto che anche gli altri lo siano’, ‘sì, ma non sembri uno molto attento ai particolari!’, ‘tu invece lo sei?’ ‘oh, non sai quanti particolari colgo io sempre! Chiedi a-’ Ma al dire ‘Mike’ fu fermato da un quasi urlo dell’interessato:
- Ora che ci vedi bene di nuovo potresti anche pulirti da solo! - Esclamò seccato dal fatto che fremesse tanto per far sapere della loro relazione.
Jacoby però non si fece sfuggire la cosa e girandosi verso i due chiese come un caterpillar:
- Chi è? Dai, dimmelo, dimmelo dimmelo! -
Jerry lo fissò fermando dal pulirlo, aggrottò le sopracciglia e si chiese se davvero non ci arrivasse da solo.
Possibile?
Usava di continuo i doppi sensi con tutto e tutti e non coglieva due che stavano insieme?
- Lascialo in pace, Coby! - Poi vedendo che preferiva fissarli che ascoltarlo, decise che da lì in poi poteva proseguire da solo.
Il discorso di Mike lo ricordava bene, ma ugualmente a volte riteneva faticoso starci dietro. Di meglio non sapeva fare.
Così senza dire niente Jerry fece per uscire dal bagno per piantarlo in asso, Jacoby si rese conto della cosa e gridando uno sgraziato ‘aspetta, animale!’ lo seguì fuori finendo di pulirsi il viso con la maglietta che indossava -che per inciso non era sua!-
Rimasti soli Mike si rilassò e riprese la salvietta bagnandola per finire.
- Ah, non devo fare da solo? - Chiese Chester provocandolo. L’altro non si scompose e continuò a passargli la fronte.
- Capisci che visti da fuori sembriamo… -
- Quello che siamo? - finì ironico per lui.
- Stavo per dire equivoci. - Puntualizzò mezzo serio Mike passando ora al mento.
- Anche loro si stavano pulendo a vicenda! - Si lamentò Chester con fare volutamente infantile.
- Appunto! - Fece quindi Mike giungendo alla bocca ancora sporca. Lì si fermò e la fissò dispiaciuto. - Certo che è un peccato sprecare tutto questo ben di Dio! Sembrava così buono! -
Non aveva nemmeno considerato il momento in cui Chester aveva spalmato il tiramisù anche sulle labbra di Jacoby, era una cosa da lui che si era aspettato e che al livello in cui erano non dava più fastidio.
Purchè poi rimediasse.
Non ebbe bisogno di ripeterlo, Chester con malizia gli porse le labbra, l’unica parte che rimaneva sporca di dolce, quindi Mike le accolse volentieri leccandogliele per assaggiare.
- Mmm… - Apprezzò con altrettanta malizia e Chester ghignò contento di avergli strappato questo momento. Era dalla notte precedente che non era più riuscito a baciarlo!
Tornando a riprendersi la sua bocca, la porta si spalancò e fu uno scatto prontissimo di Mike che scaraventò Chester a terra di brutto a non farli cogliere completamente sul fatto.
Forse.
Non ne fu sicuro ma le imprecazioni pesanti ed inascoltabili di Chester catturarono ogni attenzione.
Jacoby era tornato in bagno con quella di pulirsi questa volta la maglietta ma bloccato da quel volo sospetto, si era proverbialmente fermato fissandoli come un mastino:
- Ma che diavolo? - Mike lo fissò visibilmente terrorizzato, la mente vuota. Fermare un bacio in corso nella speranza di essere in tempo era una cosa, trovare poi anche una scusa plausibile per il fatto che uno stava a terra, quella no. Vedendo che era tipo nel panico e sentendo Chester ancora valangare insulti al mondo, Jacoby lo puntò esterrefatto col dito e shockato come se avesse capito, esclamò: - Non dirmi che ha cercato di saltarti addosso! - Mike sgranò ancor di più i suoi già grandi occhi neri e diventando di mille colori non trovò più nessuna faccia tosta per replicare e fingere di prenderlo per una battuta.
Jacoby però non colse il suo stato d’animo e ridendo come se comunque si trattasse proprio solo di uno scherzo, decise di lasciar perdere quei due -a sua detta- matti -!!!!- per finire di pulirsi come si doveva e tornare ad uscire come niente fosse.
Di nuovo soli Chester e Mike si guardarono, uno in cagnesco e l’altro sfinito. Quello a terra si alzò ripulendosi schifato per essere stato spiattellato sul pavimento di un cesso, dopo di che guardò Mike per squartarlo e alzandogli un dito contro, disse:
- Cazzo Mike, rifallo e ti ammazzo! - Sembrava serio. L’altro si coprì la bocca ancora con le palpitazioni a mille, poi mortificato si avvicinò al compagno sistemandogli lui stesso i vestiti sulla schiena.
- Scusa davvero ma poteva essere chiunque! Non possiamo fare come ci pare, soprattutto fuori casa! - Aveva una voce vagamente isterica ma non ai massimi livelli, questo ebbe il potere di far passare tutta l’incazzatura a Chester che si girò e pizzicandogli le guance come solitamente faceva lui, disse completamente trasformato:
- Sei il solito che si preoccupa troppo! - In realtà sapeva che aveva ragione a preoccuparsi tanto, non poteva prendere la cosa alla leggera, ma non voleva che si impensierisse troppo. - E poi era quello svitato di Jacoby! Anche se ci vedesse baciarci penserebbe che scherziamo! Quanto ci scommetti? - Fece divertito all’idea di provarci davvero.
- Non intendo sperimentare! - Concluse Mike uscendo dal bagno.
- Sicuro? - replicò Chester sempre più convinto che sarebbe stato invece esilarante.
L’altro non rispose ignorando completamente il fatto che per comporre una canzone insieme avrebbero dovuto stare a stretto contatto per tutto il tempo necessario.
E spesso il tempo necessario era più del previsto.
Spesso.
Quanto bastava per fare disastri e scoperte varie.
Avrebbero sperimentato presto sulla loro pelle, non sapevano ancora cosa li aspettava, non ne avevano la minima idea!