CAPITOLO XIX:
AD UN PASSO DAL LIMITE
 
Le altre canzoni le incidiamo velocissimamente, sono molto professionale, non creo problemi, indovino al volo i desideri di Mike ed eseguo, poi ci metto del mio e lui lo adora.
Lavoriamo bene insieme, c’è poco da fare.
Ed è una fottuta favola. Non mi era mai successo di trovarmi professionalmente così bene con qualcuno. Non ho mai fatto coppia come cantante, ho sempre fatto il solista ma con lui mi sono trovato subito e non solo… ci capiamo, ci soddisfiamo… e lui ama la mia voce come io amo la sua. Ha una sfumatura così fottutamente dolce…
Ha ragione quando dice che dobbiamo fare di tutto per riuscire a lavorare insieme per sempre, perché è veramente un sogno sotto questo aspetto.
I cazzi di problemi cominciano quando usciamo dall’ambiente della musica.
Sospiro mentre chiudo la cerniera del borsone. Poche cose.
Comunque ormai è fatta.
Non so come sarà quando me ne andrò da questa casa, so solo che cambierà fottutamente tutto in un modo spaventoso.
Riusciremo a fare gli amici ed i compagni di gruppo e basta?
Riuscirò a non voler saltargli addosso?
Ma poi perché?
Dovrei poter fare quel cazzo che mi pare come ho sempre fatto. Se voglio farmelo me lo faccio. Però è diverso… perché lui è sincero, quando mi dice che vuole che tutto funzioni bene… quando dice che ci tiene veramente a me… e che non riesce a starmi lontano anche se razionalmente vorrebbe avere tutto il controllo.
Sospiro di nuovo insofferente, Sam mi guarda preoccupata e mi precede scendendo. Penso che non caghi Mike nemmeno di striscio, quindi quando sento la porta d’ingresso sbattere io esco da quella che era la nostra camera e lo vedo lì in soggiorno seduto sul divano che con un blocco in mano scrive. Forse qualche canzone. Lui scrive nei momenti più impensati.
Mi guardo intorno.
- Ti manca un pianoforte in questo cazzo di posto. Ora avrai spazio per metterlo. - Cosa mi viene in mente di dirgli poi non so.
Lui alza lo sguardo, è vagamente terrorizzato e non so bene da cosa. Che gli salti addosso un ultima volta?
O forse non vuole che me ne vada?
Fa un sorrisino debole e si stringe nelle spalle.
- Ottima idea. - Amo anche quel sorrisino debole, cazzo.
Stringo le labbra contrariato da me stesso. Non voglio andarmene, vorrei sedermi nel divano con lui, leggere i versi e aggiungerci i miei e poi poter farmi abbracciare da lui quanto voglio.
Perché non posso?
Mi siedo comunque, sbircio il blocco e lui me lo mostra, non si muove molto, non so proprio cosa cazzo pensi.
Non posso più sopportarlo
Sto dicendo tutto quello che ho già detto prima
Tutte queste parole non hanno senso
Trovo felicità nell'ignoranza
Meno sento meno tu dirai
Ma lo scoprirai ugualmente
Proprio come prima...
"Tutto quello che mi dici
Mi porta ad un passo dal limite
E sto per crollare
Ho bisogno di una piccola stanza per respirare
Poiché sono ad un passo dal limite
E sto per crollare"
Trovo che le risposte non sono così chiare
Vorrei trovare un modo per scomparire
Tutti questi pensieri non hanno senso’

Cavolo, parla benissimo di come si sente e cosa prova. Penso che più chiaro non potrebbe essere.
È un pugno allo stomaco.
- Cosa ti sembra? - Chiede. Forse sarà sempre così. Lui che scrive qualcosa di personale ed io che nel leggerlo lo capirò e mi farà stare male.
E dovrei fare anche io così, no?
Scrivere di me.
Come cazzo penso di riuscirci? Non l’ho mai fatto leggere a nessuno.
Sembra che ci stiamo lasciando.
Sembra che stessimo fottutamente insieme e che ora ci stiamo fottutamente lasciando. Ma cazzo, non è proprio così.
- Sei bravissimo. Ma già l’ho notato con le altre canzoni. Scrivi molto bene… - Dovrei dire che ora gli lascio gli spazi che gli servono così non crollerà?
Ma lo sa.
Ma se fossi in me lo direi.
Alzo lo sguardo su di lui, è ansioso, speranzoso, spaventato e non sa nemmeno lui.
Ma mi piace.
Mi piace sempre.
Però preferisco quando sorride. O quando ride.
Voglio quell’espressione. Con me non l’avrebbe mai.
Per questo è giusto lasciargli questo spazio.
Gli schiaccio il naso con un dito come si fa coi bambini e lui l’arriccia facendo un’espressione adorabilmente infantile e sorrido, vedendomi lo fa anche lui e mi sento fottutamente meglio.
Ecco, così posso alzarmi.
Così posso andare.
Ci stiamo lasciando?
Forse sì, dopotutto. E non so cosa sarà quando tornerò alla vita di prima, quando eravamo solo io e Sam. Forse non sarà comunque la stessa cosa perché dopotutto lui lo vedrò per provare, fare canzoni nuove e cantare ancora. Però non 24 ore su 24. Quindi sarà diverso da prima e da ora. Sarà diverso.
Ho una fottuta fifa nera.
Potrebbe non bastarmi ora che l’ho assaggiato.
Ora che ho assaggiato la ragione per vivere bene, per essere felice, per stare bene.
Potrebbe non bastarmi vederlo così poco e cantare e basta.
E se così non fosse non so come diavolo reagirò.
In qualche modo però devo fare.
Sospiro facendomi serio.
Non so proprio come sarà. Cazzo.
Ma devo andarmene.
Però prima un’ultima volta.
Un’ultima fottutissima volta.
Mi avvicino e gli sfioro le labbra con le mie, è un piccolo squarcio di sogno, torno a respirare, torno a stare bene. Non sarà più così. Perché lui non vuole fare l’amante segreto ed accontentarsi e dopotutto ha ragione. E poi ci tiene a me ma vuole anche continuare a cantare con me quindi… ci sono delle priorità.
E per lui è poco. Ci conosciamo da troppo poco per poter rischiare tutto così, quello che abbiamo ormai è troppo importante. Potrebbe essere il sogno della vita e più canto con lui più me ne rendo conto. È vero. Questa volta potrebbe proprio essere.
E comunque sostanzialmente il fatto è che sono sposato e lui non vuole fare l’amante di nascosto e non sa bene cosa prova per me perché mi conosce da poco e non sa un cazzo di me.
Sono cose obiettivamente vere.
Ma a me è bastato un giorno per capire che non me lo sarei mai tolto da dentro.
Però lui è diverso.
Io sono uno che rischia, sono venuto qua cambiando città senza un soldo in tasca e con una moglie precipitosamente sposata troppo presto solo per dimostrare a me stesso che non sono gay. E poi guarda. Ho sempre sbagliato tutto nella mia vita.
Sbaglierò anche questo?
Non voglio.
Almeno una cosa la farò andare bene.
Questa musica con lui.
Almeno questo.
Mi separo e ha l’istinto di riunirsi ma se ne rende conto e si ferma. Ecco quello che diceva. Non riesce a fermarsi se si tratta di me.
Come può non capire cosa prova?
- Ci vediamo domani in studio per le ultime canzoni… - Sono delicato. Cazzo, non sono mai stato delicato. Oddio, come è possibile.
Lui fa un sorriso triste.
- Ti serve una mano? -
- E’ meglio di no. -
Però vorrei fare l’amore con lui un ultima volta prima di chiudere questo capitolo sconvolgente. Vorrei. Ma non è una buona idea, lo so… sospiro. Non è una buona idea.
Non so cosa sarà ora ma devo alzarmi. Così semplicemente lo faccio e consapevole che ora tutto cambierà, non so come, non so se in bene od in peggio, esco da questa casa dove per poco più di una settimana ho sognato il vero amore e la vera felicità.
Ora?
Ora cosa sognerò? Solo il momento in cui canterò con lui? Dovrò farmelo bastare. Basterà? Non lo so.
Però in qualche modo andrò avanti, come ho sempre fatto.
Bè, non come ho sempre fatto. Anche un po’ meglio magari. Di solito ho fatto un sacco di danni.”

Quando la porta si chiude io faccio lo stesso con gli occhi e sospiro forte.
È quasi una tragedia.
Non so, quello che sento è inaudito, come se ci fossimo lasciati, come se fosse stata una storia di anni ed ora fosse finita… non lo so… non è così eppure so che questo suo trasferimento in un'altra casa rappresenta questo. Lui che non ci proverà più con me. Un cambio di rapporto drastico fra di noi, me lo sento.
Cioè quello che volevo.
Canteremo insieme, collaboreremo, faremo forse anche gli amici. Ma non ci baceremo più, non mi toccherà più, non faremo più l’amore… gli occhi mi bruciano.
È la cosa giusta?
Pensavo di sì ma ora che ci siamo sono pieno di dubbi, Dio non so proprio se sia veramente… trattengo il respiro e mi sforzo di farlo coi pensieri.
Mi è arrivato tanto dentro?
Allora non era solo una questione sessuale e fisica.
Ma lo conosco da poco, perché deve essere già così tanto parte di me?
Mi rifiuto di crederlo, non è possibile, nessuno si può perdere tanto presto e a questo livello per qualcuno. Nessuno.
Oh dannazione, come è possibile?
Lascio cadere il blocco e la penna e mi prendo il viso fra le mani, da solo impazzirò, non ce la faccio.
È tutto troppo silenzioso. Prima loro due litigavano sempre, poi lei usciva e lui veniva da me.
Non c’è nemmeno il cane. Oddio Mister. Non l’ho neanche salutato.
Prendo il cellulare e mi do dello stupido.
Non ha più il cellulare.
Però non posso stare solo non posso, non posso. Scrivo a Rob, l’unico che sa.
Ti prego vieni.’
Così gli verrà un colpo ma io non posso stare da solo….
 
Quando arriva gli apro correndo, lo tiro dentro e lo abbraccio. È quando le sue braccia mi circondano preoccupato e incerto che mi sciolgo e crollo inesorabilmente.
Questa volta definitivamente.
Che lo voglia ammettere o no alla fine è questo.
Un abbandono, ci siamo lasciati, ci siamo piantati per restare amici.
Alla fine l’ho avuta vinta io, era quello che volevo eppure sto così male.
- Sono proprio un idiota. - Mormoro fra i singhiozzi. Lui non ha idea di che cosa mi succeda.
- Ti ha violentato? - E’ una domanda legittima visto in che condizioni sono. Scuoto la testa, riderei se fossi normale. - Avete litigato? - Scuoto la testa ancora. Sarebbe stato meglio se se ne fosse andato gridando. Invece se ne è andato baciandomi in quel modo dolce e triste.
Si guarda intorno e capisce, non c’è il cane, non ci sono le sigarette…
- Se ne è andato alla fine. - annuisco.
Sta in silenzio, Rob. Non dice assolutamente niente come se sapesse tutto.
Come diavolo fa?
Come diavolo fa a capire e basta?
E non ci sono parole per farmi stare meglio, quindi non le dice.
- Sono un idiota perché era quello che volevo e quando sono riuscito ad ottenerlo è stata una schifezza. Perché non sono contento e sollevato? Mi brucia che se ne sia andato davvero. Volevo che rimanesse. Ora sarà tutto diverso, non so come ma sarà diverso ed era quello che volevo ottenere ma ora che ci siamo sto peggio. Cosa devo fare? -
Sospira. Non sa che dire, non lo so nemmeno io. Perché bisogna arrivare a certi livelli per capire le cose? Che poi non lo so. Non lo so davvero cosa provo, so solo che è forte ed importante. Cioè… lo conosco poco, non so niente di lui, so solo che mi fa impazzire… e che me lo farei per sempre… e che ha una voce pazzesca… ma non so niente altro!
- Non ti serve di sapere sempre tutto prima di decidere cosa vuoi. Perché quello che vuoi non lo decidi, è un istinto che hai dentro, non è una scelta ragionata. Tu vuoi una ragione per lasciarti andare a lui, ma il tuo animo ha già scelto che lo vuole e non gli interessa perché, chi è e cos’ha. -
Le sue parole mi penetrano come aghi in profondità togliendomi il fiato.
Vorrei poter dire diversamente ma…
- Ma ora lui se ne è andato ed ha deciso che saremo solo amici. Ora l’ho perso. - Perché bisogna capire le cose sempre tardi?
- Resta che non volevi fare l’amante e con lui, perché sposato e uomo e tuo compagno di gruppo, un gruppo con cui si spera di sfondare. -
Stringo la presa, siamo ancora in piedi all’ingresso, mi tiene a sé come un fratello maggiore e trovo confortevoli le sue braccia, ha un modo di sostenermi che mi serviva. Istintivamente ho chiamato la persona giusta. L’ho fatto perché era l’unico che sa tutto. Certo. Però è quello giusto.
Non so, non riesco a vivere secondo istinto come dovrei, devo sempre pensare. E sbaglio.
Però le ragioni per cui non volevo questa storia sono vere e rimangono.
Non sarebbe stata una storia facile e serena. Forse non sarebbe nemmeno durata una settimana. E avrei dovuto comunque dirgli addio, cercarmi un altro cantante, ricominciare da capo…
Rimango qua a piangere e pregare.
Prego di risollevarmi.
Di tornare a stare bene.
Prego di farcela a rivederlo solo come amico.
Prego che le cose in qualche modo si sistemino.
Prego e piango abbracciato a Rob.
Tutto qua.
Niente altro.
 
Non so come supero il resto della giornata e della notte, non so come arrivo all’indomani ma ho una paura dannata di rivederlo in studio, ho paura che non saremo più capaci di cantare, di comunicare, di parlare, di guardarci… ho paura che ormai sia già tutto rovinato.
Ho paura di rivederlo.
Mi sento veramente come l’ex.
Non è normale.
Non va bene.
Ho fatto tutto questo per poter andare avanti nei miei progetti, nei miei sogni. Per non rovinare tutto.
E perché non so fare l’amante, non so accontentarmi.
O forse sì?
Forse dopotutto so accontentarmi anche troppo bene.
Rob è dovuto andare a lavoro, io dovrei fare la tesi ma non ho certamente la testa per farlo.
Quando varco quella porta sono qua a chiedermi se c’è, se se ne è andato, se sarà diverso, se sarà uguale.
Ho lo stomaco aggrovigliato e appena lo vedo dentro tutti si annullano per un attimo, il tempo si ferma, il fiato svanisce.
Chester è là di schiena che si ripassa gli spartiti. Abbiamo deciso che in questa canzone, l’ultima che rimane, dovrà parlare in modo strano. Di solito sono io quello che parla in modo strano, ma questa volta voglio una voce ed un modo diverso.
Vediamo cosa ci inventiamo.
Gli altri mi vedono e si stupiscono che io sia l’ultimo, mi salutano entusiasti, fanno battute, dicono che è l’ultimo sforzo e che sicuramente mi fermerò tutta la notte per perfezionarle. Bè, questo è ovvio ma lo farò da solo.
Non capisco nemmeno se scherzo con loro come sempre o no, comunque Chester finalmente smette di leggere, alza la testa e mi saluta, sembra quasi indifferente.
Mi mordo le labbra e saluto a mia volta, il sorriso è tirato ma non si stupiscono che sia strano fra noi. Non c’è stato un giorno in cui eravamo stabili nell’approcciarci.
- Com’è nella casa nuova? - Chiedo. Normalmente l’avrei fatto. Per non dire che comunque voglio saperlo. Si stupisce che glielo chiedo, non mi conosce bene. Rob fa una faccia strada e gli altri si stupiscono, non sanno che se ne è andato.
- Ma dai, sei andato via? Pensavo saresti rimasto a vita! Io ne avrei approfittato, è una figata vivere con Mike, è come una perfetta donna di casa, fa tutto solo che non cucina! -
Joe comincia a parlare troppo come sempre e la tensione si scioglie, poi riesce a rispondere. È tirato anche lui però meglio di me.
- Bene… è proprio un buco ma anche noi avevamo poca roba quindi va fottutamente bene per ora! -
- Bisogna inaugurare, cazzo! Stasera festa da lui, così festeggiamo anche la fine del demo! - Joe ha ancora voglia di festeggiare e fare casino. Io vorrei ribattere che non deve approfittare così di ogni scusa ma ha obiettivamente ragione. Normalmente per cose simili festeggiamo.
Chester alza le spalle e dice:
- Come volete! - Non gliene frega niente ma Joe non demorde, Rob ceca di dire che non è obbligato ma lui fa il gesto con la mano per dire che non importa e Brad ci riporta all’ordine per cominciare. Gliene siamo grati.
Sostanzialmente dobbiamo essere io e Chester là dentro, loro hanno già fatto le loro parti. Oggi faranno i tecnici e ci diranno cosa e come farlo. Ma poi sarò io come sempre a far impazzire tutti rifacendo di continuo le parti.
Bè, sarà lunga ma almeno se lavoriamo dovrebbe andare tutto bene e soprattutto non penso al resto.
In teoria.
Spero vivamente che sia così. Oddio, non sono canzoni che richiedono molta collaborazione fra noi quindi non dovrei avere problemi.
Vedremo subito.”

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Per chi non sa...

Casa di Mike è sempre stata la prima base del gruppo, così come era nel suo garage che suonavano e facevano le prove. Poi in seguito Mike ha preso un appartamento apposta per questo che usano come base vera, dove hanno messo una sala prove e Dio solo sa cos'altro...
Ma all'inizio hanno cominciato così... Mike è sempre stato il centro.
Mike in quel periodo doveva davvero laurearsi.