CAPITOLO XX:
STRANO COME SEMPRE
 
Rivederlo è una tortura e cantare con lui è il paradiso.
Però questa canzone è impestata. (*) O meglio. Lui fa le sue parti abbastanza in fretta, è tutto rap.
Io devo fare alcuni pezzi parlando ma non come fa lui il rap, devo un po’ cantarli ma non proprio, devono essere come delle agonie.
Al che lo guardo e gli chiedo cosa cazzo si è fumato.
Lui avvampa e mi dice veloce:
- Niente, perché? -
Rido. Cazzo, riesco anche a ridere, capisci?
Bene, meglio di quel che pensassi!
- Perché non si capisce un cazzo di quel che vuoi! Spiegati meglio, porca puttana! -
Al che vedo gli altri, io sono solo nella stanzetta mentre loro sono al di là del vetro, alzare gli occhi al cielo ed uscire per la pausa. Forse non torneranno più.
- Allora… - Comincia Mike in difficoltà ma non per me bensì per quello che deve spiegarmi. - Voglio che la parli ma non proprio parli, cioè non è rap. Cantala un po’, ma poco. E devi essere più delicato. Useremo qualche effetto speciale che ti distorcerà lievemente la voce. Quindi deve sembrare un lamento, uno che agonizza. -
- Ma quello che dico non è un agonia! - E riesco anche a capire che cazzo dice al secondo tentativo! Sono un mito.
- Lo so ma io me lo immagino così. Hai capito? Lamentoso… strascicato… -
Sorrido, ma così se le cerca proprio, eh?
- Lamentoso e strascicato per me è facile. - Avvampa. Ho grandi poteri con lui, non c’è che dire.
Faccio il pezzo e lo faccio guardandolo, finisce che è più sul gemito che altro, però le parole le dico. Ormai non tornerà mai del suo colore normale.
Che ridere!
- Così o più lamentoso? -
- No, magari meno… - Sbuffo. Lo sapevo.
Lo rifaccio meno gemente e sembra abbastanza soddisfatto.
- No prova a farlo più… robotico! - E questa da dove esce?
- Mike, ma deciditi! E come faccio? -
- E parla, cantala meno… la prima frase. -
Allora lo faccio, è tutto molto diverso… mi piaceva di più prima.
- Bene, la seconda è più lunga, falla così solo più scanzonato, come se fosse un annuncio pubblicitario… -
- Tu bevi troppo, ti senti quando parli? - torna a fissarmi terrorizzato. È un libro aperto, si capisce che lo metto in difficoltà e nemmeno poco!
- Dai, ti prego… - Ma a me basta poco per accontentarlo, mi fa degli occhi che non resisto e ci provo.
Onestamente non mi piace ma poi ci trovo gusto e lo trovo anche piuttosto divertente.
Lui sembra soddisfatto. La fa ripartire mettendoci quell’effetto che diceva, la distorce un po’ ed è quasi irriconoscibile.
- Direi ottimo! - Dice. Cazzo, così poco? L’altra volta mi ha fatto diventare matto!
- Chiamo gli altri per sentirla tutta… - Fa per uscire ma lo fermo.
- Aspetta, che ne dici se ci mettiamo un vocalizzo? - Non ci ho mai pensato, mi è venuto sul momento.
Lui si ferma ed io esco dalla stanza, ho anche in mente il punto.
- C’è un momento fra il primo ‘annuncio’ ed il secondo… qua… io ci metterei una cosa di questo tipo… - E gemo. Gemo molto. Gemo parecchio. Gli sono anche vicino ma non ci sto veramente provando o forse sì. Forse il mio animo di bastardo non può dormire così tanto.
Diventa una statua e mi fissa come se avessi bestemmiato, si succhia il labbro, se lo morde, respira a malapena.
È fantastico.
Sorrido quando smetto e succhio io il mio imitandolo, mi mordo il piercing e lo tiro, me lo fissa, vorrebbe farlo lui.
Dannazione, avevamo detto di ricominciare da capo… ricominciamo proprio come è successo già. Io che ci provo con lui e lui attratto che non riesce a contenersi.
Non lo capisce che non ci sono altri modi per stare insieme?
Solo questo.
- Potrebbe starci… magari meno pornografico… - Sussurra piano.
Io gli faccio l’occhiolino.
- Questa era tutta per te. - Con questo vado nell’altra stanza, lui fa ripartire la canzone e quando arriva al punto che dico io, dove nessuno parla, faccio il lamento. Bè, è un gemito.
Chiudo gli occhi, getto la testa all’indietro e abbandono l’espressione al godimento. Mi toccherei fra le gambe ma mi tengo le cuffie sulla testa.
Il gemito alla fine è pornografico come l’altro ma l’ha registrato e quando finisco lo fa ripartire. Lo sentiamo. Io guardo lui e lui guarda in basso. Da come si stringe le gambe direi che ce l’ho fatta ed è perfetto! Bene!
- Non so, facciamo sentire agli altri… - Secondo me va bene!
Comunque esco, sono sicuro che è fatta..
Tutti mi danno ragione, ci stava il vocalizzo lì, dicono anche che il resto è perfetto. Risentiamo tutte le canzoni, io ho poca presenza dopo tutto, però quel po’ di mio va bene. Se il contratto ci sarà Mike ha detto che le nuove canzoni saranno diverse, meno rap e con più spazio al rock.
Bè, voglio ben vedere.
Sarà comunque bello lavorare con lui, è un musicista incredibile.
Pensando tutti che è fatta ed è finita, usciamo dalla sala ma poi vedo Mike trattenersi col suo amico, il proprietario del posto. Penso gli chieda il permesso di tornare più tardi, di sera.
Vedo che lui ridendo gli dà l’ok e gli dà direttamente le chiavi.
Questo ha mille risorse.
Oddio, significa che passerà la notte qua.
Ma c’è la mia festa!
Che stronzo, mica penserà di saltare?
Improvvisamente ci tengo parecchio.
Lo fisso fine e male e lui a disagio spiega subito senza che nemmeno devo dire nulla.
- Ci vengo a casa tua, ma poi invece di ubriacarmi e giocarmi il fegato, quando siete tutti per terra a dormire, vengo a sistemare tutto! -
Non mi piace che non si ubriachi. Ok, razionalmente è meglio ma uffa, volevo… volevo…
Che palle, sempre qui ad aspettarmi qualcosa. Perché, poi…
Non imparerò mai.
Ora abbiamo lavorato, le cose sono anche andate bene. Il problema sarà al di là del canto.
Voglio proprio vedere come sarà stasera.
Non so cosa pensare. Non so proprio per un cazzo cosa pensare.
Non voglio restare deluso ma penso che per noi sarà impossibile fare gli amici.
L’istinto sarà sempre quello.
Non si può ricominciare da capo e basta.
Non quando il prima è così, porca puttana.
Improvviserò, come sempre.
 
Il resto della giornata lo passo per i cazzi miei a pensare a lui e a come dovrei pormi, che cazzo dovrei fare e che merda di me.
Odio fare questa parte.
Ad un certo punto lo mando comunque a cagare ed aspetto solo che venga.
Sam è a lavoro e sono qua sul divano a coccolarmi il cane.
È l’unica cosa vera che mi lega a lui.
I capelli gli si stanno schiarendo e gli stanno di merda, la musica alla fin fine è la sua, non è la nostra, per ora.
Questo cagnolino è tutto ciò che ci somiglia e che è nostro, che ci lega davvero.
Che assurdità.
Un cane che ci somiglia.
È un incrocio fra un labrador, che somiglia a lui, ed un rottweiler, che somiglia a me. Forse l’ha scelto così apposta!
Sogghigno.
Comunque non gli starò mai indifferente.
E poi ha il pelo scuro come i nostri capelli. Sembra figlio nostro!
Misrer mi morde la mano, deve farsi i denti su di me, non lo so bene ma mi rilassa sentire i suoi dentini che mangiucchiano la mia carne, quindi lo lascio fare.
Quando suonano alla porta non ho voglia di alzarmi e grido che è aperto. Tanto saranno loro tutti insieme.
Non avendo un cazzo da mangiare e da bere ho detto di portare quello che vogliono, spero l’abbiano fatto altrimenti sarà una festa di merda.
Che comunque sarà.
La porta si apre e si chiude in silenzio, mi stupisce.
- Cazzo, mica sarò il primo? - Giro la testa di scatto ed il cane si lamenta, poi vede chi è arrivato e mentre io impallidisco Mister guaisce felice scondinzolando, quindi mi saltella sopra chiamandolo.
E’ Mike. È davvero Mike ed è davvero il primo ed è davvero solo. È Mike ed è qua ed io ora che diavolo dovrei fare? Perché è il primo ed è solo?
CAZZO!
E poi dobbiamo ricominciare da capo facendo gli amici e basta?
Porca puttana, perché ci sono sempre cose così?
Noi due soli e basta.
Merda nera!”
 
Non so se tirare un respiro di sollievo od essere ancora più teso.
Cazzo, sono il primo!
Chester mi guarda, è steso nel divano e mi fissa sorpreso, poi ripenso all'esperienza appena passata e penso che dopotutto stare solo con lui non può essere peggio di quel che ho appena vissuto!
- Hai visto un fottuto fantasma? - Chiede schietto. Devo essere cadaverico.
Scuoto la testa convulsamente e rimango ancora fermo mentre Mister sopra di lui saltella e abbaia chiamandomi tutto contento. Mi ci vuole un attimo.
- No ma... c'era uno che mi ha chiesto se avevo roba. -
Chester, quel gran pezzo di merda, ride. Ora lui è bello rilassato mentre io ho voglia di spararmi un colpo alla testa! Ho ancora il cuore che pompa a mille!
- E tu che gli hai detto? - Lo fisso come se fosse pazzo a farmi domande tanto sceme.
- NO! - Grido scandalizzato.
- Con quel tono? - Chiede scettico. Porco diavolo, se non la pianta di prendermi in giro gli torco le budella, è stato traumatico! Quello era un tossico con chissà quante malattie e brutte intenzioni!
Poteva derubarmi!
- Sì! - Esclamo sempre con gli stessi decibel alti nella voce. Lui si mette a gracchiare mentre ride di me, mi prudono le mani ed improvvisamente sono pure rilassato!
Rilassato per poterlo uccidere!
- Come una checca isterica! - E senza il minimo preavviso da parte mia mi parte una scarpa da me tolta che gli arriva a sfiorargli la testa. Fortunatamente per lui non ho una buona mira e invece che incazzarsi si mette a ridere più forte mentre il cane abbaia come un ossesso per farci smettere di litigare.
Ah, questi non sono mica litigi!
- Stronzo, poteva derubarmi o darmi dimostrazione pratica di che ROBA intendeva! - Chester continua a ridere, è inutile fargli capire quanto brutto e pericoloso sia questo posto, quindi facendogli il dito medio vado da lui e mi prendo il cane. Mister mi mette le zampette sulle spalle e mi lecca tutta la faccia, quindi mi rilasso abbassando la guardia.
Guardia che doveva stare più alta.
Mi prende infatti per il ginocchio, da dietro, e stringe facendomi un solletico che per un momento mi si ferma il cuore. (*)
Grido come un ossesso -od una checca come direbbe sto coglione- e mentre il cane di riflesso mi morde la guancia io cado all'indietro istintivamente.
Su di lui.
Urla e ride insieme, gli manca un po' l'aria per il mio dolce peso diretto sul suo viso, però penso che si diverta.
Bene, morirà felice!
Lascio il cane che salta giù, comincia il concerto mentre io cerco di alzarmi.
Cerco in quanto lo stupido mi fa ancora solletico convinto di dovermi ritornare chissà quale affronto.
Solo lui lo sa!
- CAZZO CHEZ PIANTALA CHE MUOIO! - Grido con una voce insospettabilmente potente.
La cosa bella è che sto ridendo anche io divertendomi.
E che l'ho chiamato di nuovo Chez dopo una settimana che non lo facevo più.
È una settimana che ci siamo 'lasciati', che non parliamo più seriamente, che... che è tutto strano fra noi. Più di prima.
Volevo ricominciare da capo facendo gli amici in modo che fosse più semplice stare insieme, creare un rapporto sano, cancellare quella parentesi di sette giorni atroci. Ma non mi pare che sia tanto meglio.
Però sono qua, steso sopra di lui, a ridere come un coglione con lui che mi fa solletico.
Nell'agitarmi come un invasato finisce che gli do una gomitata nello stomaco e penso di ucciderlo.
Rimane immobile senza fiato, non mi insulta nemmeno, fa solo uno strano verso con la gola, forse rantola.
Mi fermo, almeno non mi fa più solletico!
- Chez? - Chiamo piano con vocina colpevole. - Sei vivo? - Scivolo giù dal divano e rimango in ginocchio accanto a lui, lo vedo. Ha davvero un colorito preoccupante, è pallido e non respira. Si tiene lo stomaco e tira su le gambe contro il petto.
Cazzo, penso di avergli fatto davvero male, poverino...
Lo tocco cauto con un dito, come se fosse di cristallo... o di merda... e faccio 'tic tic' sul suo braccio.
Ancora non reagisce. Oddio, mica l'avrò ucciso?
- Scusa ma soffro il solletico, non volevo farti male, non l'ho fatto apposta... tu però non dovevi farmi tutto quel solletico! - Che faccia tosta che ho!
Chester per insultarmi finalmente riapre gli occhi e muovendosi più veloce di quel che pensassi mi morde il dito. Me lo tiene fra i denti e stringe, a questo punto le urla di Tarzan ricominciano.
Le mie.
- CAZZO CHEZ MOLLA ME LO STACCHI COSI'! - Siccome stringe e non molla ed il dolore è piuttosto consistente finisce che gli do una testata, sempre involontaria -più o meno- al petto. Non penso di fargli davvero male e proprio per questo, siccome non mi molla il dito, finisce che lo ricambio con la stessa moneta.
Quando mi scattano i cinque minuti divento più scemo di lui... e poi faccio cazzate!
Certo, perchè per morderlo non serviva che azzannassi il suo fianco ossuto.
Faccio più male a me stesso che a lui, però alla fine ci mettiamo a ruggire insieme perchè nessuno dei due molla la presa.
Così non va bene, ci uccideremo. Prendo un respiro, alzo la mano libera e faccio il segno del tre. Chester capisce ed annuisce, quindi conto a allo zero molliamo insieme.
Finalmente mi riapproprio del mio dito e lui si alza la maglia per vedere che gli ho fatto.
Ecco, me la sono cercata.
Ci fissiamo in cagnesco, diffidenti, fino a che ci rendiamo conto di quanto idioti siamo e ci mettiamo a ridere insieme.
Penso che non abbiamo mai riso tanto ed è semplicemente spettacolare...
E' bello ridere a questi livelli, in questo modo. E'... è bello ridere con lui così... sembra che finalmente sia tutto normale. Sembra.
Sta poco a tornare come prima, un istante.
Il tempo che io mi appoggio col gomito sul suo petto perchè piango dal ridere e non ce la faccio più.
Il tempo in cui lui mi circonda la testa e mi abbraccia e smetto di ridere di schianto. Lui mi sente e finisce allo stesso modo, però non mi lascia, mi tiene a sé, col viso contro il suo petto.
Penso che... penso che gli sia piaciuta la mia risata.
Ho una risata spontanea, luminosa... però penso che gli sia piaciuta...
Ed io, semplicemente, non voglio separarmi da lui. So che dovrei, che non va bene, ma non mi va di separarmi. Non mi va proprio.
Così rimango. Senza più ridere.
Il suo cuore batte così forte che è pazzesco per me sentirlo tanto bene, è emozionato. Mi bruciano improvvisamente gli occhi insieme ad un’ondata molto forte.
È atroce quello che ci sta succedendo, proprio come è cominciata.
Dio mio, come è possibile che nonostante i nostri sforzi siamo sempre qua così?
Spero che arrivi qualcuno perché al ricordo che l’ultima volta che qualcuno mi ha abbracciato così io piangevo per Chester, ho una gran voglia di alzare la testa e guardarlo ma so bene che non sarebbe il caso.
Sarebbe la fine.
Non guardarlo Mike, non farlo.
- Chester… - Mormoro piano. Le risa e la rilassatezza di prima svaniti come nebbia.
Non mi lascerà mai andare ed io non mi alzerò mai.
È tutto di nuovo così dannatamente serio.
- Dovresti lasciarmi… ed io alzarmi… - Ma non lo voglio davvero. Spero non lo faccia.
- Ma io sto fottutamente bene così con te… - Quanta sincerità?
Quanto male sappiamo farci.
- Come va con Sam? - Lo faccio per fargli capire il punto nodale della questione.
- Di merda come sempre. - Risponde velenoso ed infastidito, il tono duro. È cambiato tutto radicalmente ma era quello che volevo. Non stiamo vivendo una favola ma una realtà di merda. Ed è bene che ce lo ricordiamo.
- Bè, lei ci sarà sempre, sia che vada bene sia che vada male. - Con questo chiudo e lui mi lascia andare, però è peggio, è dannatamente peggio.
Nell’alzarmi lo guardo ed incrociando i suoi occhi da una vicinanza ancora pericolosa, mi mordo il labbro.
È così piccolo e fragile, in certi momenti. Così schiacciato da un mondo che non doveva scoprire tanto presto. Un mondo che… Dio solo sa cosa gli ha fatto…
Non riesco a staccarmi, ad alzarmi, a smettere di guardarlo e nemmeno il cane interviene.
Perché sta così male?
Sta sempre male, anche se fa lo stronzo, se prende per il culo, se ride per miracolo, se canta.
Sta sempre male.
Perché mi dà fastidio dentro?
Contro la mia completa volontà alzo la mano e gli carezzo la guancia, è magra, ossea. Mi si stringe il cuore in una morsa d’acciaio che mi toglie il respiro e con una gravità e delicatezza mai usati, sussurro ancora.
- Da quando non mangi? -
Lui, altrettanto serio, capendo perché lo dico e cosa mi prende, parla altrettanto sotto voce. E sinceramente. Perché questo è uno di quei momenti.
- Qualche giorno. - Storco la bocca infastidito e preoccupato.
- Non hai soldi? - E’ così e lo so, però per il cane combina pure… Sam porta a casa qualcosa dal locale di straforo, lei sicuramente mangia là… perché non cerca di arrangiarsi anche lui in qualche modo?
Cupo lo rimprovero, non voglio che si torturi così!
Deve aver cura di sé…
- Devi sforzarti di mangiare in qualche modo, Chester… è importante… -
Lui però scuote il capo e amaro risponde accusandomi con due occhi affilati di averlo abbandonato.
- E’ importante per chi? Non fotte un cazzo a nessuno, figurati a me! -
A questo punto non lo trattengo, non ci riesco nemmeno con impegno. Però non ci provo proprio.
Lo dico e basta.
Con la mia intensa sincerità, in modo che capisca che non fingo…
- A me importa, porco cane, smettila di fare la vittima! Hai la possibilità di uscire davvero da… da tutta quella merda… - E non so davvero di preciso di cosa si tratti ma lui sì e mi fissa sconvolto.
Come oso dire certe cose?
Già… come oso?
Mike, stai zitto, cazzo. Potresti davvero pentirti di tutto.
Ma ovviamente non riesco a stare zitto.
Non quando mi risponde con disprezzo:
- Sono solo le solite fottute parole di merda. Mi hai lasciato solo tu come tutti. -
No, con questo non potevo stare zitto. Anche se forse non è una questione di parole, con lui. Non lo sarà mai.”

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Per chi non sa...

La canzone che registrano è Step up... per sentirla: http://www.youtube.com/watch?v=gtXCE0hdrCY
Mentre And one è quella di cui ho parlato un paio di capitoli fa, che Martina ha scambiato per The little things give you away. Qua Chester canta in tanti modi ma sono uno più devastante dell'altro. Non potevo non immaginarmi Mike preso male ad ascoltarlo. Comunque ecco per sentirla: http://www.youtube.com/watch?v=CPhJK_L1ZXI
Ormai è assodato che Mike è davvero uno stacanovista quando si tratta della musica. Nessuno arriva ai suoi livelli ma sicuramente Chester è uno dei pochi che lo capisce quando fa le sue sparate incomprensibili.
Mike soffre davvero molto il solletico.