CAPITOLO XXVI:
MI SPINGI LONTANO FUGGENDO DA SOLO
 
Non so nemmeno dove cazzo sono, so solo che ad un certo punto gira bruscamente e sbatto la testa contro il vetro. È qua che mi accorgo che sono nella mia macchina ma dalla parte del passeggero e che sto andando via da qualche parte.
Non so dove.
Cerco di capire ma è tutto sconosciuto, quindi giro la testa e vedo Mike, ha una faccia strana, deve essere sconvolto per quello che ha assistito. Per noi queste cose sono normali, io e Sam ci uccidiamo spesso, poi però non riusciamo a lasciarci perché mi ricordo sempre che le ho vomitato addosso un sacco di volte quando ero sbronzo da coma etilico o fatto di eroina e altre merde. Dopotutto mi ha davvero aiutato, però cazzo… non ce la faccio più così… non è con lei che voglio passare la mia vita, non mi aiuta sentirmi rinfacciare che mi ha salvato la vita perché rimane comunque una vita di merda.
Non so proprio cosa dire, a questo punto.
Siamo due perdenti che stiamo insieme, lei dovrebbe avere il coraggio di lasciarmi e non ce l’ha, io di piantarla e non ce l’ho perché è vero quello che dice. Ma è anche vero che sta con me per avidità, per avere qualcosa in cambio. Non è vero amore, questo. Né per me né per lei.
Mike continua a viaggiare, non so dove mi porta, spero solo che non si fermi mai. Stare con lui è sempre l’unica fottuta cosa che mi dà pace. Appoggio la testa all’indietro e guardo di nuovo fuori, svanito, sfinito, vuoto, marcio.
Ha ragione, sono una merda.
- Le ho mentito la prima volta che le ho detto che l’amavo e che avrei voluto passare la vita con lei. All'ora come poi, le ho sempre mentito allo stesso modo. L’ho fatta innamorare di me facendo la persona buona, calma, gentile e forte. Poi quando sono riuscito ad averla, quando tutti i miei sorrisi forzati e falsi funzionavano, l’ho sposata. Ho sorriso e finto di voler restare con lei finchè non mi sono accorto che ogni cosa comunque in ogni caso cade a pezzi. Persino le persone che non litigano mai, alla fine crollano. Figurati noi. Dopo il primo momento, dopo che l’ho avuta, ho capito che non sarebbe cambiato niente, che non era servito ad un cazzo. Le mentivo dicendo che l’amavo ed era un sacrificio per me perché mi nascondevo in quelle bugie, mi ci aggrappavo sperando che un giorno sarebbero diventate vere. Sarebbe stato tutto facile e perfetto. Saremmo stati felici. Però poi ogni cosa deve finire. Ho scoperto presto che non c’era tempo per guardare le cose andare per la loro strada. Che non potevo assecondare le mie menzogne. Ed ho deciso di venire allo scoperto, vivere i miei impulsi interiori… mi piacciono gli uomini, non potrò mai amare veramente una donna. -
Mi interrompe solo per dire una cosa che mi penetra, come tutto quello che dice lui. Lo dice piano, delicato. Amo il suono della sua voce. Mi dà pace.
- Il sacrificio non è mai intenzionale. -
Sospiro e contraggo la fronte, il viso di Sam, i ricordi di quello che le ho fatto, di come mi sono comportato, di tutte le menzogne… non avrei mai potuto amarla, dannazione. Mai. È contro la mia natura… però ci ho provato, ci ho provato tantissimo a farla funzionare, speravo che andasse, che…
Ma forse ho aspettato troppo prima di rendermene conto ed ammetterlo… sono riuscito a rovinare per bene le vite di entrambi… e a far sì che lei fosse dipendente da me al punto da rovinarsi e stare con me comunque nonostante tutto.
- Perchè non sono mai andato via e avrei dovuto, sarebbe stato giusto invece mi sono comportato in questo modo cazzuto con lei. E lei mi rompeva sempre, mi metteva pressione, mi faceva un sacco di domande quando aveva dubbi che mi piacessero i ragazzi… adesso vedo, il suo mettermi alla prova mi ha spinto via. Forse se fosse stata diversa, più dolce, meno spaventata di essere mollata, più tranquilla e sicura di sé… forse sarei riuscito a… non dico amarla ma a trattarla meglio, come meritava. Le ho davvero rovinato la vita, Mike. Però mi ha messo alla prova tante di quelle volte che… mi ha spinto ad allontanarmi ancora di più. Poteva giocarsela diversamente. Avrebbe dovuto. Sarebbe stato meglio. Doveva prendermi con la tua dolcezza… mi avrebbe avuto… non il mio cuore, non il mio corpo, ma mi avrebbe avuto meglio di ora. Ora so solo ferirla. Ora voglio solo scappare. - Il silenzio torna, la macchina continua a correre, io sto sempre qua a pensare a quello che è stato, cosa ho sbagliato, cosa abbiamo vissuto e dopo aver aperto la sicura non riesco più a stare zitto e a smettere. E cazzo non è normale perché ho sempre tenuto tutto dentro fino ad esplodere, ma con lui… con lui riesco a dire tutto, a parlare, ad essere me stesso fino a questo fottuto punto pietoso.
- Ho provato come diceva lei a fare tutto ciò che voleva però dopo oggi… dopo oggi mi sembra impossibile tentare qualcosa. Anche solo di fingere di poter stare con lei per quella cazzo di gratitudine, come ho provato fino ad oggi. Questa è l'ultima volta che mi sacrificherò per restare con lei, ogni cosa è caduta in pezzi definitivamente. Non mi nasconderò più dietro a nessuna fottutissima bugia. Basta, è finito tutto il nostro tempo, questo è quanto troveremo. Litigi, follia ed odio, non potremo mai essere felici insieme, mai. Ed ora ne ho l’assoluta certezza. Perché nessuno dei due cambierà mai e ci distruggeremo fino a morirne. -
Il silenzio cala, non so più cosa dire, cosa fare. Lascio che mi porti via, via da lei, dalla vita che abbiamo fatto fin’ora, da tutti gli sbagli, da quei cazzo di ricordi che non mi lasciano in pace… perché le strade per farmi male non le ho mai sbagliate e continuo a prenderle tutte? Anche ora con Mike… lui è confuso ed incasinato e non sa decidersi, io ho bisogno di una persona stabile che ami me, che sia forte, sicuro, calmo, dolce ma che stia sempre con me e non abbia mai dubbi, mai.
E potrebbe essere lui se… se non lottasse con sé stesso di continuo.
Voglio morire, cazzo.
Voglio solo morire.
Quando si ferma siamo in spiaggia.
Scendiamo ma non è una zona piena di persone, sembra piuttosto tranquillo, qualche coppietta gira ma si può stare in pace.
Scendiamo e camminiamo un po’ nella spiaggia, non ha detto una parola, quasi. Vorrei sapere cosa pensa, cosa vuole fare, cos’ha… ma sta zitto e mi sta vicino aspettando che mi passi, che decida io qualcosa, che… boh, non lo so.
Quando ci sediamo vicino al bagnasciuga, sulla sabbia, il vento soffia tiepido, non è molto caldo e nemmeno freddo, insomma, va bene.
Lo sguardo si perde nel mare, un mare enorme, infinito. Le onde perpetue, oggi non è molto agitato.
Il sole non picchia eccessivo. Stiamo seduti vicini e lui continua a starmi accanto senza dire niente, non sa nemmeno lui cosa dire, cosa fare, come comportarsi. È un casino.
Io ne so meno di lui.
- Cosa devo fare per ignorarli, questi sentimenti del cazzo? Devo seguire i miei fottuti istinti ciecamente? Devo nascondere il mio orgoglio da questi incubi del cazzo e abbandonarmi a brutti pensieri che stanno impazzendo? - Che poi quello che sta impazzendo sono io. È una fottuta vita che sto fottutamente zitto ed ora sto qua e parlo di continuo come un coglione, senza smettere, senza darmi tregua, senza avere senso… cosa diavolo può dirmi lui? Eppure continuo incapace di smettere…
- Devo sedermi qui e cercare di sopportare tutta la merda continua che a turno arriva nella mia vita e devo tentare di afferrare le botte di culo nel momento giusto? Devo credere in qualcuno, in chi mi sta vicino e che dice che vuole aiutarmi ed essermi amico e credere di essere immune alla falsità degli altri o non devo credere in nessuno e vivere nella fottuta solitudine? Perché non posso resistere quando divento così debole. -

Mi abbraccio le ginocchia ed ho l’impressione di scricchiolare, tanto che mi sento piccolo. Non posso andare avanti per sempre, ho dei buchi dentro, buchi vuoti. E Mike ogni volta che mi lascia dicendo che deve fare la cosa giusta me li ingrandisce.
- Faccio le giuste mosse ma mi perdo comunque in quelle, metto la mia "maschera" ogni giorno ma poi finisco solo col ferirmi di nuovo da solo. Perché arrivo sempre allo stesso fottuto punto di sempre? Non serve ad un cazzo, niente, ogni tentativo che faccio. Non serve ad un cazzo. -

Che poi lo so che non posso contare su me stesso per cambiare, ma nemmeno Sam è riuscita nell’impresa nonostante si sia impegnata e mi amasse. Forse deve essere la persona giusta, con uno stomaco molto più forte del suo. Con un carattere giusto.
Mi mordicchio l’avambraccio su cui sono appoggiato, lo sguardo catturato dall’acqua in continuo movimento, non smette mai qualunque cosa succeda intorno.
Sono finito, non ce la faccio più. Sto qua a lamentarmi da ore e lui è qui e mi ascolta e non tenta discorsi idioti di circostanza perché non sa niente di me.
Me l’ha detto, no? Non può amarmi, non sa un cazzo di me, non mi conosce. Bene, sta conoscendo tutto ora e tutto in una volta.
E sono una lagna.
Odio lagnarmi, non l’ho mai fatto ma forse quando si comincia non si finisce più.
- Non ce la faccio più, non resisto a ciò che voglio quando sono così debole e ciò che voglio in questi casi è drogarmi perché quando mi facevo non sentivo un cazzo e riuscivo ad andare avanti. Questo… questo è tutto troppo da sopportare. Non posso resistere più a niente guardando ogni cosa girare fottutamente male. Delusioni e fallimenti continui. E questa cosa della musica non riesco ancora a sentirla viva e vera in me, non è ancora una possibilità di riscatto. È ancora l’ennesimo fallimento, per me. -
E con questi cazzo di pensieri di fallimento che affondano dentro di me, se mi volto di spalle sono privo di difese, non ho forze, non vedo un cazzo ed andare alla cieca sembra assurdo, un autentico suicidio. Non l’avevo ancora detto veramente che avevo di nuovo voglia di farmi e che mi sento debole. Ora l’ho fatto.
Del resto se nascondo il mio orgoglio e lascio perdere tutto non serve ad un cazzo, c’è sempre chi prenderà da me tutto fino alla fine e godrà dei miei fallimenti, perché qualcuno così c’è sempre.

E se continuo ad ignorare ste cazzo di voglie, di istinti, verrò superato da tutti, rimarrò indietro, affonderò comunque, mi fermerò. Eppure se cerco di raggiungerli sarò fuori dalla corsa in ogni caso, perché cedere a questi istinti significa prepararsi la tomba. Sono fottuto comunque, sia che lo faccia sia che non lo faccia.
E tutte queste domande sono servite a qualcosa? Ottengo solo silenzio.

Le domande sono come un cancro, continuo a farmene e più sono più mi uccidono perché non ci sono soluzioni. Non so come muovermi, non so cosa fare.
Tornare a drogarmi e tirare avanti senza sentire quel fottuto vuoto e quella merda di fallimento oppure farla finita subito direttamente? Perché se sto così finirà che mi ci annegherò in questo mare.
E Mike sta zitto senza dire niente perché semplicemente non ha un cazzo da dirmi. Sono solo. Sono semplicemente e fottutamente solo, questa è la verità. Sta qua ma non sa che fare per me perché non può fare un cazzo. Non mi ama, non vuole stare con me e lui è solo l’ultima delusione, l’ultima delle tante.
I soliti pensieri di fallimento che affondano dentro.”
 
 
Mi fa impressione perché sembra un fiume in piena, una volta tolti gli argini non c’è verso di limitarlo.
L’acqua straripa ed esce ed io non ci provo nemmeno a fermarlo perché so che è inutile e tanto vale farlo andare avanti.
Mi si stringe il cuore a guardarlo, sta qua seduto raccolto in sé stesso, si mordicchia le braccia, guarda il mare immenso e si sente insignificante.
È così piccolo e fragile che ho una voglia immensa di farlo mio e stringerlo.
Vorrei ma ho paura di fare peggio, ho paura di ripensarci, ho paura che quando avrò tempo per rifletterci lucidamente capirò che la cosa migliore per entrambi è smetterla e quindi lo ferirei di nuovo. Non so davvero cosa fare, quindi cerco di non fare niente. Sto fermo e zitto e lo ascolto e basta. Tutto quello che mi sembra sensato fare.
- Con me hai perso tantissimo, hai fatto una cazzata a prendermi come cantante per il tuo grande sogno. - Con questo torna a chiudersi, forse non dirà più niente, però ora con questa uscita del cazzo ho io qualcosa da dire e mi volto verso di lui per guardarlo. È sempre piccolo. Come faccio ad aiutarlo? Dio, non lo so proprio. Questa cosa è molto più grande di me.
- Come fai a pensare che con te ho perso così tanto? Non è ancora cominciato niente, non sappiamo come andrà, siamo appena all’inizio. Aspetta almeno qualche giorno e qualche no per capirlo, dai! Certo che ho tanta paura, cosa credi? Non so niente di te e tu mi fai delle domande che sono risposte da Padreterno, per chi mi prendi? Sono tagliato fuori dalla tua vita, ti ho conosciuto ora, come fai ad aspettarti che sappia cosa fare e cosa dire a questo punto incasinato delle nostre esistenze? Anche per me è un casino, un macello. È la prima volta che vivo una cosa del genere ed io veramente cambio idea di continuo e non so che diavolo pensare. Sento una cosa e ragiono in tutt’altro modo. Però Chester come puoi pretendere che abbia delle risposte su di noi, risposte precise, che io non cambi idea, che sappia cosa fare e che mi muova bene quando tutto ciò che so è ciò che mi stai raccontando tu. Non sai tu cosa fare di te e della tua vita, figurati io. Lo so che sono quello che alimenta il tuo stato d’animo disastroso… io, la musica su cui ci speravi e però non sai se andrà… ma non posso dirti come scacciare questi dubbi perché sono nelle tue stesse condizioni. Certo, non proprio gravi come le tue, lo riconosco… però sono in un casino assurdo e non so che pensare. Però Chester non importa cosa faccio, quanto ci provi duramente a fare la cosa giusta per tutti come dico sempre. E tu lo sai, questo, me lo dici. Non riesco a dare l’impressione di uno convinto di quello che dico e che faccio, si vede che non lo sono. Tu vuoi da me sicurezza, stabilità e Dio solo sa cosa ma non lo sono. Non sono né sicuro né stabile. Sono bloccato al di fuori di me stesso e non so cosa cazzo fare perché penso che niente vada bene e poi mi trovo dentro a situazioni che non so proprio gestire. Io non so cosa dirti, Chester… solo… solo non crollare… potrebbe valerne la pena, un giorno. Rimanere in piedi, dico. Aver resistito. Non lo so. Non posso dirti fallo per me, non posso farti promesse. Non posso chiederti di aspettarmi o mettermi con te comunque. Non so cosa penserò appena mi calmerò. Sono ancora fuori da me… -
I suoi occhi di riempiono di lacrime, è nero, è graffiato e non sa dove sbattere la testa, sta per affondare, io lo so, lo sto guardando e non so come aiutarlo, non so cosa fare. Non voglio lasciarlo solo, non voglio che vada giù ma davvero, cazzo, non so come fare per aiutarlo.

Sono giovane, non ho mai affrontato situazioni simili, non so dove girarmi. Ed è la prima volta che provo qualcosa per un ragazzo e sto tradendo la mia fidanzata e lui è sposato ed è una situazione incasinata, e non mi interessa che forse lui si lascerà con lei, a queste cose non ci credo. Se uno è sposato è sposato. Punto. E poi ci sono tante cose, tante, che mi ripeto sempre. Non va bene, odio vivere nascosto e dovremmo farlo perché siamo due ragazzi. Però si sta perdendo in questi discorsi miei, volevo essere onesto ma non so cosa dire, non so cosa fare.
Il cielo si annuvola lentamente, mentre siamo qua a parlare, ascoltarci e poi a guardarci e basta. Sospiro e lo circondo col braccio protettivo, l’attiro a me e lo appoggio, lui posa la testa sulla mia spalla e si lascia fare mentre guarda il cielo.
Decorazioni di graffiti sotto un cielo di polvere, il rumore delle onde, torno a guardarle. Ecco cosa c’è fra noi. Un'onda costante di tensione, non riusciamo mai ad essere sereni e rilassati, a stare bene per più di un paio d’ore senza oscurarci e finire male in qualche modo. Non possiamo andare bene insieme.
Al di sopra di una fiducia infranta mille volte da me per tutte le volte che ti ho detto di restare amici e che poi sono venuto a scopare con te, di lezioni me ne hai impartito ed ho capito che non sono mai stato sincero. Ed adesso mi ritrovo a farmi domande puntando di nuovo il dito contro di me, come faccio sempre. Sono colpevole e basta. Sono uno dei tanti che l’ha ferito. L’ultimo. Il peggiore. E non riesco a smettere. Gli prometto di aiutarlo e lo pianto, gli prometto di sistemare tutto e cedo ai miei istinti, gli prometto una relazione stabile d’amicizia e me lo porto a letto. Non so cosa fare.

Ho la tentazione di fuggire via ma so che non è giusto, non ora. Sarei un vero bastardo. Ha bisogno di me, ora, anche se non so cosa fare.
Sta anche meglio, lo sento respirare più tranquillo.
Il punto è che non potrò mai dirgli addio ed io voglio anche conoscere la verità su me stesso e su ciò che desidero veramente, invece che domandarmi sempre perché senza avere mai risposte.
Basta bugie, voglio chiudere la porta dell’istinto ed aprire la mia mente, voglio uscirne in qualche modo. Perché il mio istinto rovina sempre tutto? Io ho degli ottimi propositi ma poi… ma poi non riesco a stargli lontano.

Borse di carta e voci arrabbiate ci distraggono e questo cielo di polvere diventa sempre più tempestoso. Sta per piovere, dovremmo andarcene ma stiamo bene qua così abbracciati ad aspettare che tutta la tensione e la stanchezza si calmi.
E poi tutto il mio discorso sul reagire è proprio bello ma non sono parole sincere perché non so nemmeno io per primo come si fa ad andare avanti quando tutte le tue certezze crollano.
Io non ne ho più, so solo che devo andare avanti.
Ed ho un sacco di domande senza risposta.
E sono io quello che vorrebbe aiutare Chester?
E come? Sono proprio un ipocrita.
Vorrei fuggire e lasciarlo a sé stesso, semplificarmi la vita ma non ne sono capace, non lo farò mai e non perché non sono meschino. Non sono capace di dire addio. Non sono capace di piantarlo. Non ci sono mai riuscito in questo periodo e non ci riuscirò certo ora. Ora che so tutto di lui. Lui che si è raccontato a me per la prima volta. E penso unica. Non penso l’abbia mai fatto con qualcun altro.
Così sto qua incasinato più che mai ad incasinarmi ancora di più.
So solo che non posso lasciarlo a sé stesso. Non posso proprio.
Dopo che gli bacio anche la nuca, poi, decisamente non è il caso di dirgli ‘amici come prima’.
Prima non lo eravamo, non lo siamo mai stati. Non ne saremo mai capaci.
Questo silenzio continua finchè non arriviamo a casa, per oggi e per stanotte starà da me, poi domani si vedrà.
Un’altra notte insieme, cosa farò? Come sgroviglio questo enorme casino?
Dio, non so proprio come andare avanti. Di risposte non ne ho proprio.”