CAPITOLO XXX:
ALLA FINE
 
 In the end

Dopo il bell’orgasmo nella mia bocca ci mette qualche secondo a riprendersi, quando ci riesce mi scosta brutalmente e si alza, io mi stendo nel divano lascivamente e sogghigno mentre si ricompone.
Alla fine non ha torto quando dice che ho tutto nelle mie mani. Lui di sicuro. Non certo la mia fottuta vita di merda.
E’ cupo e tetro, non voleva certo che finisse così ma io mi adeguo. Se riesce a darmi solo questo, solo questo mi prendo.
Certo non mi basterà per sempre, visto che me ne sto innamorando, ma per il momento prendo tutto ciò che posso.
- Non potrai mai farne a meno. - Dico velenoso mentre si abbassa la maglia larga.
Mike, a posto, alza lo sguardo sul mio e mi fissa con disapprovazione e disprezzo quasi, poi scuotendo il capo risponde amaro:
- No Chester, non sono io sei tu che non puoi farne a meno. E c’è differenza perché non sono io quello che lo fa per dipendenza fisica. Sei tu quello che si fa canne perché gli manco, non io. Se ti sto lontano io vivo benissimo! È questa la differenza. Io comunque posso starti lontano e farne a meno perché provo solo attrazione sessuale per te. Sei tu quello dipendente che non può farne a meno. Tu quello nella merda. E ti infliggi male insistendo nel farti me ogni santa volta. Non lo fai a me, lo fai solo a te. Quando ti stufi dimmelo, sarò sempre disponibile a costruire qualcosa di serio, solido e buono. -
Dopo questo sermone, se ne va.
Rimango steso nel divano col sorriso spento, la bocca in un’inclinazione schifata. Schifata da me stesso perché ha ragione. E le sue fottute parole rimbombano.
Fanculo. Il punto è che ha pure maledettamente ragione.
Sbatto il tallone nel bracciolo con rabbia e mi nascondo la faccia con le braccia. Non serve ad un cazzo, sono di nuovo io che sbaglio sempre tutto e che sono comunque dipendente da qualcosa.
Non amo Mike, amo l’idea che lui potrebbe salvarmi.
E certo, mi piace, sto benissimo con lui, riesco a parlare solo con lui ma se dico che lo amo è solo una fottuta illusione.
Semplicemente lo vedo come il mio eroe ma se va avanti così sarà il mio nemico.
Merda.
Si ma anche volendo come ne esco? Come faccio a togliermelo da dentro e dalla testa?
Come cazzo faccio? Quando lo vedo voglio sempre saltargli addosso e non resisto, ho bisogno di toccarlo. Cazzo.
 
Eppure le sorprese non finiscono mai.
Il giorno dopo ci vediamo ed andiamo tutti insieme ad incontrare il tipo della Warner che conosceva Brad.
Parlano per lo più lui e Mike, i capi del gruppo in pratica, ed io mi perdo in quello che interessa a me.
Rivederlo è stato traumatico perché mi sono sentito di nuovo una puttana, come tutta la notte.
Ci siamo visti, ci siamo fatti e se ne è andato senza nemmeno una parola dolce, una carezza, un che cazzo ne so.
Mi fa sentire una puttana quando io non voglio esserlo. Spesso lo faccio di proposito però con lui non vorrei.
Sospiro.
È vero che è peggio per me ogni volta che riesco ad averlo, perché lui può fare a meno di me, sono io che non posso e che ho bisogno di canne per superare l’attacco di panico.
Come cazzo possono venirmi attacchi di panico se non lo vedo?
Stamattina che l’ho rivisto mi sono sentito subito meglio e già so che quando non lo vedrò starò di merda.
Cazzo, se sta cosa con sto tizio va male mi scarica di sicuro e dice che ci ha provato ma che non è andata e che non ha senso tenermi. La scusa perfetta per piantarmi. Poi magari si cerca un altro cantante.
Perché non può dirmi che non sono bravo, so di esserlo. E so anche di essere quello che cerca.
Ad un certo punto però succede qualcosa, mentre loro parlano. È… è qualcosa di inaspettato che giuro non avrei mai pensato.
Stavo già immaginando la scena catastrofica in cui me ne sarei andato da qua.
- E poi c’è lui! - E mi indica. Mi raddrizzo subito sulla sedia e lo fisso con l’intenzione di ucciderlo. Mike mi vede subito sulla difensiva e mette le mani avanti per me, ansioso. Non ho ancora capito come diavolo sta andando ma se dice ‘c’è lui’ con quel tono non mi piace.
- Cosa c’entra? -
- E’ il secondo cantante, no? - Dice con aria ovvia.
- Bé sì… lui… - Non lo fa parlare.
- Non è comune che un gruppo di musica diciamo così alternativa usa due cantanti ma è curiosa l’idea che uno si occupi del rap e l’altro del metal. - Silenzio. Nessuno respira. Ora non capisco che cazzo c’entro io comunque e glielo sto per chiedere ma conclude. - Però l’avete usato poco, io lo inserirei di più. Impronterei le canzoni su tanto metal quanto rap… gli darei spazio perché in quel poco che fa si capisce che è davvero bravo. Cioè ha talento secondo me. Ho orecchio per queste cose, li riconosco subito quelli bravi. Urlare intonati non è da tutti. -
Stringo i pugni e Mike mi dà un calcio da sotto il tavolo.
QUELLO CHE FACCIO NON E’ URLARE! IO CANTO, IMBECILLE!
Però poi capisco che è un complimento dai sorrisoni di Mike che mi fanno ingelosire. Che stronzo, come osa sorridergli così?
Alla fine è un complimento e ringrazia e mi obbliga a ringraziarlo con un altro calcio, lo faccio a denti stretti ma insomma… diciamo che sembra stia andando bene, no?
Bè sostanzialmente capisco che dovremmo cambiare un po’ di cose ed essere più equilibrati nei due generi che vogliamo utilizzare, darmi più spazio -GRAN BELLA COSA- e che…
Cazzo. Aspetta un attimo.
Significa che è andata bene.
Quando si alzano stringendosi le mani ed il tipo la porge a me lo capisco e lo realizzo.
Sono tutti un po’ sotto shock ma io non ho ancora capito un cazzo o meglio lo sto capendo ora.
Credo che fino ad ora sia uno dei momenti più belli della mia vita.
MERDA MA ABBIAMO IL CONTRATTO!
Ok, per un momento arrivo a pensare che forse la vita non è sempre e solo merda, che forse i rischi a volte valgono la pena, che magari Mike era solo uno scoglio per arrivare a questo, a questo fottutissimo momento splendido e che… e che a volte ne vale la pena… oddio, a volte ne vale la pena.
Oddio, ho detto oddio… non lo dico mai, non ci credo ma… oddio… forse… insomma, alla fine bisogna solo iniziare con una cosa.
Non so perché, cosa, come e quando… cioè si è confusi, non si sa dove sbattere la testa, si sta andando a fondo, non si hanno più cartucce però basta cominciare da qualche parte, in qualunque modo. E non importa nemmeno quanto duramente ci provi, basta iniziare. Fare un fottuto qualcosa.
Devo tenerlo a mente.
Devo ricordare questo momento, quello che provo, quello che sento.
Questa maledetta felicità perché almeno con la musica sembra che potrei farcela. Almeno l’altra cosa per cui pensavo valesse la pena vivere… per cui vivrei… per cui potrei rinunciare eventualmente a Mike… che forse… forse potrebbe farmi dimenticare la dipendenza da lui. Se almeno una dannata cosa andasse bene e mi farebbe felice non dovrei aver bisogno di tutto il resto. Di farmi male. Di dimenticare. Di sentirmi in un certo modo. Di qualcuno che mi salvi. Di scopare Mike.
Sto dicendo queste cose a me stesso ed un giorno lo spiegherò a qualcuno ma tutto quello che so ora come ora è che, dannazione, il tempo è prezioso.
Devo solo guardarlo volare come i fottuti dondolii del pendolo che aveva a casa mio padre.
Odiavo quel pendolo. Lo guardavo tutto il giorno nella speranza che qualcosa cambiasse ma poi era sempre tutto uguale. Non mi faceva passare un cazzo.
E poi ora mi rendo conto che l’orologio porta via la vita in un modo irreale e pazzesco e sul momento non sembra, non te ne rendi conto. Tutto va e tu pensi di essere lì fermo, poi un giorno ti succede qualcosa e capisci e guardando giù, fuori dalla finestra, vedi che il tempo è andato e continua ad andare e tu sei diverso. Sei fottutamente diverso. Sei cresciuto. E qualcosa di bello ti capita. Qualcosa che ti aiuta a resistere.
Ma quella volta non potevo sapere che un giorno sarei stato felice di essere vivo. Che sarei stato contento. Che mi sarebbe successo qualcosa di bello.
Ho sempre tenuto tutto dentro e ci ho provato a superare le mie merde, alla fine è crollato tutto, sono diventato un drogato di merda, ho fatto stronzate, mi sono sposato per combattere la mia sessualità… sono caduto… però ora… ora capisco… quel che è significato tutto quello per me è, alla fine, il ricordo di un tempo di merda in cui comunque ci ho provato duramente ed intensamente. Ed alla fine non importava quello che passavo. Dovevo cadere e perdere tutto per arrivare qui, ora, in questo modo ed avere questo piccolo successo. Questa piccola conquista, questa piccola speranza dannata.
Cazzo.
Una cosa, non so perché, non importa proprio quanto ci provi ad uscirne, se sei nella merda lo sei. Non ne uscirai prima del tempo. Del fottuto tempo giusto, quando sarai cresciuto, non so. Però ci proverai per tutto il tempo duramente. Ed un giorno, quando ne uscirai, capirai che doveva andare tutto così e che in un modo assurdo e pazzesco forse ne è anche valsa la pena se in qualche modo è quello che ti ha fatto arrivare lì, a quel traguardo pazzesco.
Ed ok, ho trovato gente che mi ha preso fottutamente in giro e mi ha considerato una sua proprietà. Tanti. Sam stessa mi crede così e tutti i momenti in cui io e lei litighiamo mi sorprendono perché ci siamo quasi uccisi tante di quelle volte… eppure sono andato così lontano.
Nonostante lei, nonostante mio padre, nonostante quel fottuto stronzo di merda che mi ha violentato, nonostante la droga, nonostante tutto sì. Sono sorpreso perché le cose non sono più come erano prima, quando mi capitava tutto quello. Ora in qualche modo le ho superate, no?
Sono qua, ho vinto qualcosa di importante.
E le persone con cui ho avuto a che fare, con cui litigavo, che mi picchiavano, con cui mi scontravo sempre ora non mi riconoscerebbero, ne sono certo.
Sam stessa, giorno dopo giorno, mi vede come un estraneo.
Non che poi lei allora mi consocesse… ma posso dire che alla fine tutto ha un senso, tutto si riscuote in qualche modo. Tutto si ritorce contro o si raddrizza.
E sai quando cazzo si raddrizza?
Guardo Mike che sorride felice e quasi piange dall’emozione e dalla gioia per quello che è successo.
Incontri una persona, ad un certo punto.
E riponi in lei la tua fiducia. Nella persona giusta. Ecco qua cosa ho fatto. Mi sono spinto fottutamente lontano, ho rischiato, mi sono buttato ed ora… ora non me ne pento.
E per tutto questo c’è solo una cosa che lui dovrebbe sapere perché nel bene o nel male è lui il fulcro di tutto. Perchè nessuno mi voleva nel gruppo, solo lui.
Dovrebbe sapere che ci ho sempre provato a vivere bene ed essere felice senza ottenere buoni risultati, alla fine dovevo perdere tutto e finire nella fottuta ultima spiaggia, incontrarlo e vivere tutto questo, per essere felice e vedere quanto invece io sia arrivato dannatamente lontano dal merdoso ragazzino sfigato che ero una volta, quello che voleva uccidersi e che guardava il coltellino come fosse la sua salvezza.
Ed alla fine non importa un cazzo di cosa è stato e di quanto male sono stato.
Doveva andare così com’è andata per poter arrivare così lontano.
Ed è grazie a lui.
Qualunque cosa mi leghi a Mike, qualunque cosa sia. Amore, sentimenti, dipendenza, speranza di salvezza… boh… qualunque cosa sia ora sono felice grazie a lui ed alla sua proposta di diventare il suo cantante.
Non potrò mai rinnegare tutto questo, mai. E mai lo farò. A questo punto non si torna più indietro.”
 
Oh cazzo!
Abbiamo il contratto!
Cioè abbiamo a disposizione uno studio serio per registrare le nostre canzoni e metterle su CD e farle vendere! Cioè insomma il sogno sta iniziando!
Sono completamente bloccato, non capisco un cazzo, sto qua e stringo mani, firmo cose e annuisco con una faccia da pesce, ascolto e pure capisco e rispondo razionalmente, insomma sembra proprio che sappia che cazzo sto facendo.
Poi scendiamo in strada tutti insieme, siamo tutti storditi e shockati, nessuno ha ancora detto niente. Ci guardiamo allibiti, abbiamo tutti le stesse facce… occhi sgranati, aria da sogno.
Anche Chester è dei nostri.
- Ce l’abbiamo fatta, cazzo! -
Lo dico io per primo perché nessuno osa ed allora lo faccio.
Ed è la cosa più dannatamente bella che potessi dire.
Mi salgono subito le lacrime agli occhi, mi sembra comunque troppo bello anche se non è detto che poi avremo successo e funzioni. Cioè potrebbe sempre essere un flop ma… ma piango lo stesso come un imbecille e sto per scoppiare, non so, sono troppo emozionato ed ho bisogno che qualcuno mi fermi prima che mi metta a saltare.
Ho bisogno che mi abbraccino.
Appena lo penso due braccia mi avvolgono in effetti e non pensavo fossero le sue, pensavo in Joe, Rob o Brad ma in lui no.
Però è lui e con la coda dell’occhio vedo solo distrattamente Brad che abbraccia Rob e Joe che telefona a non so chi.
Poi va tutto in blakout perché mi sciolgo nelle sue braccia e Dio sto bene, sto meglio, mi calmo immediatamente. È come se mi staccassero la spina.
Torno a respirare e mi rilasso.
Che figata.
Ricambio l’abbraccio ed affondo la testa nel suo collo.
Non voglio altro. Sto bene così.
In questo momento è tutto fottutamente perfetto e cazzo ora parlo come Chester!
È perché mi sta abbracciando ed a proposito del suo abbraccio forse penso sia tutto perfetto perché mi sta abbracciando come se ieri sera non fosse successi niente, come se non avessimo di nuovo litigato, come se… come se andasse come deve andare, bene. E non so come è questo bene. Come vorrei che fosse?
Utopisticamente?
Utopisticamente vorrei stare con lui, che lui fosse libero, che lo fossi anche io e poter vivere una splendida storia con lui alla luce del giorno, senza dovermi nascondere perché siamo due uomini e lui è sposato ed io fidanzato.
Però poi la realtà è diversa e solo dopo aver pensato questo mi separo in fretta da lui che però ride e non nota il mio panico, pensa che sia per il momento, per il contratto, per il cd che faremo.
Cazzo, ho appena detto che vorrei vivere una storia con lui.
Significa che non è solo sesso come gli ho detto stanotte. Significa che se gli sto lontano sopravvivo perché non sono uno autodistruttivo come lui, ma che però provo qualcosa… lo vorrei… non mi è indifferente… non è solo sesso.
E forse è l’euforia di questa gioia incontaminata che me lo fa pensare o forse finalmente lo vedo perché non ho spazio per mentire a me stesso.
Non so cosa sia, ma è così.
Dio, aiutami.
Cosa devo fare ora?
Il caos mi invade ma posso permettermi di stare così perché abbiamo un contratto con una casa discografica.
Il primo a dirlo e distrarci è Joe che mi salta letteralmente sulla schiena e mi impedisce di pensare oltre a questo casino.
- ALLORA SI FESTEGGIA! TUTTI AL BUM BUM CHA E POI DA MIKE FINO ALL’ALBA! -
Che poi è pure venerdì, domani nessuno ha impegni… è una specie di segno?
Direi che forse le cose cominciano a girare e da come è contento Chester mi sa che la pensa così anche lui.
 
Prima di dire A siamo tutti al solito locale a fare casino, bere, dire cazzate e ridere come matti. Continuiamo ad oltranza ed è solo un breve momento quello che riesco a strapparmi con Rob prima della ciocca completa.
Quando andiamo a prendere da bere e gli chiedo con aria da maniaco.
- Dai che ho visto che vi siete abbracciati subito! State proprio bene insieme! - Rob, un po’ ubriaco anche lui, arrossisce come un verme e mi sgomita facendomi stare zitto.
- Non stiamo insieme, piantala! -
Io rido.
- A chi vuoi darla a bere? - In risposta mi ficca in bocca dieci cannucce e siccome sono idiota le tengo anche quando torno al tavolo, gli altri piangono dal ridere e mi fanno foto.
Poi capisco sempre meno, solo che ad un certo punto Brad, quello più in sé, propone casa mia per finire di disfarci onde evitare di non arrivare sani e salvi a destinazione.
Guida lui ed andiamo tutti in una sola macchina perché poi non arriveremmo mai.
Appena metto piede da me gracchio allegro che ho fame e che farò un dolce con la cioccolata, Joe mi viene dietro per aiutarmi e Rob e Brad scuotono la testa.
- Ma tu sei una frana in cucina! - Esclama Chester; è sulla via dell’alcool anche lui, perché interagisce tranquillamente con me.
- Un vero disastro. - Asserisce laconico Brad, dal suo tono si sente che sta per partire anche lui. Rido e gli tiro una birra che prende miracolosamente al volo. Un’altra però la fa cadere, ovviamente schizza e fa effetto… birra che cade e che schizza!
Insomma, il disastro e ci si ubriaca solo con l’odore che c’è in giro.
Grido di pulire e beatifico Rob perché mentre Brad si siede nel divano non volendone sapere proprio per un cazzo, lui invece pulisce davvero.
È così che io e Joe ci mettiamo a fare un cazzo di dolce con la cioccolata ma non sapendo che fare prendo i biscotti e li sbriciolo tutti saltandoci sopra, poi apro la confezione e li metto in un piatto, dopo di che apro la nutella, la scaldo un po’ nel microonde e quando è sciolta la faccio colare sui biscotti sbriciolati.
Dopo di questo lo presento davanti a Joe e Chester vittorioso.
- Ecco qua il dolce! - Joe ride cadendo per terra e non so perché, anche Chester ride e mi prende per il culo.
- Questo non è un dolce è un errore culinario! - Ma che parole usa? Gli faccio il dito e la linguaccia dopo di che dico con aria di sfida:
- Ah sì? Ti faccio vedere io se non è spettacolo! - E con questo ficco la mano dentro il piatto, prendo della ‘roba’ e me la metto tutta in bocca. Non un dito o due, tutta la mano.
Poi godo indecentemente perché è davvero la fine del mondo.
Mi sento un vero maiale che razzola nel fango ma mi sento dannatamente bene! Mi sto divertendo un sacco.
Quando riapro gli occhi Chester mi fissa scettico.
- Che sei spettacolo non ci piove… ma non mi convincerai mai che è buona quella roba! - Ok, non ha un bell’aspetto ma non significa niente.
Grugnisco qualcosa e tiro fuori la mano sporca di cioccolata, briciole di biscotti e saliva, quindi, ormai ubriaco come sono, la rimetto nel piatto, la sporco tutta e gliela porgo.
- Assaggia e dimmi se non è buona! - Penso di avere anche la bocca oscena ma non importa. Lui mi guarda come fossi matto e indietreggia.
- Non ci penso nemmeno, voglio stare vivo! - E’ comico detto da lui ma non dico niente.
- Ah sì? - Prendendola per una sfida metto giù il piatto e veloce come un anguilla gli vado davanti, gli prendo il collo per dietro e, una volta che è contro il frigo, gliela ficco in bocca. Non la apre subito quindi si macchia tutta la faccia prima che si arrenda ad aprirla.
Ecco che gliela metto dentro davvero.
- Ora assaggia e dimmi se non è buono! - Dopo che me la tira fuori per non soffocare -penso di avergli toccato le tonsille- lo vedo che sente il gusto e che manda giù, quindi si ferma ed invece di attaccare come poteva fare, mi guarda stupito.
- Bè però, mica male! -
- Mica male?! È buonissimo! - Dico convinto mentre sto per leccarmi la mano coi resti che ha lasciato.
Cazzo, ma mi rendo conto di cosa stiamo facendo? No.
Stiamo mangiando dalla mia mano senza preoccuparci che è piena delle nostre salive. Insomma, dopo i precedenti questa era da evitare…
Però non me lo permette perché mi prende il polso in questione e prima di farmi capire qualcosa l’attira a sé e… bè, la lecca lui ripulendola per bene.
Ecco qua. Ora me ne rendo conto.
Mi sta leccando la mano sporca di me e di lui e di cioccolata e biscotti.
E mi viene l’acquolina in bocca solo vedendo che me la lecca e come la lecca.
Con gli occhi chiusi e godendo con sospiri che mi fanno morire. Sembra stia scopando e siccome l’alcool è nelle mie vene glielo dico pure.
- Stai avendo un orgasmo? - Solo appena lo dico cerco Joe per vedere che sta pensando di tutto questo ma con gioia mi rendo conto che non è qua. Forse è andato a vomitare. In ogni caso non possiamo.
Ecco, qualcosa sta tornando. Un po’ di lucidità.
Colpa dell’adrenalina dovuta alla sua lingua sulla mia mano.
Dopo averla pulita tutta me la rimette nel piatto e me la porge come se fosse un cucchiaio.
Io la guardo. È piena della sua saliva, ancora, solo che sopra c’è la cioccolata.
Inghiotto a vuoto. Non so cosa mi faccia più fame ma una cosa è certa. Ho fame.
Ed allora mangio.
Apro e mi metto un dito in bocca. Sento il suo sapore dietro alla nutella e ai biscotti e chiudo gli occhi. Non li apro nemmeno quando lui mette in bocca un altro dito come non fosse la stessa mano. Come non ci appiccicassimo le teste per farlo. Come se fosse facile e normale.
Poi lecca il dorso mentre lo faccio col palmo.
Sembra un lecca lecca.
L’immagine del lecca lecca improvvisamente mi riporta in mente il nostro primo contatto sessuale e un’ondata pazzesca mi investe crudele e dannata.
Sono eccitato e voglio farmelo e non sono molto lucido da oppormi.
Sono troppo andato per evitare, quindi tolgo la mano e con quella pulita gli prendo il mento per poi leccargli intorno alla bocca, dove l’ho sporcato prima. Tiro via questo dolce spettacolare e lui non solo si lascia fare ma riesce a fare altrettanto con me perché siamo come incastrati in modo perfetto l’uno all’altro, viso contro viso, labbra contro guancia e ci muoviamo simmetricamente per poter fare quello che facciamo.
È dannatamente erotico.
La sua lingua sulla mia pelle, la pelle sensibile del mio viso e la mia sulla sua. Tiro via la cioccolata in fretta ma continuo. Siamo alla stregua di animali ed ora come ora potrei arrivare a fargli qualunque cosa.
O a farmi fare.
Perché non ricordo un cazzo delle mie idee precedenti.
Solo che mi piace fare questo giochino erotico. E mi piace lui.
Oddio se mi piace.
Mi piace da matti.
Continua, ti prego, non smettere.
Finisce che prendo io l’iniziativa e mi dirigo proprio nella sua bocca aperta, raggiungo la sua lingua e come se fosse un’altra parte del viso da leccare e pulire gliela succhio superando di nuovo il segno.
È colpa mia che mi sono ubriacato con lui nei paraggi. Non dovevo.
Ma ormai è tardi perché prima di pensare a qualcosa siamo con le lingue e le bocche avvinghiate incapaci di staccarci e di smettere.
Penso che non potremo mai.
È l’ennesima caduta. Mike, cosa pensi di fare? Curerai la tua follia o andrai avanti così a lungo?”

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Per chi non sa:
La Warner gli ha fatto il contratto e gli ha imposto una serie di paletti oltre che dato diversi indirizzi fra cui sullo stile musicale.
Mike è fra quelli che regge meno bene l'alcool ma gli piace fare festa come uno scemo e non si tira mai indietro.
La cioccolata è veramente afrodisiaca, non è una cosa sparata a caso.