*Eccoci qua! Questo capitolo introduce un evento reale nella vita di Chester, da lui narrato in un'intervista, a cui ho sempre pensato fosse avvenuto in un momento chiave. Al tempo stesso il gruppo si trova davanti al grande dilemma della canzone mancante in Minutes To Midnight. Ho voluto collegare in qualche modo i due avvenimenti e nel prossimo capitolo, che metterò mercoledì, capirete perchè e come li ho collegati. Personalmente ritengo il prossimo uno dei miei capitoli preferiti ma aimé dovrete aspettare mercoledì per leggere. So che ora mi odierete parecchio ma io sono una sadica e mi piace farmi odiare ogni tanto. Che l'evoluzione dei personaggi sia con voi! Grazie a chi legge e segue e commenta sempre facendomi davvero molto felicissima. Buona lettura. Baci Akane*

CAPITOLO LXXXIII:

LA CANZONE

Mike è molto stressato, ultimamente, quindi cerco di esserci sempre per evitare scoppi di bombe atomiche e cose simili.
Ormai siamo vicini all'uscita, l'album è quasi pronto, le tracce quasi tutte complete, ci sono solo i
ritocchi ed è il momento peggiore per lui.
Già fino ad ora è stato particolarmente provato.
E dire particolarmente provato non rende l'idea.
Da quando abbiamo iniziato a lavorarci effettivamente ad ora non ha ancora toccato il cazzo di biliardo nella fottuta sala relax, e l'ha voluto lui.
Questo è per rendere l'idea.
Mike passa ore ed ore ed ore chino sul suo computer, sul suo mixer e sul suo pianoforte.
Fa e disfa. Passa la giornata così.
Il momento in cui mi rompe il cazzo per rifare un certo pezzo è il meno, alla fine azzecco sempre al primo colpo e quando lo vedo che sta per esplodere per qualche motivo, canto da scemo apposta così ride e si rilassa.
Quando è da troppo che lavora e qualcuno si azzarda a proporgli una pausa salta su velenosissimo:
- E questa cosa chi la fa, voi che pensate solo a mangiare? - Ormai lo conoscono e non lo mandano nemmeno a cagare.
Però se gli porto il thé io si ferma e lo beve.
- Se glielo porto io me lo tira in testa, questo è razzismo! - Fa Joe come da copione fingendosi un bambino offeso. Quale poi è in effetti.
- Sì perchè sei grasso! - Dico io prendendolo in giro bonariamente, lui non se la prende, penso il senso dell'orgoglio non sia nato con lui.
- Sentite, andate a fare gli idioti di là che io non riesco a sentire bene questo passaggio! - Mike ci caccia antipatico come sempre e Joe gli tira un cuscino per poi andarsene, Mike nemmeno lo percepisce. Io gli lascio un bacio sulla nuca dove i capelli sono rasati molto corti.
- Anche se non è perfetto, sarà imperfetto solo per te perchè per tutti gli altri sarà perfetto comunque. -
Mike non se la prende. Perchè glielo dico io. Se glielo diceva un altro avrebbe gracchiato che sono cazzate. A me si limita a dire un paziente:
- Questo non toglie che non è perfetto comunque. - Non ci discuto. Esco e lo lascio fare.
Se un giorno io sono impegnato e non posso venire, gli altri saltano l'incontro e lasciano che Mike faccia da solo, perchè altrimenti ci litigano di continuo. Specie Mike e Brad. Perchè Brad ha una personalità molto forte e fa sentire la sua voce riguardo le cose del gruppo, come è giusto che sia. Mentre gli altri tendono a lasciare tutto nelle loro mani e a dire solo qualche piccolo parere discreto. Il punto è che mentre una volta Brad e Mike erano sempre d'accordo, ora capita che non lo siano perchè stiamo cambiando tantissimo ed in questi cambiamenti siamo qua a sperimentare. Quando si sperimenta si entra in un campo minato. Anche prima sperimentavano, però era diverso.
Prima erano partiti con un'idea precisa nata dalle loro due menti. Adesso nello spaziare c'è troppo materiale da considerare e a Brad piace una cosa mentre a Mike un'altra.
Solo che se nella vita comune Mike è uno che ascolta tutti e fa contenti tutti, nel lavoro si impone come un demonio, diventa un dittatore perchè lui è fottutamente convinto che le sue idee siano buone. Ascolta tutti democraticamente ma se uno la pensa diversamente lo tratta da inetto e continua a dire la sua e a ridirla e a ridirla finchè tutti, esasperati, non dicono che sono d'accordo.
È questo il suo modo di fare e di mettere d'accordo tutti. Finchè tutti non votano per le sue idee non va avanti. Però sa come fare per farli votare!
Mentre se ci sono io riesco a mediare e a fargli capire che anche gli altri a volte possono essere considerati.
O magari spiego a loro quello che lui vuole, a volte è così preso e concitato che non sa spiegarsi bene e si scalda subito, quindi io che lo capisco al volo parlo al suo posto e li convinco. Insomma, sono il suo mediatore. Quando si scalda troppo sono anche l'unico che lo calma.
E pensare che una volta era l'esatto opposto.
Beh, una volta non mi interessavano per niente gli affari del gruppo, però in generale mi davano tutti contro per qualunque cazzata e Mike mi difendeva sempre. Spesso ha litigato coi suoi amici per me.
Adesso restituisco i favori.
È che sono nella pace dei sensi, non ho un cazzo che non va, sono sereno ed anche il non dover urlare come un disperato in tutte le canzoni mi piace. Prima mi angosciava però ora che lo sto sperimentando mi piace. Posso anche cantare in modo diverso, trasmettere tristezza, drammaticità o altre cose. Abbiamo almeno cinque canzoni, nell'ultimo album, dove non devo gridare ed uso il mio vero timbro vocale. Sono rimasti a bocca aperta quando mi hanno sentito. Lo conoscevano ma l'avevano dimenticato. Non lo usavo proprio in questo modo, prima. Adesso ho un modo del tutto differente di cantare. L'hanno notato tutti. Anche magari quando rifaccio le canzoni vecchie. Riesco a rifarle allo stesso modo ma dicono tutti che c'è un qualcosa di diverso.
Ora non grido di disperazione e rabbia, ora grido perchè in quella canzone va fatto e basta.
Comincia a piacermi questa cosa.
Insomma, sto bene, sono sereno ed equilibrato ed è stranissimo.
Però sotto lavoro Mike si stressa tanto perchè è uno stacanovista del cazzo, non smette finchè non sviene. Vuole fare tutto e farlo al massimo e lo vuole anche rifare.
Non è facile averci a che fare, quando è così stressato è da impiccare e basta, non puoi fare altro.
Oppure devi essere Chester Bennington.
Visto che di Chester ce n'è uno, i ragazzi aspettano me.
A volte quando vedono che tira un'aria davvero tragica se ne vanno alla chetichella e mi lasciano solo con lui.
Finisce che scopiamo ed allora si calma.
Sono gli unici modi per staccarlo e rilassarlo come si deve.
Una volta ha raggiunto un picco assurdo di furore. Dopo un litigio con Brad in seguito a cui se ne sono andati tutti, lui è rimasto a fare e rifare un pezzo al computer, non riusciva a trovare l'intensità giusta. Poi andava di là, registrava un pezzo con uno strumento -che lui sa suonarli tutti-, lo inseriva nella canzone e imprecava.
Non trovava proprio quello che cercava.
Quando mi sono deciso a tirarlo via perchè stava per spaccare tutto, ci siamo fatti un bel bagno caldo, una bella scopata e mentre venivo godendo come un dannato lui ha fatto, fra i gemiti:
'ecco è questo che mancava!' ovviamente non ho capito un cazzo e son venuto.
Poi finito di scopare, nudo com'era, è andato di là e mi ha trascinato gridando di venire. L'ho odiato un sacco.
Mi ha messo dietro al microfono, in registrazione, e mi ha detto:
'Ora gemi!'
Al che gli ho chiesto se fosse scemo.
Ha insistito. Poi mi ha spiegato cosa voleva. Era confuso però ho capito perchè ormai io lo capisco sempre.
Questa è stata The little things give you away.
Bei ricordi.
Ormai manca poco, non so cosa non lo convinca in questo lavoro che fa e rifà. Insomma.
Il disco è completo, l'abbiamo fatto ascoltare ad alcuni privilegiati per un parere prima di mandarlo alla casa e ci hanno detto che mancava qualcosa, non sapevano cosa. Sti pezzi di idioti.
Ora Mike sta lì a pensarci e ripensarci.
Adesso è passato al pianoforte, lo sento borbottare fra sé e sé mentre passa da una stanza all'altra e lo raggiungo.
È seduto al pianoforte e sospira di continuo come una teiera.
- Che c'è? - Gli chiedo. Cosa che ora come ora, nero com'è, non farebbe nessuno.
- Manca qualcosa, hanno ragione. Per questo ci ho lavorato tanto. Manca qualcosa. - E' il solito fissato.
- Dai, non manca niente! Ormai è fatto! Cosa ci può mancare? - Non capisco nemmeno io, questa volta. Però non se la prende anche se è alterato in generale per la cosa che lo tormenta molto.
- No no. Manca. Manca una canzone. - Sgrano gli occhi e mi appoggio sul piano per guardarlo meglio.
- Una canzone?! Sono 11 tracce, abbiamo anche faticato coi testi come mai prima. Che canzone manca?! - Anche perchè è vero, mancano pochissimi giorni al lancio ufficiale che è già fissato.
Mike allora alza i suoi occhi neri e penetranti sui miei, occhi che in questo momento sembrano da pazzo, e risponde lugubre ed incisivo:
- Manca LA canzone. - Silenzio di tomba. I tuoni sono fuori ma mi sembra siano qua dentro. Non so.
- Manca LA canzone?! - Ripeto incredulo ed ebete. Questa volta si scoccia.
- Sì Chester. LA canzone! Hanno ragione! Manca qualcosa! LA canzone! Quella che dà il tono all'album intero, quella a cui pensi quando ascolti l'album. Manca. Abbiamo messo un po' di tutto davvero, ce n'è per tutti i gusti ma questa manca. Quella che dici... 'eccoli lì!' non so, perchè non mi capisci? Nessuno se ne rende conto? Solo io?! - Si sente un marziano e per un momento voglio spaccargli la faccia. Non mi parla come fossi un mentecatto, non si azzarderebbe mai, però il fatto che mi dica cose a cui non arrivo mi infastidisce. Mi manda in bestia non capire cosa dice. Lo capisco sempre.
- Manca LA canzone... - Continuo a ripetere a me stesso come se avesse senso, magari se lo ripete un giorno l'avrà.
Mike batte il piede spazientito, stringe la bocca in quel suo modo altero da padrone seccato. Lo odio. Perchè vede dove io non riesco a vedere?
Come osa?!
Improvvisamente, mentre sto per scoppiare, decido che saranno gli altri a fare da mediatori fra me e lui per questa volta.
Mi alzo dritto con la testa verso la porta aperta:
- RAGAZZI VENITE, MANCA LA CANZONE! - Sembra abbia senso. Sembra.
Poco dopo arrivano uno dietro l'altro.
- Dove l'hai persa? - Fa Joe come l'idiota che è.
- Hai provato a chiamarla? - Fa Dave pensando che stiamo scherzando. Del resto se me ne esco così...
Io sbuffo e capiscono che è una cosa dannatamente seria.
- Mike dice che manca LA canzone. - Premo di nuovo sul LA e Mike sbuffa, io gli lancio uno sguardo fulminante ed è Brad ad intervenire. Visto? Ci scambiamo i ruoli.
- Cosa intendi? -
Mike allora dice quello che ha detto a me ed io mi immagino un'altra litigata perchè nemmeno Brad capirà.
Però succede l'inaspettato.
Succede che lui invece capisce.
Cazzo, perchè?
- In effetti non hai torto. Me lo risento di continuo anche io e c'è davvero qualcosa che... non so... come che cercassi senza trovare... -
- Vuoi dire la canzone che colpirà più di tutte una volta che sarà ascoltato interamente? - Dice Rob. Perchè? Perchè cazzo lo capiscono ed io no?
Mike annuisce convulsamente.
- Esatto! Proprio questo dico! Come In the end e Numb per gli album precedenti! Qua manca! Sono tante buone canzoni ma quale? Quale può essere LA canzone? Capite? Leave out all the rest, Bleed it out, Shadow of the day saranno i singoli decisi, magari pure Given up... però dico... dai... manca. Manca QUELLA, no? Non lo pensate anche voi? - Cosa cosa? È un miracolo questo?
Mike che chiede un parere ad un altro quando lui è fottutamente convinto di qualcosa?
Ma porco diavolo!
Tutti annuiscono e gli danno man forte ed allora visto che io sono seccato che non ho capito subito cosa voleva ed onestamente non so nemmeno se abbia ragione o no -di solito ce l'ha sulla musica-, borbotto un 'auguri' fra i denti e me ne vado nella sala relax.
Si arrangino. Io ora non riesco a tirare fuori niente. Non puoi fare una canzone del genere a comando.
È la canzone più importante dell'album, non so se se ne rendono conto, i geni.
Ma non puoi farla tic e tac, a comando, su due piedi ed in così poco tempo.
Per scrivere i testi, solo i testi, ci abbiamo impiegato mesi e mesi, è stato difficilissimo!
Loro pensano di trovarlo ora così in un istante perchè lo vogliono?
E non so nemmeno perchè ce l'ho tanto. Non hanno fatto niente, dopotutto.
Prendo la rivista di musica che è arrivata oggi e la sfoglio, l'attenzione viene attirata da un articolo su di noi perchè il nuovo album, atteso da quattro anni, sta per uscire.
Scorro le righe furiosamente, parlano del nostro passato, dell'inizio dei geni e cose così.
E poi si chiedono se io sarò ancora il grande esterno del gruppo o se questa volta sarò capace di farne davvero parte.
Ecco cosa cazzo mi manda in bestia in questo momento, perchè me ne sto di qua a brontolare.
Perchè è come essere tornati indietro.
Loro di là che fanno qualcosa insieme ed io di qua da solo come un coglione che non riesce a stargli dietro.
Stronzo del cazzo che non sono altro.
E stronzi quelli che scrivono queste stronzate!
Cosa cazzo ne sanno di me?
Niente!
Non sanno cosa ho passato, non sanno che i testi dei primi due album sono fottutamente miei perchè vengono da quello che ho passato io!
Non sanno che è la mia disperazione e la mia rabbia ad averli ispirati, non sanno che è su questo che si basa la nostra musica!
Non sono un fottuto esterno!
In questo gruppo ci sono più di chiunque altro e fanculo, fanculo cazzo!
L'estero... l'esterno del loro buco del culo!
Ma mi sono rotto il cazzo.
Io faccio parte di questo gruppo e glielo dimostrerò!
Non sanno nulla di me, nulla!
Ora li accontenterò.
Ci impiego un nano secondo a prendere accordi per accettare un'intervista che mi avevano proposto e ne fisso un'altra con un giornalista che so mi sta sempre fra i coglioni per sapere tutto quello che può.
Ora dico ben io come stanno le cose. Che cazzo!”

Quello che si scatena da qua a poco ha la portata di un uragano forza dieci e non avevo effettivamente idea delle conseguenze, quando ho letto l'intervista di Chester.
Non avevo idea che se la fosse presa tanto e delle sue intenzioni.
Quando gli chiedo spiegazioni sono solo sorpreso e niente di più.
- Non è che devo dirti tutto, eh? Solo perchè l'ho fatto senza dirtelo ora mi chiedi perchè! - E' piccato e piccato è dir poco. Ha il tono da impiccagione.
Lo guardo e conto fino a cinque, respiro a fondo e con calma marcata rispondo.
- No, non devi. Però lo fai sempre. Sei tu quello che mi racconta anche quante volte caga! - E' vero, lo fa. Quando caga mi scrive un sms dicendo che era bella grande e dura!
A questo pare calmarsi e gliene sono grato.
Sospira e riguarda l'articolo dove si parla delle sue origini, del suo passato burrascoso e di tutti i problemi. Tranne che l'ultima parte. Arriva a parlare dei problemi di dipendenza prima di arrivare nel gruppo, quello del 2004 e della prima parte del 2005 non ne parla.
Però dice dello stupro da ragazzino, del suicidio dei suoi amici, del bullismo di cui era vittima di continuo, del quartiere povero, dei genitori separati, della sua quasi anoressia e di un sacco di altre cose.
Mi si stringe il cuore rileggere queste cose, ma lo vedo ora e lo vedo forte. Anche se a volte sembra di nuovo pazzo. Però è un pazzo gestibile.
Ora ha superato tutto. Sono tranquillo.
Qua a casa siamo solo io e lui, i ragazzi sono andati via annusando aria di tempesta che poi non c'è davvero.
La canzone non siamo riusciti a farla, ovviamente. Abbiamo una vaga idea per la musica ma il testo fatica ad uscire. Abbiamo meno di una settimana per farla prima dell'uscita dell'album. O dovremo posticipare.
Però poi è arrivato Joe con questo giornale dove c'è l'intervista di Chester. Deve averla fatta chissà quando, non ci aveva detto.
Chester, finalmente calmo, me ne parla.
- E' successo quando hai sbroccato per LA canzone. Mi sono sentito escluso. Poi leggo l'ennesimo articolo che parlava di me come esterno al gruppo e non ho resistito. Ho subito visto uno dei giornalisti che mi avevano chiesto di parlare con me. Ero fuori. Non ce la facevo più. Gli ho detto tutto delle mie origini. Ero così... così incazzato... loro non sapevano niente di me, cazzo! E mi criticavano! Almeno ora sanno e se proprio devono dire qualcosa, che sia vera! Il nuovo numero era già pronto per uscire ma ha fermato tutto ed inserito l'intervista immediatamente, per questo è già uscita. - E' ancora agitato, quando ne parla, ma non è proprio furioso.
Gli butto in parte la rivista che stringe fra le mani e mi avvicino sul divano, gli metto un braccio intorno alle spalle e penso che sia il primo momento di questi ultimi giorni da inferno in cui riesco a rilassarmi al di là del lavoro.
Chester si appoggia docile contro di me e cambia tutto di netto.
Quando serve davvero siamo sempre qua a sostenerci a vicenda. Siamo i primi a fare i dementi, ma siamo i primi anche a fare i seri quando serve.
- Hai fatto bene, se te la sentivi. - Dico alla fine. Penso si stupisca di questa mia uscita.
- Davvero? - Sorrido e lo sbircio, lui fa altrettanto e ci fissiamo da vicino rimanendo comunque appoggiati l'uno all'altro e cinti così intimamente.
- Sì... -
- Ma tu sei contro queste cose. Odi quando si parla del personale e del privato. Sei fobico! - Sono veramente fobico, a volte sfioro la follia, me ne rendo conto. Passo più tempo a tenere tutta la mia vita coperta che altro.
Ridacchio.
- Lo sono perchè ho una cosa importantissima da nascondere che per nulla al mondo deve essere resa nota. - Semplifico la questione ma lui sa perchè sono così fissato col nascondere la mia vita privata. Se si sapesse che in realtà il mio matrimonio con Anna è un mezzo disastro, che siamo solo due amici sposati che si danno reciproci privilegi e che in realtà amo Chester... beh, si scatenerebbe un putiferio. Sono cose personali. - Tu però puoi fare tutto quello che vuoi, con la tua. - Alza le spalle.
- Prima me ne vergognavo. Sai... di essere stato violentato e cose così. Ora ne vado fiero perchè ne sono uscito, ho superato tutto. Ora sono forte. Sono cose che mi hanno fatto diventare uomo. Sentirmi ricoprire di merda ingiustamente mi mandava in bestia. Fanculo, non sanno niente di me! - Sorrido. È tipico suo. Per lui noi ci potremmo dichiarare al mondo quando voglio, solo che poi la vita sarebbe un inferno. Io sono realista.
Non siamo persone sconosciute ed anche per questi sarebbe comunque un problema.
- Va bene, dico davvero Chez... - Lo rassicuro ed è bello, per un momento, non pensare al lavoro ed a quella maledetta canzone del cazzo.
Sorridendo sollevato alza la testa e cerca le mie labbra. È un altro rispetto ad anni fa, era così tormentato, ha sbagliato così tanto ed ora... ora guarda... guardalo dove è arrivato. Cosa ha fatto.
Ha pulito sé stesso.
Ha pulito tutto.
Può esserne davvero orgoglioso.
C'è in questo momento come una lampadina che si accende nel cervello.
È la lampadina dei colpi di genio, Chester la definisce così.
Strizzo gli occhi che sono comunque chiusi, percepisce subito, dal mio bacio, che ho qualcosa. Si separa e sto per catturarlo, sto per catturarlo davvero ma si ferma col telefono di Chester.
Sbuffa e risponde, momento magico interrotto. Capita spesso purtroppo.
Continuo a pensare a quella strana sensazione che ho avuto prima ma non riesco proprio a...
e poi la voce alterata di Chester attira la mia attenzione.
Qualcosa non va.
Parla con qualcuno che lo sta facendo quasi urlare.
- Senti, sono in sede, ok? Sai dov'è! - Sgrano gli occhi e lo fisso mentre butta il telefono sul divano dove era seduto e si mette a camminare avanti ed indietro come un matto.
- Cosa... -
- Mio padre! Mi ha urlato subito dove cazzo sono. Ha letto l'intervista. - Sbianco.
- Non sapeva niente? - Si mette a ridere in modo isterico e per un istante mi paralizza, sembra tornare indietro. Ho paura, non lo nascondo. Resto seduto dove sono, le ginocchia sono molli, non riuscirei mai ad alzarmi.
- No, non sapeva niente. Eppure mi aveva in casa, eh? Vivevo con lui! Come cazzo puoi non accorgerti che tuo figlio è a pezzi? È una cosa che ho sempre odiato, di lui! Mi vedeva come un fottuto fallito e solo quando sono diventato qualcuno ha avuto le palle di dirmi che dopotutto si sbagliava. Bene, mi dico io. Posso archiviare anche questo. Non volevo che venisse fuori tutto questo, dannazione! Non così! Ma sai una cosa? Magari si rende conto che padre di merda è stato! Si vedeva che stavo come un cane! Ero anoressico, non dormivo mai, avevo un aspetto orribile e tornavo a casa sempre pestato! Non mi ha mai chiesto un cazzo! Dopotutto non va male se si accorge di cosa ha fatto! - Sta per scoppiare un casino, me lo sento.
Chester è un treno infuriato e si alimenta parlandone, io non so come calmarlo e non ne ho nemmeno tempo. Quando vado ad aprire suo padre è sulla porta.
Prima è partito per Los Angeles e poi ha chiesto dove era per poter arrivare subito.
Entra come un caccia e Chester è in mezzo alla stanza. Li separa il famoso biliardo e per un momento vorrei baciarlo, quel tavolo.
Perchè sono entrambi due tori infuriati.
- Come cazzo hai potuto dire queste stronzate? - Oh bene, non ci crede! Apriti cielo.
Sto in mezzo perchè Chester potrebbe saltare sul tavolo e farlo fuori.
- Stronzate? Ma ti ricordi com'ero? Mi hai mai guardato? Pensi che non mangiassi perchè odiavo la tua cucina? Nemmeno alzavi un dito ai fornelli! Odiavo la vita, volevo morire! Speravo di crepare! Non dormivo! Stavo di merda! Mi pestavano ogni giorno! Non dirmi che non ti sei mai accorto di niente! - Urla subito ma non arriva a toni tremendi. Però sta tremando di rabbia, è furioso come non lo vedevo da tempo. Non ricordo nemmeno quando è stata l'ultima volta.
- Sei stato violentato?! Sei stato davvero violentato?! - Si prende il viso fra le mani e poi con un raptus prende il triangolo che raduna le palline in centro al tavolo verde del biliardo e lo scaglia per terra con rabbia, fa un casino assurdo e poi urla. Questa volta davvero.
- CERTO CHE MI HANNO VIOLENTATO! PERCHE' NON CI PUOI CREDERE?! PERCHE' TI RENDERESTI CONTO CHE MENTRE ANDAVI A RISOLVERE I CRIMINI IN GIRO CE N'ERA UNO SOTTO IL TUO STESSO TETTO E NON L'HAI MAI VISTO?! PERCHE' TI RENDERESTI CONTO DI CHE PADRE DI MERDA SEI STATO?! SONO STATO VIOLENTATO, CAZZO! SE CI VUOI CREDERE BENE, ALTRIMENTI FANCULO! - Ok, io non arriverei mai a mandare a fanculo mio padre ma lui è veramente fuori di sé e non lo posso biasimare. Suo padre fa il giro del tavolo dall'altra parte di dove sono io ed in un istante è al colletto di Chester, lo tira e lo strattona, io li raggiungo, si spingono a vicenda. È un casino assurdo, cerco di fermarli ma non riesco, suo padre ha una forza pazzesca e non si capisce niente.
- DIMMI IL SUO NOME! DIMMI CHI E'! DIMMI CHI CAZZO E'! - Perchè? Perchè non ci può credere e basta? Perchè non può solo abbracciarlo, scusarsi e piangere con lui?
Perchè deve essere così?! Non ha sofferto tanto già da solo? Non sono padre e figlio! Come può essere così? Ti prego. Ti prego, aiutali.
Alla fine Chester grida il nome del suo violentatore e suo padre è come se gli venissero staccati dei fili. Come se non ci fosse più corrente.
Lo lascia immediatamente e Chester ci rimane male, barcolla e lo fissa.
Suo padre è pallido, ora. Fissa per terra come se sapesse chi è e... e sapesse qualcos'altro.
- Cosa?! - Chiede Chester capendo la stessa cosa.
- E' stato violentato anche lui, da ragazzo. Era una cosa risaputa all'epoca l'aggressione che ha subito. - Perchè? Perchè questo segna un punto?
Segna la fine di un'epoca.
La fine di qualcosa.
La fine di... di un incubo?
In qualche modo.
In qualche modo c'è una fine, in questa scoperta.
Ed anche Chester la vede.
Lo so che la vede.
E so che farà la cosa giusta.”

______________________________
Per chi non sa...
E' vero che Chester dopo 'il ritorno' è il mediatore di Mike ed è vero che quando lavora Mike diventa ossessivo compulsivo, è uno stacanovista piuttosto insopportabile, l'unico con cui di solito non urla è Chester, che spesso è anche l'unico a capire cosa intende e a spiegarlo agli altri.
In Minutes To Midnight, il terzo album del gruppo, a poco tempo dall'uscita, davvero poco, viene fuori che manca LA canzone identificativa, così si trovano a lavorarci su in pochissimo tempo, a record, per farla ed inserirla senza rimandare il lancio del disco. Glielo hanno fatto notare degli amici che hanno ascoltato l'album in anteprima.
È vero che hanno impiegato molto più tempo del solito per i testi, hanno fatto molta fatica con quelli, cosa che di solito non gli procurava così tanto lavoro. Un po' perchè appunto cercavano l'evoluzione a tuttotondo e quindi non potevano semplicemente fare come prima, un po' perchè venivano da una pausa non indifferente, una pausa durante la quale si sono disfatti e ricostruiti cambiando.
Proprio in quel periodo Chester, esasperato dall'ennesimo articolo di gente che dice che lui è un esterno del gruppo e che dice cose non vere su di lui, sbotta e rilascia questa intervista su di sé e sulle sue origini dove dice tutto. Suo padre, che non sapeva niente della violenza e di certe altre cose, lo viene a sapere così e, parola di Chester, scoppia il putiferio. Fra urla e recriminazioni viene fuori che il violentatore di Chester era stato violentato a sua volta da ragazzino. È vero che un padre che non si rende conto dell'enorme abisso in cui verte il figlio è per forza un padre poco presente e poco attento, Chester non ha mai dato dettagli su questo argomento ma scatta la logica. Si sa che ha vissuto un'infanzia tremenda e che era con suo padre.