NOTE: ok, sono ancora ufficialmente in periodo Bennoda e penso che qualcuno non se ne dispiaccia… questa non è il seguito di Convalescenza che avevo promesso, che però arriverà a giorni penso, e non è nemmeno collegata a quelle che ho scritto fin’ora su questi due cari tesori. È sempre su di loro ma è a parte. Rileggendo il testo di In Pieces scritta interamente da Chester mi si è messa a suonarmi una banda intera in testa… ho visto tutta la scena e non ho potuto non scriverla nell’immediato. Ho usato un po’ il testo della canzone durante la fic, ma naturalmente adattandola alla situazione. Questa è un’alternativa valida a come potrebbero essersi messi insieme questi due…
Per il resto potrei pensare ad un prequel, che ne dite?
Allora, intanto grazie a chi vorrà dirmi la sua e a chi leggerà.
Poi buona lettura.
Ed infine Baci Akane!

IN PIECES


Mi dici di andare via
ma le mani mi pregano di restare
le tue labbra dicono che tu ami
i tuoi occhi dicono che odi
c'è la verità nelle tue bugie
c'è il dubbio nella tua fede
quello che hai costruito
sei portata a sprecarlo
c'è la verità nelle tue bugie
c'è il dubbio nella tua fede
tutto quello che ho è
quello che tu non hai preso
quindi, non sarò l'unico
l'unico a lasciar andare
in pezzi questa storia
e tu, tu sarai sola,
sola con i tuoi segreti
e sola con i tuoi rimpianti
non mentire.
mi avevi promesso il cielo
e poi mi hai gettato come una pietra
mi hai avvolto tra le tue braccia
e raffreddato fino alle ossa
c'è la verità nelle tue bugie
c'è il dubbio nella tua fede
tutto quello che ho è
quello che tu non hai preso
quindi, non sarò l'unico
l'unico a lasciar andare
in pezzi questa storia
e tu, tu sarai sola,
sola con i tuoi segreti
e sola con i tuoi rimpianti
non mentire.
quindi, non sarò l'unico
l'unico a lasciar andare
in pezzi questa storia
e tu, tu sarai sola,
sola con i tuoi segreti
e sola con i tuoi rimpianti
non mentire.


Scommetto che guardando la mia faccia apparire al di qua della porta si sta chiedendo come cazzo io abbia fatto a sapere che era qua.
- Che fine hanno fatto le tue chiavi? - Chiede sforzandosi di apparire noncurante.
Oh, ma io so che in questo momento sta rivivendo tutto quello che c’è stato prima di questo istante. Dopo quello che è successo pensa davvero che io non sappia precisamente dove possa trovarlo?
Illuso!
No, non è un coglione, anzi fra quelli che conosco penso che sia l’unico a non esserlo per niente.
Si aspettava che io venissi a cercarlo, per questo è venuto qua, perché il suo secondo appartamento -nonché sede del gruppo- è l’unico posto dove possiamo avere un po’ di privacy.
- Non volevo fare il maleducato ed entrare come mi pareva sapendo che tu eri dentro. - Alza un sopracciglio scettico che intende che io la maleducazione ce l’ho nel DNA, infatti commenta:
- Tirane fuori un’altra… - Ma si ostina a non chiedermi coma facessi a sapere che era qua, così spazientito glielo dico perché ci tengo che lo sappia:
- Sapevo che eri qua. Mi aspettavi, vero? - A questo punto non ha scelta che ammetterlo.
- Pensavo venissi prima. -
Ma non sembra contento di vedermi, ha un’aria strana… forse ci ha ripensato, forse si è fatto un paio di quelle seghe mentali cazzute ed ora mi vuole scaricare… Oddio, non che ci fossimo messi insieme… in realtà che cazzo siamo?
Entro senza aspettare che si sposti, così lo scosto maleducatamente e dall’occhiata che mi lancia sembra riconoscermi, finalmente.
Non lo sente, il mio stato d’animo?
Non è abbastanza evidente e rumoroso?
Forse no, forse vuole che io sia ancora più chiaro e diretto… bè, bello mio, ora ti accontento!
Chiudo la porta al posto suo e giro la chiave nella toppa lasciandola di traverso in modo che nessun altro in possesso di una copia possa entrare senza annunciarsi.
Mike nota il gesto e capisce le mie intenzioni che, cazzo, erano ovvie sin dal momento in cui ho suonato.
Perché porca puttana sarebbe venuto qua, se non lo volesse anche lui?
Sarebbe stato bel bello chiuso in casa da sua moglie, se non avesse voluto!
Sospira e si passa le mani fra i capelli corti, è a disagio ed in difficoltà, anzi, non sa proprio che pesci prendere!
Lo aiuto ben io.
Senza perdere del fottutissimo tempo di merda, mi avvicino e lo spingo subito contro il muro d’ingresso dove siamo ancora fermi.
Lui sgrana i suoi grandi occhi color pece quasi spaventato e alza istintivamente le mani per spingermi via, ma io faccio forza e resisto. Non intendo spostarmi.
Increspo le sopracciglia contrariato dal suo evidente non volerlo, ma è stupido da parte sua, io so che lo vuole altrimenti non mi avrebbe aspettato qua.
E poi ne ho bisogno, è come una crisi d’astinenza, aspettando sono diventato sempre più nervoso ed ora teso come una corda di violino sono tutto un nervo.
Anche lui ma comincio ad avere il fottuto sospetto che non sia per lo stesso motivo.
Si sarà rimangiato tutto.
Cazzo, non che abbia mai detto nulla e forse il fottutissimo punto è questo… non ne abbiamo parlato, non mi sono preso la briga di dire niente, dopo quello che è successo. E lui nemmeno. Non ci è riuscito, è andato in tilt e stop.
Ma ora siamo qua e possiamo rimediare.
- Chez… - Comincia con un tono lamentoso ed espressione cupa. Certo non quanto la mia quando lo sento cominciare così!
Senza voglia di ascoltarlo appoggio le labbra sul punto immediatamente sotto il suo orecchio, quel punto che io adoro succhiare e dallo scatto che fa direi che anche lui adora io tormenti.
Mi impadronisco di questa piccola porzione di pelle che assaggio con discrezione e contenendomi. Penso che non resisterò molto.
Mi spinge le spalle ma non c’è verso di smuovermi.
- Piantala… - Ci riprova ma non è molto convinto, solo combattuto. Schiaccio il mio corpo contro il suo immobilizzandolo, certo non davvero, la nostra differenza di forza è notevole, lo ammetto, ma non me ne sbatte un cazzo. So come avere il sopravvento, basta fare leva sui punti deboli.
I suoi ancora non li conosco ma li sto scoprendo molto in fretta.
- Dobbiamo parlare… - Continua mentre risalgo sul suo orecchio, succhio il lobo e poi infilo la lingua delineando sensualmente tutto il resto. Penso si stia mordendo il labbro, a giudicare dal respiro trattenuto.
- N-non… non doveva succedere… e… non succederà più… - La voce è roca e per niente convinta, sta pensando tutto l’opposto di quel che dice e non mi fermo.
Con le mani scendo alla sua vita ad alzargli la maglia, mi infilo sotto e apprezzo grandemente il fatto che sia così larga come il resto dei suoi comodi vestiti. Carezzo la sua pelle liscia e calda, risalgo i fianchi e mi soffermo sui capezzoli che tormento insensibilmente. Si irrigidisce come lo stessi torturando perché combatte con la voglia di rilassarsi e concedersi totalmente a me. Continua a cercare di spingermi via ma non mi muovo e non è che poi cerchi di scacciarmi con troppa convinzione…
Comincio succhiandogli brevemente alcune piccole parti del suo viso e lui tiene la testa piegata di lato, girata dall’altra parte, forse lo fa per negarmi l’accesso alla sua bocca ma a me sembra tanto un concedermi tutto quello che voglio. Perché così la sua tempia è mia, come le sue palpebre abbassate, i suoi zigomi, la guancia e l’angolo provocante della sua bocca che, come immaginavo, si sta mordendo.
- Hai sentito? - Mormora e nel suo tono sento netta la disperazione. Non sa come rifiutarmi, come scacciarmi, come convincermi… e non lo sa perché non riesce a farlo nemmeno con sé stesso.
- Convincimi… - Sussurro sul suo viso che continuo a tormentare senza ritegno, soffermandomi con la lingua dove lo sento sussultare.
Smetto di strofinare il mio bacino contro il suo per lasciare spazio alla mia mano che si infila sotto la cintura dei pantaloni e sotto l’elastico dei boxer. Trovo il suo membro caldo che già pulsa e lo prendo come se fosse mio di diritto.
Sento le sue forze venire a meno, è totalmente appoggiato a me e al muro ed ora più che spingermi via, sembra che si stia proprio tenendo.
- Vattene… - Ringhia ed i suoi occhi sono chiusi.
Mi dice di andare via ma le sue mani mi pregano di restare, ora sono allacciate dietro al mio collo e mi attirano a sé attaccando la mia bocca al suo viso che continua a mangiarmi veemente. Soddisfazione sulla mia espressione mentre mi stacco appena per vederlo meglio.
Gira di nuovo la testa verso di me mentre là sotto continuo a massaggiarlo con più velocità ed intensità, aumentando un ritmo che lo fa andare sempre più su di giri, si vede.
È astioso, confuso e infastidito, i suoi occhi mi dicono probabilmente che mi odia per quello che lo sto obbligando ad affrontare, quello che con tanta fatica ha tenuto dentro nascosto per tutti questi anni, ma la sua bocca pulsa, mi vuole.
Parla di nuovo fra gli ansimi, è contrariato e cerca una logica in questa fottuta irrazionalità che ci sta divorando.
- Non lo volevo davvero e non lo voglio ora… io non provo questo tipo di desiderio… sei un grande amico ma è tutto qua... Non voglio che le cose cambino fra noi… non voglio che ci mettiamo in una di quelle vuote relazioni di sesso che finiscono per rovinare tutto… Non voglio… - Ma c’è la verità nelle sue bugie, perché in realtà tutto quello che pensa è esattamente il contrario, basta togliere quei fottuti ‘non‘, cerca di convincere sé stesso… vedo il dubbio in lui, in quel che si sforza di credere.
Ha costruito un rapporto che ormai porta inevitabilmente in una sola direzione, se non ci assecondiamo sarebbe uno spreco.
Da quando lo conosco ho cominciato lentamente a dargli tutto e in vita mia l’ho fatto solo con lui e non me ne pento, solo che ora voglio dargli anche il resto.
E me lo voglio prendere.
- Non vuoi che questa storia vada in pezzi. - Se non lo facciamo, se non seguiamo la nostra reale volontà, tutto quello che abbiamo sfumerà, si spezzerà.
È così che possiamo conservare quello che di prezioso abbiamo costruito.
Quindi non sarò l’unico ad impedire che la nostra storia vada in pezzi perché se io ora me ne vado e faccio come dici poi sarai solo per sempre coi tuoi segreti e coi tuoi rimpianti.
- Non mentire… - Concludo prendendogli il labbro inferiore coi denti. Lui respira a fondo cercando di non svenire, penso, ma gli piace, gli piace come la mia mano sul suo cazzo.
Lecco la sua bocca schiusa e prima di infilarmi succhio l’angolo per farmi desiderare. Sente il mio piercing e sussulta.
Apro gli occhi senza staccarmi da lui, il respiro è sempre più corto mentre aumento il ritmo, il suo sguardo è carico di desiderio e confuso come non l’ho mai visto, sta combattendo, ma io nelle sue iridi notturne vedo la promessa di un Cielo e non lo mollerò mai.
Perché quando ieri ci siamo baciati, porca puttana, sei stato tu a prendere l’iniziativa ed io ti ho solo assecondato mentre mi aprivi tutto un altro mondo, un fottuto mondo che non mi ero mai illuso di poter possedere. E dopo avermi fatto assaggiare quel Cielo, mi hai mandato via come uno stronzo mettendo fine a tutto, gettandomi via come fossi una merda.
Lo so che non ero quello per te, non lo sarò mai, ma dopo un bacio simile venir spinto via e piantato in asso come un coglione non è il massimo. Ci ho messo molto a capire cosa fosse successo, cosa volessi e cosa dovessi fare.
Ora che ci sono non me ne andrò.
A rispondermi è lui che girando impercettibilmente il viso mi ripropone le sue labbra e questa volta aperte per cercare subito la mia lingua con la sua. Ci troviamo, le intrecciamo e ci uniamo fondendoci in un bacio tanto simile a quello di ieri quanto devastante, ma questa volta il freddo che ho provato dopo il suo rifiuto è un ricordo, perché le braccia mi circondano con forza e pienezza rivelandomi quella verità fra le sue bugie. Non credeva per un cazzo in quel che diceva e non ho una fottuta idea del perché sia così contraddittorio, ma ora non gli permetterò di mandare di nuovo tutto a puttane.
C’è un divorarsi di bocche, mentre ci muoviamo completamente presi l’uno dall’altro e sentiamo la carica erotica darci alla testa.
Lo sento muoversi contro di me in questo crescendo folle e finalmente tendendosi e tremando, raggiunge il culmine ansimante.
Smettiamo di baciarci e rimaniamo con le labbra a contatto, i fiatoni ed i corpi pulsanti, pieni di desiderio.
Un desiderio che non morirà così.
- Lo rimpiangerai se lo lasci andare in pezzi… -
Con turbamento mi guarda e sembra stia di nuovo lottando in sé, a questa vicinanza tremenda, per riflettere lucidamente. È una lotta che poi vincono le mie mani perché quando le separo dal suo inguine, lui se le prende e portandole alla bocca ne succhia le dita una ad una con grande impegno e provocazione, rispondendo in questo modo pericoloso che forse non avrebbe dovuto usare.
Mi bastava un semplice sì ed uno di quei suoi sorrisi disarmanti.
Ma questo non posso che concordare… è decisamente meglio!
Come se avesse acceso un interruttore, una miccia pericolosa, mi infiammo senza remore e frenetico, con le dita bagnate da lui stesso che senza pensarci si abbassa i pantaloni girandosi verso il muro, mi premo addosso stimolando immediatamente e poco gentilmente la sua apertura.
Mi faccio strada con le dita, quindi mi abbasso e mi aiuto con la lingua, lo sento gemere di piacere per questa impetuosa preparazione.
Non so se ha idea di che cosa sta per succedere, ma non può accendermi così e poi pretendere che io abbia riserve e che mi trattenga.
La sua voce che si leva in ansiti nell’aria mi toglie ogni sicura e me ne rendo conto quando l’altra mia mano è finita fra le mie gambe ad occuparsi del mio cazzo che non tarda ad indurirsi. Come Mike non ci mette molto ad essere pronto.
Mi rialzo e tornando ad appoggiarmi su di lui, sulla sua schiena e fra i suoi glutei, gli mormoro all’orecchio con voce roca:
- Sei pronto? - Cosa che naturalmente non può essere nonostante la mia ottima preparazione… è la sua prima volta con un uomo ma non me ne fotte un cazzo. Cioè vagamente mi dispiace che per lui non sarà piacevole come me, però non posso non andare avanti, non ora, non a questo punto. Non dopo che lui stesso, succhiandomi le dita, me l’ha chiesto.
- Mmm… - Un suono non ben identificato in risposta ed io gli scivolo dentro. Ci tendiamo contratti entrambi, per l’erezione intensa che ho è doloroso anche per me all’inizio, lo sento fare una normale resistenza così con sforzo, mordendogli prima il collo e poi il lobo, sussurro:
- Rilassati, porca puttana… rilassati, ti prego… mi stai uccidendo…. - E so che anche io sto uccidendo lui, ma se posso scegliere come morire, bè, questo è il modo!
Poco dopo, grazie alle mie mani che sono corse sul suo cazzo per contrapporre altro piacere all’inevitabile dolore, lo sento allentare lievemente la presa, così inizio a muovermi piano.
Si lamenta e fra i miei gemiti ci sembra di cantare, le nostre voci fuse hanno il potere di rilassarci e riaccenderci e il ritmo lentamente aumenta, con io che di volta in volta vado sempre più a fondo e sempre più veloce e frenetico.
Non si trattiene ed i lamenti diventano quasi grida mentre si schiaccia contro il muro e mi si dà senza remore.
Chiama il mio nome fra gli ansimi e un’ondata di godimento simile non ricordo di averla mai provata o almeno ora così mi pare.
In realtà la confusione più fottuta mi prende, non capisco un cazzo, solo che ne voglio di più ed anche lui, ne sono certo perché si contorce, si spinge contro di me, chiede ancora e credo che sia quel famoso punto d’estasi che solo gli uomini possono provare in questi casi.
Insisto proprio qui dove sono giunto e continuando a stimolarlo anche per avanti raggiungiamo un ritmo folle che ci fa schizzare ad un’altezza pazzesca.
Totalmente sbalzati via da noi stessi, ci abbandoniamo al piacere più assoluto ed intenso mentre lo circondo con le braccia per non farlo crollare a terra, appoggiandomi a mia volta a lui.
È devastante, è come non esserci, venir cancellati, insomma.
Ed è dopo non saprei quanti cazzo di secondi che torniamo lentamente a sentirci. Io ancora in lui, tesi, sudati e palpitanti.
Ancora quella sensazione di aver raggiunto la follia più rossa.
Gli bacio un punto sul suo collo e lui rabbrividisce, quindi muovendomi febbrile mi separo da lui, lo giro senza troppi complimenti, lo spingo di nuovo contro il muro per non farlo cadere e mi riappoggio. Lo guardo e lui ricambia.
Abbiamo ancora il fiatone e gli sguardi comunicano un desiderio colmo di felicità, nessun rimpianto, nessuna bugia, nessun tormento.
Non siamo finiti in pezzi, ci siamo ricomposti prima di sfracellarci ed ora siamo qua, l’uno nel Cielo dell’altro.
- Non intendo rinunciare a te e a questo. - Lo metto in chiaro e lo dico con forza, fissandolo dritto negli occhi da questa vicinanza che mi fa sentire ancora il suo battito.
Cazzo, penso che anche lui senta il mio perché sono emozionato come una merda!
Mike finalmente fa quello che tanto mi era mancato in questo periodo.
Uno dei suoi sorrisi rassicuranti e sereni… è tranquillo e luminoso, oserei dire.
In questo modo io penso che non saprò mai sorridere, ma va bene così. Ognuno fa ciò che è capace.
Lui rischiarare le mie tenebre, io farlo godere indecentemente.
- Bene, perché con tutto il casino che abbiamo fatto, dubito che i vicini non abbiano capito cosa stavamo facendo… - Risponde ironico ed io, ridendo contro il suo collo, lo preferisco di gran lunga. Niente frasi romantiche e sdolcinate.
È perfetto così com’è, non ci servono altre parole per definire ciò che ormai è davvero fin troppo chiaro così com’è.
- Questo non è un cazzo confronto a quello che faremo! - E questa, caro mio, è una fottuta promessa!

FINE