NOTE: Chester a gennaio 2015 si è rotto il piede (è già passato un anno e più…). Hanno dovuto sospendere il tour e cancellare molte date e pochi mesi dopo Chez ha annunciato che lasciava gli STP (dopo un paio di ultime date insieme). Si è visto uno spezzone di video dove mostravano la storia della rottura del piede di Chez e mi ricordo che Mike era seccato e spiegava la cosa che poi inserisco nella fic.
Per il resto è solo che mi mancavano e questi fanno gli stronzi in questo periodo non dandoci soddisfazioni. Così mi sono fatta una fic, ecco!
C’è un video a cui mi sono ispirata, di cui ho messo una foto. Chez è col gruppo al lavoro, ma ha gli occhiali scuri, un’aria stanca ed il cane di Mike, Jasper, addosso. Poi c’è un’altra foto… Chez con il tutore disegnato da Mike!
Ok, basta così, buona lettura.
Baci Akane

LA SCELTA CHE CONOSCO


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Dopo una riunione intensiva dove abbiamo anche fatto qualche ripresa per il working progress, i ragazzi se ne vanno e io e Chez rimaniamo qua da soli.
Jasper trotterella di nuovo da lui e salta sul divano, si risistema dove è stato per tutto il tempo, cioè su Chez, e si fa accarezzare.
Credo che questo cane sia il suo anti stress, infatti l’ho portato immaginando ne avesse bisogno, una vocina me lo ha detto.
 - Allora, si può sapere cosa succede? -
Chiedo sedendomi nella mia sedia imbottita girevole mentre con un tasto faccio partire la playlist delle canzoni con cui sono in fissa ultimamente.
Il solito mix di generi, tutte canzoni di ultima uscita di artisti emergenti promettenti che meriterebbero più credito.
La musica ci fa da sottofondo, mentre Chez, ancora con gli occhiali scuri addosso seppure siamo in casa, alza le spalle senza dire nulla. L’espressione, per quel che si vede, è cupa e riconosco questo atteggiamento lontano un miglio. Non ha detto nulla, ma io so che quando fa così ha qualcosa che non va.
Specie perché di solito è molto esuberante, allegro e chiacchierone.
- Hai ancora le palle girate per il piede rotto? Andiamo, ne abbiamo parlato… -
Io e Chez abbiamo avuto una discussione a proposito, poco dopo il concerto con la gamba ingessata. Quando abbiamo annullato un sacco di date.
Ero seccato, molto seccato, e lui mi ha chiesto perché ero arrabbiato con lui, visto che non si era rotto apposta la caviglia.
Io gli ho detto che non era esattamente incolpevole, visto che è sempre lui a farsi male in svariati modi.
Poi ci siamo spiegati, gli ho detto che questo non significa che lui lo fa apposta, però è incauto, spericolato e fa le cose senza testa, ma soprattutto fa troppo. Vuole fare troppe cose. Questo fa sì che si faccia sempre male ed ogni volta causa disagio a tutti.
- No no, ho capito… devo essere responsabile verso me stesso per esserlo verso di voi! Io… ho capito… è per questo che sto pensando… - Finalmente Chez si decide a parlare!
Con lui è sempre così.
Se lo obblighi non ti cava mezza parola di bocca, se gli lasci spazio poi quando gli va si apre e parla. Basta avere pazienza.
Così mi avvicino a lui con la sedia e gli prendo il piede ingessato, me lo metto addosso e con il pennarello indelebile comincio a disegnarci su mentre aspetto che si decida a continuare.
- Da quando me l’hai detto ci ho pensato molto, è vero che mi rompo sempre qualche osso perché sono spericolato e voglio fare troppo. Sono iperattivo e mi piace essere al centro dell’attenzione e… insomma, prevalere, diciamo. Fare tutto, farlo meglio degli altri, far ridere, avere complimenti, sguardi… sono così! E’ per questo che poi finisce che esagero e che mi faccio male! E ci vanno di mezzo chi non voglio. La band, tu… - Continuo a disegnare sul suo gesso con calma, senza guardarlo per non metterlo sotto torchio. So che ho quel tipo di sguardo, a volte. Come un poliziotto che interroga.
La sua voce si calma mano a mano che prosegue, è sempre meno nervoso e Jasper cambia posizione, ma gli rimane addosso.
- Quindi sto pensando di lasciare tutti i progetti paralleli. - Silenzio. Alzo gli occhi dal disegno e li poso su di lui, sono stupito e lui trattiene il fiato, poi riprende calmo.
- Sei sicuro? - Chiedo solo, senza mettergli la minima pressione. Non l’ho mai fatto, Chester ha spesso fatto cose che io non approvavo, non glielo ho mai impedito.
Ho odiato che si mettesse con gli STP, ma so che era una cosa importante per lui e gliel’ho fatto fare.
Così con molte altre cose.
Ma quando gli ho dato un input a proposito, uno solo, lui l’ha subito colto e dopo un po’ di riflessioni eccolo qua ad ascoltarmi.
Per questo non voglio pronunciarmi quando decide le cose, perché so che ho influenza sulle sue scelte e non voglio, lui ha la sua testa. Nemmeno quando doveva disintossicarsi mi sono mai intromesso e gli ho detto cosa doveva fare, perché era una cosa che veniva da lui.
Solo che quando ho imposto la pausa di riflessione al gruppo, lui ha capito che volevo che si disintossicasse e si è messo in un centro di recupero!
- Sì. Insomma, ci sto pensando, mi prenderò il tempo di rimettermi fisicamente in piedi e poi vedrò, ma penso che forse è il caso… è vero che faccio troppo e non sono più un ragazzino. Anche Talinda mi dice che manco ai bambini, anche se in questo periodo che sono tanto a casa vorrebbe impiccarmi perché li faccio diventare matti… - A questo aneddoto rido e lui si rilassa togliendosi gli occhiali scuri.
- Non sono abituati ad averti, ti adorano, ti vorrebbero di più con loro, ma quando ti hanno capiscono quanto sei estenuante! - Commento divertito perché so bene cosa si prova!
Amo Chester e darei la vita per lui, ma mi fa diventare matto quando ce l’ho troppo intorno, infatti in quei momenti prendo Anna e Otis e me ne vado a sciare.
- Non voglio togliere nulla ai Linkin Park, né a te, né alla mia famiglia. E per dare il cento percento a tutti e tre, devo per forza di cose limitare l’extra e cercare di fare tutto con meno foga. Insomma, devo ridimensionarmi. Comincio a non avere più l’età! - A questa affermazione tragica, scoppio a ridere e lascio andare il pennarello, getto la testa all’indietro e rido per un bel po’, lui mi tira un calcio sulla pancia col piede sano e gli metto giù quello rotto sulla sedia e sul cuscino, dove era prima.
- Questa mi farebbe venire un infarto se non avessi il senso dell’umorismo! -
- Piantala! - Grugnisce offeso, ma io non riesco a smettere di ridere, mi asciugo anche le lacrime, le risate mi nascono da dentro.
- Uno pensa che tu non possa stupirlo ed eccoti che lo fai ricredere! -
- Andiamo, Mike, sono serio! -
- E’ proprio questo che mi fa morire dal ridere! Non avrei mai pensato di sentirti dire che non hai più l’età! Ti giuro! - Non riesco a smettere di ridere, so che non è una reazione normale e Jasper scende indispettito dal casino, così Chester continua a darmi colpi con la pianta del piede sano.
- Io sono serio, apro il mio cuore e mi decido a fare un passo catastrofico e tu non mi credi e ridi di me! -
Così cerco di smettere, ma comunque singhiozzo.
- No, no ti credo… è… è una reazione isterica la mia… scusami… ti… ti credo! - Chester si ferma dal darmi giù e fa il broncio, così riesco a smettere di ridere, mi asciugo gli occhi e sospiro guardandolo semi serio.
- Va bene, ci sono. Scusa. Sono felice che ti sia deciso, davvero. Ci è voluto l’ennesimo osso rotto, ma sono contento che ci pensi… - Chez mi guarda speranzoso, in questo momento sembra un bambino che dopo essere stato sgridato, aspetta il perdono.
- Ho paura di non essere più me stesso se non faccio troppe cose e se non le faccio a modo mio… se… sai, se mi calmo… - Dopo che esprime i suoi dubbi, io sorrido e mi metto in ginocchio davanti a lui, aprendogli le gambe. O meglio quella abilitata a muoversi.
Lascio le mani sulle sue cosce e carezzo facendomi guardare negli occhi, lui continua con quell’aria da cucciolo incerto. Sorrido dolcemente.
- Sarai sempre te stesso, è impossibile cambiarti al punto da non esserlo più. Non puoi, è nel tuo DNA essere te stesso! - Chester mi guarda speranzoso, con aria da ‘davvero lo credi?’
E’ strano vederlo così insicuro, ma sta pensando di fare un passo importante.
- Non sono felice di lasciare gli STP e tutti i miei altri impegni… e di cambiare un po’ modo di fare… per questo sono di malumore. Mi odio per non riuscire più a fare tutto quello che voglio e bene come sempre… odio dover mollare qualcosa… - Risalgo con le mani sui suoi fianchi.
- Però sai che è necessario. - Annuisce arrendevole.
- Mi aiuterai? - Sorrido ancora, più dolcemente, prendendogli il viso fra le mani e attirandolo a me, lo bacio.
- Hai dubbi? - Chester apre le labbra e infila la lingua nella mia bocca, l’accolgo e la intreccio alla mia.
- E se poi perdi l’interesse per me perché non sono abbastanza sexy? - Dice poi serio sulla mia bocca. A questo rido e gli lascio il viso scendendo alla vita, trovo i jeans e glieli apro.
- Impossibile… anche a sessant’anni sarai sexy! - Chester fa il broncio.
- Sicuro? Sai, mi sa che ormai l’età sta andando… - Ridacchiando glielo tiro fuori.
- Adesso ti faccio vedere io come vai alla grande ‘alla tua età’! - E così dicendo, scendo col capo sul suo inguine e glielo prendo in bocca.
Chester ci mette poco a rilassarsi. Appoggia la schiena e la nuca all’indietro, allarga ancora di più le gambe trascinando quella rotta, appoggiata sullo sgabello, di lato.
Le mani sulla mia nuca, mi accompagna la testa mentre mi muovo su e giù sul suo cazzo che cresce nella mia bocca e presto ecco che si mette a gemere. Quando comincia, quando la sua voce gode in quel modo, mi dà alla testa e via che la mano finisce fra le gambe, sotto ai miei pantaloni.
Gemi ancora, Chez.
- Mike, Mike non ce la faccio… - Ansima mentre mi accompagna i movimenti della testa, vorrebbe alzarsi, girarmi e piegarmi, ma non può e così decido di aiutarlo ancora un po’.
Vorrei dire ‘allora è vero che non hai più l’età se duri così poco’, ma penso che non mi parlerebbe per un mese, è permaloso!
Mi separo da lui, il suo cazzo resta duro e alto, in attesa di me, mi tolgo veloce i pantaloni ed i boxer, alzo un piede e appoggio la gamba sul divano, accanto a lui, mi succhio il dito medio e me lo infilo da solo, allargandomi velocemente. Non gli stacco gli occhi di dosso e lui si morde il labbro sofferente, eccitato si tocca ancora, davvero ha l’aria di non farcela più.
- Mike… cazzo… - Brontola con voce tesa e roca dal desiderio. Vorrebbe davvero alzarsi e scoparmi, ma prima che lo faccia mi siedo su di lui a cavalcioni, punto i piedi sul divano, ai lati di Chez, glielo prendo con le dita e me lo indirizzo dentro. Quando ce l’ho lì, mi siedo e mi faccio penetrare da lui.
Chester mi prende per i fianchi e mi aiuta a muovermi su di lui, una volta che ci sono lascio la mano e mi prendo alle sue spalle, mentre faccio leva sulle ginocchia e di volta in volta mi lascio penetrare più in profondità.
La seconda volta mi alzo e lo prendo meglio e quando lo sento più dentro di me, mi inarco con la schiena, getto la testa all’indietro e sospiro forte, abbandonato al piacere più intenso che si sprigiona in un istante.
I brividi si espandono in ogni parte del mio corpo, in un attimo non capisco più niente, solo che se non continuo a muovermi e che se non aumento, potrei morire.
Chester mi accompagna con le mani e vorrebbe alzarsi e farlo meglio, spingere come si deve, ma il piacere lo invade anche così e i nostri gemiti si uniscono nella stanza, così come lo siamo noi.
Me lo faccio mettere dentro, ma gestisco io la scopata, è un modo diverso dal solito di farlo, quando normalmente mi si spiattella davanti, piegato in due, o si stende sul tavolo avvolgendomi con le gambe. Gli piace fare quelle pose da puttana perché così mi accende.
E’ terribile quando gattona sul letto e si infila la mano fra le gambe e si penetra con le dita…
Io non sono così sexy come lui, queste cose non mi vengono bene, però quando mi provoca adoro prendermelo e farlo mio fino a farlo gridare.
Adesso è depresso e pensa di stare invecchiando, colpa del compleanno che si avvicina e del piede rotto.
Però ci penso io a farlo sentire vivo e uomo.
Così rimedio come posso, cavalcandolo con sempre più foga e trasporto, ondulando il mio corpo su di lui, muovendo tutto il mio corpo, dalle gambe che uso per alzarmi e abbassarmi, alla schiena. Le dita affondano sulle sue spalle e sentendo il suo cazzo crescere dentro di me, so dove indirizzarlo, so dove spostarlo per averlo dove mi piace, dove mi fa impazzire.
Gli faccio toccare quel punto magico e l’eccitazione, il calore, i brividi e questo piacere immenso sale in modo spropositato. Sento che sto per venire, così mi piego su di lui, gli prendo il labbro coi denti e lui mi succhia la lingua, giochiamo mentre ansimiamo e gemiamo ed è tutto un casino, in un attimo. Un casino meraviglioso, incredibilmente bello.
La sua mano scivola sul mio cazzo in tiro perché lui da dentro mi sta facendo vedere le stelle e grido senza remore, così lui accompagna il mio orgasmo e vedendo i miei schizzi sulla sua maglia, poco dopo viene anche lui dentro di me, sovrastando le mie urla, stringendomi le mani sul culo che ha accompagnato sopra e sotto per tutto il tempo, artigliandolo con le dita.
Mi accascio su di lui, i respiri irregolari, i cuori che vanno fortissimi, i corpi sudati. Le maglie che ancora indossiamo ci si appiccicano addosso, la sua è sporca, ma non le tocchiamo. La fronte sulla sua, gli occhi chiusi, ancora scossi. Mi sollevo e mi risiedo togliendomelo da dentro, siamo sporchi dei nostri semi ancora caldi e appiccicosi, ci serve una doccia, ma in questo momento tutto quello che mi viene in mente, che dovremmo fare, è ben lontano dalle mie intenzioni.
- Andrà tutto bene, lo sai, vero? - Chiedo ricordandomi della conversazione che abbiamo avuto.
- Lo so. - Mormora aprendo gli occhi insieme a me.
Sorrido e lo bacio, un bacio dolce, stanco ma soddisfatto.
Gli carezzo il volto con delicatezza guardandolo con la cura che uso sempre, perché mi piace ogni centimetro del suo volto e la luce che hanno i suoi occhi appena facciamo l’amore.
- Sono contento della tua scelta, non voglio che ti senti forzato da quel che desidero io. Mi conosci, sai cosa voglio. Però questa decisione di prendere le cose con calma e lasciarne altre, deve venire da te. - Chester a questo punto sorride e finalmente lo fa serenamente, senza le ombre che ha avuto fino ad ora.
- Non sei tu. So cosa pensi, cosa vuoi, ma è ora che mi decida io. So che prima o poi dovevo, bisogna capire quando è ora. E lo è. - Lo vedo più sicuro, mano a mano che lo ripete.
Glielo lascerò dire per un po’ e vediamo se lo farà davvero. Perché lui è Chez, bisogna vedere per credere!
Comunque lo sosterrò anche se deciderà di posticipare questa ‘nuova vita’. Prima o poi lo farà comunque, ma deve esserne sicuro, altrimenti me lo ritrovo di nuovo in crisi, depresso ed insopportabile.
Così lo bacio e poi lo abbraccio.
- Sono sempre fiero di te, qualunque scelta tu prenda. -
Chester sorride.
- Lo so, per questo alla fine le prendo. Perché sei sempre dalla mia parte. -
- Ed io aspetto sempre che tu le prenda da solo, perché so che lo farai. -
Rimaniamo abbracciati e agganciati insieme, come annodati, per un po’, mentre i respiri tornano calmi insieme ai nostri battiti.
- Mike? - Fa dopo poco lui con un tono un po’ strano.
- Sì? - Rispondo senza staccarmi da lui.
- Jasper è maggiorenne? - Aggrotto la fronte e mi separo dal suo collo per guardarlo in viso.
- Credo che sia in età avanzata, ormai. Perché? - Chester indica dietro di me col mento.
- Perché mi sa che abbiamo dato spettacolo! -
Mi giro e vedo il cane seduto in mezzo alla stanza, le orecchie alte, la testolina piegata di lato e gli occhietti attenti, sotto al suo pelo chiaro che scende giù sul visetto.
- Spero non rimanga traumatizzato… - Commento dopo un po’ scendendo giù da Chester, sfilandomi la felpa con l’intenzione di fare un bagno insieme.
- Ormai è andata… - Dice lui insensibile.
- Lo so, ma sai… quando vedi mamma e papà che scopano, qualsiasi figlio ha reazioni! - Rispondo togliendogli la maglia sporca ed aiutandolo a sfilarsi i pantaloni facendo attenzione al gesso.
Chester collabora e si lascia fare sapendo cosa voglio fare.
- E cosa vuoi che gli succeda? E’ un cane! Che traumi può avere? -
- Eh, non lo so… magari si mette a pisciarmi in giro per casa! Vai a sapere tu! - Chester prende le stampelle che gli do e si alza, nudo come me, seguendomi al bagno per riempire la vasca.
- Ma dai, sei il solito apprensivo! -
- E tu il solito incosciente! Sottovaluti sempre tutto! -
- Ma dai, Mike, è un cane! Non avrà capito un cazzo di cosa è successo! -
- Però guardava eccome! -
- Ci credo, chi non guarderebbe? -
- Ma come, non è un cane? Che interessi dovrebbe avere? - Dopo che lo scimmiotto ironico, Chez mi tira una stampellata permaloso ed io gli tiro uno schiaffo con schiocco sul culo che lo fa urlare. Il secondo successivo mi tira entrambe le stampelle dietro e si mette a saltellarmi dietro per uccidermi, io scappo e ovviamente ce l’ho facile visto che è zoppo.
Ovviamente finisce che per non farlo cadere di faccia contro il bordo della vasca, lo prendo al volo e lui mi morde la spalla facendomi gridare a mia volta.
Questo brutto imecille!
Mi sa che mi toccherà dargli qualche lezione su cosa significa crescere, visto che vuole provarci.
- Adesso ti annego! - Rispondo con un acuto da premio oscar.
Beh, mi sa che questo non è un bell’esempio su come si fa le persone mature. Ma posso iniziare da domani.