CAPITOLO XVI:
UN ALTRO COBY

L'sms arrivò a tutti i membri del gruppo e si stupirono profondamente nel leggerlo.
'Vi va di lavorare su qualcosa di nuovo?'
Tobin e Tony avevano atteso molto questa richiesta da parte di Jacoby; Jerry, al contrario, ci aveva messo la pietra sopra convinto che ormai il gruppo si fosse sciolto.
Quando lo rividero Jerry era in ritardo.
Lui e Jacoby non si sentivano da quel giorno, nessuno a parte lui, Chester e Mike sapevano cosa era accaduto, che aveva tentato il suicidio per un ultima volta e che poi aveva trovato le sue risposte.
Quando Tony e Tobin lo incontrarono rimasero letteralmente senza parole.
Jacoby si era tinto di biondo.
Tony perse completamente l'uso della parola e Tobin rimase inebetito a guardarlo per qualche istante, lui le parole da dirgli le trovava sempre bene o male.
L'espressione da stupita divenne sorridente e consapevole, serena.
- Sono contento di vederti così bene. - Con questo i due -praticamente fratelli- si dissero tutto.
- Jerry? - Tony si era svegliato dopo un paio di minuti di shock, Jacoby biondo era qualcosa di sconvolgente. Stava molto meglio moro ma non era una questione d'estetica, tutti loro sapevano che li aveva tinti così chiari per dimostrare che stava voltando pagina.
Nell'esatto istante in cui fu nominato Jerry, Jacoby si incupì paurosamente, entrambi i due ebbero paura che tutto tornasse come prima, come sempre, e che quello fosse l'ennesimo falso buon periodo.
- Tutto bene con lui? Avete litigato? - Chiese calmo Tobin. Visto che era lui, Jacoby rispose ma lo fece con una durezza mai vista in lui. Poteva essere infantile, pazzo, allegro, arrabbiato ma così duro e gelido non lo era mai stato.
- Ci siamo lasciati. Ho frainteso il suo sentimento. - Il silenzio e pure i cristalli di ghiaccio tutt'intorno.
Ed i pensieri di entrambi.
Oh merda!”
Nemmeno Tobin azzardò nulla e lui di solito azzardava tranquillamente.
- Non voglio che il gruppo ne risenta, voglio riprendere a fare musica e fanculo! Ma io e lui non stiamo più insieme. Questo esula dal fatto che io stia bene, casomai non si fosse notato! - A volte si chiedevano chi fosse veramente Jacoby, se ne usciva con delle frasi troppo serie od elaborate per uno mentalmente così disorganizzato.
- Bè, per noi non ci sono problemi, lo sai ma... vi siete parlati dopo che vi siete lasciati? - Ovviamente sì, pensavano gli altri due. Altrimenti non li avrebbe chiamati per fare qualche cosa di nuovo insieme.
- No! - Altro vento gelido. Tobin e Tony si guardarono mentre Jacoby si accendeva una sigaretta e tossiva allo stesso tempo.
Da un po' aveva fastidi alla gola ma fumava lo stesso.
- Ma tanto tre quarti di album è già pronto, ci mancava qualche canzone e di sistemare quelle già fatte, insomma, non è un grande lavoro quello che ci rimane. Se ci mettiamo dentro possiamo finire in breve e ritardare l'uscita dell'album di un mesetto solo... - Jacoby quando parlava di musica e lavoro era estremamente competente, Tobin gli si affiancò pacato seguendo il suo dialogo.
- Sono d'accordo, non ci resta molto lavoro e se ci impegniamo possiamo farcela entro tempi brevi, facendo questo e solo questo senza più pause. Ma una volta che si comincia il tour si vive a stretto contatto, lo sai com'è la vita da tour. Due anni quasi ininterrotti sulle scene... se tu e lui siete in rotta... per non dire che anche per comporre, se dobbiamo velocizzarci ed alzare il ritmo, ci ritroveremo a vivere praticamente insieme... -
Jacoby sospirò insofferente e aspirò tutto d'un fiato.
Tobin capì che Jacoby aveva risolto i suoi problemi mentali da solo o con l'aiuto di qualcun altro al di fuori di Jerry e che l'aveva lasciato proprio per questo. Di conseguenza, anche se i problemi mentali erano andati a posto, restavano quelli sentimentali. Sarebbe stato curioso, da un punto di vista psicologico, vedere come si sarebbe comportato da lì in poi Jacoby. Normalmente avrebbe fatto il pazzo ma ora non era più normale. O meglio lo era al contrario di prima che era stato anormale, ma era normale prima per i suoi standard. Considerando però che la normalità non esisteva chi poteva decidere quando era stato normale?
- Lo so che cazzo credi! Però non manderò a puttane il gruppo per dei capricci personali! È l'unica cosa fottutamente bella della mia vita, dopo i miei figli! -
Tobin sospirò non sapendo che ribattere. Era contento che si fosse responsabilizzato tanto, prima avrebbe sciolto il gruppo in preda ad un raptus omicida. Ora capiva che doveva separare le due cose.
Ma poteva davvero funzionare?
Teoricamente Jerry doveva solo suonare e fare i cori quando la canzone lo richiedeva, o la seconda voce. Insomma, non richiedeva un amalgama totale come due cantanti che duettavano costantemente.
Chester e Mike necessitavano di totale simbiosi altrimenti cantare insieme nei live era impossibile. E loro l'avevano. Infatti quando si erano lasciati si erano anche presi una pausa col gruppo...
Sospirò.
Forse si poteva fare lo stesso, si rischiava grosso ma forse si poteva...
Quando Jerry arrivò, comunque, non ci fu tempo per ulteriori discorsi e considerazioni. Nessuno ne fece e Tobin prese Tony per il braccio e lo trascinò fuori facendo l'occhiolino di incoraggiamento a Jerry. Non sapevano cosa fosse successo di preciso ma in ogni caso non si sarebbero mai schierati.
- Vuole finire l'album. - Disse solo per prepararlo.
L'espressione di Jerry però era shockata alla vista della schiena di Jacoby. E della sua nuca.
Una nuca bionda.

Il silenzio restò per un tempo indeterminabile, dopo di questo Jerry si trovò in piedi davanti a Jacoby che invece stava seduto ad uno sgabello rivolto verso la finestra aperta.
Si era acceso un'altra sigaretta ma la tosse tornò a far capolino e Jerry gliela prese veloce e gliela buttò.
Jacoby lo guardò astioso e come se non ci fosse stato un miglioramento di fondo, sembrò del tutto intenzionato ad ucciderlo.
Rimasero a fissarsi, uno omicida e l'altro serio e pronto alla piazzata.
- Ti fa male, hai problemi di salute e fumi! - Tossiva da molto ma non era un problema di polmoni o bronchi, era un problema di gola... o qualcosa di simile... Jacoby però si ostinava a non farsi vedere.
- Chissà cosa cazzo te ne frega! - Ringhiò aggressivo.
Jerry sospirò.
- Perchè non mi hai visto prima di fare questa riunione? E se ci rendiamo conto che non siamo in grado di lavorare insieme? - Jacoby scattò in piedi e lo puntò col dito facendogli anche male.
- Certo che siamo in grado, cazzo! E se pensi di non riuscire a lavorare col tuo ex tiri fuori le palle e ci lavori lo stesso! - Agitato era dire poco. Jerry fece un passo indietro, cercava di mantenersi calmo ma non era facile, anche per lui era tremendo stargli davanti e guardarlo... e vedere che si era tinto i capelli perchè stava meglio senza di lui... o forse stava solo mentalmente più a posto... non poteva capire, non ci riusciva ottenebrato dal proprio dolore e dalla voglia di cancellare tutto per riscriverlo meglio e corretto. In qualche modo.
- Potrei anche lasciare il mio posto a qualcuno con cui vai d'accordo, così l'armonia del gruppo non ne risente. Dopotutto il gruppo è tuo... io e Tony siamo arrivati dopo... - anche se Jerry ci era dentro comunque da molto lo stesso.
Jacoby allora prese il portacenere pieno di mozziconi e lo scagliò contro un muro, si ruppe e la cenere si sparse.
- VAFFANCULO JERRY! CONTINUA A SCAPPARE DALLE SITUAZIONI DI MERDA CHE NON SAI AFFRONTARE! - Così gridando, uscì sbattendo la porta.
Jerry si sedette di schianto sullo sgabello, come se per stargli davanti avesse dato fondo a tutte le sue forze ed energie.
Non si poteva fare quella vita.
Non si poteva desiderare di cancellarsi e riscriversi nel modo giusto.
E non si poteva nemmeno non avere idea di come risolvere una situazione che invece era assolutamente da risolvere.
Tobin rientrò subito seguito da Tony.
- Cosa vi siete detti? - Jerry si morse il labbro e si storse le dita, Tobin gliele prese affinchè non se le rompesse.
- Gli ho detto che se vuole posso andarmene e lui ha detto che continuo a scappare. - Tobin strinse le labbra, non era tipo da intromettersi, non lo faceva mai, ma questa volta decise che per il bene dei suoi più cari amici, un po' i suoi fratelli, e del gruppo stesso, avrebbe fatto un'eccezione.
- Jerry, tu pensi sempre che i problemi che la gente ha con te si risolvano levandoti di mezzo! Ma spesso così peggiori le cose e basta! Spesso devi trovare il modo di risolverli restando! -
Jerry alzò gli occhi, era un atteggiamento tipico suo ed era proprio quello che, a quanto pareva, aveva mandato tanto fuori di sé Jacoby.
Il punto era che pensava fosse meglio un sacrificio personale che uno altrui. Era un modo di pensare evidentemente sbagliato. Però non capiva, non capiva proprio cosa volesse da lui Jacoby, come potesse risolverla restando. Non aveva la minima idea di che cosa fare.

Jacoby scrisse uno scusa a Tobin e Tony promettendo che l'indomani si sarebbero messi seriamente al lavoro, dicendo anche che avrebbero dormito tutti insieme nella nuova sede fino a che non avrebbero finito la gran parte del lavoro.
A Jerry lo fece riferire da Tobin.
Onestamente non aveva la minima idea di come pensava di riuscirci ma non si sarebbe mosso dalla sua posizione, avrebbero fatto quel cazzo di album e l'avrebbero fatto loro, Jerry doveva finirla di scappare sempre!


La lingua scorreva sulla pelle bevendo l'acqua stessa che scendeva dalla doccia. Dal collo percorse il petto per poi fermarsi sui capezzoli, succhiò mentre le dita levigavano la sua schiena arrivando in basso.
Si insinuò fra i glutei sodi e l'attirò a sé premendo il bacino sul proprio.
Le dita entrarono con fin troppa facilità e quando Chester alzò la gamba avvolgendola su Mike, finì naturalmente per implorarlo che non ce la faceva più...
- Scopami subito, ti prego... - Mike sorrise sulla sua pelle e slittò in alto arrivando all'orecchio, l'avvolse con le labbra mentre beveva ancora.
- Ma quanta fretta... - Erano già due le dita dentro Chester e lui ormai completamente appoggiato al compagno come se fosse il suo stesso sostentamento non aiutava.
- Dai, cazzo... scopami subito! - Mike rise e Chester sgusciò dalle sue braccia e dalla sua bocca per girarsi di schiena, si premette col viso contro le piastrelle bagnate e con l'acqua che scendeva dall'alto, si piegò per bene inarcando la schiena e porgendogli il proprio sedere in modo da stuzzicarlo a dovere.
Mike non sopportava di vederlo in quello stato, poteva mettersi un cartello con su scritto 'sono in vendita' che era uguale.
Mike gli morse la spalla e lo prese per i fianchi.
- Sei davvero una puttana! - Chester leccò il muro.
- Questa puttana ti piace, eh? Senti com'è duro il tuo cazzo! -
Mike ridacchiò ed entrò senza troppi complimenti per chiudergli quella bocca da pornostar che si ritrovava.
Finalmente si limitò a gemere.
Era davvero eccitato, ultimamente l'avevano fatto poco, da quando Jacoby era tornato da sua moglie erano tornati a casa anche loro, quindi si erano visti un po' meno ma erano riusciti a fare sesso comunque di più.
Ugualmente non ne avevano abbastanza.
Non ne avevano mai.
Mike uscì e rientrò più volte fino a che il farlo sotto l'acqua facilitò i movimenti ed i colpi divennero più possenti e forti, affondò andando sempre più in dentro, i loro gemiti si unirono e Chester fece quello che era sempre.
- Quando mi scopi ce l'hai proprio grande... senti come mi sfonda... più forte, Mike... - Lo istigava con una volgarità facile per lui, Mike non resisteva ed andava con una frenesia incontrollata. Quando raggiunsero l'orgasmo fu un istante così intenso da non capire per un istante dove fossero.
Ci impiegarono poco a tornare, ci avrebbero anche messo di più se fossero stati soli...
- Anche io ce l'ho grande quando scopo, bella forza! Guarda ora com'è! - La voce roca e penetrante, nonché dannatamente maliziosa di Jacoby, li riscosse dal loro momento di estasi divina. Jacoby era lì e aveva anche il pacco gonfio, non faceva sesso da molto.
- Fottiti Coby! - Esclamò Chester stringendo a sé Mike per impedirgli di scappare.
Jacoby era alla porta del bagno, appoggiato, che guardava nella cabina aperta Chester e Mike nudi, avvinghiati che avevano appena fatto dello splendido sesso sotto la doccia.
- Volentieri, mi presti tu il culo? - Disse Coby ridendo.
- Il mio l'ha appena sfondato Mike, trovatene uno tuo! -
- Magari Mike mi può dare il suo, allora... sono a corto di buchi in questo periodo del cazzo! - Ovviamente scherzavano ma Mike ogni tanto aveva paura che quei due scemi volessero fare sesso di nuovo.
L'avevano accompagnato loro a farsi biondo, l'idea però era venuta a Jacoby.
Erano stati felici. Non che stesse esteticamente bene, ma era un significato importante, quella tinta.
Cambiare vita.
- Il buco di Mike è mio a meno che non condividiamo il cazzo che lo sfonda! - Chester ed il galateo erano un tutt'uno!
Jacoby rise e Mike scosse il capo sciogliendosi da lui e chiudendo i rubinetti.
- Hai un modo di parlare da Principe, Chester! - Disse ironico uscendo dalla cabina doccia. Jacoby gli porse l'asciugamano e solo quando lo vide che non ci provava nemmeno di striscio capì che era 'guarito' da quella specie di malattia del sesso.
Si sentì meglio, da quando aveva trovato le sue risposte stava veramente bene, anche se c'era sempre il solito problema...
- Come mai qua? - Chiese uscendo dal bagno, Jacoby lo seguì e Chester grugnì.
- Ed io? -
- Arrangiati! - Rispose secco. Jacoby aveva sempre una predilezione per Mike. Del resto chi non l'aveva?
Chester brontolò ma non fu calcolato e nel giro di poco fu in camera con gli altri due. Jacoby era steso nel letto a pancia in giù e Mike si stava già vestendo.
- Io volevo scopare ancora... - Disse restando in accappatoio. Il compagno non lo calcolò e Jacoby proseguì la sua confidenza.
Era abbattuto ed era strano vederlo così.
- Ho rivisto Jerry per finire l'album, sono disposto a tutto pur di finirlo in tempo... ma cazzo, lui se ne esce con 'se sono un problema me ne vado!' MA PORCA PUTTANA, LO CAPISCI CHE NON PUOI SEMPRE SCAPPARE? Io non so, pensavo di essere quello matto eppure lui non ci arriva... perchè... perchè non può provare ad affrontare la situazione? Non mi ha detto cosa ne pensa che ci siamo lasciati, se mi ama ancora, se... se... se mi vuole... se mi amava... - Dall'ira alla tristezza con uno schiocco di dita, Mike rimase in boxer e si sedette sul letto sospirando dispiaciuto.
Era un peccato, così.
Gli mise la mano dietro al collo e lo strinse facendogli delle innocenti carezze.
Jacoby nascose il viso fra le braccia, nel materasso, e rimase fermo aspettando di calmarsi.
- Ti amava e ti ama, solo che deve crescere, deve capire che non esistono amori facili e che si deve tirare fuori le palle al momento giusto. Fin'ora non ti ha dimostrato niente.
È ora che lo faccia. Vedrai che prima o poi le cose cambieranno... - Mike era molto dolce e Jacoby si nutriva di questa sua dolcezza, ma gli serviva una soluzione.
- Io però così non ce la faccio perchè mi manca fottutamente e lo voglio... lo amo... non so perchè, so che è sbagliato, è uno stronzo, e fa tanti errori ma... e so anche che forse non mi ama davvero... però io lo amo, non so perchè... e non so come venirne fuori... come... come scuoterlo! -
Alla parola 'scuoterlo' Chester, che intanto si era tolto l'accappatoio e gironzolava tranquillamente nudo per la camera alla ricerca dei vestiti, si illuminò. Lui a scuotere era bravo.
- Ti serve un piano diabolico! Lo devi sconvolgere! -
- Ma se non è venuto nemmeno quando Mike gli ha detto che mi stavo per buttare! È venuto perchè gli ha gridato dietro, non perchè volevo farla finita! - Era diverso.
- Sì... ma io parlo di un altro sconvolgimento! - Chester, ancora nudo, si chinò sul materasso e gli mise le mani sotto al mento, gli alzò il viso e lo guardò malefico e malizioso.
Mike si batté il viso capendo a cosa si riferiva e Jacoby chiese candido:
- Che stai dicendo? - Chester rise e Mike glielo spiegò.
- Intende di farti trovare a letto con uno di noi... - Poi Mike puntò il dito contro entrambi e risoluto aggiunse: - Io non lo faccio! Se volete fatelo voi! - Chester ridacchiò e Jacoby, mentre si ripeteva il piano -molto semplice- si illuminò a vista d'occhio.
Quando fu preoccupatamente felice e sadico, si tirò su in ginocchio sul letto e gli prese il viso fra le mani, poi con entusiasmo tipico da bambini gli scoccò un bacio sulla bocca!
-Sei un genio! - Poi saltò in piedi e cominciò a gesticolare come un invasato, tutto illuminato a giorno.
- Lo farò diventare matto! In questi giorni di convivenza forzata col gruppo per finire l'album lo stuzzicherò come una puttana, poi quando sarà cotto mi faccio trovare a letto con te! Dovrà reagire, porca troia! - Chester gli batté il cinque contento di poter fare qualche danno in giro e Mike scosse il capo per niente convinto.
- Sicuramente lo scuotete... - Su questo non c'erano dubbi.
Sul resto magari, ma su questo proprio no.
- Quando lo vedo fritto ti chiamo e lo facciamo! - Cosa che sicuramente non dispiaceva a nessuno dei due malati di sesso.
Certo che le strade per complicarsi l'esistenza non le sbagliavano proprio mai!