CAPITOLO VI:
CUCINARE CHE DELIRIO
 
 
L’ora successiva fu un altro delirio, ma non per lo stesso motivo di prima, ovvero quella casa stava diventando un bordello in molti sensi.
Fu un delirio perché c’era la cena con Jerry ed il cuoco era fuori uso perché gli faceva molto male la caviglia, di conseguenza non potendo cucinare aveva deciso di dirigere i lavori affidando la buona sorte a quei due incapaci dietro ai fornelli di Mike e Coby.
Davvero un giocatore d’azzardo.
In realtà aveva avuto la tentazione di chiamare qualcun altro ma Mike glielo aveva proibito dicendo di avere almeno un po’ di fiducia in loro, al che aveva commentato che l’aveva in lui ma non nell’altro.
Obiezione inattaccabile.
Comunque Coby si era messo a puntare -letteralmente- i piedi per fare lui da cuoco e non avevano avuto scelta che provare.
Come se non bastasse c’era la prospettiva di cenare loro tre insieme a Jerry dopo aver fatto l’amore in quel modo… insomma, non era di suo qualcosa di estremamente intelligente, avevano la vaga consapevolezza che sarebbe potuto essere un potenziale disastro atomico, una catastrofe od un’apocalisse, ma ormai che erano in gioco tanto valeva giocare… alla fin fine l’avevano voluto tutti. Più o meno. Mike era stato un po’ costretto dagli eventi, ma sostanzialmente aveva acconsentito anche lui, alla fine, a quella storia delirante.
Che definire storia serviva coraggio. A conti fatti quelli fidanzati seriamente erano Chester e Mike, Jacoby era una parentesi -o un’appendice- che si apriva e si chiudeva ogni tanto, quando al folle giravano i cinque minuti o quando semplicemente lo volevano.
Per ora non esistevano altri effettivi sentimenti se non che c’era un vero legame inspiegabile fra tutti, una connessione insolita e pazzesca che non riuscivano a spezzare ma nemmeno a tradurre bene. Volevano bene a Jacoby ma non l’amavano, non come Chester e Mike si amavano, però oltre all’attrazione c’era del sentimento…
Insomma, era davvero un caos che però non intendevano evitare.
Per Coby il discorso era più complesso perché era come se separasse loro due da Jerry.
Ovvero. Amava Jerry e non l’avrebbe mai lasciato -forse-, ma non riusciva a staccarsi nemmeno da Chester e Mike perché li invidiava, invidiava ciò che erano, che avevano, che vivevano, che provavano, a cui erano arrivati. Insomma, voleva tutto di loro di conseguenza era normale non riuscire a staccarsi.
E poi si sentiva capito molto più da loro che da Jerry. Stava così bene con loro che non sapeva spiegarselo. Era come se fossero le persone che avesse sempre cercato. Lo facevano stare bene, lo calmavano, lo comprendevano… annullavano la sua follia…
Era difficile per lui dire cosa lo legasse a loro, che tipo di sentimento… ed era più difficile vivere ugualmente la sua storia con Jerry perché di suo era complicata da sola, in una situazione simile lo era il doppio.
Però se le due cose stavano separate era vagamente possibile, nel momento in cui i due mondi entravano in collisione -ovvero quando Jerry si incontrava con Chester e Mike- la cosa andava molto ma molto fuori dal suo controllo. Un controllo che non aveva comunque mai già di norma.
- Un problema per volta! - Disse pratico Mike notando la sua indecisione nell’affrontare quella serata tutti insieme.
Jerry pensava fosse una cena a coppie, non una cosa che più strana non esisteva.
Sarebbero riusciti a non farsi capire?
Mike era abbastanza bravo a controllarsi, era un bravo attore, Chester poi aveva una faccia tosta che pochi possedevano ma Jacoby era troppo spontaneo.
E poi aveva appena fatto l’amore con loro…
- Allora! - Cominciò Mike rivolto verso Chester seduto al tavolo della cucina. - Come si scalda la pasta? - Chester credendo che scherzasse disse ironico:
- In teglia nel forno! - Mike, che non aveva veramente la più pallida idea di come si faceva, aprì davvero lo sportello del forno e solo quando Chester vide che la stava mettendo dentro -con tutto il sacchetto chiuso- gli tirò la ciabatta per fermarlo:
- MA SEI PAZZO COSA FAI!? -
Mike si girò e gliela ritirò seccato.
- Ahia! Faccio quello che mi hai detto! - Chester avrebbe riso se non si fosse trattato di una cosa tanto tragica.
- Non puoi non saper cucinare una semplice pasta… - Mike buttò il sacchetto della pasta sul ripiano e incrociò le braccia al petto permaloso:
- Ed invece no! Cucini sempre tu, non lo so fare! -
- Ma è una pasta! Non puoi non saperla fare! -
- E come potrei? A casa non sono mai e c’è comunque Anna che cucina, qua ci sei tu! Quando cucino io? - Era anche vero ma… insomma… era una pasta!
- Dai, non serve litigare per una stupida pasta! Si farà nella pentola, no? - Sentendo Jacoby dirne una giusta ma soprattutto usare un tono da uomo serio e posato, si sentì quasi male… com’era possibile? Dov’era finito il loro schizzassimo compagno inconcludente?
I due lo guardarono come se fosse veramente matto e non in un raro momento di sanità e lui li fissò a sua volta pensando di averne detta un’altra delle sue.
- Che ho detto? Non si fa così? -
- No… - Fece shockato Chester… - Si fa così… -
- E allora che hai da fissarmi? - Chiese seccato Jacoby prendendo una pentola dall’armadio.
- E’ che solitamente fai solo danni! - Replicò Mike sorpreso trovandosi per una volta in accordo con il suo compagno.
Al dito medio di Coby i due ridacchiarono e notarono la tensione sciogliersi come neve al sole. Tutti in un modo o nell’altro avevano il suo ruolo e l’avrebbero scoperto molto presto.
- Mi vuoi dire come diavolo si fa o devo indovinare? -
- No per carità! Ci è andata bene una volta, non sfidiamo la sorte! - Da lì Chester decise di essere il più dettagliato possibile e cominciò a dirigerli come un generale, trovandoci anche un discreto gusto, ovviamente…
- Allora, riempi la pentola di acqua fino a metà, mettila sul fornello grande e lasciala lì, deve bollire. - Jacoby eseguì mansueto, stava attento a non combinare nulla, voleva che quella serata andasse liscia ed era stranamente concentrato. - Poi vai allo stereo e metti un po’ di musica! - Jacoby eseguì pensando che così si cucinasse davvero meglio e che non fosse un modo bieco di approfittarne di lui. Mentre Chester stava schiavizzando il cantante dei Papa Roach -che si faceva schiavizzare mansueto- continuò parlando divertito a Mike: - Tu invece prendi l’aglio, lo trovi nello sportello sotto al lavandino. Sbucci tre spicchi e lo fai a pezzettini senza tagliarti. I coltelli li trovi nel cassetto dietro di me. Nel prenderli ti fermi e mi dai un bacio. - Mike che non era scemo capiva che ne stava approfittando ma decise di giocare perché lo trovava parecchio divertente. Lui sapeva abbassarsi a qualsiasi livello ed anche superarlo -in bassezza- se si impegnava.
Quando Jacoby ebbe messo su una radio rock che ascoltavano frequentemente perché passava spesso la loro musica, tornò e li trovò intenti a baciarsi, quindi gli tirò l’asciugamano cominciando a gridare isterico:
- NON E’ IL MOMENTO DI POMICIARE! DOBBIAMO DARCI DA FARE! QUANDO JERRY VERRA’ DEVE ESSERE TUTTO PERFETTO! - Mike e Chester smisero di baciarsi e si guardarono complici, quindi ridendo tremendamente divertiti ed inquietanti allo stesso tempo, dissero.
- Ma che carino… - Cominciarono parlando fra di loro come se l’altro non ci fosse.
- E’ tutto ansioso per il suo moroso che viene a cena… - Il tono ovviamente identico, da presa in giro.
- Vuole che sia tutto perfetto… -
- Ma è tenerissimo… -
- E chi pensava si potesse ridurre così per il suo amore? -
- E dire che ha appena scopato con noi… -
- Chissà cosa direbbe il suo adorato Jerry caro se lo sapesse… -
Jacoby in quello, stufo delle loro prese in giro, si risvegliò e liberando la bestia li bagnò con la brocca d’acqua che intanto aveva avuto pure modo di riempire.
I due rimasero a ridere abbracciati lieti di aver fatto tornare il vero Jacoby, quello pazzo schizzato, e rialzandosi Mike corse ad abbracciarlo per bagnare anche lui. Il ragazzo scaricò una valanga di insulti non senza approfittare per palpeggiare un po’ l’assalitore che, ridendo, lo lasciò fare. Quella versione di Coby era molto meglio.
- Allora, se avete finito voi di pomiciare mentre uno pulisce questo cesso, l’altro fa quello che gli dico per la salsa… - Jacoby tornò il bravo soldato tutto d’un pezzo e scacciò Mike che scivolò e per poco non cadde sbattendo la testa -per questo si beccò di nuovo la ciabatta di Chester-.
- Tu che hai fatto il guaio pulisci e Mike fa la salsa. - Poi guardò Mike come fissava i coltelli cercando di scegliere quello più adatto a tagliuzzare tre piccoli spicchi d’aglio e solo quando scelse il coltellaccio da carne, quello più grande, ci ripensò allarmato: - No no lascia perdere! Coby, tu fai la salsa che forse nella tua follia sai anche manovrare dei coltelli senza squartarti… Mike tu pulisci! - Poi aggiunse fingendosi serio e pedante: - In perizoma, con un collare borchiato al collo ed una catena ai polsi! - Coby rise e Mike si voltò malizioso ammiccando:
- Ti piacerebbe, eh? -
- Certo! - E lo dissero entrambi. Ovviamente non ci fu verso, Mike pulì ma ben vestito ed anzi, dopo essersi cambiato e messo abiti asciutti. Chester non poteva muoversi da lì, doveva dirigere l’orchestra, non si poteva mai sapere quando la follia di Coby sarebbe tornata a devastare tutto.
- Dunque, Coby… fa a pezzettini l’aglio senza fare a pezzettini le tue dita. Metti un filo d’olio nella padella grande. Un filo, dannazione, non tutto il barattolo! Accendi il fornello medio. Ecco, ora fai friggere un po’ l’aglio. Cazzo di merda non bruciarlo! Mettici la pancetta! -
- Ma la pancetta non va con la cipolla? - Replicò Coby mentre Mike passava il pavimento con il moccio facendo alzare i piedi al compagno che, nel rispondere seccato per essere stato contraddetto, gli toccò il culo.
- Con l’aglio è più buona, cazzo non ribattere ed esegui! - Coby fece per tirargli il coltello e Mike glielo tolse di mano in tempo.
- Allora, adesso che la pancetta è rosolata… -
- Che significa rosolata? -
- Che ha preso colore va bene? -
- Sì! Usa un linguaggio più chiaro! - Chester sbuffò e Mike, finito di passare per bene per terra, gli tolse la maglia bagnata fradicia. - E tu non scopartelo mentre mi dice cosa fare! - Grugnì a Mike.
Chester gli fece il dito alzando le braccia:
- Fottiti! Lui può tutto, anche sventrarmi se vuole! -
- E’ bagnato, non può stare così che si ammala, non fa mica più tanto caldo! - Spiegò Mike asciugandogli premuroso il torace con un canovaccio. Chester gradiva il trattamento, sembrava incapace di farlo da solo e Jacoby se ne infastidì perché voleva unirsi anche lui alle danze ma la parte che desiderava tutto andasse bene con Jerry era più forte, per il momento.
- Cosa cazzo devo fare con la pancetta bruciacchiata? - Disse seccato. Chester distolse lo sguardo divertito dal suo ragazzo e lo posò sull’improvvisato cuoco, quindi allarmato gridò:
- Butta la salsa, diavolo cane! -
- Butta la salsa dove, cazzo di vacca? - Solo loro potevano capirsi così… Mike si accucciò per slacciargli i jeans e Jacoby ruggì: - Dai cazzo non distrarlo che va tutto a puttane, qua! - Era davvero sofferente nel vedere la cena disfarsi così davanti ai suoi occhi mentre dall’altra parte c’erano loro che facevano gli scemi fra di loro.
- Nella padella! Metti la salsa nella padella, idiota! Dove la vuoi mettere, nel bidone dell’immondizia? -
- E che cazzo ne so! Dici ‘butta’! - Chester sospirò per poi mugolare apprezzato nel ritrovarsi in boxer.
- Mmmm… Mike, se vuoi il bis basta chiedere! - Mike si sentiva solo inutile, per questo si occupava con tanta premura del suo moroso che ovviamente ne approfittava. Non voleva veramente fare le cosacce.
- Eddai, continua a dirmi cosa diavolo fare che non lo so! Qua sento un odore strano… - Jacoby li distrasse mentre Mike stava facendo lo scemo con l’inguine di Chester. Ovviamente questi si preoccupò alla sua esclamazione ma l’altro non smise di massaggiargli l’erezione. Doveva asciugarlo bene.
- Ohh… no allora… - Per Chester continuare a dare indicazioni con lui che lo faceva godere era traumatico. - Mescola la salsa e abbassa il gas… devi… oh sì… salarla… mettici anche un po’ di pepe e… ah mettilo in bocca… -
- Cos’è che devo fare? Mettermi in bocca il pepe?! - Jacoby non capiva più quando parlava a lui e quando no ma Mike sapeva distinguere bene, infatti l’accontentò lambendo la sua erezione con le labbra, cominciando a pompare come una porno star. Evidentemente si era rilassato anche troppo, con la conversazione illuminante di prima!
- No… ah oddio… sì succhialo bene… - Chester era dilaniato, non riusciva a fare due cose insieme… o godeva o diceva a Coby come cucinare. Sicuramente preferiva la prima.
- Ma insomma, che cazzo ci devo fare col cazzo di pepe? - Coby era esasperato. Vedeva i due farsi e non gliene importava davvero, non era più nemmeno geloso o invidioso. Voleva solo fare la cena per Jerry!
Il proprio tasso di sopportazione stava esaurendosi pericolosamente…
- Metti il pepe nella salsa, abbonda così viene saporito e poi… oh, ancora… più veloce… più forte… - Coby ruggì per l’ennesima volta e Chester cercò, fra i gemiti sempre più sentiti, di proseguire anche negli ordini: - il peperoncino… mettici tanto peperoncino. Quanto ne vuoi… oh sì, Mike… succhia… sto per venire! - Gli muoveva anche la testa su e giù fra le gambe, tanto che era preso e gli piaceva. A quel punto Jacoby doveva aver più o meno finito con la sala.
- Ora che faccio? - Chiese infatti ansioso come se Mike che faceva un pompino a Chester fosse una cosa del tutto normale.
- Ora abbassa ancora il gas e vieni qua… - Coby non ci arrivava proprio.
Raggiuntolo rimase a fissarlo con le mani ai fianchi senza considerare che stava avendo un orgasmo.
- Ora? -
Chester stava sospirando con un’espressione in totale godimento: - Ingoia, Mike… - Coby sospirò e chiese di nuovo.
- Cosa diavolo devo fare? - Sembrava non vedere nemmeno Mike inginocchiato fra le sue gambe che succhiava. Chester lo sentì e allungando una mano verso Coby disse come se fossero ordini per la cena:
- Ora baciami! - Coby però era preoccupato per la cena, pensava stesse venendo uno schifo. Aveva messo metà barattolo di pepe a grani interi, non sapendo che doveva tritarli, e almeno una ventina di peperoncini lunghi. Non era convinto fosse proprio così che si faceva… si chinò su Chester, oltre Mike, solo per riavere la sua attenzione e non perché lo volesse davvero. Sarebbe stato sensazionale se Chester, sulla sua bocca, non ebbe l’orgasmo definitivo.
Soffocò il gemito lungo e agganciò la lingua alla sua con sollievo.
Anche Mike si fermò per ripulirsi dopo aver fatto delle cose che da lui in pochi forse si aspettavano e soddisfatto d’aver distratto tutti e regalato tanto piacere al suo amore, si rialzò sgusciando via dai due ragazzi in mezzo cui si era incastrato e cingendo Coby dal lato mentre baciava ancora Chester con maggior convinzione -ovviamente si era fatto prendere la mano-, disse contro il suo collo:
- Vedrai che andrà tutto bene con Jerry… - Non ne era per niente convinto ma si rilassò solo in quel momento e separandosi dal ragazzo che stava baciando, si girò verso di lui, sorrise teneramente e pieno di speranza e chiese:
- Lo credi davvero? - Mike ricambiò con uno sicuro e sereno.
- Assolutamente. - A quel punto Coby, finalmente tornato quello che conoscevano, baciò anche lui ringraziandolo.
- Grazie… - Riavere il solito Coby fu pericoloso però almeno tornarono a ridere e fare un sacco di danni insieme.
Sicuramente essenziale anche lui per l’equilibrio del trio che ormai, si era ben capito, non si poteva più separare con molta facilità.