CAPITOLO X:
IN TE


Fumo un’altra sigaretta
Da sollievo
E’ tutto quello che è rimasto di me oramai
Soffoco su tutti I miei rimpianti
Sentendo la tensione
In ogni respiro inciampo quando striscio
E poi cado dentro te
E poi sparisco
Cado in te
E sparisco
Mi porti come una stampella
Senza limitazioni
Indietro, in un posto dove non sono solo
Sono un uomo le cui tragedie
Sono state rimpiazzate con memorie
Tatuate sulla mia anima
E poi cado dentro te
E poi sparisco
Cado in te
E sparisco
Hai detto che il tempo abbatte i muri
Sai, non è tutta colpa tua
Ma in qualche modo
I nostri errori sono stati portati qui oggi
Dici: guarda quanto siamo andati lontani
Nonostante tutte le cose che hai fatto
Sarai sempre l’unica
A riprendermi quando
Cado dentro te e poi sparisco
Cado in te e sparisco
Saluta al passato.
Ce l’ho fatta
Ce l’ho fatta oggi
Nonostante quello che è stato detto
Eri lì a salvarmi
Splendi la tua luce così che possa vederti
E poi cado dentro te
E poi sparisco
Cado in te
E sparisco
Cado dentro te
E poi sparisco
Cado in te
E sparisco

/Into You - Dead by Sunrise /

*Chester*
Sentirmelo chiedere mi fa finire momentaneamente in stand by, poi però con estrema spontaneità, non credendo che me lo abbia chiesto davvero, sbotto diretto sciogliendomi dalle sue braccia:
- Cazzo Mike, te l’ho detto quelle mille volte! - O forse sembra a me, porca puttana, vuoi vedere che ero fatto ed ho solo sognato di dirglielo?
All’ipotesi mi allungo nel comodino e prendo le sigarette, così me ne accendo una. Il nervoso comincia a farsi strada, starà per arrivare un’altra crisi, porca troia!
Ci sistemiamo meglio, non siamo più abbracciati e non ci tocchiamo ma non ci alziamo dal letto e continuiamo a guardarci.
Fumo e dà sollievo, almeno per ora.
Lui mi guarda un po’ inebetito dalla mia risposta, così si giustifica:
- Certo ma eri completamente fatto o in astinenza, non considero quello che hai detto in quei momenti. Dimmelo ora prima che ti torni una crisi. Sempre che non sia troppo tardi. - si capisce che ha fretta perché ha percepito che me ne sta venendo una e vuole sapere questa cosa.
Fanculo, a questo punto ho perso tutto. Mike stesso l’ho già perso, che me ne dica.
Tanto vale dirglielo di nuovo e fottermi da solo, ormai ci sono abituato.
- Ti amo, Mike. Sono schifosamente innamorato di te, cazzo! -
Anche perché comunque è tutto quello che è rimasto di me, ormai. I miei sentimenti per lui.
Ogni altra cosa è sfumata, soffocata nei rimpianti e negli errori ed in ciò che ho perso.
La tensione sale, i suoi occhi neri diventano lucidi e probabilmente l’ho appena ucciso.
Si è emozionato, è rimasto senza parole e si è emozionato.
Cosa cazzo pensava gli dicessi, dopo che ho quasi cercato di scoparmelo settimane fa?
Visto che continua a non dire niente e la voglia della droga si riaffaccia perché mi sono separato da lui -porca puttana non è una passeggiata dichiararsi, per me mai, ma soprattutto ad un altro ragazzo. Un tuo amico. O quello che una volta lo era.-, inciampando ad ogni respiro, strisciano fuori le parole dalla mia bocca insieme al fumo che tiro e sbuffo nevrotico:
- Sono caduto come un coglione. Sono sparito e caduto in te. -
Credo che ora si stia dicendo cose come ‘ecco perché le mie promesse infrante gli hanno fatto così tanto male!’ e cose del genere. Non che Mike sia tonto, di solito è piuttosto sveglio, ma devo dire che a certe cose non ci arriva. Questa volta credo che l’abbia fatto di proposito. Ammetto che avere a che fare con una cosa simile non è facile in nessun caso. Né nel mio né nel suo.
Il tremore aumenta e presto la sigaretta non basta.
Ho voglia di farmi ma non voglio davanti a lui, con Mike in casa. E non voglio alzarmi. Ma non so più come trovare sollievo.
Stanotte ed anche prima era toccarlo che mi aiutava.
Perché lo voglio sopra ogni cosa, più ancora della droga e paradossalmente ho voglia di drogarmi perché non posso avere lui.
Se non ne fossi innamorato non mi sarei ridotto in questo stato.
Per questo è colpa sua.
E perché sono un uomo le cui tragedie sono state rimpiazzate con memorie tatuate sull’anima in un posto dove non sono solo, indietro nel tempo, senza limiti.
Quanto devo correre in rewind per ritrovarmi felice?
Quando è iniziato il mio primo dolore?
Ormai è tutto parte della mia anima, non sono cose che posso strappare da me per essere felice ora.
Però stare con Mike mi faceva star bene e quando se ne è andato è tornato tutto a precipitare come prima che lo incontrassi.
- Quando ieri hai detto che ero quello che ti aveva fatto soffrire più di tutti intendevi… - Le lacrime gli si riaffacciano agli occhi, l’ho ferito eppure io lo sono da mesi e non ce la faccio più a soffrire da solo.
- Ricordo che una volta hai detto che il tempo cura tutto ed abbatte ogni muro. Quando abbiamo parlato un po’ del mio dannatissimo passato di merda. - E con questo intendo gli abusi che ho ricevuto e gli amici che ho visto uccidersi davanti ai miei occhi. Gli stessi nei quali mi sto trasformando. La frenesia aumenta, ho bisogno di una dose per calmarmi, l’agitazione mi sta uccidendo ma non voglio perdere il controllo davanti a lui, mi sto torturando per rimanere saldo ed è il suo dolore nella colpa che sente, che mi ferma e mi mantiene.
- Vorrei dirti che non è colpa tua ma in qualche modo i nostri errori si affacciano oggi, prima o poi tutto torna indietro. - Non voglio dirgli queste cose e ferirlo ma lui mi ha pugnalato così tanto che non riesco a fermarmi, così le sue lacrime escono e nella ricerca di risollevarsi per non impazzire, cerca di farlo anche con me e con voce strozzata dice:
- Ma guarda quanto siamo andati lontano nonostante tutte le cose che hai fatto in passato e gli errori. - La sua disperata ricerca di positività sarà la mia salvezza, lo so, per questo lo guardo e capisco che, cazzo, è vero che tutti mi hanno abbandonato quando mi hanno visto in questo stato schifoso, e anche lui l’ha fatto, mi ha fatto male e mi ha piantato come un coglione. Però ora è qua per capire quanto mi ha massacrato e prendersi le sue responsabilità. È qua a guardare un tossico di merda che reclama la sua dose.
- Sarai sempre l’unico a riprendermi qualunque cosa io faccia. - Anche se gli ci vuole tempo per ricomporsi dagli shock che gli provoco -e solo ora mi rendo conto di avergliene dati anche io- poi torna sempre. È sempre tornato.
Mi uccide e mi resuscita.
Io non so quanto potrò andare avanti ma le uniche volte in cui vivo ed il tempo scorre normale è proprio quando lo vedo e sta con me.
Così lui mi sorride fra le lacrime, ringraziandomi per questo piccolo senso di sollievo che devo avergli regalato senza accorgermene e un’ondata d’energia benefica mi invade immediatamente. Butto la sigaretta e torno su di lui, gli tocco la guancia e gli asciugo le lacrime.
E di nuovo quella sensazione di pace sbaraglia la voglia di farmi.
Mike è combattuto fra lo spavento per ciò che gli faccio provare e il piacere stesso. Perché è bello che gli asciughi le lacrime e lo tocchi, no?
E per me è la mia droga, quindi o mi faccio di qualche merda o mi faccio di lui.
La differenza è che lui è più sano.
Decisamente.
- Nonostante quello che è stato detto tutte le altre volte, sei sempre tornato cercando di salvarmi ed anche oggi sei ancora qua ed io per la prima volta da quando sono così, non maledico il mio risveglio. -
Avvicino il viso al suo, ci separano pochi centimetri, ci guardiamo e la frenesia che mi prendeva prima è un lontano ricordo.
Sono addirittura sul punto di pensare che oggi ce l’ho fatta.
Per la prima volta da quando mi faccio non ho voglia di un’altra dose.
Mi basta toccare lui e vedere la sua luce in questi occhi sinceramente preoccupati e presi da me.
Sarà confuso, non saprà cosa prova, cercherà di non pensarci e non considerarlo ma se vuole che io non affondi ancora allora mi deve dare quella sua luce. Me la deve dare ed io non mi spegnerò più.
Così non gli do del fottuto tempo per reagire, probabilmente è in tilt, in uno di quegli stati di panico in cui non ragiona e non capisce niente.
Fanculo, io me lo prendo.
Cazzo, ne ho bisogno, lo voglio o impazzisco.
Oggi io ce la faccio. Poi sarà quel che sarà, chi se ne fotte.
Senza più la minima esitazione chiudo gli occhi e faccio mie delicatamente le sue labbra.
Gliele accarezzo e poi gli comando di aprirsi, mi faccio strada con la lingua nella sua bocca, questo bacio è amaro ma al tempo stesso dolce, non ha niente a che vedere con quello dell’altra volta, quando l’ho violato contro la sua volontà.
Eppure mi aveva risposto, anche se poi è scappato sconvolto.
Mi aveva risposto.
Lo bacio, lo prendo quanto più posso, mi immergo nella sua bocca, assorbo la sua lingua, bevo il suo sapore e lo stringo a me per non farlo andare via.
Non voglio che se ne vada.
Non voglio.
Che rimanga qua per sempre, con me.
Per sempre.
Così cado dentro di lui e sparisco. Cado e sparisco.
Cazzo, quanto sto bene…
Era questo che avevo sempre cercato.
Non mi serve altro, ora.
Niente altro.
Solo lui.
Mike risponde inebetito, sembra più un automa, non sa cosa sta facendo e le mie mani ora lo frugano scivolando sotto la sua maglia. Voglio che ogni centimetro della sua pelle sia mio.
Svelto, senza dargli il tempo di riprendersi dal suo caos, gli salgo sopra e lo ricopro col mio corpo, quindi scendo con la bocca sul suo collo e più giù, sul petto dove ho alzato la maglia. Faccio miei i suoi capezzoli e lui mi lascia fare. Scopro i suoi punti sensibili con facilità, sembra quasi che il suo corpo aspettasse la mia bocca.
Così proseguo con decisione e di nuovo quella frenesia di prima ma non malata, non è niente di intossicante. È una frenesia sana, voglia di averlo e basta.
Solo voglia di averlo.
E lui non mi respinge, so che non è ancora in sé. L’ho ucciso dicendogli che è colpa sua se sto male perché lo amo e poi gli ho detto che è l’unico che può salvarmi. È ovvio che se gli mostro come, lui mi lasci fare. Non ci sta capendo niente, lui è Mike, ha bisogno di riflettere sulle cose mille volte, ora non gliene ho dato nemmeno un secondo.
Ma prima che cominci a pensare deve essere mio.
Ancora una volta.
Arrivo alla sua erezione che faccio mia, l’avvolgo con la bocca e mi prendo il suo sapore, un sapore caldo che mi invade in meno di quel che pensassi, con le sue mani che mi premono la nuca chiedendomi di più.
Gli piace. Cazzo, se gli piace.
Geme e la sua voce così calda e languida mi mancava, mi lubrifica l’anima a pezzi che lentamente si ricompone.
È davvero tutto ciò che voglio.
Nient’altro. Solo il suo piacere, il suo corpo, il suo cuore, la sua mente, la sua volontà. Lui.
Dopo il suo orgasmo risalgo confondendo una seconda volta i nostri sapori nelle labbra e beve da me come ipnotizzato, non sa cosa sta facendo, sono desideri primordiali che gli accendo come se avessi una bacchetta magica.
Mi strofino sopra di lui eccitandoci insieme, torna a volerlo di nuovo e mi abbraccia stringendomi a sé, mi vuole come non pensava e non aveva mai contemplato, così nemmeno glielo chiedo perché so che se gli riattivassi il cervello con una fottuta domanda del cazzo tornerebbe a pensare e scapperebbe.
Ed io non voglio che pensi.
Così agisco e basta, veloce ed egoista. Perché è lui tutto ciò di cui ho bisogno e se vuole aiutarmi e far sì che non mi droghi più allora mi deve dare questo.
Questo e basta.
O non so in che altro modo potrei smettere.
Lo giro e scendendo lungo la sua schiena e fra i suoi glutei lo faccio mio con la bocca e le dita, lo preparo con un crescendo intenso e lo sento contorcersi fra le mie dita, gli piace, ne vuole ancora, non aveva mai provato una cosa simile ed è diverso dal solito sesso, quello a cui lui è abituato.
È di certo diverso.
Così lo accontento e lo lacero penetrandolo.
Di nuovo la sensazione di finire in un abisso senza fine, ma essendoci anche lui risalgo.
Si tende e geme di dolore, so che gli faccio male ma rimane una cosa lontana dalla mia volontà.
Anche io senza di lui sto male.
Per ora curerò me stesso.
Lui è qua per aiutarmi.
Comincio a muovermi in lui e sebbene si lamenti non mi allontana, mi lascia fare.
Non c’è. Non c’è ancora con la testa e quando capisco che i lamenti diventano gemiti di piacere, allora aumento frenetico, la follia più meravigliosa che avessi mai provato si impadronisce di me e lo porto via senza farlo più scappare. In questo piacere comune.
Saliamo e saliamo e finalmente è la luce.
Saliamo per poi precipitare insieme nella prima bellissima sensazione di questo mio inferno.
Così eccomi di nuovo sparire in lui e cadere e sparire e cadere.
Ecco, era questo tutto ciò che volevo.
Lui.
Ora non voglio più morire.
Ma quando si riprenderà e tornerà a pensare starà ancora con me?
Questa domanda mi incupisce di nuovo facendomi schiacciare al suolo, così riemergo dall’estasi dove palpito ancora e mi stendo su di lui, sulla sua schiena, abbracciandolo da dietro per impedirgli di andarsene.
Me lo terrò quanto più posso.
Cazzo, fa che non si riprenda.
Fa che rimanga in tilt per sempre.
Mio per sempre.
Perché senza so che tornerò ad aver bisogno di sparire ma senza il suo corpo lo farò nella droga e tutto tornerà a precipitare nel buio più profondo.
Rimani con me. Ti prego.
Rimani con me.