NOTE: allora... questa è la fic regalo per il gruppo Bennoda, visto che abbiamo raggiunto i 40 membri. Non è il seguito di Buon Anniversario. E mi è venuta più lunga di quel che pensassi, mi si è presa la mano. Questa volta le indicazioni erano di stupirle con cose rossissime e così ci ho provato anche se forse alla fine non è poi così maniaca, non so definirla, lo farete voi. Questa volta non mi ha influenzato Chester anche se il suo zampino c'è comunque. È più Mike. Ero curiosa di vedere come avrebbe gestito il tutto lui così l'ho lasciato fare. Però basta scrivere fic erotiche e soprattutto su questo argomento (leggerete). Insomma, volevano fare prima uno e poi l'altro, li ho accontentati, adesso si cambia registro. Se lascio fare sempre a questi maniaci qua non se ne esce più! 
Presenziano comunque anche Anna e Talinda ma naturalmente i protagonisti sono sempre loro.
Spero che la fic piaccia. La prossima sarà fra altri 10 iscritti.
Buona lettura. Baci Akane

PROVA DI FIDUCIA

/ Lies greed misery /

I polsi dolevano leggermente. In realtà non gli facevano eccessivamente male perchè stava fermo in attesa che Mike facesse le sue mosse.
 O, magari, era che non sentiva molto il dolore. Troppo abituato sin dalla tenera età a provarne, era diventato così parte di lui che lo convertiva in piacere ed a volte nemmeno lo percepiva proprio.
 Chester alzò gli occhi che brillavano su Mike fermo davanti a lui, immobile da un'abbondante mezz'ora a fissarlo e basta.
 Era seduto su una sedia poco distante dal letto, lo guardava a gambe accavallate e braccia incrociate al petto, l'aria indecifrabile, senza inclinazioni, senza luci strane. Altero, magari, quello sì. E completamente vestito.
 In questo non ci sarebbe stato niente di male se non fosse stato per il particolare che Chester era steso nel letto, completamente nudo e con le manette ai polsi intrecciati sopra la testa, alla spalliera del letto.
 Erano così da mezz'ora.
 Non parlavano, non si muovevano. Chester ogni tanto un po' ma quasi nulla.
 Forse sapeva di meritarselo o forse voleva provocare ancora di più Mike a fare qualcosa di pazzesco. Ancor più pazzesco. Molto di più di quanto fatto fino a quel momento.
 Con un guizzo d'incoscienza tipica sua, Chester tornò al giorno prima con la mente e rivisse quanto accaduto. Con un certo orgoglio, in effetti...
 
 ***
 
 Mike stava guardando le foto del servizio di Chester e stava bevendo il thè, come di consueto, quando sgranò gli occhi impallidendo cadaverico.
 Ingrandì la foto al pc e guardò bene, dopo di che, avendo conferma di ciò che aveva notato, si voltò dall'altra parte e sputò il sorso di liquido caldo, tossì e si batté il petto. Tornò a guardare e tornò a star male.
 Dopo aver fatto l'inquadratura sulla mano di Chester, stampò il foglio e per poco non lo stropicciò, si trattenne perchè prima doveva farlo ingoiare al proprietario della mano.
 
 Chester era pronto per uscire, doveva andare a casa a prepararsi per la serata speciale, prendere sua moglie ed esporla alla festa in questione. 
 Insomma, troieggiare con lei in pubblico. Era una cosa che faceva spesso per distogliere sospetti da Mike, ma alla fin fine lo divertiva. Talinda era un'attrice perfetta e lui trovava il teatro una grande invenzione. Passavano il tempo così. 
 Mike lo prese per il braccio prima che uscisse e gli sbatté la foto davanti al naso. Per poco non usò effettivamente un pugno. 
 Chester spaesato la prese e la guardò.
 - E' la mia splendida mano... - Riconobbe Chester con faccia tosta.
 - Sì, è la tua splendida mano... e riconosci anche da dove viene? - Chiese Mike con un tono sottile e teso come una lama.
 - Da me? - Disse ironicol l'altro. Non gli era più cara la vita...
 - Da un servizio fotografico che hai fatto in questi giorni. Ci sono arrivate le foto in anteprima, le stavo guardando ed ho notato qualcosa che salta subito all'occhio. Le tue mani. - Chester sapeva bene a cosa si riferiva ma si divertiva a stuzzicarlo e finse di non capire.
 - Che hanno? Sono così belle... - Mike riprese la foto e gli indicò l'anello.
 - Lo sai! - A momenti urlava.
 Chester sorrise sornione.
 - E' bello, vero? - 
 - E' IL NOSTRO! PERCHE' CAZZO NON HAI LA FEDE DI TALINDA?! - La domanda del secolo, gliela faceva spesso. Gliela faceva anche se le metteva insieme. Chester alzò le spalle con quella falsa innocenza che su di lui sembrava blasfemia.
 - Il nostro anello mi piace di più e poi ci sono più affezionato, lo sai... non ti piace? - Mike fremeva, voleva davvero picchiarlo. Solo lui riusciva a spingerlo a certi livelli.
 - Non mi piace che finisca in prima pagina con la tua faccia! E' un cazzo di servizio fotografico, Chester... un cazzo di articolo... pubblicheranno cose su di te con questo anello ben in evidenza. E poi in tanti useranno queste foto perchè sei venuto bene... e tutti si chiederanno 'ma questo anello è nuovo?' perchè notano sempre tutto di te e lo sai! E se poi per disgrazia mi dimentico di togliermi io, l'anello, e vedono che l'abbiamo uguale? Può succedere, sai... non sono perfetto, mi scordo anche io le cose... - Mike sarebbe potuto andare avanti ancora per molto, ma Chester ridacchiando divertito lo baciò e liquidandolo con un frettoloso: 
 - Devo andare, c'è la festa e mi devo preparare. - Se ne andò lasciandolo inebetito e furioso a fissare la porta chiusa.
 - Ma sto pezzo di merda! - Disse infine indicandola.
 - Ce l'hai con la porta? - Chiese Joe arrivando da non si sapeva bene che zona dell'appartamento. Mike si voltò di soprassalto e shockato lo guardò esclamado:
 - Ma l'hai visto? - Non ci poteva mica credere...
 - La porta? - Joe non capiva. 
 - CHESTER! - Gracchiò l'altro esasperato. 
 - Oh... cosa ha fatto, ora? - Era quasi normale ormai... 
 - Ha fatto che è deficiente! - Esclamò, dopo di che, senza spiegazioni, prese le proprie cose e se ne andò. Erano tutti invitati alla festa in questione con rispettive consorti. Però la voglia di vedere Chester e Talinda che troieggiavano in pubblico non lo faceva saltare di gioia. Poteva limitarsi a qualche foto normale come facevano lui ed Anna, perchè doveva esagerare sempre in tutto?
 Quella sera, comunque, non era aria!


 Alla festa c'erano tutti con rispettive morose e mogli, appunto, amici vari, gente con cui avevano a che fare professionalmente e vari sconosciuti nonchè fotografi e giornalisti. Quelli a volontà.
 La casa discografica aveva organizzato l'evento per qualcosa inerente al nuovo album e dunque erano stati tutti caldamente invitati a partecipare. Di gente ce n'era, non mancava proprio.
 L'unico single era Rob ma tutti sapevano perchè. L'ammiravano, non si era fidanzato. O meglio ogni tanto compariva con qualche ragazza, faceva il tentativo, però poi non resisteva. Lui era troppo corretto e siccome non aveva che occhi e cuore per Brad, finiva spesso single. Brad, al contrario, riusciva a mettere su la sua bella maschera conscio che ormai per poter vivere una vita propria lontano dai cazzi altrui, quello era l'unico sistema. Aveva imparato da Chester e Mike ma era vero, avevano ragione. Non che poi per loro vivere in quel modo fosse facile, prima di arrendersi a quello stile di vita ne avevano passate molte, solo quando Chester era finito sull'orlo di un vero precipizio con la macchina, avevano capito che bisognava scegliere il male minore.
 Talinda era una ex coniglietta di playboy, solo Chester avrebbe potuto sposarla, ma giustamente aveva fatto un ragionamento sorprendentemente logico. 
 Se doveva sposare una donna per avere la copertura perfetta e poter fare le sue porcate con Mike in santa pace, doveva essere prima di tutto una splendida donna, e poi una che ci sapesse fare a letto. Visto che c'erano, fare figli era una buona idea... gli piacevano i bambini. 
 Chi meglio di una che lavorava in quel settore? 
 Sicuramente lei sapeva come eccitare un uomo, si era detto.
 Aveva ragione, in effetti. Gli piaceva il sesso con lei ed era anche simpatica, lasciava molta libertà e non ci trovava niente di male nella relazione di Chester con Mike.
 Anna era molto diversa, riservata. Aveva messo molto ad ingoiare il rospo ma aveva potuto farlo nel corso degli anni. Si era accorta da sola della relazione di suo marito col suo amico. Alla fine la viveva, in qualche modo lo faceva...
 Ma in pubblico non si comportavano come due cani in calore solo per convincere tutti che stavano bene insieme. Non era nel loro stile.
 Chester e Talinda erano per lo spettacolo.
 Si erano proprio trovati quei due. Le coppie erano troppo simili, sia loro due che Anna e Mike... per questo alla fine la vera relazione era quella fra Chester e Mike, così diversi, così perfetti insieme. Non che avessero scelto di innamorarsi, era successo. 
 Mike pensava sempre a queste cose quando vedeva Chester fare l'idiota con Talinda, ma alla fine la voglia di picchiarlo gli veniva sempre.
 Come in quel momento.
 Si bloccò come un pesce lesso a guardarli limonare in mezzo alla gente, come se non si vedessero da mesi e fossero in astinenza... a momenti si sarebbero scopati!
 Mike si morse il labbro e strinse le mani nelle tasche, il nervoso era alle stelle ormai.
 Anna gli prese la mano e appoggiò dolcemente la testa sulla sua spalla con un sorriso dei suoi, Mike si calmò.
 - Dai, lo sai perchè lo fa. - Che la moglie calmasse il marito riguardo le intenzioni dell'amante era qualcosa di surreale. 
 Mike la guardò sconvolto rendendosene conto, poi le sorrise grato e le sussurrò:
 - Non ti meriti uno come me... - Era vero, ma era anche vero un altra cosa...
- Ma nessuno mi darebbe tutto quello che mi dai tu... - Una vita che in nessun altro modo avrebbe potuto vivere se non in qualità di moglie di Michael Kenji Shinoda. 
 Cantante, musicista, produttore, grafico e disegnatore. Di meno non poteva fare...
 - E' uno stronzo comunque... perchè non serve se la slinguazzi in quel modo... - Commentò senza poter trattenersi. Anna rise. Vedendola si rese conto che forse aveva trovato qualcuno anche lei, si sentì rilassato e sollevato a quel pensiero, poi gli venne un colpo sentendo il suo commento.
 - Magari anche lei ha qualcosa da mascherare... - 
Mike si chiese da dove uscisse questa sparata e per un attimo si scordò quell'idiota di Chester.

La guardò inquisitorio e chiese immediatamente:
- Anna? C'è qualcosa che devi dirmi? - Anna rise capendo perchè lo diceva e gli diede un bacio sulla guancia.
- Se mai avrò qualcosa da dire sarai il primo a saperlo... - Mike però non era soddisfatto nemmeno un po'...
- Cos'ha da nascondere lei? - Anna sospirò consapevole che si era giocata la riservatezza con quella frase, quando lui voleva sapere qualcosa la veniva a sapere. Punto.
Alla fine si decise.
- Talinda mi ha fatto certe confidenze... sai che siamo amiche, passiamo molto tempo insieme ed i nostri figli ormai sono come fratelli... - Era vero, infatti le vacanze le facevano sempre insieme...
- E quindi? Che confidenze ti ha fatto? - Anna chiese mentalmente perdono all'amica.
- Che non è una suora! - Magari gli bastava, poteva immaginarsi quello che voleva ma lei non aveva detto niente di preciso. La fantasia di Mike partì.
Si sapeva, non aveva difficoltà in quello, anzi... non gli bisognava lasciare così tanto campo libero.
- Cioè va con altri? Oppure ha uno fisso? O magari è una? Dì, non è che sei tu? - Non lo disse irritato, anzi, era divertito. Non lo riteneva certo possibile ma improvvisamente era un bel passatempo immaginare la vita privata di Talinda perchè se ne aveva una al di là di Chester significava che non c'era niente più del sesso e dei figli in comune, fra loro.
E già quelle cose erano troppe.
Non poteva certo nascondere che era geloso di lei anche se capiva razionalmente perchè lei esisteva. Cioè perchè Chester l'aveva sposata e perchè stava con lei.
Altrimenti Mike sarebbe diventato ancora più ansioso di mostrarsi in pubblico insieme a lui...
- Ho sete, mi prendi qualcosa da bere? - Chiese Anna per respirare un po'. Suo marito quando ci si metteva diventava proprio pressante.
Mike si allontanò con la testa piena di immagini di Talinda ed Anna, ad un certo punto non gli sembrava nemmeno tanto male come idea... fu allora che la voce di Chester lo salutò allegro.
- Ciao! Bella festa, eh? - Mike sussultò e la prima cosa che fece fu guardare le sue mani. Sospirò. Niente anello. Quell'idiota era capace di indossarlo con sua moglie lì!
- Mmm... - Non avevano avuto modo di sistemare le cose ma alla fine non avevano litigato. Chester se ne era andato prima.
- Dai, ce l'hai con me perchè ho fatto la foto con l'anello? Ma dai... - Chester voleva fargli tornare il sorriso ma Mike manteneva la bocca chiusa e all'ingiù.
- E su... tanto chi vuoi che lo noti? Conta che non lo indossiamo insieme... - Mike non lo calcolò e prese da bere per sé e per Anna.
Quando tornò a calcolarlo si stava mangiando delle patatine come fossero oggetti erotici d'alta classe. Sembrava dovesse sedurre qualcuno ma visto che stava guardando Talinda e che lei rideva, Mike continuò ad innervosirsi molto.
Perchè doveva fare l'idiota con lei?
Sapeva che gli dava fastidio e lo faceva apposta per ingelosirlo.
Che facesse pure, poi gli avrebbe fatto vedere lui!
Chester dopo la patatina sparò che ovviamente più che le patatine, voleva mangiarsi LA patatina, le solite cazzate che sparava lui con un pessimo gusto. Mike fece una smorfia e per poco non fu beccato da un fotografo. Anna fu lesta a sorridere per tutti e attirare la sua attenzione. Quando tornò a voltarsi verso di loro, lui la stava palpeggiando con troppa intenzione. Passò tutta la sera attaccato a lei a flirtare in tutti i modi possibili, anche parecchio osceni.
Mike all'ennesima gliela giurò e furibondo nonché geloso marcio, non lo guardò nemmeno. Non gli parlò neanche mezza volta ed alla prima occasione se ne andò dalla festa.
Chester lo notò immediatamente e non tardò a dileguarsi poco interessato a continuare una serata improvvisamente non più piacevole.
Non gli scrisse e non lo cercò, sapeva che era furioso. Decise che avrebbe aspettato il giorno dopo prima di farsi vivo, si sarebbe sbollito e poi con un po' di moine sarebbe andato tutto a posto.
Illuso.
Mike arrivato al limite passò tutto il giorno a pensare a lui e a quanto fosse stronzo, sicuramente pensava sarebbe bastato poco per ottenere il suo perdono ma non sarebbe stato facile.
Non solo teneva l'anello in un'occasione importante come un servizio fotografico, sapendo che era categorico sull'argomento, e poi se ne andava senza discutere. Ma faceva lo stronzo con Talinda baciandosela e palpeggiandola tutto il tempo. Se le cercava, lo sapeva che odiava quando faceva così con lei davanti a lui. Avrebbe potuto evitarlo, invece l'aveva fatto apposta.
Bene, si era detto arrabbiato come poche volte.
L'avrebbe vista bene quanto facile sarebbe stato ora fare pace...

Il giorno dopo non lo sentì e Chester, che aveva aspettato di proposito si sbollisse, arrivata la sera lo contattò per primo con un sms.
'Ma sei arrabbiato?'
Mike avrebbe voluto scrivergli 'ma no cosa dici, sono tanto felice che sei stronzo!' ma poi non aveva detto nulla.
Così Chester scrisse ancora.
'Ma dai...'
Mike respirò a fondo.
Al che Chez cominciò a squillargli ripetutamente.
Mike, per non mangiarsi il figlio, decise di andare in sede a suonare un po' per calmarsi.
Ovviamente aveva finito per spegnere il cellulare, dicendo ad Anna di chiamarlo in sede se serviva.

Si era messo un po' al pc ma poi si era imbattuto nelle foto della serata precedente e se su di sé ed Anna si era rivelato molto soddisfatto perchè riuscivano ancora a sembrare una coppia perfetta, su Chester e Talinda che si baciavano come non serviva fare gli si rivoltò lo stomaco.
Lasciando il thé nella tazza, chiuse e si alzò.
- Che poi è una stronzata, le coppie perfette non esistono! Non tocco Anna da... Dio, non so nemmeno quanto... non so come cazzo fa Chester, quello ce l'ha sempre in tiro ed un buco vale un altro. Bene, che si tenga Talinda! - Non lo pensava davvero ma quando si arrabbiava finiva per perdere seriamente le staffe e dire cose che non voleva.
Tentò vari modi per calmarsi senza grosso successo e quando stava rinunciando all'idea, la porta di aprì e si chiuse.
Mike si alzò di scatto dallo sgabello imbottito e si precipitò all'ingresso.
Lo sguardo era sottile, gelido ed infuriato.
Chester sorrideva spavaldo.
- Allora esisti ancora! Pensavo fossi morto! - Esclamò ironico.
Mike strinse anche le labbra strette e pensò che poteva anche ucciderlo volendo, perchè no.
- Non pensavo te ne importasse. - Eccolo là, si disse trionfante Chester.
Geloso.
Come l'amava quando faceva il geloso.
Si avvicinò per fare le famose moine ma si scontrò con un muro di cemento armato quando lo vide sgusciare dalla sua presa e tornare allo studio fingendo un importante lavoro al computer.
- Dai, Mike... - Lo seguì Chester.
- C'è qualcosa che volevi da me che mi hai cercato, oppure sei venuto solo per darmi fastidio? - Ma quanto la faceva lunga, pensò!
Mike era seduto alla scrivania ed aveva ripreso la tazza di thé ormai quasi del tutto fredda.
- Avanti, non farla così lunga... cos'è, per l'anello? - Mike respirò a fondo.
- Lo sai perchè. - Era vero. Ma era altrettanto vero che a volte poteva semplicemente dire cosa aveva e basta.
Si appoggiò con le mani ai lati del tavolo, dietro di lui in una specie di abbraccio. Non lo toccava ma avvicinò il viso al suo e sul suo orecchio sussurrò.
- Magari è perchè ho fatto il mio teatrino con Talinda... - Mike strinse la tazza ed indurì le labbra, l'espressione marmorea. Respirava a scatti.
Cercava di sedurlo per fare pace e mettere tutto da parte.
- Teatrino? Lo chiami teatrino? Non potevi evitarle tutte quelle scene? - Era stato davvero esagerato ma spesso lo era.
Chester sogghignò soddisfatto. L'adorava così geloso.
- Ma io lo faccio per distogliere l'attenzione ed i sospetti da noi... - Mike a quel punto non resistette ed agendo completamente d'impulso tirò il thè in faccia a Chester. La tazza era grande e conteneva ancora tre quarti di liquido, fortunatamente tiepido.
Chester rimase chino su di lui, rigido e sconvolto, senza respirare e a bocca aperta mentre gli occhi erano chiusi.
Mike poi mise giù la tazza e si tolse dalla sedia e dalle sue braccia. Era un po' bagnato anche lui, si asciugò il lato della testa con la manica della maglia e si voltò a fissarlo. Ora era dritto e senza parole lo fissava ebete. Non capiva se stava per scoppiare e fare una sfuriata o se aveva la coda fra le gambe. Decise di mettere in chiaro le cose.
- Chiariamo una cosa, non lo fai per questo, lo fai per te e per divertirti sulle mie spalle. Sai che mi dà fastidio e quindi troieggi con lei! Per questo quando scopi con lei poi me lo dici sempre, perchè ti piace quando mi arrabbio! La vuoi sapere la novità? Scopatela pure quanto vuoi, da ora hai solo lei! - Con questo si voltò e decidendo seriamente di chiudere si allontanò uscendo dallo studio.
Chester rimase di sasso e registrò in un secondo momento cosa significava.
Fu velocissimo a raggiungerlo e prenderlo per le spalle, voltarlo e bloccarlo allacciando le mani dietro alla schiena.
Guardandolo a tu per tu disse sadicamente soddisfatto.
- Non fare il coglione! È mia moglie, ogni tanto scopiamo e siccome non voglio fare le cose di nascosto da te, te lo dico! Tu sei solo geloso e la cosa mi piace ma non infierisco volontariamente solo per vederti arrabbiato! -
Mike non ci vide più, lo sapeva che era così. Lo sapeva. Perchè diavolo doveva prenderlo per scemo?
Se fosse stato zitto e l'avesse baciato forse l'avrebbe potuto perdonare, ma così non poteva e spingendolo si liberò dal suo abbraccio. Cominciò a parlare furioso ed agitato, fuori di sé, e nel mentre continuava a spingerlo.
Chester indietreggiava non potendo fare altro andando in giro per la casa senza sapere dove stava finendo.
- Sei uno stronzo figlio di puttana, ecco cosa sei! Tu sei il sadico per eccellenza! Lo fai esattamente per questo! Perchè il tuo ego si nutre quando sono geloso e lei è l'unica che mi ingelosisce! Quindi te la scopi e me lo dici! Allora fottitela, che cazzo vuoi da me? Però non prendermi per il culo, Chester, che non lo sopporto! Smettila! - Dopo un tragitto a spinta per lo più a casaccio, si ritrovarono in camera e quando se ne rese conto decise di girare la cosa a suo favore.
Mike si rabboniva in un unico modo, sicuramente sarebbe bastato.
Si morse il labbro e smise di indietreggiare alle sue spinte, lo prese per i polsi e con forza lo girò spingendolo giù sul letto.
Mike cadde non aspettandoselo e furioso, quando si trovò le sue labbra premute sulle proprie come se lo stesse violando, si ribellò. Chester non poteva osare, non poteva proprio.
Lo morse sul labbro.
Questo non se lo sarebbe mai aspettato e seppure eccitato per il gesto ed il dolore, rimase a guardarlo incredulo.
- Smettila! - Disse deciso.
Ma Mike non la pensava allo stesso modo e servendosi delle gambe cambiò le posizioni. Una piccola lotta a cui lui ebbe la meglio poiché furibondo.
Lo teneva premuto giù col corpo, gli teneva i polsi ai lati della testa e sembrava un violentatore che voleva sopraffare una povera vittima.
Il labbro di Chester era gonfio per il suo morso ed un rivoletto di sangue addirittura usciva. Mike si fermò attratto da esso e da quel colore ed invece di continuare ad urlare fu come se un fulmine lo illuminasse.
Da furioso divenne repentinamente serio ed indecifrabile, duro anche. Con un che di gelido e...
Chester si eccitò subito riconoscendolo.
Era quando gli veniva il raptus e lo scopava con cattiveria.
Mike allora tornò sulla sua bocca e riprendendo il labbro morso, lo succhiò. Siccome il sangue non era abbastanza strinse coi denti ancora per avere più da succhiare. Allo stesso modo lo curò e Chester rimase con le palpitazioni che salivano.
Essere violato da Mike?
Ci sarebbe stato per il resto dei suoi giorni.
- Ti piace quando sono geloso perchè poi mi arrabbio e ti scopo forte... - Non era scemo, l'aveva capito, lo sapeva benissimo. Chester provocò ancora, era nato per quello.
- E' a te che piace scoparmi forte, ti faccio solo un favore... - Mike senza un input non si accendeva in quel modo, rimaneva tendenzialmente dolce.
- Se è questo che vuoi basta dirlo. - Aggiunse lasciandogli i polsi per strisciare lungo le braccia. Raggiunta la maglia gliel'alzò, quindi strattonò verso l'alto in modo da tirargliela via. Chester collaborò il necessario e alzate le braccia, una volta che fu sfilata via del tutto cercò di toccarlo ma Mike, sicuro e determinato, gli prese le mani e gliele fermò contro il materasso.
Chester decise di stare fermo.
Il compagno allora scese da sopra per aprirgli i jeans stretti, alzò il bacino e glieli tolse insieme ai boxer. Quando fu nudo Chester pensò che ormai c'erano. L'avrebbe girato e l'avrebbe scopato violentemente.
Non successe.
Quando lo sentì alzarsi ci rimase male e tirandosi su sui gomiti per vedere che faceva, notò che cercava nei cassetti.
- Mike? - Lo chiamò non capendo.
Quando arrivò con le manette rivestite di gomma nera in modo che non facessero molto male, sorrise incosciente ed eccitato.
- Ah, ma guarda un po'... - Mike si raddrizzò e lo guardò severo.
- Zitto! - L'ammonì risalendo sul letto a cavalcioni. Era ancora fastidiosamente vestito e Chester si beava di ogni suo atteggiamento da padrone. Era un attivo fantastico, lo dominava completamente, specie se era arrabbiato.
Allora tenend le manette fra i denti, cosa che per poco non fece venire Chester, gli prese i polsi ed usando una forza più marcata del solito glieli incrociò sopra la testa, quindi li legò alla spalliera del letto. Infine rimase seduto su di lui un attimo, si chinò e leccandogli la guancia disse gelido come prima.
- Visto che ti piace quando mi arrabbio e che mi fai ingelosire di proposito, ora avrai quello che ti meriti... -
Chester si stava per gustare un momento di sesso sfrenato e splendido ma quando lo sentì che si alzava ci rimase a dir poco male.
Lo fissò non capendo e con aria da 'Are you fucking kidding me?' lo vide mentre, ancora vestito completo, si sedeva su una sedia dopo averla spostata in modo da guardarlo interamente ed in maniera perfetta.
Solo si sedette.
Accavallò le gambe, incrociò le braccia al petto e severo come poche volte era stato, cominciò a fissarlo.
- Mike, che cazzo fai? Non è un gioco erotico questo! - Mike alzò un sopracciglio scettico.
- Come no? Aspettare il momento in cui deciderò di scoparti non è un gioco erotico? Scusa ma sei tu che mi hai provocato tanto perchè ti piace quando comando e faccio certe cose. Ora che le faccio non ti piacciono? Non capisco, dovresti pensare meglio a quello che fai... ops... ma che dico... TU NON PENSI MAI! - Concluse alzando la voce arrabbiato. Non gli sarebbe andata giù facilmente e voleva solo che capisse una volta per tutte che le bastardate gratuite le poteva evitare.
- Oh, solo perchè ti faccio ingelosire con Talinda! - Chester tirò i polsi un po' per vedere se l'aveva chiuso bene e vedendo che era così si fermò e lo fissò. Era fermo e altero. Non gli toglieva gli occhi di dosso.
- Tu fa pure quello che vuoi, lo faccio anche io. Perchè ti lamenti? Non ti piace questo gioco? Mi deve venire voglia, Chester. Altrimenti non mi si drizza e non godi abbastanza. Lo faccio per te, che dici? - Ecco qua, quello che gli diceva lui.
'Io pomicio con Talinda così tolgo i sospetti da noi...' a Mike questo discorso mandava in bestia.
- Sei geloso... - Ripeteva senza saper che altro dire.
- E tu mi fai ingelosire apposta perchè ti piaccio, ti sto accontentando, non ti va bene? Io pensavo di farti felice... - Aveva intenzione di ritorcergli contro ogni cosa. A volte aveva l'impressione di essere lui la marionetta nelle sue mani, doveva smetterla.
Era una sfilza di coltelli affilati nella carne, ogni volta che lo vedeva con lei. Perchè sapeva che gli piaceva scopare, non l'avrebbe mai fatto tanto altrimenti.
- Non ti facevo così dominatore! - Disse poi inclinando il volto in un'espressione di sadismo divertito. In un certo senso non era male, si disse. Spingere Mike a certi livelli era bello, lo stupiva sempre e poi non se ne pentiva mai.
Si fidava, sapeva che non gli avrebbe fatto davvero del male. Il peggio sarebbe potuto essere che non lo scopava.
Ma sicuramente sarebbe finita bene per lui!
Mike non disse più niente e rimase in perfetto silenzio, immobile a fissarlo per una mezz'ora abbondante.
Chester l'assecondò e sistematosi comodo sul letto rimase buono a guardare il suo compagno sorprendentemente suscettibile.
L'adorava quando faceva così.
Lo immaginò a saltargli addosso violento e si eccitò di nuovo. Tirò appena i polsi e la sensazione sulla pelle lo fece sospirare.
Per quanto era innamorato perso di lui, lo vedeva come una specie di Dio.
Poteva stare ore a guardarlo.
Lui e la sua aria da bravo ragazzo perfetto. Buono. Dolce. Che non si arrabbiava mai. Paziente.
Era una specie di signore delle tenebre, invece.
A lui piaceva per quello, perciò 'troieggiava' e lo provocava.
Per istigarlo.
Cominciò ad immaginare tutto quello che avrebbe potuto fargli. E quello che avrebbe voluto che gli facesse.
E naturalmente non tardò ad eccitarsi da solo, senza dover strofinarsi in alcun modo né muoversi.
Mike lo notò subito.
Lo fissava di proposito, percorreva il suo corpo di continuo. Non sapeva come poteva stare mezz'ora a guardarlo in quel modo, ma ci riusciva benissimo.
Quello che lo stupiva era Chester che legato in quel modo si eccitava comunque.
E' un'autentica puttana!”
Pensò ricordando come la sera prima si era mangiato le patatine. Non era normale. Ora gli avrebbe dato una lezione. La giusta lezione.
- Ti piace guardarmi? - Chiese Mike con un tono serio e composto.
Chester non aspettava altro di poter interagire con lui e quando sentì la sua voce dopo molti minuti di silenzio, l'eccitazione salì. Sapeva che non era normale ma era effettivamente una situazione intrigante.
- Mi piace che stai lì a fissarmi nudo! - Mike ci avrebbe giurato che poi gli sarebbe piaciuto, lo conosceva bene.
- E dimmi... preferisci che stia fermo o che faccia qualcos'altro? - La sua voce cominciava ad essere bassa e suadente, ma sempre comunque provocante. Sapeva giocare molto bene a quel gioco, anche meglio di Chester.
- Dipende da cosa fai... - ormai voleva che scatenasse la sua fantasia e sapeva che era sul punto di farlo.
Forse poteva stuzzicarlo ancora un po'...
Mike rispose a fatti.
- Del tipo... - Lasciò sospesa la frase mentre la mano scendeva fra le gambe aperte. Non si slacciò i pantaloni, non si tirò fuori l'erezione, però si massaggiò e si strofinò per bene fino a fargli notare una protuberanza innegabile.
Chester si morse il labbro, cercava di non essere eclatante nel suo apprezzare quello che faceva ma non era facile. Voleva dirgli di tirarselo fuori e fargli vedere come gli diventava duro ma quando Mike faceva di testa propria solitamente era un capolavoro umano!
- Lo preferisci? - Chiese poi rallentando ma continuando a toccarsi.
Chester fece un sorrisetto malizioso.
- Mmm... speravo in qualcosa di più... visto che sono fermo qua a fissarti e mi annoio! - Mike tornò a fissargli l'inguine.
- Non mi sembra che le tue parole corrispondano a realtà... -
Cazzo, dimmi le parolacce!” Amava quando diventava volgare. “Devo farlo arrabbiare ancora!”
A volte non si capiva chi gestisse e chi venisse gestito.
- Mi ero messo a pensare a Talinda... - Ecco le cose da non dire mai a Mike.
TALINDA!
Non ce l'aveva direttamente con lei, quando si vedevano ridevano e scherzavano insieme ma a Mike dava fastidio che per hobby ogni tanto finissero a letto insieme. Lo sapeva che Chester lo faceva per provocarlo, ma gli dava fastidio lo stesso.
- Ah sì? - L'espressione di Mike divenne un enigma, sicuramente non era più impassibile. Sembrava in fase di trasformazione verso la via demoniaca.
- Sì... sai, lei è una bella donna... -
- Allora... - Cominciò Mike slacciandosi i pantaloni. - Se faccio una cosa del genere... - si tirò fuori l'erezione e la prese in mano. - non ti interessa... - così dicendo cominciò a muoverla lentamente, andando sempre più forte. Dopo qualche mossa si portò la mano alla bocca e se la leccò partendo dalla base del palmo e risalendo fin alla punta delle dita. Gli occhi socchiusi. Poi riprese a masturbarsi. Il suo membro ovviamente cresceva ma solo perchè guardava Chester nudo e legato. Era sicuramente una visione che aiutava.
Il ragazzo steso gradiva molto e naturalmente non riuscì più a stare fermo, cominciò ad intrecciare le gambe e strofinarle insieme in modo che le cosce un po' gli dessero pace. Stava impazzendo, aveva sempre più bisogno di toccarsi ma quello non si alzava dalla sua cazzo di sedia. Almeno gli avesse fatto lui qualcosa...
- Ma forse Talinda è meglio del mio cazzo in tiro... - Disse Mike a quel punto.
Bene, ancora un po' e mi salta addosso... “ Chester fece un grande sforzo per non dirgli quel che pensava davvero ma ci riuscì e irritante come poche volte, rispose stronzo:
- Se è solo per un cazzo in tiro direi di sì, lei ha tette e figa che tu non hai! - Mike respirò a fondo, voleva dargli un calcio, altro che!
Però decise la punizione e alzandosi si tolse del tutto i pantaloni ed i boxer, dopo di che si sedette di nuovo, alzò i piedi appoggiandoli sul letto in modo da avere le gambe belle aperte ed un certo accesso libero e, con Chester che aveva una visuale eccellente, cominciò a succhiarsi le dita.
Se le inumidì andando su e giù nella bocca come se stesse facendo del sesso orale.
Quando fu abbastanza bagnato, portò la mano in mezzo, fra le gambe, e infilò un dito nella propria apertura.
Fu facile, con Chester lo faceva regolarmente.
Sentì la consueta sensazione al tatto e dopo un paio di movimenti infilò anche il secondo dito.
Questo gli permise di sentire più piacere e fu ancora meglio quando andò fino in fondo. Non dovette fingere nel buttare la testa all'indietro e nel chiudere gli occhi avvolto dal piacere.
Chester lo maledì, voleva scoparlo immediatamente ma non poteva, come osava? Basta, aveva capito... perchè non gli saliva sopra e non lo picchiava mettendoglielo dentro a freddo?
Non resisteva più, fremeva, aveva un caldo bestiale e spingeva col bacino verso l'alto non sapendo più cosa fare. Tirava i polsi e soffriva come non mai.
Quando Mike notò che era arrivato al punto massimo di sopportazione, sorridendo con un certo sadismo che solitamente non gli si addiceva, si alzò e così com'era, con una calma senza precedenti, senza dire niente, se ne andò dalla camera.
- Mike? - Chiese Chester roco pensando che invece sarebbe salito sul letto. Shockato lo chiamò ancora. - MIKE CHE CAZZO DI SCHERZI SONO? -
Mike spuntò di nuovo con un sorriso gelidamente snob.
- Scusa, ho voglia di una birra... -
- Ora?! - Quello non gliel'aveva mai fatto... Mike annuì e sparì di là.
Ok, quello era l'appartamento del gruppo, teoricamente tutti potevano venirci quando volevano ma nessuno ci dormiva e soprattutto tutti suonavano il campanello, non era preoccupato per questo.
- Faccio una telefonata... - Disse tornando a prendere il telefono sul comodino.
Chester lo fissava sconvolto.
Come osava quello stronzo? Andava bene cuocerlo lentamente ma istigarlo ed eccitarlo per poi piantarlo così no... insomma...
- MIKE, STRONZO! - Non seppe dire altro rendendosi conto che forse aveva tirato troppo la corda.
Prima gli era parsa una bella idea...
I minuti scorrevano e lui non si faceva vivo, non sapeva più che pensare, di sicuro sarebbe tornato e l'avrebbe scopato in qualche modo fantastico. Ne era certo.
Voleva assolutamente vedere cosa gli avrebbe fatto. Magari l'avrebbe ricoperto di qualcosa di eccitante. Poi avrebbe usato qualche attrezzo, gli avrebbe lasciato dei segni indimenticabili, lo conosceva bene, non se ne sarebbe andato. Pensando a tutto quello che avrebbe potuto fargli, convinto che a secondi sarebbe apparso, l'ansia lo invase insieme all'eccitazione. Il tempo passava e lui aveva solo più fantasie erotiche di prima.
Mike restò via per molto tempo o forse poco ma a Chester parve un'eternità. L'eccitazione era alle stelle quando, improvvisamente, la luce si spense.
Erano tutte le finestre abbassate ed era sera, quindi il buio fu assoluto.
Chester non ci vide assolutamente più e trattenendo il fiato strizzò gli occhi cercando di vederlo.
Come non vedo io non vede lui... che diavolo ha in mente?”
Quando sentì qualcosa di liquido cadergli addosso su tutto il corpo gli venne un colpo.
Un istante, un autentico istante pensò che fosse qualcosa di sporco e maledettamente erotico, per i suoi canoni.
Poi pensò che comunque Mike non l'avrebbe mai fatto e, dopo ancora, realizzò che quella cosa strana era fresca. Annusò e capì che si trattava di birra.
- Dai! Illudermi così! - Disse divertito e rilassato, capendo che ormai era arrivato il momento di divertirsi.
Sentì così nel buio completo il letto abbassarsi, era salito e le sue mani lo scorsero spalmandogli la birra addosso, ci fu ancora silenzio e quando al posto dei palmi ci furono le dita e le unghie, cominciò a sospirare in un misto fra dolore e piacere. Che per lui erano quasi la stessa cosa in certi casi.
Quando si trattava di Mike sì!
- Volevo vestirmi e andarmene. Lasciarti qua così finchè non veniva qualcun altro... ma poi ho pensato che può essere un assaggio per la prossima volta che ti viene in mente di fare qualcosa per me usando Talinda... pensaci meglio prima... - Chester ormai era contento e sorridendo sbieco rispose cercando il suo orecchio alla cieca, visto che anche lui gli aveva parlato contro il proprio.
- Questo mi sembra un invito a rifarlo... -
Lo sentì sorridere
- Lo sapevo che sei un porco... vuoi solo che ti scopi con qualche giochino nuovo, no? - Era ovvio fosse così. Ormai Chester fremeva impaziente.
- Ma come mi conosci... -
- E tu pensi che ti avrei legato se non avessi saputo ciò che volevi? - Rispose suadente e penetrante. Poi con una lentezza unica, con qualcosa di freddo, duro e liscio, cominciò a carezzarlo sul petto. Chester sussultò ed in un secondo istante capì che era la bottiglia vuota. Era ancora bagnato di birra ma ormai cominciava ad asciugarsi. C'era inoltre un odore assurdo di quell'alcolico ma poteva essere interessante usare la bottiglia.
- Ma io so che non mi deludi mai... -
- Allora adesso dimmi... - Disse Mike sul suo orecchio. Chester era sempre più caldo. La bottiglia sul basso ventre. - Preferisci questa... - morse il lobo e lo tirò per poi staccarsi e accendere una piccola luce sul comodino coperta con un fazzoletto in modo da dare solo un alone vago alle cose. Gli passò poi il collo dell'oggetto sull'inguine. Prima intorno e poi sul membro ancora eccitato.
Rimaneva una cosa da dire ma prima di completare la frase gli alzò una gamba e gli accostò la bottiglia per la parte piccola all'entrata.
A freddo non sarebbe stato piacevole da subito, non l'aveva toccato prima ma era così voglioso che sicuramente non sarebbe stato male.
E male non fu.
Shockante in un primo momento, quando entrò, poi dannatamente piacevole.
Sorprendente.
La conformazione del vetro era a cono, il collo era sottile e poi si allargava.
Mike fece attenzione a non infilarglielo troppo, sapeva che c'era il rischio si rompesse dentro.
Lo fece finchè non sentì lo sforzo. Era facilitato anche perchè era vetro ed era liscio, non dovette bagnarlo e lubrificarlo.
Chester sospirò e gemette per tutto il tempo in cui l'estrasse e glielo rimise dentro e quando lo sentì troppo in estasi lo tolse per poi risalire mordendogli con poca gentilezza varie porzioni di pelle.
Non che ci fosse molta carne.
Le mani sempre alte e bloccate.
Tornò all'orecchio, lo morse ancora e poi gli si mise a cavalcioni sopra.
Prima di appoggiarsi mormorò roco.
- O magari preferisci il mio cazzo? - Domande idiote, pensò Chester.
La voce gli morì in gola perchè Mike decise di stendersi sopra e appoggiargli l'erezione sulla sua.
Ecco il gemito trasformato in sospiro afono.
Un istante fermo e poi muoversi su e giù su di lui, dalla coscia all'addome, l'accarezzava con molto impegno e per un momento Chester soffrì seriamente per non poter prendere il suo sedere a piene mani e muoverselo sopra.
Sentiva il suo sesso eccitato e ben delineato sulla pelle e di volta in volta saliva sempre di più, sempre di più fino a che non si decise a sedersi sul suo viso, senza schiacciarlo.
Allargò bene le gambe, si mise in ginocchio e dritto con la schiena si prese sulla spalliera del letto, accanto alle sue mani ammanettate.
E si mosse infilandogli l'erezione nella sua bocca.
Chester non poteva usare le mani, poteva solo tenerla aperta e succhiare ma voleva dannatamente muoverselo addosso, prenderlo, alzarlo ed abbassarlo, stringerlo, affondare le dita nella sua apertura. Voleva toccarlo, voleva essere lui, ora.
Perchè era così crudele?
Certo che l'aveva voluto lui, ma ora poteva liberarlo, voleva fare qualcosa...
Mike non intendeva accontentarlo.
Mi scopa la bocca come se fosse il mio culo!”
E per certi versi Chester sfoderava delle espressioni definite proprio 'da culo'. Non si sarebbe fermato.
Lo sentiva muoversi sopra, alzarsi e sedersi, inarcare la schiena ed incurvarla, sistemarsi meglio e ondulare il corpo come se stesse cavalcando oscenamente.
Se lo immaginò non potendolo vedere e si eccitò anche più di prima.
Voleva lo scopasse, ne aveva di nuovo bisogno ma non poteva nemmeno parlare, oltre che muoversi. Non poteva fare niente altro che essere il suo oggetto e sperare che l'avrebbe anche accontentato.
Sapeva che l'avrebbe fatto ma non poteva immaginare quando e come.
Quando Mike si sentì soddisfatto si tolse e si sentì nudo anche se lo era da molto ormai. Si sentì nudo e vuoto. Si era proprio tolto da lui, non lo toccava con niente.
Chester aprì ancora la bocca e tirò fuori la lingua nella sua direzione, era lì accanto che lo guardava e si massaggiava ancora il sesso per non farlo scendere.
Intendeva entrare e basta?
Si esaltò.
Lo sperava.
Che glielo mettesse dentro.
Mike ridacchiò capendo ogni sua espressione e si chinò avvicinando il viso al suo, aprì la bocca e tirò fuori la lingua. Fu la prima volta che l'accontentò veramente. Non unì le labbra, lo leccò e basta e Chester se lo fece bastare.
Quando si separò però non riuscì a trattenere la richiesta.
- O mi liberi o mi scopi... - Poteva anche essere scopato legato, bastava lo facesse.
Mike sogghignò.
- Ma dai... sei già stufo di stare legato? Non era il gioco che volevi tanto fare? - Chester si morse il labbro.
- Voglio di più il tuo cazzo dentro... - Mike si abbassò sul suo stomaco, lo leccò e parlò a diretto contatto con la sua pelle sensibile che sapeva di birra, era appiccicaticcio.
- Preferisci il mio cazzo in culo piuttosto che la libertà? Sei uno schiavo perfetto... - Chester poteva farlo solo perchè era lui, non si sentiva costretto, obbligato o legato davvero, né tanto meno sottomesso. Si sentiva come uno che era accontentato. Mike sapeva esattamente quello che gli piaceva e semplicemente lo faceva. Non lo stava né umiliando né forzando, faceva solo quello che era meglio per lui, quello che voleva, quello che sperava. Quindi sulla zona sensibile dell'inguine sussurrò ancora: - tanto lo so che le braccia così ti fanno male e ti piace per quello... - Il rapporto di Chester con le sensazioni fisiche era tutto sballato ma ormai Mike lo conosceva.
- Scopami, non ce la faccio più... - Mike si alzò e si mise davanti a lui, fra le sue gambe. Gliele alzò e le spinse in avanti e l'accarezzò con l'erezione gonfia e tesa. L'accarezzò fra i glutei, sull'apertura ormai pronta a prenderlo, ma non entrò.
Lo guardò aspettando. Aspettò ciò che sapeva sarebbe arrivato.
- Ti prego... - Eccolo lì...
Allora, con una scarica d'adrenalina senza precedenti, entrò senza fare piano.
Entrò subito deciso sapendo che poteva, sapendo che altrimenti non avrebbe sentito quell'elettricità attraversarlo su tutto il corpo.
Improvvisamente fu bollente e gli appoggiò le gambe sulle spalle, Mike gliele avvolse con le braccia e continuò ad entrare ed uscire. Fu subito molto intenso, il ritmo vertiginoso e le mani che non sapevano stare ferme passavano sulle sue cosce graffiandolo e poi sui suoi fianchi per gestirselo meglio. Entrava ed usciva andando sempre più in dentro e sempre più veloce. Quindi ci riuscì.
Quindi fu la fine.
Chester non aveva mai goduto tanto come era successo quando, nel pieno del piacere più estremo, aveva tirato le mani rendendosi conto di essere ancora legato ed alla completa mercede di Mike. Mike che lo scopava, finalmente, senza complimenti.
Lo faceva suo in quel modo rude e forte, duro... come gli piaceva... lo sentiva, lo voleva, lo aveva, lo possedeva. Era suo e solo suo e si fidava, non gli interessava di essere legato ed indifeso, sapeva che poteva anche ucciderlo, picchiarlo, lasciarlo lì per giorni ma sapeva anche che non l'avrebbe mai fatto. Per questo si sarebbe sempre lasciato fare di tutto da lui, di tutto.
L'orgasmo arrivò quasi insieme. Chester un istante prima e si sporcò da solo mentre Mike gli venne dentro vedendolo così sporco del suo sperma.
A quel punto si sconnesse lui stesso e non capendo più niente si lasciò cadere all'indietro un attimo, si appoggiò su una mano, era ancora con le gambe piegate e larghe incastrato a Chester e non capiva nemmeno se era dentro o fuori.
Respirava con frenesia, il suo corpo palpitava bollente e forse i sensi erano andati a quel paese.
Prima di tornare a capire qualcosa, passò del tempo e si accorse che Chester aveva le gambe aperte intorno a lui e che era ancora legato e stravolto, oltre che sporco.
Lo guardò ansante e prendendo un fazzoletto lo pulì velocemente per poi liberarlo.
Quando ebbe finito con tutto si lasciò cadere stanco sul suo petto.
Era sporco, appiccicaticcio, sudato e puzzava di birra, ma non poteva che stare lì su di lui.
Chester abbassò piano le braccia, gli facevano male ma non era mai stato più soddisfatto di ora.
Fu così che lo cinse e gli baciò la testa con dolcezza per ringraziarlo d'averlo accontentato come sempre.
- Lo sai che mi piace quando sei geloso... diventi matto... ed ormai sei geloso solo quando faccio lo stronzo con Talinda... - Spiegò alla fine cauto. Mike lo sapeva ma non gli piaceva lo stesso la spiegazione. Gli diede un pizzicotto sul capezzolo e sul suo collo mormorò sfinito:
- Un giorno rischi che ti uccida, mi manda fuori di testa quando fai così con lei... - Chester ridacchiò sadico.
- Correrò il rischio... - Perchè tanto sapeva che non ci sarebbe mai stato niente del genere.
Con la tranquillità di sempre si lasciarono prendere dal sonno.
Certi discorsi fra loro non finivano mai, sarebbero andati avanti sempre e sempre ma quello che piaceva tanto a Chester, Mike lo capiva benissimo e lo condivideva sotto un certo punto di vista.
Non era la perversione in sé, né il sesso, né i giochi erotici, né vedere Mike arrabbiato e geloso.
Quelle erano cose di contorno.
Quello che piaceva tanto a Chester era vedere come Mike lo conosceva bene e lo accontentava sempre, ad ogni costo.
E a Mike piaceva il suo fidarsi ciecamente di lui, qualunque cosa gli avesse fatto sarebbe andato bene perchè era conscio della conoscenza reciproca totale che c'era. Nessuno avrebbe mai fatto all'altro veramente del male se non solo ciò che all'altro sarebbe piaciuto.
Quella fiducia totale non erano in molti ad averla.
Loro sì.

FINE