DISCLAMAIRS: i personaggi non sono miei ma di loro stessi poiché reali, io immagino solo un paio di cosette!
NOTE: Mi sono capitate sotto mano due foto, una la conoscete, l’altra è nuova. In questa ci sono quelli che sembrano essere i cani di Mike ma sicchè ormai mi sono fissata che ha anche un Pitbull, ho elaborato una teoria tutta mia completa di scene e di un sacco di stronzate di contorno. Poi si sa anche che Chester ha due cani, un incrocio fra rottweiler e labrador ed un australiano. Così mi sono fatta un film dietro alla storia di tutti questi cani che girano intorno alla coppia migliore del mondo! Siccome conosco persone che coi cani si comportano così e che Mike sembra essere fra questi, non poteva che uscirmi così, spero che vi diverta. Buona lettura. Baci Akane
PS: dimenticavo, siamo nella serie Hybrid Theory e siamo all’inizio, Chester è appena arrivato nel gruppo.

REGALI DI BENVENUTO


 
/With you /
Solo a Mike sarebbe potuto venire in mente di fargli un regalo di benvenuto.
Inteso, un regalo simile…
La fissa per gli animali l’aveva sempre avuta, specialmente per i cani, specialmente per quelli di taglia grande e dalla fama feroce.
Riteneva infatti che era tutta apparenza e che bastava saperli gestire.
Lui aveva quel dono, sin da piccolo l’aveva sempre avuto di conseguenza aveva anche sempre posseduto cani di quel tipo… bulldog, mastini, boxer, pitbull, rottweiler, doberman e via dicendo…
Quando Chester era arrivato nel gruppo era un solitario e soprattutto un tipo alquanto rognoso. Non che poi col tempo fosse cambiato ma in realtà dopo aver instaurato un buon rapporto d’amicizia e fiducia coi ragazzi, si era sciolto parecchio amalgamandosi e tirando fuori anche quel suo lato un po’ folle oltre che schizzato psicopatico pericoloso e iperattivo!
Mike non era da meno in quanto ad iperattività, ma non era feroce e pericoloso di certo. Nemmeno psicopatico. Pazzo magari, ma psicopatico no.
Quando se ne uscì con quel regalo tutti dubitarono seriamente della sua sanità mentale.
Era arrivato con un sorriso larghissimo da orecchio ad orecchio, le lucette di Natale al posto degli occhi ed un aura accecante tutt’intorno.
Ed un cucciolo in braccio.
Quando i suoi amici l’avevano visto non avevano capito subito ed accogliendo il piccolo cagnolino con entusiasmo rivelandosi tutti dei bambinoni davanti a tanta tenerezza, avevano chiesto che tipo di cane fosse…
- E’ dell’ultima cucciolata dei miei… padre rottweiler e madre labrador. C’erano altri capolavori simili! È stupendo? - Chiese orgoglioso come se l’avesse partorito lui, il cane si era arrampicato sulla sua spalla ed aveva cominciato a mordicchiargli l’orecchio con non certo molta delicatezza…
- Mike, ti sta mangiando l’orecchio! - Disse Brad calmo come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- Per essere piccolo ha già carattere! - Esclamò Joe ridacchiando.
- Ma hai visto che denti? -
- Pensa quando cresce… -
- Diventerà una bestia di cane, coi genitori che si ritrova… -
Tutti concordi con questo, alla fine dopo aver discusso sul fatto che avrebbe avuto la bellezza del labrador e l’aria feroce ed inquietante e forzuta del rottweiler, chiesero:
- Ma perché l’hai portato? - Mike a quel punto -Chester non c’era- disse orgoglioso di esporre l’idea geniale del secolo:
- Per regalarlo a Chester! Come regalo di benvenuto! -
Dave che stava bevendo la birra la sputò per non soffocarsi, quindi Rob tradusse per lui con la sua tipica calma:
- Forse potrebbe fraintendere il tuo gesto… - All’aria interrogativa di Mike, spiegò: - E’ un incrocio fra un rottweiler ed un labrador… regalare un cane di tipo feroce non è un complimento per tutti… magari non gli piacciono i cani o non di un certo tipo di razza… se così fosse sarebbe come se lui ti regalasse una tarantola. Tu le odi e la riterresti un offesa, in un certo senso. - Perché Rob ci era arrivato e Mike no?
Tutti se lo chiesero mentre rispose convinto ed infervorato:
- Ma per me è un complimento! Io amo questo genere di cani! Sono stupendi e non è vero che sono veramente feroci, poi lui è un incrocio con un labrador quindi non è proprio un vero rottweiler. Certo, avrà un certo tipo di indole, i suoi denti saranno particolarmente inquietanti e forse non sarà uno stinco di santo ma basta saperlo gestire! Io ci riuscivo sin da piccolo anche coi doberman, pensa! -
Gli altri scossero il capo insieme divertiti…
- Tu domavi i leoni all’età di due anni, se è per questo, ma non tutti sono come te! -
- Dai, non è come regalare un rottweiler puro, per cui io morirei, comunque… guarda che musetto carino, che ha! - Così dicendo lo prese dalla propria spalla e con vocetta ed espressioni infantili se l’avvicinò al viso per mostrarlo ai suoi amici, la bestiola era veramente deliziosa ma perché era un cucciolo, bisognava vedere da adulto cosa sarebbe stato… ad ogni modo non gli diede tempo per convincerli poiché la deliziosa creaturina tornò a mordicchiargli il naso. Lasciandogli i segni di tutti i denti.
- Sì… carino… proprio da morire! - Commentò scettico e lugubre Brad alzando un sopracciglio.
- Probabilmente si squarteranno a vicenda! - Fece Dave realista.
- Ha fatto solo tipi così? - Chiese Joe sapendo che in una cucciolata di due razze diverse potevano capitare che qualche piccolo prendesse tutto da uno o dall’altro.
- No, c’è stato anche uno tutto rottweiler ed un altro tutto labrador… ho scelto l’incrocio di proposito perché mi ricorda Chester! - Gli altri incuriositi lo fissarono con arie interrogative, quindi si apprestò a spiegare: - Sono un incrocio tutti e due… hanno l’aria sul feroce andante, poco rassicurante, insomma… anche caratterialmente l’impatto non è dei migliori. Ma in realtà sono dei cuccioloni tenerissimi, ne sono certo! - I quattro paia d’occhi si sgranarono fissandosi stupefatti su Mike ed il piccolo cane che gli mangiucchiava sentitamente tutta la faccia.
- Questa… da dove ti esce? -
- Ma soprattutto evita di dirgliela che lo vedi apparentemente feroce… -
- Perché? È vero! -
- Appunto per questo, evita! Magari ti divora! -
Fra le risa poi Rob si rivelò quello più preoccupato…
- Ma dove lo vedi tenero? - Le risate si acuirono, non aveva torto.
- Così come lui ha la bonaria dei labrador, sono sicuro che anche Chez da qualche parte ce l’ha… ha solo bisogno di essere addestrato, come questo cucciolotto qua! - L’amore che aveva per gli animali era anormale, a volte, poiché finchè parlava zuccheroso e smielato con un cucciolo era un conto, quando poi lo faceva con una bestia feroce più grande di lui era proprio tutt’altro.
Ma la cosa più impressionante era che questi poi erano degli agnellini solo con lui, poi al di là di Mike tornavano minacciosi e pericolosi.
In seguito, vedendo come ci sarebbe riuscito anche con Chester, l’avrebbero chiamato l’effetto Mike.

Non riuscirono comunque a farlo desistere e quando arrivò Chester per le prove, prima ancora che aprisse la porta Mike si fiondò davanti ad essa col cucciolo tirato su davanti alla faccia.
Quando il ragazzo entrò e si vide la piccola deliziosa bestiola a pochi centimetri dal viso indietreggiò istintivamente con un ‘oh’ di non identificata natura.
Tutti si fermarono dal fare quello che stavano facendo, si zittirono e lo guardarono ansiosi. Poteva anche tirarglielo in testa…
- E questo? - Chiese Chester prima ancora di toccarlo o dire se era bello o brutto. Da dietro il cane spuntò il viso super sorridente e super luminoso di Mike che avvicinandosi inquietante, disse al settimo cielo:
- E’ un regalo da parte mia per te, come benvenuto nel gruppo! - Silenzio ancora, Chester non si mosse e non fiatò ma sbatté le ciglia stordito: - E’ della cucciolata dei miei, figlio di un labrador e di un rottweiler. L’ho scelto perché mi ricorda te! Hai l’aria tendente al feroce ed all’inquietante come questo cane che dimostra prima la sua natura di rottweiler, ma in realtà sono sicuro che tu sia buono buono, come lui e la sua parte di labrador! - Era un complimento, a modo suo. Insomma, a parte che gli aveva appena dato della persona feroce…
Chester rimase a pensarci ancora un po’ ma quando il cagnolino fra le mani di Mike cominciò a dimenarsi tutto per farsi prendere da lui, tanto fece che alla fine il ragazzo non riuscì più a trattenerlo. Il cucciolo si buttò letteralmente su Chester che dovette prenderlo al volo e quando l’ebbe fra le braccia il piccolo guerriero si arrampicò in due secondi netti scalandolo fino ad arrivare al viso. Da lì continuò a mangiucchiare anche lui come prima aveva fatto con Mike che si mise a ridere.
- E’ amore a prima vista! - Esclamò.
Questo sciolse subito Chester che ridendo a sua volta, sorprendendo non poco tutti, lo tenne con sé solo spostandoselo appena per poter almeno vedere. Quindi incrociando lo sguardo felicissimo di Mike lo circondò con il braccio libero ringraziandolo.
- Grazie, è proprio bello… come facevi a sapere che i rottweiler ed i labrador sono fra i miei cani preferiti dopo gli australiani? - Ebbe dell’incredibile quel momento dove tutti gli altri scettici fino a quel momento si ricredettero. Come poteva essere che nella sua beata incoscienza Mike ci avesse involontariamente azzeccato in quel modo? Era davvero pazzesco ma non commentandolo si tennero per loro quel primo approccio umano ed effettivamente dolce a suo modo di Chester. Fin’ora, infatti, si era rivelato tutto all’infuori di dolce o gentile o grato. Insomma, aveva sempre e solo grugnito o gridato, non aveva nemmeno fatto conversazione.
Era stato proprio il primo vero gesto umano, per lui, e pensando che Mike non si era sbagliato a paragonarlo ad un labrador, capirono che la collaborazione sarebbe stata molto più duratura di quanto previsto inizialmente.
- Io non avevo pensato a nulla… - Anche questo stupì… era gentilezza… non l’aveva dimostrata per niente, fino a quel momento…
- Non devi ricambiare, è un regalo di benvenuto! - Commentò Mike staccandosi dal suo abbraccio per poi riattaccarsi per colpa del piccolo cucciolo che aveva deciso di affondare le unghie anche in lui. Ridendo -anche quella era una delle poche che gli avessero visto fare e fin’ora solo per merito di Mike o del cane- Chester lo staccò e quando si sedette nel divano ad amoreggiare col nuovo piccolo amico fissandolo come se fosse la cosa più bella della sua vita -anche questo motivo di shock profondo per gli altri che lo vedevano così per la prima volta-, si mise a pensare al nome. Ovviamente Mike non poteva non aiutarlo.
Ovviamente non poterono non trovarne uno insieme.
Ovviamente non provarono nemmeno una canzone!
- Deve essere un nome speciale, che ricordi le sue doppie parti… quella buona e quella cattiva! -
- Deve anche essere unico, usato da nessuno ed assolutamente fuori dal comune! -
- Qualcosa che sia da noi, che sia nostro, che si capisca che è il nostro cane! - Fu la prima volta che parlarono del cane come fosse di entrambi, Mike e Chester, ma venne spontaneo e non se ne resero nemmeno conto.
- Deve essere impensabile! -
- Scusate ma inventatelo, no? - Fece Joe improvviso dopo aver ascoltato tutti gli elementi.
I due genitori lo guardarono incuriosito, così lui proseguì sicuro di sé, sembrava sapesse cosa stava dicendo: - Deve essere unico, deve capirsi che è vostro, deve avere la doppiezza… inventatelo unendo i vostri nomi… - Lì per lì sembrò la cazzata del secolo, solo in un secondo momento si resero conto di quanto geniale invece fosse e dopo aver guardato lui, il cane e poi loro stessi, Mike e Chester si accesero come alberi di natale. Così entusiasti non lo erano mai stati:
- Hai ragione! Ma sei geniale! -
- Solo lui è abbastanza demente da pensarci! - Commentò Dave divertito come anche gli altri. Ma Chester era già alle prese con le varie fusioni:
- Vediamo… Mike e Chester… Mister! -
- Chek! -
- Eh… Up! - Commentò ironico Brad bocciando la tremenda uscita di Joe che non aveva affatto buon gusto con quel genere di cose.
- Bè, Mister non è male… ‘Mi’ di Mike e ‘ster’ di Chester… è carino… - Asserì invece Rob riprendendo quello che aveva proposto Chester. Anche gli altri annuirono ma sembrava che i due genitori non fossero proprio d’accordo…
- Ma non si capisce, sembra inteso come Mister, cioè ‘signore’ o ‘allenatore‘, insomma. - Replicò Mike con la bocca storta.
- Sì, infatti… deve capirsi di più che riguarda noi… - Ma nessuno osava chiedere perché quella fissa assurda, non aveva senso, dopotutto… era Chester il proprietario, in fondo… e non erano una vera coppia che finivano per fare i finti genitori di un cucciolo. Insomma, non aveva senso ma presi com’erano nessuno osò farglielo notare e quando Joe gli diede altra corda, fu la volta buona:
- Ma anche coi cognomi, in caso… - A quello la lampadina nelle teste di Mike e Chester si accese e guardandosi illuminati e complici, capendosi al volo, lo dissero entrambi nello stesso preciso momento:
- Bennoda! -
- Bennington + Shinoda! -
Poi si diedero il cinque in perfetta concomitanza con gli abbai del cane sulle loro gambe che mangiucchiava le maglie con grande entusiasmo!
- Fatta! Abbiamo trovato il nome! -
Non erano mai stati più felici di così. Chester no di sicuro.

Quello fu una specie di primo figlio.
Nonostante lo tenesse Chester a casa sua, Mike veniva regolarmente a trovarlo ed ogni volta il piccolo saltava addosso a Mike come fosse la sua mamma.
Ci mise poco ad addestrarlo e ad insegnare a Chester come fare per gestirlo, in breve si rivelarono gli unici due che la bestiola -cresciuta a vista d’occhio- ascoltava.
La prima volta che uscirono i soprannomi di mamma e papà erano da Chester. Lui ed il cane giocavano a nascondino, Chester si nascondeva ed il cane doveva trovarlo. Quando Mike venne a trovarlo trovò solo il cucciolo che gli saltò subito addosso lavandogli la faccia. Fortunatamente le fattezze del labrador parvero prevalere, per cui l’aria feroce non l’aveva così eccessiva se non per i denti sempre più enormi ed aguzzi e per la muscolatura massiccia ed enorme.
- Amore, dov’è il papà? - Quando lo disse, il cane sembrò capirlo perfettamente e nonostante fosse la prima volta che parlava di Chester come padre, si vide l’animale schizzare impazzito abbaiando perché nonostante sentisse il suo odore, non riusciva a vederlo. - Si è nascosto? - Fece con voce infantile. - Ti aiuto a cercarlo! Annusa, dov’è? Dimmelo che te lo tiro fuori io! - Supponeva si fosse nascosto in qualche luogo dove il cane non potesse arrivare e vedendolo annusare l’aria si mise a quattro zampe in modalità demente ad annusare a sua volta. Non sentiva naturalmente nulla ma quando sentì con le orecchie dei sghignazzi chiari e netti, anche il cane vittorioso alzò la testa e correndo verso l’albero saltò contro il tronco abbaiando impazzito.
Mike vide Chester sopra i rami aggrappato come una scimmia che rideva e facendolo a sua volta commentò rotolandosi a terra sull’erba ignobile e bambinesco:
- Amore, hai una scimmia per papà! - Il cane abbaiava rispondendo alle sue parole chiamando l’altro sull’albero, quindi un po’ saltellava su Mike, un po’ contro il tronco come impazzito, non sapeva da chi andare per primo e quando Chester si decise a scendere per poco non planò con un balzo sul ragazzo steso a ridere. Ritrovatoselo infatti a cavalcioni sopra che faceva a gara a chi rideva di più col volto premuto contro il suo petto, col cane che abbaiava leccando entrambi a ripetizione, Mike disse fra le lacrime:
- Ridi perché sei diventato padre di un bellissimo cane? -
Chester faticò a rispondere ma ce la fece anche lui fra lacrime e convulsioni:
- No, rido perché se io sono il padre tu sei la madre… - A quello Mike rise ancora più forte coprendosi il viso per non ritrovarsi la lingua del ‘figlio’ in bocca!
- Stai cercando di immaginare come posso averlo partorito? - Chester annuì col capo senza più la forza di parlare e rimasero così, praticamente abbracciati l’uno sul’altro a ridere come idioti e piangere per il divertimento.
Il figlio in questione non era mai stato più felice di così.
Da allora loro furono la mamma ed il papà che figliarono per la seconda volta quando Mike, un altro giorno, qualche mese dopo, portò a casa di Chester un altro cucciolo.
Aveva sempre un’aria trionfante e gioiosa e quando lo tirò su davanti al viso il neo padre si sciolse abbracciando di slancio entrambi, sia animale -minuscolo- che persona.
- Un Australiano! Ma io ti amo! Tu mi vizi troppo, mamma! - Quando c’erano i cani si chiamavano sempre così.
- Degli amici hanno avuto tre australiani e quando l’ho saputo gliene ho prenotato subito uno! Non stavo più nella pelle, per poco non rovinavo la sorpresa dicendotelo in anticipo! - Ma Chester non era più capace di intendere e volere al colmo della felicità perché l’australiano era l’altro tipo di cane che adorava di più in assoluto; sempre continuando a stringere entusiasta entrambi, finì per dispensare baci mo ad uno e mo all’altro.
Baci che sconfinarono oltre la zona guancia ma di cui si accorse solo il destinatario che non sapeva più se stava ridendo di divertimento oppure d’isteria.
Erano solo innocenti ed esuberanti baci a stampo, niente di che, però finire per darli sulla bocca -anche del cane, se era per questo- non era proprio da amici. Almeno in teoria.
Però vederlo così contento e al settimo cielo quando prevalentemente era molto cupo e tormentato di suo, era davvero più importante che metterlo a posto. Quindi si tenne il papà attaccato e soprattutto si tenne quei baci apparentemente innocenti e di gratitudine.
Non poteva minimamente sapere quello che significava per Chester. Non avere in regalo dei cani della sua razza preferita, ma avere qualcuno che alla fin fine lo viziasse tanto.
Nessuno l’aveva mai fatto, anzi, e soprattutto non aveva potuto farlo da solo.
Era strano che qualcuno conosciuto da pochi mesi si desse tanta pena per farlo contento. La prima volta era stato un caso, un modo per essere gentili, insomma. Ma ora l’aveva fatto di proposito ed era ancora più bello.
Davvero l’inizio di qualcosa.
Mike non avrebbe mai potuto sapere e capire quanto importanti furono quei cani per lui, cosa essi rappresentavano, ma soprattutto quanto, giorno dopo giorno, nel chiamarsi mamma e papà per quelli che consideravano figli a tutti gli effetti, qualcosa iniziato come un semplice gioco si era trasformato in qualcosa di più serio e sentito.
Qualcosa destinato a rafforzarsi e ad essere talmente grande da non poter, un giorno, più venir ignorato.
Quando poi, come ogni mamma e papà che si rispettasse, litigarono per quel lungo periodo di crisi durante il quale si videro poco, quando Chester tornò disintossicato e pronto per ricominciare a fare musica insieme, si presentò a sua volta con un cucciolo da Mike.
Uno yorkshire.
La sua spiegazione:
- Mi ricorda te! Sembra piccolo e carino, dolce, coccoloso. Sembra buonissimo e tranquillissimo. Invece è un rompicoglioni di prima categoria! -
Nel citare volontariamente le parole di Mike quando gli aveva regalato il primo cane e nel rigirarle di proposito al negativo, aveva ghignato sadico e maligno rivelandosi solo il solito demente. Il risultato fu la sua risata divertita che da tempo -troppo- gli era mancata come l’ossigeno stesso.
Vedendolo reagire così positivamente e prendere il cane, abbracciare anche lui e baciare entrambi, ma sulla fronte, lo ringraziò contento:
- Papi, sei unico! - Era anche vero che poi Mike appariva come una persona mite e dolce ma che in realtà era davvero un osso duro. E con duro si intendeva proprio un rompiscatole di prima categoria! Un vero rognoso!
Però indispensabile, almeno per Chester.
- Bessie ha un fratellino! - Fece giocoso riferendosi al suo cane, un pitbull enorme che, tanto per cambiare, era mite e giocherellone solo con Mike mentre con gli altri era feroce. L’unico che ammetteva oltre alla sua famiglia era Chester.
Bessie ne avrebbe avuto anche un altro, di fratellino.
Uno splendido Bullmastiff.

FINE