CAPITOLO VII:
SCAVANDO A FONDO


“Si, eccoci per la centesima volta
bombe a mano si fissano su ogni riga
le lancio ed aspetto che qualcosa brilli
stà uscendo fuori dalla mia fottuta mente
bocca sporca, nessuna scusa
trovo un nuovo posto per attaccare
questo cappio, mi appendo in alto
dalla cima di questi tetti
faccio un nodo stretto così non potrò liberarmi,
la verità è che puoi fermarti e stare a guardare
scappo da me stesso ed a nessuno importa
scavo un fosso e mi ci stendo dentro
con una spalata su, in qualche parte irraggiungibile,
Si, qualcuno la metta dentro,
rendendola di nuovo una sporca sala da ballo
dì le tue preghiere e calpestala pesantemente
quando fanno entrare quel coro:
Sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via
sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via
sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via
solo per gettare tutto via
Sanguino. Và, ferma lo spettacolo
basta con le parole, lascia il ritmo fangoso
Fucile, opera, pronto e carico
Armati e guardalo andare,
Mamma aiutami, sono stato maledetto
la morte sta rotolando in ogni verso
Tinta dolce sul suo nuovo carro funebre
non può contenerlo, sa che funziona
Cazzo, fà male, non mentirò
non importa quanto io ci provi
metà delle parole non significano nulla
e so che non sarò soddisfatto
così cerco di fregarmene
trasformala di nuovo in una sporca sala da ballo
dì le tue preghiere e calpestala pesantemente
quando fanno entrare quel coro
" sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via
sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via
sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via
solo per gettare tutto via "
Sanguino. Ho aperto queste ferite
ti farò affrontare tutto questo
Mi sono spinto così lontano
Ti farò affrontare tutto questo, ora!!
" sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via
sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via
sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via
solo per gettare tutto via "

/Bleed it out/

Dovendo rielaborare la pasta dei croissant quasi ogni ora per la maggior parte del resto della giornata, i due dovettero rimandare la doccia insieme a momenti più adatti, di conseguenza Chester si mise a torso nudo e Mike si mise gli occhiali da sole, come se fosse piena estate.
Il primo dei due capendo il motivo degli occhiali rise come un matto poi glieli tolse ammiccando:
- Non serve nascondere i tuoi fottuti bellissimi occhi mentre mi passano ai raggi X. Mi piace quando mi guardi! -
Mike che si era aspettato tale uscita posò gli occhiali scuri ma si tenne la maglia. Non era per il freddo, in casa faceva caldo, era perché non si metteva mai nudo davanti a nessuno, o quasi.
Non si trattava di pudore, certo non si era mai piaciuto molto a livello fisico ma non era quello il problema; e a proposito il narcisista del gruppo era Chester il quale era padrone, soprattutto da quando si era rimessa dalla droga e aveva smesso di tingersi i capelli in quel modo osceno, di una bellezza particolare, non classica e canonica ma comunque interessante. Comunque a Mike sarebbe piaciuto anche se fosse stato uno scorfano, ormai era al livello ‘prosciutto sugli occhi’.
- Questa cucina è un campo di battaglia! - Esclamò Mike facendosi distrarre dal caos che regnava in quel posto. Sicuramente Chester era un cuoco unico ma come tutti i cuochi quando cucinava lasciava un vero macello intorno a sé.
Solo allora Mike lo notò e si impietosì per quella che una volta era una cucina moderna bellissima ed invidiabile.
Chester si accomodò su un ripiano stranamente pulito e mettendosi le mani dietro alla nuca disse ghignando:
- Pulisci, pulisci… io cucino, non pretenderai che faccio anche quello! -
Mike scosse il capo consapevole…
- Figurati, non te l’ho nemmeno chiesto! - Così dicendo cominciò a sistemare il piano lavoro dove avevano fatto la maggior parte delle cose, quindi giocando di tanto in tanto gli tirava qualche piccolo resto per il modo in cui lo stava fissando.
Chester infatti aveva quell’espressione beata di chi si stava godendo un gran bello spettacolo, sembrava stesse immaginando qualcosa di suo gradimento mentre lo vedeva pulire.
- Mi vuoi spiegare cosa c’è di erotico in uno che pulisce? - Chiese ad un certo punto Mike per interrompere il proprio imbarazzo, a certe cose non era ancora abituato ma non ci avrebbe messo molto.
Chester rispose ghignando:
- Oh, non immagini… -
Mike si girò con le mani ai fianchi dopo aver finito, era sudato e ancora più appiccicaticcio di prima visto che non si era ancora lavato dal miele, ma naturalmente non poteva farlo senza l’altro! E l’altro prima che i croissant non fossero stati pronti non poteva distrarsi a lungo.
- No che non lo immagino infatti te lo sto chiedendo… dammi un’idea! - Nelle sue intenzioni non era una provocazione ma alla fine risultò tale e Chester allungando la gamba l’agganciò col piede fra le gambe, proprio lì del cavallo basso dei pantaloni, e l’attirò a sé con un sorrisetto malizioso. Mike si lasciò fare alzando un sopracciglio scettico, fece cadere le braccia lungo i fianchi ma non lo toccò decidendo di vedere dove sarebbe andato a parare.
L’altro poté così prenderlo per i fianchi e da quella posizione più alta poiché era ancora seduto sul ripiano, cominciava a sentirsi meglio che mai, come se non ci fosse un limite a quello stato di completa beatitudine in cui stava ora.
- E’ un fatto fottutamente psicologico. - Mormorò senza spegnere quella malizia di fondo che lo rendeva fortemente seducente per Mike che lo guardava dal basso di qualche centimetro. - Per chi guarda uno che pulisce è come un cazzo di gioco di potere… e da sempre il potere eccita… -
Mike a quello inarcò un sopracciglio aumentando di gran lunga il proprio scetticismo già alto. Sicuramente gli piaceva quel suo modo di fare ma doveva dissentire sul contenuto delle sue sparate…
- Non dirmi che sei un tipo da sadomaso o robe simili… tipo schiavo e padrone! -
Gli occhi di Chester così vicini ai suoi brillarono pericolosamente e Mike si allontanò di scatto dandogli le spalle per andare da lui il più lontano possibile, non voleva saperne niente di quelle cose e sarebbe stato meglio per quel demente che stesse scherzando… nemmeno finito di pensarlo che il demente in questione gli piombò addosso come un paracadutista sulla pista d’atterraggio, gli si aggrappò alla schiena come un koala e stringendogli le braccia intorno al collo -senza ucciderlo-, lo cinse alla vita con le gambe, quindi ridendo gli disse all’orecchio:
- Scherzavo, non sono di quel genere… però i giochetti di potere mi seducono ogni tanto, questo non è un segreto di stato, no? Non sei tu che hai detto che sono una persona molto piena di me ma che questo è molto hot? -
Sì, l’aveva detto in un’intervista e Mike se ne ricordò ma non intendeva certo dire che era bello quando si innalzava ad onnipotente o simili… cominciò a girare con lui addosso, non che fosse molto difficile leggero com’era, quindi appoggiandosi al tavolo ora pulito si trovò leggermente piegato in avanti per poterselo tenere sopra senza cadere.
Posizione gradita a Chester, ovviamente, che sopra di lui ci stava egregiamente!
- Sì che l’ho detto e lo penso ancora ma che non ti venga in mente di comandare su di me o cose simili che ti faccio volare dall’altra parte del mondo! Tu ed il tuo ego da dio greco! -
Il paragone con gli dei greci fu piuttosto azzeccato visto quanto erano egocentrici e narcisisti, proprio come lui in effetti. Chester rise e per farsi perdonare cominciò a succhiargli il lobo, Mike si calmò quasi subito finendo per porgergli l’orecchio meglio. Con la lingua risalì fino a delinearglielo bene, dopo di che scese sul collo che sapeva ancora di miele ed era appiccicaticcio. Il retrogusto era di sudore, quindi una combinazione dolce-amara di sapori che deliziò comunque l’assaggiatore che da quella posizione poté solo andare sul retro, subito sotto la nuca. Gli scostò con un dito il colletto della maglia e continuò a succhiare anche quel tratto di pelle e lì decise che era abbastanza nascosto per potergli lasciare un doveroso segno.
Segno che venne fuori quasi subito di cui fu fortemente orgoglioso.
Proprio quando stava decidendo di scendere e proseguire su altre parti della sua misteriosa schiena ed esplorare cosa c’era sotto quella maglia che non si toglieva mai nemmeno sotto tortura, il campanello del forno suonò, l’avevano messo per ricordarsi di rielaborare l’impasto dei croissant al momento giusto.
- Cazzo! - Imprecò contrariato Chester.
Mike sorrise comprensivo e compiaciuto, gli piaceva essere protagonista di certi bisogni impellenti e dopo l’avrebbe accontentato a dovere.
Chester scese saltando giù dalla sua schiena che continuò a guardare torvo.
Aveva fatto sesso con lui, certo, ma era stato al limite dell’astinenza da droga, cosa mai poteva ricordarsi? Non era la stessa cosa che farselo come si doveva ora che era sano e pulito. Ma soprattutto non aveva di certo fatto caso a schiene e robe varie.
Non sapeva perché improvvisamente era così importante guardargliela, ma fatto fu che cominciò ad essere una specie di ossessione perché si era appena ricordato in un flash -il classico flash da momenti assurdi ed inspiegabili- che da quando lo conosceva non si era mai denudato davanti a loro, anche quando erano in tour ed in camera insieme, né solo con lui, né insieme agli altri che invece lo facevano senza grossi problemi. In nessun caso. Lui andava sempre in bagno a farlo altrimenti rimaneva con ciò che indossava. Tendenzialmente aveva sempre una canottiera intima che comunque lo copriva fino all’ultimo, in casi estremi rimaneva con quella.
Ricordandosi per assurdo solo ora di quella cosa, si chiese se il suo non togliersi la maglia appiccicosa per causa dell’impasto mieloso spalmato addosso, non fosse un ulteriore segno che si vergognava di qualcosa che probabilmente aveva addosso.
Decise di dargli il suo tempo che tutto sommato se lo meritava.
Tanto poi si sarebbero lavati insieme, l’avrebbe comunque scoperto a breve.
Mike ignaro di quel pensiero che gli era incredibilmente venuto in testa così di punto in bianco senza apparenti input precisi, rimase un po’ ad osservarlo lavorare la pasta, quindi decidendo di approfittarne uscì dalla cucina e senza annunciare nulla, si diresse silenziosamente in bagno.
Non ne poteva più di stare sporco e se avesse detto a Chester che intanto si lavava quell’altro si sarebbe messo ad urlare obbligando ad aspettarlo per fare il lavaggio completo in due. Peccato che non si sentiva ancora pronto, effettivamente gli sembrava un po’ presto per quello… si era appena arreso alle proprie voglie e capito che in cima alla montagna c’era Chester e nessun altro, non poteva chiedergli troppo in una volta sola.
Lui era un tipo che ci andava piano e che faceva le cose poco per volta, dopo averci ponderato in abbondanza.
Così quando Chester si accorse che Mike era andato a lavarsi era troppo tardi poiché era già pulito, rivestito con abiti nuovi -teneva una scorta anche lì- e profumato.
Capendo che si era fatto la doccia da solo senza dirgli niente e aspettarlo lo guardò come avesse un mostro osceno e terribile davanti a sé, quindi gridando come suo solito, esclamò:
- MA BRUTTO PEZZO DI MERDA! COME HAI POTUTO NON ASPETTARMI E NON FARLA CON ME? ED IO QUA A LAVORARE PER TE E TU A RIPULIRTI DA SOLO! STRONZO! -
Ma alle risa di Mike decise di non calcare troppo la mano.
Tutto quello per lui aveva un solo significato.
Il discorso del mostrarsi nudi doveva essere per lui una cosa più seria di quel che avesse mai immaginato.
Magari, si disse piantandogli scherzosamente il broncio, ora era lui che doveva ricambiare un paio dei molti favori che gli aveva fatto Mike…
- Visto che ormai la scopata sotto la doccia è andata a puttane per colpa tua, mi lavo anche io in velocità prima che quell’affare suoni di nuovo! - Fece Chester cercando di capire come potesse addentrarsi nel misterioso mondo di Mike senza fare disastri. Fino a quel momento era stato totalmente concentrato su sé stesso e sull’avere Mike. Mike stesso lo era stato, non aveva mai attirato l’attenzione in alcun modo, era sempre stato attento a lui e a tutto quello che lo riguardava. Ora che finalmente si rendeva conto che in una coppia non esisteva solo uno dei due -ma quale miracolo era mai quello?- si chiedeva come si facesse ad equilibrare le fazioni.
Per tutta la durata della doccia veloce non trovò risposta e quando uscì era già ora di rielaborare l’impasto. Finito di fare tutto, andò in soggiorno dove lo trovò steso a pancia in giù sul divano spazioso e comodo. Stava scrivendo sul suo fedele blocco ed era serio e concentrato.
Gli si avvicinò piano senza disturbarlo e chinandosi su di lui per leggere da sopra, scorse le righe.
“Anche lui ci sta pensando… non sono io che ho le visioni!”
Pensò infatti.
‘Si, eccoci per la centesima volta
bombe a mano si fissano su ogni riga
le lancio ed aspetto che qualcosa brilli
stà uscendo fuori dalla mia fottuta mente
bocca sporca, nessuna scusa
trovo un nuovo posto per attaccare
questo cappio, mi appendo in alto
dalla cima di questi tetti
faccio un nodo stretto così non potrò liberarmi,
la verità è che puoi fermarti e stare a guardare
scappo da me stesso ed a nessuno importa
scavo un fosso e mi ci stendo dentro
con una spalata su, in qualche parte irraggiungibile,
Si, qualcuno la metta dentro,
rendendola di nuovo una sporca sala da ballo
dì le tue preghiere e calpestala pesantemente
quando fanno entrare quel coro:
Sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via’
Chester decise di lasciarlo concludere e si chinò silenzioso baciandogli leggero la nuca sui capelli neri rasati corti che lo punsero, Mike alzò la testa girandosi il necessario per guardarlo e porgergli le labbra che l‘altro, sedendosi a terra davanti a lui, gli sfiorò dolcemente lasciando perdere tutti i soliti atteggiamenti irruenti ed esagerati, quindi tornò alla sua canzone e Chester si sistemò più in là, sempre a terra davanti a lui, per poter tirare su il braccio e posarlo sulla sua schiena e raggiungere la nuca ed il collo con la mano. Lì cominciò ad accarezzarlo lieve grattandolo leggero con le unghie come fosse un gattino.
Per non disturbarlo accese la televisione senza tenere il volume forte. Sapeva che quando Mike scriveva era in un altro mondo e non sentiva niente e nessuno. Di nuovo uno di quei programmi di Discovery scorsero davanti a loro e forse fu anche per le immagini che si susseguirono che poi la seconda parte della canzone prese una piega un po’ a parte dalla prima che era più personale. Alla fin fine le rime che ne uscirono si trovarono ad essere una composizione un po’ complessa ed un po’ strana ma che per Chester fu chiarissima come la luce del sole.
Quando finì e tolse i croissant dal forno erano passate molte ore durante le quali Mike dopo aver scritto la sua canzone, si era addormentato col block-notes di lato.
Lesse i versi rimanenti capendo che poi era stato influenzato dalla televisione anche se era stato uno sfondo lontano, ma gli piacque ugualmente molto come gli piacevano tutti i suoi.
‘Sanguino. Và, ferma lo spettacolo
basta con le parole, lascia il ritmo fangoso
Fucile, opera, pronto e carico
Armati e guardalo andare,
Mamma aiutami, sono stato maledetto
la morte sta rotolando in ogni verso
Tinta dolce sul suo nuovo carro funebre
non può contenerlo, sa che funziona
Cazzo, fà male, non mentirò
non importa quanto io ci provi
metà delle parole non significano nulla
e so che non sarò soddisfatto
così cerco di fregarmene
trasformala di nuovo in una sporca sala da ballo
dì le tue preghiere e calpestala pesantemente
quando fanno entrare quel coro
sanguino, scavando a fondo
solo per gettare tutto via’
Chester capì quali fossero i riferimenti a qualcosa di personale e quali dovuti dalle tragiche immagini della televisione, le separò e si concentrò unicamente su quelle che riguardavano Mike provando a darci una qualche spiegazione o traduzione.
Probabilmente tutto ciò che intendeva dire con quei versi, infine, era che era pronto a parlarne.
Senza spostarlo e toccarlo per non svegliarlo, prese il blocco e la penna e aggiunse quattro righe alla fine.
‘Sanguino. Ho aperto queste ferite
ti farò affrontare tutto questo
Mi sono spinto così lontano
Ti farò affrontare tutto questo, ora!’
E ritornando alla riga dove era scritto:
‘scappo da me stesso ed a nessuno importa’ aggiunse con stizza a fianco: ‘a me sì!’ seguito da dieci punti esclamativi che indicavano quanto non gli piacesse quell’uscita.
Dopo di che lo mise in parte in modo che lo leggesse quando poi avesse voluto e prendendo i croissant bollenti e fumanti raccolti in una ciotola, glieli mise sul cuscino sotto il naso per svegliarlo dolcemente nel senso più letterale del termine.
Come previsto Mike aprì quasi subito gli occhi e girandosi anchilosato per la posa a pancia in giù e le braccia piegate sotto il viso, gli rispose con un largo e spontaneo sorriso luminoso:
- Li hai finiti! - Ne divorò subito uno che gli ustionò il palato, dopo aver boccheggiato poco finemente col cibo mezzo masticato in bocca disse che erano squisiti, poi ridacchiando si tirò su e facendo spazio al cuoco che si accomodò accanto, finirono per mangiare croissant per cena e parlare del più e del meno come niente fosse, come se non esistessero cose più serie di cui discorrere, come se non si fossero appena messi insieme in una situazione che comunque andava discussa e chiarita come si doveva.
Lo fecero come se tutto quello fosse naturale.
E la serata passò tranquilla e serena fino all’ora di andare a casa.