VOGLIO VEDERLO!
bennoda


- Più vicini… più vicini… di più… ecco, fermi così! -

Disse il fotografo trionfante cominciando a scattare una serie pressoché infinita di scatti in quella posa voluta per qualche arcano motivo.
Chester e Mike erano uno davanti all’altro, di fronte, e coi corpi praticamente si sfioravano. Avevano la stessa altezza ed i nasi non si toccavano solo per un centimetro che li separava, si potevano guardare negli occhi e sentire i rispettivi respiri sulle labbra piegate in sorrisetti più che maliziosi.
- Seri! - Ordinò il fotografo con saccenza.
Chester non lo mandava a cagare solo perché la posizione gli piaceva!
- E cosa dobbiamo fare? - Chiese Mike pensando che una foto non potesse essere fatta in quel modo senza un motivo specifico.
- Io un’idea ce l’avrei! - Sussurrò Chester malizioso ammiccando.
- Seri! - Tuonò di nuovo il fotografo che gironzolava fastidiosamente attorno con le sue idee malsane in testa e la macchinetta in mano.
I due lo ignorarono.
- Tipo? - Chiese Mike con lo stesso tono cominciando a divertirsi non poco.
Il ghignò obliquo di Chester fu quanto di più eloquente esisteva.
- Spostate un po’ le mani fino a toccarvi leggermente le dita. - Fece il fotografo non ancora contento.
I due alzarono in concomitanza il sopracciglio con scetticismo e si chiesero:
- Ma siamo noi i gay oppure lui? - La sparata era di Chester ma l’aveva fatta sottovoce perché la vicinanza così ristretta col suo compagno gli faceva questo effetto. L’altro rise.
- Le mani! - Gracchiò l’uomo. Al che i modelli eseguirono interdetti in un primo momento e ben volenterosi in un secondo. Realizzando che potevano pomiciare con una buonissima scusa senza essere accusati di nulla, collaborarono senza più lamentarsi.
Mossero le mani e le dita come ordinato così si toccarono appena, come se si stessero facendo delle proposte oscene senza il bisogno di parlarsi. Probabilmente gli sguardi dovevano essere adeguati alla posa e senza che glielo chiedesse il fotografo, i ragazzi presi dall’onda dell’entusiasmo applicarono l’idea istantaneamente cominciando a guardarsi proprio come se dovessero andare a far sesso di lì a poco.
- Posso baciarti? Tanto sarebbe contento, quello! - Chiese piano Chester col tono in perfetta simbiosi con l’atmosfera che si era creata. Intima, in un certo senso, ma anche sensuale e calda.
Fortuna che erano vestiti e che a fatti non si toccavano davvero, se non con due dita.
- Non siamo su un set pornografico. Credo. - Rispose Mike che però avrebbe gradito davvero quel bacio. Di certo stargli così vicino, davanti, a fissarlo in quel modo voglioso -e a farsi guardare allo stesso modo, cioè come se fosse un lecca lecca- non era la cosa più comune del mondo. E nemmeno facile, considerando che erano solo foto e che non potevano fare niente.
Non con quel tipo e la sua dannata macchina fotografica intorno.
- Ma sei sicuro che non abbiamo sbagliato studio? - Chiese Chester con una certa scintilla divertita nello sguardo già ampiamente malizioso.
- Non mi sembra che l’idea ti dispiaccia molto… - Commentò infatti il compagno con ironia.
- E scommetto che a te non dispiacerebbe che togliessi questo stupido centimetro che ci separa! -
- Azzardati e scoprirai una parte di me che ancora non conosci. - Fece calmo e improvvisamente gelido Mike, un inquietante sorriso sulle labbra.
Questo naturalmente fece tutto il contrario in Chester che invece si incuriosì come una scimmia e cominciò a tormentarlo:
- Dai dai dai… voglio vederla… voglio vederla… - Ma i lamenti eccessivi furono troncati da un brontolio ravvicinato dell’uomo che ancora scattava a volontà:
- Al diavolo, va bene così, potete andare! - Ringhiò infatti uscendo a passo di carica dalla stanza.
La porta sbatté ed i due si girarono a guardare l’ormai stanza vuota.
Certamente non se l’erano aspettata ma il primo a reagire e cogliere l’attimo fu il più maniaco fra i due che senza nemmeno respirare, prese Mike per la mano che toccava mentre l’altra la infilò nella nuca, fra i capelli, e annullando il famoso centimetro fra i due lo girò verso di sé e lo baciò come aveva voluto sin dal momento in cui quel tipo li aveva fatti mettere in quella posizione equivoca!
Mike naturalmente preso contropiede rimase inizialmente fermo, poi però rispose prendendogli a sua volta la mano e cingendogli la vita stretta, attirandolo a sé… come se non si fosse già abbastanza incollato a lui da solo!
Il bacio fu veloce in concomitanza con i cuori che correvano impazziti e l’adrenalina che pompava caricandoli di frenesia. L’idea di essere scoperti e addirittura fotografati era incombente e combatteva con il piacere che quel pericolo portava.
Ma finalmente le loro bocche erano dove dovevano stare, così come le loro lingue: le une sulle altre. Incollate.
Chester ora era contento… e certamente lo era anche Mike, per par condicio!
Quando si separarono avevano i respiri corti per la sensazione di poter essere sorpresi da un momento all’altro, rimasero allacciati ancora un po’ a guardarsi di nuovo da quel centimetro di distanza fra i loro visi accaldati e più vogliosi di prima.
Chester lo scrutò a fondo, poi quasi con delusione fece:
- Bé? -
- Cosa? -
- E il tuo lato nascosto che non ho ancora visto? -
Mike sorrise sornione:
- Mi hai baciato quando eravamo soli, non era questa la condizione per vedere quel famoso lato. -
- Vuoi essere baciato davanti a tutti? Ti accontento! - E così dicendo Chester lo prese per mano e lo condusse verso l’uscita, naturalmente Mike si oppose e dandogli un calcio dietro al ginocchio tirò fuori parte di quel famoso lato nascosto. Quel lato che di tanto in tanto usciva solo con il suo compagno -spesso demenziale.-
Chester lo mollò massaggiandosi la parte lesa, quindi guardandolo contrariato borbottò:
- Porco cazzo, ma allora?! -
Mike mise le mani in tasca e si voltò alzando le sopracciglia con fare innocente:
- Sei tu che lo volevi vedere… e questo non è niente! - Però c’era da dire che con provocazioni simili, il ragazzo se le cercava eccome!
Ovviamente il male di Chester fu presto dimenticato e nel giro di un nano secondo il cantante planò letteralmente sul compagno di spalle che, ricevendoselo inaspettatamente con tutto il suo -leggerissimo- peso, si piegò in avanti cercando di non cadere.
- CHEZ, PORCA PUTTANA! LEVATI! SEI IMAZZITO? -
- FAMMELO VEDERE! - Replicò sempre urlando Chester. E se lui urlava naturalmente lo sentivano anche dall’altra parte del mondo.
- NO, NON COSI’ A COMANDO! - Mike girava cercando di toglierselo di dosso ma la scimmia era appiccicata come se stesse arrampicandosi su un albero e non voleva saperne di scendere.
- VOGLIO VEDERLO! - Era ovvio che si parlasse del suo lato violento e nascosto.
Ovvio per loro due che lo sapevano, non certo per chi da fuori li sentiva senza vederli e sapere cosa stavano facendo.
A questi, infatti, non restava che rimanere immobili appiccicati alla porta per sentire meglio i loro dialoghi equivoci e immaginarsi Chester che cercava di violentare Mike!
Certo, perché entrare proprio in un momento simile avrebbe significato la morte per qualunque intruso e di sicuro su questo non c’erano dubbi.