CAPITOLO XXIII:
UNO STRANO EQUILIBRIO

Mark si chiese se l’infortunio di Kevin non fosse arrivato ora proprio per permettergli di riflettere con lucidità sulla loro relazione.
Vedendolo meno per tutto quel tempo, sicuramente avrebbe avuto modo per vedere le cose con un’altra prospettiva e soprattutto calmare i bollenti spiriti che quella creatura gli poneva ogni volta.
Mentre Mark si faceva queste domande, Kevin ne aveva un terrore nero.
Sapeva com’era fatto il suo compagno, sapeva che avrebbe colto l’occasione del suo stop di minimo un mese per riprendersi e riflettere su di loro. Decidere in preda allo stare insieme in squadra era un conto, ma farlo a mente fredda e con lucidità per lui era un altro.
Aveva paura che in quel periodo in cui si sarebbero inevitabilmente visti di meno ci avrebbe di nuovo ripensato.
Di già.
Sapeva che l’avrebbe fatto ma aveva sperato di avere più tempo.
Convinto che quell’infortunio fosse la sua fine, andò dritto da Roby.
Quando questi ricevette il suo sms dove gli chiedeva se era a casa e se aveva un momento, lui senza pensarci aveva risposto di sì poiché il resto della famiglia era via ed era uno di quei magici momenti da passare in tranquillità.
Sarebbe anche dovuto venire Thiago ma stava venendo trattenuto dalla sua, di famiglia.
Così quando se lo vide arrivare in casa per poco non gli venne un colpo. Non ci aveva pensato proprio.
- Che…che c’è? - Chiese stupito cercando di non avvampare come un idiota.
Sentirsi così imbarazzato solo perché aveva scoperto settimane fa che aveva un debole per Kevin non era normale…
- Ho bisogno di parlare… pensavo ci fosse anche Thiago… - Lui non aveva grossi problemi con qualcuno, anzi, aveva sistemato con tutti. - Sarei andato da Alex ma so che ha qualche noia con Zlatan e la questione del PSG… - Oltretutto si era infortunato per l’ennesima volta… Alex era di certo in un momento oltre che nero, pessimo.
Roby lo fece entrare cercando di ricordare perché Thiago non fosse con lui:
- Dovrebbe venire ma è con la sua famiglia e potrebbe far tardi… - Infatti lo stava facendo.
Kevin si sedette sul divano con pesantezza allungando le gambe davanti a sé, si slacciò la giacca:
- E la tua? - Chiese guardandosi intorno non notando i graziosi pargoli del brasiliano.
- Siccome io sono poco a casa, mia moglie è spesso dalle amiche o dai nostri genitori così l’aiutano coi piccoli… - Stesso discorso per Thiago e per qualunque calciatore che avesse famiglia…
Kevin sospirò oscurandosi subito…
- Famiglie… - Il tema lo rendeva molto sensibile.
- Tu… come va con il tuo piccolo tigrotto? - Il figlio di Kevin era la fine del mondo, come un po’ tutti i bambini, ma stando con la madre ed essendo loro separati, non lo vedeva moltissimo. Aggiungendoci poi il suo lavoro…
Kevin si strinse nelle spalle togliendosi la giacca, Roby distolse lo sguardo dopo aver spontaneamente sgranato gli occhi. Chissà cosa c’era di male nel togliersi la giacca!
- Bene… lo vedo poco fra una cosa e l’altra, ma bene… - Roby pregò che Thiago arrivasse in fretta, voleva scrivergli ma aveva l’impressione di fare la parte dell’idiota vigliacco. Del resto stare solo con lui, aveva ormai capito, non era una grande idea.
Era solo che Kevin era un po’ il suo ideale erotico di uomo… tutti ne avevano uno e se lo incontravano non ragionavano più.
Con Kevin era così ed il fatto che all’inizio non lo sopportasse dipendeva solo dalla gelosia. Superata quella e messosi con la persona che amava, le cose erano ampiamente cambiate.
Si sarebbe fatto Kevin e Thiago insieme dalla mattina alla sera.
- Mi offri una birra? - Chiese sfacciato.
Roby corse nervoso a prenderne due e nel farlo una cadde disgraziatamente a terra schizzando in tutta la cucina.
Kevin lo raggiunse mettendo da parte i suoi bisogni di parlare e quando lo vide in preda ad una valanga di imprecazioni, coperto di birra dalla testa ai piedi, si mise a ridere di gusto.
Per un momento fu tutto dimenticato e la sensazione che aveva avuto quando avevano fatto sesso durante il ritiro tornò.
In ogni situazione Roby riusciva in qualche modo a far ridere tutti mettendoli a loro agio.
Kevin fu contento di essere venuto e avvicinandosi, prese ancora ghignando un canovaccio per pulirgli la faccia…
- Sei un disastro! Ma come cazzo fai? Ti vengono spontanee o ti impegni? -
Roby mise giù la birra che gli rimaneva in mano e prendendo il canovaccio se lo passò in viso alla buona, quindi guardando il disastro che aveva fatto in giro rispose grugnendo:
- Sono un talento naturale! - Per poi andare a prendere il necessario per pulire. - Non posso lasciare così o i miei figli quando tornano si ubriacano solo con la puzza che c’è! - Aveva ragione e Kevin ridendo prese il moccio per passarlo a terra e aiutarlo:
- Passa i mobili tu! - Il lavoro più rognoso. Roby sembrando una teiera a vapore si mise a pulire sempre più stufo dalle risa di Kevin, dimentico totalmente della tensione che aveva provato prima.
Fu meglio così, in un certo senso, anche se poi, una volta finito di fare le pulizie, Kevin sempre continuando a ridere divertito e nella spontaneità più totale, gli prese la maglietta e gliela tolse.
- Sei strafondo e se non vuoi che la pelle si impregni di birra ti conviene pulirti subito per bene o non potrai abbracciare i pargoli senza ubriacarli! - Anche questo era vero e logico, ma Roby si perse nel suo gesto di togliergli la maglia. Rimasto a torso nudo stette fermo a fissarlo inebetito senza più capire niente, specie perché aveva fatto una cosa simile. - Ehi, sai come si fa o devo fare io anche questo? - Chiese scherzando non capendo perché lo fissasse come Nemo in mezzo all’Oceano.
- Cosa? - Chiese incapace di capire a che diavolo si riferisse.
Ormai le cose stavano degenerando. Kevin gli aveva tolto la maglia e non riusciva proprio a capire perché diavolo l’avesse fatto.
- Lavarti! Devo lavarti io? Ma Roby, ti sei ubriacato col bagno nella birra? - Comunque rimaneva divertente. Strano ma divertente. Proprio non capiva cosa avesse e vedendo che ancora non reagiva ma lo fissava inebetito, lo prese per il braccio e lo trascinò in bagno. A questo punto Roby cominciò a balbettare, giusto per passare dalla padella alla brace!
- Cosa pensi di fare? -
- Non lo so, dimmelo tu! Sei strano… sembra… - Poi si fermò cercando di capire meglio e finalmente l’ottuso si illuminò. Smise di parlare improvviso e lo guardò sgranando gli occhi con shock. Non ci avrebbe mai pensato ma ormai era piuttosto evidente.
- Ti metto in ansia? - Chiese diretto ma magnanimo a modo suo. Avrebbe potuto chiedergli di peggio… Roby, che puzzava decisamente parecchio di alcool, camminò all’indietro per allontanarsi da lui ma nel farlo ovviamente finì contro lo scalino della cabina della doccia, quindi in pochi istanti si ritrovò seduto dentro in modo molto imbarazzante.
Kevin rise euforico all’idea di fare un tale effetto a qualcuno, specie a lui. Roby alla fine non gli era mai dispiaciuto, dopo aver risolto le cose con lui e Thiago… era un tipo più che piacevole…
Finalmente, poi, il problema Mark era accantonato, non ci pensava con assillo… sicuramente quello era alle prese coi rimorsi insieme alla sua famiglia. Era giusto che lui si distrasse per prepararsi alla prossima lotta con lui.
Non ci pensò oltre, aprì subito il rubinetto della doccia e come se fosse normale, lo bagnò. Le imprecazioni di Roby furono fantasiose e colorite…
- Cazzo, Kevin, che diavolo ti salta in mente? Va bene che dovevo lavarmi ma sono coi jeans… porca di quella puttana vacca malefica stronza! - Kevin rideva appoggiato al lavandino, poco più in là, e mentre l’altro continuava con le litanie si alzava. Una volta in piedi si tolse subito jeans e boxer, ormai tanto valeva… rimasto nudo sotto la doccia si girò verso il demente cronico che aveva per compagno di squadra e gesticolando si dimenticò di essere comunque nudo e bagnato: - Si può sapere perché cazzo l’hai fatto? -
Kevin allora si avvicinò sinuoso e decidendo di divertirsi e nutrire il proprio ego, lo stuzzicò appoggiandosi alle ante della cabina finendo anche per bagnarsi un po’ il viso degli spruzzi d’acqua. Poi basso e suadente, facendogli l’occhiolino, disse:
- Volevo raffreddare i tuoi bollenti spiriti… mi sembravi un po’ in trance… - Era vero… Roby arrossì rendendosi conto che aveva ragione, che doveva aver fatto la parte dell’idiota con una cotta stratosferica per il proprio idolo… sospirò appiattendosi contro le piastrelle nella speranza che lo lasciasse in pace e se ne andasse ma in risposta Kevin allungò il braccio sotto il getto e raggiungendo il suo petto lo toccò con un dito. Si mise a seguire le gocce sulla sua pelle scura e raggiunto un capezzolo glielo tormentò stringendolo fra due dita. Come osava fare una cosa simile in silenzio e fissandolo a quel modo?
Sembrava volesse fargli una proposta indecente ed in effetti non aveva poi torto…
- Cosa vuoi? - Riuscì anche a chiedere piano e stordito. La capacità di ragionare e reagire sensatamente stava scemando, ben presto sarebbe diventato istinto come il più delle volte gli succedeva e quando sarebbe accaduto, sarebbe stata la fine. Pregò con un barlume di sensatezza che Thiago arrivasse subito ma quando non sentì la porta d’ingresso ma al contrario le sue dita scendere sul ventre e poi sull’inguine, gli prese istintivamente la mano artigliandogliela.
Non riuscì a togliergliela ma se la fermò addosso.
Kevin ghignò e Roby avvampò. Era estremamente sensuale… perché lo torturava così? Lo trovava tanto divertente?
- Allora sono il tuo punto debole… la risposta ero io… - Disse riferendosi all’esperimento di Thiago che alla fine nessuno gli aveva più spiegato.
Roby si sentì scoperto, oltre che effettivamente nudo, e si chiese cosa fare.
- Sei il mio ideale come tipo… sessualmente parlando… e poi ci somigliamo molto su molte cose, quindi ci capiamo bene e… reagendo allo stesso modo sulle cose, finisce che… - ma non seppe proseguire perché Kevin era entrato nella cabina ignorando i propri vestiti e appoggiandosi alla parete liscia dietro di lui con una mano, con l’altra continuò la sua discesa nelle parti intime che, una volta raggiunte, si mise a strofinare a pieno ritmo.
Roby, avendolo davanti a sé in quel modo, osservandolo da vicino, non riuscì più a trattenersi e appoggiando la nuca all’indietro chiuse gli occhi smettendo di lottare.
Era fin troppo facile se il tuo desiderio erotico si incarnava e ti faceva certe cose…
Succhiandosi il labbro con l’acqua che scendeva su di loro, sospirò sui suoi movimenti di mano fino a che, aprendo le braccia contro le piastrelle dietro di sé, venne senza remore in un gemito soffocato che eccitò Kevin. Aveva una tentazione assurda di baciarlo ogni volta ed era sconvolgente perché non lo faceva mai se era solo per sesso… ma con lui, ogni volta, aveva quella voglia assurda… si trattenne a stento ed accontentandosi di aderire le labbra al suo orecchio, gli si appiattì contro per sentire meglio il suo corpo nudo ed eccitato per causa sua, completamente arreso a lui.
- Anche tu sei il mio ideale di sesso… ed hai ragione… siamo simili, ci capiamo bene e se i nostri mondi entrano in collisione finisce così… - Lui lo disse meglio, in modo più sensato, ma Roby ormai non capiva più niente poiché sentirlo parlare contro il suo orecchio era troppo da delirio.
- Tu ti diverti, vero, a torturarlo! - La voce esterna arrivò loro da dietro, era chiara, saccente ed infastidita ma anche con una punta di ironia. Evidentemente riusciva a trovare la situazione anche un po’ comica.
Roby spinse automaticamente Kevin fuori dalla doccia e chiuse il rubinetto, quindi guardando Thiago sulla porta del bagno che guardava a braccia conserte ed aria piccata, andò di nuovo nel panico. Immobile, rigido come un manico di scopa, non sapeva come reagire a quel punto. Non voleva mandare di nuovo tutto a puttane con lui ma non sapeva proprio trattenersi quando si trattava di lui… come poteva fare?
Kevin, vestito e fradicio per la doccia, rise con faccia tosta senza il minimo pentimento. Si prese un asciugamano e vi si avvolse per asciugarsi, quindi Thiago ne diede un altro a Roby che prese seppure rimanendo catatonico.
Il compagno sospirò ignorando Kevin, quindi tirò fuori Roby e l’avvolse lui asciugandolo. Lo guardava con un’aria illeggibile cercando di capire cosa fare, in realtà aveva messo in previsione situazioni simili, il punto era che non aveva avuto tempo di spiegare tutto a Kevin e chiedergli gentilmente di stare alla larga dal suo ragazzo.
- Dai, vestiti che intanto parlo con lui! - Disse alla fine senza calcare la mano in alcun modo, non si capiva se fosse arrabbiato o cosa ma Roby al momento non era pronto per indagare, quindi eseguendo l’ordine uscì dal bagno per rifugiarsi in camera.
Era tutto un gran casino, come sempre.

Rimasti soli, Kevin decise di mettere alla prova anche Thiago per puro spirito di sadismo, voleva solo divertirsi un po’ e non pensare ai mille problemi con Mark, sapeva che Thiago aveva una resistenza fuori dal comune sotto ogni aspetto, non avrebbe mai ceduto a niente, se non era il primo a volere qualcosa.
Questo rendeva ancora più piacevole il riuscire ad averlo, ma per lui era sempre tutta una questione di sesso. Al di là di Mark.
Anche se ammetteva che era strano avere voglia di baciare Roby…
Cominciando a spogliarsi con una certa fatica poiché i vestiti erano appiccicati al corpo per colpa della doccia con gli stessi addosso, chiese fingendo indifferenza:
- Allora, di cosa devi parlarmi? -
Thiago si mise le mani ai fianchi e alzando un sopracciglio scettico, disse senza farsi fregare:
- Come se non lo sapessi… - Kevin continuò sulla sua strada faticando a togliersi la maglietta che aveva sotto la felpa. Dandogli la schiena gli chiese una mano:
- Ehi, aiutami che non arrivo… - Thiago sospirò e lo aiutò, nel doversi impegnare più del previsto per spogliarlo la sensazione di settimane indietro gli tornò come un treno in corsa.
Era sempre piacevole avere a che fare col suo corpo ma rimase imperturbabile, seppure si fosse soffermato volentieri ad accarezzargli la schiena.
Una volta che fu a torso nudo lo vide slacciarsi i bottoni dei jeans ed immaginando che per togliersi quelli sarebbe stata una vera impresa, decise di andare subito al punto e di piantarlo in asso prima che la cosa degenerasse. Non aveva nessuna intenzione di farla andare dove voleva quel sesso-dipendente!
Thiago infatti risoluto e serio lo prese per le spalle, lo spinse contro il muro dove stavano appesi gli accappatoi e puntandolo con un dito sul petto disse incisivo e laconico, un tono che non avrebbe mai ammesso repliche:
- Sta alla larga da Roby! - Ok, questa sembrava anche una minaccia.
Kevin preso totalmente in contro piede, rimase in silenzio inebetito a fissarlo.
Non solo l’aveva messo con le spalle al muro ma gli stava anche dando ordini!
Al ghanese per un istante gli salì un’ondata d’eccitazione, adorava anche quel modo di fare, se era per quello… ma erano poche le cose che in generale non gli piacevano!
- Pensi che basti questo a convincermi? - Rispose provocatorio alzando strafottente un sopracciglio. Thiago si aspettava una risposta simile e senza indietreggiare, rimanendogli davanti col dito sul petto in modo da bloccarlo senza comunque usare la forza, rispose sicuro e serafico:
- Non ti sto convincendo, te lo sto dicendo. - Questa poi era bella…
- Mi stai dando davvero un ordine? - Chiese ironico Kevin non credendoci ancora, le braccia lungo i fianchi.
Thiago non esitò risalendo con la mano sul viso a prendergli le guance fra indice e pollice e stringendo come un padrone col proprio schiavo. Aveva esattamente quel fare, gli teneva il viso in quel modo aggressivo come a sfidarlo a contraddirlo. Gli occhi alteri, per un momento Kevin esitò non riconoscendo il ragazzo solitamente gentile e tranquillo che aveva davanti. Ora appariva come tutt’altro, tipo un pezzo grosso della mafia o qualcosa del genere… gli fece un effetto assurdo, nemmeno a dirlo…
- Prendilo per quello che vuoi. Ma tu sta lontano dal mio ragazzo. - Ancora un ordine, ancora qualcosa su cui non si poteva discutere. Kevin spiazzato e raggelato da quel modo di fare, si trovò naturalmente ad eccitarsi più di prima mentre sperava solo che continuasse su quella linea dura di comando. E che gli comandasse qualcosa di più eccitante.
Fu preso alla sprovvista, per questo parlò senza rifletterci. Comunque non era solito farlo nemmeno di norma.
- Ma tu mi devi un favore, ricordi? - Thiago si ricordò di quello scambio verbale che avevano avuto all’inizio del ritiro, quando gli aveva chiesto di sedurre Roby per capire se era Kevin il suo punto debole e non il sesso in generale. Aveva avuto ragione, alla fine. Comunque il ghanese aveva accettato solo con un favore da riscuotere, Thiago gli aveva dato carta bianca.
Se ne ricordò solo in quell’istante e capì le reazioni di Alex e Zlatan, presenti all’accordo.
Non che avesse qualche timore.
Con supponenza, gli lasciò il viso e rimanendogli davanti fino a sfiorarlo col suo corpo, si appoggiò alla parete dietro di lui mentre l’altro braccio rimaneva abbandonato sul fianco.
- Ricordo bene. Ma questo favore non prevede che tu ti faccia il mio moroso quando ti pare! Specie perché lui ha questo maledetto debole per te! - Thiago non avrebbe mai mollato e Kevin sapeva com’era fatto, per questo gli piaceva conquistarlo, quando ci riusciva. Lo prese per i fianchi e l’attirò a sé, una volta che ebbe il suo bacino addosso sospirò languido e con occhi carichi di desiderio, rispose piano:
- Allora cosa comprende, questo favore? - Thiago di idee ne aveva e coincidevano tutte col ripetere l’appagante e strana esperienza di sesso a tre. Se lui partecipava era un conto, ma se veniva escluso decisamente non ci stava. Normale.
Ghignò sadico ma rimase contenuto e in pieno possesso di sé, quindi quando con l’altra mano, quella abbandonata giù, risalì di nuovo sul suo viso, l’accarezzò in modo molto strano ed insolito.
Aveva sempre quell’aria da padrone altero e superiore, quasi malefico in un certo senso. Era una versione di Thiago inedita per i più, solo Roby l’aveva assaggiato ogni tanto e l’aveva sempre fatto impazzire ovviamente… Kevin ne voleva assolutamente di più, ormai lo stava praticamente facendo venire solo con quegli atteggiamenti.
La sua mano sul suo viso si fermò di lato per poi proseguire le carezze solo col pollice sulle sue labbra carnose. Kevin le aprì subito e senza farsi sfuggire l’occasione, gli succhiò il dito. Glielo leccò dapprima con la punta della lingua per poi prenderglielo bene in bocca e farlo suo sperando di poter fare altrettanto, ben presto, con un’altra parte sua.
Thiago sorrise compiaciuto, sembrava addirittura sadico… a Kevin ormai piaceva troppo, sarebbe voluto andare subito al sodo ma facendosi prendere da lui, questa volta, e non prendendo come aveva sempre fatto con il brasiliano.
Alla fine si decise a rispondergli e lo fece nel modo che all’altro fece più impazzire… dicendo qualcosa che di sicuro non si sarebbe mai aspettato:
- Tutto quello che vuoi purchè ci sia sempre anche io. - Questo era fin troppo chiaro ed esauriente ed anche decisamente oltre quel che aveva osato sperare.
Rimase basito per qualche secondo, prima di realizzare, poi illuminandosi d’eccitazione si tolse il suo dito dalla bocca e gli sfiorò, solo sfiorò e basta, per non rendere tutto troppo oltre ciò che doveva essere, le sue labbra altrettanto carnose e morbide.
- Non potevo chiedere di meglio. - Improvvisamente capirono entrambi che non sarebbe stata solo una volta ma che paradossalmente avrebbe loro permesso di trovare una sorta di equilibrio, pace e serenità interiore… perché sembravano incapaci di star lontani gli uni dagli altri e seppure fra Thiago e Roby ci fosse dell’innegabile ed inconfutabile sentimento profondo, non si poteva certamente sottovalutare quell’attrazione che continuava ad esserci anche nei confronti di Kevin da parte di entrambi. E reciprocamente.
Per Kevin il discorso era meno semplice, era sempre una questione di sesso, era attratto come non mai da loro sotto quell’aspetto e avrebbe fatto di tutto con loro dalla mattina alla sera, ma non gli bastava.
Non era tutto lì quello che voleva in generale dalla vita.
Non era solo quello per cui valeva la pena alzarsi e cominciare la giornata.
Non era il suo unico desiderio e soprattutto non il suo desiderio massimo.
Loro erano divertimento, passatempo, svago… erano molte cose, anche un puntiglio, perché no, una sorta di pallino, insomma. Ma non era tutto ciò che voleva. Non era ciò che voleva più di tutto. Non era ciò che ricercava sopra ogni cosa, che gli toglieva il sonno la notte, che gli faceva spesso venire voglia di piangere, che l’angosciava e lo faceva stare come un’anima in pena.
Non era questo ma ben altro.
Dell’altro che tornò nei suoi pensieri come un treno in corsa a velocità folle.
Mark e tutti i mille problemi che aveva con lui rimanevano così come rimaneva il suo volerlo sopra ogni cosa ed in modo diverso.
Non solo a livello fisico, non solo per una forte attrazione fisica, non per togliersi un puntiglio idiota che gli poteva venire ogni tanto, quando aveva bisogno di distrarsi.
Mark era la parte viva e profonda di sé, l’anima, il sentimento, la crescita, il futuro.
Mark era molto, molto di più… tutto ciò che poi nella vita di una persona poteva contare veramente.
Confronto a lui, tutto il resto erano solo sciocchezze.
Gli passò la voglia di andare con loro due proprio pensando a lui e confrontandoli.
Mark decisamente era di tutt’altro pianeta e se prima con Roby aveva solo cercato uno svago, adesso era ora di risolvere quello scoglio con lui, quello che voleva. Tornare da lui, sistemare tutto prima che si rovinasse come temeva, prima che tornasse ad essere di nuovo ingestibile…
Sospirò e Thiago si rese conto subito che doveva avere qualcosa che l’assillava, si staccò appena per osservarlo meglio e lasciando che tutto tornasse su un piano più giusto e meno caldo, riuscì ad attivare la parte razionale e sensata di sé, quella più acuta:
- Avevi problemi con Mark, per questo sei venuto qua? A cercare qualche ora di distrazione? - Come riusciva a capire bene sempre tutti al volo, rifletté Kevin. All’idea di tornare su Mark ogni voglia di sesso svaniva, l’eccitazione tornò a scemare e la sua espressione si incupì.
- In realtà volevo solo parlare ma suppongo che in realtà volessi questo… - Thiago fece una delle sue espressioni strane ed indecifrabili, poi gli prese il viso fra le mani ma con amicizia fraterna, senza secondi fini dietro seduttori. Non era più un padrone che dava ordini ma un compagno che lo capiva e voleva sostenerlo. Era sempre quello che la situazione richiedeva, per questo Thiago piaceva a tutti.
- Ora sei pronto per andare da lui… - Non aveva idea di che cosa ci fosse di preciso ora, probabilmente nulla di che ma da come lo faceva vacillare era di certo qualcosa che andava affrontata.
Kevin decise che era ora e che doveva farlo una volta per tutte, tirando fuori ogni cosa fino in fondo senza residui di alcun tipo.
Ogni dubbio, ogni stupida incertezza.
Thiago allora si scostò e lasciando che si rimettesse la felpa di prima che ormai era solo umida, lo vide allacciarsi i jeans, quindi sulla porta del bagno si voltò e con uno sguardo strano, quasi di complicità, disse ammiccando:
- Riscuoterò! - Sempre riferito a quel famoso favore che ormai aveva preso forma. Sicuramente sarebbe stato solo un bisogno di distrazione nei momenti difficili, ma potendo avere loro due come garanzia prendeva tutto una connotazione diversa.
Magari non ne avrebbe mai avuto bisogno, magari sì, ma parlandone e scoprendo tutte le carte, arrendendosi a viverlo a trecentosessanta gradi senza freni assurdi che poi avrebbero portato rimpianti ed errori, rendeva tutto più sereno e tranquillo. Quasi giusto, a modo loro.
Thiago sorrise soddisfatto rispondendo con un altro occhiolino, quindi lo vide andar via.
Era tutto molto strano.
Estremamente strano.
Però la vita, si sapeva, non era comunque mai semplice e quando lo diventava, le persone sentivano il bisogno profondo di complicarsela ed incasinarsela.
Kevin, Thiago e Roby erano i migliori in questo.
Non sarebbero di certo mai cambiati.