CAPITOLO VII:
REAZIONE A CATENA

Fu la mattina più atroce che Dio mandò sulla Terra.
Per Roby, ovvio.
Il primissimo pensiero che ebbe fu Kevin, la sua bocca, il suo pene e i loro orgasmi -due da parte propria!-
Poi Thiago e lì si fermò andando in crisi profonda e nel panico più nero.
Era complicato.
Era molto complicato.
Non riusciva proprio a prevedere come l’avrebbe presa, lo conosceva bene, stavano insieme ma non riusciva a prevedere le sue reazioni.
Però una cosa era certa, non poteva tenerselo ancora dentro nonostante fosse successo appena poche ore prima.
No, si disse… più aspettava e peggio stava. Doveva dirglielo qualunque cosa sarebbe successa.
Così scrollandosi Kevin di dosso che cadde a terra ed imprecò per quell’atroce risveglio -rendendosi conto solo in quel momento di avere un paio di botte che non ricordava come si era procurato… per non parlare di ‘ma dove cazzo sono?’- si precipitò su per le scale.
Anche se sarebbe morto, doveva affrontare il proprio meritato destino infame!
Entrato in camera non perse tempo a fare inutili moine e a svegliare Thiago con dolcezza. Non lo faceva normalmente, figurarsi in una condizione del genere dove lo stomaco minacciava aborto.
Si sedette bruscamente nel letto ed accesa la luce del comodino, lo scosse brutalmente chiamando con voce cavernosa.
- Thiago… ehi Thy… Thiago, cazzo, svegliati! È successa una cosa grave! -
Thiago finalmente riprese vita e sentendo l’ultima parte si sedette di scatto sul letto guardandolo stralunato, i capelli spettinati, i segni del cuscino sul viso, gli occhi piccoli.
- Kevin sta ancora male? Era in coma etilico? È morto? - Roby per un momento si chiese perché alla parola grave avesse associato cose atroci a Kevin e basta… come gli venne il pensiero gli andò via.
Doveva dirglielo.
Appena Thiago guardò meglio il compagno capì che doveva riattivarsi ed in fretta, per cui schiaffeggiandosi il viso e strofinandoselo, si decise a dargli retta.
- Ci sei? - Fece Roby con voce tremante.
- Dimmi, cosa hai combinato? - Il tono consapevole, si aspettava qualcosa da come l’aveva svegliato e conoscendolo c’era poco spazio per l’immaginazione e la fantasia…
Aveva temuto quel momento da quando si era messo con lui, sapeva com’era fatto ma aveva voluto rischiare lo stesso. Lasciarlo dormire con Kevin non era stato saggio ma aveva confidato nel fatto che stava male e dormiva profondamente… cosa potevano aver fatto?
Il risveglio di Thiago fu decisamente pronto e veloce. Di certo uno più traumatico di quello non l’avrebbe più avuto.
- Ecco… - Sembrava incapace di dirglielo come lo era di nascondere il suo stato d’animo colpevole. Il fatto che sapesse d’aver sbagliato e che ci stesse tanto male era positivo, in un certo senso.
Thiago lo disse per lui.
- Hai fatto sesso con Kevin? - Doveva essere così ovvio? Si chiese Roby stizzito e shockato per il modo in cui lo diceva, aspettandoselo…
- No… cioè… orale. Sesso orale… dormivo e sognavo che mi stavi facendo un pompino, poi sono venuto ed ho capito che me lo stavano facendo veramente, ma che non eri tu ma Kevin! E lui pensava di starlo facendo a Mark, era ancora mezzo ubriaco! Poi però, cazzo, non so perché, ti giuro… l’abbiamo rifatto… io l’ho provocato e lui ha accettato e dopo essere venuto di nuovo mi ha dato il suo ed ho ricambiato! - La descrizione dettagliata e precisa di cosa aveva fatto gliela poteva dare solo Roby. Fra tutti era l’unico che voleva i dettagli sessuali e che altrettanti ne dava… convinto che fosse normale volerlo sapere!
Era solo un maniaco, si diceva sempre Thiago, ma mise da parte tutto per concentrarsi sulla questione principale e cioè che avevano fatto sesso orale. Prima dormendo, poi da svegli. Non poteva andare bene ed anche se l’aveva saputo che prima o poi sarebbe finita così, non giustificava niente. Non cambiava che ci stava rimanendo peggio di quel che avrebbe pensato.
Thiago rimase immobile in silenzio a fissarlo come se aspettasse di svegliarsi, ma lo era già e Roby preoccupato gli agitò una mano davanti agli occhi.
- Hai capito? Ti ho tradito! - Logicamente a questo Thiago rispose in modo preciso, sia pure come un automa:
- Tecnicamente siamo noi che tradiamo le nostre mogli… e da dei traditori come noi cosa ci dobbiamo aspettare, reciprocamente, se non proprio questo? Come posso pretendere tu sia fedele se entrambi non lo siamo mai stati? Ma soprattutto tu… tu sei famoso per questo… per non saper tenere a freno la tua grande voglia sessuale… cosa… cosa dovrei dirti, Roby? Che sono sconvolto, che ti pianto e non voglio più vederti? Me l’aspettavo… non con Kevin, ti dirò, ma me l’aspettavo… ti ricordi che te l’avevo detto? Ora… - E si sospese… aveva parlato anche più di quel che avrebbe pensato di fare.
Sospirò.
Cosa dire, ora?
Non sapeva nemmeno come si sentiva di fatto, sapeva di esserselo aspettato, sapeva molte cose ma non come si sentiva, cosa voleva e cosa doveva fare.
Era strano.
Era una situazione anomala. Non un normale tradimento. Quello che aveva detto era vero.
- Non posso pretendere niente da te. E non so onestamente cosa pensavo mentre mi sono messo con te… - Quando Roby capì che parlava al passato si terrorizzò e prendendolo per le spalle lo chiese tremante ed angosciato all’idea di aver perso la persona che in vita sua aveva desiderato più in assoluto. Ma cosa c’era di sbagliato in lui?
Era malato patologico, ecco cos’era!
- Mi stai lasciando? - Thiago con un moto di stizza, rispose gelidamente togliendosi le mani di dosso:
- Stavamo insieme? Come ci dovevamo considerare? Siamo amanti, siamo entrambi sposati… io non so onestamente cosa fare! Cosa dirti… cosa… - A quello scosse il capo con amarezza. Decisamente il peggior risveglio della sua vita. - Ho bisogno di tempo, Roby. Devo pensare. - Lui aveva sempre bisogno di tempo.
Roby però capì che quello era il minimo e non poteva pretendere di meglio.
Sospirò sconfitto, almeno il peso in meno l’aveva… sapeva tutto, non poteva nascondergli niente… avrebbe accettato qualsiasi conseguenza. Non aveva scelta. Almeno a quel punto doveva comportarsi da uomo. Sempre ammesso che non fosse proprio da uomini ragionare con l’organo genitale piuttosto che con il cervello…
Quando Thiago uscì dalla camera, lui rimase seduto nel letto a fissare la porta chiusa. Ora?
Cosa doveva fare?
Poteva uscire da lì, vederlo ancora, sentire la sua gelida indifferenza fino a che non avrebbe deciso qualcosa?
La confusione lo colse. Un’altra pesantezza lo abbatté.
Stava perdendo quello che aveva desiderato sopra ogni altra. Come aveva potuto?
Senza la capacità fisica di stare da solo fece ciò che gli veniva sempre a quel punto, quando stava male e ne combinava una… uscì dalla camera e si infilò in quella accanto di Alex.
L’amico dormiva della grossa con Zlatan, abbarbicato su di lui, nudi ed abbracciati. Era chiaro cosa avevano fatto prima di addormentarsi e non si curò di loro.
Aveva bisogno che Alex l’abbracciasse e basta, come sapeva fare lui.
Salì così sul letto ed invadente strappò Alex alle braccia possenti di Zlatan che nel sonno lo lasciò andare.
Per l’amico fu traumatico un risveglio simile e prima di capire che diavolo succedeva, si ritrovò girato dall’altra parte ad abbracciarlo mentre, infilato a sua volta sotto le coperte, gli si accoccolava contro come un bambino.
Per un momento credette di essere tornato indietro nel tempo, a quando soffriva per Thiago, quindi rimase così, mezzo addormentato ad accarezzarlo e a tenerlo con sé. Poi si ricordò improvviso e spalancando gli occhi disse ad alta voce:
- VI SIETE LASCIATI?! - Questo svegliò Zlatan che imprecò e scosse Roby che si nascose ancor più contro di lui. Non aveva nemmeno la forza di raccontargli tutto.
- Certo che svegliarsi con un altro nel letto rispetto a come mi ero addormentato non mi era ancora capitato… - Commentò ironico Zlatan rilassato perché era Roby e non chissà chi. Da lui uno si aspettava certe invasioni… - Se devo condividerti con qualcun altro avvertimi, non son problemi ma almeno mi preparo! - Fece poi.
- Non sono un link di facebook… - Brontolò Alex. - Roby ha qualcosa, fa così solo quando sta male per Thiago… -
- Ma se dormiva con Kevin… - Fece logicamente Zlatan che non l’aveva mai visto così. Poi capì e sporgendosi oltre Alex, disse rivolto a Roby: - L’hai tradito con lui? - Era tanto ovvio? Si chiese di nuovo Roby… perché tutti ci arrivavano subito?
- Roby, è così? Hai tradito Thiago con Kevin? - Non ci capiva più niente a quel punto, ma sopra ogni cosa… - Con tutto quello che hai fatto per Thiago lo tradisci? Con Kevin, poi, che ti stava sulle scatole all’inizio… ma cosa ti è saltato in mente? - Quel mondo era per Alex molto lontano ma non lo era per Zlatan che vedendo l’amico in crisi profonda parlò al suo posto capendoci qualcosa di più… non andò per il sottile comunque.
- Ragiona col cazzo, quello! Quante volte ha già tradito sua moglie? Quante scopate si è fatto? Non ci pensa… se si presenta l’occasione lo fa e basta! - Era proprio così. La voglia, in quei momenti, gli spegneva letteralmente il cervello. Non che questo fosse una giustificazione accettabile, ma era proprio quello che succedeva in Roby in quei momenti. Ed era molto più comune di quel che si potesse pensare…
Alex sospirò, a quel punto non sapeva cosa dire. Rimase fermo, mezzo steso, a coccolare Roby aggrappato al suo petto, con l’amico davanti ed il compagno dietro. Una situazione strana ed ingestibile se non altro perché non sapeva proprio cosa dire a quello che aveva davanti.
- Sei proprio un idiota… - Asserì infine Zlatan stendendosi per continuare a dormire. Non c’era molto altro da dire, in effetti… e Roby fu d’accordo con lui. Era un’idiota.

Thiago sceso giù al piano terra trovò in soggiorno Kevin steso per terra ai piedi del divano, si fermò e per un momento Roby venne cancellato.
- Che ci fai lì? - Chiese notando che non dormiva. Kevin, appoggiato al gomito, sbuffò:
- Quello mi ha buttato giù svegliandomi in questo modo barbaro e non avevo la forza di rialzarmi! - Thiago, scettico, l’avrebbe anche aiutato se non fosse stato nominato Roby, infatti seccato girò sui tacchi e lo ignorò infilandosi in cucina.
Kevin ci rimase male aspettandosi una mano, quindi quello funse da molla e mettendosi in piedi, dopo aver barcollato per il sonno non molto congegnale e la nottata burrascosa, si sedette stancamente su una sedia, si appoggiò al tavolo, infine con movimenti rallentati alzò lo sguardo e l’osservò preparare una moka grande di caffè come se fosse casa sua.
- Che diavolo ci faccio qua? Dormivo su Roby, fra l’altro! Ero così sbronzo? - Davvero non ricordava nulla della sera prima e Thiago non stentò a crederlo, ma in quel momento parlare proprio con lui non sarebbe stato molto terapeutico.
- Come un barbone! - Disse laconico cercando suo malgrado di non trattenersi. Non è che sapesse cosa stava facendo e ad ogni modo non gli sarebbe interessato che Roby era impegnato con lui… per di più da sobrio aveva già cercato di farselo per ripicca nei suoi confronti… o qualcosa del genere…
- Che altro ho combinato? - Chiese consapevole che qualcosa dovesse averla fatta per averlo così fuori di sé -era evidente lo fosse.-
Thiago si fermò, era di spalle rispetto a lui e irrigidendosi alzò la testa guardando in alto, sospirò spazientito e sperò di poter essere lasciato in pace.
- Da quando non ricordi niente a quando ricordi qualcosa? -
Kevin si sforzò fra il mal di testa atroce…
- Da quando ho litigato con Mark… poi ho incontrato te, ho cominciato a spiegarti la situazione e via via è andato tutto nel buio! Poi ricordo che stanotte ho sognato di fare due pompini a Roby -il primo pensavo di farlo a Mark in realtà- ed un altro me ne sono fatto fare da lui. Poi mi sono svegliato con lui che mi buttava giù dal divano! -
Thiago si morse il labbro. La parte più facile era la sera precedente.
- Ti sei sfogato, ti sei lagnato, ti sei confidato, hai pianto, ti sei disperato, hai vomitato e poi ti sei addormentato nel pavimento del bagno. Siccome non potevo lasciarti in quelle condizioni mi sono fatto aiutare da Alex, Roby e Zlatan e ti abbiamo portato qua da Alex. Hai usato Roby come cuscino. - A quel punto si girò, era già chiaro così quanto fosse arrabbiato poiché parlava criptico e poco. Kevin si tirò su e vide il suo sguardo sottile, assassino e davvero inquietante. Allo stesso modo, basso e penetrante, tagliente da morire, disse: - E non stavi sognando di farti Roby. L’hai fatto veramente! -
Kevin si pietrificò, rimase con la bocca aperta e dalla gola uscì solo un gelato ‘ah’ che diceva tutto. Anche la sua espressione fu da premio oscar. Molto da ‘l’ho fatta grossa’.
Bè, che ci arrivasse da solo era confortevole, Thiago era certo che avesse anche dovuto spiegargli perché era furioso. Lui lo dimostrava così. Con il freddo artico.
- Bè… cosa ti è saltato in mente di lasciargli fare il mio cuscino? - Eccola lì la sua sparata geniale!
In un primo momento Thiago ebbe voglia di tirargli la caffettiera in testa ma poi si rese conto, nella rabbia gigantesca che per poco lo stava per far esplodere in offese pesanti ed urlate, che non aveva nemmeno torto. Aveva detto che se l’era aspettato dall’inizio perché conosceva Roby. Non con Kevin ma Roby era Roby. Non era stato saggio lasciarlo stare con lui ma non poteva nemmeno passare la vita a fargli la guardia del corpo, a tenerselo attaccato costantemente per impedirgli di tradirlo perché tanto lui era lui e lo faceva perché era più forte di qualunque altra cosa!
Stizzito, dopo essersi morso il labbro, rispose col mento alzato, la posizione eretta, il corpo rigido e l’aria, in generale, da principe offeso:
- E non dovrebbe saper scegliere a 27 anni suonati di seguire quello a cui tiene di più? Se ha voglia di uccidere qualcuno non è che lo fa davvero, sa controllarsi! Se preferisce un piacere sessuale piuttosto che il proprio compagno, allora non dovrebbe avere compagni! - Kevin aprì la bocca per ribattere ma Thigo lo precedette svelto e spigliato sapendo cosa stava per dire, infatti lo fece con un dito alzato a modo di professore saccente: - E non venirmi a dire che è sposato e che tradisce la moglie con me e che quindi è normale da uno così aspettarsi che continui a fare la vita che ha sempre fatto! Lo so anche io che la sua è abitudine… che è da anni che lo fa e che ormai gli viene automatico e che lo fa per quello, non per vera intenzione o cosa. Però è ora che cambi qualcosa, altrimenti non è obbligato a stare con me! - Kevin cercò di nuovo di dire un’altra cosa ma Thiago lo precedette ancora una volta andandogli davanti, piegato leggermente su di lui per dare più forza a ciò che diceva. Sembrava un treno lanciato a piena velocità. Kevin pensò come poteva fermarlo e spegnerlo! - Non posso avere pretese, dici? Certo che non posso, ma quando ci siamo messi insieme gli ho fatto questo discorso, gli ho detto se dovevo prepararmi a condividerlo con un sacco di altri amanti o se potevo per lo meno sperare in qualcosa di più esclusivo. Non è mio, è di sua moglie ma nel momento in cui va con chi vuole è evidente che non sta bene con lei. Sono affari suoi il motivo per cui lo faceva, mi interessa il presente. Perché viene con me. Perché glielo faccio venire duro? Se è per questo può scegliere qualcun altro! È lui quello che piangeva perché pensava che non lo ricambiassi, non io! Io stavo bene anche andando con ragazzi che mi ricordavano lui illudendomi che mi bastasse e che volessi quello! È lui che ha voluto il cambiamento fra noi, che ha voluto questa relazione, che ha detto che non avrebbe più fatto come prima e che a parte sua moglie sarebbe stato seriamente con me! È lui che ha voluto tutto questo ed ora non può comportarsi così! Anche se lo sapevo che l’avrebbe fatto, questo non lo giustifica, anzi, peggiora la situazione! Significa che non sa cambiare e per me uno che non cambia è uno che non vuole farlo! Sta bene così! Ma sai cosa ti dico? Se vuole stare con me, se ci tiene veramente a me, se mi ama come dice sempre… deve dimostrarmi lui qualcosa! E sai come gli faccio capire quello che mi ha fatto? Come mi sento? Perché ha sbagliato? Pagandolo con la stessa moneta, facendogli passare esattamente la stessa cosa. - Kevin lo disse senza crederlo veramente, la sparò tanto per dire, per sdrammatizzare… in realtà anche piuttosto sconvolto da quel modo di fare di Thiago. Così acceso ed arrabbiato non l’aveva mai visto. Non che avesse gridato o cosa, era sempre rimasto composto, ma non era normale parlare tanto veloce.
- E quindi scopi con me di nuovo e ti fai beccare da lui? - Gli occhi di Thiago si illuminarono di una luce maligna, inquietante e assai pericolosa. Perfino Kevin che era Kevin rabbrividì paralizzato.
- Esattamente. - No, si disse il ghanese. Così non l’aveva mai visto. Ingoiò a vuoto. Come ci era riuscito ad infilarsi in una situazione simile? Quella era ciò che aveva voluto mesi prima… ora… ora che aveva messo via la pratica Thiago si ritrovava così… a doverselo fare… e sai che fatica! Come poteva farcela?
In un momento tutto si sarebbe potuto frantumare. Tutto.
Come un vento che soffiava su un castello di carte.
Fu in quel momento che Zlatan scese ed entrò in cucina. Non aveva sentito nulla e non si era dato pena per notare qualcosa di strano fra loro, puntando diretto la caffettiera col caffè appena salito, chiuse il gas e prendendo una tazza se ne versò una parte per berlo amaro e bollente. Solo dopo si accorse degli altri due e di come lo fissavano, come se fosse un intruso.
- Bè? - Chiese spontaneo alzando le spalle menefreghista. Solo allora capì che doveva aver interrotto qualcosa e prima che loro potessero parlare e fare qualunque rivelazione, alzò le mani in avanti per fermarli e deciso e secco disse: - Non voglio sapere un cazzo! Fate quello che volete, io non voglio entrarci! Sono uscito dalla camera perché non volevo sentirlo frignare! Non me ne fotte un cazzo, siete una manica di pazzi! Beautiful sono pivelli a confronto! - Qualcosa doveva averla capita eccome. Più di qualcosa. Ma di proposito scacciandoli con la mano uscì dalla cucina dicendo che se ne tornava a casa…
Thiago e Kevin rimasero fermi a guardare la porta della cucina, quindi con il ghanese ancora stordito per quel risveglio a dir poco traumatico, sussurrò incerto per la prima volta nella sua vita:
- Ma scherzavi? - Thiago tornò serio e risoluto sul suo sguardo:
- Come la morte! -
Kevin si morse le labbra.
- Ora non ci riuscirei mai, dammi tregua… devo riprendermi! - Come se non potesse scegliere di rifiutarsi. Come se fosse ovvio che se si trattava di sesso -con lui per di più- non potesse proprio evitare.
- No, adesso non ho nemmeno voglia… prima mi devo sbollire. - Fece il difensore raddrizzandosi e prendendo la caffettiera per versare due tazze di caffè. Poi si fermò e guardò verso l’alto dove doveva essere la camera di Alex. Si chiese cosa dovesse fare nel prossimo futuro ma decise di evitare qualunque cosa, anche di guardarlo. Voleva andare da lui e dirgli che era abitudine e niente di più, ma sarebbe stato facile e non voleva alleggerirlo così. Doveva penare ancora e soprattutto capire una volta per tutte perché sbagliava. Doveva dargli una motivazione bella grande per cambiare.
Sospirando porse il caffè amaro a Kevin mentre per sé si mise un cucchiaino di zucchero, mescolò e pensieroso lo bevve. Dopo di che mormorò solo un serafico: - Ci sentiamo. - Che sembrava un indiscutibile ‘non ti tirerai indietro!’. Poi se ne andò a sua volta.
Rimasto solo, Kevin tornò a poggiare la fronte sul tavolo. Come diavolo faceva a ficcarsi in quelle situazioni? Era mai possibile?
“Ed ora che dovrei parlarne con Mark ma che non posso perché è il principale colpevole di questo casino? Cioè, se non ero depresso per lui non mi ubriacavo e quindi non mi ficcavo qua dentro! Sembra la casa dei casini! Succedono sempre qua dentro! Ci deve essere una maledizione, non so! Oddio, non che mi dispiaccia farmi Thiago… come stanotte con Roby, però devo dire che è un casino. Insomma. Se lo faccio lo faccio perché mi piace scopare. Lui soprattutto. Ma mi dispiace far star male quell’altro fenomeno che di sopra sta già male in abbondanza perché è abituato ad accettare i cazzi di tutti! Non sarà mica normale… Thiago ha ragione, deve fare qualcosa per cambiare! Ok, parlo io che sono praticamente identico… ma io non ho una vera relazione e nemmeno ci tengo. Vedi che casino con Mark. Mark, cazzo! Cosa devo fare con lui?”
Fra i casini della propria mente si perse senza notare subito la presenza silenziosa di Alex che saltò quando vide una massa informe muoversi sul suo tavolo.
Entrambi sussultarono nel notarsi e quando si videro si rilassarono.
- Com’è? - Chiesero allo stesso modo. Sorrisero e Kevin fece segno ‘così così’ con la testa, poi incitò Alex a parlare.
- Roby è sul disperato. Sono andati tutti via? - il centrocampista annuì, così si prese coraggio a due mani e versando il caffè rimasto in due tazzine, chiese un po’ intimidito: - Mi spieghi cosa è successo di preciso? Roby è un caos assurdo, non riesco a capirci nulla… dice solo che ha perso Thiago e che è un coglione. Piange! Sembra di essere tornati a quando… - Poi si rese conto che stava per dire ‘a quando piangeva perché Thiago stava con te’. Si trattenne ma Kevin capì ugualmente.
Il ragazzo si raddrizzò sulla sedia e si stiracchiò sbadigliando, poi grattandosi la nuca cercò di spiegare alla meglio quanto accaduto. Insomma, per quanto ricordava… aveva creduto d’aver sognato!
- Ma non sapevi nemmeno cosa facevi! - Kevin si strinse nelle spalle.
- Lui sì! Il secondo orgasmo, dico. E quello che ha fatto a me. Cioè, è biasimabile dal punto di vista di Thiago. - Alex quello lo capiva, quello che gli sfuggiva era ben altro…
- Questo assolutamente sì. Roby ha un problema col sesso e lo sappiamo tutti. Però lui è innamorato veramente di Thiago ed io lo so. Ma tu… tu ieri sera stavi davvero malissimo… mi hai preoccupato… - Kevin si imbarazzò di essere al centro delle preoccupazioni di qualcuno, non succedeva mai. Sospirò disorientato e provò a dire qualcosa che fosse all’altezza, voleva davvero tranquillizzarlo.
- Io sono nella merda, non ci sto capendo niente. Come faccio ad innamorarmi così facilmente? Pensavo di non esserne capace ma in realtà è anche troppo facile! - Asserì alla fine Kevin senza rendersi conto che il punto era quello. Lo guardò sorpreso ed il brasiliano parve poco sorpreso di questo.
- Io te l’avevo detto che l’avresti trovato. Che non puoi decidere tu. Che succedono e basta, queste cose. - Alex era anche molto sentimentale ma a quel punto non poteva dargli torto. Quello che si innamorava di continuo era Kevin.
- Ma sono innamorato di Mark? È questo che non capisco… -
Il ragazzo gli si avvicinò e carezzandogli gentile la schiena, disse piano:
- Devi capirlo tu, questo. -
- Non so come… - L’altro sorrise con dolcezza, comprendeva perfettamente i suoi casini, c’era stato dentro lui stesso in cose simili mesi prima.
- Lo capirai. Quando lo sarai. Insomma, se l’ho capito io. Penso che succeda quando capsici di non poter fare a meno di una persona. Lì è proprio inconfondibile. Comunque ti suggerirei di passare queste vacanze natalizie senza vederlo e sentirlo, ti aiuterà a far chiarezza. - Che fosse diventato così saggio e sveglio lo si doveva probabilmente alla vicinanza di Zlatan. In realtà era sempre stato capace di parole straordinariamente giuste al momento giusto, solo che non tutti sapevano di questa sua dote. Solo Roby e Thiago.
Kevin colpito di nuovo da quel suo discorso all’altezza, mormorò piano appoggiando stanco la testa di lato, sul suo fianco poiché in piedi accanto a lui.
- Non posso stare senza parlargli per tutto questo tempo… - Disse spontaneo e amareggiato capendo perfettamente cosa questo significasse. Alex infatti sorrise consapevole. - E poi devo far pace, ieri sera era proprio arrabbiato e ci siamo lasciati male. Non voglio passare queste vacanze così. - Non l’avrebbe di certo fatto. - Però grazie del consiglio. - Se l’avessero visto anche altri in quel momento non l’avrebbero riconosciuto. Era davvero diverso da sempre.
- Vado da Roby… - Disse Alex allora consapevole che si sarebbe occupato di lui in quel periodo come se fosse suo fratello.
- Digli che ha un problema col sesso e che l’astinenza è l’unica cura! - Non ci credeva minimamente ma sapeva che questo avrebbe fatto ridere Roby.
Anche Alex rise, infatti, sapendo che questo l’avrebbe di certo distratto.
- Ce la farà. È forte. - Fece alla fine prima di andare. Allo stesso modo, Kevin aggiunse.
- E’ fortunato ad avere te come amico. - Il suo modo di ringraziarlo. Non era molto normale ma lo si sapeva. Quello era lui!
Il sorrise dell’altro intese che aveva capito.
Sicuramente le persone non si conoscevano comunque mai abbastanza.
Kevin se ne rese ulteriormente conto quando gli arrivò quel messaggio da parte di Mark.