CAPITOLO IV
CAMBIARE PER TE

Mark voleva dargli tutto il tempo necessario, doveva essere sicuro e non voleva forzarlo, ma era innegabile che lo volesse anche lui. E che stavano bene insieme.
Non aveva cercato niente di tutto quello, era successo.
Un po' lui era portato ad instaurare dei bei rapporti con gli altri, un po' li cercava. Gli piaceva.
Tuttavia non aveva nessuno con cui parlarne ed ormai con Arjen sembrava finita. Non voleva illuderlo, non sapeva se sarebbe tornato e soprattutto non voleva rischiare di ferirlo nel caso in cui sarebbe finito veramente con Kevin. Sicuramente era una cosa di passaggio ma anche in quel caso detestava tradirlo.
Appena aveva capito che con Kevin poteva succedere, aveva mollato il rapporto. Lo feriva la cosa, lo faceva stare male ma era troppo corretto per fingere e semplicemente tradirlo in silenzio.
Lui era così.
Con sua moglie era diverso. L'aveva sposata in buona fede, in un periodo in cui aveva creduto davvero di poter avere una vita normale – al di là del calcio – e di poter fare una vera famiglia, l'amava dopotutto. Però poi aveva capito che c'erano cose più forti che l'attraevano. E l'amore per Arjen aveva vinto.
Ormai era sposato ed aveva figli con lei. La famiglia c'era e l'adorava. Non li avrebbe fatti soffrire per niente al mondo... però doveva ammettere che parte del problema era che lei era la figlia dell'allenatore della nazionale. Non aveva il coraggio di lasciarla.


L'occasione per riparlarne venne poco dopo, ad una festa promozionale a cui erano stati invitati a partecipare.
Rimasero insieme tutto il tempo, nei loro abiti eleganti e costosi. Insieme. A parlare. Farsi fotografare. Come se fossero una vera coppia. Come se gli altri non esistessero.
Kevin lo trovò affascinante in quelle vesti e si rese conto che per amore si cambiava davvero in un modo inaudito ed impensabile. Mark reputava Kevin un bellissimo ragazzo già di suo. Quella sera era insuperabile.
Quel completo sarebbe stato da strappargli di dosso e quel profumo della D&G gli stava divinamente. Gli accendeva certi sensi facendolo impazzire.
- Sai, sto pensando tanto a noi in questi giorni... - Infatti stavano un po' meno insieme. Mark si stupì che volesse parlarne in un'occasione simile fra a tante persone.
- E a cosa sei giunto? - Kevin arrossì impercettibilmente. Non era facile parlarne.
- Non capivo come potevo aver cambiato genere improvvisamente... - Mark capì subito a cosa si riferisse e decise di ascoltarlo senza indirizzarlo da nessuna parte.
- Poi l'hai capito? - Kevin si trovò meglio a potergliene parlare.
- Non sono gay. Non ho cambiato genere. Sei tu l'eccezione. Mi piaci al punto che per te sovverto le mie 'regole' per così chiamarle. E sono disposto a provare cose che normalmente non proverei mai... non farei mai... - Mark sentì un calore inaudito partirgli da dentro e per poco non lo baciò davanti a tutti. Come poteva parlare con tanta naturalezza di una cosa simile con tutta quella gente lì intorno? E poi ammettere con candore certe cose?
Per lui era un traguardo di anni il cambiare tanto per una persona... per Kevin era così facile?
- Quindi tu faresti tutto? - Mark abbassò il tono e glielo chiese allusivo. A Kevin piacque, piacque dannatamente ed avvicinandosi rispose guardandolo negli occhi con un'aria estremamente attenta e forte.
- Con te anche subito. Non riesco a pensare ad altro. Non so se posso riuscirci ma voglio provare. Io penso che ne valga la pena. E voglio solo con te. - Era anche troppo chiaro. Mark si guardò intorno respirando a fondo, doveva calmarsi o diventava davvero complicato.
Voleva prenderselo subito. Non era normale. Cos'aveva di speciale quel ragazzo?
Certo, giocando a calcio da tanto aveva imparato che fare squadra implicava dei rapporti spesso molto speciali e talmente forti e totalizzanti che coinvolgevano ogni aspetto, anche quello più intimo. Nel suo caso veniva spontaneo ad un certo punto portare tutto su un piano fisico ed intimo.
Però con Kevin era pazzesco. Era davvero tutto troppo veloce.
Inghiottì, guardò l'ora e su due piedi prese una decisione che mai normalmente avrebbe preso.
- Andiamo via. - Kevin credendo d'aver capito male gli chiese di ripetere ma Mark stava già camminando spedito verso l'uscita sul retro per recuperare la sua auto.
Kevin lo seguì senza crederci e quando gli disse dove si sarebbero trovati, Kevin guidò tutto il tempo col cuore in gola.
Si sentiva un ragazzino che stava per fare l'amore per la prima volta ed era assurdo, non era così.
Si morse il labbro e si sentì idiota. Era eccitato, lo voleva fare. Era sicuro, ormai. Forse gli sarebbe sembrato strano ma era certo che non poteva tirarsi indietro.
Arrivò nel posto indicato e si chiese come potessero fare per passare inosservati. Erano Kevin Prince Boateng e Mark Van Bommel ed erano anche vestiti bene, si capiva che erano persone conosciute.
Kevin gli fece la domanda con lo sguardo terrorizzato e Mark prese in mano la situazione e spedito lo precedette dentro con una camminata sicura e dei modi distinti. Kevin inghiottì a vuoto. Era estremamente sexy in un certo senso...
Lo vide parlare con il ragazzo alla hall e lo vide porgergli qualcosa sotto la mano. Qualcosa di numeroso. Numeroso non in quantità ma numeroso in qualità.
Kevin strabuzzò gli occhi.
Lo stava pagando un sacco per farli entrare, dargli una camera e non registrarli... nemmeno far sapere a nessuno della loro presenza ovviamente.
Si chiese se li avessero riconosciuti ma non presero le generalità, così quando furono condotti nella camera Kevin rilasciò il fiato trattenuto.
Ora si sentiva una scolaretta approdata nel mondo della perversione.
Mark si voltò e lo notò. Era sconvolto.
- Non l'hai mai fatto? - Chiese come se invece fosse normale.
Si tolse la giacca del completo di una qualche super marca.
Kevin scosse il capo energico.
- Pagare qualcuno per farmi dare una camera da condividere con una persona clandestinamente? No! - Mark rise.
- Detta così sembra brutto! - Kevin si chiese se lo fosse ma non lo capì e quando lo vide slacciarsi i polsini della camicia tornò al suo vero carattere deciso e dalle idee chiare.
- Ma fra pochi giorni c'è la partita, ci fermiamo a Milanello... perchè non aspettare? Che fretta c'è? Correre un rischio simile... in questo modo stupido... - Mark rise ancora di quei suoi modi puliti e si avvicinò prendendolo per i fianchi seducente.
- Imparerai che questi modi sono molto più sicuri di un albergo in trasferta... o del centro sportivo del club... qua nessuno sa che ci siamo e sono pagati per non saperlo. In quei posti tutti sanno che siamo là, che siamo in camera insieme, che ci andiamo anche fuori orario, magari... non siamo mai veramente sicuri e poi... - Esitò mentre Kevin si leccava le labbra secche rendendosi conto che lo stava per fare. Era il momento. Era il dannato momento. - E poi ci sono volte in cui non puoi aspettare... - Mark, l'irruento Mark, venne a galla in quel preciso istante e Kevin lo riconobbe. Era quello che collezionava tanti cartellini gialli in campo perchè aveva un gioco molto aggressivo.
Era lui.
Sorrise compiaciuto.
- E' merito mio? - Mark gli aprì la giacca facendogliela scivolare lungo la braccia abbandonate ai fianchi.
- E' colpa tua, sì... potevi evitare di dire quelle cose... - Kevin capì d'avere un gran potere su di lui e si sentì bene. Eccitato. Forte. Potente. Una nuova spinta inattesa lo portò a provocarlo e rimase fermo a farsi fare con quel sorrisino malizioso.
- Ma dai, non ti facevo tipo... quindi ti piace tanto sentirti corteggiare? -
Cominciò a slacciargli la camicia dopo averla tirata fuori dai pantaloni eleganti che gli scivolavano sulla pelle senza una sola piega.
- Mi piace chi cambia tutto per me! -
- E non potevi aspettare un modo più spontaneo e meno squallido? - Kevin stava ritrovando il controllo di sé, cosa che non avrebbe mai detto vista l'agitazione di prima. Era merito di Mark, l'aveva messo in qualche modo a suo agio.
Parlavano molto vicini con le labbra ma non si baciavano ancora. Percepivano i respiri.
- Quando cominceremo non lo reputerai squallido... - Promise sensuale Mark. Kevin sorrise malizioso.
- Io pensavo avessimo già cominciato... -
Mark decise di accontentarlo e lo baciò.
Divorò le sue labbra sentendo ogni parte di sé pulsare impazzita ed eccitata. Se avesse atteso ancora sarebbe esploso.
Lo divorò facendosi strana nella sua bocca con la lingua, lo trovò e lo mangiò ancora. Kevin ebbe conferma di quello che aveva pensato quella sera.
Baciarlo era fantastico. Dunque a rigor di logia anche il resto doveva essere fantastico.
E non c'era più sua moglie in testa.
L'occasione faceva l'uomo ladro, si diceva.
Kevin non ci pensò, si trovò davanti alla cosa che desiderava più in assoluto e semplicemente se la prese. Al resto ci avrebbe pensato in un altro momento.
Le lingue divennero un tutt'uno come le bocche e si mescolarono i sapori diventando irriverenti molto presto.
Ormai bruciavano.
Le mani di Mark si insinuarono sulla pelle di Kevin, sotto la camicia aperta. Risalì il petto e arrivò alle spalle dove fece scendere l'indumento che frusciò via a terra. Tornò sul torace, gli toccò i capezzoli e capì quanto splendido fosse quel ragazzo. Sotto ogni punto di vista. Non vedeva l'ora di esplorarlo tutto.
Uscì dalla bocca e con frenesia l'assaggiò sull'orecchiò, glielo leccò e lo succhiò e con la dita scese ad aprirgli i pantaloni.
Kevin dopo un primo momento di stordimento ed elettricità si trovò a reagire assecondandolo. Non era uno che rifletteva, andava e faceva subito. Non rimaneva passivo davanti a niente.
Gli aprì la camicia a sua volta mentre il respiro diventava sempre più corto.
Gli carezzò la schiena attirandolo a sé. Era una bella schiena muscolosa ma non la trovava bella o eccitante di per sé. Trovava lui eccitante. Quello che stavano facendo.
Mark infilò le mani sotto ai boxer e gli prese l'erezione. Kevin si fermò e trattenne il fiato.
La sua mano. La SUA mano era lì nelle sue parti intime e lo stava masturbando. Ed era fantastico. Il caldo, l'eccitazione, la voglia di averne ancora.
Il piacere fu doppio perchè era lui. Era lui a farglielo. LUI.
Mark lo sentì salire subito e capì che sarebbe stato breve se non si fosse controllato, così smise sorridendo. Scese sul collo e glielo succhiò mentre Kevin ansimava ancora tornando a muoversi sul suo corpo.
Doveva provare anche lui.
Si era tanto chiesto se fosse stato capace di toccarlo e leccarglielo. Ora doveva provare.
Non poteva rinunciare e lasciargli fare tutto da solo. Doveva. Doveva provare una volta per tutte.
Fu così che impetuoso gli aprì i pantaloni e si inginocchiò davanti a lui tirandogli fuori l'erezione.
Mark lo guardò stupito sgranando gli occhi e rimase fermo per un istante, non l'avrebbe mai detto capace così su due piedi.
Era uno a cui piacevano le sfide e non si tirava mai indietro davanti a niente.
Si eccitò, naturalmente, perchè gli piacevano troppo quelli così.
Lo prese fra le dita con timidezza ma poi si rese conto che era caldo e che sembrava quasi il proprio.
Kevin non capiva che problema ci fosse. Non era sconvolgente come aveva pensato.
L'osservò da vicino mentre glielo massaggiava e si chiese se non avesse fatto tanto casino per niente.
“Ora glielo prendo!” Pensò una decina di volte così mentre continuava a masturbarlo e basta. Lo sentiva diventare duro e la frenesia aumentava. Era di nuovo in ansia. Era la prova più scottante.
Era un ragazzo e stava per fare un pompino.
Ce la poteva fare.
Come poteva essere?
Quando lo vide crescere al suo trattamento si mandò al diavolo e aperta la bocca con foga lo leccò sulla punta.
Era caldo e liscio.
E non era schifoso ma solo... bè, un pene!
Insomma, che problema c'era?
Si mandò al diavolo e smise di pensare. L'avvolse tutto con le sue labbra carnose e gli bastò sentire i sospiri eccitati di Mark per incentivarsi.
Piaceva a lui e questo bastava.
Poteva farlo.
Non era tremendo.
Era... bè, normale!
Si mosse sempre più veloce e strinse poiché a lui piaceva così, usò la lingua per premerselo contro il palato e aumentò il ritmo anche grazie ai suoi ansimi. Lo sentì crescere dentro la bocca e quando le mani di Mark arrivarono sulla nuca ad accompagnarlo si eccitò anche lui. Gli piaceva.
Se lo tolse quando si sentì vicino e sorpreso dalla sua intraprendenza lo guardò ridacchiando mentre si toglieva le scarpe e si faceva scivolare via i pantaloni di dosso.
In poco furono nudi e Mark lo condusse sul letto.
- Ti piacciono le cose nuove? - Chiese malizioso e provocatorio.
- L'hai capito? -
- Spero che ti piaccia anche questa... - Mark prese di nuovo il controllo e aprendogli le gambe sparì fra di esse ricambiando il favore.
Kevin abbandonò la testa all'indietro e alzò le braccia mentre arrivò a toccare presto il cielo.
Era una sensazione strana. Gli avevano già fatto pompini ma quello era diverso perchè desiderava tanto Mark... o forse lo era perchè era un ragazzo ed anche se lo considerava una persona, alla fine era quello. Era un uomo.
E fu diverso in qualche modo.
Lo fu perchè gli piacque in una maniera sconvolgente ed alla fine non si trattenne dal raggiungere l'orgasmo.
Mark lo portò di proposito là consapevole che essendo la sua prima volta anale gli avrebbe fatto male. Lo fece godere intenzionalmente, contento del successo, poi sparì subito sotto mentre lui ancora ansimava e restava nell'estasi.
Gli leccò l'apertura e si aiutò con le dita bagnate della sua stessa saliva.
Cominciò la preparazione fra ulteriori gemiti di Kevin. Quello era piacevole.
Mark ghignò. Gli dispiaceva un po' ma era anche quello. Da qualche parte si doveva cominciare. Solo dopo un po' diventava piacevole, ma quella era la loro prima volta insieme e sarebbe stata in ogni caso speciale.
Dopo aver inserito agevolmente anche il secondo dito gli strappò un gemito col terzo. Trovò difficoltà, si contrasse tutto e di muscoli da contrarre ne aveva. Testardo continuò fino a che non lo sentì più dilatato e fu meglio.
Dopo di che si tirò su e lo guardò. Era in uno stato pietoso, aperto ed abbandonato al piacere ed al dolore insieme.
Si succhiò le labbra e parlò.
- Sei pronto? Ti farà male all'inizio... - Si sentiva in dovere di dirlo.
- Fallo! - Disse solo consapevole di morire se l'avesse tenuto sospeso ancora.
Allora Mark, eccitato, tolse le dita e si sostituì subito con la propria erezione ancora testa.
Sospirò di piacere immediatamente. Era stretto ed era il godimento puro.
Si sentì stringere e si eccitò come non mani, gli divenne ancora più grande e più duro e fu qualcosa di indescrivibile per lui.
Si sconnesse subito dimenticandosi di tutto, non fu capace di considerare che era la prima volta di Kevin e che doveva controllarsi. Era troppo meraviglioso, i brividi l'attraversavano su tutto il corpo, partiti dalla testa ed espansi in ogni dove. Si mosse e si mosse. Avanti ed indietro. Dentro e fuori. E spingeva le gambe in avanti cercando un ulteriore accesso. E gemeva. E spingeva. E dava dei colpi sempre più possenti e vigorosi.
E si perdeva in lui consapevole che non sarebbe più potuto tornare. Non come prima.
Kevin era sconvolto. Non aveva mai provato niente di più doloroso. Inizialmente fu la morte. Convinto che il sesso fra uomini non facesse per lui pregò che finisse presto, ma mano a mano che lo sentiva muoversi gli pareva di abituarsi meglio. Era sempre più sopportabile fino a che pensò fosse strano... stranissimo avere qualcosa dentro... non era una sensazione abituato a provare però era strano e... bello in un certo senso.
Aveva la parte più intima di Mark nella parte più intima di sé.
Era splendido il gesto e lo era lui così eccitato e preso, perso dentro di lui.
Proseguendo andò sempre meglio e lo senti andare sempre più in dentro, lo sentì perdersi. Lo sentì aumentare. Aumentò tutto, non fu percepibile niente di specifico. Fu un enorme caos ad un certo punto.
Fu irraggiungibile.
E lo trovò lì a godere con lui, per lui, grazie a lui.
Trovò Mark nel punto di massimo godimento. Lo trovò e se ne innamorò in quel momento. Un momento in cui gemeva forte e gli si dava senza riserve.
Era ciò che voleva di più.
Se lo sarebbe tenuto per sempre, non glielo avrebbe restituito.
Fu allora che il dolore divenne anche una punta di piacere quando ad un certo punto, con foga e forza, Mark toccò una parte specifica in profondità.
E fu splendido.
Fu un istante brevissimo e fugace ma ci fu.
Non capì niente.
Fu lì che venne passato da delle scariche elettriche e teso tremò con spasmi evidenti.
Si sentì inondare da dentro con un calore mai provato e capì che Mark aveva raggiunto l'orgasmo.
Tutto si fermò improvvisamente dopo un'accelerazione senza precedenti.
Si fermò e svanì.
La stanza, le sensazioni fisiche, Mark. Tutto svanì.
Fu nero e basta. Fu solo nero.
Quindi la prima cosa a tornare nel suo mondo fu Mark. Lo sentì mentre se lo tirava sopra. Era steso sul suo petto.
Il resto fu successivo.
C'era tutto.
La camera, il letto, gli ansimi, il cuore, il caldo, il sudore e lui.
Mark steso che se lo stringeva con dolcezza e l'accarezzava.
Kevin dopo un tempo infinito riuscì finalmente a parlare. Non era necessario ma gli parve d'obbligo.
- Mi auguro lo rifaremo... - Mark ghignò.
- Avevo paura di averti sconvolto! - Disse ironico. Kevin rise. Si divertiva comunque sempre con lui.
- Ti sconvolgerò io! - Mark non poteva che voler vedere quel momento.
Fu lì che capì con lucidità che ne sarebbe rimasto coinvolto molto più del previsto.
Molto, molto di più.