MANCANZA



/ When you're gone - Avril Lavigne /
Gli mancava. Gli mancava come l'aria e forse di più.
Tutti loro gli mancavano, la città stessa, il centro sportivo, gli amici, la maglia, i colori, tutto.
Ma gli mancava Roby.
Il suo Roby.
Era diventato un morale costante, una caratteristica immancabile, ci si era abituato ad essere così.
Abbattuto, come se vivesse sotto il cinquanta percento.
Sorrideva cortese ma non felice, rideva alle cose divertenti ma non brillava, dava consigli ma non piani geniali, ascoltava tutti ma non se ne interessava.
Aveva anche lasciato perdere la lotta personale alla società che gli aveva imposto una serie di atteggiamenti e dichiarazioni.
Salì sull'aereo con la sua nuova squadra, una squadra che non sentiva sua e mai l'avrebbe sentita, e si sedette in uno dei sedili occupati da nessuno.
Normalmente nelle squadre in cui giocava era quello che veniva cercato di più ma lì al PSG si era isolato molto. Ezequiel gli stava un po' intorno perchè avevano giocato entrambi in Italia. Teoricamente sarebbe dovuto essere culo e camicia con Zlatan ma anche con lui c'era uno strano qualcosa indefinito.
Era come se la tristezza, quando stavano insieme, fosse troppa.
Faticavano entrambi, non lo si poteva negare, e quando erano insieme invece di sostenersi si infossavano a vicenda ancora di più.
Per questo a volte stavano ognuno per conto proprio.
Thiago aprì il portatile con un'aria da funerale, spesso l'aveva. Non era nemmeno vagamente riconoscibile, a volte.
Ci teneva a far capire che non era felice di stare lì ma spesso si stancava di tutto, anche di giocare. Non c'era più l'entusiasmo di dimostrare chi era, ovvero il miglior difensore al mondo. Non aveva quella voglia matta di essere un muro umano.
Era cambiato tutto ed ormai riusciva a stare meglio solo quando sentiva lui.
Per questo lo contattava ogni giorno.
Ogni giorno.
Più di una volta.
Guardò l'ora e provò ad immaginare cosa stesse facendo in quel momento, vide se era connesso prima di scrivergli un sms e con le cuffie e la musica brasiliana alle orecchie, contatò con un lampo di gioia che era già connesso.
Aprì la chat con la web cam e gli scrisse subito che era in aereo con gli altri e che non potevano usare il sonoro, quindi di scrivere.
'Oh ma cazzo, io voglio almeno sentire la tua voce!' Sbottò Roby in maiuscolo. Thiago sorrise subito tornando piano piano in sé.
Solo lui ci riusciva, ormai.
Andando avanti era sempre più così.
'Anche io ma non saremmo soli...' Rispose logicamente. Roby fece lo smile scontento e Thiago accentuò il sorriso scrivendo che la webcam era attiva e che lo vedeva senza bisogno di scrivere la faccia. Era molto chiara dal video...
'Stupido, gli smile sono più belli della mia faccia!' A volte si esaltava dicendo che era mister universo, altre faceva l'opposto. A seconda dell'occasione. Era sempre per far ridere Thiago, ci riuscì benissimo infatti si illuminò ancora. Rimaneva con un'aria di fondo abbattuta ma era raro che andasse completamente via, solo se Roby era là con lui.
'La tua faccia non la batte nessuno!' Non era solito fargli complimenti ma alla fine era meglio così.
Roby si schiaffeggiò ed avvicinò il viso all'obiettivo distorcendo l'immagine. Thiago rise sia a quello che alla sua smorfia.
'Grazie amore!' Scrisse poi.
All'amore, Thiago si trasformò da divertito a intenerito e calò subito il tono della conversazione. Roby si calmò immediatamente e quando lesse la sua risposta, gli divennero gli occhi lucidi.
'Cosa stavi facendo?'
'Aspettavo te, sapevo che eri in aereo a quest'ora...' Thiago continuò a scrivergli con uno sguardo sempre più pieno di nostalgia, amore e dolcezza e via via che proseguiva era sempre più così anche per Roby dall'altra parte del monitor.
'Che fai, ti va di venire? Ti imbuco in camera, nessuno se ne accorgerà...' Thiago tendeva a mantenere i toni molto calmi, cercava sempre di evitare discorsi che istigassero ulteriormente alla malinconia e alla mancanza, ma a volte non ce la faceva proprio. Era lui quello che aveva bisogno di essere consolato e coccolato. A volte era proprio così.
Roby lo capì subito e mordendosi le labbra disse di slancio 'arrivo!'
In realtà poteva. La squadra era in ritiro forzato e comunque lui era infortunato.
Poteva prendere un dannato aereo e raggiungerlo ovunque fosse.
'Sto poco, amore... il tempo che fai una borsa, arrivi in aeroporto, ne prendi uno e arrivi fin qua si fa già tardi, senza contare che devo stare con la squadra per i vari impegni soliti che sai...' Cercava di tornare coi piedi per terra ma Roby era rimasto al 'amore', come lui prima, e non voleva proprio saperne di stare al suo posto.
'Chi se ne frega quanto ci metto, arrivo in tempo per stanotte, mi basta questo, poi domani hai gli allenamenti...' Thiago sospirò e sempre più addolcito rispose con un sorriso davvero tenero che gli potevano vedere solo i figli e Roby.
'Allora ti aspetto...' Gli scrisse l'hotel e che avrebbe avvertito di farlo passare subito. L'unico momento in cui i suoi occhi avevano ripreso a brillare di nuovo e per davvero. L'idea di vederlo.
Per un momento si sentì a casa, per un momento capì che avrebbe dormito bene. Per un momento sarebbe stato bellissimo, di nuovo.
Come poteva andare avanti così?
E se poi Roby fosse tornato davvero in Brasile? Sarebbero stati ancora più lontani. La voglia di toccarlo, di farsi abbracciare da lui era sempre più forte. Aveva paura. Spesso aveva una grande paura perchè sapeva che il suo sentimento non sarebbe mai mutato anzi, si sarebbe rafforzato col tempo ma mai sparito.
Per questo aveva paura. A volte pensava non avrebbe sopportato la lontananza ma si rendeva conto che non c'era scelta, allora si chiedeva come sarebbe andato avanti.
Con un amore così assoluto e costante ma distante.
C'era qualcosa che gli istigava la ribellione quando ci pensava.
Non avrebbe mai smesso di amare Roby, ne era certo. Ma vivere lontani... si poteva?
Forse sarebbe sprofondato sempre più fino a non rialzarsi più, allora gli avrebbero permesso di tornare da lui, ovunque fosse?
'Mi manchi, Roby... vorrei sempre averti vicino, sentirti addosso...' A Roby tornarono gli occhi lucidi e sospirò amareggiato, diventava matto quando vedeva Thiago in quelle condizioni. Di solito era forte e si teneva su ma a volte non ce la faceva e la voglia di sbaragliare il mondo intero per farlo tornare il suo adorato Thiago forte e sicuro lo bruciava.
Ma cosa diavolo poteva farci, lui?
Niente sarebbe stato come prima, niente. Anche se un giorno fosse tornato. A momenti lui sarebbe andato al Santos e poi comunque la squadra era praticamente smantellata... quella magia, la magia di quei due-tre anni passati lì insieme ad Alex ed altri... era finita... Kevin non riusciva più a risalire, era affondato con la partenza di Mark ed aveva continuato con tutte le altre partenze. Alex era forse messo peggio di tutti fra i problemi fisici continui e la mancanza oltre che del suo compagno anche dei suoi amici-fratelli...
Ormai si era rovinato tutto, come si poteva tornare a sorridere ed essere felici?
'Vorrei stritolarti fino a toglierti quella faccetta triste e mangiarti di baci, spolparti quella bocca da stupro e farti ridere fino al mal di pancia... però con un cazzo di pc e per di più in silenzio, come cazzo faccio?'
La frustrazione era chiara e palpabile ma non fu quella a distrarre Thiago, fu quel che disse. Era spontaneo e istintivo, l'adorava per quello, non le pensava le cose da dire, le diceva e basta.
'Ti tengo la camera, stanotte mi farai vedere come mi mangi di baci e mi spolpi la bocca...' Thiago ritrovò un po' sé stesso, almeno un po', grazie alla sua forza chiamata Roby, quindi disse una frase delle sue e al suo sorriso il mondo divenne un po' più leggero.
'Ti spolpo anche il resto!' Rispose infatti. Thiago si morse il labbro divertito e malizioso scrisse.
'Per me hai perso il ritmo, ti stanchi prima!' Le sfide erano sempre le cose migliori. Roby fece la faccia scandalizzata da 'sei matto?'
'Vedrai chi si stanca prima!'
'Vedremo!' e con quello sorrisero entrambi sentendosi meglio, riuscendo ad andare avanti ancora fino al prossimo incontro che per fortuna sarebbe avvenuto prima del previsto.
Quando il decollo cominciò, venne annunciato di chiudere gli apparecchi elettronici e Thiago si trovò obbligato a salutarlo, non si vergognò nel farlo con dolcezza...
'Devo chiudere, stiamo atterrando. Ti amo, tesoro. Ci vediamo fra qualche ora...'
Roby si sciolse e come uno zuccherino rispose
'Ti amo anche io, porto le manette! ' Accanto ci fece il cuoricino e con la risatina di entrambi sul monitor, chiusero tutto.
Vivere per aspettare le ore che li separavano, aspettare di rivedersi o risentirsi, vivere per rubare il tempo, vivere in attesa della prossima ora di aria.
Era quello, ormai, la loro vita.
Forse era solo questione d'abitudine, forse un giorno ci sarebbero riusciti senza starci tanto male ad ogni chiusura.
Vivere per sperare in questo.

FINE