4. TUTTO QUELLO CHE POSSO



- Hai detto che ad ogni problema c’è una soluzione, basta trovarla. - Ripeté Alessio una frase del loro ultimo incontro, a Cortina.
Sinisa lo ricordò con dolcezza ed annuì portandosi la mano alla bocca, baciandola, torturando più sé stesso che lui.
- Lo so e lo penso, ma ci sono certi problemi che è meglio non risolvere. A volte gli ostacoli esistono per farci capire che ci sono altre strade e che se continuiamo su quella, un giorno sarà solo peggio. Ora non lo capiamo, ma un giorno... - Alessio batté la mano libera sul cruscotto infuriato:
- CHE ARRIVI QUEL DANNATO GIORNO! LO GUARDERÒ IN FACCIA E DIRÒ CHE NON DOVEVAMO CONTINUARE! MA SAREMO INSIEME A DECIDERLO E CE LO DIRÀ L’EVIDENZA! - Sinisa si irrigidì guardandolo reagire con ancora più rabbia, sentì una fitta alla mano e vide che aveva affondato le unghie stringendolo, così si girò verso di lui e gli carezzò il volto prendendo un bel respiro, Alessio lo imitò istintivamente e questo funse da calmante.
L’ipnosi del suo sguardo ravvicinato e magnetico. Aveva un modo di modellarlo e farlo stare meglio.
- Facciamo così. - Disse poi piano e calmo con una dolcezza sorprendente che in realtà non aveva mai tirato fuori. Alessio si spense proprio per quello e lo ascoltò mettendo da parte la rabbia, mentre la pioggia calava d’intensità ed i tuoni si allontanavano. - rimaniamo così per il tempo che rimane. Se a fine stagione tu davvero sarai convinto di voler stare comunque con me, torneremo insieme e faremo a modo tuo. Finché ne avrai e non ti consumerai. - Perché Sinisa era davvero convinto che un giorno sarebbe successo, lui lo sapeva. Alessio voleva dargli una testata per quella sua cocciutaggine, ma lo lasciò parlare mentre vedeva lo spiraglio di luce più importante della sua vita a cui aggrapparsi. Quasi non respirava. - Però voglio che fai esperienze nel frattempo, che trovi qualcuno con cui distrarti e ci provi davvero. Tromba, confidati, usalo, apriti, fatti aiutare. Voglio che ci provi a fare altro con uno vicino a te. Se vuoi Leo che è ben disposto. Se vuoi un altro che non prova nulla. Se vuoi Alessandro, anche se non è vicino a te. Ma voglio che ci provi a voltare pagina, che vivi tutto questo come un lutto e che vai avanti. Se al venti maggio tu sei ancora innamorato di me e non ce la fai a stare senza e sei convinto di voler tornare con me, io sarò qua e ti aspetterò. - Alessio lo guardò sconvolto di quello che aveva proposto, incredulo.
- Una sospensione fino al venti maggio? - Chiese per vedere se aveva capito bene.
- Una pausa, una pausa vera. -
- Tu tornerai da Dejan? - Chiese per metterlo alla prova. Sinisa poteva mentirgli e allontanarlo in mille modi, ma non voleva ingannarlo e una parte di sé sperava di superare quella prova con lui.
- Se mi andrà lo farò. Vale per entrambi. Cerchiamo di andare avanti come se ci fossimo lasciati, dobbiamo fare di tutto per provarci. Perché io so che tu non vuoi ed allora non ti muovi da lì, però se ci provi la tua vita andrà avanti e vedrai che poi piano piano andrà meglio. - Alessio scosse la testa ma lo abbracciò di nuovo mettendogli il braccio intorno al collo, mentre la mano ancora stretta alla sua. Nascose il viso contro il suo collo e premette.
- Non mi andrà mai bene di vivere senza di te! Niente sarà sufficiente! Ci sarai sempre tu dentro di me. Ed al venti io sarò qua! - Esclamò deciso contro il suo collo. Sinisa rabbrividì, si eccitò e chiuse gli occhi mentre lo sperava ardentemente.
- È una rottura, l’hai capito? È solo che ci rivediamo il venti e vediamo come siamo andati. Ma è una rottura. Devi fare tutto quello che faresti per andare avanti senza di me. Aprirti a qualcun altro. Perché è così che si fa. -
Anche se Sinisa non aveva la minima voglia di tornare da Dejan anche se forse sarebbe servito a dimenticare per un momento quel dolore, quel vuoto, quel freddo lasciato da Alessio.
Questi annuì sempre più aggrappato a quella possibilità. Avrebbe fatto come voleva, ma sarebbe tornato e avrebbero ripreso da capo, come sempre.
- Non ti libererai mai di me! Ti sei impegnato molto per tirare fuori il mio carattere ed ora insulta solo te stesso per esserci riuscito! - Rispose deciso, Sinisa rise e sentendolo Alessio riemerse e lo baciò.
Le loro labbra si intrecciarono e Sinisa rimase sorpreso non aspettandosi un gesto simile. Però le aprì subito respirando ed insieme gli andò incontro con la lingua. Si intrecciarono, lottarono, si carezzarono e si ripresero quell’attimo di serenità e meraviglia. Un attimo che si incisero a fuoco entrambi per non dimenticarlo mai.
- Un mese e mezzo di rottura vera. Senza sentirci mai, senza vederci. Ok? - Ripeté Sinisa sulla sua bocca, mentre le mani di Alessio gli tenevano il viso per non farlo scappare. - Hai capito? - Chiese di nuovo. Alessio annuì anche se riluttante.
- Niente mi farà dimenticare di te, niente mi farà stare meglio senza di te. Ci proverò per dimostrarti che ti sbagli. Che non avrò nemmeno vagamente iniziato a sentirmi meglio con un altro al tuo posto. - appoggiò la fronte sulla sua e lo guardò corrucciato e sicuro. - Hai capito tu, ora? Tornerò! Aspettami qua il cazzo di venti maggio! -
Sinisa sorrise ed annuì baciandolo di nuovo, convinto che fosse l’ultimo, l’addio, il saluto e che non sarebbe tornato perché una volta che avrebbe provato la bellezza di una storia normale, facile e serena, Alessio avrebbe capito che aveva ragione e che forse col senno di poi era meglio rimanere così. Farlo ora invece che un giorno.
- Ti amo. - Ripeté sulle sue labbra, mentre le lingue tornavano di nuovo ad unirsi con la voglia di salire in casa e fare quel che sapevano fare meglio.
- Ti amo anche io. E lo faccio per te. - Sinisa volle dirglielo un’ultima volta, sicuro di quell’addio, sicuro di quell’ultima volta. Sicuro di avere il suo bene nelle mani.

Quando se ne andò avevano faticosamente rinunciato all’ultima notte insieme, consapevoli che poi non sarebbero più ripartiti.
Sinisa lo guardò dallo specchietto mentre si teneva l’asciugamano stretto sul viso e lo guardava, la pioggia aveva smesso di scendere ed il buio ben presto se lo inghiottì. Svoltò e accelerò lasciando che il rumore del motore aumentasse i giri e la velocità.
Lasciando che quello fosse un vero addio, consapevole che Alessio il venti maggio non sarebbe tornato.
- Starai meglio così. - Si disse mentre la visuale della strada si faceva sempre più offuscata per via delle lacrime che riempivano i suoi occhi.
Amare.
Amare fino al punto da soffrire nel fare il bene dell’altro.
Quando aveva imparato ad amare così?
Non aveva mai amato così al di là dei suoi figli, ma quello è un amore diverso, naturale e spontaneo.
Quell’amore lì Sinisa non l’aveva mai assaggiato, nemmeno con Dejan. Con lui era stato un capirsi ed aiutarsi a vicenda, un condividere le stesse cose, emozioni, sentimenti, tragedie, carattere, modi.
Non sapeva cosa gli aveva fatto quel ragazzo, ma sapeva che non l’avrebbe mai dimenticato e mai superato.
E che il venti maggio l’avrebbe aspettato come un bambino che aspetta Babbo Natale per l’ultima volta con la paura di scoprire che non esisteva.

Alessio lo guardò sparire, sentì il rumore del motore aumentare e in poco il silenzio nel quartiere tornò a regnare. Il rumore delle gocce che cadevano da alberi e case era la sola cosa che si sentiva. Per un momento sembrò che Roma fosse completamente morta. Si impresse quel momento e sospirando si girò e salì nel palazzo dove Sinisa aveva preso il mini appartamento.
Non avrebbe mollato.
Avrebbe fatto quello che voleva per fargli capire quanto sbagliava con le sue stupide idee. L’avrebbe fatto per davvero. E gli avrebbe dimostrato che aveva torto.
Con quella nuova fede nel cuore, andò ad asciugarsi e darsi una sistemata, fra qualche ora sarebbe andato dai suoi, non era il caso di far capire quanto sconvolto fosse. Ma leggero. Leggero per quella nuova battaglia da affrontare e vincere. Perché ce l’avrebbe fatta, ne era certo.
Prima di entrare in doccia, scrisse a Leo.
‘Tutto bene, sono vivo e non ho ucciso nessuno. Ti racconterò quando torno a Milano.’ Leo rispose subito sorprendendo Alessio che a quell’ora tarda aveva pensato dormisse.
‘Ma siete tornati insieme?’
‘Con Sinisa non è mai semplice. Abbiamo un mese e mezzo di pausa, se al termine non saremo riusciti a stare meglio separati, allora torneremo insieme.’
‘Che patto sarebbe?’ Alessio rise, nudo davanti all’acqua calda aperta mentre aspettava di entrare a lavarsi per scaldarsi.
‘Un patto di merda. Ma vuole che provo a dimenticarlo perché è sicuro che io stia meglio senza di lui e che se ci provo ad andare avanti, poi capirò che ha ragione e che starò meglio. Ovviamente è un idiota ed io glielo dimostrerò facendo esattamente quello che vuole.’
Leo questa volta ci mise un po’ a rispondere.
‘Cosa devi fare tu?’
‘Andrò a letto con qualcun altro e gli farò vedere io chi sta meglio senza di lui!’
Alessio si era riacceso mentre scriveva seduto sul water al posto di entrare e sciacquarsi.
‘Certo che le cose semplici a voi non piacciono!’ Alessio rise mentre gli faceva uno smile e lo ringraziava della pazienza.
Entrato sotto la doccia si chiese che ci facesse comunque ancora sveglio, non immaginando che dopo aver rivisto Gigi, Leo era di nuovo a pezzi e nel pieno di una di quelle crisi da cui da solo non ne sarebbe uscito.
Ma presto se ne sarebbe reso conto.



- Ma quindi non vi siete proprio lasciati ma non state nemmeno proprio insieme! - Leo cercò di fare ordine dopo la lunga spiegazione concitata di Alessio che nel parlarne si era agitato di nuovo nonostante fosse passato un giorno intero.
- Noi ci dobbiamo convincere, se ci prendiamo di petto andiamo avanti secoli senza ottenere nulla. Ci ammazziamo e basta. - Leo lo guardò perplesso mentre correvano insieme un po’ separati dagli altri.
- A guardarti sembravi mite e accondiscendente, ma poi ho avuto vari assaggi di quel tuo lato che... sembri schizofrenico! - Alessio sorrise imbarazzato.
- Merito suo. Ha fatto di tutto per tirare fuori il mio vero carattere. Ora non mollo l’osso, me lo ha insegnato lui. - Leo annuì impressionato.
- Immagino sia bello essere così. - Alessio scrollò le spalle sbuffando.
- È solo sfinente! Comunque noi ci dobbiamo convincere perché se ci prendiamo di petto non arriviamo da nessuna parte. Ora ci stiamo dimostrando a vicenda coi fatti chi di noi due ha ragione. - Leo si coprì il viso con le mani continuano a non crederci che due potevano arrivare a quei livelli.
- Voi siete matti! Perciò lui sa che tu andrai a letto con qualcuno e proverai a distrarti e dimenticarlo e a lui starà bene così? - ancora non se ne capacitava di quel sistema.
- Oh no che non gli andrà bene! Soffrirà come uno stronzo, ma se lo merita! Poi però tornerò da lui! - Concluse vittorioso come se avesse tutto sotto controllo e quelle cose si potessero stabilire e decidere.
- E se invece ha davvero ragione lui e ti prendi da quest’altro e poi stai meglio e riesci a diciamo superare la separazione? - Silenzio. Leo lo guardò per vedere se aveva capito e dall’espressione cupa di chi meditava un omicidio capì che aveva capito. - Beh sai, è un’ipotesi che devi tenere in considerazione... - Alessio sospirò e scosse la testa categorico.
- Non succederà mai. Non ha ragione lui! Non funziona come dice! In un anno forse si può superare una rottura. Non in un mese e mezzo! Non so cosa crede che succederà, ma... - Alessio si era acceso di nuovo e gesticolava mentre correva e completava giri con Leo, il quale non sapeva come fermarlo e se c’era un interruttore.
- Forse pensa solo che senza vederlo e sentirlo e distraendoti con altri vicino a te, semplicemente il sentimento si mitighi e ti vengano dei dubbi. - Alessio scosse il capo.
- Non succederà mai. La separazione non mi allontanerà da lui. Mai. Io lo so! - Leo non avrebbe ribattuto in casi normali, avrebbe fatto il politicamente corretto e avrebbe sostenuto il suo amico, specie perché aveva ottenuto la carica di amico con difficoltà, ma lì non era un caso normale.
Lì Leo non ce la faceva più ad essere positivo e ottimista e fingere che tutto andasse bene e che le cose funzionassero sempre. Non ce la faceva più.
- Invece non voglio deluderti ma a volte la separazione allontana, rovina tutto e macchia indelebilmente. A volte è proprio quello che serve. A volte se te ne vai non torni più indietro, in un modo o nell’altro non sarà mai come prima. A volte succede anche questo. A volte le storie finiscono, punto e basta. Ma questo non significa che non faccia male. E su una cosa hai ragione. Un mese e mezzo non servirà a far superare proprio nulla. - Alessio rallentò guardandolo perplesso, aveva parlato in modo duro e distaccato, disilluso, stanco, acido. Leo si girò a guardarlo non vedendolo vicino e si rese conto di aver parlato come di norma non faceva.
- Che ti è successo? - Finalmente si accorse che aveva qualcosa e pareva anche interessato a sapere di cosa si trattava.
- Gigi. - Brontolò incupendosi, indurendo il viso e fissando per terra mentre riprendeva a correre.
Alessio aumentò l’andatura e lo raggiunse.
- Ok. - Disse improvviso intendendo che aveva capito e voleva sapere il resto. Leo lo guardò spalancando gli occhi incredulo che si interessasse davvero a lui, non era mai successo in realtà.
- Beh, ecco... ci siamo rivisti sabato sera e... - Stava per continuare, ma proprio in quel momento vennero richiamati per fare altri esercizi e così dovettero interrompersi.

Convinto che non si sarebbe più interessato a lui, Leo proseguì i suoi allenamenti fino a ritrovarsi Alessio sotto la doccia dietro di lui che con un improvviso:
- E quindi? - L’aveva fatto saltare dal colpo che gli aveva dato, non avendolo percepito avvicinarsi.
- Cristo Santo, ma sei un ninja? - Chiese Leo sdrammatizzando per calmarsi.
- No un bulldog! Sono Rocco! - Rocco era il suo bulldog. Rispose ridendo Alessio insistendo nella doccia vicina alla sua.
Leo lo guardò, nudo e bagnato accanto a lui a lavarsi in attesa di sapere, come se aiutare gli altri a risolvere i propri casini fosse meglio che pensare ai propri.
E di solito in effetti era così, per questo si era interessato tanto a quelli di Alessio, oltre che per il fatto che aveva capito aveva bisogno davvero d’aiuto.
Sorpreso di vederlo ancora interessato, si guardò intorno per vedere quanti erano lì e vedendo che erano in pochi e che non erano lì con loro, si avvicinò meglio ad Alessio e seppure riluttante spiegò come era andata. Alessio ascoltò serio ed attento senza interromperlo se non per fargli qualche domanda e saperne di più.
Fino a quella splendida e mirata:
- Ma tu cosa provi? - Oh, com’era bravo nelle domande, Alessio. Leo si strinse le labbra e le strofinò mentre all’idea di rispondere gli occhi gli diventavano lucidi.
Sorrise, scosse la testa e chiuse l’acqua della doccia evadendo.
- Non sono in grado di rispondere a questo, scusa. - Così dicendo, piano e secco, tornò negli spogliatoi avvolgendosi nell’asciugamano. Alessio lo guardò sorpreso di quel suo distacco improvviso, di quella negazione e capì che aveva colpito nel segno e non solo.
“Non è messo meglio di me! Sembra tanto a posto ma in realtà è l’ennesima maschera. Quando imparerà che solo se le butta poi sta davvero meglio?”
Ma forse lo sapeva, è solo che la paura glielo impediva. Togliersi le maschere protettive non era facile, non lo era per niente.

- Dunque non sai cosa provi per lui. - Riprese come un mastino Alessio, sedendosi nella panchina vicino a lui. Leo, in piedi che trafficava con i boxer saltò di nuovo spaventato non avendolo sentito arrivare.
- Cazzo, ma la smetti di comparire dal nulla? -
Alessio rise.
- Ma sei tu che sei in un altro pianeta e non mi senti! Mi devo mettere un campanello al collo? - Leo si affrettò a mettersi i boxer, ma dovette rimetterli perchè li aveva infilati storti per la fretta, Alessio lo fissò interessato, iniziando a captare diverse cose.
- Ti mette a disagio parlare di cosa provi? - Chiese andando diretto al punto come una freccia d’acciaio. Leo inghiottì sedendosi, infilandosi i calzini e standoci il doppio perché anche questi messi storti. Alessio, fermo con l’asciugamano alla vita, seduto comodo, continuò a fissarlo insistente denudandolo più di quanto già non lo fosse.
- Si nota? - rispose ridendo nervoso. Alessio si alzò davanti a lui ed iniziò a prepararsi mentre gli altri se ne andavano alla spicciolata lasciandoli soli e tranquilli.
La preparazione cominciò con lui che si toglieva l’asciugamano dalla vita, rimanendo completamente nudo davanti ad un Leo che spalancò gli occhi ed arrossì. Si era sempre impegnato per guardargli il viso o non guardarlo proprio nei momenti in cui era nudo, e loro erano comunque sempre insieme con la squadra, sia nelle camere che negli spogliatoi. Però ritrovarselo faccia a faccia lo mandò in tilt.
- Dunque si può sapere cosa provi? So che non è bello, ma ti fa bene parlarne e dirlo ad alta voce, spiegarlo a qualcuno mette ordine nella tua testa, funziona così. -
Alessio insisteva per due motivi, aveva puntato lui come ‘sperimento anti Sinisa’ e comunque aiutare un altro lo distraeva dai propri problemi. In realtà Alessio doveva solo trovare un modo per superare un mese e mezzo senza poterlo sentire, scrivergli e vederlo.
Sarebbe stato molto dura, ma era certo che questo non avrebbe cambiato nulla fra loro.
Leo dal canto suo aveva desiderato sempre di più Alessio in quei mesi, questo nonostante la complicata situazione sentimentale.
Alessio era stata una boccata d’aria fresca nel proprio mondo complesso con Gigi.
Ora era confuso, stava male per il proprio ex e per giunta Alessio era strano. Non era mai stato tanto appiccicoso ed insistente. E sembrava proprio che se la prendesse comoda a vestirsi.
- Se non ti metti i boxer non rispondo. - Disse poi improvviso. Alessio lo guardò sorpreso con i boxer in mano non ancora infilati.
- Cosa? - Chiese pensando d’aver capito male. Leo alzò gli occhi al cielo esasperato, alzandosi per infilarsi bene i pantaloni, in quello si ritrovò faccia a faccia con Alessio sempre impalato davanti a lui, pochi centimetri a separarli.
- Sei strano, ho passato mesi sperando in qualcosa fra noi perché ero convinto che potessi essere il mio anti-Gigi ed ora che hai bisogno di un anti-Sinisa sei qua e ci provi con me. - Leo aveva deciso di scoprire tutte le carte, evitando così di non parlare di quel che provava. Alessio si illuminò di un sorrisino divertito e rispose senza spostarsi ancora, né tanto meno vestirsi.
- Per me è un gioco con Sinisa quello che sto facendo. Se non la vivo così probabilmente entro in depressione, piango tutto il giorno e mi distruggo. So che a te non sono mai dispiaciuto, perciò pensavo potessimo giocare insieme visto che anche tu ne hai bisogno. - Leo inghiottì a vuoto alla sua schiettezza sensuale, aveva un che di erotico di natura, non sapeva come faceva. Ma ora si stava seriamente eccitando. Fece un passo indietro finendo con le gambe contro la panchina, Alessio fece un passo avanti predatorio.
In quel momento sembrava più Sinisa che un docile e carino ragazzo.
- Che ne sai che ne ho bisogno? E se mi incasino di più? - Alessio rise sensuale avvicinandosi ancora.
- Non stai rispondendo a cosa provi e come ti senti. Questo significa che ne hai proprio bisogno. E poi entrambi siamo consapevoli che è solo un gioco per passare questo mese e mezzo. - Alessio ne era proprio convinto, mentre Leo ne era terrorizzato per qualche ragione. Al momento di farlo voleva solo scappare, si dava dell’idiota per l’occasione d’oro, ma la verità era che non sapeva cosa provava per Gigi e cosa voleva davvero da Alessio, ma principalmente non sapeva come sarebbe finita dopo un mese e mezzo con lui solo per ‘gioco’.
Era una scelta non da poco, anche se Alessio la voleva far sembrare così.
Leo, sforzandosi di non tremare, lo spinse leggero con una mano sul petto nudo, una scarica elettrica lo attraversò, poi prese fiato e rispose piano:
- Lasciami riflettere un po’, non è una cosa da decidere alla leggera. E poi di solito certe cose succedono, non si stabiliscono. - Alessio annuì alzando le mani in segno di resa, così tornò di lato e si infilò i boxer.
- Io lo devo mettere in chiaro perché sto solo facendo tutto quello che devo per riavere Sinisa. - Poi si interruppe con un’espressione buffa. - Per quanto suoni strano dire che voglio scopare con un altro per poter riavere il mio uomo. - Leo capì il paradosso e rise stemperando la tensione.
- Non ho mai incontrato due più assurdi di voi! Ma è probabile che con la vostra follia andrete avanti per tutta la vita insieme e felici. Fra un uccisione e l’altra! - Aggiunse divertito.
Alessio rise con lui sbrigandosi a vestirsi, per poi uscire ed andare verso il parcheggio di Milanello.