NOTE: l'idea a me è venuta guardando una foto di Mark che si provava un completo solette di quelli davvero belli... ed ho detto 'ma va ad un matrimonio?', poi Mary, e chi altri?, ha detto: 'si al suo!' e Derret dietro a dire 'certo, con Kevin!'. Ed io, scema, che ho pure scritto. La gran parte deriva dalle conversazioni deliranti con loro due, quindi non stupitevi se è idiota, però poi è anche dolce... insomma, sono Mark e Kevin che si sposano... a modo loro, ecco... in modo speciale!
Niente di pretenzioso, qualcosa di dolce, coccoloso e divertente per chi sente la mancanza delle nostre coppie preferite. Perchè loro non si lasceranno mai!
Dedicata alle mie dislessiche!
Buona lettura.
Baci Akane

SPOSAMI



/Always - Bon Jovi/

L'idea nacque dopo molte settimane di travaglio da parte di entrambi.

Era facile dire che Kevin era uno stronzo e piantarlo, era più difficile capire perchè andava con altri e trovare una soluzione.
- Kevin è un ragazzo molto fisico e passionale, è di quelli che hanno bisogno di continue conferme, continui contatti... è per questo che è un rompipalle! -
Mark non aveva la minima idea di come fosse finito a parlare con Zlatan per telefono. Tanto più che non era a Milano nemmeno lui, quindi non poteva dirgli di fare il vigilante e tenerlo a bada... bè, in realtà era presto detto.

Zlatan l'aveva chiamato imbufalito dicendogli poco gentilmente di tenersi a freno il moroso che aveva troppe voglie che intendeva scaricare su Alex.
- Alex? - aveva chiesto Mark stupito. - Non Roby? - Poi Zlatan aveva risposto sbuffando.
- Per lui uno vale l'altro! - Però quello che gli interessava era Alex, ovviamente.
Allora Mark aveva cominciato a confidarsi con lui.
Non erano due che parlavano molto insieme, non l'avevano mai fatto e per comunicare usavano l'inglese perchè Mark nell'italiano era negato e Zlatan lo era nel tedesco.
- E tu pensa che ero convinto che sarebbe finito per usare Thiago come anti stress! -
- Sì bè... Thiago è qua con me, è diffiile lo usi... - Tagliò Zlatan che non aveva certo avuto l'intenzione di proseguire a lungo la conversazione.
- Rimanendo solo con Roby ed Ale è normale si concentri su di loro. -
Lo svedese pensava d'avere le visioni uditive.
- Ma sei idiota? Hai messo in conto i suoi tradimenti? E ti va bene così? -
- E cosa dovrei fare? - Disse moscio Mark.
- Scusa ma pensavo steste ancora insieme... - Zlatan pensò naturalmente che i due si fossero lasciati, gli era sfuggito il momento. Poi ci pensò meglio.
No dannazione, Kevin avrebbe fatto un casino assurdo!”
- No che non ci siamo lasciati ma lui è in Italia ed io in Olanda caso mai ti fosse sfuggito! Non posso controllarlo! - Mark si stava seccando e Zlatan di rimando si stava accendendo, infatti il suo tono divenne brusco.
- Cosa cazzo c'entra, che siccome io e Ale ora siamo in Stati diversi lui mi tradirà ed io devo accettarlo passivamente? Sai che c'è gente che porta avanti relazioni a distanza da ben più tempo? - Era vero, lo sapeva, ma cosa poteva dire? Kevin era diverso...
- Sì ma lui è... - Non seppe proseguire e Zlatan sospirò calmandosi. Ci stava male anche lui solo che cercava di non dargli retta.
- Kevin è un ragazzo molto fisico e passionale, è di quelli che hanno bisogno di continue conferme, continui contatti... è per questo che è un rompipalle! - per l'appunto...
Mark sospirò.
- Vuoi dire che ha bisogno del compagno accanto altrimenti non riesce a portare avanti una relazione seriamente? -
- No... cioè sì... cioè.. dai, non sono cazzi miei! Saprai tu, no? Sei tu il suo uomo, non posso dirtelo io! - Mark fece un suono con la gola, tipo un ringhio insofferente.
- Grazie, lo so anche io ma non so cosa fare! Gli manco e per non diventare matto dietro alla sofferenza che questa lontananza gli porta, cerca quel calore fisico che vorrebbe da me. Lo cerca in chi ha vicino. Per questo gli ho detto che mi aspettavo che non mi fosse fedele... ma non posso esserne contento e poi... -
Gli si spense la voce e Zlatan completò per lui, la verità era che lo capiva. Aveva la fortuna d'avere un ragazzo fedele però lo capiva lo stesso.
- Manca anche a te ma tu hai la famiglia, hai i figli. Lui suo figlio lo vede poco, sta con una tanto per fare. Tu almeno hai l'affetto di tua moglie... - Mark si stupì. Da quando Zlatan era tanto empatico? Guardò il telefono frastornato come se potesse vedere il suo viso, poi tornò a parlare.
- Sì... cioè... abbiamo modi diversi di superare i momenti difficili ma come hai detto lui è fisico e passionale, vive le relazioni con tutto sé stesso. Come fa ora con me che sono così lontano? Deve resistere almeno due anni, poi magari smettendo col calcio mi posso avvicinare e... -
Zlatan, pratico, lo interruppe.
- E come pensi di fare per aiutarlo a resistere? -
Mark sospirò.
Non lo sapeva.
Il senso d'oppressione crebbe malamente e gli occhi gli bruciavano.
- E' davvero uno schifo! - Sbottò alla fine per non piangere. Era debolezza. Con Zlatan, poi, non se ne parlava.
- Vi siete scambiati qualcosa? - Chiese improvviso lo svedese pensando a lui e ad Alex e a come avevano superato il trasferimento.
- Qualcosa? - Mark pensava di aver capito male.
- Sì... tipo... - Zlatan arrossì ripensandoci, quando l'aveva fatto gli era piaciuto ma ora parlarne era diverso. Fortunatamente ora era solo, nessuno lo vedeva. - tipo una promessa solenne... -
Silenzio. Silenzio. Ancora silenzio. Mark divenne una statua di sale, rimase fermo qualche istante poi cauto come se camminasse sulle uova, disse piano:
- Vuoi essere più specifico? - Aveva capito una cosa ma non era sicuro fosse quella giusta. Zlatan glielo stava dicendo davvero?
- Cazzo, Mark, sei in Olanda, lì i gay si possono sposare! Dannazione, devo dirtelo io? - Si vergognava di dirlo ma era quello.
- Cioè dovrei sposarlo? - Zlatan grugnì e Mark, quando provò ad immaginarsi lui che si sposava con Kevin finì seduto per terra di schianto ed il telefono gli cadde di mano. La faccia da perfetto idiota. Fortunatamente era solo anche lui, nessuno lo vide e Zlatan che capì cosa era successo si mise anche a ridere!
Gli ci volle molto per riprendersi.
- Tu ti sei sposato con Alex? -
- Bè, non proprio però diciamo che più o meno sì... - Ora era di nuovo imbarazzato. Voleva dirgli che erano cazzi suoi ma capiva che Mark stava davvero male. Specie se pur di non lasciare Kevin accettava i suoi tradimenti. Che poi non erano proprio tradimenti ma qualcosa di più complesso.
- O lo hai fatto o no! -
Zlatan voleva mandarlo a quel paese.
- Non ufficialmente ma è stata una promessa solenne con tanto di anelli davanti a due testimoni ed una specie di prete che ci ha dato la sua benedizione... -
Mark provando a figurarsi il momento si mise a ridere, Zlatan con l'anello davanti ad un individuo che si sposava con Alex!
Poi vedendo Alex si intenerì. Lui sì che se lo vedeva a farlo...
- E chi erano i testimoni? -
- Thiago per lui e Roby per me. Ale ha detto che avrebbe affidato la sua vita solo a loro! -
Mark che sapeva bene il legame del brasiliano con Ricardo si stupì che non avesse chiesto anche a lui...
- E Ricardo? - Zlatan fece uno strano suono, come una risatina.
- Lui era la specie di prete! - Mark finì piangendo dalle risa.



Mark non fece che pensarci e dopo l'ennesimo litigio sempre per lo stesso motivo, foto di Kevin che lo ritraevano troppo appiccicato a Roby, prese la sua decisione e volando in Italia senza nemmeno avvertirlo agì praticamente d'istinto.
Ma non se ne sarebbe pentito.

Kevin aveva spento il cellulare e per essere sicuro che non suonasse aveva anche tolto la batteria e la sim.
Roby gli aveva fatto notare che a meno di un miracolo, da spento comunque non poteva suonare ed il ghanese gli aveva ruggito contro un insulto in tedesco per poi andarsene brontolando dalla camera.
Il giorno dopo avrebbero giocato quindi ora erano nel solito albergo, avevano cenato insieme e poi all'ora di dormire Kevin aveva pesantemente offeso un cellulare fatto a pezzi che osava non suonare, chissà per quale arcano motivo!
Quando Stephan gli aveva chiesto se fosse nervoso, il ragazzo aveva tirato giù il mondo e Roby aveva fatto la sua sparata geniale sul cellulare che spento comunque non poteva funzionare.
Tutti sapevano che se la passava male ma solo loro due che gli stavano sempre vicini ne avevano idea.
Aveva chiesto di stare solo con Stephan in camera per essere sicuro di non fare niente, Roby -che era una tentazione troppo alta- era con Alex ed Alex aveva il divieto di stare con Kevin o Zlatan sarebbe arrivato in picchiata.

Tutti, però, quella mattina al campo da calcio, avevano sentito le urla di Kevin al telefono e per un momento avevano sentito anche quelle di Mark.
- Smettila di fare lo stronzo con Roby! -
- Non faccio niente! -
- E' tutto da dimostrare! -
- Pensi che ti tradisca con tutti? -
- Mi aspetto che tu lo faccia e le foto mi danno conferma! -
- Fanculo, tu non sei qua, non sai davvero cosa faccio, delle stupide foto del cazzo non te lo possono dire! -
- Grazie, non sono lì ma speravo che essendo adulti potessimo vivere lo stesso questa relazione a distanza senza finire così! -
- Così come? -
- Ad urlarci contro come due coglioni! -
- Avevi detto che sai che combatto il dolore col sesso e che sarei andato con altri, che l'avresti accettato a patto che fosse stato solo col corpo e basta e solo per non sbattere la testa sul muro e rovinarmi! -
- Confermi che l'hai fatto, allora! -
- No non l'ho fatto, però avevi detto così! Te lo ricordi, cazzo? -
Ed io dovrei crederti? -
- Fa quel cazzo che vuoi ma rispondimi! Ti ricordi che l'hai detto? -
- Kevin, sei una specie di puttana, anche quando ero lì so che sei andato con Thiago e Roby perchè ti facevo soffrire, ed ero lì. Ora che sono qua pensi davvero che potrei crederti? -
- Senti, io faccio solo finta, mi diverto ma non vado mai fino in fondo perchè poi penso a te e vedo che loro non sono te ed io voglio te! Stronzo! Però tu mi hai detto delle stronzate quando sei partito! L'hai fatto solo per poter andartene! -
- Senti, lo so cosa ho detto ma non ero ancora partito! È dura vederti mentre ti diverti con gli altri ed io che so i tuoi trascorsi e le tue tendenze e so come sei fatto faccio fatica a... a vivere qua e non fare niente... e a non pensare che... che... -
- Al diavolo, Mark! È dura anche per me, cosa cazzo credi? Io cerco solo di distrarmi con gli altri perchè altrimenti penserei solo a te ma cosa posso fare, uccidermi? -
- E allora divertiti con loro e fottiti! -
- Bene, lo farò volentieri, cazzo! Sai da quanto è che non lo faccio? -
Quando aveva riattaccato aveva lanciato il telefono così forte e lontano che Marco aveva dimostrato di essere davvero un ottimo portiere prendendoglielo al volo prima che si schiantasse per terra.
Glielo aveva restituito e lui, in tutta risposta, l'aveva spento e smontato. Poi aveva gridato, urlato e fatto scintille.
Per tutto il giorno Kevin era stato ingestibile, inavvicinabile, inguardabile.
Com'era sempre più spesso.
Sembrava uno che soffriva di depressione bipolare.

- Non lo sopporto più! - Esclamò Roby verso Stephan dopo che se ne fu andato dalla camera a scaricare i nervi.
- Tu invece sei molto più sopportabile, no? Con tutte le lacrime che versi dopo che senti Thiago al telefono! -
Il 'vaffanculo' Stephan se l'era un po' meritato. Lui aveva Maxi lontano ma aveva lì Marco. Situazione assurda a parte.

Kevin dunque camminava per l'albergo come un'anima in pena, voleva sparare a tutti, voleva demolire l'intero edificio e poi rimanere di proposito sotto le macerie.
Quello stronzo come poteva non capire che non aveva più voglia di andare con altri anche se stava male ed aveva bisogno di calore umano e di essere abbracciato?
Lo voleva da lui, non dagli altri... ci provava... una volta il sesso per dimenticare e distrarsi funzionava ma ora sembrava che tutto fosse cambiato fino a quel punto. Al punto che niente bastava e che anzi non voleva nulla.
Sospirò.
Dio, come gli mancava.
E come aveva fatto fuoco e fiamme, si era subito spompato diventando amareggiato e abbattuto. Non sembrava nemmeno lui, sperava di non venir beccato da nessun paparazzo perchè altrimenti la sua immagina poteva andare nel cesso e gli seccava.
Ma aveva bisogno di Mark, aveva bisogno di lui... ed il paradosso era che poteva sopportare la lontananza ed il non vederlo ma non la sua mancanza di fiducia... sentirsi accusare così ingiustamente proprio da lui, visto poi quanto male stava invece, era davvero troppo pesante.
Come gli faceva capire che era cambiato e che anche se ci provava con tutti come sempre poi non andava mai fino in fondo e si fermava subito?
Non aveva nemmeno baciato Roby!
- Hai finito di girare come un coglione o possiamo parlare da fermi? - La sua voce. Quella era di certo la sua voce, non c'erano dubbi.
Bene, si disse. Ora aveva anche le allucinazioni uditive!
Sentiva la sua voce dannazione!
Kevin si strofinò il viso ed imprecò in tedesco ma non si girò. Allora la presa sulla sua spalla, forte e decisa, lo strattonò obbligandolo a voltarsi proprio nel suo stile. Senza troppa delicatezza.
Quando lo vide si fermò.
Gli parve che fosse il mondo intorno a fermarsi ma fu lui, persino il cuore andò in stand by per un po'. Niente respiro, niente attività cerebrale. Niente.
Ma era lì, lui, fermo davanti, dritto, serio, arrabbiato. Il suo uomo.
Come si poteva voler frignare solo al guardarlo?
Si morse la bocca ed evitò, stava facendo uno sforzo non da poco. Non doveva essere lì, che ci faceva? Dopo la litigata di quella mattina, poi... cosa doveva fare?
Non riuscì a dire niente. Mark lo trascinò fuori, su uno dei terrazzi di quel piano. Era sera, era buio, erano soli. C'era ancora caldo.
Mark lo mise contro la ringhiera e lo tenne per le braccia, come se sapesse già la sua reazione.
Lo guardò, alla penombra era tutto diverso. Era come vivere in uno dei loro sogni.
Ma Mark era serio, fermo e deciso. Sapeva cosa doveva dire, cosa doveva fare, come. Era sicuro. Sapeva. Non vacillò.
- Sposiamoci. - Nessuno l'avrebbe detto così. Chiunque una premessa, specie nella loro situazione, l'avrebbe fatta. Anche dopo la litigata di quella mattina. E non era normale che capitasse così senza avvertirlo, viveva in Olanda, dannazione.
Ma lui arrivava fra capo e collo senza avvertire, gli finiva davanti dopo un litigio furioso, dopo averlo accusato d'averlo tradito e gli chiedeva, senza nemmeno salutarlo e dirgli un cazzo, di sposarlo?
Kevin aprì bocca pronto a dirgli tutte quelle cose, gridargliele, insultarlo ed offenderlo pesantemente perchè non poteva fare quello che voleva solo perchè lui era Mark Van Bommel il Generale.
E quelli erano sempre i suoi fottutissimi modi.
Arrivava ed ordinava, pretendeva quasi, non spiegava. E se uno non era d'accordo gridava violento. Salvo poi tirare fuori una dolcezza che sapeva solo lui.
Aprì dunque bocca intenzionato a sputare fuori tutte quelle cose e spingerlo via.
Però alla fine si accorse delle proprie lacrime che scendevano ed invece di chiedere per lo meno come pensava di fare, si trovò a terra, in ginocchio, accompagnato da lui. Non riusciva a stare in piedi.
Era quasi svenuto?
Bella sfuriata, non c'era che dire.
Cioè lui lo faceva impazzire e veniva e pretendeva quello che gli pareva e Kevin sveniva, praticamente, fra le lacrime... fra le sue braccia... e stava zitto come un idiota a fissarlo ebete.
Mark a quel punto si preoccupò e pensò col secondo treno che forse una premessa avrebbe dovuto dirla.
Si morse il labbro e chiedendosi cosa fare, agì d'impulso come sempre.
- E' un sì? - Non ne era mica sicuro... poteva anche essere un no... no?
Fu questo a riprendere Kevin e a riportarlo al presente, lì davanti a Mark in ginocchio anche lui che lo teneva per le braccia e lo fissava.
Kevin lo prese a sua volta, il viso fra le mani, le unghie fra i capelli, stringere e ringhiare a denti stretti e penetrante, quasi furibondo.
- Certo che sì, deficiente! Come cazzo fai a chiederlo? -
- Ma che cazzo ne so, non hai detto niente! -
Stavano ricominciando. Cioè Mark era lì, gli aveva chiesto di sposarlo e riuscivano a litigare di nuovo.
Fortunatamente si rese conto della propria idiozia e quando si ripeté nella mente che si sposavano, le lacrime tornarono. E le labbra furono sue.
Sue e basta. Senza fiato. Senza respiro. Senza battiti. Solo le sue labbra. E poi la sua lingua. Quel modo di farlo suo. Quel modo di darsi e prendersi possessivi e violentemente, bruciarsi. Quel modo di baciarsi.
Sposarsi.
La cosa più assurda di tutte, specie fra due così problematici, incasinati e lontani. Eppure sposarsi nonostante tutti quei casini e quei deliri. Sposarsi e risolvere tutto. In che modo, visto comunque la lontananza?
Sposarsi e promettersi di vivere l'uno per l'altro lo stesso a costo della vita. Sposarsi e promettersi l'amore assoluto davanti a tutto, con ogni difficoltà, seriamente, fedelmente, realmente.
Sposarsi e risolvere tutto.
E poi, un domani, riunirsi.



Certamente un'impresa da Dio, come citava il celebre film.
Anzi. Molto peggio.

L'impresa non fu tanto per l'organizzazione del matrimonio in sé e nemmeno per tenerlo nascosto a chi non doveva saperlo e far venire chi invece volevano lì.
L'impresa fu tale per colpa dei testimoni.
Quando Massimiliano seppe chi avevano scelto, disse loro se non si fossero bevuti il cervello.
Non l'aveva detto così ma quasi.
- Cosa vi aspettavate? -
Erano tutti pronti, tutti. Ogni invitato, ogni elemento. Tutto perfetto.
Persino la sbronza di Kevin era stata egregiamente smaltita, quella dell'addio al celibato organizzata dal Milan. Ex e presenti. Devastato si era svegliato in un posto sconosciuto, poi dopo un po' aveva capito come tornare a casa e vomitare.
Mark coi suoi amici del Bayern, del PSV e della nazionale ci aveva dato dentro più di Kevin ma non si era ubriacato, reggeva sempre troppo bene.
Massimiliano, dietro al banco in qualità di guru che avrebbe celebrato quella sottospecie di giuramento solenne, aspettava paziente. Lui non aveva certo fretta.
Kevin e Mark, sul sentiero di guerra, si fissarono con la stessa espressione. Era davvero tardi, l'appuntamento era passato da un pezzo e non era possibile che si aspettasse i testimoni e non gli sposi.
- Visto? Dovevate scegliere noi! - Esclamò Roby gongolante. Mark lo fulminò con uno sguardo a dir poco gelido.
- Scusa sai se non ho voluto che gli ex di Kevin facessero da testimoni! - Era già tanto che gli avesse permesso di venire.
Roby e Thiago, vicini e felici, avevano già fatto la loro promessa solenne e avevano preso spunto da Zlatan ed Alex usando Riky come pseudo prete ed i suddetti come testimoni, invertendo quindi solo i ruoli.
Unico modo per non morire dietro alla lontananza e a tutto ciò che comportava.
Un modo per non affondare nei momenti difficili e sapere che niente li avrebbe separati. Un modo per vivere un po' meglio, un piccolo aiuto, una prova di quanto si amavano.
Quello che speravano di poter fare anche Kevin e Mark.
Speravano.
Stephan, che portava gli anelli -fedi non troppo vistose che non avrebbero potuto indossare negli anulari sinistri ma si sarebbero accontentati dei medi- ridacchiava impune beccandosi le occhiatacce del fratello maggiore adottivo.
Era stato a dir poco nervoso ed intrattabile in quel periodo e Stephan si era divertito a tormentarlo e prenderlo in giro.
Davvero uno spasso.
Lui non ci pensava minimamente a sposarsi, erano tutti matti loro!
- Appena arrivano li uccido, non me ne frega un cazzo, non possono farci tardare così quegli stronzi! - Kevin ormai non ne poteva più, smaniava nel suo splendido e costosissimo completo nero, la giacca e la camicia lo stavano sciogliendo e voleva mettersi nudo e ficcarsi in piscina, dove si sarebbe tenuta la festa. Una piscina con dentro un locale... un posto che era tutto un programma voluto da lui a tutti i costi. Così pur beccandoli nessuno avrebbe capito che poi erano ad un matrimonio.
- Appena arrivano ci sposiamo, direi! - Fece Mark sbuffando. Non ne poteva più nemmeno lui.
- No ma dico... sono proprio stronzi! - Kevin continuò finchè gli elementi ignobili arrivarono.
Zlatan ed Alex erano trafelati, Alex era di mille colori più uno, tutto arruffato ma splendido e luminoso, Zlatan probabilmente non era mai stato più rilassato e felice di così. Aveva proprio l'aria soddisfatta!
- Stronzi, era il momento di scopare? Non potevate aspettare dopo? -
Kevin li attaccò ma ovviamente insultò solo in direzione dello svedese che rispose senza problemi.
- Senti, non lo vedevo dalla scorsa settimana, non potevo resistere! E poi che c'entra, poi lo rifacciamo! - Alex rigido come un monaco buddista non disse niente e quando Kevin aprì bocca per proseguire la sua sfuriata solenne, mentre tutti alzavano gli occhi al cielo stufi di aspettare ancora, Mark mise la sua magica mano sulla sua spalla. Come se non bastasse disse anche.
- Allora, ci sposiamo? - Questo fu meglio del valium. Kevin staccò la spina del tutto e voltandosi sfoderò quell'espressione ebete da Nobel per cui tutti l'avrebbero sempre preso per il culo.
- Si amore... - Anche per questo l'avrebbero preso tutti per il culo a vita.
Zlatan benedì Mark e posizionandoglisi vicino in quanto testimone -dopotutto l'idea era venuta grazie a lui- si sistemò i capelli legati in una coda bassa e stretta per l'occasione. Il suo completo lo stava uccidendo ed i primi bottoni della camicia erano slacciati. Tali sarebbero rimasti. La cravatta persa da tempo.
Alex allora prese posto accanto a Kevin. Kevin avrebbe voluto scegliere Thiago o Roby ma, ovviamente, Mark si era opposto concedendogli al massimo Alex.
- Siamo qui riuniti per celebrare... - Massimiliano, con un sorriso che sembrava come sempre una smorfia dovuta alla colica renale, cominciò la parte che si era gioiosamente studiato. Era orgoglioso del suo ruolo e ci teneva a dire quelle parole. Parole che furono comunque interrotte da Kevin che stava per ridere.
- Sì dai, saltiamo questa parte. Non sei un vero prete. O guru. O quel che dovresti essere... sei solo il testimone solenne. - Massimiliano lo guardò come se fosse un appestato, ovviamente senza cambiare espressione, e dopo aver ottenuto il suo silenzio con calma e pacatezza riprese da dove era stato interrotto, congiungendo le mani imponente e serio.
Davvero un guru coi fiocchi, insomma!
Dopo aver fatto tutto il suo bel discorsetto e aver fatto ridacchiare tutti, finalmente si decise a dire:
- Ed ora scambiatevi le promesse. -
Stephan, che si era appisolato contro Marco, fu svegliato da lui e porse gli anelli ai due ragazzi.
Mark si sentiva vagamente idiota ma sapeva che era anche il momento più importante. Non era il modo, era ciò che rappresentava ed era bello farlo davanti a tutti loro perchè fossero testimoni di una solennità che per loro era vitale.
Mark gli prese la mano e gli infilò il piccolo semplice anello al medio sinistro e mormorò le sue promesse.
- In qualunque situazione, a qualunque costo, ad ogni modo. Sempre. Niente cambierà mai. La nostra lontananza non spegnerà ciò che siamo e mi impegno solennemente a portare avanti in eterno questo rapporto che per me viene e verrà sempre sopra ogni cosa. Ti amo Kevin. -
Ora che toccava a Kevin questo aveva gli occhi lucidi e si insultava perchè non voleva piangere. Che figure avrebbe fatto? Tutti aspettavano questo momento per poterlo fregare.
Sospirò, gli mise l'anello e gli strinse la mano cercando la forza di dire qualcosa. Se l'era preparato, ci aveva pensato. Poi la mente si era svuotata, dannazione.
Tutta quell'emozione...
Alla fine non ebbe scelta che improvvisare.
- Ti amo anche io Mark, ti amerò per sempre e ne sono certo come che sono vivo in questo momento e ti sto guardando. E sono stato una puttana ma ora passerò il resto della mia vita a farti cambiare idea e a farti capire che voglio scopare solo con te. Perchè ti amo e ti amerò per sempre, testone. Lo giuro. - alla fine il primo a piangere fu Mark e questo commosse anche gli altri. Kevin pianse quando poté baciarlo ed il farlo davanti a tutti lo rese davvero solenne. Lo rese indelebile. Come un marchio a fuoco.
Non si tornava indietro. Non sarebbe mai successo.
Quella promessa l'avrebbero mantenuta per sempre.
Loro come gli altri che prima di loro l'avevano fatta... persone come Zlatan e Alex, Roby e Thiago e Riky e Cris a Madrid...
Perchè certi amori, semplicemente, non finivano.

FINE