*Ecco un altro capitolo. Siamo all'addio al celibato di Jacoby e Jerry che è astemio è il guidatore designato sin da subito. Rimasti soli già ad inizio serata, le cose si mettono subito strane, ma possono anche peggiorare una volta che la festa inizia sul serio. Ed inizia. Buona lettura. Baci Akane*

14. UN ADDIO DA EVITARE



"Adesso potrei chiarire tutto

Hai maledetto il fuoco
Adesso fotti la fiamma
Qual è la ragione?
Ci sono milioni di ragioni"
- Life is a bullet -

Vestito decentemente è praticamente trasformato. Il silenzio è stato pesante ed imbarazzante ed è durato fino alla macchina. Una volta salito ha girato canale per radio venti volte, alla fine ha inserito la cassetta con una serie di canzoni rock fra vecchie preferite e nuove rivelazioni interessanti; la colonna sonora ci accompagna fino al locale scelto, ma visto che ci troviamo imbottigliati nel solito traffico e che questo silenzio è troppo pesante, ad un certo punto prendo in mano la situazione.
Non sono uno che parla, sto bene in silenzio, ma è terrificante stare in silenzio con lui perché di solito riempie tutti i maledetti silenzi. Quando non proferisce parola è terribile.
Così abbasso il volume e per dimostrargli che quello che è successo prima in camera rimane lì, faccio una domanda normale con un tono normale.
- Come mai non aspettate che finisci l’università? - Domanda normale appunto. O forse no.
Jacoby trasale e mi guarda per capire se ho davvero parlato, così ridendo annuisco e ripeto.
- Insomma, di solito prima ci si laurea, si trova un lavoro più stabile, si compra casa e poi ci si sposa... di solito si fa così! -
Jacoby ride ed alza le spalle scacciando la cosa come se fosse facile, il suo solito modo di fare.
 - Non facciamo niente di diverso da ora. Cioè... comunque ormai lei vive con me, entrambi studiamo e lavoriamo e abbiamo le nostre cose, cioè io il gruppo per esempio, lei... beh, il resto... - Rido perché credo non sappia nemmeno cosa fa lei al di là dello studio e del lavoro.
- Ti manca un anno, tanto valeva aspettare di concludere, secondo me. - Lui fa l’espressione incerta, poi piega la testa.
- Non importa, non cambia niente. Quando vogliamo ci compriamo casa... prima o poi ci laureeremo comunque. - La fa facile, ma hanno venti anni, si conoscono da quando erano al liceo... si sono presi e lasciati un sacco di volte. Io non capisco proprio. È come se avesse fretta di dimostrare a sé stesso che è in controllo della sua vita.
- E come sta andando psicologia? Ti serve? - So bene che si è iscritto per provare a capire il mistero della psiche umana.
Lui ha il terrore di impazzire ed è probabile che invece lo sia già. Non glielo posso certo dire.
Appoggia la testa e guarda fuori dal finestrino, assorto.
- Non lo so, è tutto un gran casino... quel che ho capito è che non si salva nessuno. C’è una malattia mentale per tutti, ora so solo che nome hanno le varie follie mentre prima sapevo che comunque c’erano. Anzi, sto scoprendo più paure di quelle che pensavo di avere. - Ride schernendosi, ma come sempre dice cose serie che mi fanno pensare, divento serio e lui mi imita sapendo che con me può esserlo.
Mi spaventa questo discorso, a volte mi sembra irraggiungibile ed io odio che lo sia.
Vorrei trovare qualcosa da dire, ma non so cosa dirgli.
Vorrei tranquillizzarlo. Vorrei tante cose, ma arriviamo al locale, sospiriamo insieme, ci guardiamo come se ci svegliassimo ed è come ‘ehi dobbiamo proprio andare? Non possiamo tornare a casa e continuare a parlare come non facevamo da tempo?’.
Così cerco comunque qualcosa da dire, ma non so se sono convincente.
- Magari è all’ultimo anno che ti spiegano come superarle... - Lui chiude gli occhi e ridacchia, annuisce e poi torna a guardarmi con quei suoi occhi azzurri pieni di mille cose irraggiungibili.
- Speriamo! -
Così scendiamo dall’auto e ci affianchiamo prima di entrare nel locale e vedere chi altri c’è già.
Prevedo una serata intensa come da tempo non me ne capitavano con lui. Eppure sono incoscientemente felice. Sorrido e gli do una pacca sulla schiena incoraggiandolo a non pensarci troppo. Lui non dice nulla e in questo suo impressionante silenzio, entra.

Jacoby rimane sobrio davvero poco, in realtà.
Non dico che abbiamo affittato tutto il locale, ma una buona parte è nostra. Gli amici di Jacoby non sono pochi, ma per fortuna non l’ha organizzato lui e quindi niente volantini. È una bella festa, con tante persone ma non troppe, non è niente di esagerato.
Da bere lo fornisce chi i 21 anni li ha già, lui ne ha 20 perciò non gli darebbero niente a meno che non sia in uno dei locali dei suoi amici che gli danno birra dai 16, credo.
Il bere, insomma, non è un problema.
Non sono felicissimo che si distrugga, come non sono felicissimo della ballerina che gli si struscia addosso mezza nuda che fa uno spettacolo apposta per lui.
Essendo in tanti posso benissimo defilarmi quando la cosa comincia, non voglio nemmeno guardare la sua faccia.
So che lui è bisessuale, gli piacciono molto le donne, sui ragazzi non saprei, non ne abbiamo più parlato. So che gli piaccio io.
Credo che mi brucerebbe di più vederlo sbavare dietro un altro ragazzo, ma mi irrita quando ragiona con il cazzo e ci prova con le ragazze a prescindere.
Anche per questo non lo vedo pronto per un impegno con Kelly.
Ma forse il punto non è lui, il punto è che lei lo ama, forse davvero. E credo sia l’unica al mondo. Dove la trova un’altra che lo ama?
Certo che la sposa anche se lui non prova la stessa cosa.
Da dentro sento urla e risate, poi dopo un po’, suppongo a spettacolo finito, alcuni escono fumando e ridendo.
- Come è andata? - Chiedo come se me ne importasse.
Dave risponde divertito:
- Ha fatto delle facce da oscar! Credevo che le saltasse addosso! E lei è stata eccezionale, gli si strusciava nei punti giusti. - Lo guardo immaginando troppo bene quello che non volevo vedere. Mi sento davvero infastidito, vorrei dirgli di smetterla, ma gliel’ho chiesto io. Se non mi dimostrassi interessato sarebbe strano.
- Ed è sparito con lei, ora? - Chiedo non vedendolo. La risposta arriva con un carro armato che mi si butta addosso da dietro, la risata roca e poi la sua bocca sull’orecchio, come se non potesse starmi lontano. E di nuovo io torno a respirare, a sentirmi meglio.
Non ci è andato. La faccia di Dave è stupita.
- Pensavo ci sarebbe andato, invece alla fine un paio di battute, una palpatina d’obbligo, un abbraccio e poi via. - Spiega come è finita con Jacoby che gli dà un pizzicotto al fianco bello tondo e morbido, lui si lamenta e l’altro gracchia ancora appeso al mio collo.
- Ehi amico, aspetterò un po’ prima di tradirla, che dici? Mica posso farlo prima ancora di sposarla! Che pezzo di merda sarei? - Il fatto che lo ammette, anche se scherzando, mi dà conferma che non sarà mai un vero matrimonio per lui e un po’ mi dà sollievo, dall’altro ho paura che comunque mi devo preparare a degli spettacoli che non mi piaceranno.
Del resto sarei felice solo di poterlo avere per me, ma questo è impossibile.
- È solo che non sei ancora abbastanza ubriaco! - Lo intima Dave e lui ridendo gli prende il cocktail dalla mano e glielo beve.
- Adesso rimedio e ti dimostro che quella ragazza non la toccherò comunque! -
No, perché toccherà me!
La sua mano, quella che non tiene il bicchiere intorno al mio collo e che contemporaneamente beve, è finita sotto, dove Dave e nessun altro vede.
Sul mio culo.
Ed io, idiota che non sono altro, mi sento felice ed al settimo cielo.
Sono solo masochista.

Ovviamente un’ora dopo è fradicio e devo dire che, in effetti, le ragazze non le guarda nemmeno per scherzo e non è che gli manchino.
- Alza quella mano da lì! - Mormoro piano mentre succhio dalla cannuccia la mia fresca bevanda analcolica.
Jacoby alza una mano, ma non è quella che intendevo, mi guarda con una faccia da schiaffi ed io sposto solo gli occhi assottigliati sui suoi che mi fanno comunque morire anche così. Aria da finto innocente.
- Non quella! -
- Oh! Questa! - E guarda quella appoggiata sulla mia coscia, beh precisamente sul mio pacco. Dal ginocchio è lentamente risalito sulla coscia e poi è arrivato lì in mezzo e ringrazio il cielo che non ci guardano perché è un gran casino di gente che balla, beve, ride e fa un gran chiasso.
È un momento di tregua che si è concesso buttandosi sul divanetto affittato dal nostro gruppo per il suo addio al celibato. Proprio dove sono io, poco felice di fare baldoria, ballare come un idiota a musica insopportabile e, soprattutto, troppo sobrio per umiliarmi in qualsiasi modo.
- Sì, quella! - Rispondo laconico. Lui continua a fare la faccia ebete e a tenerla lì fingendo di non capire.
- Ti dà fastidio? - Alzo gli occhi al cielo esasperato e lui continua palpeggiandomi bene. - E così? -
- Cristo Santo Jacoby! - Ogni tanto lo santifico sperando che gli entri un po’ di sale in zucca.
- Ma guarda che mi sembra non ti dispiaccia! - Il suo dito comincia a delineare la forma che comincia a vedersi contro l’interno coscia. Io e i miei boxer larghi. Mi mordo il labbro mentre lo guardo girando tutta la testa verso di lui, mi guarda da vicino convinto e fa quella sua tipica espressione lasciva che mi fa morire.
Quando ci prova con te ha un modo di guardarti particolare, abbassa leggermente il mento, al contrario di quando si sfida qualcuno. Questo per catalizzare tutta l’attenzione sul suo sguardo ed in quel modo ti fissa invitandoti a resistergli se puoi. E chi può? Ha un modo erotico di fissare quando vuole... come questo. Continuando a toccarmi bene proprio la mia erezione ormai dura, la cosa diventa sentitamente disagiante, così prima che mi venga un orgasmo prendo e mi alzo andandomene, mandandolo al diavolo.
Perché ci deve provare con me? Sa che mi piace, non ne ho mai fatto mistero e se non l’ha capito quella volta che gli ho fatto toccare il mio cazzo mentre strofinava il suo contro di me... beh, allora è un’idiota!
Mi infilo in bagno per sciacquarmi la faccia con acqua fredda e aspettare di tornare accettabile, quando mi raddrizzo e guardo lo specchio salto vedendo il suo riflesso dietro di me.
- Cazzo, ma mi lasci in pace? - Dico seccato. Di solito non lo sono, ma di solito mi dà tregua. Beh, di solito c’è Kelly, o ci sono gli altri. E non è così ubriaco come ora.
Qua finisce male, specie perché lo devo riportare a casa io e credo che stasera Kelly si fermerà dalle sue amiche per il suo addio al nubilato.
La cosa non si mette bene per me, lo sapevo, ma non immaginavo che potesse arrivare a certi livelli.
Lui ovviamente sta lì e mi fissa ed io in un momento realizzo che in questo fottutissimo bagno di merda, siamo da soli.