*Ecco un altro capitolo. Sempre nella casa di carta a fare il quarto album, c'è un momento per tutto e questo è quello di confidarsi, perchè le vite di tutti e quattro sono a brandelli, beh escludendo Jerry che però non sta comunque bene perchè ama Jacoby, totalmente incapace di vivere una relazione in modo normale. Nelle dichiarazioni e nelle mie varie ricerche, ho scoperto diverse cose sulle vite private di quel periodo dei 4 ed ho scritto tutto in questo capitolo. E' anche vero che facendo quell'album spesso loro facevano una sorta di terapia di gruppo e che tutte le loro canzoni parlano di cose personali. Forever è nata dalla confidenza di Dave sulla propria situazione familiare. Buona lettura. Baci Akane*

35. UNA VITA A BRANDELLI




"Prendi questi ricordi che mi hanno perseguitato
Un uomo di carta tagliato a brandelli
dal suo stesso paio di forbici
Non ti dimenticherà mai…"
- Forever -


- Ti piace almeno la canzone? - Scuoto la testa incredulo della domanda.
- Sei serio? - Chiedo stupito, lui alza la testa dal suo telefono e mi guarda  perché non capisce.
- Sì perché? - Mi stringo nelle spalle e con ancora nelle orecchie la voce di mia moglie ed i lamenti di mia figlia troppo piccola per emettere vocalizzi di senso compiuto, torno bruscamente a quella canzone che mi ha sconvolto. Mi guardo bene dal sedermi nel divano dove è mezzo steso, mi appoggio al caminetto, di nuovo acceso. Credo che gli piaccia in modo particolare, ci si attacca ogni sera e lo fissa assorbito. Ma è assorbito da tutto quello che lo può ferire.
- Jacoby quella canzone sembra che l’abbia scritta io. È come se tu sia entrato nel mio animo ed abbia letto e trascritto... io non so come hai fatto... certo, ne abbiamo parlato stanotte, ma... quello che hai creato è di gran lunga oltre le nostre parole di ieri. Tu... tu hai... - Non so come finire, poi scuoto la testa e mi arrendo. - Hai scritto un capolavoro. Eri dentro di me. Non so come ci sei riuscito in quel modo. - Jacoby guarda stupito e sorride capendo che sono serio e sincero, così alza le braccia in alto in segno di vittoria.
- È la cosa più difficile di questo mondo leggerti. Speravo di interpretare bene quel che dicevi, quel che è successo. Mi è rimasto tutto impresso e... - Ma a questo punto i ragazzi arrivano dalle loro telefonate e Dave si schianta pesantemente sul divano in cui Jacoby sbalza e quasi cade giù, lui lo guarda smarrito senza capire che sia successo:
- Un terremoto? Oh no è Dave! - Dave gli tira un pugno in mezzo alla fronte, quei due hanno un modo tutto loro di interagire.
Tobin poco dopo si siede nella poltrona ed ha un’espressione quasi peggiore di quella di Dave. No beh nessuno supera quella di Dave in realtà. 
Credo che fra tutti io sia l’unico a cui le cose vanno bene.
Così mi siedo nell’unico angolo libero perché Dave ha l’aria di uno che si sta per togliere un demonio da dentro, ha quell’espressione da quando siamo qua e penso che sia ora che lo faccia.
Peccato che il posto libero sia vicino a Jacoby perché lui prima era steso ed ora si è messo a sedere lasciandomi il posto.
Il mega schermo spento, prima di sedermi mi fanno mettere un disco in vinile e scelgo i Pink Floyd, non perché io fossi un grande fan loro, ma perché gli assoli di chitarra di Gilmore mi hanno sempre ispirato.
Shine on your crazy diamond parte suggestiva per quella che sembra una serata di confidenze.
- Come sta Amelia? - Chiede Tobin cominciando da quello con meno problemi.
- Oh amico non vorrai fare terapia di gruppo... - Comincio subito così.
- Eh pensavo che avessi messo su questo album per quel motivo! - Evidentemente i Pink Floyd sono un gruppo da terapia... beh in effetti sì!
- No, perché mi piace l’assolo di Gilmour. -
Silenzio. La risata di Jacoby si leva insieme alla musica suggestiva e depressiva dei Pink Floyd e mi dà il cinque perché sa che non volevo sdrammatizzare e che quella era davvero la mia legittima risposta. Però alla fine ridiamo tutti quanti ed io rispondo che la piccola Amelia sta benissimo e che non vedo l’ora di riabbracciarla.
- Dovresti piantarci in asso e stare con lei, è nata da poco, no? - Qualche mese. Alzo le spalle.
- Beh, sono parte di questa band e devo stare dove la mia band reclama. - Sono come sempre razionale nelle mie risposte e Jacoby continua a ridere appoggiando la testa alla mia spalla.
- Ti amo, amico! - La sua dichiarazione non mi scivola addosso senza problemi, ma ovviamente faccio finta di niente molto bene.
- Ava? - Chiedo a Tobin per gentilezza. Sorride.
- Bene. Mi manca, ma sono stato con lei prima di venire. -
Tobin è stato il primo a separarsi, Dave lo sta seguendo a ruota e non so quanto potrà resistere Kelly. Io sono più bravo di tutti loro messi insieme a fingere la parte del buon marito, principalmente perché non bevo e non mi faccio ed anche se sono tanto assente per la mia carriera, quando sono con loro, ci sono davvero. E soprattutto si fida proprio perché non mi faccio di nulla.
Quanto sbaglia. Non conta se ti fai, se sei sobrio e se hai l’aria da canaglia. A volte lo sei al di là di tutto e spesso ti devi guardare proprio da quelli che sembrano in gamba e degni di fiducia.
- Fanculo le mogli cazzo! - Ed è così che Dave comincia.
Noi quattro stiamo tanto insieme ma nessuno parla e si confida, non siamo quel genere di amici. Ci divertiamo, andiamo molto d’accordo e le cose in generale fra noi vanno bene. Si litiga, si fa subito pace con una stretta ed una bevuta. Non ci sono veri problemi, ma nemmeno veri rapporti confidenziali.
Questa è la prima volta e quando inizia sembra come che un prete stia facendo un esorcismo a Dave. Il prete probabilmente sono i Pink Floyd, capisco che facciano questo effetto.
Dave è come Jacoby, solo senza i problemi psicologici. Jacoby beve e fuma per soffocare la sua follia, come la chiama lui sbrigativo. Dave beve, fuma e da un po’ si fa, non ho idea di cosa e fra i membri delle band di solito è così che va, non ne hanno mai idea, perché è la vita che hanno sempre voluto fare.
O, per lo meno, questo dice lui.
- E soprattutto non sposate mai la figlia di un grande cantante famoso! - Sua moglie è una delle figlie di Steve Tyler degli Aerosmith, non serve dire che lei è un caratterino non da poco e che Steve è molto protettivo con una delle sue principesse.
Il problema è che suo padre conosce la vita che fanno i gruppi rock e ha capito immediatamente che Dave era uno di quelli che si tuffavano nella dissolutezza e sa anche che quando si comincia, poi ci si fa di tutto, anche donne. Non è che tu vuoi tradire, ma in quel momento non ti ricordi perché non dovresti.
Per cui lei ha iniziato con gli ultimatum, lui non le ha mai dato retta e poi ora gli ha presentato le valige fatte fuori casa e tutte le loro foto tagliate a metà, le classiche cose che si fanno nei film.
Lei, figlia d’arte, non poteva che fare sceneggiate di quel tipo.
A sentire lui è davvero una brutta separazione, inizia a raccontare particolari di dialoghi, di come lui abbia cercato di convincerla e poi spiega che lui a modo suo l’ha sempre amata, però non è mai riuscito a smettere con quel genere di cose.
Bere, farsi di tutta quella merda era troppo bello e capiva che non andava bene per lei, ma non poteva smettere e poi fra l’eroina e le donne ecco che è arrivato a questo disastro, dove l’amore non conta più.
Dopo che smette di parlare il silenzio cala mentre cambia la canzone e parte Wish you were here che gli dà il colpo di grazia.
È come un monito questa sua storia. È iniziata in modo pirotecnico visto che il padre ha annunciato che concedeva la mano di sua figlia in pieno concerto, e sta finendo in modo ancora più pirotecnico.
Lui sulla carta tagliato a pezzi da un paio di forbici.
È una metafora pazzesca perché Dave ripete che è stato lui a distruggersi e ad arrivare a quel punto, lui stesso. Ma non è in grado di aggiustare più niente ed anche se ora se ne pente amaramente e tornando indietro non butterebbe via la più grande occasione della sua vita, anche se poi ha capito troppo tardi che l’amava e che non voleva tradirla, che erano giornate, che erano momenti, ma che lei in realtà l’amava beh... non ci può più fare nulla.
- Alla fine dovrò accettare questa conclusione e dirle addio sul serio. La saluterò, la ringrazierò, mi scuserò e le darò un’ultimo bacio. Poi ognuno per la sua strada. -
La sua storia ci segna, perché Jacoby se ne sta zitto serio e corrucciato a fissare il fuoco che scintilla davanti a noi.
Dio, quel demone era bello grande eh Dave?
- La cosa peggiore è che ora ho più voglia di farmi di prima e so che appena uscirò da questa bolla di vetro dove non sono in un fottuto universo di merda, quando andrò via da questo posto protetto, tornerò a distruggermi perché so che non riuscirò a fermarmi. -
Non sospiro e non scuoto la testa anche se dentro di me sì che lo faccio. Vale la pena fare quella vita?
Salire su un palco per fare tutto quel che si vuole, vivere senza freni, esagerando sempre? Perché, cosa c’è di bello in quello? Non capisco proprio...
- Coby, fratello... - Fa ad un certo punto Dave mettendogli la manona sulla gamba, lui gira un po’ la testa verso di lui ma non lo guarda. - Non aspettare di arrivare a questo livello con Kelly. Se te ne importa davvero qualcosa, fermati prima. Rimettiti in piedi, piantala di tradirla con tutte le puttane che trovi in tour, vivi per lei. Perché poi non ne vale la pena. Sei in tempo, non sei già completamente fottuto. Sei in quel momento di bilico fra la vita e la morte, un passo ed è fatta. Scegli di vivere. Vivi per lei, se rimane ancora è perché ti ama. E poi pensa ai tuoi due figli, che ricordo vorrai dare loro di te quando saranno grandi? Pensa a quello che hai quando ce l’hai. Non fare come me. Poi sarà solo un disastro. - il suo consiglio non poteva che essere questo e mi sento come se mi avesse colpito con un bel pugno in pieno stomaco. Inghiotto livido ma non emetto alcun suono, lui mi guarda e non dice nulla, poi torna a fissare il fuoco e con un tono serio e sussurrato di quelli che ti fanno venire i brividi, mormora:
- Forse lei è matta come me per amare un matto come me. Forse impazziremo insieme. - Dave scuote la testa e lo guarda bene in viso, si fa fissare e corrucciato ripete deciso, come se volesse che Jacoby lo capisse.
- Sei spericolato, non sei pazzo. E lei non è pazza come te, ti ama. Però tutte le donne hanno un limite. Non arrivare al mio livello. Fermati prima. - non so che sguardo debba avere lui, vorrei urlare e dire che non sanno niente, che lui ama me, che vorrebbe stare con me, che lei c’è solo per l’egoismo di Jacoby, perché vuole qualcuno a casa quando torna, che vuole la donna che lo ama comunque. Perché è uno stronzo. Ma questo non è amore e non lo era nemmeno quello di Dave per Mia, perché altrimenti non ci si dimentica di loro quando si è strafatti. Altrimenti non si ha bisogno di farsi per stare bene.
E se solo Jacoby si decidesse a farsi curare quella testaccia dura, non avrebbe più bisogno di stordirsi con l’alcool tutte le volte che sta là fuori in mezzo a questa merda di mondo, troppo forte per lui!
Però me ne sto zitto e non mi immischio, nemmeno Tobin lo fa. Il disco finisce e con esso si crea un silenzio pesante.
Come vorrei potermelo prendere, come vorrei dire che sono gli altri ad essersi intromessi, mogli, figli, famiglie, tutti quanti si sono intromessi fra noi, ma se solo fossimo solo io e lui... oh se solo fossimo solo io e lui.
E qua dentro mi sembra di poter fingere bene, ma la verità è che là fuori ci sono Jessica e Kelly e i nostri figli che non c’entrano con i nostri drammi ed i nostri casini. Ci sono. Non importa perché.
Ci sono e basta.
E poi ci sarà un altro album, un altro tour, altri fan, altre aspettative, pressioni, doveri, interviste, cose da dichiarare, facce da esporre.
Tutto in procinto di esplodere ed andare in casino, come sempre.
Perché la verità è che non siamo soli io e lui.
Però non è nemmeno che non ci siamo.
Posso pensare a tutto il resto, ma non posso cancellare nemmeno che amo Jacoby ed anche se è tutto un disastro e forse non potremmo mai viverlo beh... lo amo comunque. È lui che amo.
Ed è così che stanno le cose. Così.
Cazzo.