*Ormai i ragazzi sono in fase di registrazione e quando questo succede, c'è sempre tanta gente intorno a loro, compresi quelli che riprendono qua e là per i making of, così non è che sono proprio da soli in luna di miele come prima. Approfitto di questo per scrivere di loro visti dagli occhi di altri, ovviamente le osservazioni sono mie visto che per scrivere mi sono guardata un sacco di video e foto loro e che ho trovato un sacco di spunti, così ho voluto scrivere di questi usando il trucco che leggerete. È vero che sono sempre seduti vicini quando sono a mangiare fuori e anche nelle interviste, se non che molte le fanno proprio loro due da soli. Hanno uno stile totalmente diverso fra loro, ma si vede che sono rodati ed affiatati. La fobia degli insetti non so se sia reale, è solo una mia deduzione, ma comunque è un modo per far capire i passi in avanti di Jacoby. Buona lettura. Baci Akane* 

 

42. LE DIFFERENZE CHE CI UNISCONO

jacoby jerry

"Proteggete i vostri sogni,
perché i vostri incubi potrebbero sembrare
come se foste nella realtà"

- Blanket of fear - 

 

Con l’inizio delle registrazioni in casa girano sempre molte persone, ognuno con un suo motivo di esserci. Fra i tecnici del suono, produttori, assistenti, chiunque ha un ruolo e c’è gente che non so nemmeno che debba fare di preciso. 
Ci avvertono che faranno un po’ di riprese di tanto in tanto per infilarlo nel materiale del making of e fare qualche video, così oltre ad avere molta gente in giro per giorni, veniamo anche ripresi quasi sempre. 
Quando pensiamo di stare semplicemente suonando, ascoltando o registrando, ci ritroviamo una videocamera od una macchina che ci riprende o fotografa ed è inevitabile non essere proprio naturali. A me piace molto riprendere, ma odio essere ripreso così giro al largo da Jacoby per tutto il tempo e mi stupisce che lui non mi cerchi. Capisce al volo che non voglio essere visto troppo con lui così si attacca a Tobin e Dave. 
Lo osservo un po’ come si comporta davanti a tutti questi sconosciuti e alla fine noto che quando è assorto o concentrato, magari ad ascoltare il pezzo o la registrazione di qualcuno, e poi si accorge di essere ripreso, passa dalla modalità seria e normale, che nell’ambito musicale è perfettamente capace di assumere, a quella cretino che fa smorfie e gioca. 
Non mi stupisce, fa così anche coi ragazzi, figurati con altra gente. Non parliamo poi di registrazioni che poi probabilmente saranno mostrate dal mondo. 
Jacoby in questi giorni si presenta in tutte le modalità, ma sempre col suo immancabile trucco sotto gli occhi e questo dice tutto. Dai capelli sconvolti alla cuffia in testa per impedire di shoccare troppo la gente con quella cosa selvaggia che ha. Sta comunque bene in ogni versione. 
sempre. 
Mi crea molto disagio averlo intorno in tutte queste versioni sempre una più bella dell’altro. Questo periodo di clausura gli ha fatto molto bene, lontano dalla famiglia è rinato, così come lontano da ogni tipo di stimolo che non fosse musicale. 
Beh, anche noi gruppo che per lui siamo degli amici disinteressati abbiamo fatto del nostro. Ed io, credo. 
È entrato che era uno zombie ed ora lo vedo molto bene, presente, attivo e molto più chiaro. Sono rincuorato perché riesce ancora a rimettersi in piedi. 
Spero che fuori di qua non si ributti giù. 

- Siete incredibili! - Esclama poi uno dei tecnici nella pausa pranzo fra una registrazione e l’altra. 
Il lavoro procede  gonfie vele, ormai siamo agli sgocciolo. 
Io e Jacoby ci guardiamo interrogativi senza capire a cosa si riferiscono. 
- Perché? - Chiede lui curioso battendo le posate sul piatto mentre coi piedi fa il tempo come se suonasse una batteria invece di mangiare. Io, seduto composto e tranquillo sono il suo opposto. 
- Perché siete il giorno e la notte eppure state uno vicino all’altro come niente fosse! E siete abituati a starvi vicino, si vede da come vi sembra normale! - ancora non capiamo, ci guardiamo perplessi e Tobin ridendo ci spiega. 
- Intende che tanto uno sta fermo e zitto quanto l’altro si muove e parla! - 
- Sì, Jacoby non è capace di fare una cosa e basta, come fa Jerry. Ne fa cento insieme! Si nota subito, si fa sentire, fa rumore, si muove di continuo, parla, fa di tutto. E lì, proprio vicino a lui, c’è Jerry fermo e tranquillo che con tutta la calma del mondo non parla nemmeno sotto tortura e fa solo una cosa, una. E pure in modo piuttosto affettato. E siete perfettamente bilanciati! Non vi disturbate a vicenda! - Così torniamo a guardarci e ci mettiamo a ridere. Il suo sorriso è bellissimo, adoro quando ride così ma penso che per lui sia lo stesso quando rido io, ho quell’idea. 
- Beh, siamo abituati uno all’altro, non ci accorgiamo nemmeno delle nostre diversità. - Spiega Jacoby. 
- La mia mente annulla automaticamente tutto quel che fa e dice, per me è come non avere nessuno vicino. - E a questa mia uscita Jacoby fa l’offeso mentre Dave sbatte le manone sul tavolo e si protende verso di me incredulo. 
- Spiegami come cazzo fai che ci provo da una vita senza successo! Annullare Jacoby io... come cazzo fai? È impossibile ignorarlo! È un trapano che non molla l’osso! - Jacoby tira del cibo a Dave che ricambia, un pezzo mi finisce addosso ed io sospiro paziente togliendomelo e basta. Li ignoro appunto. Ecco come faccio. 
Continuo a mangiare e loro continuano a tirarsi cibo, all’ennesimo pezzo che mi finisce addosso guardo Jacoby con la mia famosa aria assassina che diceva l’altro giorno. 
- Fallo ancora una volta, dai. - L’ironia si nota chiaramente, di norma quando faccio così tutti si fermano, infatti ci sono gli occhi addosso di tutti, ma lui, l’idiota per eccellenza come sempre quando io faccio così, mi guarda dritto negli occhi e mi spalma col dito sporco di salsa sul naso. Così mi chiede con le sopracciglia inarcate se mi va bene ora ed io sospiro pulendomi, tornando ad ignorarlo. 
Dopo vede quanto è divertente provocarmi. 
Di solito quando fa così lo respingo quando mi salta addosso, lui fa un sacco di moine per poi sedurmi come si deve. Beh, almeno mi suda un po’. 
I ragazzi ridono e spiegano che in realtà fra noi è spesso così. Jacoby è l’unico in grado di portarmi all’esasperazione. 
- Non che sia facile e si noti che è esasperato, però lo noti dai suoi occhi e dal tono. Quando lo guarda con gli occhi sottili e rimane dritto e poi ha quel tono da ‘Se non la smetti ti uccido’. Lì Jerry è over. - Spiega Tobin. 
- Non che col coglione funzioni. Se gli dici così è un invito per continuare infatti lo fa e ti guarda pure sfidandoti. Non so come fa Jerry, io di solito gli spacco il muso! - Dave rincara e come sempre quando c’è Jacoby si finisce per ridere tutti anche se questa volta non ha tenuto lui personalmente banco, non come fa sempre. 
A volte è come se lui sentisse il dovere di inventarsi qualcosa per far ridere tutti ed è frequente che esageri e che faccia cose che davvero non servono, ma tutti se le aspettano e così le fa, si sforza. 
Poi però lo vedo quando è solo con me ed è come se il suo famoso momento di decompressione lo esercitasse con me. 
Si calma, si sfiata, non so come dire. È proprio come il sole e la notte. 
Solo ed esclusivamente con me in privato. A lui sta bene che la nostra relazione sia super segreta, perché dovrebbe mostrare un lato di sé troppo vero e serio, non vuole che lo veda nessuno. 
- È ancora più buffo che finite sempre insieme a fare le interviste o le sessioni di autografi. Cioè quando siete tutti insieme, noto che le posizioni sono comunque voi due vicini e salta subito all’occhio questa vostra diversità. Fa morire dal ridere. Uno serio che fa solo quel che deve e se proprio deve. L’altro che fa il suo, il suo e quello del passante per strada ed ancora non ne ha abbastanza! - Il tecnico è uno che ci segue sempre per cui ci conosciamo abbastanza, ha confidenza e si diverte ad interagire con noi, Jacoby ride come gli altri, io faccio solo un sorrisino mentre do a Jacoby il resto del mio contorno che non riesco a finire. 
Anche questa è la norma, per questo ci sediamo sempre vicini a tavola. Perché lui mi aiuta a finire. 
Devo dire che non mi fermo mai a pensare a come ci vedono gli altri insieme, noi siamo sempre naturali, per quanto chiaramente facciamo attenzione a certe cose, come a non rivelare il nostro reale rapporto. E non penso come sembriamo, comunque. 
Ma mi piace che si noti comunque qualcosa, quella strana cosa diversa che con gli altri non c’è, un contrasto buffo che però in qualche modo ci lega. Le differenze che ci uniscono. 
Sì, mi piace essere così diverso da lui, proprio perché così posso essergli tanto vicino. 


Ormai la registrazione sta andando molto bene, le tracce sono stabilite e andiamo a gonfie vele, si parla già di date. 
Questo non toglie che c’è ancora del tempo da passare qua dentro, nessuno di noi pare intenzionato ad accelerare i tempi o non vede l'ora di andarsene, anzi. 
Quando abbiamo bisogno di staccare o la sessione di registrazione giornaliera finisce, ognuno si disintossica un po’ dalla musica e da noi stessi e finiamo per fare altro, anche per conto nostro. 
Una di queste volte sono tranquillo sulla poltrona a leggere, Tobin e Dave non so dove siano, Jacoby sta facendo qualcosa di rumoroso intorno a me, visto che non ha più niente da scrivere cerca sempre passatempi che lo scarichino. 
Di norma finisce con lui che rompe qualcosa, ma oggi viene da me strillando e saltando felice come se avesse vinto un premio. 
- JERRY JERRY CEL’HO FATTA! CE L’HO FATTA! - Continua gridando. Non ho molta scelta se non calcolarlo, così paziente chiedo: 
- Cosa? - 
- HO AMMAZZATO UNO SCARAFAGGIO! VIENI VIENI VIENI! - Così dicendo mi prende per il braccio e mi trascina fuori, io non ho scelta che seguirlo e quando arrivo fuori sento una puzza micidiale di insetticida, arriccio il naso. Sentirlo così forte fuori ha dell’incredibile. 
- E dov’è questo poverino? - Chiedo provando pena per la bestiola che si deve essere ritrovato con tutto il barattolo di spray addosso quando ne bastava poco. 
Jacoby trionfante e saltellante indica una specie di scultura fatta con diversi oggetti, fra cui sassi, legni, una scopa, un secchio e qualcos’altro di poco definito. 
- Lo scarafaggio sarebbe lì? - Chiedo incredulo. Lui annuisce tutto contento. - E come faccio a sapere che è lì? - 
- Beh ti devi fidare! - Grugnisce lui col muso perché non sono entusiasta come si aspettava. 
- Ma bastava lo spray! - Gli faccio notare, poi mi correggo: - E non certo tutto il barattolo! - Jacoby fa il broncio ed il dito medio. 
- Fanculo, che ne posso sapere io se è resistente a questa merda? - Vorrei ridere, ma gli faccio notare ancora un’altra cosa logica. 
- E poi se gli spruzzi il veleno che senso ha farci un impalcatura sopra? È la tomba? - Provo ad essere spiritoso ma lui mi dà uno schiaffo sul culo che mi fa anche male. 
- Oh cazzo! Dovevo essere sicuro che fosse morto! - 
- Ahia! Ma bastava una scarpa! - 
- Scherzi?! È troppo vicino alla mia mano la scarpa! Poi lo sentivo troppo! - Mi perdo con i suoi ragionamenti che secondo lui hanno davvero molto senso, io lascio perdere e sventolo le mani annuendo. 
- Ok, ok, bravo, sono fiero di te... ma non serviva mi uccidessi! Se usassi la stessa cattiveria per uccidere gli scarafaggi ora non avresti più quella fobia! - Jacoby mi salta sulla schiena spaccandomela, ma mi stritola il collo e mi morde la guancia lamentandosi come una scimmia urlatrice. 
- Fottiti stronzo! Lo sai cosa significa per me uccidere un maledetto scarafaggio? Finora li guardavo e li disegnavo morti a pancia in su per affrontare la mia paura, per anni ho fatto solo questo! Ora ne ho ucciso uno davvero tutto da solo! Chi se ne fotte se ho usato tutta la bomboletta e sette oggetti per schiacciarlo? L’ho fatto! - andrebbe avanti tutta la vita se non lo convincessi che sono davvero felice, e lo sono, però trovo buffo il modo in cui l’ha fatto. 
- Jacoby, così uccidi anche me! - Gli faccio notare in difficoltà. Finalmente scende dalla schiena e così mi guarda col broncio, deluso. Io sospiro e gli metto la mano sulla testa dove dovrà fare qualcosa per questi capelli allucinanti. 
- Sono contento davvero, però sei stravagante come sempre nell’uccidere gli insetti. Ma sei stato bravo. Ora devi continuare!-  Così lui spalanca i suoi bellissimi occhi azzurri. 
- Che? Sei matto?! Uno basta e avanza! Mi sono guadagnato il diritto di una scopata da attivo? - è il suo sogno da sempre, io a questo torno dentro al mio libro fingendo che non abbia detto nulla, così lui mi segue come una litania, asfissiante come solo lui sa essere. - Andiamo, avrò vinto qualcosa no? Quando me lo dai il culo? - mi guardo intorno esasperato sperando che non ci sia nessuno e per fortuna siamo soli ora, ma dal momento che potrebbero arrivare mi ritrovo a scaricarlo in fretta. 
- Quando ne uccidi dieci allora ti do il culo! Adesso fammi finire di leggere! - Jacoby dapprima fa l’aria scandalizzata e mi insulta, poi si ferma, fa il broncio, piega la testa, arriccia la bocca ed il naso ed infine molla un poderoso ‘ok!’ Che mi fa venire un colpo. 
Il secondo dopo è alla ricerca di altri insetticida, non trovandone visto che deve aver finito tutto quello che c’era, torna con la lacca e l’accendino per usarli come lanciafiamme ed a questo punto, solo a questo punto, sapendo che sarebbe capace di dar fuoco alla casa, corro a prendergli gli attrezzi di mano. 
- Ok ok, stanotte sarò tuo, basta che non distruggi più casa! - Jacoby inebetito mi fissa convinto d’aver capito male, ma grazie a Dio non cerca più scarafaggi.