*Arriva l'ultimo giorno/notte nella casa fatata, come la chiama Jacoby. I ragazzi tirano le fila dell'album appena finito e del periodo di tre mesi passato lì dentro al sicuro a rimettersi tutti in piedi, lontano da distrazioni e problemi. Il giorno dopo torneranno nel mondo reale a riprendere in mano le vite in pezzi di molti di loro e Jerry ha paura che possa finire e cambiare tutto, per cui decide di godersi l'ultima notte perfetta finchè può, finchè le cose stanno così. Ho inserito una citazione di Periscope, un album che scriveranno un sacco di tempo dopo, di proposito perché sono convinta che sia scritta per quel periodo lì che hanno vissuto, che sia il modo in cui Jerry si sentiva in quel momento. Buona lettura. Baci Akane* 

44. L’ULTIMA NOTTE

jerry jacoby

"Non voglio tuffarmi per primo
Non voglio sentire queste parole
Sta solo per peggiorare
Non voglio vivere quella maledizione
Mi stai dicendo di tenere la mia speranza
Perchè hai un cuore d’oro
Ma forse dovresti lasciarmi andare
Ti amo attravreso un periscopio"
PERISCOPE - 

Tre mesi sono volati, abbiamo fatto una ventina di canzoni, registrate più o meno quindici, ma ne inseriremo di meno nell’album. 
Probabilmente prima della versione definitiva ci saranno perfezionamenti, qualche canzone subirà qualche modifica. Jacoby è convinto che bisogna rivedere un po’ qualcosa e mi piace questo suo lato pignolo e preciso sul lavoro. 
Tanto lo è lì, quanto è un casino nella vita normale. 
Sorrido sentendo parlare Jacoby, siamo seduti tutti fuori in maniche corte e lui fa i soliti infiniti discorsi. Quando si accorge che lo fotografo fa una smorfia, perché quando si accorge che lo riprendono fa sempre smorfie ed ormai ha trasmesso questa mani anche a me. 
Non sembrano felici di tornare a casa, alla vita normale di prima. 
Non è che non siamo mai usciti, potevamo andare via quando e quanto volevamo, ma siamo rimasti tutti qua per lo più. Ognuno di noi è andato via solo cinque o sei volte, nelle occasioni e nelle feste, però non più di tanto.
Questo posto enorme ed incredibile ci ha assorbito totalmente e ci ha fatto fare un sacco di canzoni, ci ha ispirato molto e siamo entusiasti, alcune canzoni sono già quasi pronte per il prossimo album, non credo tarderemo a buttarne fuori un altro. 
Tobin ormai è separato, è stato il primo, per cui la sua vita al di fuori di qua è parecchio libera ed ha testa per fare quel che vuole quando può, questa è un’arte che non hanno tutti. Però non si può dire che muoia dalla voglia di tornare a casa. 
Dave ne è terrorizzato e quando ci confida che non sa come reagirà tornando fuori da qua, rabbrividiamo perché prima era perso in un circolo di distruzione terribile per via del divorzio che sta facendo. 
Speriamo che questi tre mesi lo abbiano aiutato.
Per me è indifferente, mi manca mia figlia, me la sono goduta poco ma capisco che il tempismo era indispensabile. Dovevamo per forza stare qua insieme a fare questo ora. 
Per Jacoby è un discorso complesso. Sono contento che si sia rimesso in sesto qua dentro, però è passato da una dipendenza all’altra, cioè me. Non so se sia tanto sano come reazione. 
Però dice che ha paura di tornare a casa e a questo lo guardo interdetto, sia pure senza mostrare espressioni.
- Perché a casa ho una famiglia che ho quasi distrutto ed ho paura di vedere che li ho davvero fatti fuori, sai? Sono stato un fottuto stronzo con Kelly ed i piccoletti e ho paura che ora mi odino in modo irrimediabile, di averli persi. Ho anche paura di fare il padre, cioè di non riuscirci, sai... non lo sono mai stato in realtà, credo di essere un pessimo esempio per loro e non capisco, non capisco questa cosa della paternità. Ne sono praticamente scappato. Adesso tornare a casa, alla realtà, andarcene da questa... casa fatata... non so, mi terrorizza. Affronterò gli errori che ho lasciato là intatti. Come? - La sua confidenza mi fa rabbrividire. Domani si torna a casa, stanotte si fanno le valige, domani vengono a prenderci. 
È un discorso particolare per Jacoby, però voglio dirgli qualcosa ora. 
- Sanno che stavi passando un momento difficile, adesso torni in piedi, ma sei andato via in ginocchio... - Ed io che l’ho portato via lo so. 
Jacoby mi guarda alla luce dei lampioni suggestivi sparsi per questo immenso giardino, e noi seduti a terra nell’erba nonostante ci siano molti posti dove sistemarci. 
A Jacoby piace stare per terra e noi così non ci riflettiamo molto. Lo seguiamo. Alla fine lo seguiamo sempre. 
- Si però anche prima ero stato un coglione. Non ho mai avuto un normale stato con loro... - Il momento delle confessioni di gruppo. Non so cosa dire, non posso negare che sia vero quel che dice, però non può nemmeno scappare ancora perché prima ha sbagliato tutto con loro. 
- Amico. Quel che è fatto è fatto, pensa a quel che farai. Sei ancora in tempo, Kelly ti ama anche se non so come fa. Puoi ancora rimediare. Anche se hai paura vai da loro, parla col cuore aperto e scusati e chiedigli di aiutarti ad essere un padre ed un marito migliore. Vedrai che ce la farete. - Quel che dice Dave mi fa impressione, lo guardo e per un momento penso che potrebbe essere l’ultimo momento di sobrietà, uscito da qua sarà di nuovo solo a sé stesso, poi comincerà un altro tour e chi lo sa come andrà? 
- I figli sono la cosa più importante, amico. Fidati. Fai di tutto per farli felici e renderli amati. - Così anche Tobin, che è padre a sua volta, dice la sua. Jacoby con aria colpevole e spaventata annuisce mentre ha distrutto tutta l’erba che ha trovato davanti a sé perché non sa stare fermo. 
- Penso che fra dieci, venti, cinquant’anni ricorderò per sempre questi tre mesi con voi a fare tutte queste canzoni fottutamente meravigliose. Grazie di essere i miei fratelli oggi! - Jacoby è il più sentimentale ed emotivo di noi, è capace di sviolinate simili, infatti prima di ogni show ci riunisce, ci abbraccia ed abbiamo il nostro rito. Ci dice di continuo che ci vuole bene e ce lo dimostra, può essere un marito terribile ed un padre assente, però è un amico pazzesco ed un cantante unico. 
Non rimpiangerò nulla di tutto questo. 

- Prima volevo dirti... - Siamo in corridoio, dovrebbe andare nella sua camera a fare la valigia, per cui glielo dico prima di farlo andare dando per scontato che stanotte saremo ognuno per conto proprio. Si ferma, aspetta che le porte di Tobin e Dave si chiudano e mi guarda, nell’ombra del corridoio i suoi occhi brillano, si vedono di meno ma sono puntati pieni di speranza nei miei. 
- Anche se non ami Kelly, le devi comunque un po' di dignità. E poi siete genitori di due figli che meritano un padre ed una madre che li adorino e li facciano sentire amati. Capisci cosa dico? - Lui si aggrotta e scuote la testa senza capire, così mi avvicino per parlare più piano, lo guardo più da vicino e gli metto la mano sulla guancia. 
- Fai quello che devi fare per tenere in piedi la baracca. Quei bambini meritano il miglior padre di sempre e se per questo devi far sentire amata una donna che non ami. Beh, trova il modo di convincerla. - non gli spiego perché dico questo, non aggiungo che rivedo i suoi figli in me con un padre assente per il servizio di leva militare e poi a casa col problema della bottiglia. E non gli dico che da me era sempre tutto serio ed in assetto militare, c’erano solo regole e silenzi ed io non voglio che da lui sia così. Silenzio, ognuno per conto suo, bambini infelici. 
Ripensavo a quel che dicevano prima Tobin e Dave, più Tobin a dire il vero. Ha ragione. Quei bambini meritano di essere felici e Jacoby deve concentrarsi su di questo, ora, senza averne paura e pensare troppo che non ama sua moglie. Doveva pensarci prima di sposarla come un idiota. Ora ce l’ha. Ed ha fatto dei figli insieme. 
Al suo silenzio strano, apro la mia porta e faccio per entrare, ma poi lui la apre dietro di me prima che la chiuda del tutto e come sempre fa il prepotente infilandosi come se l’avessi invitato. Rimango basito per un momento, guardo la sua camera al di là del muro. 
- E la valigia? - Alza le spalle e scaccia la cosa come se fosse una sciocchezza. 
Si morde la bocca, non sa bene come dire quel che pensa e per un momento ho paura, forse è ora di farsi di nuovo indietro, siamo di nuovo a quel punto della nostra relazione che io mi chiamo fuori. E se lui è qua per chiedermelo per la prima volta? 
- Farò tutto quello che devo per loro, ma lo farò anche per te. Sai che non mollerò. Quel che ho scritto nelle canzoni è per te, non mi arrenderò a qualsiasi costo. Punto. - Rabbrividisco nel sentirlo e per un momento mi vengono gli occhi lucidi, scaccio il bruciore con un sorriso dolce, gli prendo il viso fra le mani e lo bacio delicatamente come se fosse una persona fragile. E lo è, lo è davvero, ma solo io so quanto. 
Ogni tanto la tristezza costante dietro questi occhi mi terrorizza. Se un giorno dopo un nostro litigio mi arrivasse la notizia che l’ha fatta finita non mi stupirebbe ed è questo che mi angoscia. Come può essere così? Non deve, non può. Eppure lo vedo ogni giorno, anche se ride e fa l’idiota ostentando una gioia che non ha, anche lì si vede che ha qualcosa dentro, un buco che non so se riempirà mai. 
- Mi pare che abbiamo in ballo una promessa... - dico poi ancora sulle sue labbra. Lui si aggrotta e mi guarda febbrile mentre si gode ancora la vicinanza delle mie labbra. Io sorrido malizioso. - Non volevi una parte di me che di solito mi dai tu? - Ancora non capisce, così lo dico schietto ed esasperato che debba rovinare tutto con la sua ottusità: - Il culo Jacoby, non vuoi il culo? - E così si ricorda con una meraviglia comica che voleva fare l’attivo e che da giorni gli ho promesso che glielo avrei fatto fare. 
- Lo scarafaggio! - Esclama ricordandoselo. Io scuoto la testa ridendo, poi lo lascio per aprirmi i jeans. 
- Ti va ancora? - Dopotutto è l’ultima notte in questa casa fatata, come la chiama lui. 
Potrebbe essere tutto diverso fuori da qua. Credo di dover prendere ogni cosa fino all’ultimo goccio. Oggi sono io la sua dipendenza ed ho un’influenza positiva, gli faccio bene. Perciò non c’è ragione per negarmi a lui. Domani ci saranno mille altre ragioni per trattenermi. Ma oggi no. 
Lui si lecca le labbra in modo sensuale, poi si apre anche lui i jeans e si sfila la maglietta. La risposta mi piace molto. 
Mi stendo nudo nel letto e lo aspetto, lo vedo che si spoglia in fretta, mi divora con lo sguardo anche se a togliersi tutto non è ancora molto bravo, dovrebbe imparare. 
Prima di raggiungermi prende dal comodino gli occhiali che ha lasciato qua l’altro giorno e se li mette, poi malizioso mi fa: 
- Così preferisci? - Ed io ridendo mi sollevo seduto e glieli prendo. 
- Meglio di no altrimenti mi vien voglia di prenderti io! - Jacoby me li lascia rimettere giù, poi mi sale sopra e a carponi si sistema su di me, prima di stendersi e ricoprirmi, mi lecca le labbra, io gli vengo incontro con la lingua e giochiamo un po’ così da fuori.
Non so se sono io ad aver raddrizzato lui o se è lui che ha deviato me. In realtà credo che ci siamo influenzati a vicenda. 
Sto scemo... 
Scivola giù con la lingua sul mio collo e lentamente mi stendo giù, lui con la sua bocca esplora lento il resto del mio corpo, è come se volesse goderselo, come se sentisse viva questa ultima notte qua. Non sappiamo se torneremo e come. Per cui bisogna vivere il presente e lo sta facendo. 
È un Jacoby estremamente presente e delicato quello che fa suo il mio corpo portandomi in anfratti paradisiaci inimmaginabili. 
La sua lingua arriva a scoprire punti erogeni che non pensavo di avere, che non aveva mai nemmeno sfiorato, come l’angolo alto del mio inguine che mi fa scattare appena la lingua lo sfiora, così insiste e senza che mi tocchi, mi viene l’erezione. 
Si mette a ridere e mi mordicchia per calmarmi, così freno un po’ l’eccitazione. 
Arriva con la lingua sul mio membro già duro, ci gioca salendo e scendendo, poi l’avvolge ed inizia a succhiare, fa tutto quel che vuole su di me, fino  farmi delirare. Sto per venire e si ferma improvviso. 
- Vuoi venire ora? Perché come prima volta da dietro non è molto piacevole... - Parlando per esperienza diretta l’ascolto, ma poi ridendo lo spingo giù e glielo succhio io. 
- Non si chiedono certe cose, si fanno e basta. - Dico poi sparendo nel suo inguine. Jacoby rimane sorpreso dalla mia reazione decisa e così si perde nel piacere che gli accendo, la sua erezione cresce nella mia bocca e mi piace da morire che faccia così. Spinge e si accende come un matto ed amo quando Jacoby è così acceso. Lo amo. 
Mentre lo succhio mi masturbo e quando se ne accorge mi prende i capelli sulla nuca e mi tira su in ginocchio nella sua stessa posizione, continua a tenermi per la nuca, mi fa un po’ male ma poi lascia andare leggermente, mi indirizza verso la sua bocca con prepotenza mentre la dolcezza di prima viene messa da parte. L’eccitazione continua a crescere, mi toglie la mano e la sostituisce con la sua, unisce la sua erezione alla mia mentre le strofina insieme con la sua mano, muove il bacino verso di me ed io faccio altrettanto, sto per esplodere, voglio prenderlo io, sto per farlo. 
- Jacoby, se continui così lo faccio io... - E capisce cosa intende, una luce eccitata l’accende, quando i suoi occhi partono così mi uccidono. 
È un istante lampante, scivolo via e mi giro mettendomi a carponi davanti a lui, schiaccio la parte superiore del corpo sul materasso e gli do tutto me stesso. Voglio che con questa sua luce eccitata mi prenda. 
Lo guardo dalla spalla e vedo che si lecca le labbra in quel modo caldo tipico suo. 
Se lo immagino con gli occhiali muoio. 
Sparisce dietro di me, scende leccandomi la schiena, i brividi mi ricoprono, trattengo il fiato e quando con la lingua e le dita inizia a stuzzicarmi l’apertura lo fa incredibilmente bene. Immaginavo qualcosa di brutale com’è nel suo stile, ma evidentemente l’esperienza sulla propria pelle l’aiuta ad essere giusto e delicato e sensuale. 
Mi tormenta fino a che il calore si espande fino a davanti, l’erezione cresce ancora, infilo la mano sotto di me e mi masturbo ancora mentre sospiro. È estremamente piacevole quel che mi sta facendo e lo imploro di continuare. La combinazione dietro ed avanti è devastante. 
- Oh Jacoby, ti amo... - E come fa sempre lui, questa volta lo faccio io. 
Mi scappa proprio, lui ride e mi gira supino in modo molto poco delicato continuando con la bocca nel mio membro durissimo, poco dopo vengo sporcando un po’ entrambi. Eccitato si lecca la bocca assaggiando il mio sapore, cosa che non ha mai fatto fino ad ora. Alzo gli occhi esasperato. 
- Sei uno stronzo. - Lui sa perché. Quando un uomo vede il compagno che fa questo è devastante. - Sbrigati a prendermi! - Sono venuto, sto benissimo, a momenti tornerò a sentire tutto il mio corpo e mi farà un male cane. 
Jacoby capisce, prende le gambe, me le alza e se le appoggia sulle spalle, poi scende su di me schiacciandomi, un colpo deciso ed è dentro. 
Mi fa un male assurdo, ritorno dal mio orgasmo bruscamente, mi tendo tutto però credo che le endorfine in circolo mi abbiano sufficientemente rincoglionito sul primo momento. 
- Rilassa... rilassa... - Dice poi chinandosi sulla mia bocca, poi va sul mio viso e me lo bacia dolcemente senza muoversi e piano piano mi abituo. 
Quando mi rilasso lui si muove, io torno a stringere, lui torna a ripetere ‘piano, piano’ con dolcezza ed è incredibile il modo in cui lo fa. 
Ipnotico. 
Come per magia mi rilasso ancora e ad ogni movimento va sempre meglio, ad ogni spinta affonda sempre di più ed ecco che chiude gli occhi e si abbandona al piacere che lo prende mentre aumenta i colpi. Mi perdo a guardarlo mentre un piacere visivo mi invade e contrasta con le sensazioni forti che si mescolano. 
È la visione più bella che abbia mai avuto. 
Lui, il suo corpo più in forma di sempre coperto di tatuaggi, i capelli neri spettinati intorno al viso con quei lineamenti delicati e particolari, così sensuale, così erotico. Così mio.
La sua voce riempie la stanza di gemiti e ‘sì’, mi unisco a lui mentre lo cerco con le mani, si china tornando a schiacciarmi le gambe fra di noi, è come se mi raccogliesse tutto sotto di sé, lui è il mio guanto, mi prende e mi fa suo, le mie dita nelle sue spalle a tenerlo a me, la sua bocca aperta sulla mia, i gemiti che si mescolano ed eccolo che viene. 
Quando lo fa è la cosa migliore della mia vita, una sensazione incredibile averlo dentro, sentirlo sciogliersi come lava. Il suo amore solidificato in me. La sua bocca si appoggia stanca sulla mia, ansimiamo, i nostri corpi allacciati stretti, sudati, accaldati. Dopo un po’ ci sciogliamo, stendo le gambe, lui si lascia cadere sulla schiena vicino a me, ansima e guarda in alto stravolto così mi tiro su di lui e lo bacio per primo. Dolcemente la sua mano sulla mia guancia e poi fra i capelli, me li sposta e mi carezza un po’. La sua mano a tenermi la nuca è qualcosa che amerò per sempre. 
Il bacio è molto lungo e dolcissimo, poi ci guardiamo negli occhi da vicino, piego la testa di lato imprimendomi questa sua espressione bellissima e rilassata. Oggi è felice, il resto è nebuloso. 
- Ti amo, non so come sarà la nostra vita fuori da qua, quante cose si metteranno in mezzo a complicare tutto, ma voglio che ricordi che ti amerò sempre. - Jacoby si aggrotta a questa mia strana frase. 
- Non lo dici quasi mai che mi ami, solo quando pensi che sia fuori di testa. - Sorrido divertito alle sue sparate sincere e continuo guardandolo ammorbidito. 
- Lo so, ma voglio che lo ricordi. Sai, ora siamo solo noi due e tutto è più facile, ma poi ci saranno le nostre famiglie, amici, fan, il tour, un sacco di cose. Ho paura che possa complicarsi tutto, ma quel che provo non cambierà mai. - Mi prende il mento con due dita in modo molto particolare. 
- Stai dicendo che potresti lasciarmi per colpa degli altri, ma mi amerai comunque sempre? - Sorrido alzando la spalle con aria di scuse, un po’ incerto. 
- Non lo so. Forse. Magari ti amerò da lontano, tu orbiterai nello spazio io starò sulla terra e ti amerò attraverso un periscopio... - Lui sorride colpito, l’amore e la dolcezza nei suoi occhi, qualcosa che nessuno vedrà mai. 
- Fra dieci anni ricorderò questa frase e la scriverò in una canzone! - Le sue sparate. 
- E perché non nel prossimo album? - alza le spalle senza sapere. 
- Così! - Rido e lo bacio per primo, le lingue si intrecciano ancora. Il mondo è bellissimo, oggi. Noi lo siamo. È ancora tutto perfetto. 
La paura del domani è alta, ma la scaccio egregiamente, sono bravo a farlo. 
Lo abbraccio forte e lui mi stringe a sua volta. Il suo ‘ti amo’ mi culla e ci addormentiamo così.