CAPITOLO IV
SILENCE IS THE ENEMY


non hanno mai ascoltato le parole che diciamo
così il tuo cuore urla. Sei il prescelto
devi mostrargli che il silenzio è il nemico
cinguetta ad alta voce, noi ci siamo rotti”

Ci penso tantissimo prima di andare. Non so se sia il caso, però non posso evitarlo. Se lo facessi davvero non mi parlerebbe più. Quindi mi faccio forza e lo raggiungo.
Dai, Jerry. Sii uomo!
In ospedale non c'è nessuno stranamente con lui e resto sulla soglia in silenzio a guardarlo un po' prima di farmi sentire.
Lui è seduto dritto sul letto ed è davvero strano che non salti e non strepiti. Quando tornerà come sempre? A volte ho paura che sia tutto finito.
Preoccupato entro e chiudo la porta, lui mi vede ma sta fermo.
Penso che non abbia dormito e che ci abbia pensato di continuo.
L'ho sconvolto. Non sa cosa fare. Come comportarsi.
È strano che non reagisca, non è da lui in ogni caso.
Cosa dovrei fare?
Sono qua ma... ma Dio mio, ho voglia di baciarlo più degli altri giorni.
È come se morissi a restare qua senza farlo.
Ho bisogno di farlo.
Di avere le sue labbra.
Io... io devo... continuiamo a fissarci. Lui non muove un solo muscolo ed i suoi capelli sono tutti sconvolti e sulla fronte, arruffato, un altro. Un bambino.
No, mi correggo.
È un uomo ed io lo voglio tutto per me.
La sua bocca dal disegno con tutte quelle curve invitanti. Gli occhi grandi, grigi, sgranati, terrorizzati, confusi.
Le mani ferme nelle gambe.
Cosa devo dire?
Cosa devo fare?
Lo so cosa voglio e forse... forse dopo stanotte sarebbe l'unica cosa sensata per tutti.
Mi avvicino titubante.
Dovrei scusarmi di non so bene cosa e assicurargli che non cambierà niente fra noi se lui non vuole. E chiedergli di esprimersi in qualche modo.
Però mi chino e lento come la morte gli prendo il viso con una mano, è morbido e malleabile, non si oppone. Mi fissa, forse è curioso, forse è shockato.
Esito e lo lascio, se vuole si può ritirare ma non fa nulla, aspetta una mia mossa ed allora la mia mossa arriva.
Lo bacio.
Le mie labbra sulle sue è come se trovassero il loro posto.
Come se non potessero stare in altri posti che lì.
Coby non si oppone, sta immobile e trattiene il respiro.
Io sto morendo su di lui.
Non le apro, gioco un po' ma non uso la lingua, le prendo nelle mie, le succhio, lo bacio, lo ricopro e lo assaggio e poi continuo fino a che non posso rialzarmi. Ce la posso fare, ora.
Gli bacio anche la fronte e su di essa mormoro piano, roco, scosso.
- Ti giuro che se non vorrai non succederà più. Da domani tutto sarà come sempre. - Con questo mi alzo e gli sorrido malinconico. Ho rovinato tutto? Bè, ora sa. Ed ora non so come si comporterà, ho il terrore dentro. Non reggo oltre, quindi mordendomi la bocca chiedo perdono mentalmente ma me ne vado ancora una volta.
Non ce la faccio oltre.
L'ho baciato ed è stata la cosa più fantastica di tutte. Un sogno. Non so come dire.
Era perfetto. Era bello. Non mi ha fatto schifo. Potrei rifarlo mille altre volte e meglio.
Sapevo che andava fatto. Me ne sarei pentito altrimenti.
Ora posso provare a fingere e ad andare avanti. Ci posso provare.
Lo amo e lo amerò sempre, ma ora posso riuscirci.


Dopo non ci sono andato troppo spesso e mai da solo, Coby non ha chiesto di parlare con me da solo, non mi ha scritto e non mi ha cercato la notte. Penso che sia una reazione negativa trattandosi di lui. Solitamente qualcosa lo farebbe di certo.
Questa sua mancanza di reazione è davvero strana e mi preoccupa.
Ho raccontato tutto a Tobin ed è rimasto perplesso, non sa cosa dirmi ed alla fine ha detto che indagherà.
-Non mi ha detto nulla... cioè non so... io gli ho chiesto se fosse successo qualcosa fra voi due e lui mi ha guardato perso, come se non capisse. Del resto se non parla e non scrive quel suo silenzio può essere tutto e niente. È snervante che non possa dire nulla! -
Ha ragione.
È un'arma tutta sua questo suo silenzio forzato.
Sospiro e mi stringo nelle spalle.
Lascerò che faccia come vuole.
- Gli avevo detto che se non voleva non sarebbe successo più niente... evidentemente non vuole davvero... -
Tobin non risponde ed io mi metto il cuore in pace.
Andrà bene anche così. Mi basta che non cambi nei miei confronti anche se penso sarà inevitabile.


È ora di tornare a casa, finalmente.
Il periodo di ospedale di Coby è finito e lo accompagniamo a casa, ognuno alla propria dove potremo separarci un po' e pensare.
Ci serve fuori dal mondo in cui è scoppiato tutto.
In aereo lo sorprendo a scrutarmi molto spesso e mi chiedo se io debba parlargli prima di farlo tornare da sua moglie.
Forse dovrei.
Mi fissa sempre in modo inquietante... la cosa davvero spaventosa è che sembra un altro, pensa tanto, sta tranquillo... non è da lui.
Sospiro e mi cambio di posto sedendomi accanto a lui. Tobin va al mio posto senza dire nulla.
Coby mi fissa come se fossi un estraneo, come se fosse strano questo mio avvicinarmi.
- Allora, hai qualcosa da dirmi prima di andare a casa? Non so, qualche domanda... - Parlo pacato, non sarebbe da me dimostrarmi agitato.
Coby scuote la testa e comincio ad innervosirmi.
- Coby, andiamo... sei strano. Non mi hai più cercato, mi guardi e stai troppo buono! - Sono cose normali per chiunque ma non per lui.
Storce la bocca come per dire 'non so che farci ma è così'. Lo vedi che è espressivo se vuole?
- Non prendermi in giro. Tu hai qualcosa... - Sospira e finalmente prende il famoso blocco da cui ormai non si separa mai. Fa prima a scrivere a mano che sul cellulare... è unico!
'Ho solo bisogno di pensare...'
- E' colpa mia? -
'Non sono cose che accadono spesso... ' Se la cava bene. Mi mette a posto senza dirmi nulla.
Bè, non so che farci. Se non vuole parlarne...
- Se c'è qualcosa che... - Mi mette la mano sulla gamba e sorride come per dire di stare tranquillo. Non vuole farmi pesare questa strana situazione che si è creata e ci riesce bene, però non posso non sentirmi strano lo stesso. Magari non mi pesa perchè si sta comportando in modo tale che non mi pesi, però è come camminare su un campo minato.
Sembra tutto tranquillo ma potrebbe scoppiare una bomba da un momento all'altro.
Ormai resto seduto qua e lui appoggia la testa al sedile, guarda davanti a sé e torna nel suo mondo a pensare. Quante volte lo farà? Prima parlava di continuo, non sapeva stare zitto... ora è obbligato a stare zitto... a sentire i suoi pensieri... a chiudersi in un silenzio che scopre per la prima volta.
Vorrei farne parte. Non voglio interromperlo, però vorrei leggerglielo. Vorrei sapere a cosa pensa senza violarlo.
È impossibile lo so...
Lo scruto cercando di non essere sfacciato ma sono proprio perso per lui.
Ha dei lineamenti molto piacevoli... ricordo la prima volta che l'ho conosciuto. Aveva chili in meno, un taglio molto semplice ed i capelli erano scuri. Che strano che era. Sembra un altro rispetto ad ora. Aveva anche meno tatuaggi e... non so in cosa era diverso. Sia fisicamente che caratterialmente. Sembra proprio un'altra persona.
Era agitato ed inquieto. Negli anni ha avuto molti alti e bassi ma è sempre stato carismatico. Lui ha sempre attirato chiunque gli stesse intorno. Tutti quelli che ha conosciuto sono rimasti colpiti da lui, si sono un po' innamorati. È successo anche a me, solo che io sono rimasto mentre gli altri se ne sono andati.
Non so cos'ha di preciso. È cambiato molto sotto molti aspetti nel corso degli anni, è diventato sempre più incontenibile ed imprevedibile ma... non è solo questo... penso che sia la luce che attira le falene.
In qualche modo lui è un fuoco che brucia sempre ed invece di esaurirsi col tempo, aumenta e brucia sempre più.
Però è successo qualcosa fra quando era sempre più incontrollabile ed ora... ora sembra più calmo. Forse è perchè l'operazione alle corde vocali l'ha spaventato ed è inevitabilmente cambiato. Stare tanto in silenzio ti fa pensare e pensi alle cose importanti, pensi alla tua vita, fai le somme... ma lui si è fatto biondo prima. Quando ha composto quest'ultimo album. È successo qualcosa in questo periodo che l'ha addolcito. Eh sì, si è addolcito.
Forse è inconscio, non si rende conto del suo cambiamento, non è che uno lo fa apposta. Non si decide di cambiare.
Succede e basta e non se ne rende conto. Poi i cambiamenti si riversano in qualcosa di esteriore, anche. Un tatuaggio, un piercing, un taglio di capelli... un colore...
- Perchè ti sei fatto biondo improvvisamente? La tua caratteristica distintiva erano i capelli neri... ti risaltavano gli occhi... - Quest'ultimo pensiero dovevo tenermelo per me cazzo!
Lui mi guarda ed inarca le sopracciglia in quel modo quasi innocente. Da quando lo è?
A volte lo è. È molto contraddittorio. Lo è sempre stato.
Alza le spalle. Comincerò ad odiare questo gesto, ora che non può parlare e gli scoccia scrivere fa così. Ma questo non è Coby!
- Avanti dai! Perchè ti sei fatto biondo d'improvviso? -
Alla fine mi accontenta.
'Io sarei biondo in realtà, poi mi sono tinto perchè rispecchiava il mio umore nero...'
- Eri depresso? -
Sorride.
'Ero tante cose. Incazzato, provocatorio, negativo... col tempo sono peggiorato...'
Si riferisce ai suoi esaurimenti. Quando li ha avuti mi ha sconvolto. È stato lì che ho capito che non potevo lasciarlo. Uno normale avrebbe pensato l'opposto.
- Ora però sei migliorato... ti sei fatto biondo perchè il tuo umore sta meglio? -
Stringe ancora le spalle.
'Mi sono fatto biondo perchè la tinta nera mi faceva perdere i capelli!'
Rido! Tipico suo distrarmi con qualche cazzata. Anche lui sogghigna.
- Tanto lo so che è così. - Concludo sicuro.
Lui mi guarda e sta un po' inebetito, pensa a qualcosa e non dice nulla. Penso che non morirò mai abbastanza, con lui accanto... quando mi fissa così e non dice nulla...
'Perchè sono diverso?'
- Sei dolce... cioè sei più dolce... - Mi correggo, penso di aver esagerato, lui rimane colpito dalle mie parole ma non si ritrae. Non pensa 'ecco che ci prova con me!'
Avevo paura lo facesse invece no.
'Bè, mi sentivo meglio... più realizzato. Prima di Metamorphosis ero allucinato, dopo quell'album mi sono sentito meglio. Ho trovato il mio status. Il mio equilibrio. Cioè è quella la mia dimensione. Infatti The Connection è un collegamento a quello stato. Il vero cambiamento è iniziato in quell'album. Questo l'ha confermato ed ho voluto completare la metamorfosi, diciamo. Si vede dall'esterno?'
Ha scritto un papiro e mi stupisce, leggo tutto e sorrido, penso intenerito, per poi prendergli la penna e scrivere sotto.
Perchè certe cose non si possono dire. Sono d'accordo con lui. Se poteva parlare non l'avrebbe detto.
'Si vede. E sei più luminoso, oltre che dolce. Hai una dolcezza tua, non è normale. Non la so definire. Sei anche calmo. Bruci di meno. Ora scaldi ed illumini, prima scottavi. Ti sei proprio calmato... resti quello che si distingue sempre, il leder indiscusso, quello che attira tutti ma... sei davvero diverso. Equilibrato, come dici tu. Pur rimanendo Coby!'
Forse non ha senso quello che gli sto dicendo ma quando alzo lo sguardo per vedere se ha letto, vedo che stava guardando me e non il foglio. Restiamo un po' così. Io sono tranquillo e rilassato perchè sto parlando con lui ma... ma lui? Che espressione è?
A cosa pensa?
È uno di quei momenti in cui lo bacerei. Il fatto che non siamo soli mi aiuta e gli porgo il foglio, lui lo prende, lo legge ed eccolo che la fa: quell'espressione dolce di cui parlavo.
È un dolce diverso però lo è.
Forse è il biondo che l'addolcisce. O forse si è fatto biondo perchè si è addolcito. Non riesco a trovare la somma delle cose.
Il collegamento.
L'inizio.
Da cosa è partito tutto?
La sua metamorfosi deve avere un'origine in qualche modo...
'Penso che non scopriremo mai qual è il vero Coby... '
Commenta dopo un po' che ci pensa.
'Penso che il vero Coby sia fantastico.'
Bè, potevo tenermela per me ma scriverla non è come dirla. Fa un sorriso tenero. Cazzo, non sembra lui... non lo sembra... e quando fa così mi sento più innamorato di prima... ha un modo di fare, di guardare questo foglio... ha uno sguardo che non so descrivere. Ha un fondo di malinconia, quasi... o rassegnazione. Ecco, forse... è rassegnato...
'Allora tu conosci il vero Coby?'
Chiede scherzando un po'.
'Hai dubbi? Io so tutto di te!' Mi abbasso al suo livello e lui ridacchia. Lo adoro quando lo fa.
'E sai anche com'è il vero Coby?'
'Il vero Coby è l'universo.'
Devo piantarla. Evito di prendere ancora la penna o continuo a dirgli cose patetiche. Però sembra apprezzarle. Non mi schernisce, non si schifa, non fa niente di strano. Mi piace così.
Nemmeno lui dice niente, prende il blocco che abbiamo riempito e se lo mette in tasca, poi appoggia la testa indietro e chiude gli occhi con un sospiro profondo. Penso sia soddisfatto. È sereno.
È bello vederlo così sereno.
Spero che sia sempre così. Mi piace quando fa il matto ma solo se è felice. Se fa il matto inquieto mi dispiace.
Dorme e quando parte della grossa la testa gli scivola sulla mia spalla. Io sto immobile e nemmeno respiro con questo calore che mi fa sentire idiota.
Dio, come mi manca la sua voce.
Prendo gli auricolari e faccio partire la playlist con le nostre canzoni. La sua voce mi scalda letteralmente e finalmente respiro, mi rilasso e mi commuovo. Mi emoziona sempre.
È caldo e roco e graffiante ed arriva dritto all'anima. Sia quando urla che quando sussurra... sempre. Potente e profondo. È tutto.
La voce più bella che abbia mai sentito.

Quando mi sveglio lui ha gli occhi aperti ma tiene la testa sulla mia spalla. Si è messo un mio auricolare all'orecchio ed ascolta la sua stessa voce mentre canta. Siccome non ho la carta a portata di mano, prendo la penna e gli prendo la mano. Ormai non ha più importanza stare al mio posto.
Gli scrivo sul palmo poche parole semplici.
'Tornerai così'
Lui stringe le labbra e la mano, chiude gli occhi, lo vedo nonostante la posizione, corruga la fronte e ci spera. Ci spera con tutto sé stesso, ancora spaventato.
Si aggrappa a queste mie parole e mi cerca la mano, me la stringe, intreccia le dita e mi sembra solo un sogno. Forse lo è.
Resta la persona più incredibile ed imprevedibile che io abbia mai incontrato.
Non smetterà mai di stupirmi.