CAPITOLO V:
PSICOTERAPIA

Karim non vedeva una vera soluzione ma da un lato capiva che aveva bisogno di farsi aiutare. Il vero problema era che rifiutava totalmente quelle definite figure professionali. Non voleva assolutamente andare da psicologi.
Per questo José dopo l'ennesima partita andata nella nebbia più assoluta, da parte di Karim, gli disse esasperato, in privato:
- Fai come vuoi, trova una figura di rimpiazzo che ti vada a genio che non sia uno psicologo vero, ma risolvila perchè così non puoi andare avanti. Non posso affidarmi a te e siamo nel momento più importante. Non puoi far fare tutto a Cristiano e Gonzalo, considerando che Gonzalo non sempre ha delle buone giornate. Ho bisogno di essere sicuro che o tu o lui potete essere un buon sostegno per Cristiano, altrimenti non andremo molto avanti! Ci sono serate, come queste, in cui lui è intimidito e sotto pressione perchè è umano e capita. Allora dovete essere tu e Gonzalo a prendere in mano la squadra! Se non ne siete in grado vi distruggo! - Non gli forniva alternative e Karim capiva che aveva ragione.
Sospirando pensò alla figura alternativa che gli andasse a genio.
- E con chi dovrei parlare? - José allargò le braccia teatrale e seccato:
- Che cazzo ne so? Ci sarà uno con cui parli volentieri e che non hai voglia di scopare! -
Pensò fra i suoi amici, Sami e Mesut erano fra questi però loro non erano tipi da psicoterapia, non volevano dare consigli e suggerimenti. C'erano quanto voleva, lo ascoltavano però si limitavano a quello, per questo gli andavano tanto a genio ed erano come fratelli.
Però ammetteva che gli serviva qualcuno capace di dirgli qualcosa di veramente utile, che sapesse gestire un po' tutto quello che gli stava capitando.
A quel punto gli venne in mente solo uno.
Fu da Riky che andò subito dopo la partita, scesi dal pullman a Madrid gli chiese se quella sera potesse dormire da lui che aveva bisogno di parlare.
Egli, sorpreso della sua strana richiesta che non veniva da un po' di tempo, cercò con lo sguardo prima Gonzalo, poi José. Vedendo che nessuno dei due era nei paraggi cercò Cris il quale sapeva che non voleva venisse nessuno a casa loro, l'appartamento segreto che poi tutti sapevano avevano.
- Possiamo stare da te, se vuoi... - Disse infatti dando per scontato che ci sarebbe stato anche lui.
Karim non aveva niente in contrario, voler fare terapia con Riky equivaleva automaticamente farla anche con Cris. Loro due erano come un'unica entità perchè mentre uno dava una versione estrema da un lato, l'altro la dava verso l'opposto. La verità stava sempre nel mezzo.
Riky allora gli disse che andava bene e che si sarebbero trovati a casa.

Arrivati, si ritrovarono tutti e tre in cucina per mandare giù il boccone della notte.
Latte e biscotti.
Erano seduti a tavola e si fissavano in silenzio come se non si conoscessero e dovessero studiarsi. Cris e Riky volevano solo capire cosa volesse Karim mentre quest'ultimo voleva capire come si cominciasse una psicoterapia.
Avevano quasi finito le rispettive tazze, quando finalmente il francese si decise.
- Sono qua perchè ho bisogno di fare psicoterapia e risolvere il mio problema ma mi rifiuto di farlo con uno psicologo vero o chiunque sia. Mi hanno rovinato, sarei doppiamente bloccato. Mi serve qualcuno che faccia le stesse cose senza però esserlo. Qualcuno di cui mi fido che può darmi una visione approfondita e completa di quel che mi succede, che possa aiutarmi insomma. - Cris fu il primo a parlare, naturalmente.
- Cos'è che vuoi? - Era chiaro ma era anche assurdo e senza peli sulla lingua, disse subito cosa pensava.
Karim sbuffò ed alzò snervato gli occhi al cielo lasciando un po' di latte.
- Parlare, Cris! Cazzo, ho bisogno di parlare ed ho bisogno che qualcuno mi faccia delle domande sensate, che conduca la conversazione in modo utile per risolvere questo gran casino che sono io! E penso che lui sia il solo adatto perchè Sami e Mesut non sanno parlare e non sono profondi, sono degli amici fantastici e mi ascoltano e ci sono ma non parlano! Con Gonzalo mi sono lasciato, con José ci scopo, Raphael è il potenziale prossimo amante! Io ho bisogno di uno che parli, che ascolti, che voglia aiutarmi e che soprattutto io non abbia la tentazione di scoparmi! Lui è l'unico! - Poi si rese conto e corresse. - Voi! - Cris si drizzò nella sedia stupito di essere stato incluso. Loro due avevano un bel rapporto, erano amici ma non proprio confidenti. Lo erano quando Karim parlava con Riky, allora Cris gli dava il suo parere. Però era diverso, non era mai stato considerato parte attiva della chiacchierata.
- Noi? Vuoi dire tutti e due? - Chiese stupito. Riky ridacchiò e Karim sbuffò ancora esasperato.
- Sì, voi, che c'è ti sei dimenticato che quando parlo con lui ci sei sempre anche tu e che dici sempre la tua? - Cris si grattò la nuca stranito.
- No, certo che no ma... di solito tu punti solo a Riky e... - Karim si alzò muovendosi sempre di scatto.
- Lui mi dà una visione troppo felice ed ottimista, parla in chiave di fede e bontà. Tu invece sei più venale, realista e rude. Persino cattivo a volte. Quindi mi regolo facendo la metà delle cose che dite e so che faccio giusto. - Cris e Riky risero in tandem, Cris con la sua solita risata all'indietro, molto forte e sguaiata, mentre Riky radioso e felice, in quel modo che rilassava chiunque avesse vicino.
- Allora, mi aiuterete? - Ruggì poco gentile. Che modi di chiedere.
- Potresti essere più dolce! - Sbottò Cris. - Dopotutto ti faremo un gran favore! -
- Vi ripagherò in qualche modo! - Esclamò indispettito.
- E come? Abbiamo già tutto! - Lo stuzzicò Cris divertito.
- Troverò qualcosa che ho solo io! -
Cris si leccò le labbra ed alzò un sopracciglio all'idea. Scettico ed ironico. Riky sospirò scuotendo la testa e prendendo Karim sotto braccio lo condusse fuori dalla cucina prima che Cris dicesse qualcos'altro.
- Non serve che ci ripaghi, ti aiuteremo volentieri. Solo che non è una cosa da una notte... penso che avrai bisogno di parlare più volte, quindi se ora sei stanco possiamo fare domani. -
Karim si lasciò portare in soggiorno mite, solo con lui diventava un gattino e smetteva di essere la tigre.
Cris rimase in cucina a ridere.
- No io non sono stanco, vorrei cominciare subito. Se non sei stanco tu... - Cris sbuffò uscendo. Aveva sperato che non lo facessero quella notte.
Riky capì il motivo del suo sbuffare e si grattò la nuca indeciso, con aria di scuse infatti ammise:
- No, non sono stanco. È che Cris penso volesse farsi coccolare... - Riky diceva le cose a modo suo, con dolcezza ed ingenuità. Karim rise ma Cris non si imbarazzò della cosa, era raro che succedesse.
- E' vero, se vuoi farti psicanalizzare fa pure mentre io mi faccio fare le coccole dal mio angelo! - Adorava chiamarlo così davanti a qualcuno che sapeva di loro, quindi non si faceva il minimo problema.
Karim ridacchiò divertito, era rilassato finalmente e li vide andare in camera. Ovviamente li seguì.
Quando videro che stava venendo davvero, Cris girò a metà la testa, il braccio intorno al collo di Riky.
- Ehi, le porcate a tre le facciamo un'altra volta! -
Karim alzò le spalle strafottente:
- Voglio solo parlare con Riky! Per coccole mica intendete scopare! - Riky si nascose il viso fra le mani, solo loro riuscivano ad imbarazzarlo.
- No no, sono stanco, voglio solo denudarmi e stendermi su di lui come un gattino... se mi concedi il paragone per una volta... - Tigre e gatto erano Karim. Questi rise ancora e lo spinse una volta in camera.
- Per questa volta! -
Allora si sedette su una sedia imbottita al fianco del letto e li guardò spogliarsi e mettersi in tenuta da notte. Riky. Cris rimase in boxer.
Quando furono sul letto, Riky era seduto con le spalle sulla spalliera e Cris era tutto storto, steso accanto, acciambellato proprio come un gatto. La testa sulle sue gambe. Lo sguardo rivolto a Karim che li fissava divertiti.
Riky gli stava accarezzando la testa dolcemente.
- Dio, non ci posso credere! Sembrate davvero un gatto col padrone! - Rise di gusto battendo le mani e coprendosi il viso. Per un momento pensò di non essere capace di smettere e Cris fece l'aria da sufficienza senza imbarazzarsi per niente. In compenso Riky un po' lo era.
- Sei solo invidioso! Non te lo do se non la pianti di fare il cretino! - A volte aveva delle espressioni estremamente femminili. Non c'erano mai dubbi sul fatto che Cris fosse gay ma a volte metteva i manifesti.
Riky per contro sembrava effeminato solo in certi momenti, in certi atteggiamenti. Più che altro per lui era il carattere.
- Allora, di cosa vuoi parlare? - Chiese Riky cercando di farli smettere.
Dopo un po', molti sospiri e scosse di testa, Karim si fece serio e si rese conto che seduto non ci sarebbe mai riuscito.
- Ok, ho bisogno di stendermi, posso? - Il letto era molto grande ma il modo in cui Cris era messo non gli permetteva di stendersi accanto. Solo la fascia ai loro piedi era libera, così Karim si mise lì dopo che Riky gliela ebbe indicata.
Si mise a pancia in su proprio come da uno psicologo, si prese un cuscino e se lo mise sotto la testa. Poi, con le mani dietro la nuca, cercò di pensare da cosa cominciare.
Era assurdo tutto quello.
Solo ora che era lì se ne rendeva conto.
Però ormai c'era.
- Pensi che funzionerà? - Chiese perplesso.
- Ora che ci sei tanto vale provare! - Disse Riky semplicemente.
Karim sospirò e si sentì soffocare all'idea di parlare delle sue assurdità. Così si tirò su e si tolse la felpa rimanendo a torso nudo. Tornò poi a stendersi.
- Sei comodo? Vuoi per caso metterti anche nudo? - Chiese ironico Cris.
- No, per ora va bene... -
- Allora... cosa ti prende, si può sapere? -
Karim sospirò impaziente decidendo di cominciare da ciò che loro già sapevano.
- Voi sapete che io ho problemi nel gestire le energie in eccesso che poi si sviluppano sotto forma di attacchi d'ansia se non le scarico. Mi basta concentrarmi sui problemi per tenermi a bada. Se non ho problemi devono essere delle splendide scopate sbagliate. Altrimenti una relazione incasinata. Insomma. È così. Lo sapete. - Riky annuì. Era assurdo ma l'aveva capito e non gli restava che accettarlo.
- Questo l'ho detto solo a José e l'ho accennato a Gonzalo. Il motivo. Da cosa deriva. - Fu così che gli raccontò l'origine da bambino nella sua famiglia particolare, di tutte le figure incontrate che avevano fatto in modo di opprimerlo fino a fargli sviluppare quella sorta di nevrosi.
- Così ora mi rifiuto di parlare con gli psicologi o figure di quel tipo. Mi bloccano, fanno l'effetto opposto. Però mi rendo conto che ho bisogno di un aiuto di quel tipo. - Riky aveva pensato scherzasse quando aveva parlato di psicoterapia. Pensava avesse avuto bisogno solo di parlare, semplicemente.
Boccheggiando allarmato, disse cercando di essere diplomatico:
- Ma tu hai bisogno di una persona che sappia cosa fa... io... io che cosa posso... - Cris però intervenne.
- Ha solo bisogno di parlare e di avere un parere... non devi fare niente di che... - Le mani di Riky carezzavano Cris come fosse una specie di anti stress, cosa che ovviamente tranquillizzava Cris stesso. Karim girò la testa verso di loro con un'aria incerta. Non osava chiederlo un'altra volta ma i suoi occhi furono sufficienti. Ne aveva bisogno.
- Io sto diventando matto. - Asserì lugubre ma incisivo. Lo pensava davvero.
- Io non penso che tu stia diventando matto e nemmeno che impazzirai. Però non posso parlare della tua infanzia, non ne sono in grado, lo capisci? È chiaro che quello che ti hanno imposto, ora si è sviluppato come una forma di fobia, ma non possiamo lavorare su quello. Ora sei lontano da quel periodo, lavoriamo sul presente... - Non aveva idea di che cosa stesse dicendo, parlava a ruota libera sperando, -pregando Dio- di azzeccarci. Perchè se Karim aveva bisogno di parlare, doveva farlo sulle cose giuste.
Karim si girò sul fianco per poterlo guardare, ora i tre si fissavano di rimando ed era una scena da immortalare da un pittore, per le pose e l'intimità che davano dall'esterno.
- Karim, cosa provi per Gonzalo e per José? - Non aveva idea se potesse servire a qualcosa, però una cosa l'aveva chiara. Per aiutarlo doveva sbrogliare la matassa ed al momento era così assurdamente aggrovigliata che bisognava avere pazienza ed essere metodici.
Karim capì che sarebbe stato davvero complicato.
La mente si spostò impazzita da uno all'altro ed incapace di rispondere, Riky alzò Cris dalle proprie cosce, questi lo fissò stizzito stendersi di traverso, accanto a Karim, prenderlo e metterselo sotto il braccio. Karim si sistemò sorpreso fino ad un certo punto di tale gesto.
Poco dopo Cris si unì a loro, si stese accanto, dall'altra parte, e si prese il petto del suo moroso su cui adagiò la testa. Le mani di Riky carezzavano una il suo compagno sulla schiena, e l'altra l'amico.
Con quell'atmosfera meno formale -non che prima lo fosse poi così tanto- lo incoraggiò con dolcezza:
- Parlami di José. -
Fece piano.
Karim pensò che potesse farcela.
- Io sono arrivato ad amarlo, di questo ne sono certo. E c'era una forte attrazione sessuale. Anche adesso questa c'è. C'è passione e fuoco. Siamo due diavoli, insieme. Quindi è ovvio che diamo vita all'inferno. -
A Riky non sfuggì il passato.
- Ed ora? Lo ami ancora? - Karim sospirò sentendo i battiti del suo cuore regolari. Era pacifico.
- Io... non penso che l'amore si spenga facilmente, ci vuole tempo, molto tempo. Io l'ho lasciato perchè non ce la facevo più a combatterlo, era diventata una guerra e l'amore, semplicemente, non bastava più... capisci? Non è che non l'amassi... e... ed ora... non posso dire di non amarlo più... penso che il sentimento ora sia cambiato, sia un gran casino. Non riesco a decifrarlo. -
Cris non lo invidiava. Lui aveva avuto il suo bel da fare con uno, figurarsi se ne avesse avuti due.
- Gli vuoi bene? Al di là delle guerre... vedi, ora ti sta aiutando... si è fatto più dolce, dimostra che ci tiene, che ti ama ancora. È una persona contorta e discutibile sotto molti punti di vista, ma cancella tutto. Ricorda solo una cosa. A modo suo ti ama ed ora lo dimostra come avrebbe dovuto farlo dall'inizio. -
- Fa così perchè ti ha perso, vede che ti può riconquistare e non vuole bruciarsi l'occasione che potrebbe essere l'ultima. - Karim alzò la testa per guardare Cris che aveva parlato, anche lui alzò gli occhi e l'osservò attraverso Riky.
- Lo vedo che mi ama. Non è questo. Cioè... alla fine non ho mai dubitato dei suoi sentimenti e nemmeno dei miei. Non davvero. Credo. Pensavo che avesse la fissa di te però voglio dire... alla fine io penso che mi ami a modo suo, è contorto ma mi ama. Il fatto è che ora lui mi sta così vicino e sta diventando l'uomo che aspettavo diventasse prima di lasciarlo. Che la smettesse di farmi sempre la guerra. - Riky lì si era perso.
- E questo perchè sarebbe un problema? Non dovrebbe essere bello? -
Karim sospirò nascondendo il viso contro la sua spalla. Come un gattino.
- Perchè ho paura che dopo che saremo tornati insieme, se mai torneremo, il rapporto diventi perfetto, la relazione facile ed io... io mi riempia di quelle maledette crisi... che non abbia nulla su cui concentrarmi per tenere a bada il mio eccesso... - Si rendeva conto che era assurdo ed insensato ma era così. Per questo stava parlando con Riky.
- Ok, ci torneremo. Gonzalo? - Chiese dolcemente.
- Senti, non è una questione d'amore. Non è José o Gonzalo. È che io ho queste crisi d'ansia da stanare! -
A questo punto intervenne Cris seccato tirandosi su sul gomito e mettendosi a pancia in giù:
- Grazie, eh? Pensi che sia davvero uno psicoterapeuta? Sei qua per parlare con lui, rispondi alle sue domande o vaffanculo! - Karim si stizzì e per un secondo, alzandosi a sua volta, contemplò l'idea di dargli un pugno ma evitò per la mano di Riky su entrambi che li richiamò a sé.
- Ragazzi possiamo dormire e continuare domani... - Si sentiva un padre che faceva terapia fra i due figli!
- No no... continuiamo. - Borbottò Karim tornando giù.
- Gonzalo? -
Sospirò spostandosi mentalmente su di lui. Gonzalo...
- Lui è perfetto. È il ragazzo che tutti vorrebbero. È divertente, semplice, leggero, facile... ed è anche sentimentale, sensibile, profondo. Non crea problemi, capisce sempre, rilassa con semplici gesti o facendoti ridere, non pretende la luna. È uno di quei rapporti che chiunque sano di mente vorrebbe. -
- Ma lo ami? Perchè ti sei messo con lui? Solo perchè era perfetto? -
Karim lì per lì non seppe come dirlo. Non ne era certo.
- Era diverso da José. Erano il giorno e la notte. E avevo bisogno di scopare per distrarmi da José. Quindi sono andato con lui. Conoscendolo meglio però mi è piaciuto... ho voluto provare a vedere se andava avanti. -
- E come è andata avanti? -
- Che mi sono affezionato molto, sono molto geloso di lui e possessivo. Mi dà fastidio quando gli altri ci provano con lui. -
- Non stai rispondendo alla domanda. Sei solo affezionato? Gli vuoi bene e basta? - Cris aveva le idee già chiare. Karim si sentì messo alle strette e capì che non bastava volere bene.
- E' una cosa lenta, non ci si può innamorare così in fretta. Ho voluto provare perchè mi sentivo bene con lui e quando abbiamo provato a lasciarci è stato brutto, così mi sono detto solo di provare, senza pretese. Sono riuscito a dirgli che ero innamorato e a vivere con lui. Perchè ero così sereno, non volevo niente altro, mi dava tutto quello che mi serviva ed io ho pensato di amarlo. Di essermene innamorato. È stato di recente. Quando gliel'ho detto sono ricominciati gli attacchi. Sai la frenesia di dover scaricare, mi sentivo troppo carico di... boh... dovevo far andare l'adrenalina! Ero ansioso ma capisci che non ne ho motivo perchè con lui va alla grande! -
Cris non era certo del sentimento che provava per Gonzalo e glielo stava per dire senza peli sulla lingua, ma Riky arrivò a sorprenderlo.
- Io penso che la questione sia precisamente fissa in questo punto. Il tuo sentimento per lui. Quando ti sei dichiarato ti è tornata l'ansia. - Cris si zittì per vedere come l'avrebbe gestita.
- Cioè? Non ne sono davvero innamorato? -