CAPITOLO XIV:
COSA POTEVA FARE ORA?

Arrivarono tutti e tre insieme alle prove e per un pelo. Quando entrarono tutti si stupirono e nel vedere anche quello che un tempo doveva essere stato Ricardo, se da una parte capirono come mai furono così puntuali, dall’altra si chiesero cosa gli avessero fatto.
Gli altri erano già tutti arrivati e il primo a parlare, ovviamente, fu Marcelo.
- Dov’è la fata madrina? Voglio che trasformi anche me! -
- Per te ci vuole qualcuno che sta più in alto! - Commentò con sadismo Sergio.
Pepe fu altrettanto entusiasta:
- Cazzo che lavoro, Cenerentola è quasi irriconoscibile! - Perfino Iker era ammirato e nel cercare di non mortificarlo ulteriormente provò con qualche complimento normale:
- Però, sembri davvero un altro. Complimenti, stai benissimo! -
Ricardo rimase impalato davanti alla porta, rosso e rigido per un bel po’ ma più di tutti lo sguardo che gli bruciò fu quello di Cristiano fermo davanti allo specchio. La cosa che sorprese tutti fu che dopo una prima veloce occhiata non tornò alla propria di immagine, cosa che solitamente preferiva di gran lunga. Solo da questo e dal fatto che non scherzasse in qualche modo pesante, fu chiaro che aveva gradito.
Anche troppo.
Ricardo oltre ad avere un nuovo taglio di capelli che lo rendeva più adulto e lo valorizzava, un taglio non fuori dal suo stile comunque semplice e classico, aveva anche dei vestiti nuovi. Con nuovi non si intendeva semplicemente nuovi ma sempre sul genere di prima. Con nuovi si intendeva uno stile completamente diverso.
- Sembra o no un principe moderno? - Chiese Sergio orgoglioso del suo capolavoro.
In macchina era anche pieno di mille altri vestiti che l’aveva obbligato a prendersi per cambiare totalmente armadio e quindi stile. Ricardo si era opposto strenuamente con tutte le sue forze ma alla fine Sergio gli aveva preso tutto lo stesso.
- E’ un figo della paura! Cioè già prima era messo bene ma ora… ora si vede cosa c’era dietro al guscio! - Questa volta Marcelo non fu fuori luogo e tutti assentirono con lui e le sue ammirazioni sentite. Anche Cristiano sebbene rimase in silenzio a fissarlo stupito.
Aveva intuito fosse un bel ragazzo ma col taglio ed i vestiti giusti era tutt’altra cosa.
Abiti giovani e nuovi che evidenziavano la sua figura slanciata ed il suo bel corpo. Jeans Armani di una perfezione assoluta per lui e la camicia. La camicia più bella che avesse mai visto, blu scuro con le cuciture bianche che risaltavano, una stoffa non pregiata ma comunque splendida e liscia, un taglio da ogni occasione e non eccessivamente elegante.
Poteva sembrare tanto sportivo quanto da sera.
Esattamente il genere che si addiceva a lui.
Tipicamente principe moderno, appunto. Come Sergio aveva cercato di renderlo.
- Stasera deve cuccare, quindi ha chiamato la fata madrina, cioè io, ed eccolo qua! - Spiegò Sergio limitandosi alla versione breve. Non gliel’avevano approfondita molto nemmeno a lui ma così venne frainteso. O meglio venne frainteso da chi sapeva un po’ meglio la storia.
Leggasi Cristiano ed Iker. Se al secondo non interessava molto e pensava che facesse bene ad interessarsi ad altre/altri, al primo cominciò a rimescolarsi la bile in modo estremamente doloroso per il suo stomaco!
Marcelo e Pepe fischiarono e batterono le mani in concomitanza e lo circondarono scardinandogli le braccia tutti contenti ed eccitati:
- Allora tutti all’Olympia stasera! - Era un locale famoso per la varietà di persone che c’era, sia dal punto di vista femminile che maschile. Molto frequentato.
- No, ci andiamo solo io e lui! - Fece Karim mettendosi in mezzo sorprendendo tutti. Il suo tono non ammetteva repliche ma non era arrabbiato. Tutti lo fissarono storditi.
- E perché mai? Mica dovete cuccare fra di voi! - Pepe non era sempre un asso nell’esprimersi ma fu chiaro cosa intendesse e solo Iker notò lo sguardo di Cristiano assottigliarsi.
- Certo che no, mica l’avrei fatto mettere a nuovo altrimenti! - Esclamò Karim senza peli sulla lingua. A quello però la curiosità esplose e seccato spiegò sempre conciso come suo solito: - Deve capire se gli piacciono le donne o gli uomini. O tutti e due. Insomma. Cazzi suoi. - che lui aveva appena spiattellato impunemente senza tatto. Ci mancava solo che dicesse che si erano baciati ed avevano avuto un contatto intimo per provare rispettivamente due cose diverse. E che poi Ricardo aveva capito di essere veramente gay.
Il protagonista ora era sempre più sotto terra fra fischi di vario genere ed altre pacche. Chissà cosa avevano da divertirsi tanto, poi. Stava morendo davanti a tutti!
Iker lo capì e capì anche che presto il mondo sarebbe finito per colpa di Cristiano e trovando comunque strano quel suo atteggiamento, cercò di salvare la situazione in extremis.
- Sono affari suoi, lasciamolo in pace! -
Cercò di prenderlo per la vita e strapparlo alle grinfie delle streghe malefiche, leggasi Marcelo e Pepe.
Non gradirono ed anche se riuscì a condurlo al divano e a sederselo accanto, gli altri non mollarono.
- Ma perché solo tu e lui, scusa? A rimorchiare si va insieme. -
- Anche perché Riky ha l’aria di uno che non lo fa spesso… ci vuoi togliere tutto questo divertimento?  -
- Non lo fa per niente, per questo deve andarci. - Puntualizzò Karim andando al basso e cominciando a prepararlo.
- E allora perché non possiamo venire? - Chiese Sergio giustamente deluso dall’idea di non poter vedere fino alla fine l’esito delle sue dure -!!!- fatiche.
- Perché altrimenti si imbarazza. Lo sarà già così. Più siamo e peggio è! -
- E perché proprio tu, invece? -
Karim esasperato sperò che il basso fosse un fucile ma siccome così non era si limitò a demolirli una volta per tutte a parole, stufo di discuterne.
- Perché lo inibite! Siete quasi tutti gay, quello è bi e… - a quel punto si soffermò su Cristiano il quale lo fissava come se lo volesse uccidere. Alzò le spalle e proseguì senza pensarci oltre: - lui non ha definizioni ma lo distrae troppo. È colpa sua se Riky deve capire se è carne, pesce o verdura! - I termini di paragone furono fantasiosi e piacquero a tutti tanto che si distrassero mettendosi a ridere.
Con sollievo di Ricardo li videro cambiare obiettivo e puntare a Karim e alla sua loquacità ma quando li sentirono alludere di nuovo a lui e Ricardo insieme come coppia, Iker si irrigidì alla stessa maniera di Ricardo. Entrambi avevano notato lo scatto di nervi di Cristiano che ora sembrava in grado di ridicolizzare l’inferno.
“Tempesta, fulmini e saette!” Previde Iker sull’orizzonte e chiedendosi cosa potesse fare per sistemare le cose capì che non poteva fare nulla e che avrebbero dovuto cavarsela da soli. Non era il baby-sitter di nessuno e se Cris era interessato davvero e Riky avrebbe dovuto darsi pena per dimostrarlo e cercare di tenerselo, invece di farlo scappare. Ma alzandosi si disse con durezza che tanto non ne sarebbe mai stato capace. Lui non era in grado di amare né di provare altri sentimenti simili di mezzo.
A Ricardo comunque fu chiara una cosa.
“Nessuno dovrà mai sapere che cosa è successo fra me e Karim oggi.”
Intuizione esatta, specie perché se la voce arrivava a José sarebbe stata la fine del mondo conosciuto.
Quando cominciarono a suonare tutto tornò lentamente a sfumare ma il vento spazzò veramente via ogni cosa, imbarazzo, dubbi, pesantezze e tensioni, solo con la voce sensuale e penetrante di Cristiano.
Penetrante in quanto era l’unica che riusciva ad entrargli dentro in quel modo. Non aveva mai ascoltato musica e quella di chiesa non la considerava ovviamente, ma quando Cristiano cantava tutto veramente spariva ed era un effetto che comunque niente era mai riuscito a fargli.

Il locale era uno di quelli molto IN, dove si poteva trovare o gente estremamente ricca o che aveva un nome importante e conosciuto.
L’Olympia era spazioso e suddiviso in più sale, tutte comunque arredato con stile molto elegante e alla moda.
Il dj mandava le ultime canzoni dance del momento e quelle che andavano più in voga, il volume assordante faceva vibrare tutto il pavimento ed i tavolini al tocco, i barman facevano cocktail acrobatici e di grande impatto visivo e il tema generico era il monte Olimpo e quindi gli Dèi. Sulle pareti rappresentazioni degli stessi in genere futuristico e il bancone era a forma della saetta di Zeus.
Ogni ordinazione aveva a che fare con uno degli Dèi e le divise dei camerieri erano più costose di quelle dei modelli, per non parlare della perfezione del trucco e dei capelli.
L’Heven di Emeli Sande riempiva il locale delle sue note ritmate e melodiche al tempo stesso, quando Ricardo e Karim entrarono.
Il ragazzino rimase senza parole a guardare l’interno così come le persone che c’erano, sembravano tutte famose anche se lui non ne riconosceva nemmeno uno.
- Ma dove mi hai portato? Mica è un locale per vip? - Chiese stringendosi a Karim intimidito. L’altro ghignò.
- Non del tutto. - Al che era chiaro che parzialmente lo fosse. Ovvero era aperto oltre che hai vip anche alle persone con un certo reddito. Non a caso all’ingresso bisognava consegnare la carta di credito a cui di volta in volta tiravano giù il costo di ogni prenotazione. Se non la si aveva e se il conto non era abbastanza alto non si veniva accettati.
I clienti erano sicuri in ogni caso che tutto funzionava correttamente viste le moltissime telecamere di sorveglianza poste ovunque a cui potevano accedere per controllare di non essere imbrogliati in qualche modo.
C’era comunque in gioco il gran buon nome del locale, il direttore del posto non l’avrebbe mai permesso. La gente che vi lavorava era di un certo tipo e gli uomini della sicurezza e di controllo sovrabbondavano ovunque senza però essere invadenti.
Sicuramente un posto notevole.
- Ma a te piace un posto simile? - Chiese Ricardo avvicinandosi ancora, sempre appeso al suo braccio muscoloso.
- No ma hanno ragione quelle scimmie scopatrici! Qua chi deve cuccare cucca di sicuro e trovi solo ottima merce. Se non trovi qua qualcuna che ti piace vuol dire che sei proprio gay! - Il modo in cui lo disse fu un capolavoro di insensibilità e la faccia di Ricardo fu talmente comica che lo fece ridere. Era raro che lo facesse ma ultimamente con lui ci riusciva molto bene.
- Andiamo a sederci al banco, è sempre il posto migliore per individuare la preda. - Non era un donnaiolo incallito come altri del gruppo, leggasi Sergio e Cristiano che comunque andavano tanto con donne quanto con uomini, però sapeva come funzionava, il meccanismo l’aveva imparato proprio uscendo forzatamente con loro.
Ricardo sospirò a disagio, voleva già andarsene ma quando lesse i prezzi dei cocktail impallidì e fece proprio per alzarsi e girare sui tacchi.
- Dove vai? - chiese Karim prendendolo per il gomito.
- Via da qua! Hai visto i costi? L’acqua non è nemmeno in listino e un caffè costa un occhio della testa! Non oso guardare i drink analcolici! - Karim lo guardò e fu il suo turno di essere straordinariamente espressivo. Sembrava guardasse di nuovo un marziano su Venere!
- Intendi bere cose analcoliche? - Sembrava una bestemmia, una specie di vomito in bicchiere o cose simili!
Ricardo semplice rispose con un ‘sì’ ovvio aggiungendo senza peli sulla lingua:
- L’ultima volta che mi hanno fatto bere alcolici di nascosto mi sono ubriacato tanto da svegliarmi nudo nel letto di un altro completamente senza memoria. Non intendo ripetere l’evento! - Karim si fermò non sapendo questo dettaglio.
- Allora non sei vergine! Con chi hai scopato? - Ricardo avvampò ritrovandosi di nuovo seduto a spiegargli fra balbettii vari la famosa mattina incriminata quando si era ritrovato con Cristiano.
- Ma non abbiamo fatto niente, ha detto che mi sono messo a pregare e lui si è stufato. Fortunatamente si è addormentato! -
Dopo aver scoperto i dettagli del retroscena scatenante, Karim asserì capendo finalmente tutto:
- Bè, Cris si vanta di tutte le sue scopate, se ha detto che non l’avete fatto è incredibile ma vero. - Di questo Ricardo non aveva dubbi. - Insomma è da questo che è partito tutto! - E non avrebbe mai detto che si sarebbe pure divertito ad una serata simile con un angioletto del genere. Lui che era praticamente il Diavolo fatto persona. Fra passato da vagabondo e tossico e presente da musicista semi narcolettico e praticamente alcolizzato era decisamente tutt’altra cosa.
Quando gli chiesero cosa prendevano Ricardo disse ‘niente’ ma Karim non gli diede retta ed ordinando due analcolici si fece guardare con una sorpresa che rasentava una parodia di un film comico.
-  Ho promesso a José di smettere di bere. Devo almeno provarci. - Si giustificò capendo subito cosa fosse quella faccia da pesce.
- E comunque costano troppo! - Esclamò l’altro dopo guardando i prezzi preoccupato.
- Non pensarci… pago io! - Questo fece sentire Ricardo anche peggio, fu così che per distrarlo Karim lo obbligò a guardarsi intorno a ad indicargli tutte quelle che considerava belle ragazze. Era come partire dall’ABC con un prete che aveva appena lasciato i voti. Non gli era mai capitato ma immaginò potesse essere così.
Ricardo cominciò a guardarsi in giro già in subbuglio e a disagio, suo malgrado lo fece. Era importante capire che gusti sessuali aveva.
Di belle donne era pieno il locale ma tutte troppo impostate e tirate, non precisamente lo stile di Ricardo. Ma doveva ammettere che avevano un bel viso ed un bel corpo.
- Bè, quella è vestita con gusto! - Esclamò ad un certo punto indicandone una con un vestito azzurro chiaro dal taglio semplice ed elegante, non era scollata ma nemmeno coperta fin sotto al mento. La maggior parte delle altre sembravano voler scoprire quanto più potevano.
Karim ridacchiò.
- Non devi vedere come sono vestite ma cosa c’è sotto! Ti piace quella? - Ricardo arrossì e si concentrò sul viso.
- Ha un buon trucco, non è volgare e le valorizza i begli occhi neri. Poi ha anche un lucidalabbra che non spicca ma… - Karim sbuffò.
- Dannazione, Riky! Non il trucco, non i vestiti e nemmeno se si pettina bene o male! Per non parlare degli accessori del cazzo! Lascia perdere quelle cose! Il viso! Partiamo dal viso, la base. Ti piace? - Ricardo si strinse nelle spalle. Gli sembrava normale.
- Sì… - Ma non era convinto e lo si capiva.
- Le tette! Quella sarà una terza, non è male! Ti piacciono le sue tette? - Ricardo avvampò di nuovo e nemmeno rispose, così mise il dito nella piaga: - Vita stretta, fianchi medi, culo sodo. Ha un gran bel corpo ma non troppo vistoso, è una media sommariamente parlando. Ti piacciono le medie? - A questo Ricardo volle sapere il resto.
- Media? -
- Sì, quelle non strafighe ma nemmeno cesse. Le belle ragazze che sanno valorizzarsi con un gusto che non sia volgare ma giusto. Le medie. Quelle che devono impegnarsi un po’ per fartelo raddrizzare! - Il suo modo di parlare sbalordì una volta di più l’altro che si chiese cosa sarebbe dovuto essere star lì con Sergio.
- E… le altre? - Glielo chiese per curiosità preparandosi a qualcosa che avrebbe sicuramente gradito poco.
- Le cesse sono quelle brutte… ad esempio… l’amica della media. Non hanno gusto nel vestirsi, sono un po’ cicce e hanno imperfezioni sul viso. Quelle brutte insomma. Non dico che sono sempre piatte, dipende anche perché c’è a chi piacciono le forme piccole. - Ricardo cercò una con le suddette forme piccole e capì cosa intendeva. Sapevano vestirsi e valorizzarsi ma il corpo era da prima o seconda taglia. Rendendosi conto che riusciva a capire questo genere di cose da solo si disse che aveva passato troppo tempo con Sergio. Aveva passato tutto il pomeriggio a commentare le taglie delle donne che incontrava.
- Poi ci sono le strafighe. Quelle con un viso da urlo, un corpo da urlo e che sanno anche troppo valorizzarsi! - semplice e diretto. - Tipo quella col vestito rosso ed i capelli neri. - Ricardo la guardò. - Credo che sia la più bella qua dentro, ad un’occhiata veloce. Se non ti piace lei sei da rinchiudere ma è possibile che ti piacciano le medie, non è una brutta cosa, sai! -
La ragazza in questione aveva le famose curve perfette da novanta, sessanta, novanta, un vestitino corto e sexy che scopriva più che poteva nascondendo il necessario, un viso da modella e lo sguardo di ghiaccio. Gli occhi erano azzurri e truccati pesantemente ma mettevano in risalto quelle iridi magnetiche, specie grazie ai capelli neri che scendevano lisci sulla schiena nuda.
Ricardo dopo qualche secondo commentò spontaneo:
- Si scopre troppo, quella è eccessiva e volgare. Sarà una gran bella donna ma anche il trucco… troppo pesante. Nel complesso una che tende a spaventare gli uomini. Anche il più bello del mondo si troverebbe in soggezione davanti a lei! - Karim si batté il viso con la mano spazientito e sul disperato andante.
- Come fai a dire una cosa simile? Io voglio scoparmi un uomo ma me la farei subito una così! Insomma, può essere che mette in soggezione e che sia genericamente esagerata e volgare ma mette in tiro una così. La volgarità in una donna è l’arma vincente! Immaginati una spagnola da quella! - Ricardo bordeaux in viso si bloccò con un gran punto di domanda sul viso.
- Spagnola? - Temeva a chiederlo e Karim sempre più esasperato rispose:
- Una sega con le tette! - Quando capì il ragazzo si coprì il viso nascondendosi. Non riusciva più a guardare nessuno. Ma come faceva a dire certe cose? Con che coraggio, insomma? Sembrava parlasse di un cavallo da scegliere per correre sui prati!
- Ti prego, un po’ di decoro quando mi spieghi le cose. - A questo punto fu il turno di Karim di avere i punti di domanda sulla testa.
- Decoro? - Nemmeno sapeva cosa significava.
Ricardo riemerse e sospirò.
- Contegno? Usa un linguaggio meno volgare, più consono, più pulito, insomma! E poi parli di una ragazza, non di un cavallo! - Karim contò fino a cinque. Forse sarebbe stato meglio lasciare il compito a Sergio ma ormai che c’erano…
- Torniamo a noi. Piantala di commentare come vestono e come si truccano. Non conta. Guarda la base! - Così andava meglio. Ricardo tornò a girarsi verso di lei e la guardò provando ad immaginarla senza trucco e con un vestito meno appariscente ma non ci furono reazioni di alcun tipo. Karim se l’aspettava, sapeva che era una perdita di tempo. Uno che commenta un vestito piuttosto che delle tette era patologicamente gay!
- E’ una bella donna. -
- Ma? - Fece curioso.
- Ma tutto lì. Insomma, non mi basta. Una bella donna, dico. - Arrossì ritenendosi vagamente arrogante, ma era lì per essere sincero.
- Ma quella media? - Ricardo si spostò su quella dal vestito azzurrino, anche lei era una bella donna, ma non l’attirava l’idea di andare a conoscerla… ammesso che sapesse come fare e che ci riuscisse anche.
- Bella anche lei, apprezzo il suo buon gusto, come ho detto prima, sarei forse più disposto a farci amicizia ma… -
- Ma non a scopartela! - Concluse Karim svelto.
Ricardo arrossì per l’ennesima volta.
- In ogni caso non arriverei a quel punto con nessuno, prima del matrimonio. -
Karim provò l’impulso di strozzarlo!
- Parliamo per cazzo di ipotesi, porca puttana! Non ti dico di andare là e scopartela veramente, ma se avessi possibilità te la faresti? Insomma, vorresti? - Ricardo tornò ad osservarla intensamente, si mordicchiò con cura il labbro carnoso e rimase indeciso per degli abbondanti secondi, dopo di che si strinse nelle spalle.
- Non sono attirato da una che non conosco… - Karim sbatté desolato la fronte sul banco.
- Oh cazzo, ma sei di coccio, tu! - Ricardo lo fissò allibito. Ma cosa c’era che non andava? Era sincero…
- Perché? -
Risalì con un ultimo tentativo:
- Ti va di conoscerla? -
- In amicizia? - Tastò.
- Non cerchi amici, dannazione, men che meno amiche donne! Cerchi qualcuna con cui potresti avere una storia! -
- Ma non posso guardare una e decidere su due piedi se potrei sposarla nel caso abbia un buon carattere! Non siamo al negozio a fare shopping! - Era l’osso più duro che avesse mai visto.
- Andiamo a casa a guardarci un porno e facciamola finita! - Esclamò brusco Karim alzandosi dallo sgabello per filare via infuriato. Ricardo gli si aggrappò al collo per fermarlo, finì quasi per strozzarlo ma riuscì a tenerlo lì.
- Ti prego, risolviamola senza filmini di dubbio gusto! -
- Ma io te ne tiro fuori di buoni! -
- No! - Il tono sulla via delle lacrime intenerì Karim che tornò a sedersi.
Sospirò e si grattò la nuca sui capelli rasati corti. Era la persona più difficile che avesse mai incontrato.
- Dai, andiamo a conoscerla. Ha due amiche, se ci fosse stato Sergio era meglio ma l’amica cessa sa che è cessa e che non può pretendere che uno si interessi a lei! Io mi sacrifico con la strafiga! - Ricardo lo guardò come avesse bestemmiato di nuovo.
- Ma sei impegnato con José! -
- Ma non me la devo mica fare, ci parlo un po’ giusto per permetterti di conoscere l‘altra. Se vuoi appartarti vai pure, io mi arrangio. - Ricardo lo guardò aspettando che dicesse la versione seria della proposta. La versione rimase quella. Alla fine Karim rinunciò.
- A te non ti interessa nemmeno di striscio né quella né nessun’altra, vero? - Ricardo si strinse nelle spalle.
- Cioè, le trovo belle ma niente di più, non ho una spinta a conoscerle né a sperare un giorno di poter fare l’amore con loro, non sono quel tipo di ragazzo… -
- Ma con Cristiano lo speri di scopare, no? - Ricardo avvampò stringendosi immediatamente le gambe senza rendersene conto. Karim si batté di nuovo il viso con la mano. No, era una battaglia persa in partenza.
- Delle donne guardi come vestono, se hanno gusto e come si truccano. Più conoscerle più non conoscerle è uguale. Immaginarle a farti una sega non se ne parla. Ci parleresti solo per amicizia. Mentre se nomino Cristiano ti sciogli. - Di nuovo stile pomodoro.
Karim sospirò lasciandolo riflettere. Era così evidente che non sapeva come fare per farglielo capire da solo. Non c’era niente da fare, gli piacevano i ragazzi e nella fattispecie Cristiano. Era quasi normale… cioè che gli piacesse Cristiano.
Proprio quando stava cercando un modo plateale per mettergli in faccia l’ulteriore evidenza, dall’alto gli arrivò un aiuto. Due ragazzi passarono proprio di lì, indossavano dei jeans aderenti e le magliette firmate evidenziavano il corpo atletico e ben fatto, per non parlare del taglio di capelli all’ultima moda e del viso dai lineamenti latini e da modelli che si ritrovavano.
Non fu Karim a girarsi per guardarli, fu Ricardo e lo fece anche senza pensarci.
Il secondo dopo passò davanti un’altra donna da cento e lode e Ricardo nemmeno la notò.
A quel punto Karim scoppiò a ridere talmente forte da far girare tutti quelli lì intorno. Continuò a ridere di gusto e sentitamente fino a piangere, poi quando l’altro cominciò seriamente a preoccuparsi, riuscì a smettere e a parlare sempre con occhi ridenti che non lo facevano nemmeno riconoscere:
- Riky, sono appena passati due ragazzi palestrati e ti sei girato a guardarli mentre la strafiga da mille seghe e una notte non l’hai nemmeno notata! - L’altro lo fissò con occhi sgranati temendo di aver capito, l’aria da funerale e la speranza di trovare una pistola per spararsi. Almeno se fosse stato bisessuale e quindi attratto anche dalle donne una speranza di poter intraprendere la via giusta l’aveva, ma così andava tutto in fumo. In gran fumo.
- Sono gay gay? - chiese con un filo di voce mortificato.
Karim gli mise una mano sulla spalla e dispiaciuto ma divertito al tempo stesso asserì deciso:
- Sei gay gay! - E se ci fossero stati gli altri avrebbero fatto suonare le campane a festa a tale sentenza ma quelle che sentì Riky furono quelle da morto.
A quello infatti si prese il viso fra le mani e accasciandosi contro la sua spalla confortevole, si spompò sconsolato e disperato. Non riusciva nemmeno a piangere, voleva solo sparire.
Era nei guai più grossi che avesse mai visto e l’idea di pensare alla prossima mossa lo nauseava.
Cosa poteva fare, ora?
Karim lo circondò col braccio facendo scemare tutto il suo divertimento di prima, capendo che il momento dei giochi era tragicamente finito e che per il piccoletto non sarebbe stato facile.
Piccoletto come tipo poiché fisicamente era nella media come molti.
Eppure uno chiunque degli altri e José stesso a guardare Karim nell’arco di tutta quella serata si sarebbe sentito geloso e non per il fatto che i due fossero usciti insieme da soli ma perché Ricardo era riuscito a farlo ridere fino a quel punto, a farlo parlare tanto e a farlo essere addirittura espressivo.
I passi in avanti che aveva fatto nel giro di appena due giorni in compagnia di quel ragazzo, erano impressionanti e nessuno avrebbe mai pensato di vederglieli fare.