CAPITOLO XXVI:
ECCO LA DIFFERENZA

Era strano trovare in un perfetto estraneo il compagno di una sera, qualcuno con cui parlare, aprirsi e passare del tempo. Era strano anche fidarsi istintivamente.
Karim l’avrebbe liquidato in fretta dicendo che era solo gay e che questo spiegava tutto, ma lì Karim non c’era e Ricardo inesperto di praticamente la stragrande maggioranza delle cose della vita, semplicemente non poté che assecondare gli eventi così come si presentarono.
- Ti va se andiamo a casa mia? - L’idea di andare da Cris dove avrebbe anche potuto incontrarlo con Fabio lo mandò in crisi e solo per questo accettò al volo. Una volta nella sua auto sprofondò nel sedile e guardando fuori dal finestrino alzato, con l’aria condizionata che gli rinfrescava le idee, si perse nel paesaggio esterno che scorreva ad una velocità ragionevole.
Certe cose non le distingueva, altre si mescolavano, altre ancora, invece, le notava come fossero dettagli indelebili.
L’immagine di Cristiano e Fabio che ballavano insieme in quel modo, in perfetta sincronia e soprattutto con una tale intesa, continuava a bruciargli gli occhi e quando succedeva non poteva che stringere le palpebre per ricacciare indietro quelle stupide lacrime.
Come poteva esserci cascato?
Karim glielo aveva detto ed anche Iker a modo suo, con più discrezione. Cristiano non sapeva amare e finiva per far soffrire tutti. Si sarebbe scottato e avrebbe sofferto. Glielo aveva detto.
Pensando a loro gli venne una voglia immensa di sprofondare fra le braccia di Karim e lasciarsi andare con lui. Il primo effettivo vero amico con la A maiuscola di quando era venuto a stare lì. Iker gli si avvicinava molto, gli altri erano simpaticissimi e ci stava bene, ma se doveva affidarsi a qualcuno l’avrebbe fatto con Karim.
Cristiano… Cristiano voleva solo cancellarlo, in quel momento.
Non capiva perché la notizia di questo rapporto speciale con Fabio lo mandava tanto fuori di sé, non poteva immaginare che era semplice gelosia condita a quella che vedeva come un’orrenda delusione amorosa, la prima della sua vita. Però la visse.
Quando Gonzalo, in perfetto silenzio, si fermò a casa sua e lo fece scendere, gli parve di riconoscere lontanamente il quartiere, poteva essere lo stesso di Cristiano e José oppure uno simile e basta.
Sospirò, non gli interessava.
Era una villa molto grande e sul davanti c’era la classica fontana. Quando entrò non registrò quanto grande fosse e nemmeno quanto arredata con buon gusto.
- Un tuffo in piscina? - Chiese Gonzalo a bruciapelo sapendo che non avrebbe mai accettato qualcosa da bere. Improvvisamente l’idea di rinfrescarsi ulteriormente gli piacque enormemente e come fosse una delle poche cose buone della serata accettò timidamente.
- Magari… - Fu così che sorridendo gentile e rassicurante sparì tornando con un costume ed un asciugamano.
- Tieni, vado a cambiarmi anche io. -
Sentitosi atrofizzato fino al momento in cui si tuffò in acqua, non ebbe veramente idea di che cosa stava facendo. Non l’ebbe fino a quel momento e quando riemerse dopo una nuotata spedita su tutta la piscina, lo realizzò e aggrappandosi al bordo vi premette il viso sopra.
Era andato da un quasi sconosciuto solo perché si parlava bene con lui ed era gentile e simpatico. E non solo. Stava pure facendo il bagno con lui di notte in casa sua, da soli.
Perfino lui lo capì quanto azzardato ed incosciente fosse ma non potendo sapere che si era buttato per colpa di quel pizzico d’alcool e per il caos del locale che l’aveva stordito e disorientato, cominciò sentitamente a pregare immobile dalla parte opposta di dove si era tuffato.
Come poteva fare certe cose?
Sospirando si chiese anche come uscirne e se dovesse effettivamente preoccuparsi.
Dio non gli avrebbe mai lasciato fare qualcosa di tanto pericoloso, ne era abbastanza sicuro. Dunque doveva fidarsi? Dopotutto era stato apparentemente incosciente anche ad accettare quel lavoro assurdo e poi ad andare a vivere con Cristiano, ma in realtà era ancora vivo e vegeto ed anzi aveva conosciuto Karim.
Proprio nel momento in cui si stava decidendo a fare qualcosa fu raggiunto da Gonzalo il quale notandolo fermo si era preoccupato.
- Tutto bene? - Chiese mettendosi accanto ma toccandolo con una mano sulla schiena. Ricardo schizzò involontariamente e il ragazzo capì che doveva essere bello teso, quindi sorrise alzando il braccio per scusarsi:
- Ehi, sta tranquillo non ti mangio! Cosa c’è? - Chiese sinceramente preoccupato. Fermarsi in quel modo come se fosse disperso nel mondo non era normale e capendo che era effettivamente una brava persona, Ricardo cominciò un po’ a rilassarsi. Onde evitare problemi specificò imbarazzato:
- No è che mi sono appena reso conto della mia incoscienza. In realtà non ti conosco e sono qua a casa tua a fare il bagno con te… non è molto normale da parte mia. Potrebbe finire male, per me, dopotutto. - si morse la lingua rendendosi conto delle brutte insinuazioni che aveva fatto ma si riprese alla sua risata divertita.
- Hai ragione, sei stato molto incosciente! Ti va bene che sono amico di Cristiano. Cioè, a modo nostro lo siamo. Non farei mai niente di brutto a nessuno, la violenza carnale non è nella mia fedina penale! -
Ricardo ad occhi sgranati e preoccupato chiese spontaneo:
- Perché, ne hai una? - Gonzalo rise ancora più forte sprofondando sotto l’acqua per riprendersi. Quel ragazzo era spassoso per la sua spontanea ingenuità. Era pulito.
- No, stavo scherzando! Voglio solo rilassarti un po’! Non farò niente, so che se Cris ti tiene con sé è perché ti considera in qualche modo una sua proprietà e finchè è così odia che gli altri ti tocchino… - Lo disse senza volerlo davvero fare ma poi si rese conto che per lui non dire qualcosa che sapeva o che pensava era praticamente impossibile, quindi stringendosi nelle spalle sorrise di circostanza. Non era molto bello per Ricardo sapere di essere solo una proprietà privata.
- Te la sei presa? - Chiese infatti abbassando il tono e facendosi serio.
- Per la proprietà privata? -
- Io avrei tirato un pugno a questo punto! - Ricardo sospirò.
- Prima di ora pensavo di essere esattamente nulla, in realtà… uno usato e basta, forse. Per passare il tempo in assenza del vero amico di letto, come lo chiami tu. -
- Ma ci vai a letto? - A quel punto non poté non chiederglielo schietto e Ricardo arrossì dolcemente.
- No. Credo che lui vorrebbe. Anzi. Me l’hanno detto in molti. E che se voglio farlo solo per amore e non per passatempo dovrei evitarlo, che non si tratterrà molto. - Anche lui non sapeva non rispondere sinceramente alle cose che gli chiedevano e lo fece con la sua tipica calma rassegnata.
- Cos’è che vuoi? Farlo solo per amore? - Fu quasi una barzelletta, sulle prime, ma vedendo che era serio capì che doveva aver trovato l’unico fiore fra i rovi.  - E tu stai in un ambiente simile? Dove praticamente nessuno scopa per amore e in pochi si amano? Fra gente superficiale ed insensibile dedita solo ai piaceri fisici, al successo, alla carriera e ai soldi? - Il quadro di Gonzalo fu spietato ma veritiero e capendo in che posto fosse capitato, parlando in generale, Ricardo si rese conto di quanto ampia fosse la sua impresa di aiutare a tirare fuori qualcosa di buono da Cristiano.
Perché aveva pensato di poterlo fare?
Perché l’aveva visto fragile e nudo?
Smarrito?
Perché se ne stava innamorando?
Ma di cosa, poi?
Di chi?
Non lo conosceva veramente.
Aveva visto che c’era qualcos’altro in lui e non era solo la maschera d’oro che aveva addosso, però forse quel qualcosa non bastava. Non era sufficiente rispetto al resto.
Pieno di pensieri contraddittori e smarrimenti, scosse il campo sospirando sconsolato.
- Non so, comincio a credere anche io di aver fatto una delle mie solite incoscienze. Dopo stasera, poi… - La delusione riguardante Fabio era stata cocente.
Gonzalo sorrise toccandogli di nuovo amichevole la schiena sotto l’acqua. Lo sentì rimanere rilassato e capì d’avercela fatta.
- Dai, non bisogna mai arrendersi. Magari sei quello che gli ci vuole. E poi ti dico, per Fabio non prova amore, certo è un rapporto diverso rispetto a quello che ha con altri, è un privilegiato, ok. Però non ne è innamorato e se non lo è dopo tutto questo tempo dubito che possa succedere ora. E poi ti ha preso con sé, no? In qualunque modo ti veda, l’ha comunque fatto. - Sentendosi meglio, Ricardo si girò dando la schiena al bordo della vasca per guardare il nuovo amico in viso, voleva capire bene questa cosa visto che era l’ennesimo a dirgliela e nessuno gliel’aveva mai spiegata bene.
Si ritrovò involontariamente fra lui e la parete della piscina e Gonzalo si tenne istintivamente ai lati come per imprigionarlo. Non lo schiacciava, non lo teneva veramente, non lo toccava nemmeno ma dall’esterno era l’impressione che poteva dare. Uno che lo stesse per baciare e che l’aveva accerchiato.
- Ma perché lo dite tutti? Cosa vuol dire che forse sono io quello che gli ci vuole? - Gonzalo apprezzò il fatto che non facesse l’ingenuo ma che lo fosse veramente e senza bisogno di rifletterci e conoscerlo meglio, disse avvicinandosi a lui fino a sfiorarlo sott’acqua, l’espressione indecifrabile:
- Sei talmente pulito ed ingenuo che potresti benissimo contagiarlo positivamente. Pulirlo un po’, insomma. Potresti dargli un po’ di buona influenza… magari la pianterebbe di fare molte delle stupidaggini che fa! -
Ricardo ora che lo capiva e che glielo avevano detto con semplicità si risollevò sorridendo, era una bella cosa e dopotutto aveva fatto bene ad andare con lui, l’aveva oltre che illuminato anche rilassato e tranquillizzato e per come era andata la serata mezza disastrosa non l’aveva creduto possibile.
Fu proprio allora che Gonzalo decise che era il momento di prendersi la sua ricompensa per aver tirato su un tanto grazioso e delicato ragazzo.
Sapeva che non l’avrebbe mai fatto con lui, uno che stava tanto male per Cristiano e che pur vivendoci insieme si intestardiva per fare solo l’amore e non sesso, non l’avrebbe mai fatto con lui. Però una piccola innocente ricompensa se la meritava, ne era convinto.
Non lo fece troppo in fretta, non voleva spaventarlo.
Lo baciò quasi con dolcezza, ci mise della delicatezza per dargli modo di abituarsi e capire che non era una brutta cosa e quando lo sentì sciogliersi dall’irrigidimento atroce che l’aveva colto sulle prime, con una mano risalì carezzandogli il viso, scostandogli i capelli bagnati che gli ricadevano intorno mossi.
Non fu brutale, esuberante, intenso o violento. Fu molto tranquillo, calmo e caldo e Ricardo non se ne spaventò.
L’accettò nonostante la confusione che lo colse ma principalmente perché sapeva di non avere effettivi doveri, obblighi o legami con qualcuno. Aveva creduto di averli, ingenuamente e precipitosamente, e Cristiano glieli aveva indirettamente demoliti tutti. Non aveva obblighi, si ripeteva. Poteva semplicemente fare quello che voleva. Era solo un bacio ed anche molto dolce e piacevole.
Per niente spaventato, continuando a tenersi al bordo della vasca con una mano gli posò timidamente l’altra sul fianco e fu il turno di Gonzalo di rabbrividire. Aveva un tocco talmente delicato e timido da dare alla testa. Si chiese se sarebbe riuscito a trattenersi e a lasciare tutto su quel piano ma quando sentì i propri piedi allacciarsi ai suoi capì che probabilmente non si sarebbe fermato a meno che Ricardo stesso non l’avesse voluto espressamente.
Del resto provarci cosa costava?
Ricardo non lo respinse, voleva mettersi alla prova e capire fin dove fosse disposto a spingersi prima di sentirsi in una qualche colpa. Solo una cosa l’aveva chiara. Non ci sarebbe andato a letto, ma ormai aveva capito una cosa, stando con Cris. Bastava essere sfiorato un po’ nel modo giusto e si scioglieva come neve al sole e per inciso quel modo giusto era quello di un ragazzo che magari non gli dispiaceva fisicamente o interiormente e che non lo forzava a far nulla che non volesse.
Forse era la novità, si era appena scoperto gay e per di più aveva anche appena scoperto il mondo dei piaceri sessuali. Come aveva detto Iker più orgasmi si aveva più se ne avrebbe voluto avere.
Darsi piacere non era una brutta cosa, senza amore lo poteva essere però non poteva nemmeno diventare matto a rifiutare qualcosa che era tremendamente bella e che non faceva male a nessuno.
Unirsi anima e corpo a qualcuno era un conto, scambiarsi un po’ di tenerezze era un’altra.
Quando Gonzalo si premette col bacino contro il suo, Ricardo si eccitò paurosamente e tenendoselo addosso non lo fece andar via. Il cuore gli saltò in gola impazzito, quando gli disse sulle labbra pulsanti:
- Usciamo… - Con un’intenzione che non era chiara ma molto di più.
Ricardo seppe di poter fermarsi, ebbe la certezza assoluta in quel momento quando si trovò a quel bivio. Non era emotivamente coinvolto come succedeva con Cris che non poteva proprio fermarsi se non era lui a farlo per primo. Per questo accettò.
Non c’era niente di male se le cose rimanevano su un certo piano e quel certo piano l’aveva preciso indelebile nella testa.
Quando scivolò di lato a raggiungere la scaletta, l’altro gli fu subito dietro e non appena fu fuori, nonostante il fresco per essere bagnati in contrasto col caldo estivo che di notte non era eccessivo, Gonzalo lo prese per i fianchi da dietro, lo fece sedere su una delle sdraie lì accanto e stendendosi sopra riprese a baciarlo con quella dolcezza ferma ma non invadente o esagerata. Ricardo lo riprese per la vita carezzandogli i fianchi con leggerezza e poi la schiena. Le dita scivolavano sulla pelle bagnata mentre lui stesso si muoveva sopra premendo il bacino contro il suo. Di nuovo l’eccitazione.
Era diverso da quando era con Cris ed era anche curiosità, la sua, perché voleva capire la differenza e non solo per quanto lo riguardava, per capire cosa provava una volta per tutte. Voleva anche capire un pochino cosa provava Cristiano a fare quelle cose con qualcuno di cui non era sentimentalmente interessato.
Quando la mano di Gonzalo si insinuò sotto il suo costume e glielo abbassò appena per tirargli fuori la sua erezione, Ricardo non si oppose e lasciò che si muovesse sempre più veloce e deciso fino a mandarlo in estasi.
Fu di nuovo un orgasmo ma sempre diverso da quello provato con Cris. Poté paragonarlo a quello avuto con Karim. Ecco la differenza.
Erano cose belle, piacevoli, sfoghi fantastici e sinceramente validi a modo loro. Però vuoti, sostanzialmente. Con Cris c’era la frenesia, il non potersi trattenere, il voler andare oltre, il non saper aspettare… c’era… c’era qualcosa che non sapeva spiegare, c’era un orgasmo interiore oltre che esteriore. C’era qualcosa che per lui non aveva nome ma che non aveva trovato né con Karim né con Gonzalo, ora.
Sospirando per il piacere e per le risposte trovate, si rassegnò a quella che era l’unica verità a quel punto.
Era semplicemente innamorato di Cristiano, ecco la differenza.
E non poteva proprio capire come potesse lui farlo ripetutamente in quel modo, vuoto e senza sentimenti. Come poteva preferire quello, il sesso all’amore.
“Ma non avendolo mai provato è ovvio che stia bene così. Pensa che non ci possa essere di meglio ma si sbaglia. Il punto è… riuscirò a farglielo capire? E se non sono io quello giusto, come dicono tutti?”
Si oscurò e Gonzalo capì d’averlo di nuovo perso ed anzi di non averlo mai avuto veramente. Accettando quello che aveva potuto prendersi, gli si sistemò accanto carezzandolo e circondandolo con tenerezza. Quel ragazzo stimolava un naturale senso di protezione, forse proprio perché era così diverso dagli altri in quell’ambiente di squali.
- Andrà tutto bene, ce la farai. - Disse alla fine cogliendo in pieno i suoi dubbi. Nel sentirlo Ricardo si rilassò sorridendo di gratitudine. A modo suo era stato illuminante ed importante, oltre che obiettivamente bello.
- Grazie di tutto. - Mormorò infatti piano baciandogli l’orecchio con leggerezza. Gonzalo sospirò e allungando le braccia sulla sdraia accanto, prese un asciugamano e coprì entrambi con esso.
Sarebbe rimasto così anche tutta la notte.


Cristiano era nel pieno di un gran bel dialogo coinvolgente e stava decidendo di andare a letto con Fabio per calmare gli ormoni e riuscire a non violentare Ricardo, quando ricevette il suo messaggio e appena lo lesse si incupì come il giorno che diventava notte con un incantesimo.
Fabio che ben lo conosceva capì subito che doveva essere successo qualcosa e preoccupato glielo chiese:
- Che c’è? Brutte notizie? -
Ma Cristiano si limitò solo a dire con durezza e sulla via dell’ira funesta:
- Gonzalo vuole morire! - Al che Fabio si allarmò pensando seriamente che il loro amico volesse suicidarsi e che gli avesse scritto un sms d’addio.
- Davvero? Dov’è? Cosa ti ha scritto? Magari scherza, sai com’è fatto quello… - Allungando il collo preoccupato si fece guardare sorpreso da Cristiano che poi fece l’espressione da ‘che cazzo dici?’. - Scusa, ma non hai detto che il Pipita vuole farsi fuori? - chiese per chiarire.
Cristiano riuscì a ridere.
- No idiota, intendevo che… lascia perdere, devo andare! -
Fece per andarsene ma fu fermato da Fabio il quale deluso per un finale tanto scialbo, chiese speranzoso di poterla risolvere in qualche modo e soddisfare i bollenti spiriti:
- Dai, non farmi preoccupare, che c’è? Sta male? -
- No, era una minaccia mia per lui! Si è portato via Riky! - Fabio dapprima rise poi si ingelosì e tutto in un nano secondo ma senza farglielo vedere.
- E cosa siete, fidanzati? - Lo chiese schernendolo, sapeva che era impossibile ma almeno chiariva quegli strani comportamenti…
Cristiano sgusciò la mano dalla sua presa e stringendosi nelle spalle disse con un’espressione infastidita:
- No che non lo siamo, non dire cazzate! Però è mio lo stesso, non può andare con altri. Se vuole scopare ci sono io pronto che non aspetto altro! - Non aveva avuto modo di spiegargli nulla e quando Fabio capì di cosa si trattava per poco non fece cadere il bicchiere.
- Cosa? - Chiese esterrefatto alzando il tono: - Vivete insieme e non l’avete ancora fatto? -
Cris sbuffò passandosi nervoso le mani sul viso sudato.
- Sì, lui è una specie di prete. Più un angelo caduto dal cielo che altro… comunque vuole farlo solo per amore e se non lo ricambio non lo farà mai. -
- E quindi tu che fai, aspetti di innamorarti? - Chiese sempre più scettico con un vago tono di scherno. Lo conosceva bene, per questo parlava così sembrando cinico. Non era da Cris un comportamento simile.
- No, che stronzate. Aspetto… - Ma a dire cosa non seppe e Fabio cominciò seriamente a preoccuparsi come mai in vita sua aveva fatto per lui. L’ansia di prima mentre li aveva visti insieme ballare, quando prima ancora aveva cantato per lui… quell’ansia tornò come un cancro a divorarlo indecente.
- Cosa, che Dio gli dica che può farlo? - Cercò di buttarla più che mai sullo scherzo ma non era facile visto che voleva solo cancellare Ricardo. Peccato che non era una persona antipatica…
- No, stronzo! Che si decida a farlo lo stesso! Pensi che possa resistere a lungo? - Cris credette di essersi salvato in corner e con la fretta che cresceva poiché voleva andare a recuperare la sua proprietà privata, Fabio non lo mollò. Lo conosceva troppo bene.
- E tu fai il paziente che aspetta i suoi comodi pur di scopartelo. Dì, ma lo sai che il mondo è pieno di ragazzi? A te che piacciono anche le donne ed i trans, poi… - Fabio aveva ragione. Aveva dannatamente ragione e nel realizzarlo Cris si infastidì enormemente. Volendo solo dargli un pugno per tutta la ragione che aveva, non riuscì a dimenticare Ricardo con Gonzalo, poi però si rilassò. Se non aveva ceduto a lui perché a quell’altro sì?
Però era solo una speranza.
Solo dopo si rese conto di cosa stava facendo.
Stava sperando che Ricardo non andasse con Gonzalo. Quando mai gli era successo?
No, Fabio aveva ragione… non era normale. Lì cera decisamente qualcosa di sbagliato e strano.
- Lui… lui è una mia proprietà… non voglio che lo tocchino prima che sia stato io a farlo. Non sono veramente stronzo, non posso violentarlo. Se non vuole… però si capisce che lo desidera. È gay e l’ha appena scoperto grazie a me. Vedrai se non me lo faccio. -
Fabio sotto shock non poté che asserire sconvolto e sincero:
- Cris, non hai mai avuto problemi a farti uno, specie se lo volevi con tanto impegno. Non è normale che tu li abbia ora, che quello ti resista ma soprattutto che tu lo rispetti e gli lasci il tempo che vuole! L’unica cosa normale, qua, è il discorso sulla proprietà privata. Sempre ammesso che sia così. - Non poté trattenere la frecciata e immusonendo Cris ulteriormente per poco non si beccò un pugno. Non lo fece solo perché era il suo migliore amico.
- Non dire fottute stronzate! Lasciami andare, ne riparliamo! - Liquidato così comunque sostanzialmente per Ricardo, Fabio rimase sotto shock a contemplare la sua di delusione cocente e bruciante. Una delusione che sul momento non realizzò a fondo ma che poi l’avrebbe schiacciato.
Cristiano… aveva sempre creduto fermamente che se si sarebbe innamorato sarebbe stato di lui… perché? Perché no? Cos’era andato storto? Perché ora arrivava uno sconosciuto e glielo portava via così?
Ritorno peggiore non avrebbe potuto averlo.

Prima di uscire Cristiano cercò qualcuno degli altri per avvertirli che andava ma quando trovò Iker ad amoreggiare in un angolo nascosto del locale con Sergio, decise di sperare in José e Karim. Loro avrebbero dovuto aver finito… con somma gioia li trovò che parlavano con altre persone. O almeno José parlava e scherzava e Karim si annoiava sperando che la serata finisse. Era anche tardi.
Avvicinatolo, lo tirò in parte e Karim ne fu anche contento.
- Ehi, io vado… - Il bassista si stupì.
- Come mai così presto? - Presto in quanto solitamente era l’ultimo…
- Devo andare a recuperare Riky! - Karim si fece subito attento e si rabbuiò all’istante.
- Dove l’hai perso? - Come se l’accusasse di chissà quale misfatto, per un momento Cris ebbe voglia di picchiare anche lui. Come osava essere tanto protettivo verso Riky? In fondo era suo!
Perché la gente non se lo ricordava?
- Non l’ho perso, me l’ha portato via il Pipita! - Karim immusonito mugugnò un appena distinguibile:
- Pezzo di merda, come hai potuto perderlo di vista così? - Che per poco non gli valse veramente un occhio nero. Ma poi fu distratto da Karim che lo spinse quasi con un calcio: - Sbrigati! Gonzalo riesce a farsi chiunque perché, al contrario di te, non brucia chi ha davanti ma se lo lavora ai fianchi con calma! - Modo di dire da pugile che però fu fin troppo chiaro a Cris il quale già sapeva da solo quali erano i metodi di quel tipo. Non aveva niente contro di lui, gli piaceva ed erano amici da molto tempo ma per quel discorso di Riky stava giusto giusto per finire sulla sua lista più nera. Nessuno poteva osare toccargli il cucciolo!
E se avesse saputo che comunque Karim se l’era baciato due volte e gli aveva dato un bell’orgasmo sarebbe stata la fine.
Volando via da lì, non ci pensò su molto. Conosceva Gonzalo, sapeva che per farsi seriamente qualcuno se lo portava a casa e ci faceva il bagno insieme in piscina. L’aveva fatto anche con lui, solo che in quell’occasione si erano fatti a vicenda visto che l’intenzione era stata la stessa!
Non ce l’avrebbe fatta, si ripeteva. Glielo avrebbe assolutamente impedito.
Ricardo era suo. Questo era tutto ciò che sapeva. Per il resto, tutte le altre anomalie, le lasciava agli altri, non gli interessavano.