COME SI CAMBIA

CAPITOLO I:
UNA SORPRESA PER TUTTI

Arrivare e prendere casa vicino a Cristiano non fu un bel biglietto da visita per Fabio, ma Ricardo era costituzionalmente buono, ingenuo e gentile per vederci qualcosa dietro o seccarsene.
Non ci fece assolutamente caso, si limitò a dire che, semplicemente, era normale visto che erano amici, entrambi portoghesi e compagni in nazionale.
Davvero diplomatico!
Successivamente, durante l’anno, Fabio aveva piano piano preso piede in più di un senso approfittando del legame speciale che aveva col suo grande amico Cris. Gli si era attaccato come una specie di polipo, in effetti, in maniera anche davvero equivoca il più delle volte.
Abbracci, esercizi rigorosamente insieme -rigorosamente voluti da lui-, confidenze di ogni tipo per non dire uscite e foto insieme di continuo per i fan ed i fotografi che venivano ad assistere agli allenamenti.
Ricardo comunque non si era scomposto, era stato contento della loro amicizia, di quelle cose lui era sempre felice, non le vedeva mai male.
Sostanzialmente prima che lui diventasse geloso ne passava davvero molto perché era troppo buono per vedere malizia dietro i comportamenti altrui.
Ad ogni modo cominciò ad insospettirsi un po’ quando in un’occasione specifica Fabio ripropose praticamente il suo stesso identico gesto in partita.
Successe in una di Champions, il ritorno degli ottavi contro il CSK Mosca.
Ricardo non aveva giocato e nemmeno Marcelo, quindi siccome all’andata il Real aveva pareggiato, per andare avanti dovevano o pareggiare o vincere. Quando Cristiano aveva segnato portandoli in vantaggio era corso subito a bordo campo dove lui e Marcelo, i suoi due migliori amici -e non solo- si erano portati per festeggiarlo. Li aveva cercati lui e abbracciati insieme in modo molto sentito.
La partita successiva che a bordo campo era rimasto Fabio, al goal di Cristiano si era portato al limite proprio come aveva fatto Ricardo la volta precedente e siccome poi il compagno non era venuto ad abbracciarlo per esultare del punto segnato, l’aveva chiamato finchè non era arrivato e l’aveva fatto ridendo.
Ricardo non aveva potuto non notare che aveva fatto la stessa identica cosa sua della partita precedente, solo che nel suo caso era venuto spontaneo a Cris cercarli e abbracciarli, era partito da lui, con Fabio era stato richiesto il che era diverso.
Però pur notandolo non aveva voluto vederci niente di particolare dietro.
Lui no ma Marcelo e praticamente tutto il resto della squadra sì!
Anche perché lui magari gli sguardi che lanciava Fabio ai due quando si abbracciavano od erano in chiari atteggiamenti intimi in campo, non li vedeva ma gli altri sì ed erano sguardi a dir poco esaustivi.
Attenti, penetranti, cupi spesso, comunque di certo non felici e positivi.
“Aria di tempesta!”
Pensò Marcelo dopo l’ennesimo lanciato da Fabio in direzione di Riky che diceva una cosa all’orecchio di Cris attaccandogli la bocca e nascondendola per non farsi capire da nessun altro.
Fabio li aveva visti, aveva visto poi Cris ridere e subito era venuto a sua volta ad attaccarsi allo stesso identico preciso modo dicendogli qualcosa anche lui. Poi gli erano usciti solo dei complimenti ma dirglieli nello stesso modo era indicativo, come per dire che anche lui faceva le stesse cose quindi se si ricamava su Riky dovevano farlo anche su di lui!
Marcelo che conosceva bene tutti, sia Cris, che Riky, che Fabio, aveva subito capito come sarebbe potuta andare avanti la situazione.
Ovvero degenerare.
Perché Cristiano non è che fosse proprio ottuso, anzi, però vedeva Fabio come troppo suo amico di conseguenza si sarebbe sempre ostinato a non vederci altro dietro a tutti i suoi atteggiamenti particolari, mentre Ricardo nonostante magari avesse cominciato a notare qualcosa era comunque troppo buono per mettere dei paletti e chiarire le cose, sarebbe probabilmente rimasto in parte ad osservare senza saper di preciso cosa fare per non ferire nessuno.
Fabio, invece, non era tipo che si arrendeva ma nemmeno che attaccava subito e direttamente, tendeva ad arrivare all’obiettivo per vie traverse ma in ogni modo non avrebbe mollato. Sapeva tutto della storia dei due ragazzi ma lui puntava a Cris e la cosa era a dir poco evidente.
Da lì in poi, però, poteva solo stare attento e vegliare perché di una cosa era convinto.
“Cris e Riky sono come quegli uccellini inseparabili, quelli che se uno muore o viene tolto dalla gabbietta, l’altro muore subito perché non può vivere senza l’altro! E gli uccellini inseparabili non si separano!”
Di conseguenza li avrebbe aiutati in tutti i modi assolutamente!


Fabio forse si era montato la testa in seguito a quelle partite dove José aveva tenuto da parte Ricardo nonostante fosse in forma per il bisogno di Mesut ed Angel di giocare più di lui. Forse ritrovandosi il suo Cris tutto per lui a festeggiare i goal si era sentito in vantaggio sul brasiliano, forse sperava che il loro rapporto non fosse già così stretto come sembrava.
Forse si sbagliava di grosso.
Anzi, senza nessun forse.
Il patatrac comunque lo fece alla festa del trentesimo compleanno di Ricardo e qua rischiò grosso.

L’anno precedente Cristiano gli aveva regalato un appartamento segreto pieno di foto loro. Poi era stato il suo, di compleanno, appena pochi mesi prima, e Ricardo gli aveva dolcemente regalato sé stesso permettendo così una tenerissima promessa solenne fra i due che li aveva praticamente visti sposarsi in privato.
Ora che erano trenta gli anni di Ricardo il problema non era da poco, però ci aveva pensato ed aveva deciso di non coinvolgere molto i suoi amici, ci aveva pensato lui da solo, quella volta, ed aveva tirato fuori qualcosa di più che soddisfacente.
La festa era stata la sera del 22 aprile, giorno del suo compleanno e sebbene Ricardo se l’era aspettato, gli invitati che vide partecipare di certo non erano fra quelli che lui pensava avrebbe potuto rivedere.
Non così, comunque.
Non si era affannato a fare una festa a sorpresa vera e propria, aveva solo cercato di fargli una sorpresa durante la festa.
E, proprio a sorpresa, erano arrivati i suoi migliori amici di sempre. Gente che non militava esclusivamente nel Real Madrid ma che era stato suo prezioso amico e principalmente tutti i suoi ex compagni del Milan.
All’appello ovviamente aveva evitato solo uno, uno che non sarebbe sicuramente potuto intervenire, non, per lo meno, invitato da Cristiano.
Gattuso, Ambrosini, Inzaghi, Nesta, Maldini, Robinho, Pato, Dida, mezza nazionale brasiliana con cui aveva giocato, ergo Ronaldinho, Ronaldo il fenomeno suo grande amico, Rivaldo, Cafu e conseguentemente molti che avevano già concluso la loro carriera. Tutta gente che non vedeva da secoli e che lo fecero piangere alle lacrime come un bambino, gente con cui aveva avuto a che fare, con cui si era legato, con cui era andato d’accordo, con cui aveva instaurato qualcosa.
Perfino mister David Beckham era venuto.
Non certo solo per festeggiare il suo amico Ricardo… sicuramente anche per rivedere molti vecchi compagni ed uno in particolare. Uno con cui, durante la serata, si sarebbe magicamente defilato.
Tale Iker.
Solo uno dei suoi amici sarebbe stato fuori luogo, sbagliato e soprattutto impossibile. Eppure gli dispiacque comunque non vederlo visto che c’erano davvero tutti e che fra tutti lui era quello con cui si era legato di più in assoluto nella sua vita. Dopo Cristiano.
Ma Andry Shevchenko non era nella lista del portoghese a cui venne un autentico colpo quando lo vide arrivare lo stesso.
Per poco non si rovesciò il bicchiere di champagne addosso, resse solo perché sarebbe stato fastidioso cambiarsi il vestito più costoso dell’anno.
- Che diavolo ci fa qua… - Ricardo che gli era vicino non ebbe la sua stessa prontezza di riflessi e quando vide il suo ex compagno del Milan, il bicchiere gli cadde proprio attirando ovviamente l’attenzione di tutti.
Per un momento fu la classica scena da film dove il bicchiere si rompe, c’è il rumore di vetri, tutti si zittiscono e si voltano verso il protagonista che rimane impietrito a vedere il nuovo arrivato, questi poi si avvicina davanti a tutti che li fissano curiosi ed esterrefatti e aspettano di vedere se fanno qualcosa.
E cosa potrebbero mai fare davanti a tutta quella gente?
Specie davanti ad un certo Cristiano Ronaldo?
Non aveva idea di chi gli avesse fatto arrivare l’invito, era un mistero.
Percorse allo stesso modo di un film tutta la sala gremita di gente e fu come se anche la musica si sospendesse, per assurdo. Le voci cessarono. C’era chi non aveva idea del motivo di quel silenzio ma non fiatava perché chi invece sapeva cosa significava, stava proprio mortalmente zitto.
Gli occhi di Ricardo brillarono e si riempirono all’istante di lacrime.
Non poteva nemmeno lontanamente immaginare cosa significava per lui rivederlo.
Nessuno poteva.
Forse solo Cristiano ma vagamente.
Si rese conto di non respirare dal momento in cui aveva intravisto la sua figura fra la folla, era impallidito improvvisamente ma quando si era avvicinato era diventato via via sempre più rosso in viso, bloccato mentalmente e fisicamente ed incapace di pensare, di muoversi, di parlare, di fare qualunque cosa, rimase inebetito a fissarlo.
Ricardo non vedeva Andry da quando se ne era andato dal Milan l’ultima volta per tornare al Chelsea che l’aveva prestato. Da quando si erano definitivamente lasciati una volta per tutte decidendo che non era una storia che potevano vivere nonostante non avessero mai voluto niente in vita loro tanto come quello.
Quell’amore quasi assoluto ed imparagonabile non aveva mai avuto effettivo sbocco e forse proprio per questo portava con sé un dolore ed un rimpianto che nessuno avrebbe mai potuto capire.
Solo loro due.
E lo capirono, guardandosi negli occhi davanti a tutti, davanti a Cristiano stesso che voleva solo conficcargli il bicchiere che stringeva convulsamente giù in gola.
Chi diavolo l’aveva invitato?
Uno che non sapeva niente e che forse odiava Ricardo.
Assurdo pensare che potesse esistere qualcuno del genere ma davanti a quello era l’unica opzione.
Ciò che avevano passato loro due prima, da compagni al Milan, e poi, nel separarsi due volte senza mai vivere veramente niente di ciò che li aveva consumati, l’avevano sempre portato nel cuore e Ricardo con fatica aveva superato tutto.
L’anno prima aveva rivissuto tutto davanti alla notizia che Andry stava per mollare il calcio ed aveva pianto nel ricordare tutto.
Ora rivederlo cosa poteva fargli?
José che si ricordava di quella volta capì al volo la situazione, uno dei pochi di sicuro, ed anche se certi dettagli non li sapeva li indovinò al volo. Gli altri li colse Marcelo ed in due, con una prontezza di riflessi unica, proprio mentre Ricardo stava per piangere istintivamente davanti a lui che non aveva ancora detto nulla, assolutamente nulla, intervennero facendosi avanti.
José in quanto suo ex allenatore e persona con cui aveva avuto un burrascoso rapporto, gli arrivò da dietro e gli diede una sonora pacca sulla schiena e con un saluto sicuro ed allegro pose immediatamente fine, in qualche modo, al momento di fortissima tensione che si era creato.
- Andry! Ma dai, anche tu qua! Pensavo di non vederti… - Esclamò come niente fosse, Andry stordito per l’interruzione, nel rivedere un altro volto conosciuto, un volto che aveva significato a sua volta molto per via del momento di crisi in cui l’aveva incontrato, lo salutò spaesato ritrovandosi ad abbracciarlo senza rendersene conto.
Distolse lo sguardo da Ricardo in totale proprio cinque secondi e quando li tornò a posare su di lui, questi non c’era più rapito letteralmente dal tornado Marcelo che con quella famosa prontezza unica l’aveva preso trascinandolo via.
Cristiano l’aveva seguito al volo lasciando Andry a quel mito del suo allenatore.
Dovevano pensare a qualcosa e dovevano pensarlo in fretta.
Quando si appartarono chiusi in bagno sentirono tutte le voci riprendere concitate dall’altra parte; Ricardo era completamente in tilt e si teneva le mani sulla bocca incapace di parlare e respirare.
Praticamente Andry era il suo ex ma era anche più complicato di così perché non avevano mai veramente consumato quel loro amore quasi assoluto e pieno di desideri fortissimi, si erano sempre frenati perché Andry non aveva avuto la ‘cattiveria’ di Cris nel prendersi il ragazzo lo stesso, gli aveva portato rispetto e non l’aveva mai toccato capendo che non era pronto e non era giusto.
Però tutto quel reprimere li aveva rovinati in molti modi ed ora rivedersi con tutti questi rimpianti soffocati non poteva di certo fare bene.
Cosa poteva fare?
- Chi diavolo l’ha invitato, quello? - Grugnì Cris rivolto a Marcelo, questi scrollò le spalle:
- Che cazzo vuoi che ne sappia? Hai fatto tutto tu! -
- Sì ma sapevate quasi tutti cosa volevo fare… chiunque può aver preso l’iniziativa di merda ed invitarlo lo stesso nonostante avessi categoricamente vietato il suo nome! -
- Non lo so, io no di sicuro! Nemmeno Pepe, se è per questo… - Ma a quel punto a Marcelo venne l’illuminazione che si tenne per sé pregando di sbagliarsi. Se Cristiano e Ricardo venivano a sapere di Fabio nel caso fosse stato davvero lui sarebbe stata la fine. Doveva risolverla in qualche modo ma non sapeva bene come…
- E che possiamo fare? - Chiese infatti…
- E che diavolo vuoi fare? Ormai è qua, non possiamo mica cacciarlo! -
- Ma anche lui, perché cazzo ha accettato l’invito? -
- Avrà pensato che venisse da Riky… - Fra logica ed istinto arrivarono a ben poco, alla fine Ricardo si ritrovò a cercare Cristiano in crisi profonda. Quando il portoghese si sentì tirare di lato e si voltò, lo vide con quell’espressione confusa e mortificata. Sapeva di star per giunta sbagliando tutto, non voleva che pensasse male. Non era ancora innamorato di Andry ma era complicata la storia con lui… non poteva liquidare tutto con un ‘è solo passato’ perché non era così semplice.
Cristiano non ebbe bisogno di sentire la sua voce e le sue scuse, sapeva che se l’avesse fatto parlare si sarebbe messo a piangere, quindi l’abbracciò forte mentre Marcelo pensava peste e corna su Fabio che doveva complicare tutto in quel modo. Lui arrivava dopo tutti gli altri, non sapeva niente e si doveva intromettere in quel modo rovinando tutto, come osava?
Ebbe l’istinto di prenderlo a pugni nel vedere Ricardo così confuso e quando Cristiano l’accarezzò mormorandogli all’orecchio che se voleva lo faceva andare via di nascosto e si inventava qualcosa con gli altri invitati, un numero impressionante di gente, Ricardo scosse il capo.
- No non voglio. Ci sono tutti i miei amici di sempre, è un regalo bellissimo che mi hai fatto, non li vedevo da secoli e sono felicissimo che siano qua. Non manderò tutto all’aria. E poi è assurdo non riuscire ad affrontare qualcuno ora che ho un’altra vita e sono felice. Amo te, ho voltato pagina, sono andato avanti. Basta così. Ce la farò. È ora di parlarci di nuovo e dirci cose che non siamo ancora riusciti a dirci e dimostrarci a vicenda che siamo andati oltre. È una cosa che devo fare. Forse è giusto farlo stasera che faccio trent’anni. Come ulteriore svolta definitiva. Per passare alla fase successiva. Va bene così. Ce la devo fare. Ce la farò. - Ricardo mano a mano che parlava fra le sue braccia si stringeva a lui con dolcezza e acquistava sempre più sicurezza col panico che scemava. Cristiano ne fu sollevato e Marcelo più incazzato, però decise di non dire nulla e affrontare prima lui da solo Fabio per dargli l’avvertimento.
“Se lo viene a sapere Cris lo ammazza… non sa, non ha la vaga idea che gioca col fuoco. Non può pensare di riuscire a farli lasciare, non ci riuscirà mai e tutto quel che troverà sarà solo la furia di Cris. Fabio non ha idea di che cosa sta facendo!”
No, non l’aveva, per questo lui doveva dargliela prima che fosse troppo tardi.