NOTE: si tratta in realtà di una Side Fic, è tratto da Daddy-sitter. Per chi non l’avesse letta parla delle vacanze estive di Cris e Riky che hanno fatto con rispettive famiglie ma insieme. Se per Carol non ci sono stati problemi, per Irina sì poiché ha capito quasi subito del legame speciale fra i due ragazzi. Così ingelosita comincia a fare la guerra a Riky che comunque vince. Alla fine c’è un piccolo incidente, il figlio di Cristiano (Cris J nella mia fic perché si chiama come il papi) cade mentre loro due litigano, sbatte la testa e perde per un attimo i sensi. I due ragazzi passano tutto il giorno insieme in ospedale e Cris è molto scosso, Riky l’aiuta e lo consola finendo, a sera, per fare il seme! ^O^ Nel frattempo ho dato un input per Carol, la moglie di Riky, e Irina, la compagna di Cris. Perché loro due, naturalmente, sono state tanto insieme durante la vacanza e Carol non ha fatto che cercare di convincere che le idee di Irina sono malate. Alla fine la bella modella è molto scossa per l’accaduto e Carol riesce a farle capire che tipo di rapporto i rispettivi compagni hanno -cioè secondo lei-. Nella fic accennavo ad una storia fra le due che nasceva proprio in quella notte ma non l’ho descritta. Convinta da Yukino mi sono decisa a mostrare cosa è successo. Il primo pezzetto è ripreso dalla fic originale così come l’ultimo, nel mezzo c’è tutta la parte nuova. Spero possa piacere, non ha pretese, è la mia prima yuri, credo, e mi son fatta prendere la mano, spero che sia decente, insomma. A me l’idea di quelle due insieme piace troppo… la principessina Irina e la dolce Carol! Che coppia!
Ok, basta, buona lettura.
Baci Akane

PRIMA LI FANNO POI LI ACCOPPIANO
irinairinairina
carolcarolhttp://img1.bdbphotos.com/images/orig/k/r/krk391dzzlcw3k1w.jpgcarol

/Summertime sadness - Lana Del Rey/
In camera dopo aver messo Isabella nel box a giocare, si prese Luca in braccio per tranquillizzarlo, si vedeva che era preoccupato per il suo amico e non avendo capito bene di cosa si era trattato, gliene aveva dovuto parlare per spiegare in parole semplici l’accaduto, poi vedendo Irina giustamente pensierosa e preoccupata per cose molto più complicate di quanto non apparissero, Caroline decise di parlare anche a lei con la stessa dolcezza e prendendole la mano come avrebbe potuto fare con una sua cara amica, provò a spiegarle quello che secondo lei stava succedendo fra Cristiano e Ricardo, cosa fin troppo evidente per essere ignorata e messa da parte.
- Non è una questione di amore o attrazione o qualunque altra cosa tu abbia in mente per fare questa guerra a quei due poveri ragazzi. È semplicemente che ad un certo punto si supera la fase uno e si passa alla due, la due è quella della spiritualità, si cerca qualcosa di più dell’amore fisico e pratico, si cerca qualcosa di più grande ed interiore. Ricardo ha quel tipo di interiorità grazie alla sua fede e non tutti la devono avere, non come ce l’abbiamo noi, però sia che tu creda in Dio o no, prima o poi il bisogno di credere comunque in qualcosa arriva, quel bisogno di spiritualità, di caldo interiore. Cris l’ha trovata inconsciamente in lui che è solo un suo caro amico, ma non devi sottovalutare l’amicizia, è un sentimento anche più forte dell’amore, più puro perché non si spegne mai e non vuole niente in cambio. -
Irina a quelle parole si calmò, fu come se finalmente capisse quel che non era mai riuscita a comprendere e riflettendo sul proprio comportamento di quei giorni che aveva portato all’esasperazione sia uno che l’altro, si rese conto che se qualcuno si fosse preso la briga di spiegarle prima certe cose, forse non avrebbe fatto alcun danno.
- Dovrò scusarmi… - Mormorò facendo sorridere radiosa Caroline mentre le stringeva ulteriormente la mano provocandole una piacevole scarica elettrica che la riscaldò immediatamente.
Fu allora che capì meglio il famoso rapporto di Cristiano e Ricardo che l’aveva tanto mandata in confusione.
Come se le staccassero i fili, si adagiò contro la sua spalla e nascondendo la fronte e gli occhi chiusi contro il suo collo caldo, fra i capelli neri e lunghi che le scendevano splendidi sulla schiena, e sospirò.
Non stava male al punto da piangere, era anche meno confusa di prima, in generale stava meglio, così tanto meglio che le girava la testa ed era cosciente che fosse per la presenza confortevole di Carol. Non le avrebbe mai dato tutto quel potere ma le sembrò che il braccio che la cinse intorno alla vita fosse la sensazione più dolce che avesse mai provato.
In vita sua di uomini ne aveva avuti abbastanza, tutti piacevoli e di un certo tipo. Cristiano oltre ad essere l’ultimo era anche uno dei migliori, in realtà. Ricco, famoso e con una carriera brillante.
Per non dire bello ed anche simpatico se di buon umore. In realtà sapeva che le era capitato un gran bel colpo, non era da tutti trovare uno che a parte i soliti difetti d’egocentrismo ed infantilismo era una brava persona, bella oltre che, appunto, ricca, popolare e brava in quello che faceva. Insomma, un’autentica stella. Normalmente erano idioti completi, quelli così, Cris in realtà non lo era per questo insisteva tanto nello stare con lui nonostante i molti sospetti che nutriva da molto.
Da quando aveva avuto il figlio e si era messo con lei pareva aver messo la testa a posto ma ora era convinta d’aver capito pienamente il rapporto che lo legava a Ricardo ed anche se inizialmente era impazzito di gelosia e rabbia all’idea che avessero una storia clandestina, ora non riusciva più di tanto ad importarle.
Ora che Carol la cingeva con dolcezza.
Capì grazie a lei e a quel momento cosa aveva trovato Cris in Riky e non solo. Non poté di certo biasimarlo.
Rimasero a lungo così senza dire nulla, Carol con pazienza aspettava che si riprendesse convinta che si sentiva ancora in colpa per il piccolo Cris J e per aver tormentato ingiustamente il grande Cris e Riky. La sua ingenuità rasentava i massimi livelli, persino suo marito non era più così.
Sarebbe comunque rimasta così anche tutta la notte, era bello averla così rilassata e abbandonata a sé, appariva finalmente come un essere umano con fragilità e bisogno d’affetto, probabilmente con Cris la vita amorosa non era la fine del mondo, se ad un piccolo semplice contatto le era praticamente crollata addosso. Era chiaro che avesse bisogno di quello. Quel calore interiore di cui aveva parlato prima.
Si disse disposta a darle tutto ciò che le serviva e ad aiutarla, convinta che comunque fosse ciò che Dio voleva.
Non aveva idea di cosa volesse Irina per essere ‘aiutata’.
Prese tutto forma in breve, non fu proprio improvviso ma quasi. Ebbe tempo di elaborarlo per tutto il giorno, in realtà.
Essendo mattina decisero di aspettare un po’ di tempo prima di andare a trovarli in ospedale e vedere come stavano, quindi scesero a fare la colazione mentre Ricardo le teneva costantemente aggiornate e diceva loro di non preoccuparsi che il piccolo guerriero stava bene, a giudicare dalle sue urla assurde.
Dopo essere andate a trovarli, vedendo che Luca ed Isabella erano particolarmente nervose sentendo Cris J piangere di continuo, Ricardo disse loro di andare a distrarre i due piccoli perché non era un ambiente che gli piaceva per loro, fu così che Cristiano ed Irina fecero una sottospecie di pace per la litigata fatta in precedenza alla brutta caduta del principino.
Poche parole, un abbraccio fugace ed uno stampo lieve sulle labbra. E la consapevolezza che non serviva più parlare negli occhi di entrambi, ormai era tutto troppo evidente e chiaro. Troppo.
Il resto della giornata passò in sordina con le due donne che facevano da madri a Luca ed Isabella sembrando sempre più una coppia, si trovarono presto così in sintonia che non avrebbero mai pensato potesse succedere. Erano diverse come il giorno e la notte ma improvvisamente Irina sembrava quasi dipendere da Carol, come se lei fosse il sole fra le nubi scure.
Non era comunque molto brava ad analizzarsi, non le piaceva farlo convinta sempre che non ci fosse poi molto da guardare, dentro di sé. Preferiva agire istintivamente, fare subito ciò che voleva senza farsi grossi problemi perché comunque lei poteva tutto per un motivo o per l’altro.
A sera, Ricardo venne a dirle che erano in camera ma che Cristiano era troppo scosso per affrontare Irina e che preferiva stare o da solo o con lui. Ovviamente Carol le aveva detto di stare con lui. Tanto più che Irina era tutto il giorno che era strana, meglio dividersi i compiti per quella notte.
Non aveva idea fino a che punto se li sarebbero divisi.
I bambini crollarono abbastanza presto per via della grande preoccupazione di quel giorno, alla fine l’avevano assimilata sotto forma di stanchezza e se per Isabella era normale crollare addormentata presto perché era piccola, per Luca no senza suo padre.
Irina andò a farsi una doccia mentre lei si occupava dei piccoli e quando uscì dal bagno indossava solo una canottiera e degli shorts davvero shorts. Carol la guardò… fra l’essere senza reggisono con una canottierina nera che lasciava poco all’immaginazione e le gambe tutte scoperte, non si poteva dire che fosse un abbigliamento consono a dei bambini ma non disse nulla per non seccarla e soprattutto perché i suoi due tesori dormivano.
- Che c’è? - Chiese Irina notando il suo sguardo attento. L’aveva squadrata da capo a piedi facendola sentire come Biancaneve nel mondo reale.
- Niente… i capelli… sono bagnati… - Disse alla fine deviando per non essere polemica, poi riscì anche ad aggiungere: - Non vorrei ti venisse la cervicale… non li asciughi, solitamente? - Irina, che non era idiota come poteva sembrare, capì e rispose a dovere. A modo suo.
- Sì ma non volevo svegliare i piccoli. - Con questo si conquistò definitivamente Carol. E lo sapeva bene che sarebbe successo.
Ridacchiando fra sé e sé, la modella si stese nel letto matrimoniale al posto di Ricardo ed evitando le lenzuola di proposito, si sistemò sul fianco in una posizione estremamente sensuale, proprio una gatta. Carol lo notò ma finse indifferenza per un nano secondo. Il tempo di cominciare a spogliarsi a sua volta e mettersi in tenuta da notte che consisteva in una splendida camicia da notte estiva con dei deliziosi laccetti sulle spalline. Era a pieghe e scendeva morbida fin sulle cosce, color pesca.
- Si vede che sei una modella… - Le sfuggì alla fine, quando era tornata a guardarla. Irina la stava fissando con molta intensità e si era sentita doppiamente nuda, quando si era tolta i vestiti da giorno per indossare quelli da notte. Il reggiseno l’aveva tenuto nonostante lo togliesse sempre.
Irina notò ogni singolo gesto, anche il rossore sulle sue guance abbronzate e la trovò deliziosa.
- Perché? -
- Perché assumi sempre posizioni provocanti, come se dovessi venir fotografata! - Fu sincera, in realtà non aveva detto niente di strano eppure le sembrava di essere stata troppo sfacciata. La sua risatina la tese ulteriormente e quando si sedette sentì la sua voce ringraziarla:
- E’ un gran bel complimento per me… - Poi aggiunse con astuzia, abbassando il tono: - Specie se viene da te… -
Carol le dava la schiena e proprio al momento di girarsi per guardarla e dimostrarle tutto il suo enorme imbarazzo -ora qualcosa di strano c’era davvero- vide Luca muoversi inquieto.
Prese la palla al balzo e proprio mentre Irina le stava allungando le mani sui capelli che ricadevano fino a metà schiena, lisci e neri, si alzò e si sedette nel lettino del figlio, gli carezzò la fronte e senza parlare o dire qualcosa di particolare, iniziò a cantare.
Carol aveva intrapreso una piccola carriera di cantante senza aver riscosso un grosso successo se non in patria, però fatto era che aveva proprio una gran bella voce e cantava comunque bene.
Irina rimase incantata ad ascoltarla, cantava in portoghese ed era davvero rilassante. Osservò anche la sua espressione mentre lo faceva, guardava suo figlio con una dolcezza infinita e capì perché Ricardo nonostante le sue pulsioni omosessuali -ormai era inutile non dirlo- si fosse comunque sposato con lei. Lei era serenità, pace, dolcezza… tutte cose che in ogni caso servivano a tutti.
Irina non ne aveva mai avute, aveva sempre dato la precedenza ad un altro genere di cose e questa volta era stato strano abbandonarsi ad una così.
Fu come assumere per la prima volta una sostanza che dava forte dipendenza.
Luca si riassopì preso e la ragazza di rialzò tornando nel letto, dimentica per un istante del momento d’imbarazzo precedente.
- Se non gli canto qualcosa non si addormenta bene. - Spiegò Carol mentre si stava per stendere. Si fermò notando il suo sguardo incantato. - Che c’è? - chiese ingenuamente.
- Sei molto brava! - Rispose senza problemi Irina facendola arrossire di nuovo, sorrise comunque con sorpresa non aspettandosi da lei tutta quella gentilezza. L’aveva mal considerata per la maggior parte del tempo ed ora doversi ricredere era anche piacevole.
Irina le si avvicinò sul letto vedendo che non si stendeva e prendendo finalmente una ciocca nera di capelli, cominciò a giocarci. Rimaneva stesa sul fianco, tutta abbassata, e la guardava dal basso con uno sguardo estremamente lussurioso, sembrava di nuovo in un set fotografico.
Carol lo pensò ma si sentì sedotta da lei e da quel gesto che le provocò dei forti brividi di piacere. Adorava quando le toccavano i capelli.
- Non ti togli il reggiseno? - Chiese Irina. - A me dà fastidio dormire con quello… - Carol, incantata per un attimo dal suo sguardo da gatta e dai suoi occhi incredibilmente verdi. Non aveva mai visto due occhi simili, o forse sì ma magari non le erano mai piaciuti tanto.
Irina era bella e sapeva di esserlo e la differenza con Carol che era altrettanto bella era questo, che non ne era pienamente consapevole. Sapeva di non essere brutta ma non si comportava coma una bella donna, non ci pensava mai.
- No… cioè normalmente lo tolgo ma… - La sua sincerità la smascherò in un istante e sorridendo con malizia, Irina si alzò a sedere raggomitolando le gambe sotto di sé, quindi la voltò e disse:
- Te lo tolgo io. - Carol, docile, si fece fare non capendo perché dovesse farlo. - Non devi imbarazzarti… - Mormorò mentre le alzava la camicia da notte da bambola e le infilava le mani sotto, sfiorandole la schiena di proposito. Rabbrividì e si raddrizzò immediatamente. Irina sogghignò ma non fu vista. - Fra donne che bisogno c’è? - Disse ancora sempre più suadente, ora aveva avvicinato il viso al suo per parlarle nell’orecchio. Anche questo fu motivo di profondo sconvolgimento perché l’altra piegò la testa di lato, ora era certa che la stesse seducendo ed era questo che c’era di sbagliato. Erano due donne, perché ci provava con lei? Pensava di dover ricambiare la sua gentilezza ed il fatto che era stata con lei così tanto?
- Guarda che non devi ricambiare… - Disse seguendo il filo dei propri pensieri che le sembravano logici.
- Eh? - Chiese Irina non capendo slacciandole i gancetti e togliendo le mani da sotto per prenderle le spalline da fuori e fargliele cadere lungo le braccia. Gliele carezzò con entrambe le mani come se le stesse spalmando una crema e Carol dimenticò di nuovo tutto, si morse la bocca e cercò di nuovo di riprendere il senso delle sue parole.
- Se pensi di dover ricambiare in qualche modo il fatto che ti ho sostenuta, oggi, non devi… cioè, l’ho fatto volentieri e… - Ma ora le sue mani si erano infilate oltre le spalle, nella scollatura non molto accentuata della sua camicia da notte e le aveva preso il reggiseno sfilandoglielo da sopra. Nella manovra si era appoggiata col petto sulla sua schiena facendole sentire tutta la morbidezza dei suoi seni liberi. Fortunatamente separate dalla stoffa dei rispettivi indumenti, sia pure sottili.
- Ma io non penso di dover ricambiare. Al massimo lo voglio. Però in realtà non è un discorso di ricambiare. - Carol si girò prima che le mettesse le mani da qualche altra parte ma fu peggio perché si ritrovò praticamente fra le sue braccia, viso contro viso, le bocche a poca distanza le une dalle altre.
- E allora cosa… - La voce le morì in gola, le sue labbra erano vicine e carnose, le aveva sempre considerate belle così come ogni singolo lineamento che la componeva. Non aveva mai avuto problemi nel riconoscerla una splendida ragazza ma ora improvvisamente ci vedeva tutto il male possibile.
Irina pensava la stessa cosa con la dolcezza naturale che il suo viso sapeva assumere in ogni istante, anche preda dell’imbarazzo lo era e pensando che avrebbe potuto trattenere il fiato in eterno se non avesse fatto qualcosa, si scostò a sorpresa lasciandole lo spazio per stendersi e riprendersi.
- Dai, stendiamoci. È stata una giornata massacrante. - Non più di altre, ma era stata psicologicamente atroce sotto molti punti di vista.
Carol spaesata e confusa batté le palpebre un paio di volte fino a che non si decise a stendersi, prese il lenzuolo e lo tirò sopra entrambe. Non era freddo però aveva idea che si chiamasse decenza.
Gli occhi verde chiaro di Irina brillavano di continuo e la sua pelle abbronzata sembrava estremamente liscia e morbida, non aveva mai notato tutti questi dettagli sebbene avesse sempre pensato che fosse splendida.
Era davvero in difficoltà. Voleva una risposta ma al tempo stesso ne aveva paura.
Sospirò non osando comunque tornare in argomento pensando che forse fosse finita, cercò qualcosa che potesse concludere la giornata.
- Come stai? Stamattina eri molto scossa… - Era sinceramente preoccupata per lei e voleva capirlo, magari era ancora così sconvolta che ci provava con lei…
Irina però non era mai stata meglio e avvicinandosi all’altra che si era coricata sul fianco come lei per guardarla, tornò a toccarle i capelli sparsi sul cuscino, erano come una sorta di calmante.
Carol si sentì chiaramente sfuggire da sé, incapace di staccare lo sguardo dal suo magnetico e di allontanarsi.
- Bene, grazie a te. Ho capito cosa intendevi col discorso sull’interiorità e la spiritualità… - Carol lieta che fosse così s’illuminò abbassando la guardia:
- Sono contenta, ero preoccupata perché… -
- Penso che Cris e Riky stiano vivendo esattamente la stessa cosa, in effetti… - Continuò interrompendola. Ora era sempre più vicina ed aveva il braccio piegato sotto il proprio capo.
- E’ quello che volevo dire io… - Ma capì che non intendevano proprio la stessa cosa e con ingenuità se ne accertò corrugando la fronte: - Intendi a livello di amicizia o sei ancora convinta che… -
Irina sorrise ironica.
- Intendo che sono profondamente uniti spiritualmente perché Riky colma le mancanze di Cris, si completano… - Cominciò.
- Sì, esattamente questo… - Ma Irina proseguì furba, senza pietà, sempre con una strana luce nello sguardo ormai ad un soffio dal suo. Si sentivano i rispettivi fiati sulla pelle del viso e la mano dai capelli era scesa sul suo collo caldo. Carol faticava a capire cosa diceva ma si sforzava perché non voleva nemmeno mandarla via. Erano cose che si facevano fra ragazze… quel genere di coccole innocenti… no?
- Che poi, a lungo andare, avrà portato inevitabilmente a qualcosa di fisico. - Concluse. Ok, la pensava ancora a modo suo solo che ora stava praticamente dicendo che erano anime gemelle fatti per stare insieme e che si amavano. Perché si amavano era accettabile? Stava per cominciare un sermone lunghissimo distratta dall’argomento e dimentica per un istante della sua vicinanza e delle sue mani, tornò lì brutalmente quando le si fermò sul viso in una specie di carezza, il pollice le percorse le labbra morbide e tutto svanì, tutto scivolò via, specie i pensieri e le intenzioni.
Rimase solo le loro bocche che finalmente si univano fondendosi le une sulle altre.
Carol rimase assolutamente immobile, in totale blackout. Irina ebbe la meglio in un istante e lasciandole il viso si alzò sul gomito in modo da stenderla sulla schiena e potersi sistemare parzialmente sopra. Fu così che poté esplorare il tanto agognato resto del copro.
Non perse tempo, non era tipa da aspettare la sensibilità altrui o cose simili.
Aveva capito di volerla e di esserne attratta e questo le era bastato.
Carol completamente stordita di lei, la lasciò senza la capacità di respingerla o toccarla.
Eppure ne aveva voglia.
Sentì la sua lingua sicura farsi strada fra le labbra aperte con furbizia, poi bruciò quando si incontrarono, l’accarezzò con sensuale lentezza e quando si abituò a lei il bacio ebbe inizio perché Carol stessa si abituò. Ed anzi. Capì che la voleva.
Fu lì che l’istinto prese il sopravvento anche su di lei e pregò solo che non smettesse.
Avvampò nel rendersene conto ma non voleva che finisse tutto.
Il calore che provò partì precisamente dalla zona intima del suo corpo e capendo che si stava già eccitando, la sentì strofinarsi con sensuale lentezza. Le sue curve generose il necessario contro di sé la stavano facendo impazzire ma fu peggio sentire la stoffa a separarle.
Non si accorse di essere lei a prendere l’iniziativa e alzarle la canottiera, pensò che fosse stata Irina. Ma lei sorrise vittoriosa e seduta a cavalcioni su di lei si alzò dritta facendosi vedere bene dalla compagna mentre, maliziosa e sicura di sé, si toglieva la canottiera rimanendo a torso nudo.
Carol avvampò ancora coprendosi il viso con le mani, stava davvero facendo una cosa del genere?
Non riuscì a dire nulla e quando Irina ridacchiando divertita dalla sua reazione ingenua ed infantile le prese le mani obbligandola non solo a guardare, chiuse gli occhi. Li chiuse e fu peggio perché non vide dove le stava portando le mani. Fu veloce a posargliele sui propri seni nudi, erano sodi e alti di una misura ideale. L’obbligò solo per poco a toccarglieli perché poi, chinata di nuovo, bocca sull’orecchio, glielo leccò e poi disse piano e suadente:
- Guardami, non ti piaccio? - Sapeva di piacerle, non era sciocca. Carol ormai non sarebbe più tornata del suo colorito normale, quindi decise di rassegnarsi anche perché a conti fatti la voleva troppo. Una volta lì gettata in mare ai nuotatori veniva spontaneo nuotare. Fu così che accadde a lei.
Questione di natura ed istinto, ma accadde ed Irina ne fu orgogliosa.
Aprì gli occhi e la guardò, era di nuovo col viso davanti al suo, vicino. Gli tolse le mani e lasciò che facesse come voleva e constatò con gioia che rimaneva lì a toccarle i seni come ipnotizzata. Finì per tormentarle i capezzoli ed aver voglia di averli sotto la lingua.
Non avrebbe mai osato se non fosse stato per l’acutezza della modella che, sorridendo enigmatica, mormorò sulle sue labbra, sfiorandole, succhiandole e lasciandogliele di continuo:
- Non vuoi assaggiare? - Voleva torturarla un po’, a quel punto.
Si rese conto che era facile al cedere.
- Sì ma… -
- Ma? - Carol si diede della pazza per aver detto ‘sì’ prima del ‘ma’. suo malgrado rispose:
- Come fai di punto in bianco, così, a fare… - Irina ridacchiò tornando sul suo orecchio, le diede piacere con la lingua e rispose piano:
- Non hai mai avuto esperienze di questo tipo? - Carol scosse il capo imbarazzata, gli occhi sgranati e sconvolti: - Io sì. E fidati che sono altamente appaganti. - A questo punto l’ondata che provò non fu solo di calore ed eccitazione ma anche di curiosità.
Ecco perché le carezza di Carol si spostarono dai seni ai fianchi e finì per accompagnare i movimenti sinuosi di Irina che si alzò per darle i seni fra le labbra.
Se ne prese uno dopo averle aperte, glielo leccò con la punta della lingua giocando col capezzolo e poi continuò mano a mano che lo sentiva più rigido fino a succhiarlo.
Solo allora Carol si rese conto di un problemino di carattere materno.
Isabella, nata da poche settimane, era ancora allattata al seno.
Si fermò pensando che quando sarebbe toccato a lei sarebbe finita in modo alquanto strano ma Irina lo prese per un ‘scambiamo le posizioni’.
Non ci pensava minimamente a stare sotto, quindi abbassandosi le tirò su la camicia da notte.
Solo quando ebbe davanti al viso i suoi seni pieni capì probabilmente quale pensiero aveva appena avuto.
- Allatto… - Mormorò Carol imbarazzata e piena di sensi di colpa coprendosi il viso con le mani e le braccia, come se fosse un misfatto. Era davvero orrendo fare una cosa simile in un momento del genere.
Era una madre, i figli dormivano accanto e si lasciava andare a certe cose di dubbio gusto.
Bè, in realtà il gusto era ottimo.
Irina sorrise contenta della sua scoperta e ignorando le sue braccia sul viso e l’imbarazzo gigantesco, glieli prese entrambi fra le mani, cercò di non stringere troppo e si limitò a leccare con una delicatezza insospettabile.
Carol che era particolarmente sensibile sui capezzoli in quel periodo per ovvie ragioni, sussultò subito premendosi ancor più forte gli avambracci sulla faccia.
Era in piena lotta interiore e gli ormoni non erano di certo un aiuto.
Voleva anche gridare, se era per quello, ma la delicatezza di Irina la sciolse e quando le sue mani le liberarono il viso, fu per ritrovare la sua bocca.
Dopo un bacio che sapeva sorprendentemente di dolce, Carol mormorò piano:
- Visto che non è successo niente? - Pensava potesse verificarsi qualche fatto imbarazzante legato al latte ma così non era stato. - Sono solo gli uomini a non sapere come fare… - Si riferiva all’aver a che fare coi seni di donne in allattamento, era una cosa obiettivamente risaputa. Loro facevano come gli piaceva, non come poteva andare bene alle donne.
A quel punto Carol la cinse stringendola a sé e dopo che l’ebbe baciata a sua volta, scivolò lungo la sua schiena e poi alla vita, si infilò timidamente con le dita sotto i pantaloncini per poi scoprire che non aveva né slip né tanga. Arrossì all’idea e Irina rise scivolando giù sotto al lenzuolo che rimase a coprirla parzialmente.
Le tolse gli slip che indossava, erano delle semplici brasiliane, quindi si alzò le alzò le aprì le gambe e le fece sapere in cos’altro erano più pratiche le donne.
Carol si prese il cuscino sotto di sé e strinse mano a mano che le sue dita e la sua lingua avanzavano in lei. Era qualcosa in incredibile perché anche se ovviamente con Ricardo quelle cose le aveva fatte, con lei era veramente diverso. Non che Riky non fosse bravo o cose simili, però lei era… tutt’altra cosa… la gestiva, la muoveva in un modo che… si faceva strada quasi con prepotenza per poi farla impazzire. Provò una serie di cose incredibili specie quando i suoi capelli lunghi le ricaddero sulle cosce ricordandole che era una donna che le stava dando tutto quel piacere.
Quel pensiero le diede alla testa ed inarcandosi liberò il culmine del proprio godimento affondando le unghie sulle scapole della ragazza.
Irina rimase basita, avrebbe voluto giocare di più prima dell’orgasmo decisivo ma evidentemente ne aveva avuto troppa voglia per trattenersi.
Sorrise sorniona soddisfatta comunque del suo operato, sapendo che non poteva pretendere molto da lei, ora.
Però tornata su le restituì il suo stesso sapore e Carol se ne ubriacò, quasi, non avendo idea di che cosa stava facendo.
Erano cose che normalmente non avrebbe fatto ma cosa c’era lì di normale?
Non riusciva proprio a riattivarsi e quando l’altra le prese la mano e se la infilò fra le gambe a farle toccare la propria femminilità, chiuse gli occhi mentre Irina invece la guardava fissa sfidandola.
Non seppe far altro che proseguire quella specie di esplorazione perversa o forse più naturale di quel che avrebbe mai osato pensare.
La toccò inizialmente titubante e insicura, poi via via sempre con maggior sicurezza e voglia. La sentiva bagnarsi e darle maggior strada mentre continuava, capiva che le piaceva specie dai sospiri contro la sua bocca e quando questi furono quasi eccessivi, Carol la cinse con il braccio libero come per dirle di non gridare. Ma l’aiutò a raggiungere il suo orgasmo che fu altrettanto sconvolgente poiché era poi arrivato in un momento di dolcezza. Sentendo che l’abbracciava.
Rimasero ansimanti ad osservarsi per qualche istante, poi, contemplandosi e piacendosi sempre più, quindi sancendo tutto quello con un bacio leggero e delicato che gestì Carol, trovarono la serenità alla fine di quella stranissima giornata.
Non avevano avuto modo di parlare, forse l’avrebbero fatto, era stato comunque sconvolgente e piacevole. Meraviglioso. Come qualcosa che dopotutto avevano sempre cercato senza nemmeno saperlo, qualcosa che era loro sempre mancato.
Sempre.
Dopo che Irina si stese di lato circondandole la vita con un braccio e appoggiando le labbra contro la sua spalla nuda, Carol, nel silenzio di qualche secondo dove la frenesia era scemata almeno in parte, disse con un tono decisamente anomalo, quasi risoluto:
- Rimettiti la canottiera che se si sveglia mio figlio gli viene un colpo! - Irina in risposta rise ma, suo malgrado, l’accontentò tornando poi a dormirle abbracciata.
In pieno Cris e Riky style!

Esilarante il momento in spiaggia quando Cristiano steso a pancia in giù a prendere il sole ricevette dalla candida Irina una domanda apparentemente come tante.
- Cris, come ti sei graffiato dietro alle ginocchia? - Ricardo puntò allarmato lo sguardo dietro alle sue ginocchia dove la notte Cristiano stesso si era graffiato per tenersi alte e piegate le gambe nell’incredibile notte d’amore che avevano avuto, quindi arrossì fissandolo quasi disperato, sperando che se ne inventasse una appropriata.
Cristiano però non andò nel panico e con calma, consapevole che ormai le cose erano perfettamente a posto, rispose noncurante:
- Puoi anche non crederci, ma sono stato io. - Ed era vero, cosa unica visto che normalmente era Riky a graffiarlo mentre facevano sesso.
Irina alzò le spalle e tornando a stendersi come niente, disse pacata:
- Oh, ci credo, fidati. -
Solo lì i due ragazzi incuriositi da quella reazione, notarono dei graffi sulle scapole. La pelle era abbronzata e si vedevano poco, ma sapendo cosa cercare uno li trovava subito.
Loro lo sapevano e scambiandosi degli sguardi eloquenti da sopra di lei, finirono uno col soffocare a stento delle risate imbarazzate e l’altro a ghignare liberamente.
Ormai era tutto a posto.

FINE