NOTE: i protagonisti sono due su cui non ho mai scritto, sono Jese e James Rodriguez. Stesso cognome ma non stesso sangue. Fra l'altro che uno è spagnolo e l'altro colombiano. Comunque hanno qualcosa in comune a parte la giovane età, il talento ed il Real Madrid. Entrambi sono molto innamorati ma non ricambiati. O meglio considerati come fratellini, ma nulla di più. James di Cristiano e Jese di Karim. La cosa è lampante, ma il loro affetto è del tutto fraterno, specie perchè sono sentitamente impegnati con Riky e Zizou. Ok, nulla di che, una specie di delirio dopo che ho visto quanti baci si son scambiati i due nell'ultima partita di Liga... che mi ha ispirata la fic. Buona lettura. Baci Akane

CONSOLANDOCI


- Ti prego Isco... - Miagolò Jese allungando le braccia verso Isco.
- No, senti. Adesso non posso. Devo fare sesso su skype con Al! - Con questo gli chiuse la porta sulla faccia, tranciandogli per poco le suddette mani.
Jese si appiccicò disperato alla porta ormai chiusa mettendosi a battere come se ne andasse della sua vita.
- Ti pregoooo! - Cominciò come una sirena dell'ambulanza.
Dall'interno nessuna reazione, Jese sarebbe andato avanti all'infinito se alle sue spalle non fosse stato interrotto da una vocina piccola e dolce.
- Tutto bene? - Chiese James fermo nel corridoio del dormitorio del club.
Jese smise finalmente di strillare e lo guardò con un po' di vergogna.
- Scusa, non volevo rompere a tutti. È che... avevo bisogno di Isco, ma quel maledetto è occupato ed io... - James, che aveva un'aria un po' mogia, si fece avanti con un sorriso incoraggiante dei suoi. Quelli dolci, teneri, che piacevano a tutti.
- Posso aiutarti io? -
Jese di primo impatto si sentì di rifiutarlo, ma poi all'idea di andarsene in camera da solo a pensare a Karim che se la faceva con Zidane, lo angosciò troppo.
Ultimamente era sempre quella la solfa e a turno se lo sorbivano un po' tutti i suoi amici.
Prima Isco, poi Dani, poi Nacho ed infine Aiser.
- Questa sera toccava a Isco, ma non può e... - Ripeté fra sé e sé indeciso se coinvolgerlo nel proprio club del 'sopportiamo le lagne di Jese!'
- Beh, io non so bene la situazione, ma se hai bisogno di parlare posso ascoltare! Anche io mi sono ritrovato solo e non ho molto sonno... - Era sera e sarebbero dovuti andare a dormire, ma si era imbattuto in un disperato Jese e non aveva potuto che provare ad aiutarlo.
Gesto spontaneo visto l'animo da crocerossina che aveva il piccoletto.
Alla fine Jese alzò le spalle.
E' lui che l'ha chiesto, io non ne sono responsabile!”
E detto fatto lo agganciò per il braccio e se lo trascinò in camera.
- Allora accetto! - in pochi istanti James si ritrovò nella sua stanza spinto malamente sul letto, con Jese steso vicino con il viso nascosto fra le braccia.
James rimase impietrito per un istante a quei modi così poco ortodossi, non era uno timido, anzi, gli piaceva relazionarsi con gli altri e si adattava subito ai loro modi, di chiunque.
Ad esempio mordeva Marcelo perchè lui mordeva gli altri.
Dopo un po' Jese riemerse e girò la testa di lato, rimanendo steso a pancia in giù con le braccia incrociate sotto il viso.
Lo sguardo posato su James per testarlo, lui rimase fermo in attesa, seduto sul letto, ma senza grossi imbarazzi. Non era nemmeno rosso in effetti.
A Jese parve strano, loro due avevano avuto pochi contatti durante l'anno perchè uno era stato alle prese col corteggiare Karim e l'altro Cristiano.
Evidentemente entrambi con scarso successo se si considerava che i due in questione li adoravano ma come amici, come fratelli minori e nulla di più.
A questa riflessione lampo, Jese si illuminò.
In realtà lui poteva capirlo meglio di chiunque altro!
- Ho problemi sentimentali, è di questo che parlo incessantemente coi miei amici. In realtà ripeto sempre le stesse cose e penso non ne possano più. Ma non so proprio come uscirne. Non riesco a trovare una soluzione per non pensarci più! -
James ora cominciò a capire e annuì con il suo sorriso dolce.
- Posso capire. -
Jese si tirò su e incrociò le gambe sul letto per guardarlo meglio, con la schiena dritta e l'aria da mastino.
- Cristiano? - Chiese diretto. Non ci aveva nemmeno girato intorno. James rimase senza fiato, sgranò gli occhi e per un momento si sentì morire.
- Come... - Jese scoppiò a ridere.
- E' molto evidente! Solo un idiota non se ne accorgerebbe! Fai anche alcuni dei suoi gesti tipici, a volte. Non quelli più 'alla CR7', ma gli altri... - Jese fece le virgolette nell'aria e continuò a torchiarlo. - Si vede che sei perso di lui, lo guardi adorante, lo abbracci, gli stai sempre intorno, te lo mangi con gli occhi. Ti piace stare con tutti, hai ottimi rapporti in generale, abbracci per partito preso... e sei anche molto estroverso, espansivo, allegro... però per Cris è proprio una cosa particolare. - Non dimenticò nulla e James capì che negarlo sarebbe stato inutile. Abbassò così lo sguardo un po' demoralizzato.
- Non parlarne comunque in giro. Se la voce arriva alla mia ragazza... - Jese alzò le mani.
- Scherzi? Nel calcio funziona così. Tutti i compagni di squadra sanno e si coprono. È la regola non scritta. - James sorrise sollevato di saperlo.
- Dovevi essere tu a sfogarti. Tu di chi? - Chiese allora cercando di togliersi dall'impiccio di passare alla dolorosa fase successiva.
- Karim. Pensavo si capisse. - Disse Jese sorpreso.
- Ora che me lo dici sì. Se dovevo capirlo da solo non ne sarei stato tanto sicuro. -
Annuì.
- Comunque è lui. Ma mi considera il suo fratellino. Mi adora, lo so bene. Stiamo tanto insieme quando c'è l'occasione, mi tira su a modo suo, condividiamo molte cose come la musica e lo stile, però non c'è altro. E lo so perchè sta con Zidane. Non si tratta di un rapporto alla pari o di stima e ammirazione o rispetto o cose così. E nemmeno amicizia. -
- Beh, so che Karim parla di Zidane come di un fratello maggiore e del suo idolo... - Jese tornò a buttarsi giù steso, sospirando depresso.
- E' quello che dice a chi lo intervista per spiegare perchè si allenano insieme e perchè si adorano. Ma la vera domanda è: perchè tutti fanno sempre domande ad uno dell'altro e viceversa? Come se fossero una coppia... insomma, che senso ha che tutti chiedano cose a Karim di Zidane? O al contrario? E poi Karim è migliorato tanto da quando loro due si allenano insieme... - Per lui aveva senso, James se lo perse per strada e piegando la testa di lato corrugò la fronte.
- Ma che c'entra, è normale se si allenano insieme... Zidane è bravo ad insegnare e Karim ha talento per cui se uno gli insegna lui impara. - Jese scosse la testa premendo il viso contro il materasso, poi riemerse sempre sul disperato andante.
- E' diverso. Comunque stanno insieme, Cris me lo ha confermato. Era il solo a cui potessi chiedere perchè i due sono molto amici, Karim ne ha pochi che puoi definire davvero davvero amici. Per il resto ha compagni di squadra o conoscenze. Cris è uno dei suoi veri amici. E con Cris ho un po' di confidenza. Un giorno gliel'ho chiesto perchè mi arrovellavo disperato per capire se avessi speranza o no. Lui me le ha troncate brutalmente dicendomi che non solo stanno insieme, ma Karim adora a tal punto Zidane che ha smesso di trombare con chiunque solo per il gusto di farlo. E lui era tipo appunto da scoparsi chi gli pareva. Cioè ha messo la testa a posto per lui. Prima aveva relazioni ma tradiva perchè non è capace di essere fedele. Però con Zidane... da quando sta con lui non fa nulla. Nulla. Sta solo con lui! È consacrato a lui. Non l'ha mai visto più sereno ed equilibrato di ora che sta con lui. Può essere che provi attrazione sessuale per altri, è un uomo e per di più uno abituato a scoparsi chiunque. Ma da quando sta con lui non cede comunque alle tentazioni che mi ha confermato. -
Con questo aveva esaurito tutto e convinto che non ci fosse nulla che potesse dire per tirarlo su, tornò a schiacciare il viso contro il materasso. Poco dopo, silenzioso, la sua mano l'accarezzò sulla schiena.
- Mi dispiace. In realtà ti capisco bene. - Jese girò ancora la testa per guardarlo e James all'idea di parlarne si afflosciò steso accanto a lui. Tirò via la mano e si sistemò supino a guardare il soffitto, al contrario di Jese che invece guardava il suo profilo interessato.
Così, come in una seduta di psicoterapia che non aveva mai fatto con anima viva, James tirò fuori per la prima volta tutto quel che aveva dentro a riguardo e che aveva macinato in silenzio.
- Fabio mi ha avvicinato poco tempo fa e mi ha spiegato la storia di Cris. Che prima di venire al Real era un immaturo egocentrico presuntuoso. E che poi qua con la vicinanza di Kakà si è calmato ed è cambiato radicalmente. È cresciuto, maturato, ha messo la testa a posto, è diventato altruista, amichevole, si interessa agli altri e fa le cose bene, al meglio. Insomma, è quello che conosco oggi. Ma è stato grazie a Kakà. E che sta con lui. Si sono innamorati qua. Si sono cambiati, aiutati, sostenuti sempre. E' una delle storie più famose del club. L'altra pare sia quella del capitano con David Beckham. - Una piccola pausa, un sospiro e il viso rivolto verso di lui con un sorriso incoraggiante per sé stesso che poco funzionava. I suoi occhi ora erano davvero tristi, diversi da quelli di Jese che erano disperati ma accesi. James era proprio giù.
- Ora Kakà è oltre oceano, ma continuano a stare insieme ed è per questo che in certi momenti Cris è irrintracciabile, perchè l'altro vola qua e passano del tempo insieme. E poi è sempre al telefono in qualunque momento della giornata. Parla con lui. Oppure sempre attaccato a scrivere messaggi e a fare foto. Sempre con lui. Insomma, la fanno andare avanti. E davvero Cris si illumina quando qualcuno parla di Kakà, quando gli chiedono come sta e cose così. Cioè vedendo che mi stavo attaccando a lui e che ci speravo perchè lui gioca un sacco con me con scherzi e risate e che non evita i miei abbracci in partita, ha voluto spiegarmi la cosa. Inizialmente non ci ho fatto caso, ma ora che noto tutte queste cose... cioè, nel suo telefono ha come schermo una foto loro insieme. Non posso proprio che accettarlo. Ma fa male. Perchè tutte le volte che ci abbracciamo in campo dopo un goal penso 'ok, non è impossibile. Prova qualcosa anche lui, non può che essere così!' ma poi alla fine della partita, negli spogliatoi, è attaccato al telefono con lui che gli dice come è andata. io... io cerco di non pensarci, ma alla fine è così che stanno le cose. Sarò sempre non corrisposto. O meglio. So che gli piaccio, ma come un fratello minore. - Jese sorrise comprensivo e sentendosi col cuore stretto perchè lo capiva molto meglio di chiunque altro, iniziò a provare il suo stesso dolore e smarrimento. E glielo leggeva negli occhi, con un conseguente dispiacere impossibile da sostenere.
Non domò l'istinto di consolarlo, perchè James aveva quel viso perennemente dolce e di natura somigliava ad un cucciolo bisognoso d'affetto.
Jese era quello che invece cercava un gattino da coccolarsi. Il gatto che desiderava non era disponibile, era il gatto di un altro, ma lì nel suo letto ce n'era uno. Uno che chiedeva le coccole di qualcuno che a sua volta stava coccolando altri gatti.
Per cui alla fine l'unica logica conclusione fu quella.
Uno cercava un padrone che lo coccolasse, l'altro cercava un gatto da coccolare.
E Jese alzò la mano mettendogliela sul petto, lo carezzò dolcemente e piano risalì sul viso, gli carezzò la guancia e con le dita le labbra tirate in un sorriso triste e forzato, un sorriso tremante di chi non voleva ammettere di stare male perchè voleva essere forte, ma non era tanto facile.
- Ti capisco così bene che mi dispiace. - Disse piano serio e penetrante, mentre si perdeva nei suoi occhi. - E non c'è niente che possa dire, perchè semplicemente le cose stanno così. Fanno schifo, ma stanno così. E a volte arrivare tardi è una completa merda. - James non disse nulla, rimase nel suo sguardo sentendosi meglio perchè era vero quello che diceva. Faceva schifo, ma le cose stavano così.
Poco dopo, nel silenzio e nella calma, Jese si tirò su sul gomito e si sporse su di lui, poi lo baciò sostituendo le dita con la propria bocca.
James in un primo momento rimase inebetito, ma poi con le labbra che si intrecciavano abili alle sue, con quel calore spontaneo, si trovò a rispondere al bacio e aperte le proprie gli andò incontro con la lingua.
Si trovarono e si risucchiarono in un vortice di sapori che scaldò presto entrambi, spazzando via ogni tristezza e senso di incompletezza.
Per un momento, per quel momento, ci fu solo quel bacio.
Un gran bel bacio.
Ci fu un istante in cui Jese si chiese se dovesse fermarsi lì.
Ma fu troppo breve per essere considerato.
Qualche secondo dopo gli era completamente sopra e dopo averlo fatto, tiratosi su a cavalcioni, si tolse la maglietta.
James spalancò gli occhi capendo cosa stava per fare e gli venne il panico. Alzò le mani ai lati della testa, ma non gliele pose contro mentre tornava ad appoggiarsi su di lui.
Si perse nel guardare i suoi tatuaggi e gli venne fame.
Jese era un bel ragazzo, aveva un bellissimo corpo e a quanto pareva ci sapeva fare.
E, cosa non trascurabile, era molto libero.
Non era di certo Cris, si disse, ma non poteva stare tutta la vita ad aspettare che lui e Kakà si lasciassero, sempre ammesso che sarebbe successo mai.
A parte questo, non esisteva solo lui.
Ma mentre le mani di Jese si infilavano sotto i suoi vestiti frugandolo sapientemente, le sue labbra e la sua lingua scivolava sull'orecchio ricoprendolo di brividi sconvolgenti.
In ogni caso era una cosa bella e non aveva la minima ragione per negarselo.
Se lo meritava. Se lo meritava davvero.
E lo voleva.
Lo capì mentre Jese scendeva sul collo e gli alzava la maglietta.
La sua bocca proseguì incessante sul petto, gli succhiò i capezzoli e quando continuò ad andare in basso, alzò il bacino per aiutarlo a sfilargli i pantaloncini della tuta e gli slip.
Jese lo spogliò mentre la bocca non voleva saperne di staccarsi dal suo corpo sottile, ma ben sviluppato.
Quando tornò su di lui, James a gambe aperte gli accompagnò la testa ed i movimenti sul proprio inguine e fu una specie di uragano che spazzò via sia Karim che Cristiano.
Per entrambi si ritrovarono solo lì a prendersi e darsi piacere, non ci fu altro, non fu assolutamente altro.
Gli prese il suo membro fra le mani, lo leccò e poi l'avvolse con le labbra fino a succhiarlo con decisione ed intensità.
James non aveva idea che potesse essere tanto bello avere la bocca di qualcuno che lo trattava in quel modo.
Inteso, un altro ragazzo.
Sapeva di avere tendenze gay, ma non le aveva mai soddisfatte. Poi era arrivato a Madrid ed aveva perso la testa per Cristiano, ma aveva sempre avuto la passione per gli abbracci, ne aveva dispensati a tutti, sempre, perchè era bello, gli piaceva, erano la cosa migliore di tutte.
Ed adesso lo era altrettanto avere Jese addosso che lo accarezzava, lo leccava e lo succhiava.
Se fosse stato Cristiano sarebbe stato meglio, ma non gli stava facendo rimpiangere nulla.
Ebbe solo la conferma di essere gay e che avere un ragazzo addosso era la cosa più bella di tutte.
James venne presto, nella sua bocca, incapace di gestirsi meglio, e Jese riemerse stupito pulendosi il viso.
- E' la prima volta? - James rossissimo ed imbarazzato, coprendosi il viso con un avambraccio, annuì.
- Con un ragazzo sì. So che sono gay, ma non l'avevo mai fatto. Mi sono innamorato, ma mai ricambiato e... - Jese sorrise felino e affamato, eccitato nel saperlo tornò sul suo viso, gli tolse il braccio e lo baciò famelico, più erotico di prima. Gli fece dimenticare tutto e James tornò a rilassarsi.
Poco dopo si alzò e si spogliò anche sotto, poi rimase in ginocchio davanti a lui, sul letto, a guardarlo con aria d'attesa.
- E' il momento di provare tutto. - Disse solo. Non l'avrebbe obbligato, ma chiaramente aveva bisogno di una piccola spinta.
Bastò poco, dopo un attimo di esitazione durante la quale James lo fissò in confusione, Jese si toccò da solo iniziando a masturbarsi e finalmente lo vide acquattarsi e raggiungere la sua erezione con le labbra aperte e la lingua in attesa.
Jese andò a fuoco vedendo quella visione.
James a carponi, basso sul letto, davanti a lui, che senza usare le mani e con gli occhi chiusi, aspettava di ricevere il proprio membro sulla bocca aperta e pronta.
Glielo appoggiò ed il contatto lo eccitò subito.
Rimase a guardarlo poco, poi gettò la testa all'indietro e iniziò a gemere mentre spingeva nella bocca col bacino. La voglia di entrargli dentro arrivò prepotente, come un treno in corsa, e sentendolo succhiare come voleva, come poco prima aveva fatto lui stesso, sentì poco a poco il controllo scemare.
Prima che succedesse, prima di sentirsi catapultare in alto, lo staccò da sé, lo girò in modo da lasciarlo sempre a carponi ma nella direzione opposta a quella avuta fino a quel momento, e abbassatosi immerse il viso fra le natiche che allargò per lubrificarle.
Le bagnò ed infilò le dita cercando di prepararlo, James che non aveva mai ricevuto nemmeno quel trattamento, si sentì andare a fuoco dopo che gli era piaciuto avere la sua erezione in bocca.
Succhiare, sentirlo crescere e pulsare mentre spingeva... era stata un'esperienza sconvolgente ed ora la sua lingua dentro, le sue dita.
Jese si alzò e lo prese con una mano per il fianco, mentre l'altra teneva la propria erezione dura pronta ad entrare. L'accarezzò nella fessura.
- Ti farà male se è la prima volta. - Disse roco. James si girò verso di lui e sorrise prendendo il lenzuolo sotto di sé.
- Credo che se ti fermi ora, impazzisco. - disse senza rendersene conto. Jese non si fece pregare e scivolò con decisione.
Si fermò un istante consentendogli di abituarsi, lo sentì tendersi rigido e trattenere il fiato in un moto di dolore.
Quando lo sentì un po' cedere, iniziò a muoversi piano e con pazienza, ricordando com'era stata la sua prima.
Piano, lento, entrare ed uscire, entrare ed uscire aumentando lentamente il ritmo, andando via via sempre più a fondo, fino a che non si può più pensare e ragionare.
E successe così. Ad un certo punto Jese perse il contatto con la realtà, si dimenticò di dover fare piano e mano a mano che il piacere aumentava, lui andava sempre con più impeto.
Per James inizialmente fu difficile, gli fece male, ma poi riuscì ad abituarsi fino a che sentì tutto crescere e sfuggirgli di mano.
Fino a che non fu più chiaro quanto male gli facesse e quanto invece gli piacesse, che genere di brividi erano quelli che provava, mentre l'adrenalina lo faceva impazzire e gemere.
I corpi si unirono in un unico moto perpetuo e anche Jese arrivò al suo orgasmo liberatore, caldo, elettrico, assoluto.
Si perse e si sconnesse ritrovandosi solo istanti dopo, steso, abbracciato a James che si accoccolava su di lui baciandogli timidamente il petto.
La mano saliva e scendeva sulla sua schiena, i fiati alterati, i corpi sudati, i piedi intrecciati, i cuori ancora velocissimi.
- Devo dire che ne avevo incredibilmente bisogno. A volte le parole finiscono e puoi sfogarti quanto vuoi, ma non serve più. -
James annuì capendo cosa intendeva.
- Ne avevo bisogno anche io. - La pace dei sensi confusi che tornavano a posto, un benessere tutto fisico, completo ed innegabile.
Il non aver bisogno di definire nulla, di parlarne, di dire parole complicate e rischiose.
- Grazie. - Mormorò Jese.
- Grazie a te. - Rispose piano James alzando il viso e ringraziandolo meglio con un bacio. Un bacio dolce, perchè lui era dolce. Una dolcezza che a Jese piacque e che si gustò com'era successo col resto di quella notte.
Senza domande ed obblighi, solo per prendersi e darsi piacere. Perchè ne avevano bisogno e potevano.

FINE