CAPITOLO III:
PER CAMBIARE OSSESSIONE
 
Quando tornarono dagli altri, il sorriso splendente che aveva Karim era qualcosa di incredibile e mai visto in lui. Non era uno molto espansivo e capitava che ridesse e facesse la persona allegra ma non frequentemente come, ad esempio, lo faceva Marcelo od altri del gruppo.
Cristiano a quel punto non poté concludere in un solo modo ed alzando la mano verso Karim mentre questi gli passava accanto, si fece battere il cinque da lui.
Non ci furono bisogno di parole… era chiaro che Karim avesse finalmente continuato il famoso discorso con il mister e che fosse andata anche piuttosto bene.
- Cosa succede? - Chiese Ricardo candidamente.
- Ha combinato col mister! - Sussurrò piano Cris cercando di non essere troppo chiaro nel caso lo sentissero altri.
Ricardo stranamente capì e guardandolo stupito, disse:
- Ma non doveva! Si complicherà tutto di sicuro! E poi lui gioca, non fa seriamente! -
Cristiano stupito che fosse tanto acuto in materia, si disse d’aver fatto con lui un gran bel lavoro, suo malgrado gli rispose sempre piano per non farsi sentire dagli altri:
- Anche Karim non fa seriamente, vuole solo togliersi qualche sfizio… - Ricardo rimase ad osservarli mentre facevano finta di nulla e nemmeno si calcolavano in campo, poi storse la bocca, non era convinto.
- Non so. - Quando concludeva così solitamente era per dire che non era d’accordo solo che non voleva essere negativo nel dissentire con qualcun altro, allora diceva ‘non so’. Altra cosa che Cris sapeva, era che quando lui ‘non sapeva’ di solito aveva sempre ragione!
- Ne vedremo delle belle! - Esclamò alla fine ghignando, facendo così chiedere a Riky a che livelli fosse la sua sensibilità!
 
 
Come da Ricardo previsto, le cose si complicarono nel momento in cui José, dopo aver calmato i bollenti spiriti, ritrovò la propria lucidità mentale per programmare tutto.
Non intendeva farsi prendere la mano, voleva vivere quella cosa -che non si poteva chiamare relazione- ma a modo suo, lasciandola solo su un piano fisico. Voleva divertirsi, sostanzialmente. Per questo doveva farlo a modo suo.
Quindi tornò a fare il prezioso, a farsi desiderare e a negarsi a Karim che, imbestialito facilmente di questi suoi insopportabili tira e molla, l’aveva di nuovo mandato a quel paese senza troppi complimenti!
Accadde una sera, a fine allenamento pomeridiano.
Le giornate ormai si stavano allungando ed era ancora abbastanza chiaro nonostante il sole fosse sulla via del tramonto e cominciasse ad essere particolarmente dorato.
Karim rimase volutamente indietro sugli esercizi di tiro avendo perso tempo prima, così José seccato da quel suo comportamento infantile gli impose di concludere lo stesso gli esercizi dei tiri dalla lunga distanza. Voleva allenarlo in potenza e precisione, quindi non serviva alcun portiere.
Non aveva ancora finito, quando vide che erano ormai tutti andati via e che quindi erano soli, Karim si fermò ed andò diretto dal mister.
José era seduto in panchina a concludere delle schede mentre ogni tanto alzava lo sguardo sui tiri di Karim. Aveva schede su tutto, si scriveva ogni cosa, poi da quegli appunti ne capiva qualcosa solo lui, però non lasciava niente al caso o alla memoria.
Quando non lo sentì più tirare, capì che cosa voleva e senza alzare lo sguardo e smettere di scrivere, mormorò basso e deciso:
- Non ora. - Karim sbuffò seccato fermandosi davanti con le mani ai fianchi e l’aria battagliera:
- Non ora un cazzo! Non ricominciare così, sai! - Sembrava essersi dimenticato chi aveva davanti. José alzando incredulo lo sguardo dai suoi fogli, lo fissò come se fosse impazzito.
Osava davvero?
L’aria truce ed esasperata di Karim era eloquente: osava davvero!
- Come scusa? - Provocatorio come suo solito. Sguardo sottile.
Karim si chinò ed alzò la voce come per essere più incisivo:
- Chi cazzo pensi che io sia? Non dobbiamo far altro che scopare, cosa credi, che voglia altro da te? Che non possa mandarti a cagare solo perché sei il mister? Sii chiaro ed onesto, porca puttana! O vuoi o non vuoi, ma così no! Se mi dici di sì allora lo facciamo una buona volta, altrimenti fanculo, non mi fotte un cazzo, vado con un altro! Ma non mi prendi per il culo solo perché sei l’allenatore! Al diavolo, José! - Il coraggio dimostrato in quel momento fu incoscienza, più che altro, e chiunque nel sentirlo sarebbe intervenuto per tirarlo via e placarlo, ma non essendoci nessuno, José non si alzò nemmeno, sarebbe stato inutile vista la differenza d’altezza, però buttò a terra la cartellina con i fogli su cui stava scrivendo e incrociò le braccia al petto in segno di sfida.
- Allora perché insisti tanto se non te ne frega e puoi andare con un altro? Vacci, chi ti obbliga ad aspettarmi? Sei tu che vieni da me, non io da te! - Non voleva rompere i rapporti con lui, però a volte gli scattavano i cinque minuti ed in quei cinque minuti poteva dire e fare qualunque cosa. Solitamente in campo lo espellevano.
Karim ebbe l’insano e fortissimo istinto di mettergli le mani addosso ma non per procurargli piacere, bensì per fargli un gran male. Ora capiva quelli che ce l’avevano tanto con lui, esasperava anche un Santo!
- Perché sei tu che mi hai detto che avremmo continuato! Siccome mi piaceva l’idea, volevo proseguire! Se non vuoi basta che me lo dici, non mi uccido! Però essere preso per il culo no! - A momenti avrebbe gridato davvero, gli ci mancava solo un megafono!
José si alzò per farlo star zitto:
- Finiscila di gridare, vuoi mettere i manifesti? -
- E NON DIRMI DI NON GRIDARE! - Era il peggio che si potesse dire ad uno incazzato nero che usava un tono concitato. Questo lo faceva gridare davvero.
José sbuffando scosse il capo e prendendo la propria cartellina lo sorpassò per andarsene, non avrebbe aggiunto nulla, non si poteva discutere con un bufalo imbestialito.
Tanto più che dirgli la verità in quel momento sarebbe potuto essere pericoloso.
Karim ebbe la fortissima tentazione di prenderlo, girarlo e dargli una testata ma non lo fece per miracolo, non seppe proprio perché, però concluse lo stesso brutalmente:
- VAFFANCULO, JOSE’! -
Ma José non rallentò ed entrando negli spogliatoi si cambiò in fretta evitando anche la doccia che solitamente si faceva lì a fine giornata. Incrociò per un pelo Karim che però decise di non riprendere l’argomento e di questo gliene fu grato.
Solo in macchina si accorse di aver dimenticato l’orologio negli spogliatoi e sbuffando tornò indietro, era un costosissimo regalo della moglie, ci mancava solo che si insospettisse accusandolo di avere amanti. Già in passato l’aveva quasi scoperto, non era proprio il caso.
Passando davanti allo spogliatoio degli atleti, guardò dentro per vedere se Karim era ancora lì, non aveva intenzioni particolari, era stato solo un istinto.
Quando vide che usciva dal locale delle docce nudo e bagnato si morse il labbro e passò oltre lieto che non l’avesse visto.
Certo che voleva rifarlo ma se rompeva il cazzo a quei livelli non se ne parlava! Voleva farlo lui quando voleva e come voleva.
Era così che giocava con gli altri. Poi quando l’odiavano abbastanza andava da loro e gli dava quello che volevano, così godevano entrambi e si sentiva oltremodo importante.
Tornando indietro di nuovo, dopo aver recuperato l’orologio, tornò a guardare dentro senza però fermarsi, solo rallentando, e lo vide che si vestiva.
Aveva un gran bel corpo.
Andò comunque via.
 
 
Lo spirito omicida di Karim era alle stelle, sapendo di dover calmarsi in qualche modo per non impazzire, andò di nuovo da Cristiano sperando di trovare Ricardo per poter parlare con tutti e due. L’altra volta aveva funzionato.
Questa volta ad aprire venne Cris e dall’aria totalmente soddisfatta capì che era riuscito a concludere e che il compagno c’era.
- Scusa ma devo parlare con qualcuno o faccio una strage di massa! -
Cris capì subito che aveva davvero bisogno di sfogarsi, quindi non fece battutacce e nemmeno il prezioso, entrò e si mise a camminare su e giù per la casa come un forsennato.
Ricardo scese dopo che si era sistemato e vedendolo così capì che doveva essere successo qualcosa, quindi rimanendo in piedi com’era anche Cris, chiese piano:
- Hai litigato con lui? -
- Litigato? Volevo sbranarlo! - Esclamò feroce.
- Sembrava andasse tutto bene… - Ricardo l’aveva previsto, Cristiano se lo ricordava bene, e si chiese quanto bravo fosse il suo compagno. Proprio per questo la lasciò gestire a lui mentre si decise a sedersi.
Karim continuò a camminare infuriato e Ricardo a guardarlo, quando cominciò a spiegare l’accaduto sembrava sull’orlo di un’esplosione atomica. Non che avesse potuto piangere, ma era talmente arrabbiato che non gli faceva di certo bene alzarsi la pressione a quel modo.
Preoccupato per lui, Ricardo l’avvicinò e senza timore l’abbracciò con dolcezza e fermezza, obbligandolo perché non sembrava intenzionato ad accettare quel genere di trattamento.
Cristiano osservò incuriosito. Alla fine si accasciò fra le sue braccia e smise di gridare ed inveire contro José che osava prenderlo in giro.
- Per questo ti dicevo di spostare le tue mire su qualcuno di più semplice. Lui gioca con le persone. Non lo fa con cattiveria, è il suo modo di fare. - Non gli piaceva usare quei termini ma era praticamente inevitabile.
- Sì ma pensavo che per una scopata su cui eravamo entrambi d’accordo si potesse fare! Basta, che vada a fanculo! -
- Fai bene. Non ad insultarlo, anzi, secondo me dovresti scusarti, è comunque il tuo allenatore. Però fai bene a chiudere. Insomma, se non è niente di serio non ha senso prendersela tanto! - Karim convenne con lui sulla seconda parte ma non sulla prima, quindi aumentando la presa intorno alla sua vita, rispose premendo il viso contro la sua spalla:
- Non ci penso minimamente a scusarmi! -
- Potrebbe complicarsi seriamente, la situazione. Dovresti farlo. - Rispose fermamente Ricardo. Cristiano l’adorava quando si imponeva così, diventava un attivo fantastico!
Voleva comunque separarli e dire a Karim ‘giù le zampe!’ ma preso com’era da José non aveva senso.
Rimase a guardare vigile le sue mani che lo carezzavano con dolcezza sulla schiena e poi i muscoli di Karim, visibili attraverso la maglia, rilassarsi. Come se si accasciasse di nuovo.
Scosse comunque il capo.
- Non voglio! -
- Fa quel cazzo che vuoi! Insomma, ti serve solo qualcuno con cui scopare? Il mondo ne è pieno! Guarda, ci sono dei locali che frequentavo prima di mettermi con lui che sono la fine del mondo! - Cristiano decise di inserirsi per separarli ed ebbe successo perché Ricardo si staccò subito per ammonirlo:
- Non dargli idee assurde! Quei postacci non vanno mai bene! Può trovare qualcuno anche senza frequentare posti simili! -
Era vero, in realtà anche fra le sue amicizie c’erano molti probabilmente disposti a stare con lui per qualche notte di divertimento.
Il punto era che lui ora si era fissato con José e ne ignorava il motivo. La cosa lo mandava in bestia ma era proprio così.
Alla fine si separarono e Karim, sbuffando, si sedette nel divano accanto a Cristiano, appoggiò la schiena e la testa all’indietro, si strofinò il viso e rimase così ad occhi chiusi per un po’ cercando di capire cosa dovesse fare.
- Tanto agirai d’istinto come sempre, è inutile che ci pensi! - Disse Cristiano dopo averlo osservato per un po’. - I criceti si esauriscono se pensi troppo! - Aggiunse prendendolo in giro, riferendosi ai criceti che facevano funzionare le rotelle della testa! Karim senza aprire gli occhi gli diede un colpo con la gamba ma assunse finalmente un ghigno divertito che rilassò Ricardo, ora vicino a loro.
Cris lieto che le cose fossero più o meno vagamente a posto, prese il polso del compagno e attirandolo a sé se lo portò fra le gambe, le agganciò dietro alle sue bloccandolo lì, quindi lo abbracciò e fece la parte di un koala avvinghiato ad un albero.
Ricardo sorrise divertito mentre Karim faceva altrettanto a vederli insieme. Li invidiava sempre più, ogni volta.
- Lo sai che devo andare a cena, mi aspetta Carol… se volete venire anche voi fate pure, ma io devo andare a casa subito! - Cris in risposta aumentò la presa.
- Non ci penso nemmeno! - e nel farlo ovviamente lo tirò all’indietro in modo da farlo cadere, naturalmente rovinò anche addosso a Karim che, ridendo dimenticatosi per un momento dei suoi problemi e delle sue arrabbiature, cercò di aiutare Riky e liberarlo. Chi non aveva voglia di aiutarlo?
Cris si sorprese di vedere che cercava di strapparlo dalle sue grinfie e sentendosi un bambino che giocava con gli altri bambini, continuò quel gioco divertente. Finchè rimaneva tutto su quel piano andava bene e poi era bello sapere di aver aiutato un amico.
Ripetendo: se rimaneva tutto su quel livello.
Alla fine Karim rimase lì da Cris tutta la sera, per nulla intenzionato ad andare a casa sua da solo, mentre Riky, come da lui promesso, riuscì ad andarsene a casa.
 
La loro serata fu anomala poiché la passarono tutta a parlare di Ricardo.
Karim non sapeva molte cose della loro storia e venirle a sapere ora era strano. A distanza di tempo si aveva una visione delle cose diverse dall’inizio, si davano spiegazioni differenti, si riviveva tutto in un altro modo.
Solo parlandone, Cris si rese conto di essere cresciuto molto e non sapeva bene di che cosa fosse stato il merito.
Ricardo? Suo figlio? La nuova squadra? L’età? Cosa?
Non sapeva dirlo, però ormai era lì ed era un altro, una persona più seria e coscienziosa ma che sapeva sempre ridere e scherzare, che comunque rimaneva di base lui, l’egocentrico prima donna di sempre.
- Così vi siete messi insieme due anni fa… al primo ritiro con José. - Tirare in ballo il mister fu un azzardo ma si sentì di farlo. Quando poi scoprì il resto le cose cambiarono radicalmente.
- Diciamo che ha dato una gran bella spinta, quel tipo! - Karim, incuriosito da ciò, chiese delucidazioni. Ormai avevano finito di mangiare e stavano sorseggiando una coca cola per digerire. - Nel senso che una sera in cui Riky era in crisi perché rifletteva sul suo matrimonio, è andato a parlarne con José ed io mi sono convinto che quello se lo fosse fatto. Ero morto dalla gelosia. Io ho sempre avuto un gran debole per lui, sin dai tempi in cui io era al Man U e lui al Milan. Quindi non ce l’ho fatta a resistere e quando è tornato ed ho visto che piangeva volevo andare a rompere la faccia a José! Mi ero convinto che l’avesse violentato! - Karim rise e Cris ghignando proseguì: - Poi però lui mi ha detto che non aveva fatto niente, mi ha parlato della sua crisi e mi si è buttato addosso piangendo. Era piena estate, ero in boxer, ero nel pieno del mio innamoramento per lui ed insomma, l’ho baciato! - Karim sembrava molto preso dall’argomento.
- E poi? Mica l’avrete fatto subito, non mi sembra tipo… -
- No! È stato faticosissimo convincerlo! Prima ha avuto una crisi peggiore di quella che aveva già perché si stava scoprendo gay e non ci sono andato leggero. Quando finalmente sono riuscito a farglielo accettare e ci siamo messi insieme, José è riuscito a mettermi un’idea assurda in testa! - Karim a quel punto pendeva dalle sue labbra, improvvisamente non era più infuriato con José, voleva solo capirlo. Perché faceva così? Era solo stronzo punto e basta?
- Sesso a tre? - Cristiano rise:
- Vedo che cominci a capire le sue perversioni! -
Karim non sapeva nemmeno come reagire, poi se ne rese conto:
- Ma non l’avrete fatto… quello si era appena scoperto gay ed innamorato di te… cioè… - Cris orgoglioso e vittorioso si raddrizzò sul divano e si girò verso di lui, fino a quel momento avevano parlato guardando davanti a loro poiché vicini.
- Guarda che se io e José ci mettiamo d’impegno riusciamo a fare qualunque cosa! - Karim rimase shockato all’idea che l’avessero veramente fatto. All’epoca non era per niente attento agli eventi della squadra, tendeva un po’ ad isolarsi e comunque non aveva capito bene che oltre ad esserci una tresca fra lui e Riky, c’era stata pure questa cosa a tre col mister. Sconvolto dal fatto, si rese conto di che livelli potevano raggiungere quei due.
- Del resto tu sedurresti un etero incallito e lui probabilmente farebbe anche un’orgia con tutta la squadra! - L’idea che diede dei due fu alquanto esauriente, in effetti!
Cristiano rise appoggiandosi a lui come tendeva a fare quando si divertiva molto con qualcuno, questi gli batté la schiena come per complimentarsi:
- Hai tutto il mio rispetto! Dev’essere decisamente interessante… -
- Non ne hai idea! - Fece Cris appoggiandosi col gomito alla sua spalla e continuando a parlare guardandosi in quella posizione, molto vicini l’uno con l’altro.
- E’ stato bello? -
- Ci sa dannatamente fare! Capisco perché ti sei fissato tanto col farlo con José. È… accende certe cose che… - Nemmeno Cris seppe essere esauriente ma questo riaccese Karim che tornò pieno di voglia di riprovarci. A quel punto era d’obbligo!
- Ma Riky mi ha stupito! Ci è stato veramente? -
- In realtà è stato più facile perché aveva appena scoperto la sua sessualità, di conseguenza era pieno di voglie una più forte dell’altra. Era anche curioso, non sapeva gestire l’eccitazione assurda che riuscivamo a mettergli addosso. José in questo è unico. Tanto fa finchè in un modo o nell’altro non la vince lui! -
Karim sospirò, ora la sua voglia era tornata gigantesca e il non poter soddisfarsi con chi voleva, lo innervosiva.
- Dannazione, mi hai fatto venire voglia! -
Con questo, Cristiano non si spostò ma lo fissò malizioso capendo che se non ci fosse stato Ricardo sarebbe successo. O se Ricardo fosse stato lì!
- Se Riky fosse qua… - A quel punto l’idea divenne sempre più concreta. Paurosamente concreta e mentre José sfumava, in Karim, facendolo stare veramente meglio, quell’idea arrivò ad accenderlo e rallegrarlo.
Non si spostarono, rimasero a fissarsi maliziosi e allusivi con le stesse identiche espressioni, da vicino fino a notare ogni dettaglio minuscolo del loro viso, ed entrambi seppero che prima o poi l’avrebbero fatto.
Ne ebbero la matematica certezza, così come Cris e José l’avevano avuta due anni indietro.
 
Il giorno dopo Karim non poté trattenersi dal prendere Ricardo sotto braccio, in campo, e dirgli allusivo con un’aria poco raccomandabile e decisamente troppo divertita:
- Mi hai profondamente stupito! Non ti facevo così intraprendente! - Ricardo, non si poteva sapere per quale incredibile associazione d’idee, capì al volo cosa intendesse ed avvampando come un pomodoro maturo, guardò subito male Cristiano lì nei paraggi che ovviamente ridacchiava impunemente:
- Perché gliel’hai detto? Serviva proprio? Per tirarlo su dovevi spiegare all’unico che forse non l’aveva capito cosa abbiamo fatto? - Per fortuna non specificò altro e rimanendo vago tutti capirono un sacco di cose ma niente di preciso. Anche José, arrivato in quel momento, rimase con la curiosità di sapere a cosa si riferisse e soprattutto spiazzato nel vedere Karim sempre più in sintonia con Riky e Cris. Ma soprattutto allegro e sorridente dopo la litigata della sera precedente.
Sospettosamente allegro.
- Volevo distrarlo ed abbiamo parlato di te e della nostra meravigliosa storia d’amore! -
- Che potrebbe essere ex se non la smetti di mettermi in mezzo ogni volta che ti vengono idee strane! - Era decisamente andato oltre, conosceva troppo bene il suo compagno e Karim stupito chiese:
- Ma come hai fatto a capirlo? Non abbiamo detto niente che potesse fartelo pensare! - A quel punto ormai si capivano solo loro e mentre Marcelo e Pepe fremevano per sapere di cosa parlavano, José cominciava vagamente a capire perché anche lui li conosceva bene, specie Cris!
- So di che pasta è fatto! Se ti ha raccontato quell’episodio nello specifico è solo perché ha voglia di rifarlo! E deduco che sia con te! - Ok, a quel punto José ebbe conferma così come l’ebbe del fatto che l’avrebbero fatto veramente ed invece di pensare che finalmente Karim avrebbe spostato le sue fisse, si seccò come non mai, in un modo imprevisto ed assurdo. Quasi da far male.