NOTE: questa si colloca all’inizio, prima di Troppo pulito e dopo Come le cose ebbero inizio. E’ una cosa che ho sempre pensato ma non avevo mai scritto. Riky e Cris non stanno insieme ma ovviamente il feeling c’è e Cris prova già qualcosa per lui. Cris dopo il suo primo anno al Real diventa padre, della madre non si sa niente, solo che, probabilmente, è stata pagata da Cris per dargli il figlio e sparire in silenzio. Non si hanno notizie certe fino a quando, poi, la sorella di Cris dice che la madre è morte. C’è comunque molto mistero intorno a tutto questo e la verità non si saprà mai. Premesso questo, io ho inventato questa versione dei fatti che, ci tengo a specificare, è solo una storia di fantasia.
Buona lettura.
Baci Akane

DIVENTERO’ PADRE

crik

/ Human touch - Bruce Springsteen /
Quando Riky aprì la porta di casa non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi Cristiano. Non erano soliti vedersi assiduamente dopo gli allenamenti, capitavano le serate con gli amici e spesso Cris insisteva per andare e venire insieme agli allenamenti però poi si staccava.
Stavano legando ma non ai livelli di vedersi vita natural durante.
Vedendoselo in casa capì subito che doveva essere successo qualcosa, che non era una visita di cortesia.
Ci mise proprio un istante.
Poi il resto lo face la sua faccia.
Inconfondibilmente furiosa.
- Posso entrare? - Si sforzò di chiedere. Riky si riscosse e si scusò per le brutte maniere. Era rimasto a fissarlo inebetito.
Si fece da parte e l’uragano entrò. Uragano in quanto non sembrava più l’allegro e spensierato nonché spesso superficiale ragazzo.
- Tutto… tutto bene? - Fece esitante Riky andandogli dietro. Sembrava saper dove andare, si stupiva.
- Possiamo parlare in privato? - C’erano moglie e figlio in giro per casa, non era il caso sentissero evidentemente. Sembrava grave e l’indole emotiva ed interessata al mondo intero di Riky non gli impedì di preoccuparsi subito.
- Certo, vieni… - Riky lo portò allora nel proprio studio, che più che studio era il suo rifugio.
Una stanza con un divano, un tavolino, librerie piene delle sue letture preferite e di album di foto.
Gli album riempivano molto.
Riky era estremamente legato ai ricordi ed al suo passato. Non era mai stato lì dentro.
Poi c’era un televisore gigante con l’ultima playstation e la Wii. Ci giocava con suo figlio.
In un altro angolo, invece, l’altarino dedicato a Gesù.
Dio, ma poteva davvero esistere uno così?
Cris per un momento si distrasse ridacchiando e Riky, chiusa la porta e rimasti soli, lo guardò allibito.
Ed ora che aveva da ridere?
- Ma stai bene? - Chiese sempre più preoccupato di prima. Ora poteva anche mettersi ad urlare, per quel che ne sapeva.
Non lo conosceva bene, i loro contatti prima del Real Madrid erano stati molto limitati, però c’era da sempre stata una forte intesa. Intesa che si era alimentata quando Cris l’aveva convinto a venire a Madrid. Poi non c’erano stati effettivi contatti strani come quella volta, un po’ se ne era dispiaciuto ma aveva messo tutto da parte pensando che fosse meglio così. Erano amici ma non strettissimi, non da confidarsi per tutto. A volte scoppiavano scandali che riguardavano Cris e Riky si sforzava di non giudicarlo in alcun modo ma l’idea che fosse un pochino superficiale a volte l’aveva.
Non sapeva come le cose stessero per cambiare.
- Non sto bene! Non sto affatto bene! Sto per fare un omicidio e cercavo qualcuno che potesse impedirmelo invece che aiutarmi! Se andavo da Marcelo o Pepe finiva che mi davano una mano! Tu sei l’unico che mi fermerebbe! - Era vero ma Riky non capiva quanto serio fosse.
- Vuoi… vuoi che ti calmi? - Cercava di venirne a capo cauto, erano ancora in piedi e Cris si muoveva su e giù per la stanza come un ossesso.
Sembrava davvero fuori di sé in effetti e Riky ora era seriamente preoccupato.
- Sì, sì devi calmarmi perché altrimenti divento matto! - A sapere magari perché doveva calmarlo poteva essere anche più efficace.
Riky lo vide meglio, si stava martoriando le mani e lui adorava averle curate. Aveva tutte le unghie mangiate. Era anche pallido e furioso insieme, forse stava impazzendo.
Ma non aveva una bacchetta magica, come faceva a calmarlo e basta senza sapere niente?
- Vieni qua! - Fece allora piano il brasiliano con la sua dolcezza immutabile.
Allargò le braccia con un’espressione tenera e confortevole, era anche confuso ma si dimostrò disponibile a tutto. Quelli erano i suoi metodi, non ne aveva altri.
Nell’esatto istante in cui Riky aprì le braccia Cris si staccò dall’interruttore che l’alimentava e si precipitò da lui come se non avesse aspettato altro.
Si nascose contro il suo petto e si fece avvolgere dalle sue braccia sorprendentemente forti e sicure.
Quando successe, quando quell’abbraccio ebbe luogo per la prima volta al di là dei campi da calcio, provarono la stessa sensazione di quella sera a Milano, quando Cris aveva convinto Riky a venire. Allora non era successo davvero niente ma Cris era stato lì lì per baciarlo e Riky avrebbe voluto.
Non era accaduto.
La sensazione era la stessa.
Cris rimase a sciogliersi letteralmente e a riprendere una respirazione più o meno accettabile. La tensione scemò e divenne argilla nelle mani di uno scultore. Riky, lo scultore in questione, gli carezzò i capelli. Erano fermi per il gel ma non se ne curò, come non si curò del fatto che era risaputo lui odiava glieli toccassero. Cris non si oppose ed anzi si rilassò, quindi continuò e non pensarono mai che non era un gesto poco mascolino, che erano due uomini e che era strano stare così abbracciati senza nemmeno sapere bene perché.
Quando gli parve di sentirlo calmo e rilassato, Riky sussurrò contro la sua nuca. Sembrava quasi lo stesse baciando.
Era strano. Era bello. Era intimo. Era… era quasi appropriato nonostante non fossero nemmeno amici strettissimi.
- Va meglio? -
Cris avrebbe voluto mentire e dirgli di no così sarebbe potuto rimanere lì fra le sue braccia, ma non riuscì a mentirgli e capì con certezza che non ci sarebbe mai riuscito.
Sospirando annuì e si staccò piano, allora separandosi a malincuore dalle sue braccia, si lasciò condurre al divano dove entrambi si sedettero vicini ma in modo da guardarsi bene, rivolti l’uno verso l’altro.
- Ti va di dirmi cosa è successo? - Ed era sempre così dannatamente gentile, rispettoso e… dannatamente dolce.
Cris ebbe voglia di baciarlo ma si trattenne.
- E’ arrivata questa ragazza… - Riky pensò subito che si trattasse di problemi di cuore ma qualcosa gli stonò in questo.
‘Ragazza?’ Si disse… che sapesse preferiva i ragazzi…
- Una tua ex? - Non sapeva perché darlo per scontato, ma forse era ancora più strano credere che avesse una ex donna.
Non voleva giudicarlo, solo capirlo. Improvvisamente era importante.
Cris si appoggiò allo schienale e non riuscendo più a guardarlo in viso, così pulito e perfetto ai suoi occhi, cominciò a spiegarsi meglio.
Con sforzo.
Si sentiva sporco.
Ora si sentiva sporco anche se prima non ci si era sentito.
Ora con lui sì.
- Non proprio. Io non ho ex donne. Sai, preferisco gli uomini. Non sono stato nemmeno con un ragazzo seriamente, insomma, ho avuto solo avventure. Però se mi chiedi chi mi piace lo sai, dico gli uomini. - Niente di scabroso fin qua. Non condivideva questo stile di vita ma Riky poteva accettarlo. Annuì incoraggiante. - Ebbene sta qua me la sono fatto una volta qualche mese fa. - Riky cercò di non fare espressioni strane ma tanto Cris non lo guardava. - Ora rispunta e mi presenta l’ecografia e il periodo preciso di gravidanza. - Riky smise di respirare e sgranò gli occhi come se avesse bestemmiato. Cris si voltò di scatto e con occhi iniettati di sangue e di nuovo la furia, lo shock, l’indignazione e tutto il resto lo fissò arrabbiato. - E’ incinta di me! - Fece alterato. Riky si sentì quasi male e non ne capì il motivo. Rimase però in silenzio epico e si morse il labbro. La domanda cristallina nei suoi grandi occhi splendidamente espressivi. Cris la lesse e rispose senza problemi. - Ma sì, sono gay! Cioè vado anche con le donne, mi è capitato! Comunque sembra vero… ha accettato a fare la prova del DNA quindi significa che è certa che sono io, altrimenti non l’avrebbe proposto lei per prima. E poi il periodo coincide. Cazzo, la troia mi aveva detto che prendeva la pillola! Sono andato sicuro! -
- Ma Cris, anche se fosse poteva avere malattie! - La sua vocina sottile lo interruppe e Cris stupito di quella sua uscita ci pensò. Aveva ragione. Ma sapesse quante volte l’aveva fatto senza preservativo…
- Odio il preservativo. - Riky arrossì violentemente e Cris provò l’istinto di baciarlo subito e violentarlo. Non lo fece perché era più importante dire il resto.
- E… come è andata? - Chiese per tornare su argomenti meno imbarazzanti.
- E’ andata che la stronza vuole che la sposi, che riconosca il bambino, che la mantenga! - Riky rimase fermo e zitto, voleva dire che bisognava prendersi le proprie responsabilità ma non voleva apparire bacchettone o antipatico. Era lì per ascoltare il suo sfogo.
- E… e tu cosa hai fatto? - Chiese piano cercando di respirare bene. Quasi un moto di bruciore interiore.
Era strano sentirsi così, in ogni caso.
- Cosa dovrei aver fatto? Le ho detto che mi tenevo io il bambino e che lei sarebbe sparita per sempre rinunciando alla maternità e giurando silenzio assoluto su tutta la faccenda. -
Riky era di stucco, sicuramente c’era dell’altro, non poteva aver detto davvero una cosa simile, gli pareva assurdo.
- Bè, ma chi accetterebbe? - Cris a quel punto esclamò spontaneo ed ovvio.
- Chi vuole i soldi! Pagandola ha accettato, la troia! Quando partorisce me lo molla e sparisce per sempre in silenzio. Ma ti sembra che possano ricattare me, me capisci? Cioè questa non è nessuno! E le va bene che mi occupo del bambino e non la denuncio con un calcio in culo! Ma ti sembra possibile? Lei voleva che la sposassi, che la mantenessi a vita e magari ricattarmi ancora chissà come e con quali richieste assurde! La sistemo io! Questo dimostra che i soldi comprano tutto e che questa era una troia che ha approfittato di me! Avrei vinto la causa portandola in tribunale perché mi aveva detto che prendeva la pillola! L’ha fatto apposta! Stronza! Le faccio vedere io! Se magari poteva vantarsi di avere il figlio di Cristiano Ronaldo ora non si vanterà nemmeno di questo perché me lo tengo io! Che si fotta! -
Lo sfogo si concluse con un respiro profondo e Riky, sotto shock, si mise a pregare chiedendo a Gesù la grazia di illuminare Cris e di salvarlo dall’Inferno.
- Che c’è? - Chiese seccato il portoghese vedendo che era in crisi.
- Cris, diventerai padre e pensi a come dare una lezione a quella donna invece che al meglio per il bambino? - Cris in quel momento parve pensarci per la prima volta… ma non a quello che lui diceva di preciso. Pensava a ben altro.
Pensava a…
- Cazzo è vero… - Riky ringraziò Gesù. Cris, sotto shock, lo guardò terrorizzato. - Diventerò padre! - Ecco, non l’aveva nemmeno capito! Bene, si disse Riky. Quel bambino sarebbe stato di certo felice!
- Non puoi privarlo della madre, ha bisogno di entrambe le figure! -
- E pensi che vivendo con una donna che fa apposta a rimanere incinta e che va a ricattare il padre, invece, sarebbe felice? A quella non importa niente di quel bambino, importa più a me, forse! Certo non ci avevo pensato seriamente ma… oddio… oddio… diventerò padre. Dovrò crescere un figlio io… con la vita che faccio? Dovrò smettere di andare con tutti i ragazzi ed i trans, farmi la ragazza fissa, nascondere i miei scandali ed i miei affari… dovrò fare la persona seria! Dovrò dire addio alla vita di adesso! Oddio ma cosa ho fatto!? - Cris si prese il viso fra le mani e si chinò in avanti, i gomiti sulle ginocchia.
Era in crisi davvero profonda.
Sorrise, Riky, nel vederlo così.
In fondo era un ragazzino rimasto incastrato in mezzo a qualcosa di enorme… ora doveva accettarlo e rimediare in qualche modo. Non poteva essere facile, ma apprezzò la sua onestà. Non aveva finto di interessarsi ad un bambino che dopotutto non gli interessava.
Però l’aveva preso con sé, si era preso la responsabilità e doveva farlo seriamente.
- Diventerò padre… - Continuò a mormorare a sé stesso mentre si muoveva avanti ed indietro come una molla. Riky, intenerito da lui, gli mise la mano sulla schiena e carezzò dolcemente. A quello l’altro si rifugiò di nuovo. Era davvero l’unica cosa che gli portasse conforto. Prima l’aveva calmato ed ora… ora lo stava rassicurando.
Si tuffò di lato e si stese sulle sue gambe in modo poco mascolino e virile. Riky sorrise. Non che lui sembrasse più maschio… di norma era così dolce che vederlo come un macho era davvero ridicolo, ma la sua bellezza era quella delicatezza quasi femminile.
Solo lui l’aveva e Cris si abbandonò a quella specie di abbraccio, quelle carezze confortevoli e quella voce calma e amorevole. La sua salvezza, pensò per un momento.
- Andrà tutto bene. Sarai un padre fantastico. Fidati. Saprai come fare quando ti succederà ed hai fatto la cosa giusta, se quella donna è così terribile da usare una creatura innocente per i suoi comodi, allora è meglio così. Pur io non condivida il modo, alla fine tu sarai la cosa migliore per quel bambino. Lo amerai e sarà felice con te. Vedrai. - E Cris, nonostante non ci credesse per niente, sperò avesse ragione. Si calmò perché era lui e gli parlava così. Si calmò perché quel Riky un giorno sarebbe stato il suo Riky e vide per un istante loro a parlare così ma non come amici, bensì come fidanzati. E vide i figli insieme a giocare poco più in là.
Si sentì profondamente idiota ma anche profondamente romantico e sperò che quel desiderio si realizzasse. Lo sperò davvero.
Non poteva certo immaginare che così sarebbe stato veramente.

FINE