CAPITOLO XIV:

SEDUTA DI PALESTRA



Karim si diede la mano con Cris nel loro caratteristico modo e unirono le spalle, poi insieme camminarono verso gli spogliatoi dove si sarebbero preparati per la consueta seduta di palestra al centro sportivo del Real.
A quell'ora, un'ora prima dei normali allenamenti con la squadra, erano solo loro due. A volte alla fine qualcuno si fermava con loro, ma prima non c'era nessun altro.
- Riky è andato? - Chiese Karim capendo che se lo vedeva lì era solo per quel motivo.
Cris sospirò con un sorriso che era un misto fra il depresso e il coraggioso.
- Già... - Fece. Il compagno ricambiò cercando di fargli forza, non era molto bravo in quelle cose, ma a Cris andava bene il tentativo.
I due si spogliarono dagli abiti borghesi per indossare shorts e canottiere con le quali si sarebbero messi a fare alcuni attrezzi.
- Prossimi giorni liberi? - Chiese leggero.
- Ne ha spesso in realtà, non è un campionato impegnativo quello americano, lo ha scelto per questo. E poi si diverte, non ci sono pressioni. Però deve anche dividere il suo tempo con la famiglia che sta in Brasile. - Karim scosse il capo aggrottandosi:
- Vorrei capire perchè non vanno loro da lui. Perchè vivono separati, scusa? Non erano tornati tutti insieme? - Cris sbuffò e scosse il capo alzandosi in piedi, dirigendosi verso l'uscita.
- Ma che ne so, lei è assurda! Vuole che lui faccia il maritino perfetto, ma deve starsene in Brasile a casa sua a vivere la sua vita e... bah! -
- Ma ha una fondazione, lei! Può lavorare da dove vuole, no? - Perfino Karim sapeva quelle cose perchè Cris le ripeteva di continuo.
Infatti sbuffò di nuovo avviandosi seguito da lui, entrambi in mano le bottigliette d'acqua e degli asciugamani buttati sulle spalle.
- Secondo lei deve mantenersi fissa in un posto. Non vuole dare l'idea della mogliettina che aspetta a casa il marito calciatore che torni dalle trasferte... - Karim scoppiò a ridere buttando la testa all'indietro.
- Ma è quello che ha sempre fatto e che fanno tutte le mogli dei calciatori! - Cris alzò le spalle e gettò stizzito l'asciugamano sul manubrio della cyclette dove si sarebbe messo. Karim si sistemò in quella vicina.
- Non penso che gliene freghi qualcosa di lui. Per lei ormai contano solo le apparenze da un bel po'... deve dare l'idea della donna di successo, emancipata ed altruista. Credo che miri al premio nobel per la pace o qualcosa di simile. Vuole riconoscimenti. -
- Si, ma Riky? Se non prova nulla, che lo lasci libero… sarebbe una bella prova di emancipazione e modernità! - Cris fece il broncio stringendo le mani nei manubri, iniziando a pedalare.
- E fare la parte della donna di fede separata dal marito? Sarebbe oltraggioso! Non si amano, non si amano da tempo, solo che lui le serve per le apparenze. - Karim guardò circospetto Cris.
- Anche a Riky lei serve per lo stesso motivo, o sbaglio? -
Cris sospirò scuotendo il capo un po' sconsolato, un po' stufo.
- Non esattamente. Mesi fa è successo che lei venisse a sapere di noi, per cui dopo un'estate passata a riflettere su cosa fare, ha deciso di separarsi. Poi ha visto che gli effetti sulla sua immagine sociale erano devastanti ed ha deciso di cambiare idea e tornare con lui tornando alla finzione più totale. Lei è stata chiara con lui. Non sono pronta a rovinare la mia immagine pubblica. E lui ha sempre fatto quello che lei voleva, l'ha sempre accontentata... -
Cris su quello era amaro e scontento, ma ora che aveva chiarito col suo ragazzo non si sentiva un verme a lamentarsi di quello.
Karim lo guardò dispiaciuto, non era facile stare con uno così.
-  E' difficile quando guardano alle apparenze o ai valori. È meglio innamorarsi di uno che segue sé stesso fregandosene delle conseguenze, delle apparenze e dei casini... - Cris lo guardò a sua volta ridacchiando.
- L'hai incontrato? - Karim rise.
- No, e tu? -
- Quando lo trovi fammi un fischio! - I due continuarono ridendo insieme, poi Karim lo guardò e prendendo l'asciugamano, continuando a pedalare, lo diede contro le sue gambe, Cris squittì in modo poco mascolino.
- Noi due siamo così! - Cris lo guardò senza capire e lui ripeté. - Noi due siamo così. Seguiamo noi stessi fregandoci delle conseguenze e di quello che pensano gli altri. Certo non ci facciamo pubblicità, però non è che montiamo su storie assurde o chissà cosa. - Cris piegò la testa di lato.
- Adesso sono così. Ho passato anche io il periodo del fingere è meglio per chi amo. Poi ho visto che chi amavo si era accorto che comunque le cose non erano come volevo far sembrare e a quel punto ho deciso di smetterla. In effetti il mondo non sta cadendo. Ho lasciato Irina, non frequento nessun'altra, sto con mio fratello e il mio amico Ricky per la gran parte del tempo, eppure non sta venendo giù il mondo. Però non è facile. Prima ero terrorizzato che si capisse chissà cosa. In realtà basta che non vado per locali equivoci e che mi esponga come facevo da ragazzo, quando facevo scoppiare uno scandalo dietro l'altro. - Karim lo ascoltò assorto mentre pedalava appoggiato di nuovo al manubrio della cyclette, pensò a come viveva lui la propria vita e vide che non era poi così diversa.
- Non ho mai voluto fare l'uomo delle apparenze. Anche quando sono diventato padre, non importa. Ci ho provato con Cloe, ma quella vita non fa per me. Sposarmi con una donna per poi tradirla? No, che senso ha? Sono stato chiaro. Non la amo. Punto. Lei lo ha apprezzato. Non mi metto in piazza, ma se succede che si trovi qualcosa su di me con chissà chi, pazienza. Me ne faccio una ragione. Basta aspettare e tutti si dimenticano. Non voglio dare spiegazioni su chi sono e cosa faccio. Però non fingerò mai. È la mia vita. Non faccio male a nessuno. - Cris gli mostrò il pugno d'apprezzamento che Karim colpì allo stesso modo.
- Dovremo sposarci noi due! - Disse scherzando.
- Penso che ci ritroveremo da vecchi ad avere la stessa conversazione... - Disse Karim ridendo.
- E diremo 'Avremmo dovuto metterci insieme noi due!' - Fece Cris imitando sé stesso da vecchio, incrinando la voce come uno senza denti. Karim si mise a ridere e rispose alla stessa maniera:
- 'Già, perchè non l'abbiamo fatto?' -
- 'Io ero troppo innamorato di uno scemo che pensa troppo a far contenti tutti tranne che sé stesso ed il suo uomo...' -
- 'Ed io... ' - Karim qua si rese conto che non sapeva cosa dire. Cris lo guardò in attesa della risposta per poter ridere. Ma capì che a quel punto era scattato qualcosa in lui e rallentò la pedalata.
- E tu? - Chiese curioso, attento. Karim guardando davanti a sé sorpreso, si strinse nelle spalle.
- Ed io non mi sono mai chiarito le idee! -
Cris, che avrebbe immaginato mille risposte tranne che quella, gli chiese immediatamente spiegazioni con le mani ai fianchi:
- E questo cosa sarebbe? -
Karim si strinse nelle spalle.
- Che non so cosa voglio... -
- Ma Zizou? -
- E' sempre lì. L'ho messo da parte, non via. È sempre lì. -
- E vuoi provare altre storie? - Chiese Cris sapendo che punti toccare.
Karim scosse la testa.
- E' questo che non so. Non penso. Non lo so. Boh. - Fino a quel momento la risposta era sempre stata 'no'. - Non penso di essere tagliato per amare, per le storie serie. Credo che ti direi questo, da vecchio. Ho amato solo una persona che non mi ha mai ricambiato. Non sono mai più stato capace di amare qualcun altro. Mi sono solo divertito a scopare a destra e sinistra. Questa sarà la mia vita. Per sempre. - Per un momento Karim si sentì triste per sé stesso, sebbene fosse sempre stato molto convinto delle proprie scelte e delle sue non implicazioni sentimentali, ma Cris che conosceva quel lato romantico ed emotivo ben nascosto, gli colpì la gamba con l'asciugamano come prima aveva fatto lui, l'altro lo guardò senza lamentarsi, come in letargo, e lui lo riscosse.
- L'amore arriva sempre e due volte. Una va male, l'altra va bene! È il destino di tutti. - Karim rise per l'assurda teoria.
- E se va male anche la seconda? - Cris fece una smorfia.
- Adesso non prendermi sul letterale, il numero è indicativo. È per dire che ti arriva finchè non va bene. Però tu non devi chiuderti e respingere. -
Karim pensò a James.
- Chiuso non sono. No, per quello no... - Cris lo guardò. - Nel senso che scopo, passo il tempo con altri se mi va... non è che sono chiuso come anni fa. Però non so se amerò mai dopo Zizou. - Cris sorrise come un fratello maggiore ed invece di colpirlo con l'asciugamano, gli mise la mano sul braccio.
- Succederà. Solo non pensarci con ossessione. Lasciati vivere. Lasciati andare. Sia quel che sia. - Karim sorrise guardandolo grato ed annuì.
- E' pressapoco il mio piano attuale. - Cris rise e dopo di questo continuarono a parlare di tutto e di nulla, senza toccare l'argomento James.
Cris non gli chiese se poi si erano rivisti dopo quella sera, Karim non glielo disse. Non sapeva se doveva renderlo partecipe, in realtà non aveva idea di come gestire la cosa.
Lui e James non stavano insieme e nemmeno Cris e James. Però la situazione era un po' strana.
Nel dubbio, non disse nulla.