CAPITOLO II:
NELLA SALA RELAX



Solo tempo dopo avrebbe capito la differenza.
C'erano passatempi e passatempi.
C'erano quelli privi di interesse e del tutto vuoti, che non aiutavano per nulla perchè non poi così piacevoli, ed altri che aiutavano perchè davvero piacevoli. Pur rimanendo passatempi.
Ad esempio fare sesso con una donna non era la stessa cosa che farla con un ragazzo che lo attirava sessualmente, come ad esempio Gonzalo, Mesut od il mister.
Non amava nessuno di loro.
Mesut era stata la prima prova, poi lui si era messo con Sami, così dovendo trovare un'alternativa a Mesut si era messo a farlo col mister. Quell'anno gli aveva portato il suo idolo, meritava il suo corpo un ringraziamento speciale.
L'anno dopo Zizou se ne era andato litigando proprio con José e quindi Karim per non ucciderlo aveva deciso di non parlarci e non andare più a letto con lui.
Per non impazzire, invece, aveva iniziato ad andare a letto con Gonzalo. C'era sempre stato un bel feeling con lui anche gli anni passati, si era trovato bene. Ma ad un certo punto Gonzalo si era messo a parlare di sentimenti e Karim aveva smesso di andare anche con lui.
Poi aveva provato qualche ragazza perchè ad un certo punto il sesso era diventato tutto uguale, da tanto che ne era abituato.
Era diventato come un circolo vizioso. Non contava più con chi, ma bastava farlo.
In questo modo aveva messo incinta una ragazza e sapendolo, aveva deciso di riconoscere il bambino e assumersi le sue responsabilità di padre senza il bisogno di fidanzarsi seriamente con lei o sposarla.
Nel frattempo Karim aveva preso una piega un po' particolare.
Calcisticamente si era perso, umanamente anche. O meglio il non essere soddisfatto della sua vita personale e privata, il non trovare più piacere nelle cose che prima lo riempivano, come il sesso, aveva iniziato ad innervosirlo e incupirlo.
Aveva preso, appunto, una piega particolare.
A quel punto, sul punto di perdersi sotto ogni aspetto di sé, era arrivato Zizou. Anzi, era tornato.

Quel giorno Karim morì di nuovo e di nuovo rinacque.
Si rese conto che era lui quello che contava e che non era una cotta da fan realizzato, ma molto di più.
E molto di più sarebbe diventato nell'arco dell'anno.
Zizou nel 2013-2014 divenne il secondo allenatore di Carlo Ancelotti, uno dei migliori allenatori di sempre.
L'occasione di lavorare con lui gli fece decidere di tentare seriamente la carriera di allenatore, cosa che con Mourinho aveva un po' perso per i molti scontri con il portoghese.
Karim era rinato.
Aveva come ritrovato la strada perduta, sia a calcio che nella sua vita privata.
“E' lui che amo, che amerò sempre. Non so se mi ricambierà mai o se mi vede come uno dei tanti. Non so cosa pensa di me, so che io lo amo e basta. E questa è la sola cosa che conta!”
Quando lui arrivò Karim smise di andare a letto a destra e sinistra, l'astinenza sessuale e la consacrazione a Zizou lo aiutarono a ritrovare sé stesso.
Il resto lo fece la presenza ed i consigli del suo guru.
Non solo parole, quell'anno.
Zizou iniziò ad allenarlo in privato dopo gli allenamenti regolari e questo fece sì che Karim ritrovasse sé stesso a livello calcistico. Non solo si ritrovò, sbocciò seriamente.
Karim fino a quel momento aveva mostrato nemmeno un terzo del suo reale potenziale.
Zizou quell'anno gli diede la chiave per tirare fuori il suo cento percento.
Gli diede tutto, attitudine mentale e fisica, perfezionamenti tecnici e pratici. Lo rimodellò facendosi ascoltare e seguire come i discepoli con Gesù.
Quell'anno per Karim fu il migliore, per Cristiano fu il più difficile.
Non calcisticamente, ma emotivamente.
Riky se ne era andato e per lui fu molto difficile affrontare la separazione. Non si erano lasciati, ma prendere un aereo per vedersi e vivere attaccati ad un telefono era diverso dall'avere la persona amata sempre lì.
Riky l'aveva fatto rinascere e Karim, guardando Cris quell'anno, si chiese se quando Zizou se ne fosse andato per seguire la sua carriera di allenatore, sarebbe finito come lui.
Questo pensiero lo turbò e Zizou se ne accorse immediatamente, infatti glielo chiese. Non aveva paura di porgli qualsiasi domanda.
L'aveva demolito e ricostruito ed era stato come farlo con della sabbia, nemmeno della creta. Karim era sempre stato apertissimo a lui.
- E' che sto pensando ad una cosa... - Fece allora Karim intimidito.
Non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi e spiegargli cosa provava. Tutti vedevano il loro legame e sapevano che si allenavano insieme, tutti vedevano il grande miglioramento di Karim e lo attribuivano alle attenzioni di Zizou. I media non facevano che porre loro domande a riguardo e loro non negavano che erano come fratelli e che sostanzialmente si adoravano.
- Cosa? - Chiese Zizou nella sala relax del centro sportivo del Real.
Il giorno dopo avrebbero avuto una partita, quindi la notte la passavano lì visto che la partita era in casa.
La sala era completamente vuota e silenziosa, il buio ovunque tranne che nel loro angolo dove avevano tenuto accesa una luce piccola.
Erano seduti sui divani, uno vicino all'altro, e Zizou aveva deciso di capire cosa succedeva a Karim in quel periodo.
- Tu comunque diventerai un vero allenatore, farai la tua carriera... - Zizou annuì calmo.
- E' il progetto. - Karim si tormentava le mani e se le guardava intimidito e nervoso.
- Ed io ecco... io... - Sembrava non sapere come dirlo. Zizou lo guardò paziente, il suo sguardo ammaliante lo sciolse, alla fine si insultò e lo buttò fuori. - Io mi chiedo se quando te ne andrai io tornerò ad essere quel... quel gatto... - Citò le parole di Mourinho. L'anno in cui Zizou era stato nel suo staff, Karim si era svegliato ed aveva giocato bene. A fine anno Mou aveva detto che si era trasformato da gatto a leone. Ora si sentiva ancora un leone. Ma aveva paura di tornare ad essere un gatto senza Zizou.
Questi capì i riferimenti e cosa intendeva e si intenerì, gli mise una mano sul ginocchio e Karim sussultò tendendosi. Sentendolo nervoso spostò la mano e gli cinse le spalle col braccio intero, l'attirò a sé e con dolcezza, senza mai staccargli gli occhi di dosso, disse:
- Ehi... - Karim allora girò il volto e lo guardò. I loro occhi si incontrarono e l'emozione esplose. Si rese conto in quell'istante che non avrebbe potuto tacere per sempre su quel che provava. Andare con altri non aveva funzionato, uomini o donne non contava. Voleva sempre e solo lui. Ma nemmeno l'astinenza funzionava. Karim stava bene sono con Zizou ed ora stava arrivando al limite massimo.
Stare con lui senza stare con lui era una tortura. Lo desiderava. Voleva tutto.
 Non poteva resistere ancora tacendo in quel modo.
- Andrà tutto bene. Quello che ti sto dando non si perderà. Non è una magia che sto facendo. Una magia che quando mi allontanerò svanirà. Quello che stai facendo lo fai perchè lo sai fare, è roba tua. Io ti ho indirizzato ed aiutato. Ma ora quello che sei, rimarrai sempre. - Karim si morse il labbro abbassando gli occhi senza girare la testa.
- Ma io sono emotivo. Non sembra, ma il fatto di tenere tutto dentro mi rende emotivo. E questo non mi aiuta se... - Zizou aggrottò la fronte.
- Se? - Karim sospirò e tornò a guardarlo con coraggio, vicino com'erano, con il suo braccio sulle spalle e quel contatto deleterio.
- Se non ti vedrò più. -
- Non vado a morire. Ci potremo sentire e vedere. Dipende da cosa farò... - Karim scosse la testa e si sciolse da lui incurvandosi in avanti, si mise in punta sul divano e si appoggiò sui gomiti, si strinse le mani e nervosissimo sbottò:
- Tu non capisci il senso con cui lo intendo io... - Zizou rimase appoggiato a guardare la sua nuca senza capire.
- Spiegamelo! -
Il giovane sospirò ancora insofferente, scosse il capo e decise di buttarsi.
- Tu intendi che possiamo vederci come amici, ma a me non mancherà un amico. A me mancherà la persona che amo! - Zizou si gelò.
Il mondo si gelò.
Rimase assolutamente immobile, completamente immobile. Inesorabilmente silenzioso.
Karim strinse forte gli occhi, si coprì il viso, lo strofinò, imprecò e si alzò.
- Lascia stare, dimentica tutto. È solo un mio problema! - Zizou cercò di fermarlo pur non sapendo come gestire la cosa.
- Karim... - Karim si fermò ma rimase in piedi, non si zittì, continuò a sparare parole per districarsi da quell'imbarazzante e disastroso momento.
- No, non dovevo dirtelo. Ho fatto fino ad ora senza dirti nulla, ci comportiamo da amici e funziona benissimo! Non vedo perchè non dovrebbe funzionare anche quando te ne andrai e ci sentiremo solo da amici! Andrà bene! Non so perchè ho dovuto dirtelo, sono scemo, sono un coglione! Lascia stare! Dimentica! - Con questo se ne andò.
Zizou rimase fermo in silenzio a pensare tutta la notte, sconvolto da una rivelazione che aveva capito molto prima che gli venisse fatta.
Aveva sperato non si rivelasse mai, ma l'aveva fatto e poi aveva ritrattato, ma il ritrattare non cancellava quel che era stato detto.
Ed ora come gestirla?
Sapeva gestire molte cose. Aveva imparato con le discipline orientali a gestire sé stesso e quel mondo turbolento che l'aveva quasi ucciso.
Però con Karim era tutt’altro discorso.