CAPITOLO IV:
UNA SERA AL CENTRO SPORTIVO



Karim si ritrovò così a dover fare i conti con quello stato di shock assoluto.
Sopportare il distacco da Zizou non fu facile, ci mise dei mesi per superarlo e tutto l'aiuto possibile di Cris.
Fu così tanto nel suo mondo depresso che non si rese conto nemmeno dell'arrivo di James.
Il piccolo James era la rivelazione dei mondiali, la nuova promessa del calcio.
Un colombiano dal piede fatato. E non solo il piede. Anche il viso ricordava quello di un folletto, in effetti.
Piuttosto piccoletto di stazza rispetto ad altri, aveva un grandissimo sorriso ed un talento unico.
James arrivò il suo stesso giorno al ritiro del Real, nel centro sportivo deserto perchè la squadra al momento era in altre città a disputare le prime partite estive.
I due arrivarono dopo per i mondiali, quindi fecero i test medici e cominciarono con gli allenamenti soliti.
Erano insieme a Raphael e Fabio, arrivati lo stesso giorno.
Quel posto era deserto di suo vista l'assenza della squadra, ma essere lì senza Zizou fu per Karim traumatico ed insopportabile.
Raphael sapeva della sua storia con Zizou, una storia particolare. Più che altro passione da parte del suo amico.
E sapeva che la stava vivendo male ora che Zizou non era più il secondo allenatore della squadra.
Per James era tutto nuovo, invece, e non conosceva nessuno, men che meno loro.
Raphael e Fabio gentili ed amichevoli si impegnarono per conoscerlo e metterlo un po' a suo agio visto che era il nuovo arrivo del club. Karim lo ignorò totalmente.
Era una cosa tipica sua ignorare i nuovi arrivi, l'aveva fatto anche con Gareth infatti, poi nel corso dei mesi si era lasciato andare e ci aveva parlato ed in seguito ci era diventato amico.
Lui era un gatto in piena regola, prima di farsi andare bene qualcuno, l'altro doveva penare e comunque nella squadra non si poteva dire che lui avesse dei veri e propri rapporti con tutti. Cioè era amico ed andava d'accordo con tutti, ma si confidava con pochi, ormai.
Sami era isolato perchè depresso senza Mesut e comunque sempre infortunato, Marcelo si era avvicinato abbastanza in quell'ultimo anno e si era un po' confidato con lui, ma era così pazzo che prenderlo sul serio era difficile.
Con Sergio era più o meno lo stesso discorso, era disponibile e amico di tutti, ma Karim non poteva prenderlo seriamente nel bisogno di confidarsi.
Luka era alle prese con Gareth.
Isco con Alvaro.
Jese gli moriva dietro e lui a chi lo inseguiva reagiva scappando.
Poi c'era qualcun altro, tipo Iker che era sicuramente affidabile, ma preso dai problemi di tutti e 30 i suoi compagni più i propri col club...
Restava Cristiano.
Siccome erano arrivati insieme, era stato uno dei primi con cui aveva fatto amicizia. A lui era annesso Riky, all'epoca. Quello perfetto per le confidenze ed i consigli.
Gonzalo era andato via, così come Mesut. Con Angel non c'era mai stato quel gran rapporto.
Insomma, la conclusione era che adesso Karim si confidava solo con Raphael e Cristiano. Stop.
La qual cosa non contava in linea di massima in quel momento. Karim stava male per Zizou e gli altri dovevano stargli alla larga, non c'era altro da dire.
James provò a fare amicizia con lui, ma fu impossibile all'inizio.
Per cui l'estate passò con Cristiano, Raphael e Marcelo che stavano vicino a Karim cercando di leggere i suoi silenzi ed i suoi musi e di farlo ridere quando non si rischiava la vita.
Cris intercesse per Karim col mister e gli spiegò che per lui gli inizi di stagione erano sempre un po' complicati perchè era lento ad ingranare la marcia, ma poi si innescava e partiva. Di avere pazienza.
Il mister aveva detto che Karim aveva qualcos'altro e che si vedeva. Era spento, non addormentato.
Allora Cris si era trovato a spiegargli che aveva digerito male l'assenza di Zizou.
Il mister non aveva aggiunto altro, ma l'aveva sempre messo fra i titolari, immancabilmente, senza mai togliergli fiducia.
Questo combinato a tutte le miliardi di palle che gli passava Cristiano al posto di fare miliardi di goal, spesso facili, aiutarono Karim ad uscirne.
Cris in effetti se lo caricò sulle spalle, in quei primi due mesi di stagione di calcio, e lo trascinò con sé in ogni azione, dandogli sempre la palla, a qualunque costo, aiutandolo in tutti i modi.
Spesso Karim non combinava niente di utile ed infatti veniva parecchio fischiato, a volte riusciva ad infilare la rete.
I primi mesi furono davvero difficili, nessuno capiva come poteva essere titolare e cosa aspettavano a mandarlo via e rifilarlo in panchina.
Soprattutto nessuno capiva perchè Cris insistesse a passargli così tanto la palla mancando moltissime reti sicure.
Non si potrebbe dire facilmente cosa fu.
Un po' lui e la fiducia in generale della squadra e del mister, un po' i continui sproni di Zizou che gli faceva regolarmente per telefono e di persona tutte le volte che poteva esserci.
Alla fine riuscì ad abituarsi al cambiamento, al fatto che lui c'era ma non come prima.
Si vedevano di meno, non si allenavano insieme, ma lo sosteneva, gli dava consigli, si aspettava che riprendesse da dove aveva interrotto.
Karim si abituò a viverlo in quel modo.
Poi un giorno ne parlò con Cris in una delle serate al centro sportivo, prima di una partita che avrebbero disputato il giorno dopo in casa.
- Penso che sto accettando che mi vede come un fratello. - Cris non gli aveva chiesto nulla, si erano trattenuti nella sala relax a giocare alla Xbox e dopo un po' che erano rimasti soli, lui aveva detto questo.
- E prima come lo vivevi? - Karim alzò le spalle.
- Mi illudevo di essere speciale, di essere ad un passo dal mettermi con lui o che magari lui provasse le stesse cose ma che non potesse ammetterlo perchè sposato e di principi... - Non sapeva che ci aveva preso. - Però la verità la vedo ora. Ed è per questo che sono stato tanto male. Per lui sono solo un fratello. E basta. Ed ora finalmente lo sto accettando. - Cris non fece una piega, non lo criticò, non lo prese in giro e non fece domande.
Rimase in silenzio per un po', continuarono a giocare. Poi disse.
- Non è mai facile avere a che fare col cuore. - Karim sorrise stanco.
- Puoi dirlo forte. Spero di non innamorarmi più! - Cris rise rumoroso.
- Scommetto che ti innamorerai di nuovo per la fine di questa stagione di calcio! - Karim sbagliò mossa e Cris segnò, il francese imprecò e si girò a guardarlo torvo.
- Non dire stronzate! Non voglio innamorarmi più! È solo un disastro! - Cris lasciò giù il joystick e si mise a ridere coprendosi il viso. Karim lo guardò storto.
- Non si comandano queste cose! -
- Io sì! E di chi dovrei innamorarmi, poi? - Cris alzò le spalle e si lasciò andare con la schiena sul divano, la testa all'indietro, gli occhi al soffitto lindo.
- Non so, come va con la tua ragazza? - Karim alzò le spalle.
- E' solo la madre di mia figlia. Non sta andando come pensavo. -
- Preferisci i ragazzi? - Altra alzata di spalle.
- Non so, non è una questione di genere. Mi sono innamorato di Zizou perchè lui era speciale. Per me scopare con uomini o donne è uguale... - Cris girò la testa guardandolo pigramente. Cercare di capirlo era sempre difficile. Karim ora era appoggiato come lui all'indietro. Lo schermo illuminato in pausa. Il resto prevalentemente buio e tranquillo.
- Prova ad andare con qualcuno di appetibile anche se non provi nulla. - Karim alzò gli occhi al cielo sbuffando.
- Non so, non ho voglia. Adesso sono in equilibrio precario e ho paura che se faccio qualcosa di sbagliato vado di nuovo in casino. Mi sto appena riprendendo... - Cris alzò le spalle.
- Le scopate ti han sempre aiutato. - Karim piegò la testa di lato ed ammise.
- Sì beh... e con chi dovrei? - Cris rispose ridendo.
- Jese pende da ogni tuo gesto! È anche carino... - Karim lo guardò corrucciato.
- Non posso proprio perchè gli piaccio. - Ovviamente glielo aveva fatto notare Cris e Marcelo aveva confermato. Karim non se ne era certo accorto da solo.
- Non ti piace? -
- Sì, ma non provo quello che prova lui e non voglio illuderlo. Potrei scoparlo perchè è disponibile e carino, ma so che per lui sarebbe di più, si illuderebbe e poi ci starebbe male quando gli direi 'ehi, erano solo scopate, sai?'. - Cris non lo contraddisse, dopotutto aveva ragione. Karim si girò a guardarlo pigramente ed i due rimasero seri e dispiaciuti per quello strano stato in cui si trovavano. Incerti.
- In fondo sei un bravo ragazzo. - Concluse il portoghese sorridendo e mettendogli una mano sulla coscia.
Fra i due c'era sempre stata una pura amicizia, a volte demente, altre profonda. Non c'era mai stato sesso, Cris aveva avuto da subito il pallino di Riky e dopo vari corteggiamenti ne aveva avuto 'ragione'.
Ora i due erano in Stati diversi, Riky aveva addirittura lasciato il continente, ma continuavano a stare insieme, a vedersi quando potevano e a stare costantemente al telefono.
Cris era proprio consacrato a lui ed in pochi conoscevano questo aspetto suo. Un aspetto sorprendente in effetti.
- In fondo? - Cris rise e si appoggiò alla sua spalla con la testa. Il tipico gesto alla Riky.
- Dai, l'ho sempre saputo che lo eri... - Karim annuì. - Tu vuoi fare il gangster per sentirti più forte, ma sei un gattino tenero. - Scosse la testa.
- Sono un caprone, non sono un gatto. Però so di esserlo e quindi cerco di trattenermi. Non sono stato così delicato con gli altri che ho avuto per passare il tempo. Gonzalo è scappato letteralmente dalla mia bastardaggine! - Cris dovette convenire.
- Però ora non scopi con Jese per non illuderlo. -
- Perchè so come ci si sente, prima no. - Zizou non l'aveva proprio illuso, ma in qualche modo era successo e Karim ora stava così male per quel motivo.
- Tutti crescono prima o poi. Con le esperienze che vivono. Se sono dolorose ancora di più. - Karim pensandoci appoggiò la testa su quella di Cris e sbadigliò stanco.
- Non so come farò a farmi un'altra vita un giorno. -
- Devi distrarti. Il sesso ti piace. Non dico con Jese che è cotto di te. Trova qualcuno che ha voglia di passare il tempo e che non sia coinvolto con te. È l'ideale. - I soliti consigli di Cris. Di solito avevano abbastanza senso, alla fine. Karim alzò le spalle.
- Non ho voglia di scopare. - La risata di Cris riecheggiò in tutta la sala e Karim gli mise la mano sulla bocca per farlo smettere, insieme continuarono a ridere allacciati in quel modo, poi andarono a dormire.
Le cose potevano cambiare in un qualunque momento, in qualunque modo. Inaspettatamente.
Ed era così che poi succedeva che Karim, aiutato da Cris, ricambiava il favore e lo aiutava a sua volta dandogli un sacco di palle che invece avrebbe potuto infilare lui. Perchè ormai segnava ed era tornato ad essere applaudito, ora giocava di nuovo bene, serenamente, con costanza ed il suo talento che a quanto pareva non era davvero dimenticato.
Così gli bastava un goal a partita, in media. Poi pensava a far segnare Cris tutte le volte che poteva. Spesso prima pensava a questo e poi eventualmente a segnare lui.
Non era un pensiero primario.
Ora stava bene, si sentiva bene e lo vedeva nel modo in cui giocava.
Non gli serviva altro.
Per cui le cose si evolsero così, spontanee e da sole. Completamente da sole.