IL SOLE NEI GIORNI BUI

Ci sono giorni come questi che davvero vorrei sparire dal mondo, smettere di essere chi sono, evaporare e piantarla con tutto.
Amo la mia vita, amo quello che faccio però a volte tutto va storto e non sai come uscirne senza impazzire.
La voglia di gridare, dopo un'espulsione assurda ed ingiusta, è altissima.
Sono teso fino allo spasmo, vorrei rompere tutto e per un momento mi sento tornare indietro nel tempo, a quando ero così, quando ero maledettamente così stronzo, precipitoso e impulsivo.
Giocare al Real con Riky, essere padre, sono cose che mi hanno calmato e fatto maturare.
Solo che quando capitano i momenti no, e capitano a tutti, di solito c'era Riky che arrivava in picchiata e mi calmava in tempo.
È questo che mi è mancato stasera. Lui.
Quando ho visto il rosso sono uscito di testa, non sono proprio riuscito a trattenermi, ho reagito in modo esagerato, ma sapendo che era una cosa ingiusta perchè l'altro giocatore si è buttato a terra di proposito appena ha sentito la mia mano sulla faccia, mi ha proprio scollegato.
Solo quando cammino fuori dal campo e percorro il tunnel per calmarmi da solo negli spogliatoi, me ne rendo conto.
Se ci fosse stato Riky, mi sarei calmato subito. Non sarei arrivato al punto di esagerare. Forse se non avessi fatto casino dopo non mi avrebbe dato il rosso, chi lo sa.
Dio, come mi manca, come vorrei averlo ora, qua e subito, cosa darei di me per poterlo avere qua davanti a me, subito, abbracciarlo, affondare fra le sue braccia. Cosa darei. Cosa.
Varco la soglia degli spogliatoi con la voglia di dare un calcio a qualcosa, ma questa enorme forza che mi divora dentro, implode e svanisce appena lo vedo.
È così che alla fine invece di gridare e spaccare tutto, piango e basta.
Sono le 22.20 più o meno di domenica sera e lui è qua.
Forse ha dei poteri, io lo evoco e lui arriva.
Scuoto la testa e non riesco a dire niente, lui allarga le braccia e basta, io chiudo la porta e mi getto fra le sue come se fosse la mia ancora di salvezza, chiudo gli occhi e nascondo il viso contro il suo collo. Sono sudato fradicio e sporco, ma lui mi stringe, mi cinge il collo ed io la vita, aumento la forza e lui si lascia fare, poi le sue labbra al mio orecchio sussurrano piano:
- Purtroppo il calcio è anche questo, subire le ingiustizie degli arbitri... era da un po' che non capitava, no? Significa che piano piano hanno capito chi sei davvero... qualcuno è ancora un po' duro ma... - Dovrei chiedergli come fa ad essere qua, però la verità è che sono troppo felice che sia qua. In questo schifo di serata, è l'unica nota positiva che mi fa respirare.
Allargo le mani sulla sua schiena e risalgo come in una carezza che arriva sulla sua nuca, affondo fra i suoi capelli che adoro, li stringo e tiro leggermente per arrivare alla sua bocca che, aperta, è tutta per me.
Le labbra schiuse di entrambi aderiscono con lentezza le une alle altre, piano piano il senso di morbidezza e umido si fonde con la dolcezza della sua lingua che piano si fa strada nella mia bocca. Si apre di più ed io faccio altrettanto, piega la testa e trova un accesso migliore, in modo da potersi intrecciare a me alla perfezione. Ci incastriamo coi visi, coi corpi e con le lingue che unite fanno l'amore, si carezzano, ci scambiamo i nostri sapori e tutto sparisce finchè ci baciamo.
Non ce l'avrei fatta da solo. Impossibile.
Lui sa sempre quando farmi le sorprese. Non le fa mai di questo tipo. O mi avverte o altrimenti se dice che questa volta non possiamo vederci, non fa improvvisate. Tranne che quando poi mi capita qualcosa ed io sono così nervoso che do di matto, allora lui magicamente fa le improvvisate e mi salva.
Non può sapere quando mi capiterà qualcosa, quando uscirò di testa. Però lui riesce a capirlo lo stesso.
Sospiro di sollievo dopo questo lungo bacio, torno a nascondere il viso contro il suo collo e mi rilasso, sono meno teso anche se sempre molto nervoso e contrariato.
Come è possibile?
Adesso questo sicuramente rovina tutto.
Dovevamo segnare ancora e vincere, eravamo in partita, finalmente. Questa adesso non ci voleva. Sicuramente saranno tutti deconcentrati. E non c'è nemmeno Gareth!
Le sue mani salgono sulla mia testa, arrivano al viso, mi separano dal suo collo e mi guarda, mi carezza le guance e sorride dispiaciuto.
- Mi dispiace... volevo farti una sorpresa ma non pensavo che finisse così... ero nella zona sicura quando ho visto il rosso, così sono corso negli spogliatoi, il tuo amico della sicurezza mi ha fatto passare come sempre, e ti ho aspettato. Sapevo che venivi furioso. -
Appoggio la fronte alla sua e non gli stacco gli occhi dai suoi. Il mio punto di calma.
- Mi secca perchè potevamo superare di brutto il Barcellona. Non arrivavamo primi, ma secondi da soli sì... invece ora siamo con loro... e probabilmente ce la giocheremo al Classico e non si possono giocare posizioni importanti in un Classico perchè è sempre un casino! E questo ha deconcentrato i ragazzi che adesso non giocheranno come dovevano. Insomma, siamo una squadra da milioni e fatichiamo lo stesso... però dai, bisogna vedere gli episodi. Gareth è infortunato, io sono stato espulso in malo modo e sono già due cose che portano via concentrazione e lucidità. Senza contare che sono io, devono fare a meno di me! Certo che è una squadra piena di super campioni, ma quando accadono queste stronzate anche i giocatori da milioni si innervosiscono e quando scatta quello è finita! Insomma, siamo umani! Che palle! È tutta colpa mia! Se ero in campo non ci spezzavano il ritmo! È vero che a volte giochiamo così alla grande che segnano tutti ed altre vinciamo solo nel secondo tempo, a volte io non sono completamente in gioco, a volte sì... capita a tutti... ma di fatto non stiamo andando male. Abbiamo iniziato con fatica per i grandi cambiamenti, ma poi abbiamo recuperato terreno in un modo incredibile! Mi brucia che si dica 'ecco la squadra da milioni che brucia occasioni o che non segna venti goal a partita!' Tu pensa che anche se vinciamo 2 a 0 nel secondo tempo, veniamo criticati! Sono cose che sappiamo, fa parte dell'essere il Real Madrid e da un lato è bello perchè significa grande aspettativa. Però dall'altro non ci fa sempre bene, a volte c'è solo bisogno di calma e basta! - Dopo il fiume di parole che ho finito per dire attaccato a lui come una calamita, sospiro di nuovo e scuoto la testa tornando giù a nasconderla. Lui sorride e mi carezza la nuca. - Scusa, ti ho riempito di parole... dovevo sfogarmi... - Sorride di più.
- Va tutto bene, è normale. Sono qua per questo... - Scuoto la testa.
- Eri qua per festeggiare un gran sorpasso! Quando ieri hai visto che il Barcellona aveva perso sicuramente hai pensato che visto che avevi la domenica libera e che noi avremmo superato quelli là, sarebbe stato bello farmi una sorpresa e farti trovare qua alla fine della partita! - Annuisce. Lo conosco bene. Torno a separarmi e faccio il broncio seccato. - Ed invece sei qua a consolarmi perchè non li abbiamo superati! -
- Dai, non è finita... magari alla fine... - Piego la testa e lo guardo con aria eloquente.
- Sai come vanno queste cose. Quando c'è un'espulsione simile è finita, non c'è più lucidità! - Stringe le labbra e lo ammette silenzioso, dopo però mi bacia la guancia con la sua solita dolcezza.
- A me basta vederti, non importa se sei felice o arrabbiato. Se sei felice gioisco con te, se sei arrabbiato ascolto il tuo sfogo. Mi va bene tutto di te. - Come sempre i suoi poteri sono insuperabili. Sorrido un pochino e gli bacio le labbra.
- Non so cosa farei senza di te. Hai trovato il momento perfetto per venire. Come sempre. Stavo giusto pensando che se tu ci fossi stato, mi avresti calmato in tempo... - Si illumina come un bambino, adoro quando gli brillano gli occhi in questo modo.
- Visto? La fatina è arrivata! -
Così riesco anche a ridere un po' e lo stringo forte.
- La mia fatina! - Solo lui potrebbe farsi chiamare così senza prendersela. Lo adoro.
E davvero, se non ci fosse non so cosa farei.
Poco dopo sentiamo che la partita è finita e lui si separa.
- E' meglio che ti aspetto fuori, poi torniamo insieme... - Annuisco e lo trattengo quando si scioglie dal mio abbraccio, gli tiro la mano e lo bacio. È questione di un secondo e lui esce poco prima che arrivino gli altri tutti infuriati.
Mi vedono ancora vivo e soprattutto guardano stupiti lo spogliatoio in ordine ed io ancora in divisa che non mi sono lavato. Ma non gli lascio il tempo per le domande, gli chiedo come è andata e parliamo subito della partita.
Mentre lo faccio il nervoso torna, io sono estremamente contrariato, vorrei di nuovo gridare. Mi sento quasi oltraggiato per il fatto che davvero, quello ha fatto una recitazione pazzesca che ha portato ad un litigio generico, ma la cosa davvero assurda è che sono stato espulso solo io e non lui, lui solo il giallo, ed il litigio è stato fatto in due.
Per cui ci ripenso e rimugino e torno ad arrabbiarmi.
Fino a che non esco dallo spogliatoio pronto, faccio quello che devo fare e poi arrivo da lui dove so mi aspetta al sicuro da occhi indiscreti.
È uno di quei posti dove possono arrivare solo i giocatori e chi ha il pass speciale.
Lui è in una macchina a noleggio che ha affittato in aeroporto quando è arrivato, mi fa i fari, io corro col cappellino calato e tutto coperto e salgo con lui. Quando lo rivedo il nervoso scema ed io sto di nuovo meglio.
Decisamente lui sa quando deve esserci e so che non mancherà mai.
Il sole nei giorni bui.