CAPITOLO II:
COSA TI PIACE DI LUI?




/One in a million - Ne-Yo/
Il ritiro con il nuovo allenatore, il famoso José Mourinho acclamato e allo stesso tempo criticato da tutti, era ormai iniziato da giorni e sebbene inizialmente le cose fossero andate in modo incerto per alcuni, successivamente si erano bellamente sistemate e non male.
Anche se nessuno avrebbe dato mezzo soldo bucato a Cristiano, alla fine era stato proprio lui a stanare la crisi ormai in pieno regime di Ricardo e non solo l’aveva affrontata, ma l’aveva anche demolita rischiarando il grazioso brasiliano che finalmente, dopo momenti molto difficili, aveva ripreso a sorridere spensierato come un tempo.
Certo prima di recuperare l’autentica forma ci sarebbe voluto ancora un bel po’, però era ottimista e non si lamentava. Sapeva che continuando su quella strada sarebbe andato tutto bene.
La chiave era stata capire dove fosse il suo vero problema.
Ci aveva messo tanto perché di fatto, per lui nello specifico, non era stato facile ammetterlo ma la brutalità di Cristiano dopo aver fatto più danni che altro, aveva dato frutti.
Ottimi frutti.
Il trasferimento da Milano a Madrid aveva dato inizio ad un meccanismo di crisi che collegava sia il lavoro che la sua vita privata e questa poi aveva devastato ogni altro aspetto. Aveva cercato di ignorarlo e mascherarlo, ma il nome di quello che gli era successo a conti fatti era proprio ‘crisi matrimoniale’.
Una crisi che aveva la sua causa in molte cose, prime fra tutte una certa natura non proprio casta e pura che con enorme scandalo aveva colto il povero Ricardo facendolo cadere in un tunnel nero prima di fargliela accettare.
La provocazione crudele di Cristiano alla fine non gli aveva dato scampo anche perché ad avergli acceso la sua famosa natura fino ad ora solo assopita -stimolata un tempo da un certo Andry Shevchenko- era stato proprio lui e l’aveva fatto consapevolmente e di proposito!
A Ricardo piaceva Cristiano e non solo come amico o persona, gli piaceva seriamente, in un modo traumatico e impossibile ormai da ignorare.
Senza le insistenze del portoghese non l’avrebbe mai capito, o per lo meno si sarebbe sforzato di non capirlo, ma in suo soccorso era giunto anche l’allenatore che con enorme sorpresa di tutti, specie il diretto interessato, si era dimostrato davvero molto disponibile e aperto ma soprattutto dalla parte dei suoi ragazzi.
Del resto le voci erano più che vere: Mister Mourinho aveva problemi personali col mondo intero, specie coi dirigenti, ma mai e poi mai coi giocatori della sua squadra coi quali, invece, instaurava sempre uno splendido rapporto di complicità. Entrava in tutti quelli che erano sotto le sue fila ed era successo anche con Ricardo che, sebbene lo conoscesse già quando aveva allenato l’Inter, non aveva mai catturato questo suo lato affidabile e profondo.
Fra aiuti più o meno discutibili a destra e sinistra ed in ogni senso possibile esistente, le nuvole si erano finalmente rischiarate ed ora il risultato era che Ricardo passava ancora più tempo di prima con Cristiano; e prima era già molto.
Ogni volta che qualcuno tentava curiosissimo di andare in argomento, Ricardo non resisteva mai e finiva per eludere alla grande ogni domanda. Già l’averlo accettato era stato traumatico, ora da lì a parlarne tranquillamente con gli altri compagni di squadra ce ne passava!
L’unico con cui si decise fu Iker, il suo capitano, col quale aveva sempre avuto un buon rapporto con dei picchi nel periodo antecedente al ritiro.
Non avevano effettivamente mai avuto un legame speciale tale da chiamarsi amici, non sullo stesso livello con cui ci era riuscito con Cris, però poteva serenamente dire che era diventato un po’ il suo punto di riferimento. Quello che, dopotutto, un vero capitano doveva effettivamente essere.
Iker era discreto se serviva ed invadente quando l’occasione lo necessitava. Soprattutto sapeva ascoltare e non sparare giudizi, sapeva usare bene le parole per cui ognuno si trovava bene con lui e si confidava volentieri.
Ricardo faceva un po’ fatica però aveva capito che con José ormai non poteva parlare di certe cose visti gli sviluppi e con Cristiano… bè, essendo che era proprio di lui che doveva parlare, era ovvio perché alla fine avesse cercato qualcun altro.
Il vincitore più plausibile era stato proprio il suo capitano.
Ed ora eccoli lì seduti in alcune sedie a bordo campo, sull’erba ed in ombra a tirare un respiro prima di riprendere gli allenamenti.
- Ma spiegami una cosa… - Gli fece Iker con aria interrogativa lieto che si fosse arreso a parlarne. - Tu che sei così buono e a modo e che ti circondi di solito di gente a posto e sana, come mai ti piace tanto Cristiano? Voglio dire, stai praticamente sempre con lui che è tutto l’opposto non solo di te ma anche di quelli che normalmente frequenti e della tua stessa filosofia di vita… -
- Quella non è una filosofia di vita, ma fede… - Lo corresse sorridendo comprensivo e divertito.
- Bè, sì… però non capisco lo stesso come mai ti piace e ci stai sempre insieme. Proprio tu, purista come sei… - Era una cosa che probabilmente tutti avrebbero sempre voluto sapere e che solo lui, ora, si azzardava a chiedergli.
Ricardo accentuò il suo sorriso pensando a cosa dire, quindi rifletté sulle sue parole e su Cristiano. Iker aveva ragione, tendenzialmente si circondava di gente a posto e comunque era difficile che legasse con persone come Cristiano, identificabili più in demoni che in gente normale, talmente discussi e discutibili erano.
- Non so che dirti… - Iniziò sinceramente confuso. Era vero, aveva legato da subito con lui e nel primo anno, prima che intraprendessero la relazione che avevano ora, erano divenuti sempre più amici diventando un tutt’uno, facendo quasi tutto insieme. - Ma sai… - Con la mente volò a Cristiano e ai pochi momenti di serietà o di dolcezza che era riuscito ad avere con lui ogni tanto. - istintivamente mi è piaciuto, credo di aver percepito un lato buono… -
- Bè, ora sappiamo di quale si tratta, ma all’inizio eravate solo amici! - Fece allora alquanto diretto Iker sorridendo malizioso ma non capendo ancora cosa fosse stato ad avvicinarli tanto all’inizio, loro così diversi.
- Sì, ora c’è il lato fisico però non è solo questo che mi piace di lui, abbiamo legato subito, appena arrivati a Madrid… -
- Appunto. È questo che non capisco. Tu così buono e a posto con lui così pessimo e discutibile! - Iker con l’ala del Real Madrid aveva sempre avuto un rapporto piuttosto buono anche se non erano diventati migliori amici. Bè, Cristiano faceva ridere tutti col suo talento per la battuta sempre e comunque, ma di migliori amici non ne aveva. Quando era parso lo potesse essere Ricardo ecco che poi usciva la verità, ovvero che stavano insieme!
Se la loro relazione si potesse definire in tale maniera…
Era più corretto dire che era quello che in una squadra spiccava maggiormente, per un motivo o per l’altro, per cui a volte piaceva altre no, stimolava di continuo opinioni contrastanti nelle persone che ci avevano a che fare. Per questo non si potevano avere delle idee fisse e specifiche su di lui, tanto meno una relazione particolare.
Ricardo si strinse nelle spalle non sapendo bene come spiegarsi e nemmeno cosa pensare di preciso, sapeva solo che tornando indietro l’avrebbe rifatto.
- Evidentemente non è così pessimo e discutibile come sembra e tutti pensano. Altrimenti non l’avrei mai avvicinato, non così tanto. - Era chiaro, tutto sommato, che doveva essere così, ma Iker continuava a non capire cosa ci fosse di preciso in Cristiano che andasse bene. Cioè a parte il suo talento nel calcio ed il suo scherzare quando era di buon umore -sì, perché quando era nero apriti cielo!-
- Ma di preciso? - Non era di norma un tipo insistente, però questa cosa ci teneva a capirla. Cristiano gli sfuggiva, a volte. Era uno sbruffone, presuntuoso, egocentrico, narcisista e permaloso… ed anche molto peggio di quello. O per lo meno appariva così.
Certo era molto simpatico e faceva ridere spesso tutti, se era in giornata. Insomma, si stava abbastanza bene con lui, si inventava sempre una cavolata che ad altri non veniva in mente. Per di più era così spregiudicato che sarebbe dovuto essere una cavia da studiare in laboratorio.
Però rimaneva una persona discutibile, una specie di diavolo e a Ricardo era piaciuto da subito. Ricardo, l’angelo.
Qualcosa da qualche parte non funzionava…
Il brasiliano sospirò e tornò a pensare al suo compagno e poi alle parole di Iker, quindi lo fissò nuovamente e stringendosi nelle spalle con un’aria serena e gentile che metteva a suo agio chiunque, disse spontaneo e sincero:
- Non c’è qualcosa di specifico, non so dirti. Non è come appare, non del tutto, non sempre, non in ogni cosa. Ha qualcosa che tiene ben nascosto in sé, credo che se ne vergogni e forse non sa nemmeno lui di averla. Lui si chiama ‘bestia’ e credo ne sia convinto, però come dici tu non potrebbe piacermi tanto se non avesse un lato buono e a posto, da qualche parte. Non lo sa e non so nemmeno io come me ne sia accorto, fino ad ora non ci avevo pensato. -
Iker lo ascoltò attentamente e pensieroso cominciò a sorridere comprensivo, capendo finalmente cosa intendesse e cosa fosse successo.
Infine soddisfatto fece:
- Credo anche io che non lo sappia. Si ritiene un diavolo in piena regola, ecco perché si comporta da diavolo. Ma se lo fosse davvero, un angelo come te non potrebbe starci assieme, non lo avvicineresti nemmeno. - Dovette ammetterlo nonostante ultimamente avesse un rapporto strano col portoghese.
Ricardo contento di essere stato capito e di aver tirato fuori una riflessione tanto seria su Cristiano, si chiese se potesse farlo capire anche a lui, ma il suo capitano lo anticipò come se gli leggesse nel pensiero:
- Non penso che potrai mai farglielo capire. È troppo convinto di essere quello che è. E credo che gli piaccia. -
Ricardo arricciò le labbra non convinto.
- Sì, forse… non so… c’ha qualcosa che… boh, vale la pena approfondire… -
Iker sorrise incuriosito di sapere come la telenovela sarebbe andata avanti. Non poté comunque non pensare che Ricardo era stato di sicuro la cosa migliore che sarebbe potuto capitare all’egocentrico, narcisista ed individuale Cristiano: se c’era qualcuno in grado di farlo rinsavire e ’salvare’ la sua ’anima perduta’, quello era proprio il bello e dolce brasiliano che sapeva non arrendersi mai!
“Sarà bello vedere chi la spunterà… dopotutto sembra che quello in missione per far capire qualcosa di importante non fosse Cris ma Riky! Interessante!”
Quella la conclusione del portiere che dando una pacca al trequartista dagli occhi brillanti, lo incoraggiò a darci dentro.

Naturalmente la scena specifica non sfuggì al protagonista del dialogo che, da lontano, li vide parlare seduti vicino. La loro aria era così confidenziale e divertita al tempo stesso che la propria si oscurò visibilmente e non si curò di mascherarla.
Demolì Iker con lo sguardo peggiore che possedeva e quelli che videro il suo incupimento repentino rabbrividirono pensando che ben presto si sarebbe scatenata una tremenda tempesta sulla squadra!
Parole profetiche!