*Ecco un altro capitolo. Questa volta si arriva in pieno alla fase porno, cioè sul serio! Karim attacca sul sesso, punta totalmente a quello perchè è stufo di aspettare ed è convinto che le persone pensino meglio se sotto ormoni eccitanti. Insomma, Zizou si troverà alle prese con le fantasie erotiche di Karim! Il prossimo capitolo continua questa bella fase. Lo metto martedì. Buona lettura. Baci Akane*

CAPITOLO X:

FASE PORNO



La fase porno per me aveva avuto inizio, non intendevo frenarmi e non ritenevo nemmeno di dovermi dare un contegno od una regolata.
Ero convinto di me, di quel che voleva e di quel che facevo.
Poi forse me ne sarei pentito, come sempre, però intanto volevo spingerlo a lasciarsi andare con me. Era restio, ma sapevo che faceva il prezioso perchè gli piaceva il modo in cui lo corteggiavo.
Probabilmente se avesse saputo prima che questo era il mio sistema, mi avrebbe dato corda molto prima.
Arrivarono i giorni in cui ci spostammo negli States, a noi in quell'occasione si unirono quelli che avevano disputato la Conf Cup, per cui arrivarono Iker, Sergio, Celo ed altri.
I due spagnoli salutarono Zizou con molta allegria, erano stati suoi compagni di squadra prima che lasciasse il calcio ed erano suoi amici, contenti che fosse tornato fra noi.
Quando li vidi parlare insieme per tutto il lungo viaggio di andata, mi trovai inevitabilmente a pensare ad una cosa.
Sergio aveva una bocca grande. In senso letterale e figurato. E conosceva bene Zizou, o così sembrava.
Se aveva avuto esperienze e non me l'aveva detto, lui sicuramente mi avrebbe rivelato l'arcano.
Così mi appuntai di parlare con lui e chiedergli un parere.
Era la prima volta che lo facevo su Zizou e avevo scelto Sergio, forse ero rincoglionito, ma sul momento mi parve una buona idea.
Deciso ciò, mi concentrai sul mio obiettivo.
Era da qualche giorno che non l'avevo attaccato, per cui ora dovevo rinfrescargli la memoria. E poi lui se l'aspettava, lui voleva che io facessi qualcosa altrimenti avrebbe messo subito dei paletti fermandomi ed intimandomi a non fare più quelle cose.
La sega era poca cosa, ora dovevo riuscire a mettere la mia bocca sul suo cazzo. Cioè sul serio.
Per tutto il viaggio fu inavvicinabile, l'aereo non permetteva molto e quando ad un certo punto andò al bagno pensai di seguirlo e fargli qualcosa, ma poi sarebbe stato troppo vistoso.
Io ero il primo a non volermi esporre, odiavo che qualcuno sapesse e che poi parlasse. Non mi piaceva proprio.
Così aspettai di sistemarci in albergo dove ad accoglierci trovammo niente meno che David Beckham.
David aveva lasciato il calcio proprio quell'anno, ora era libero di fare tutto quello che gli pareva. Di solito il Real ed i Galaxy LA si scontravano sempre in quel tour estivo americano, ma l'anno scorso lui non era stato più militante nel club losangelino, per cui venne a trovarci proprio come in quell'occasione lì.
Evidentemente ci teneva all'appuntamento estivo.
Non sapevo niente delle storie che c'erano dietro, ma quando vidi Zizou e David parlare insieme scherzando come due bambini, mi avvicinai facendo finta di nulla per capire cosa si dicevano.
Eravamo tutti nell'atrio dell'hotel in attesa di sistemarci e smistarci, per cui c'era caos e non mi notarono.
Non sentii naturalmente tutto, ma capii che parlavano di Iker. Zizou era molto allusivo e malizioso come non l'avevo ancora visto e sentito e David era sorridente e sereno come un dio.
Poi capii.
- Del resto mica potevo farmi sfuggire l'occasione di stare un po' col mio Iker senza dovermi nascondere! - Per poco non mi venne un colpo. David non sembrava per nulla preoccupato che qualcuno lo potesse sentire e soprattutto non si vergognava di quel che era, diceva e provava.
Capii così che David e Iker stavano insieme e mi sorpresi, non lo sapevo.
Non che mi fossi mai interessato a loro, però per qualche ragione mi stupì. Forse perchè nel mezzo c'era Zizou, lui sapeva e sembrava molto complice.
La mia curiosità arrivò così a spingermi ad approfondire la questione. Perchè era complice della loro storia? Cosa c'entrava?
Era addirittura malizioso nel parlarne, Zizou non era mai malizioso!
Forse quella fu più che altro gelosia, lui e David parlavano di cose loro di cui io non facevo proprio parte e mi chiesi cosa sapesse David di Zizou che io non sapevo.
Mi resi conto, andando in camera imbronciato, che stava diventando una specie di ossessione sapere quello che Zizou mi nascondeva. Perchè ero convinto che mi nascondesse qualcosa riguardo il suo periodo calcistico. Forse non mi capacitavo del fatto che non avesse avuto esperienze omosessuali. Insomma, mi sembrava che il cazzo gli fosse piaciuto con troppa facilità... ma poi in effetti glielo avevo toccato io, lui non aveva ancora avuto particolari approcci su quel livello.
Mi ripromisi di rimediare, oltre che di indagare. Ero uno che si faceva sempre i cazzi suoi tranne che su quello che mi interessava davvero. E da quando ero nato mi ero fatto i cazzi solo di un altro essere vivente. Zizou.
Sapevo tutto di lui, ma evidentemente qualcosa mi mancava.
Ora avrei rimediato.
Contemplai l'idea seria di chiedere a David stesso. Sarebbe stato con noi due giorni come ospite speciale, però poi mi resi conto che sarebbe stato eccessivo.
Scossi il capo e decisi di lasciar perdere lui.
Se era lì per Iker sicuramente non sarebbe stato disponibile e poi non ci avevo mai parlato, con che faccia andavo da lui a chiedergli news su Zizou?
Però mi lambiccavo il cervello e rimasi pensieroso per tutto il giorno, fino a sera quando, dopo cena, decisi di andarmene in camera da solo.
Certo lo volevo attaccare, ma volevo prima trovare delle risposte. La cosa mi ossessionava e quando qualcosa mi ossessionava finivo per non riuscire a combinare un cazzo sul resto.
Non mi resi conto di essere seguito e quando la sua voce mi parlò, per poco non mi venne un colpo.
- Che hai oggi? - Chiese di punto in bianco.
Mi fermai e col broncio accentuato, lo fissai stranito ed espressivo. Davvero me lo chiedeva?
- Perchè, che ho? - Indagai per capire cosa aveva percepito di me, non pensavo di essermi comportato in modo più strano del solito. Non ero un mostro di socievolezza, per me era strano stare con gli altri e amalgamarmi a loro.
Zizou stava camminando con me per i corridoi dell'albergo, mi guardò, mi scrutò il viso imbronciato e alzò le spalle imperturbabile.
- Sei particolarmente sulle tue... - Alzai le spalle eludendo il suo sguardo penetrante che mi stava per leggere la testa.
- Sono sempre sulle mie! - Zizou ridacchiò tornando a guardare avanti.
- Non proprio, oggi lo eri davvero molto. - Alzai un sopracciglio tornando a guardarlo, non mi capacitavo che mi avesse seguito per chiedermelo e non tenni la boccaccia chiusa.
- Mi hai seguito per questo? - Rallentai, ma lui no, andò dritto allontanandosi dalla direzione della mia camera.
- Non ti stavo seguendo, sto andando in ufficio. - Mi fermai di colpo, lui non mi calcolò e sembrò non interessarsi più a me, così stizzito e contrariato lo seguii con uno scatto, aumentando il passo fin quasi a correre.
- Ma scusa... - Disse allora raggiuntolo. - Cosa mi chiedi che ho se non ascolti nemmeno la risposta? - Zizou aprì una porta di cui disponeva le chiavi.
- Mi pareva non me la volessi dare! - Così accese la luce e si sedette alla scrivania.
L'ufficio in questione era una stanza adibita a studio, c'era una scrivania di quelle coperte davanti, due sedie ed una poltroncina, un computer con la connessione, cancelleria in abbondanza, un telefono e non so che altro.
- Ma e questo posto? - Chiesi rendendomi conto che non eravamo a Madrid e che non era il suo studio.
Sedendosi e aprendo cartelle e documenti, sorrise divertito.
- Ho chiesto un ufficio dove poter lavorare. Lo chiederò sempre negli alberghi in cui staremo più tempo. - Rimase fermo a guardarlo accendere il computer e tirare fuori tutti i suoi affari elettronici fra cui un i pad ed i phone.
- Ma lavori a quest'ora? - Chiesi deluso ed espressivo come mio solito.
Lui accentuò quel sorrisino divertito senza guardarmi, continuando i suoi traffici.
- Non ho scelta, di giorno faccio l'allenatore, di notte il direttore sportivo! - A quel punto mi sorse spontanea la domanda che la mia boccaccia non frenò.
- E quando scopi? - Zizou si fermò dal digitare qualcosa al computer e alzò un sopracciglio rimanendo composto ed imperturbabile. Mi guardò muovendo piano gli occhi e scettico rispose cauto:
- Quando tornerò a casa a Madrid? - Mi stava mettendo alla prova. Ok, non avevo più fatto nulla, forse lui aveva pensato che mi fossi soddisfatto. O magari mi stava provocando a reagire ora. Voleva mettermi alla prova. Vedere. Sì, insomma.
Lo guardai, ci guardammo, io fermo, lui fermo. Poi visto che non dissi nulla, ma che mostrai delusione e disapprovazione, tornò al suo lavoro senza aggiungere altro.
Io mi sedetti appoggiando i piedi sulla scrivania, nell'angolo. Lui li guardò con aria di sufficienza e stupito che osassi tanto. Attese che li togliessi, ma non lo feci, anzi, parlai liberamente mettendo le mani dietro la testa.
- Comunque non vuoi sapere cos'ho oggi? Prima me lo chiedi e poi ti fotti della risposta? - Tornai a chiedere irritante. Lui però rimase tranquillo, immerso nelle sue cose.
- Sembrava non volessi dirmelo... -
Sbuffai seccato.
- E' che non capisco bene una cosa... - Cominciai polemico.
- E sarebbe? - Chiese pacato, sempre concentrato sul monitor del computer dove forse controllava la posta elettronica.
- In che rapporti sei con David? - Lo scrutavo con molta attenzione, ma la sua faccia non fece una piega. Continuava a leggere e senza turbarsi rispose.
- Siamo amici, perchè? -
Sbuffai.
- Si capisce che vi conoscete bene... - Insistetti.
- Certamente, siamo stati compagni di squadra al Real, quando giocavamo entrambi qua. - Realizzai che era vero, ma non per questo mi sentii un idiota.
Continuai convinto d'avere ragione in qualche modo, anche se non sapevo a proposito di cosa.
- Ok, ma mi sembra che c'è davvero un bel rapporto... parlavate addirittura della sua relazione con Iker... che non capisco proprio come... - Ero lanciato, non facevo piazzate di gelosia, ma lo ero. Solo che me ne resi conto quando mi rispose, sempre senza guardarmi.
- L'ho visto accadere... - Disse infatti tranquillo.
- Cosa? - Allora smise di leggere e posò lo sguardo magnetico ed ancora calmo sul mio irritato e curioso.
- La loro relazione. - Ancora non capivo. - Io, Iker e David abbiamo giocato insieme, quando ero lì li ho visti innamorarsi e mettersi insieme. - Mi fermai e feci due conti.
- Ma parliamo di molto tempo fa! Stanno ancora insieme? - Esclamai incredulo che una relazione potesse durare tanto. Lui rise e con questo mi rilassò.
- Se è amore, supera anche i chilometri! - Poi vedendo che ero soddisfatto, mi buttò giù i piedi dalla scrivania tornando pacato al computer.
Io li lasciai giù, ma lo fissai seccato che mi ignorasse.
Rimasi in silenzio senza aggiungere altro, scrutandolo torvo ed inquietante. Lui sembrava insensibile al mio sguardo, così storcendo la bocca finsi di far cadere il telefono e di chinarmi a raccoglierlo.
Il tutto avvenne nel silenzio, non sapevo se lui mi teneva d'occhio mentre rispondeva alle sue e-mail, ma la cosa non mi importava, non mi avrebbe fermato.
Gattonando sentendomi un vero gatto -finalmente- aggirai l'ostacolo rappresentato dalla scrivania chiusa sul davanti, che mi impediva di raggiungerlo, così silenzioso arrivai a lui.
Chiunque sarebbe entrato non avrebbe visto niente grazie a quella scrivania.
Forse sembravo un idiota, ma non mi importava.
Lui mi ignorava ed io dovevo farmi notare... anzi, dargli altro materiale su cui pensare.
Ero convinto che non potessero davvero essere le prime esperienze gay. Quale giocatore non ne aveva avuta almeno una?
Quando si accorse che ero a carponi lì dietro, era tardi.
Tirai la sedia con le rotelle allontanandolo dalla scrivania il necessario per infilarmici sotto. Zizou aveva continuato a scrivere anche nel sentirsi strappare all'indietro, però aveva chiesto sorpreso che diavolo stessi combinando.
Evidentemente la sua mail era più importante. Lo sentii digitare ancora ed io me lo rimisi davanti allargandogli le gambe.
- Fa pure quello che devi fare, lo farò anche io. - Dissi sfacciato.
- Karim... - Mi chiamò indulgente senza smettere.
Forse non pensava che andassi oltre un certo punto. Ma io ovviamente andai oltre.
Gli abbassai il necessario gli shorts che indossava, con quelli,bbassai anche gli slip per prendergli il cazzo.
Lo sentii trattenere il fiato e tenersi al bordo della scrivania, poi fare capolino.
- Cosa diavolo fai... ti sembra il momento ed il modo? Tu... tu hai proprio dei... - Ma non riuscì a dire problemi, perchè la mia mano gli aveva afferrato il cazzo e dopo aver cominciato a muoverla su e giù masturbandolo, capì che non mi sarei fermato.
Si perse a sospirare e si zittì in tempo per il bussare di qualcuno. Per un momento mi fermai io stesso, lui naturalmente pensò che non mi sarei mosso fino a che non saremmo tornati a stare soli. Ovviamente non dovevo farmi sentire.
Ovviamente si sbagliava.
- Zizou, ti disturbo? - La voce dell'ultima persona che poteva entrare, fece il suo ingresso in studio.
- Carlo! No, non disturbi, vieni pure! - Io lo guardai da sotto mentre mi si sistemava bene davanti per impedire la mia eventuale visuale. Non poteva vedermi per come ero messo e se in un primo momento mi sentii tutta la libido scivolare via, poi mi resi conto della grande occasione che aveva.
Zizou era obbligato a sopportare, non mi avrebbe potuto mandare via e comunque la mia mano era ancora sul suo cazzo di cui io avevo troppo voglia.
Ormai c'eravamo, bastava fare silenzio. Mica dovevo parlare. Era lui quello che doveva.
Beh, mister muro umano aveva una bella prova da affrontare, mi dissi malefico tornando a massaggiargli il cazzo mentre parlava col coach.
Se era in grado di non fare una piega mentre gli facevo un pompino, avrebbe avuto tutta la mia ammirazione.
Cioè più di quanta ne aveva già.
Dopo poche mossa in cui lo sentii irrigidirsi, constatai che la voce era rimasta invariata. Rispondeva con molta calma a Carlo e a tutto quello che gli diceva, che proprio non mi interessava minimamente.
A quel punto aprii la bocca, tirai fuori la lingua e gli leccai la punta. Qua ebbe un'esitazione, il mister ripeté la domanda e lui rispose.
Ma poi gli leccai tutto il cazzo che si faceva sempre più lungo sotto la mia mano e solo quando l'avvolsi con le labbra, realizzai che tenevo in bocca il suo. Era il suo. Quello del mio idolo.
Potevo avere un orgasmo solo così, ma non era il caso mi muovessi.
Zizou mancò un'altra risposta e Carlo ripeté la domanda, poi visto che lo trovò evasivo nel conversare, gli chiese se non fosse stanco.
Zizou se la cavò dicendo che in effetti pensava di essere più sveglio per lavorare un po' su alcune cose per il consiglio sportivo, però doveva ammettere che forse il viaggio l'aveva debilitato più del previsto.
La mia bocca si muoveva sicura e veloce sul suo cazzo sempre più grande, le mani erano sulla scrivania, ma le gambe erano belle larghe al di sotto. Era come spaccato a metà.
Succhiavo con sempre più enfasi, dettando un ritmo serrato e stringendo con la bocca in modo da farlo godere, tiravo con la gola e me lo mettevo tutto dentro fino in fondo. Non mi era mai piaciuto fare un pompino a qualcuno come in quel momento. Di solito preferivo riceverne, ma stavo succhiando il cazzo di Zizou, ero sotto la sua scrivania e glielo succhiavo, mi sentivo una puttana, ma ero una puttana felice.
Lui fu dannatamente bravo, nonostante alcuni scatti nella voce e nel corpo sempre più teso, riuscì a giostrarsi bene fino a che Carlo disse che avrebbero potuto parlarne domani. Gli raccomandò di andare a dormire subito e lasciar perdere il lavoro, poi se ne andò. Zizou gli chiese di chiudere la porta e fu l'ultimo suono pseudo calmo della sua voce.
Poco dopo il click della porta, il silenzio fu interrotto da un sospiro e da uno stok. Doveva essere la sua fronte sbattuta sulla superficie della scrivania. Esitai senza rendermene conto, ma in questo la sua mano si infilò sotto e mi prese i capelli con poca gentilezza muovendomi la testa su e giù di nuovo, spingendomi il cazzo fino in fondo alla gola.
Da qui capii che gli piaceva parecchio e con enorme soddisfazione mi abbandonai ad una sega.
Ero già molto eccitato, non ci parlammo, non disse nulla, indietreggiò un po' con la sedia per lasciarmi più spazio, continuò ad accompagnarmi la testa sul suo inguine indicandomi di non smettere e nel mentre, proprio con la mia mano che mi masturbava, sentii la sua voce gemere soffocata. Cercava di controllarsi, ma gli piaceva e mormorò il mio nome.
Venni per primo, ma subito dopo venne anche lui nella mia bocca.
Non ero un novellino, quando facevo le cose le facevo bene fino in fondo o non le facevo.
Con questo ingoiai e mi conquistai il secondo round, non certo subito.
Era un bonus per un altro giro di giostra, un altro giorno.
Potevo tirarla per le lunghe se di tanto in tanto mi premiava così.
Beh, più che altro il premio me lo prendevo da solo.
Quando feci capolino pulendomi il mento, lui mi guardò capendo cosa avevo fatto per concludere e scosse il capo guardandomi incredulo. Forse era anche vagamente shockato. Potevo ritenermi davvero soddisfatto.
- Sei un piccolo bastardo fuori di testa! Se ti sentiva... se ci beccava... - Disse senza riuscire a finire, mentre si sistemava veloce il pacco ed io mi alzavo appoggiando le mani sulle sue cosce. Mi tirai su rimanendo appoggiato e chino su di lui, ghignavo caldo ed eccitato, mi leccai le labbra e avvicinai il viso al suo che si fermò fissandomi, strofinandosi la bocca.
I suoi occhi dicevano molto, ma non riusciva ad esprimere niente a parole.
Non servì. Nemmeno io dissi nulla, gli leccai le labbra, poi gli succhiai quello inferiore e senza pretendere altro, mi alzai ed uscii.
Non voleva parlarne? Bene, non serviva. Mi potevo prendere quello che volevo lo stesso.
Tanto a lui era il primo a piacergli. Che ci provasse a fermarmi, doveva trovare la forza ed andare contro sé stesso.
Perchè non sapevo se era davvero alle prime armi o meno, però ero certo che in ogni caso gli piacesse tutto quello che gli facevo.
Eccome se gli piaceva.
Però ero poco convinto su una cosa.
Non poteva essere così passivo. Zizou... il Zizou che conoscevo, o per lo meno quello che mi ero formato in testa, non era così passivo. Forse era la stentata quiete prima della tempesta?
Forse il felino si preparava ad attaccare?
All'idea che lo facesse, mi eccitai una seconda volta ed in camera provvidi.
Mi sarei divertito.

Fra me e me facevo il conto alla rovescia, sicuramente Zizou avrebbe preso la situazione in mano parlandomi, frenandomi o, nel caso in cui tutto questo gli stesse più che bene -cosa di cui ormai ero fermamente convinto- alimentando e facendo altrettanto lui stesso.
Non poteva essere che rimanesse così calmo ed in parte a subire i miei attacchi.
Se io non facevo nulla, finiva che ci parlavamo normali come tutte le altre volte, non parlavamo di noi e di cose personali, ma come quell'anno di un po' tutto quello che capitava.
Io a volte non forzavo la mano di proposito per capire cosa gli passasse per la testa, per metterlo alla prova, ma probabilmente lui voleva fare la stessa cosa. Non mi spiegavo altrimenti quel suo stare fermo e buono.
Era un grande mistero, una specie di faccia di bronzo in quanto non era penetrabile in alcun modo. Sembrava gentile, pacato e a posto, ma in realtà più che altro era imperturbabile, un autentico muro.
Io proprio non capivo come dovessi muovermi e mi limitavo ad agire un po' d'istinto, poi sapevo che se avesse continuato in quel modo sarei esploso, ma in quel caso Zizou se la sarebbe cercata.
Tenermi così sulle spine? Proprio a me?
Negli states passammo un periodo in generale buono, non insistevo molto, mi aspettavo tanto, ma il tutto rimaneva su un piano più che normale. Bello in quanto parlavamo, ma normale.
Così quando una sera si presentò un'occasione a dir poco perfetta, ovviamente cercai di sfruttarla. Ovviamente.
Quel giorno l'avevamo libero, così a gruppetti o a coppie evaporammo ognuno per i fatti propri.
Mesut e Sami si portarono dietro Luka, chiesero anche a me se volevo andare con loro, ma io declinai l'offerta, non insistettero e non mi chiesero se avessi altri programmi, non erano impiccioni e mi piacevano per quello.
Anche Rafa mi chiese se volevo fare qualcosa con lui per la città, ma dissi di no anche a lui.
Rimasi ovviamente in albergo nella speranza di beccare Zizou, speravo proprio di riuscire a passare avanti con lui, era il momento ideale. Non c'era attività di club, eravamo in una bella città americana, potevamo fare quel che volevamo.
Attesi che se ne andassero tutti e poi cominciai a cercarlo, prima nella sua camera nella speranza facile che fosse là, poi nel suo ufficio. L'ufficio in questione era stranamente vuoto e chiuso.
Arricciai la bocca contrariato, mica poteva essersene andato sul serio?
Avevo la paura che fosse veramente così, potevo non averlo visto uscire, ma ero stato lì nella hall apposta per vedere tutti quelli che se ne andavano, non era possibile.
Ed infatti non lo era, mi dissi.
Era in albergo da qualche parte.
Girai per i luoghi a disposizione del club e finii così in piscina. Era affittata come tre quarti di stabilimento da noi del Real, per cui potevo trovarci solo gente dei nostri.
Con mia somma gioia, trovai proprio lui.
Si era concesso una pausa per farsi una nuotata, io non potevo chiedere di meglio.
Avevo ovviamente paura che se me ne fossi andato a mettermi il costume, poi quello se ne sarebbe andato, così fissato come un caccia, mi spogliai e rimanendo in boxer mi tuffai fregandomene altamente del mio stato non da piscina. Beh insomma, non ero vestito. Non proprio.
Zizou si accorse della mia presenza quando sfrecciai accanto a lui, credo che si fermò in mezzo alla piscina per guardarmi e assicurarsi che fossi io, non poteva capire che ero in intimo, così completò la vasca riprendendo. Modificai la mia andatura per affiancarlo nel nuotare, così finimmo per fare una specie di gara.
Quando volevo qualcosa in un modo o nell'altro la ottenevo, però non come Cris, con sottili e seducenti sistemi ingegnosi. Io ero molto più diretto.
Quando arrivammo al bordo lui si fermò per respirare e così feci anche io. Esitò ansimante, con lo sguardo di chi cercava di leggere nelle mie intenzioni, pronto a reagire. Nemmeno io capivo cosa volesse, in effetti, così provai a fare un piccolo gioco che non era da me. Ovvero. Se volevo scopare, attaccavo, altrimenti me ne andavo.
Però in quel momento sì volevo scopare, ma uscii dalla piscina per primo rimanendo comunque seduto sul bordo poco distante da lui, aspettando una sua reazione.
Reazione che arrivò quando vide che avevo i boxer e non il costume.
- Karim! - Esclamò infatti facendomi esternare un sorrisino soddisfatto. - Ma sei in boxer! - Annuii passandomi le mani sulla faccia per togliermi le goccioline. - E il costume? - Alzai le spalle senza dire nulla e visto che non sembravo disposto a conversare e nemmeno a fare 'altre cose', Zizou uscì, ma non si alzò, rimase seduto come me sul bordo della piscina sempre fissando il mio corpo piacevole, bagnato e praticamente nudo.
Mi leccai gli angoli della bocca facendo un sorrisino di sottecchi.
- Vedi niente di tuo gradimento? - Chiesi passando solo allora all'attacco. Aveva abbassato le difese perchè l'avevo brevemente disorientato, ma io volevo che fosse lui a fare 'le cose', non aspettavo altro.
Non era possibile che non facesse nulla.
Zizou inarcò un sopracciglio rimanendo composto, così cominciai a carezzarmi il torace con quella di liberarmi dall'acqua che mi correva sulla pelle, scesi subito sul ventre e poi giù sui boxer scuri attaccati alla pelle. Palpai da sopra e lo vedevo che mi fissava, non perdeva un movimento della mia mano. Delineai il mio cazzo, per ora a riposo, fino ad imprecare fra me e me. Continuava a guardarmi e a rimanere impassibile senza fare nulla, vedevo il suo pacco sempre identico, come faceva?
Mi morsi il labbro e mandai tutto a puttane. Non c'era nessuno, lo potevo fare. Infatti smisi di palpeggiarmi caustico e mi abbassai del tutto i boxer fino a lasciarli a metà coscia, liberai il mio cazzo, me lo presi e mi masturbai fino a farlo diventare sufficientemente duro. Non volava una mosca, non mezza parola. Lui mi guardava lì vicino a me e fissava proprio la mia mano che si muoveva lì sotto, ma non gli veniva in mente di fare niente.
Così ancora una volta decisi di attaccare. Perchè era quello il mio stile. E poi non avevo pazienza, anche se a volte cercavo di tirarla fuori.