CAPITOLO XVI:
PICCOLI INNOCENTI FLIRT


Feci un ultimo tentativo.
A calcio andavo bene ma non sempre, diciamo che non potevo lamentarmi, ma a volte ero ancora nervoso e non proprio lucido sotto la porta.
Questo faceva di me uno ancora squilibrato.
Non avevo idea che Zizou meditasse qualcosa a mio favore, qualcosa che mi sarebbe piaciuto molto.
Avrei comunque dovuto aspettare la pausa natalizia. Prima di essa volevo assolutamente riprovarci, ci tenevo proprio. Non mi capacitavo di come potesse non volermi scopare... in generale se stai con qualcuno prima o poi vuoi anche scoparci, è matematico.
Era la prima volta che non scopavo con il mio partner. Partendo dal presupposto che ho avuto solo compagni di trombata e niente altro, si capisce perchè non avevo mai detto a nessuno 'ti amo'.
Quella parola era lontana anni luce dalla mia bocca anche se in molte occasioni ero stato vicino al dirlo. Ero riuscito a dire che ero innamorato perso per Zizou, glielo avevo espresso con brutalità e convinzione, però un ti amo, mancava.
Credo aspettasse quello. Insomma... mi chiesi se aspettasse quello.
Dopo la partita, il giorno dopo, ci fu il pranzo di natale con tutto il club ed io rimasi col solito Rafa tutto il tempo. Con lui non parlavo dei miei problemi intimi con Zizou perchè non c'era quel tipo di rapporto. Parlavo di tutto, ma non di quei dettagli.
Stavo meditando un sistema per saltare addosso a quello stronzo, sicuramente dopo il pranzo sarebbe sparito ed io dovevo riuscire a beccarlo.
Rimase tutto il tempo molto lontano da me, con davvero molta cura, devo dire.
Mi stava seccando, di cosa aveva paura, anche se parlavamo ogni tanto? Volevo ucciderlo.
A volte sembrava si vergognasse di far sapere che avevamo un bel rapporto. Dopo la seconda volta che sono corso fuori campo ad abbracciarlo al mio goal, mi ha detto di non farlo più. Allora ho iniziato ad indicarlo da dentro.
Non sono uno che vuole mettere i manifesti, come Cris, però era la prima volta che avevo una relazione a cui tenevo e che provavo dei sentimenti, mi piaceva poterli mostrare un po' di più. Non dicevo niente di eclatante, niente di eccessivo... però volevo qualcosa... parlare con lui anche davanti agli altri, ad esempio. Non mi sembrava un'esagerazione.
Sospirai e sbuffai per tutto il tempo e Rafa paziente mi sopportava. Sopportava me ed il mio mutismo e dagli sguardi truci che lanciavo dall'altra parte della sala, intuì di cosa si trattava, ma non si intromise, non sarebbe stato da lui.
Alla fine fu una liberazione concludere il pranzo, era stato il peggiore della mia vita!

Eravamo in coda per fare il video di saluti ed auguri, quindi più o meno era un momento in cui eravamo riuniti insieme. Come sempre lo facevo con Rafa, speravo toccasse presto a noi, volevo solo andare da Zizou, beccarlo da solo ed al sicuro e chiedergli il regalo di natale.
Il piano era facile.
Gli dicevo che per natale volevo lui e che il mio regalo ero io.
Sicuramente non mi avrebbe rifiutato. Me lo auguravo.
Mentre pensavo alla faccia che avrebbe fatto ed alla sua risata, mi rilassai e Jese si avvicinò in attesa come me di poter fare il video.
- Sembra di essere a timbrare il cartellino! - Disse scherzando, un tono generico come ce ne erano tanti. Mi girai e lo guardai, non era la prima volta che ci parlavo. Ora che ci pensavo avevo comunicato con lui altre volte, niente di serio.
Da quando Cris mi aveva detto che secondo lui Jese ci sarebbe stato con me, avevo cercato di fare mente locale ed ora che lo vedevo bene sì... ci avevo parlato brevemente un paio di volte, ma non proprio con lui.
Erano volte in cui parlavo con altri e lui spuntava sempre in mezzo, diceva qualcosa di sensato, lo ascoltavo, interagivo e poi ognuno per la sua strada.
Una volta ho fatto una foto con lui ed altri due... uhm, forse erano Luka e Gareth!
Mi ricordo che gli ho messo allegramente il braccio intorno al collo, non lo facevo con molti, a volte capitava per fare foto. Di solito con Celo e Rafa... è che faccio poche foto in generale!
Comunque quella volta c'era il fotografo, stavamo parlando... beh, stavo parlando con Luka, poi dopo sono arrivati anche Jese e Gareth e col fotografo ci siamo messi in posa. In quella frazione di secondo ricordo che pensai a chi appendermi. Sai, quelle pose da fotografia... guardai i presenti e presi Luka e Jese. I meno fastidiosi. Gareth non lo potevo digerire.
Ripensare a quel momento in particolare mi sembrò strano, era come mettere insieme i piccoli tasselli seminati in mesi di conoscenza. Anzi.
Era come se lo stavo notando solo lì dopo mesi che eravamo in squadra insieme!
Beh, era carino. Se serviva per stimolare quello stronzo di Zizou potevo scopare con lui volentieri.
Bene, mi dissi, intanto che aspettavo, e magari cominciavo con la prima lezione a mister perfezione, avrei testato la teoria di Cris.
Volevo vedere se era vero che gli piacevo.
A quel punto, sorrisi -evento raro per me ed infatti rimase di sasso a guardarmi- e risposi.
- Odio fare le code... - Non che mi fossi sforzato molto, ma per Jese fu davvero sorprendente, però fu pronto a continuare senza farsi sfuggire l'occasione.
- Anche io! Sono una persona puntuale perchè odio aspettare in generale, però a volte non c'è scelta! - Sorridendo ancora, mi stavo davvero sforzando, continuai.
- Di solito sono gli altri che aspettano me... - Jese rise. Aveva un bel visetto, si illuminò tutto e lo guardai meglio intravedendo per la prima volta qualche tatuaggio dai pezzi di pelle scoperta.
Cazzo, lo vedevo sempre nudo sotto la doccia e non avevo mai notato che corpo avesse!
Il taglio curato ed alla moda ricordava molto Cris, ma se aveva tatuaggi era più un Sergio.
Ci pensai in fretta.
Sergio... se era come Sergio la cosa poteva essere fattibile... però non mi piacevano troppo attivi. Lui era più piccolo, quindi magari mi avrebbe lasciato fare. Solo Zizou poteva essere l'unico attivo della mia vita.
Fisime mie.
Che poi non era detto che alla fine sarebbe servito portarmelo a letto, ma provavo ad immaginarlo.
Anzi, non era detto che gli piacessi davvero.
- Il problema dei puntuali è che spesso si trovano ad aspettare gli altri, per cui è inutile darsi tanta pena! Comincio a pensare che fare ritardo sia il solo modo per non aspettare! - Tutto quel discorso dell'aspettare era sospetto e solo dopo la ventesima volta che se ne parlava me ne resi conto... forse era un messaggio nascosto.
Poi ci riflettei meglio.
Forse era chiaro come una torre.
Jese non era tipo da aspettare, odiava le attese... sperava di andare al sodo o che facessi qualche mossa?
Ero ancora fermo a cercare di capire se gli piacevo, la seconda cosa che avrei provato a capire era se fosse attivo o passivo perchè se era un altro attivo col cazzo che mi sarei messo lì e lui già parlava di andare al sodo?
No, adesso stavo esagerando. Però decisi di fare un ultimo test, mentre la famosa fila progrediva.
Gli allargai il colletto della camicia da cui spuntava un tatuaggio e mi protesi per guardare.
- E' nuovo? Non l'avevo notato! - Come tutto il resto...
Lui sussultò, lo sentii trattenere il fiato ma non avvampò, poi come se fosse davvero contento si slacciò il colletto e se lo aprì bene mostrandomi un disegno tribale.
- Interessante... molto carino! - Non era da me notare cose simili e nemmeno apprezzare. Lo stavo facendo proprio apposta e non so se Jese se ne rendeva conto, ma si vedeva che era al settimo cielo.
- Grazie! In realtà ce l'ho da un po'! - A quel punto non mi feci sfuggire un'altra occasione e prima di rifletterci se fosse il caso o meno, dissi:
- Ma quanti ne hai? Non ho mai notato che ne avessi... - Sempre più illuminato mi disse quanti ne aveva evitando di mostrarmeli.
- Sono in posti abbastanza coperti, non è il caso mi spogli qua... - Disse con un pizzico davvero piccolo di malizia. Comunque un po' ce ne aveva messa, il giusto per farmi capire che se volevo poteva mostrarmeli, ma in privato. Non l'aveva detto ma si capiva.
Io feci uno dei miei ghigni famosi e penso che fu per quello che avvampò, fu veloce a girarsi con la scusa di guardare il telefono e con abilità interruppe il contatto visivo.
Quando Rafa mi chiamò calmo dicendo che toccava a noi, lo salutai ed andai davanti alla telecamera con lui.
Ok, mi dissi.
Avevo appena flirtato con qualcuno. Cosa che non avevo mai fatto, non mi ero mai abbassato a tanto. Ma se volevo stuzzicare Zizou, quello era il solo modo.
Flirtare con altri. Jese fra i presenti era in effetti l'unico con cui mi pareva ne valesse un po' la pena, così per un secondo notai non molto distante lo sguardo a dir poco gelido di Zizou. Feci un sorriso a dir poco radioso alla telecamera. Altro miracolo. Tutti pensarono fu merito del natale, in realtà era perchè vedevo chiara e netta la possibilità della progressione con Zizou.
Quanto ero incosciente me ne resi conto solo dopo, dopo che provai sulla pelle cosa significava stuzzicare Zizou.
Quel maledetto di Cris e le sue idee del cazzo...
Mentre io ridevo come non mi avevano mai visto, e mentre Zizou mi gelava, Jese di lato, fuori campo, mi guardava con un sorriso altrettanto ammaliato.
Pensava di non essere notato, ma lo vidi e lì ebbi la conferma di piacergli.
Ok, a quel punto di solito, se mi andava di scopare, semplicemente lo facevo senza cerimonie, però capii che in quel caso, se ci avessi provato un po', se avessi flirtato ancora e magari avessi provato a sedurlo, mi sarei divertito di più.
Tutto stava nel vedere la reazione di Zizou.
Restava lui la mia priorità, Jese era il piano di riserva.
Se Zizou si decideva a scoparmi e ad avere una relazione più completa, non avrei fatto niente con Jese. Altrimenti, se quell'altro mi costringeva, gli avrei dato una lezioncina.
Altro che miracoli del Natale... forse mi ero bevuto talmente tanto il cervello che sragionavo proprio!
Ma ormai il danno era fatto.
Eh sì, perchè mi sarei reso conto dopo a quale livello sarebbe arrivato il mio danno!

Appena finito col video, per andare via, tornai a passare vicino a Jese e lo salutai. Salutai solo lui e gli altri li ignorai come facevo sempre. A volte più che un gatto sembravo un orso, ma i gatti non sono molto socievoli quindi il paragone ci stava sempre.
Lui ricambiò con un gran sorriso e me ne andai. Cercai Zizou con lo sguardo, ma non trovandolo pensai se ne fosse andato senza aspettarmi, rimasi deluso e presi il telefono mentre andavo a salutare Cris e gli altri, dopo non ci saremmo visti per qualche giorno.
Stavo giusto cercando il numero di Zizou per chiamarlo e dirgli se potevamo salutarci prima delle vacanze, quando lui mi precedette e mi chiamò.
Con sorpresa pensai che forse aveva avuto l'effetto desiderato, sicuramente mi cercava per vederci e salutarci in modo speciale, magari ci sarebbe scappata la scopata.
- Ehi, Zizou! -
- Ciao... ti ho aspettato ma non ho potuto rimanere così tanto... tu non ti muovevi... - Era sempre composto e a modo, non appariva seccato o freddo anche se l'ultimo sguardo che gli avevo visto piazzarmi addosso era davvero tagliente.
Mi fermai e feci un'aria liberamente delusa tanto che Cris e Celo smisero di parlare e mi guardarono apprensivi. Io diedi loro le spalle e mi appartai in un angolo giocando con le chiavi della mia auto, sperando di poter cavare un fottuto ragno dal buco.
Mi stava facendo diventare matto.
- Dai, sto uscendo proprio ora... un secondo solo... dove sei? -
Ma Zizou, sempre senza mostrare particolari stati d'animo, continuò.
- No, ormai sono a casa, stiamo già facendo le valige perchè andiamo via qualche giorno con tutta la famiglia... - Sospirai e questa volta avevo il broncio, l'aria da gatto sperduto.
- Ma poi non ci vediamo per giorni... - Potevo fargli pietà, non ero mai stato così apertamente deluso. Mi sentivo proprio un idiota, ma non riuscivo a controllarmi ed era grave.
Avevo dentro un tale calore che avevo il terrore mi salisse su negli occhi. Era un nodo davvero grande. Ci avevo sperato molto.
- Lo so... ma ormai sono qua, con che scusa esco? Dai, ci vediamo quando torniamo... passa delle buone giornate... vai in Francia? - Annuii.
- Clohe è là con la famiglia... -
- Farai le prime vacanze da ammogliato? - Disse ironico. Io non risi per nulla anche se di norma lo facevo.
- Sarà palloso... - Però che mi lamentassi era abbastanza normale, così lo sentii ridere.
- Dai, vedrai che volerà il tempo. - Sospirai e annuii.
- Passale bene anche tu le feste... - Fortunatamente non troppi giorni.
- Ci sentiamo. - Per la fine era quasi dolce. Rimasi a pensarci con la fronte appoggiata all'angolo in cui mi ero rintanato per parlare con lui.
Non so se l'avesse fatto apposta, per darmi una lezione per il modo in cui avevo flirtato con Jese, però poi se ne era chiaramente pentito ed infatti aveva cercato di correggere il tiro.
Sentirmi così abbattuto l'aveva impietosito ed era un passo in avanti, anche se mi sentivo una merda.
Non ci avevo flirtato in modo evidente, era una cosa innocente ma per i miei canoni era sorprendente quel mio parlare e ridacchiare con qualcun altro... Zizou lo sapeva, per questo l'aveva presa male.
Comunque se ne era pentito. Aveva capito quanto di merda ci ero rimasto.
Sospirai sempre amareggiato e mi girai, quando li vidi erano tutti là ad aspettarmi apprensivi. Io scossi il capo, feci un sorriso forzato e li salutai.
- Ci vediamo fra qualche giorno! Fate buone vacanze! - Dissi sventolando la mano senza avvicinarmi, girato a tre quarti verso l'uscita, Cris mi fermò.
- Ti va qualcosa insieme prima di andare? Andiamo da qualche parte? - Era chiaro cosa fosse successo. Io e Zizou avevamo litigato ed io ci ero rimasto male. Se facevano così dovevo apparire proprio come un gatto spauriuto. Io che facevo pietà? Quando mai?
Li guardai sorpreso apprezzando il tentativo, ma sorrisi di circostanza e scossi il capo.
- No grazie... vado a fare le valige... -
- Ma dai, possono aspettare... tanto.... - Celo insistette venendomi incontro e dopo anche Cris, i due che sapevano meglio la situazione.
Io scossi il capo sempre sventolando la mano.
- No davvero... -
- Ma sei così giù, non puoi stare solo... hai bisogno di essere tirato su o di sfogarti... - Disse piano Celo cercando lo sguardo che invece evadevo.
- No dai, sto bene... -
- Ma non è vero! - Insistette Cris.
- Voglio stare solo! Va tutto bene! -
- Non va bene se devi stare solo! - Alla fine mi fermai stanco e sospirando li guardai soffermandomi su Celo che avevo letteralmente riscoperto quell'anno. Sorrisi in quel modo arrendevole e dissi:
- Grazie davvero. Ma starò bene. Ci vediamo fra qualche giorno! Divertitevi! - Con questi finalmente mi lasciarono andare.
Avevo voglia di starmene in silenzio con la musica rap a palla e correre in auto come un disgraziato.
Volevo solo far quello.
Era da mesi che non mi sentivo così.

Passai delle vacanze davvero di merda, specie perchè la regola era che quando lui era con la famiglia, io non dovevo nemmeno scrivergli. Lui non mi chiamava, io non potevo farlo ed il risultato fu non solo un esserci lasciati in quel modo del cazzo, ma pure dei giorni di totale silenzio.
Se non ho ucciso nessuno fu solo un miracolo.
Giurai a me stesso che non sarebbe più successa una cosa simile, anche se poi non sapevo di preciso cosa era successo.
Per prima cosa gli avrei parlato chiaramente chiedendo cosa diavolo era capitato, poi gli avrei risposto a tono ed in caso, se avrei ritenuto opportuno, mi sarei scusato.
Ma sapevo di non aver torto. Avevo solo parlato con Jese, non avevo fatto nulla.
E comunque non ero consacrato a lui... tanto più che oltre ad essere sposato, non voleva venire a letto con me.
Insomma, di fatto non gli dovevo niente, non mi dava nulla per spingermi a tenere un certo tono, a comportarmi bene e a non fare il cazzone.
Passavo le giornate a convincermi di dover fare di tutto per tenermelo e poi ad incazzarmi come una bestia con lui e a giurare che gli avrei detto di tutto.
Non sapevo bene quale linea adottare, avevo continui sbalzi d'umore ed alla fine, per fortuna di tutti, specie di Clohe che stavo per far partorire prima del tempo, tornai in squadra.
Il ritiro invernale quest'anno è stato a Madrid, nel centro sportivo rinnovato proprio per il ritiro di quest'estate. Un investimento per risparmiare soldi sui vari ritiri futuri.
Non sapevo come sentirmi, se sollevato, contento o ancor più arrabbiato.
Non capivo come aveva potuto lasciarmi in quel modo, ma al tempo stesso mi chiedevo se davvero avessi fatto qualcosa.
Passavo il tempo a farmi domande su domande e quando lo vidi il cervello si svuotò, divenni un involucro vuoto senza capacità di movimento, per un cazzo di momento rimasi immobile a guardarlo.
Poi mi resi conto di quanto idiota fossi.
Non ero io a dover fare qualcosa ma lui, se mi voleva ancora, se si reputava ancora il mio ragazzo... se voleva qualcosa doveva venire a prendersela, esporsi e sforzarsi!
Così scossi il capo seccato prima di incrociare il suo sguardo e tirai dritto facendo finta di nulla.
Guardai chi già era arrivato mentre mi dirigevo alla mia camera ritirando le chiavi all'ingresso, notai che poco prima era arrivato proprio Jese e sebbene il casino fosse scoppiato proprio perchè avevo parlato con lui, non ritenni il caso di mancargli il saluto.
Cazzo, dovevo poter parlare, ridere e scherzare con chi volevo senza che quello mi piantasse in asso come un coglione.
Dopotutto avevo sempre fatto quel che voleva. Non lo cercavo per telefono quando era con la sua famiglia, non gli capitavo a casa, non pretendevo un cazzo e non facevo nemmeno chissà quali sceneggiate o dichiarazioni.
Non è che negli allenamenti andavo da lui e gli stavo attaccato perchè sapevo che c'erano i fotografi a riprendere. Stavo attento, mi comportavo come voleva.
Perchè sostanzialmente era la stessa cosa che volevo io, però voglio dire... pretendevo solo qualcosa, qualcosa in privato.
Se ora non mi voleva dare anche quello, si fotteva!
Sul momento reagii così e dando un buffetto sulla schiena di Jese, lo salutai con un mezzo sorriso.
Lui mi vide e si illuminò tutto. Dovevo ammettere che se si sapeva come guardare, vedevi bene.
- Ciao! Come stai? Sei arrivato anche tu? - Io, ricordando la nostra ultima conversazione, decisi di citarla scherzando un po', niente di esagerato. Avevo il mio modo di farlo, semi serio e con una sottile ironia.
- Alla fine non sei diventato ritardatario... non siamo gli ultimi! - Lui, ricordandola, si mise a ridere.
- Nemmeno tu ti sei fatto attendere! - Così accentuando il mio ghigno dimostrai che mi era piaciuta la battuta.
Non lo dimostrai solo a lui che era contento, ma anche a Zizou. Sentii il suo sguardo penetrante provenire da una qualche zona dell'atrio dove l'avevo visto entrando. Evidentemente mi aveva notato e proprio nel momento migliore.
“Si fotta, non gli devo niente! E poi sto solo parlando con Jese!”
Mi ripetevo mentre mi montava dentro un gran nervoso. Quando mi girai vidi che mi stava nullificando con il suo sguardo sottile e mi sentii paradossalmente più caldo. Gli effetti che mi faceva lui...
Jese alla fine aspettò che prendessi anche la mia chiave, poi ci avviammo insieme verso il dormitorio. Le camere erano numerate ed in ordine, io avevo la nove e lui la venti.
Arrivai prima io dopo aver passato la otto che era vuota. La otto era quella di Riky, a sua volta vicino alla sette di Cris. Il destino li aveva uniti persino con le camere. Robe da matti.
Dopo la mia c'era la dieci di Mesut e dopo la undici di Bale. Sostanzialmente ero isolato e la cosa mi stava bene.
Salutai Jese che tirò dritto ed entrai nella mia, feci in tempo a buttare il borsone a terra e a sbuffare guardando il telefono, che qualcuno bussò alla porta.
Aprii subito sperando assurdamente fosse lui, ma ovviamente non era Zizou.
Rimasi deluso nel vedere Celo che mi diede prima uno schiaffo sulla nuca per la mia faccia apertamente delusa e poi mi abbracciò forte col suo solito entusiasmo.
Si era legato molto a me, credo che dopo quella notte di essergli stato a cuore, in qualche modo.
- Come hai passato le vacanze? Spero ti sia distratto e che abbia risolto tutto! Non mi è piaciuto il modo in cui ci hai lasciato, te ne sei andato sventolando la coda a mulino come fanno i gatti quando sono seccati! - Celo parlava tanto e a macchinetta ed anche in quel caso non si risparmiò. Sbuffando alzai la mani in segno di resa ed entrai lasciandolo sulla porta. Non era un invito, ma lo prese come tale, così si buttò nel letto e tanto fece finchè non mi convinse a raccontargli che diavolo era successo.
Stavo per mettermici quando bussarono ancora alla porta.
Sbuffando andai ad aprire, mi trovai Cris e precedendolo dissi veloce:
- Non dirmelo, vuoi sapere se mi sono ripreso! -
Cris guardò dentro come sapesse già chi trovare e vedendolo rise, entrò da solo scartandomi e si sedette nel letto, mio fra l'altro, con lui.
Scossi la testa borbottando in francese 'fate pure con comodo' e nel richiudere la porta, un piede interruppe il gesto.
Pepe non poteva mancare all'appello. Lui non sapeva niente della mia storia, ma se c'erano Cris e Celo da qualche parte, poteva mai mancare?
- E Fabio? - Chiesi a questo punto visto che i tre non si muovevano mai senza di lui.
Cris mi guardò senza capire, così dovetti pure spiegarla. Spiegare le battute era terribile.
- E' la vostra ombra! - Così risero e disse che non era ancora arrivato.
- Allora, che si racconta? Gossip? - Chiese Pepe tutto entusiasta di essere per la prima volta nella mia camera. Io ovviamente non sapevo dove sedermi perchè i tre invasori avevano preso possesso del mio letto, quindi mi limitai ad appoggiarmi al termosifone per scaldarmi. Ho sempre odiato il freddo e quando ho da appoggiarmi da qualche parte ed è inverno, mi attacco ad ogni fonte di calore.
I thé li bevo solo per scaldarmi le mani che, per inciso, detesto avere fredde.
- Quasi! Se evitate di interromperlo ogni volta che comincia, forse possiamo averne! - Disse Celo seccato.
Scossi il capo e li guardai mentre assetati di sangue mi fissavano in attesa, pendendo curiosi dalle mie labbra.
- Col cazzo che vi racconto i fatti miei! - Con questo chiusi la saracinesca e rimasi a fissarli scorbutico con le braccia conserte. I tre rimasero in silenzio in attesa convinti che scherzassi e che avessi cominciato da un momento all'altro. Visto che la cosa non si verificò, Celo iniziò a brontolare arrabbiato.
- Eddai, me lo stavi per dire! Non mi puoi lasciare così! Sono curioso, ma sono anche tuo amico! Ti ho visto in certi stati che mi merito di sapere se stai bene e perchè e comunque sono preoccupato! Te ne sei andato in un modo che si vedeva la tua nuvola! Ero convinto che ti mettessi di nuovo a... - Corsi per tappargli la bocca perchè stava per rivelare in quel modo impune che avevo pianto.
- Ti hanno mai detto che parli troppo? - Ringhiai. Lui guardandomi mezzo spaventato e mezzo divertito coi suoi occhi espressivi, annuì. Io scossi il capo e sospirando dissi rassegnato.
- Ora ti tolgo la mano ma non dire più mezza parola! - Lui annuì ancora e per miracolo davvero non parlò. Per due secondi.
- Però davvero... stai bene? - Chiese poi. Pepe capì che dietro c'era qualcosa di serio e Cris già lo sapeva. Alla fine pensai che comunque era meglio parlarne, non era successo gran che dopotutto. Così potevo togliermeli dalle palle.